Capitolo 9 - She Wants (Part 2)
Il giorno successivo passò in fretta, gli impegni erano troppi e il tempo libero sempre troppo poco e, nonostante fosse sabato, Sienna aveva concluso di mettersi in pari alle dieci di sera, crollando distrutta sul divano subito dopo; non si era nemmeno accorta quando Lucas l'aveva portata nel letto, avvolgendola con le coperte calde e morbide.
La mattina dopo si era svegliata rinvigorita e piena di forze come non le capitava da tempo, si era alzata e dopo una doccia veloce aveva raggiunto la cucina dove il Protettore stava sorseggiando il suo caffè, appoggiato al mobile con aria pensierosa.
«Buongiorno.» Esclamò lei con un lieve sorriso, andando alla ricerca di qualcosa da mangiare. Lucas alzò un sopracciglio e la studiò con lo sguardo.
«Sei di buon umore oggi.»
La ragazza annuì mentre apriva la nuova scatola di cereali.
«Ho dormito bene.» Spiegò solamente, alzando appena le spalle e riempiendo la ciotola che aveva appena preso.
«Dovresti augurarmi buongiorno come si deve.» Commentò il ragazzo, guardandola con estrema serietà. Sienna gli rivolse uno sguardo confuso, abbandonando per un attimo quello che stava facendo.
«Ti ho già detto buongiorno.» Borbottò con un sopracciglio alzato, non capendo a cosa si riferisse: era certa di averlo salutato quando era entrata in cucina.
Lui appoggiò la tazza sul ripiano della cucina, continuando a guardarla con austerità.
«E nient'altro?» Domandò. I suoi occhi sembravano più grandi e chiari del solito e Sienna cominciò a temere di aver dimenticato qualcosa d'importante. Era per caso il suo compleanno e lei non ne sapeva nulla?
«Cos'altro dovrei dire?» S'informò lei, corrucciando la fronte.
«Non è per cosa dovresti dire, ma per quello che dovresti fare.» La corresse prima di appoggiare una mano sul volto della ragazza e lasciare un bacio a stampo al sapore di caffè sulle sue labbra, temporeggiando per qualche momento.
La Prescelta rimase ferma per una manciata di secondi, per poi colpirlo con una pacca sul petto.
«Tutte queste storie per un bacio?» Sbottò, scuotendo il capo mentre un lieve sorriso si faceva strada sul suo volto. Lucas alzò le spalle, sorridendo divertito a sua volta mentre afferrava nuovamente la sua tazza di caffè.
«Non dovresti essere tu a corteggiarmi? Guarda che prendo molto seriamente queste cose, io.» Disse, lasciandole uno sguardo minaccioso senza perdere il sorriso che aveva sulle labbra. La ragazza alzò gli occhi al cielo.
«Sai che a stomaco vuoto non riesco a ragionare, devo mangiare prima di poter dire o fare qualsiasi cosa.» Si giustificò, incamminandosi verso la tavola per poter fare colazione. Non sapeva nemmeno perché aveva detto quelle cose il giorno prima, non era il tipo da corteggiare i ragazzi, non lo aveva praticamente mai fatto; forse era stata presa dalla situazione, desiderava talmente tanto il suo Protettore da fare qualsiasi cosa per risolvere quel problema, incastrandosi in quelle situazioni assurde ed imbarazzanti.
«Sono proprio curioso di vedere quale sarà la tua strategia d'attacco.» Continuò lui, assumendo un'espressione maliziosa e andando a sedersi davanti a lei, dopo aver preso una seconda tazza di caffè.
«Probabilmente non te ne renderai nemmeno conto, sono molto discreta nei miei piani.» Soprattutto in quel piano che avrebbe potuto chiamare Sienna, impara a stare zitta.
Lucas si lasciò andare in uno sbadiglio e si passò una mano tra i capelli.
«Rimango molto curioso lo stesso.» Borbottò, prima di un lungo sorso della sua bevanda preferita.
«Non hai dormito?» Chiese allora la ragazza, notando solo in quel momento le occhiaie più accentuate. Il Protettore scrollò le spalle.
«Ho avuto un po' di difficoltà ad addormentarmi.» Ammise, appoggiando la tazza fumante sul tavolo davanti a lui.
Sienna corrucciò appena lo sguardo.
