□Capitolo undici□

Giorgio mi guardava male, non capivo il perché....forse avevo i capelli messi male o non so cosa.
Mi squadrava e poi si girava verso Pietro e gli diceva qualcosa.

"Tu sei l'amico di Giova?" Chiese Pietro dopo essersi avvicinato con Giorgio.

"Si..." Risposi anche se eravamo molto più che amici.

"Solo amici?"

"Chiedeteglielo a lui." Dissi per dileguarli mentre andavamo verso la pizzeria.

Non capivo il perché di quelle occhiatacce ma preferivo non farmi troppi problemi, arriviamo alla pizzeria e Luca saluta tutti quanti come se si conoscessero da una vita, mi presenta la sua ragazza e poi la sua amica, la guardo e capisco che è una morta di cazzo.

Mi giro e la evito anche se voleva instaurare una conversazione col sotto scritto..

Sodin in persona prende le ordinazioni di tutti e dopo poco ci arriva da bere e chiacchierano tutti quanti su una certa festa, da un certo Edoardo quel sabato e chiede ai presenti se saranno presenti, io non rispondo e poi cala il silenzio.

"Zitti ragazzi.. Andrea tu pensi di venire?" Chiede lui e tutti posano il loro sguardo su di me.

"Oh Sodin non sono cose da chiedere! Lui sabato probabilmente fa ripetizioni di matematica con il professore." Dice Giorgio guardandomi con schifo.

"Ti deve accompagnare il prof. Leveghi o hai l'autorizzazione firmata dalla mamma per venire da solo??" Mi istiga in seguito Giampiero, io lo guardo e penso a come rispondere.

"Non mi metto ai vostri livelli." Dico solo guardandoli con scherno.

"Hai ragione non ci sarai mai." Dice il biondo e mi alzo da tavolo e lui fa lo stesso seguito da Pietro.

"Poracci." Sillabo e faccio per andarmene ma mi prendono per la giacca da dietro.

"Dove pensi di andare frocetto.." Dice lui, i suoi occhi ora mai inghiottiti dall'alcol mi guardavano e io non potei non notare che erano tristi e patetici.

"Non cerco rogne." Dico slacciandomi dalla sua morsa e me ne vado, guardo il telefono e Giova mi ha scritto, mi sciolgo pensando a lui e ai suoi stupendi occhi celesti.

Non sapevo se andare da lui o pensare di andare in stanza a ripassare per il compito a sorpresa di scienze sull'apparato circolatorio, respiratorio, cuore, gruppi sanguigni e il sangue in generale.

Alla fine vado a casa, appena entro noto che c'è un silenzio che mi dava fastidio, avevo bisogno di una voce che non fosse la mia e che mi parlasse e mi dicesse che mi amava... In pratica mi mancava Giovanni e lo avevo visto al pomeriggio, accendo la tele e la attacco al computer e accendo Netflix.

Ovviamente la mia testa pensava a mille pensieri.. Ma perché Giorgio mi odiava? Perché non mi ero messo a studiare scienze? Perché pensavo con la chat aperta su quella di Giova e non seguivo la mia serie TV preferita? Perché mi facevo di sera le pippe mentali? Perché esistono così tanti perché?

Se la gente non si facesse domande la vita sarebbe monotona e incurante del nuovo, esempio.... Perché mi ero innamorato del mio professore di matematica?

E perché mi sentivo un brutto presentimento che nessuno proprio per questo non ci avrebbe lasciato stare..

Quando arriva il momento della cena sento che non ne ho bisogno e preso da un attacco di sonno improvviso vado a dormire e come ogni notte dopo... Quella notte, per dormire se non svengo per il sonno.. Devo usare la musica per aiutare il mio animo a trovare pace.

Entro nel letto e metto la mia Playlist di Spotify, un misto di canzoni non italiane che mi piacevano da quando ero piccolo o anche da quando ho conosciuto Giovanni..

E con Halo di Beyonce e l'immagine del bruno dagli occhi celesti che mi ammira e mi ama per come sono, mi addormento felice di aver ritrovato l'amore..

L'indomani mi sveglio in ritardo e ancora stordito mi trascino al bagno dove mi butto una sciacquatta di acqua gelata su viso e collo, mi sveglio immediatamente e corro a vestirmi, prendo dei jeans neri semplici strappati e una felpa nera con sopra scritto in bianco: 'chi mi accontenta gode'.

Esco di casa dopo essermi legato le stringhe delle Vans e aver preso il mio Eastpack nero e averci buttato le prime cose che vedevo sulla scrivania, tra cui due quaderni a caso, l'astuccio sempre nero della Eastpack e l'immancabile diario della Tenacee.

Scendo le scale a falcate e mi chiama qualcuno al telefono.

"Pronto? Sto correndo, quando vedo dopo chi è richiamerò, sono in ritardo!!!" Rispondo al telefono non guardando chi fosse e una voce un po' timida quanto presa dalla ridarella mi risponde un semplice ok.

Arrivo a scuola e mi viene a salutare Luca con Mike e io faccio lo stesso con loro.

"Scusa per i ragazzi ieri.. Sono fatti così!" Dice Luca facendomi un sorriso.

"Tranquillo sai che a me poco importa quello che dicono gli altri, basta che non mi si rompe il cazzo." Dico con molto menefreghismo, e poi faccio spallucce e ci avviciniamo alla classe.

Ad un certo punto mentre parlo con loro vedo da fine corridoio qualcuno che stava venendo verso la nostra classe, o almeno forse una che era lì vicino e lo riconosco subito.

Lo guardo e per un millisecondo posa gli occhi su di me, lui arrossisce vedendo che me lo stavo mangiando vivo con gli occhi, prendo quelle gote rosse come una vittoria mentre seguito dai miei compagni, al suono della campanella entro in classe e sopra alle mie labbra esisteva un vero sorriso compiaciuto.

"Buongiorno ragazzi, oggi al posto della vostra professoressa di Scienze, che dovev fare il tanto atteso test su tutte le cose che studiate voi... Beh ci sono io a sostituirla, visto che ci vediamo oggi.. Vogliamo fare lezione o dovete studiare per altre materie? Posso anche aiutarvi in alcune cose.. " Dice il prof. Leveghi, io lo guardo e sento il suo disagio nel cercare di non entrare nella mia intensa gara di sguardi.

E ovviamente chi si alzerà a parlare??


(DEATH) NOTE dell' Autrice..
(IMPORTANTE)

Allora ragazzuoli buon salve da quanto tempo, mi dispiace che é da due anni che sono scomparsa mi dispiace...
Sono successe delle cose drastiche nella mia vita che mi hanno obbligato a lasciar tutto e tutti quindi vi chiedo scusa.
Spero solo che mi perdonerete col tempo e vi dico solo che mi siete mancati, mi sono mancati i nostri magnifici Andrea e Giovanni e tutto.

Spero che questo capitolo vi piaccia.

Se ti è piaciuto condividi la storia alle tue più scatenate amiche, metti una stellina e continua a sognare grazie agli occhi dei tuoi idoli.

Buon natale Piccoli Pinguini

E allora noi ci vediamo..
Dove. Quando. Come..
Ad un prossimo capitolo...
Asganaway!!






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