CAPITOLO III - ASHER

Se c'era una cosa che Asher sapeva fare perfettamente era mentire.
Sapeva sempre cosa dire e come dirlo, era uno stratega nel convincere le persone a credere a qualsiasi cosa dicesse. Aveva conquistato tante ragazze grazie a questo.
Sapeva come ingannare le persone, le raggirava.
Era incantato dalla facilità con cui riuscisse a cavarsela in qualsiasi situazione.
Gli veniva così semplice che a volte si chiedeva se quello fosse un vero e proprio dono.
Aveva mentito per suo padre quando era piccolo dopo averlo scoperto con la sua amante.
Se avesse potuto tornare indietro l'avrebbe detto a sua madre, le avrebbe detto la verità perché meritava sapere. Se però non avesse mentito i suoi genitori non starebbero più insieme.
Sapeva che suo padre aveva smesso di frequentare l'altra donna, lo sapeva perché a contrario del figlio lui non sapeva mentire.
Almeno era certo del fatto che i suoi genitori lo amassero davvero.
Arrivò in anticipo per l'ora di ginnastica.
Quando entrò nello spogliatoio e vide il suo migliore amico steso per terra in una pozza di sangue corse subito in suo soccorso.
Lo guardò confuso, le nocche della mano erano spaccate.
Il collo era rosso, sembrava l'avessero strangolato con forza.
Si guardò attorno in cerca della causa di quel livido.
Non c'era nulla.
<Gray, va tutto bene?> gli chiese preoccupato.
<Si, ho solo bisogno di tornare a casa.> disse <Avvisa il coach che mi sono fatto male alla mano e non potrò giocare questa settimana.>
Grayson si sistemò il ciuffo ribelle e scuro, poi si alzò ed uscì dallo spogliatoio con la mano ancora sanguinante.
Asher aggrottò le sopracciglia poi sorrise.
Non avrebbe dovuto essere felice ma se il suo migliore amico non avesse potuto giocare lui sarebbe stato il capitano alla partita di sabato.
Si sentiva perfido ad essere così felice ma non poteva farne a meno.
Si alzò da terra e si diresse ai lavandini.
Lavò via il sangue di Grayson dalle mani e poi si guardò allo specchio.
Non capiva come potesse piacere meno del suo migliore amico.
I capelli color corvino creavano un forte contrasto con i suoi occhi grigi.
Era più alto e più muscoloso, ma forse quello che cambiava era l'elevata popolarità che lui non aveva.
Dallo specchio scorse alle sue spalle una donna stupenda.
Si voltò e rimase rapito dal suo sguardo.
I capelli erano rossi con le punte bianche, gli occhi neri e il naso all'insù.
Indossava un paio di leggings di pelle e un maglione bianco con il collo alto.
<Per quanto mi farebbe piacere la tua compagnia, lo spogliatoio delle ragazze è quello affianco a questo.>
Lei sorrise maliziosamente e si avvicinò al ragazzo.
Gli passò un dito sulla mandibola e poi sul petto con fare seducente.
<Qualcosa mi dice che tu non ti sia sbagliata, non è così?>
La ragazza scosse la testa e lo sguardo del ragazzo ormai voglioso di sentire la pelle a contatto con la sua si illuminò.
Asher l'avvicinò a sé maggiormente per baciarle le labbra carnose e rosse.
Lei in risposta gli prese dolcemente il volto per osservarlo meglio.
<Caspita se sei carino però, devo dire che ho ottimi gusti. Mi dispiacerebbe se questo volto si rovinasse.>
Asher scosse la testa confuso, pensò che avesse fumato.
<Grazie, immagino.> disse il ragazzo alzando le spalle.
Lei gli sfiorò le labbra con un dito e poi si allontanò.
<Stai giocando con me?> esclamò il ragazzo rosso in viso.
<Non ancora.> disse per poi ridere.
Una risata seducente.
<Questa deve essere una sorta di tortura.>
<Lo sarà tesoro, da oggi comincia la gara...la lotta per la tua vita e per il mio trono.> disse <Sono Kitsune, demone dell'inganno.>
Scoccò le dita e al suo posto apparve una donna anziana con la gobba.
Asher trasalì, gli vennero i brividi.
<Che c'è mi preferivi prima?>
Lui annuì e lei scocciata si ritrasformò.
<Non hai idea delle energie che mi servono per mantenere questo aspetto.> esclamò annoiata <Ascoltami bene perché io non potrò intervenire ragazzino, ti ho donato il potere di prendere le sembianze delle persone e di creare illusioni. Questi poteri ti serviranno per la sfida.>
<Sfida?>
<Solitamente è una sfida che noi demoni affrontiamo direttamente ma Pruslas ha deciso che stavolta avremmo dovuto usare delle pedine umane ed io ho scelto te.> spiegò <Devi intercettare gli altri giocatori e ucciderli, semplice. Così sarai libero di continuare a vivere la tua vita ed io avrò tutto il potere per me.>
<Non capisco.>
<Eppure è così semplice, sapevo che non potessi essere sia carino che intelligente ma insomma ci speravo.>
<Se non dovessi uccidere gli altri?>
<Moriresti per mano di uno dei giocatori, deve rimanere solo uno di voi.>
<Che gioco sadico è mai questo?> sbottò arrabbiato.
Kitsune piegò la testa di lato e batté gli occhi più volte.
<Questa ferocia è quasi eccitante.> esclamò divertita prima di trasformarsi in una piccola volpe.
Asher la guardò scodinzolare al di fuori dello spogliatoio.
Non sapeva come reagire, avrebbe potuto pensare fosse uno scherzo se non si fosse trasformata proprio davanti ai suoi occhi.
Lui non sarebbe morto, avrebbe ucciso tutti...a qualsiasi costo.

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