«Per colpa mia? Ti ho tenuto sveglio in qualche modo?» Era certa di essere caduta in un sonno profondo come mai le era capitato dalla sua partenza da Semir. Probabilmente per la prima volta aveva abbandonato la maggior parte dei problemi che le affliggevano l'animo: stava cominciando ad accettare e ad apprezzare il suo ruolo di Prescelta; aveva abbandonato quella stupida, e inutile, idea di voler allontanare il suo Protettore; aveva chiarito con Raphael e Jennie. Certo, c'era ancora da superare la difficoltà di Lucas per il suo desiderio, ma sentiva di aver trovato un nuovo equilibrio, o poco le mancava per raggiungerlo.
Il ragazzo scosse il capo con semplicità.
«No, questa volta non c'entri nulla. Avrei dovuto approfittare del tuo coma profondo per dormire un po', ma che ci vuoi fare... recupererò.» Commentò lui, accennando un sorriso stanco, ma sereno.
«Coma profondo, addirittura...» Borbottò lei, lanciandogli un cereale addosso che andò a colpirlo sul petto, il ragazzo lo afferrò e lo lanciò verso di lei, quasi facendo centro nella lieve scollatura della sua maglia. Sienna lo fulminò con lo sguardo per poi alzare gli occhi al cielo, il ragazzo rise trionfante.
«Comunque...» Cominciò a raccontare lui, dopo essersi schiarito la voce per cercare di assumere un'espressione più seria. «Uscendo da camera tua, quando ti ho portato a letto, ho sbattuto con il piede contro la sedia che hai vicino al comò, facendo un casino incredibile; mi sono girato con l'ansia, temendo di averti svegliato, ma tu non hai fatto una piega, hai continuato a dormire tranquilla e beata.» Raccontò allora con un sorriso, incrociando le braccia davanti a lui sul tavolo e appoggiandoci il mento. Sienna non si era accorta di nulla, nemmeno una bomba l'avrebbe svegliata, probabilmente.
«Avevo un po' di ore di sonno da recuperare.» Spiegò lei, alzando le spalle.
Il Protettore rimase in silenzio per un po', incantato a fissare, come imbambolato, un punto indefinito della stanza. Doveva essere davvero molto stanco, già la notte in cui avevano avuto quella discussione avevano dormito davvero poco, e la loro agenda d'impegni non lasciava di certo tempo per riposarsi, se anche per la seconda notte di seguito il suo sonno era stato scarso, non immaginava come potesse sentirsi.
«Lucas, non ti addormentare.» Lo richiamò la ragazza, muovendo la mano davanti al suo sguardo perso. Lui si riscosse, tornando a guardarla con i suoi occhi chiari.
«Cosa?» Borbottò come se si fosse appena risvegliato da un pisolino. Sienna assunse un'espressione seria e delusa.
«Stavo cercando di sedurti e ti addormenti? Molto male, direi.» Disse, fissandolo con fare sconsolato. Il ragazzo spalancò gli occhi, senza riuscire ad alzare il capo dalle braccia.
«Io non... aspetta, mi stai prendendo in giro!» Esclamò Lucas poco dopo, fulminandola con lo sguardo.
La Prescelta si lasciò andare in una risata divertita che contagiò anche il ragazzo e fece comparire le sue fossette sul suo volto appena imbarazzato per quello che era appena successo.
«Oggi sei più divertente del solito, Lucas.» Commentò lei, ridacchiando ancora.
Un lampo attraversò lo sguardo di Lucas che assunse un'espressione furba.
«È così, eh?» Borbottò mentre il suo ghigno si faceva strada. Sienna cominciò a temere cos'avesse in mente, ma mantenne il gioco e incrociò le braccia al petto, alzando appena il mento.
«Sei un po' perso, direi.»
Il ragazzo si alzò di scatto, raggiungendola dall'altro lato del tavolo con un paio di falcate, per poi afferrarla per la vita e caricarsela in spalle. La Prescelta spalancò gli occhi e cominciò a scalciare per cercare di liberarsi.
«No, non ancora la doccia!» Urlò, dimenandosi come una pazza. Non aveva per niente voglia di essere nuovamente infradiciata da capo a piedi, fortunatamente Lucas non si diresse verso il bagno, scese lo scalino che divideva la stanza dal salotto e la lasciò andare sul divano, accompagnandola durante la caduta per evitare che il colpo fosse troppo forte; subito dopo si avventò si di lei, cominciando a pizzicarla e farle il solletico ovunque potesse raggiungerla.
