■Capitolo 18■


Mi guardó con un aria imbarazzata ma allo stesso tempo molto poco lucida, si cioè maliziosa.

"Quanto hai bevuto?" Gli chiesi e lui mi guardó ridendo, barcolló un po' e poi si appoggió al lavandino.

"Ti serve una mano?" Gli chiesi cercando di sembrare il più calmo possibile, mi guardó con un sopracciglio alzato e poi mentre si mordeva il labbro mi fece cenno di avvicinarmi.

Mi avvicinai come chiesto e mi bació molto poco castamente, gli diedi l'accesso e iniziammo a limonare, mi prese per i fianchi con prepotenza e io mi staccai per capire a cosa voleva arrivare.

"Scusi professore le chiedo il permesso, non volevo sembrare irruento con il mio modo di fare, vuole fare l'amore con me?" Chiese il mio ragazzo con una voce ubriaca ma dolce.

"Allora non so come dirtelo..." Iniziai a dire, mi bloccó.

"Sei vergine?" Chiese e io arrossii, la risposta era si ma non volevo farlo con lui da ubriaco, non volevo prima dei suoi diciotto anni, era pedofilia, era una cosa da non fare e io mi ci ero fiondato dentro.

"Non intendo questo Andrea... Non possiamo.." Dissi a fatica visto che sotto le mie lamentele mi aveva tolto la maglia e mi stava iniziando a dare una scia di baci dal collo al petto.

Il mio respiro era sballato come il mio battito cardiaco, mi diede un morso alla scapola, gemetti e sentivo l'inizio catastrofico di un erezione.

"F-Fermati.." Dissi con tutta la volontà che avevo e lo spostai.

"Penso sia un po' presto..." Dissi seriamente e cosí si staccó e mi fece la faccia di chi capiva che mentivo.

"Non si può, lo so peró io ti amo Giovanni Leveghi, non cerco solo questo... volevo fare l'amore con te." Disse e non lo guardai in faccia.

Gli feci cenno di andare in camera con un sorriso triste.

Ed ebbe una reazione diversa da quella che pensavo, sbuffó e poi fece come avevo chiesto.

Si mise a dormire dopo avermi chiesto dei vestiti per non stare in jeans, gli diedi dei pantaloncini della tuta neri e una maglia larga grigio chiaro.

Mi diede un ultimo bacio e mentre io ritornavo a correggere delle verifiche lui andó a dormire.

Lo raggiunsi dopo un po' e appena fui nel letto, Andrea iniziò a mugugnare qualcosa.

"E-Erika..." Disse e sentii il mio cuore perdere un battito, chi cazzo era Erika?

Provai a dormire ma non ci riuscii un granché, tante domande mi giravano per la testa e non avevo nessuno che potesse appagare la mia sete di curiosità.

Sentivo come delle fitte allo stomaco quando ripensavo a quel nome, la gola secca che aveva bisogno d'acqua.

Manco fossi stato nel deserto probabilmente non avrei avuto così sete.

Mi alzai a fatica, la testa un po' pesante, e a passi leggeri andai in cucina, non accesi la luce e andai diretto al frigo, bevvi ma la sensazione di quella morsa alla gola non se n'era andata.

Il giorno seguente mi fece una doccia, ne avevo un disperato bisogno.

Mi iniziai a vestire e mentre allaccia o i bottoni delle braccia mi presero e mi strinsero in un tenero abbraccio, posò la testa sulla mia spalla e lo vidi dallo specchio sorridere.

"Buongiorno, potevi svegliarmi.."  Disse Andrea con una voce impastata dal sonno stranamente roca, non aveva una bella cera..

Erano le 7:25

"Mi fa male la testa, hai un' aspirina?" Mi chiese e io gli risposi che gliela avrei dato solo dopo colazione, si sa, prendere medicine a stomaco vuoto faceva male.

Preparai il caffè e lui ne prese una tazza e ci aggiunse dei biscotti.

Aveva delle profonde occhiaie sotto agli occhi e sullo zigomo un ematoma bello grande e viola.

"Hai dormito bene?" Mi chiese e io esitai sulla risposta, infatti mi guardò stranito dal mio comportamento.

"Si e no, non avevo molto sonno e poi c'erano tante verifiche da correggere, fogli da compilare.." Dissi e lui fece gli occhi in due fessure.

"Perché non riuscivo a dormire?" Chiese incuriosito.

"Non smettevi di mugulare..." Risposi sinceramente, ma trascurai il fatto che stesse mugulando il nome di una ragazza che non sapevo chi fosse e che tipo di rapporto avesse con Andrea.

"A-Ah...Cosa dicevo?" Chiese con tono un po' impaurito che provó a camuffare.

Perché c'è qualcosa che non dovrei sapere ?

Non glielo dissi però mi si leggeva in faccia che ero abbastanza innervosito.

"Stavi solo dormendo.. Niente di imbarazzante.." Risposi facendogli fare un sospiro di sollievo.

Si vestì coi vestiti del giorno prima e lo accompagnai a casa sua dove in poco tempo si era cambiato e profumato, aveva un odore di nocciole tostate che mi faceva impazzire..

Lo accompagnai alla via prima della scuola per non farci vedere insieme, lui scese e io rifeci il giro per cercare parcheggio almeno due volte finché una vecchia non si levò lasciando spazio ai giovini come me.

Parcheggiai e appena arrivai al cancello della scuola mi venne a salutare, Giorgio, aveva le guance rosee e io gli sorrisi calorosamente.

Parlammo del più e del meno e vidi una testa che conoscevo fin troppo bene, e non era da solo..

Andrea era al suo armadietto e li vicino c'erano i suoi amici e una ragazza..

Lei gli sorrideva e lo guardava come la cosa più bella, infatti lo era, ma non poteva essere suo.

Perché era già mio.

E solo mio doveva rimanere.

Andai nella classe di Giorgio dove dovevo dare due ore di supplenza, lui era troppo felice nel vedermi e così passò tutto così lentamente.

Tra quelle domande.

Forse ho fatto bene la sera scorsa a non farci niente, sarebbe stato ancora più umiliante di quanto pensavo già fosse.

Passate le due ore, salutai i miei alunni e andai verso la classe di Andrea.

Aveva un sorriso beato sul viso e scriveva sul suo telefono..

Lo ignorai per tutta l'ora come lui stava facendo con me, e appena suonò mi volatilizzai in sala professori, avevo un' ora di buco.

Il preside mi venne a chiamare, c'era un nuovo ingresso nella classe dove stava Giorgio, andai in presidenza e al mio cospetto c'era lei..

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