□Capitolo 17□

Giovanni Leveghi's pow:

Erano le tre di notte e sentii il mio telefono suonare all'impazzata, l'avevo provato a spegnere ma non ci riuscii, guardai il contatto che mi aveva chiamato a quell'ora e sbiancai.

Andrea.

Risposi ma al suo posto mi rispose un altro ragazzo che conoscevo, Stefano, che avesse capito qualcosa? O che Andrea si fosse sentito male?

Sperai nessuna delle due ma dalle urla in sottofondo, la musica alta e la voce impanicata del mio studente non mi fece stare meglio e iniziai a vedtirmi tenendo il telefono tra la spalla e l'orecchio per sentirlo.

"Scusa se ti disturbo, ho chiamato il primo numero di Andrea, è nella merda, puoi venirlo a prendere, siamo in Via Venezia 22.. fa presto è ridotto male." Mi disse Stefano non capendo probabilmente che ero il prof.

Non risposi e cosí continuai a vestirmi, ero vestito con le prime cose prese dall'armadio, infatti sembravo un ragazzino come loro.

Il mio unico pensiero era -Andrea sto arrivando-

Sentivo gli occhi pizzicare, il respiro esser corto e cosí disastrato uscii di casa e andai alla macchina, non la usavo mai ed era nuova.

Andai di fretta e furia per poi arrivare davanti a una casa piena di led e la musica che era assordante, sapevo di chi era e sapevo che dovevo prebdere Andrea e uscire a razzo.

Scesi dalla macchina e con l'ansia del mondo che mi stava divorando entrai nel guardino all'americana che si ritrovava quel ragazzetto.

Richiamai Andrea per farmi dire dove fossero ma nessuno rispose e dentro la musica si era fermata, persi un battito per le urla e il rumore di vetri rotti.

Entrai in quella casa mettendo gli occhiali da sole per sembrare abvora di più uno di loro e mi misi a cercare Andrea e Stefano.

Iniziai a chiedere ma nessuno sapeva dirmi niente, la musica ripartí e poi vidi un cerchio e tutti che urlavano per incitare i due a pucchiarsi ancora. non potevo mettermi in mezzo perchè se no Edoardo mi avrebbe ucciso o ancora peggio avrebbe fatto male ad Andrea.

L'ultimo nominato era vol sangue colato che dal naso gli aveva sporcato le labbra, un livido sulla mascella e i capelli più arruffati del solito, lo guardai e poi vidi Stefano che cercava di far tornare lucido l'amico.

Andrea non ebbe la meglio.

Edoardo gli riuscí a tirare una ginocchiata sul naso, si sentí il rumore dell'osso, sperai non glielo avesse rotto ma si rialzó.

"Smettila di rialzarti vuoi farti ammazzare??" Urló Stefano disperato.

"Sai una cosa Andrea eri pure un ragazzo carino, peccato, potevamo essere amici infondo." Disse Edoardo dandogli un altra ginocchiata ma allo stomaco, Andrea non lo ascoltó e si rialzó.

"Fatti sotto pennello scolorito blu che non sei altro." Disse Andrea ringhiando e si ributtó su Edoardo tempestandolo di ficconi.

Alla fine stanchi si staccarono, Edoardo era pieno di sangue in faccia e Andrea tanto meno, Stefano mi notó e cosí mi fece cenno di uscire fuori, era spaventato.

Appena fui fuori Stefano mi venne in contro con Andrea, che aveva la testa rivolta al basso e per il resto non si reggeva in piedi quindi era accasciato sopra al povero leprotto.

Mi guardó stupito e non si pronunció
quindi decisi di parlare io.

"Com'è iniziato il tutto??" Chiesi manco fossi la madre di Andrea.

"Non lo so. Sono arrivato dopo, loro si stavano già picchiando ma di sicuro c'era una buona ragione, non scatta per cose a caso..." Disse il ragazzo sistemandosi di velocità gli occhiali.

"Vada a casa Lepri, vi penso io al signor Grassi." Dissi deciso cosí Stefano mi passó il mio ragazzo e lo portai in macchina, lui era in dormiveglia e lo sistemai nei sedili di dietro.

Lo portai a casa mia, col cavolo che lo avrei lasciato da solo, pieno di sangue e mezzo coscente.

"Andrea svegliati, non ti porteró in ospedale e nemmeno a casa tua quindi stai sveglio." Dissi con tono più che preoccupato, si giró dall'altra parte e io sbuffai.

Misi la musica della radio, magari si sarebbe svegliato per la brutta musica...

"SPEGNI QUELLA MERDA STEEEEE!" Urló lui in pieno nervosismo.

"Non sono Stefano." Dissi con tono piatto e cosí si alzó di botto e incontró il mio sguardo nello specchietto, era sorpreso e in imbarazzo.

"Cosa ci fai tu qui???" Mi chiese, in totale senso di imbarazzo era diventato roseo sulle gote dandogli un aspetto adorabile.

"Sono il tuo contatto delle emergenze a quanto pare..." Dissi sinceramente e lui bestemmió.

"Okey la prossima volta non ti verró a prendere, starai da solo pieno di sangue, su un muretto." Dissi con tono scherzoso, sbuffó e poi mi diede un bacio sulla guancia.

Sentii il cuore andare a palla. ero felice, come ogni volta che stavo con lui.

"Prego cucciolo..." Dissi sentendo un leggero colore tingermi le guance.

"Ti ha visto qualcuno alla festa?" Mi chiese allarmato, la radio dava before you go e io guardai Andrea con la faccia di chi non sapeva e che non gli importava di sapere perchè non avrebbe abbandonato l'amato.

Arrivammo a casa e lui si aggrappò a me perchè era un po' stordito.

Entrammo dentro casa e lui si andó a buttare sul mio letto, io lo guardai con la faccia da 'tranquillo come fossi a casa tua' e mi mandó un bacio.

"Brutto lozzo che non sei altro vieni immediatamente qua che sei sporco di sangue, anzi, fila sotto la doccia." Dissi con tono da polizziotto cattivo, mi guardó e fece una smorfia.

"Se non vai in doccia da solo, ti ci porteró io." Dissi e cosí lui corse in bagno, lo guardai e alzai un sopracciglio, che si vergognasse?

Lo guardai appoggiandomi allo stipite della porta e lo incitai a svestirsi, si levó di botto la maglia senza guardarmi, anzi cercava di evitare il mio sguardo..

Aveva dei graffi e neroni sulla sua pelle bianca, era bello come al solito ma mi dispiaceva, era pur sempre il mio ragazzo e lo amavo, mi dava fastidio che Edoardo lo avesse conciato cosí.

Death Note dell'autrice:

Scusate per la mia inattività..

*qualcuno le lancia un tavolo e lo schiva*

Comunque cercheró di aggiornare il prima possibile..

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e noi ci vediamo..

Dove
Quando
Come..

Come???
In un prossimo capitolo!

ASGANAWAY

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top