«Sono così divertente che stai morendo dal ridere.» La prese in giro tra le risate mentre lei cercava di liberarsi dalle sue mani e di rispondere in qualche modo all'attacco.
Quando si ritenne soddisfatto della punizione, il ragazzo le afferrò le gambe per portarsele grembo in modo da potersi sedere con lei sul divano. Sienna si sollevò e provò a liberarsi dalla presa, pronta a sfuggire il più lontano possibile da lui prima che gli balenasse in mente qualche altra idea.
«Stai qui e rilassati, giuro di fare il bravo.» Disse lui, avvolgendole le spalle con un braccio e costringendola a posare la guancia sul suo petto. Sienna sbuffò, lasciandogli un pizzicotto sulla pancia prima di cercare una posizione più comoda e che le concedesse più spazio vitale. Senza spostare le gambe, ancora strette dalla sua presa sulle caviglie, indietreggiò appena, appoggiandosi con il braccio sul cuscino dello schienale del divano e lasciando andare il capo su di esso; in quel modo riusciva a vedere il profilo elegante di Lucas senza sentirsi mancare l'aria per il suo profumo troppo avvolgente, e poteva mantenere un po' di lucidità necessaria perché il problema di Lucas non si ripresentasse.
«Ti conviene, Lucas. Puoi anche lasciami andare le gambe ora, giuro di fare la brava e di non attentare alla tua virilità.»
Il ragazzo alzò un sopracciglio e sorrise sornione.
«Tu non vuoi attentare alla mia virilità, ma non so se fidarmi... sei un po' troppo vendicativa, tu.» Asserì, studiandola con lo sguardo. Sienna alzò le spalle.
«Come io dovrei fidarmi sul tuo fare il bravo, tu dovrai fidarti sul mio non volermi vendicare» Spiegò allora. Lucas si voltò verso di lei, abbandonando il capo all'indietro sui cuscini.
«Affare fatto?» Propose. La ragazza annuì, nonostante fosse visibilmente stanco, era di una bellezza da fare male: gli occhi erano molto chiari, probabilmente per la luce del sole che entrava dalle finestre e che metteva in mostra, sottolineandole, le lentiggini che gli disegnavano il viso, i capelli ricadevano disordinati incorniciandogli la mascella coperta da un lieve strato di barba da poco accorciato, ma in quella posizione l'attenzione cadeva sul suo collo, sul pomo d'Adamo e sui tre nei che ripercorrevano la linea della sua clavicola che quasi ti facevano sentire in obbligo di accarezzarli con le labbra in un bacio. Sienna allontanò immediatamente lo sguardo da quel punto fin troppo erotico e cercò di evitare di pensarci ancora.
«Ok.» Disse, abbassando gli occhi sulle sue mani, il più lontano possibile dalla figura di Lucas. Non voleva desiderare il ragazzo in quel momento, voleva riuscire a guardarlo senza pensare a quanto le sarebbe piaciuto sentire le sue labbra su di lei, in modo da evitargli la sofferenza che il problema legato al suo desiderio portava. Sentì il Protettore sospirare, come aveva promesso lasciò la presa sulla caviglia, ma appoggiò una mano sulla vita della ragazza e con l'altra la costrinse ad alzare nuovamente lo sguardo per farle incontrare il suo.
«Sienna, non devi sentirti in colpa perché mi vuoi.» La rimproverò bonario, lasciandole un buffetto sul naso con un dito. La ragazza sbuffò.
«Non mi sento in colpa, vorrei solo evitare di rendere più facili le cose.»
Lucas accennò un sorriso, raddrizzando appena il capo per poterla guardare meglio e con più attenzione.
«Anche stare qui con te in questo modo mi semplifica le cose, perché mi fa abituare all'averti vicino in situazioni più intime.» Quella considerazione le fece irrigidire i muscoli; visti da fuori, effettivamente, potevano sembrare una coppietta intenta a coccolarsi e lei non ci aveva fatto nemmeno caso, stava quasi bene in quella posizione e così vicino a lui. «E perché adesso stai provando imbarazzo? Cosa ho detto di male?» Continuò il Protettore, abbandonando nuovamente il capo all'indietro. Probabilmente la sua stanchezza gli impediva di ragionare sulle motivazioni delle sue emozioni, ma voleva comunque evitare che lei potesse allontanarsi, come dimostrava la mano stretta sulla vita della sua Prescelta.
