□Capitolo cinque□
Giovanni mi prestò dei vestiti e mi cambiai in bagno, mi sarei sentito a disagio se avesse posato i suo bellissimi occhi sul mio corpo..
"Andre hai finito?" Mi chiese dopo dieci minuti.
"Si, si arrivo." Risposi uscendo dal bagno.
Dopo aver finito colazione, uscimmo e andammo sotto casa di Giova e li c' era la sua macchina e anche una moto, nere tutte e due.
Una ducati e un peugeot.
"Macchina o moto?" Mi chiese con un raggiante sorriso
"Moto!" Non ci pensai neanche una volta.
"Andiamo a casa tua e poi a scuola, non devi andare da nessun altra parte, giusto?" Mi chiese dopo esser salito sulla moto.
Mi strinsi a lui dopo aver messo il casco entrambi e posai la mia testa sulla sua schiena mentre con le braccia mi tenevo cingendogli i fianchi, la brezza del mattino è fantastica, e poi quel poco venticello fresco che entra nel casco è una sensazione molto bella.
Soprattutto il calore che mi trasmette lui riscaldandomi.
"Andrea siamo arrivati." Mi svegliò Giova dal mio stato di trans dove lo stavo stritolando.
Feci una corsa di sopra e presi tutto il necessario per la giornata, tra cui anche il telefono dove vi è un messaggio.
Messaggio da Leo:
-Ciao Andre preparati per oggi che si fa casino.
Messaggio a Leo:
-Tipo..?
Messaggio da Leo:
-Ci sono dei ragazzini, degli sfigatelli che hanno fatto sospendere Stefano.
Messaggio a Leo:
-Ok...
Messaggio da Leo:
-Lever non s' infama, vediamoci sul retro come sempre a fine scuola.
Messaggio a Leo:
-Si a dopo.
---
"ANDREA!!" Urlò Giovanni alla mia finestra e vista l' ora iniziai a correre tra le scale.
"Scusa..n-non trovavo un libro." Mentii.
"Sali dobbiamo andare veloci per non fare ritardo!" Disse e velocemente ci sistemammo sulla moto e partì a fuoco e mi tenetti più forte che potei.
Facevamo delle derapate della madonna e andavamo velocissimi, giravamo e pigliavamo una via più corta o una scorciatoia per arrivare in tempo.
Giova odia i ritardi anche se può sembrare svogliato e pigro.
Quando arrivammo mi diede un abbraccio e sentii il suo cuore a mille, poi entrò e mi lasciò all' entrata così...
Entrai in classe e nessuno parlò, nemmeno Giovanni.
"Buongiorno prof. scusi per il lieve ritardo." Dissi sedendomi al mio banco.
"Grassi che sia l' ultima volta, oggi chiudo un occhio." Disse facendomi l' occhiolino.
"Grazie." Dissi regalandogli un sorriso.
Come ogni giorno ci assegnò cose e ci spiegò altre na non riuscivo a sentire quelle parole, entravano da un orecchio e uscivano dall' altro.
Ero troppo 'indaffarato' a guardare lui e quei due succhiotti che si vedevano sul suo collo, marchiato da me.
A quel pensiero sorridevo e pensavo ancora a lui sopra di me, o quando invertii le posizioni facendogli fare un gemito..
Suonò la campanella ed erano state tre ore di matematica, quindi ora intervallo e Giova si appresta a farmi compagnia.
"Hai ascoltato?" Mi chiese.
"Si..." Risposi più credibile che potevo.
"Guarda che ho visto che eri nei tuoi pensieri e sorridevi come un ebete." Disse e dopo queste parole entrò Leo..
Ragazzo biondo, occhi azzurri...
Solo che lui è un Dark e ha i capelli da una parte rasati, pircieng alla lingua nero e come vedo ha il suo abbigliamento come sempre non appare manco un po' di bianco o qualche altro colore.
"Giovanni...Andre." Disse avvicinandosi a noi.
"Da quanto tempo Giova, e Andre dopo scuola andiamo a casa tua.." Disse seriamente lasciando la stanza.
"Tu lo conosci?" Diciamo allo stesso tempo.
"Si." Rispose all' improvviso freddo Giova.
"Anch' io da come hai notato." Dissi guardandolo interrogativo.
"Non credevo fossi quel tipo di ragazzo." Ammise dopo un po'.
"In che senso?" Chiesi non capendo.
"Leo è una persona a cui stare lontana, almeno finchè non si disintossica e smetterà di fare il bullo." Disse Giova senza degnarmi di uno sguardo.
"E t-tu s..s-sei un bullo-o?!" Mi chiese con voce tremante, come se sapesse la risposta.
"Sono solo ribelle." Risposi.
Un' altra bugia...
Pensai.
"Andre..." Disse con un filo di voce che si ruppe quasi subito con gli occhi che minacciavano di far uscire delle lacrime.
"Giova non piangere, che hai?" Gli chiesi ma lui prima che lo potessi confortare se ne andò fuori dalla classe lasciandomi solo senza risposta.
Perchè loro si conoscono? Perchè stava per piangere? Perchè? Perchè!?
Giovanni's pow:
Non credevo Andrea fosse così, Leo non è una brava persona..
Lo sò, lo conosco bene e lui è un bulletto.
Spero Andre non sia come lui.
Non potrei sopportare di nuovo quella vita.
-Inizio Flashback-
"Giova...caro mio sai cosa succede alle persone che non stanno ai patti." Disse lui con tono inquietante.
"I-io Leo..." Cercai di dire ma mi bloccò.
"Leo un cazzo! Volevo fare un bordello dentro la scuola e mi serviva un mano e tu, ora vuoi togliere la nostra collaborazione!" Disse infuriato.
"Non mi sembra giusto che dei ragazzi e ragazze vengano violate solo per puro divertimento!" Ribattei anch' io incazzato.
"Ma immagini quanto potremmo guadagnare!" Sbraitò prendendomi per il collo.
"Sai cosa succede ora..." Disse con uno gnigno sul volto.
Mi prese e mi strattonò sul suo letto prendendo un siringa iniettandomi una specie di sedativo che mi fece paralizzò ma restai cosciente.
Lui mi legò caviglie e polsi per sicurezza e poi si mise a cavalcioni sulla mia intimitá.
Mi tolse lentamente la maglia e i pantaloni lasciandomi in boxer e iniziò a saltellare per farmi eccirare, il risultato..un erezione.
Poi ansimante si toglie i vestiti e mi guarda maliziosamente, si avvicinò a me facendo combaciare i bacini e mi diede un bacio in bocca per poi farlo diventare un vero e proprio limone.
"Giova io ti ho sempre amato, sai?" Confessò baciandomi il collo facendomi sussultare e gemere dal piacere.
Dopo questo diede baci su tutto il mio petto scendendo fino ai miei boxer che sfilò poco dopo lasciandomi nudo.
"A me di solito piace fare il passivo.." Disse lui interrompendosi.
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