CAPITOLO IV - THEO
Theo passava le ore rintanato nel laboratorio di informatica insieme alla sua migliore amica Francene, che rimaneva ore incantata a fissarlo.
Si definiva un genio della robotica ed era convinto che un giorno sarebbe riuscito a vincere qualche premio scientifico.
Era abile con qualsiasi tipo di sostanza chimica, sapeva a memoria tutte le combinazioni possibili.
Sapeva di essere lo studente più bravo di tutta la scuola ma ciò non era abbastanza.
Theo voleva sempre di più, non si accontentava mai.
Sapeva di poter fare sempre meglio e così ogni volta si ritrovava a rincominciare progetti tecnicamente perfetti solo per controllare che fossero effettivamente collaudati alla perfezione.
Era una persona molto logorroica e chiacchierona.
Talvolta lo si poteva anche definire noioso, la stessa Francene glielo aveva detto.
Nonostante tutto era un ragazzo così acculturato che quando parlava non riuscivi neppure a distogliere lo sguardo per un secondo da lui.
Teneva una fascetta nei capelli per impedire che il ciuffo biondo gli offuscasse la visuale.
Stava aggiungendo un aggiornamento al robot che aveva realizzato lo scorso anno.
Con qualche modifica avrebbe potuto non solo fare ricerca su Google ma addirittura proiettare direttamente video e informazioni.
Era ancora piccolo ma sperava di riuscire a creare un vero e proprio androide.
Si poteva di certo definire ambizioso, forse un po' troppo.
Riusciva a risultare abbastanza scontroso quando non portava a termine nel migliore dei modi uno qualsiasi dei suoi progetti.
Teneva il cacciavite in bocca, lo sguardo concentrato e attento.
Avvitò l'ultimo bullone e poi accese il robottino parlante.
Gli chiese di cercare le notizie più importanti dell'ultima settimana e lui le proiettò sul muro.
Theo saltò per la gioia e poi abbandonò il robot per dedicarsi ad un altro progetto in via di sviluppo.
Non riusciva mai a stare fermo, era quasi iperattivo agli occhi delle persone.
In realtà la sua era solo curiosità, voglia di imparare sempre di più.
Non riusciva a staccarsi quasi mai dai libri, una volta che iniziava un qualcosa doveva per forza portarlo termine.
Si passò una mano sugli occhi stanchi e osservò il liquido
che aveva creato al microscopio.
Stava inventando una soluzione in grado di annientare tutti i batteri presenti in bocca.
In sostanza: addio collutorio.
Se ci fosse riuscito sarebbe stata decisamente una svolta per lui data la cura maniacale che impiegava per i suoi denti.
Quando sentì il rumore di uno dei suoi becher spaccarsi contro il suolo fu costretto a distogliere lo sguardo dalla sua invenzione.
Un vecchio uomo con una lunga barba bianca aveva urtato per sbaglio il bancone.
Gli occhi erano di un blu intenso, aveva le orecchie leggermente a punta e si reggeva ad un bastone di legno per non cadere a terra.
Theo strabuzzò gli occhi e corse subito a raccogliere i pezzi di quella che prima era un'utilissima provetta.
Fortunatamente era vuota altrimenti il ragazzo avrebbe sicuramente dato di matto.
<Mi dispiace ragazzo, non l'ho fatto apposta.> disse l'anziano.
<Non si preoccupi, ne ho altre mille.> esclamò abbozzando un sorriso per poi buttare i rimasugli del becher nella spazzatura.
<Che ci fa qui? Ha sbagliato aula? Questo è il laboratorio signore.> lo avvisò.
<Oh, siete molto gentile ma stavo cercando voi.>
<Me e perché mai?> chiese <Aspetti non me lo dica...sono stato preso per partecipare al convegno scientifico di Boston come assistente del signor Barton, vero?>
<Mi dispiace deluderti ma sono qui per un qualcosa di molto più grande.> disse <Mi chiamo Barbatos.>
Theo indietreggiò, l'aveva già letto da qualche parte quel nome.
<I suoi genitori l'hanno chiamato con il nome di un demone? Mi scusi ma non sono stati molto gentili con voi...>
<Smettila di blaterale adesso e lasciami parlare!> ringhiò.
Il suo naso si tinse di blu e pian piano tutta la sua pelle.
Theo si sentì mancare la terra sotto i piedi.
Anni di scienza per poi dover assistere a tutto questo.
<Sono il demone della conoscenza e sono qui perché sei stato scelto da me per affrontare una sfida antichissima.>
<Continui, sto per svenire quindi deve assolutamente sbrigarsi.>
Barbatos si schiaffeggiò la fronte.
<Ascoltami bene, sei stato marchiato quindi devi assolutamente partecipare altrimenti ti ridurrai in cenere. Dovrai capire chi sono i tuoi avversarsi e ucciderli, dovrai rimanere l'unico in vita per vincere e far si che io possa prendere il posto che mi spetta sul trono di fuoco.>
Theo annuì sebbene fosse sconvolto.
Non riusciva a credere a ciò che stava sentendo.
<Da me hai ricevuto in dono il potere di prevedere il futuro e vedere il passato delle persone, i loro segreti più oscuri, ed inoltre ti ho dotato di visione termica così li saprai individuare. Gli altri giocatori non dovresti vederli rossi ma viola.>
<Aspettate ma questo non è barare?> chiese il ragazzo ancora scosso.
<Potevo donarti uno qualsiasi dei miei poteri, avrebbero dovuto metterlo in conto.> disse <Ora devo assolutamente andarmene, questo odore che si sta espandendo nell'aria non mi piace. Non sono l'unico che è venuto qui oggi quindi guardati le spalle.>
Ed il vecchio con un puff si dileguò nell'aria che ad un tratto sembrava soffocante.
Pensava che il demone stesse esagerando ma nella scuola vi era un clima nauseabondo, di morte.
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