«Nulla, ho bisogno anch'io di abituarmi alle situazioni più intime.» Ammise, prendendo un respiro profondo per rilassare i muscoli. Non sapeva per quale motivo fosse così preoccupata dalle relazioni, quando stava con Raphael non si era mai fatta più di tanti problemi, se voleva attenzioni le cercava, se voleva un abbraccio lo chiedeva, ma dopo quegli anni, passati ad evitare come la peste qualsiasi relazione sentimentale, il chiedere un bacio o un abbraccio le faceva venire la nausea. Quando era diventata così cinica e fredda? La sola idea di dare o ricevere delle evidenti dimostrazioni d'affetto le faceva provare una strana sensazione simile al panico nello stomaco, non si era mai resa conto fino a quel momento come fosse ridotta.
«Mhm...» Mugolò Lucas che nel frattempo aveva chiuso gli occhi. Sienna lo osservò libera dal suo sguardo sempre troppo attento e profondo.
«Vuoi dormire un po'?» Gli chiese, spostandogli un ciuffo di capelli dal volto senza nemmeno rendersene conto.
«Se tu sei sveglia non posso dormire.» Borbottò stancamente.
«In nessun modo? Potrei fare qualcosa che mi costringa a restare concentrata così da rendere più leggere le mie emozioni, non vorrei che tua madre pensasse che ti maltratto, costringendoti a fare tutte le notti in bianco.»
Sembrava davvero stanco, probabilmente non aveva dormito perché preoccupato da quello che avevano chiamato Disturbo Post Traumatico per il suo desiderio e non voleva vederlo camminare come un cadavere per colpa sua.
Lucas sorrise furbamente, girando il volto verso di lei.
«Mi piacerebbe passare notti in bianco per colpa tua, Sienna.» Disse con tono malizioso, sbirciando con un occhio la sua reazione. Lei si mostrò impassibile e parlò guardandolo seriamente negli occhi.
«Piacerebbe anche a me, ma al momento non è possibile.»
Lucas aprì anche l'altro occhio, inchiodandola con il suo sguardo e inserì una mano tra i capelli lunghi e ramati, facendo avvicinare lentamente i loro visi fino ad un pugno di distanza.
«Lo sai che facendo così, non appena il problema si sarà risolto, se mai si risolverà, non potrai più tirarti indietro?» Asserì lui, guardandola dritta negli occhi. La ragazza annuì.
«Il problema si risolverà, Lucas, smetti di dire il contrario.»
Il Protettore rimase in silenzio per qualche secondo e dopo aver preso un respiro profondo, fece incontrare le loro labbra. Il bacio fu lento e completamente innocente, le loro lingue non si sfiorarono nemmeno per un attimo, ma il cuore della ragazza cominciò a battere con più fretta e forza contro il petto.
«Non ho più sonno, ora.» Ammise in un soffio Lucas senza però riuscire a staccare il capo dal cuscino. La sua mano ancora tra i capelli non le permetteva di allontanarsi di un centimetro da lui, ma Sienna non si lamentò.
«Non è vero.» Sussurrò lei con un lieve sorriso.
Il ragazzo sembrava essere più insicuro del solito, forse per la stanchezza aveva abbassato quelle difese che gli permettevano di mostrarsi spavaldo anche in situazioni più complicate; in quel momento, invece, dimostrava tutto il suo bisogno di averla vicino, di sentire la sua presenza vicino a lui. Sienna si mosse appena, riuscendo ad appoggiare il capo sull'incavo della sua spalle e cominciando a massaggiargli la nuca e accarezzargli i capelli.
Il Protettore mugolò.
«Puoi provare a riposarti un po', io me ne starò qui tranquilla, cercando di non fare ragionamenti troppo complessi che implichino sentimenti.» Disse piano lei, cercando le vibrazioni tenui di Lucas che, come d'abitudine, le infusero un profondo senso di pace e calma.
«Posso provarci.» Sussurrò a sua volta il ragazzo che stava cominciando a rilassare i muscoli, lasciandosi cullare dalle carezze della sua Prescelta che chiuse gli occhi a sua volta, rilassandosi vicino a lui.
Il ragazzo si addormentò solo per una decina di minuti, svegliandosi con un lamento e nascondendo il capo tra i capelli della ragazza. Il suo viso era comunque più stanco del suo solito, ma quel breve riposino l'aveva rinvigorito e i suoi occhi grigi erano tornati attivi come li conosceva.
Sienna aveva insistito per preparare una torta da portare al pranzo con la madre del suo Protettore, ma Lucas non gli aveva reso il procedimento affatto semplice, continuò a punzecchiarla, prenderla in giro e ridacchiare tra le sue battute maliziose, finendo a fronteggiarsi in una guerra al lancio di quanta più farina potessero.
La ragazza doveva ammettere di essere un po' nervosa all'idea di passare la giornata a casa di Lucas. Certo, lei era la Prescelta di Helios, ma erano comunque la famiglia della persona con cui avrebbe dovuto passare tutto il resto della sua vita, non importava quale sarebbe stata la natura della loro relazione, in un modo o nell'altro Lucas avrebbe sempre fatto parte della sua quotidianità, e ci teneva ad avere un buon rapporto anche con le persone importanti per lui.
«Non hai motivo di essere nervosa, Sienna.» Disse il ragazzo, circondandole le spalle con un braccio. Sienna sbuffò, liberandosi dalla sua presa con una lieve spinta.
«Non sono nervosa!» Borbottò l'altra, alzando il mento e incrociando le braccia al petto. Da quello che aveva avuto modo di capire, la sorella di Lucas era un tipino molto particolare, Achilles l'aveva descritta come una vera e propria forza della natura, con fin troppe energie e Sienna non sapeva se esserne preoccupata. Non aveva mai conosciuto i genitori dei ragazzi con cui era stata ad eccezione di quelli di Raphael che, però, conosceva da quando era nata e perciò non aveva mai dovuto preoccuparsi del primo incontro con loro. Come ci si doveva comportare in quelle occasioni? Cosa avrebbe dovuto fare o dire?
Quando arrivarono davanti alla porta della piccola casetta di legno di abete bianco, Lucas si fermò e l'afferrò per un braccio prima che potesse suonare il campanello.
«Che c'è? Qualcosa che dobbiamo omettere anche oggi?» Domandò lei, alzando un sopracciglio confusa.
Lucas scrollò le spalle e sorrise, sporgendosi appena verso di lei per potersi avvicinare pericolosamente al suo volto. La ragazza fece giusto in tempo ad aprire gli occhi appena più del normale per quell'inaspettata vicinanza, prima che una mano del ragazzo s'insinuasse tra i suoi capelli e la costrinse ad azzerare la distanza, facendo incontrare le loro labbra.
«E bravo fratellino!» Esclamò una voce femminile e allegra poco distante, giusto qualche momento più tardi.
La Prescelta si staccò come scottata, imbarazzata e infastidita di essere stata scoperta mentre baciava il ragazzo.
Affacciata alla porta aperta dell'entrata di casa stava la donna con cui l'aveva visto danzare durante la presentazione ufficiale. Aveva dei lunghi capelli scuri, degli occhi divertiti altrettanto scuri e indossava un abito che slanciava la sua figura visibilmente allenata.
«Summer, non smetti mai di comparire nei momenti meno opportuni!» Sbuffò Lucas, alzando gli occhi al cielo e affermando la mano della sua Prescelta per guidarla verso l'entrata della casa. Sienna scivolò rapidamente da quella presa non appena ne abbe la possibilità, non si sentiva a proprio agio con quelle esternazioni.
Dei passi rapidi si avvicinarono a loro non appena varcarono la soglia dell'abitazione e un affarino di nemmeno un metro si catapultò sul ragazzo, afferrandolo per una gamba e strattonandolo.
«Zio Lucas!» Urlò la bimba dai capelli neri e ricci appena più lunghi delle spalle.
«Ecco la mia Principessa! Ma sei cresciuta in questa settimana, ormai sei una signorina.» Esclamò lui con un enorme sorriso sul volto, con tanto di fossette evidenti, mentre l'afferrava dolcemente per poterla prendere in braccio.
Quella scoperta la sorprese, Sienna non aveva la minima idea che il Protettore avesse una nipotina e fu come ricevere un pugno nel petto: non sapeva ancora moltissime cose di Lucas e aveva continuato a comportarsi male con lui, non interessandosi della sua vita e della sua storia.
«Ho fatto un disegno per te!» Disse felice ed emozionata la bambina, afferrando il volto dello zio tra le manine paffute.
Lucas assunse un'espressione esageratamente sorpresa.
«Ma davvero? Non vedo l'ora di vederlo!» Disse allegro, cominciando a riempirla di baci e facendola ridere di gusto mente si contorceva sotto le sue attenzioni.
Sienna doveva ammettere che vederlo avere a che fare con la nipotina le aveva provocato una strana sensazione nello stomaco, non riusciva a smetter di pensare a quanto fosse dolce e carino in quella situazione, il ragazzo aveva lo sguardo acceso di una dolcezza e di un affetto evidente.
«Joie, ti presento Sienna, la mia Prescelta.» La introdusse Lucas, portando l'attenzione su di lei. Sienna sorrise alla bambina che, però, non sembrava altrettanto felice di vederla.
«Ciao.» Borbottò, infatti, cancellando all'improvviso il sorriso accompagnato dalle fossette e stringendosi al collo dello zio quasi in modo spasmodico.
La sorella di Lucas rise a quella scena, mentre un bimbo con due occhioni chiari e la pelle mulatta si aggrappò alla sua gamba, sbirciando la nuova arrivata con curiosità.
«Ha paura che tu possa portare via il suo zio preferito.» Le spiegò con voce divertita la donna. «Io sono Summer, sorella dell'uomo in questione. Sperò non ti dispiaccia se non uso i convenevoli, ma siamo in famiglia e Jackson mi ha dato il permesso.» Si giustificò alzando le spalle e ridacchiando appena.
Sienna ricambiò il sorriso e scosse il capo, meno convenevoli c'erano e più si sarebbe sentita a suo agio.
«Anzi, lo preferisco. Piacere d'incontrarti, io sono Sienna, ma penso tu lo sappia già» Disse con un sorriso, rendendosi conto fosse inutile spiegare chi fosse, e porgendole la mano che l'altra strinse con vigore. «Mi hanno detto che sei un'esperta negli aneddoti imbarazzanti.»
Summer s'illuminò e annuì con enfasi.
«Assolutamente!»
«Non pensarci nemmeno, Sum!» La interruppe Lucas, minacciando con uno sguardo la sorella che alzò le spalle con aria innocente e sorrise beatamente.
«Lui invece è Eli.» Disse la donna, indicando con il capo il bambino ancora aggrappato alla sua gamba. «Eli, non fare il timido.» Il bimbo doveva avere circa la stessa età della sorella, e Sienna arrivò alla conclusione che, probabilmente, i due dovessero essere gemelli.
Eli uscì dal suo nascondiglio e si avvicinò a lei, accennando un sorriso.
«Ciao, piacere d'incontrarti.» Disse allora, porgendole la mano come un vero ometto. La Prescelta rise a quella scena e ricambio la stretta.
«Piacere mio, Eli.»
Lucas rise, scompigliando i capelli al nipote con un sorriso.
«Bravo, Eli. Stai imparando come rivolgersi ad una donna, sono fiero di te.» Si complimentò il Protettore, fendo battere il cinque al bimbo che sorrise furbamente verso lo zio.
Un uomo dalla pelle mulatta e degli splendidi occhi verdi li raggiunse nel salotto in cui si trovavano, sorridendo verso la Prescelta. Aveva capito da chi Eli avesse preso gli occhi.
«Sienna, lui è Bradley, l'uomo che sopporta mia sorella da ormai moltissimi anni.»
Sienna porse la mano all'uomo che la guardava con un notevole rispetto negli occhi, come se si sentisse in soggezione in sua presenza.
«È un piacere incontrarvi. Sono davvero onorato di avere questa possibilità.» Asserì con serietà dopo aver eseguito una piccolo inchino e averle stretto la mano.
La Prescelta aveva già cominciato a chiedersi se la gente avrebbe mai smesso di guardarla come se fosse una specie di essere mitologico, con quel giusto di ammirazione, timore e venerazione.
«Solo Sienna, mi faresti davvero felice.» Spiegò allora, cercando con lo sguardo Lucas che stava parlottando poco distante con i nipoti, discutendo dei disegni che i due avevano completato quel pomeriggio.
«È un piacere poterti vedere anche al di fuori delle situazioni ufficiali, Sienna. Ben arrivata.» L'accolse il Consigliere Jackson, salutandola con un sorriso. Il gruppetto fu raggiunto anche da un'indaffarata Adena, con i capelli legati in una coda spettinata e il grembiule legato alla vita.
«Ciao Sienna, sono felice di rivederti. Scusa ma devo tornare in cucina per evitare che si bruci anche questa salsa!» Borbottò con un rapido sorriso, prima di tornare in cucina per finire quello che stava facendo.
«È già la seconda che fa, oggi è un po' distratta.» Le spiegò il Consigliere dopo una lieve risata.
«Posso sentirti!» Esclamò in risposta la donna dall'altra stanza.
Il pranzo si svolse con leggerezza e Sienna si divertì moltissimo. La sorella di Lucas era davvero incredibile, poteva racontare l'accaduto più noioso di sempre, rendendolo spassoso e facendo ridere tutti i presenti con una facilità incredibile; anche Bradley, nonostante l'iniziale soggezione che sembrava aver provato, si rivelò un uomo estremamente socievole e perfettamente in grado di tenere testa alla moglie. Persino Jackson la sorprese, mostrandosi come l'uomo che stava imparando a conoscere durante i loro incontri, tutt'altro che troppo serio e pomposo come le era parso durante il loro primo incontro. Adena era una donna davvero adorabile, forse la più equilibrata e tranquilla dei quattro, aveva una grande dolcezza e un modo di fare che le ricordava incredibilmente Lucas, soprattutto quell'estrema attenzione che le rivolgeva quando parlava.
Sienna aveva avuto modo di imparare più cose di Lucas durante quel pranzo che in tre settimane di convivenza. Era nato in ventitreesimo giorno di November e avevano, quindi, cinque anni e mezzo di differenza; si era diplomato all'Accademia Militare di Alyeska ed Elpis Unite, laureandosi con il massimo dei voti in Scienze Strategiche e Politico-organizzative; oltre al pianoforte sapeva suonare anche il violino e il suo piatto preferito era il filetto di maiale arrosto e la salsa Cocktail con i gamberetti.
«E perciò, già all'età di 7 anni aveva una fidanzatina, e pure più grande di lui di 2 anni, ancora non siamo riusciti a spiegarci come abbia fatto!» Esclamò Summer tra le risate del gruppo. L'unico che sembrava non divertirsi troppo era Lucas, che alzò gli occhi al cielo muovendo la macchinina che stava usando per giocare con il nipote.
«Sono un abile conquistatore per natura, smettetela di sottovalutarmi in questo modo.» Asserì appena infastidito, fulminando con lo sguardo la sorella. «Ricordi quella volta, a sedici anni, in cui sei venuta a casa annunciando di volerti sposare con quel ragazzo, come si chiamava, Franco?»
Summer smise improvvisamente di ridere.
«Francesco, si chiamava Francesco... grazie per averlo ricordato anche a mamma, Lucas.» Borbottò lei. La donna drizzò la schiena e si mise meglio a sedere.
«Sconsiderata! Ecco cos'eri da ragazza! Ne combinavi una dopo l'altra. Ogni volta che uscivi, avevo l'ansia di scoprire che altro ti saresti inventata quel giorno...» Cominciò a dire, infatti, parlando con ardore. Summer sbuffò, guardando male il fratello che ghignò soddisfatto per aver ottenuto quello che voleva.
«Davvero molto buona la torta, Sienna.» Si congratulò il Consigliere con un sorriso divertito, cercando di cambiare quell'argomento che sembrava far innervosire parecchio la donna.
«Jackson ha ragione, è davvero deliziosa. È la stessa che fa tua madre, giusto? La prossima volta che la vedrò dovrò dirle che la tua è migliore!» Esclamò Adena, scambiandole un occhiolino e uno sguardo complice.
«Non sarà felice di sentirlo.» Scherzò allora la Prescelta, ricordando un giorno di circa due anni prima quando lei e sua madre si erano sfidate per scoprire quale torta fosse la migliore. I giudici, Marcus, il padre, Raphael, Jennie e Juan, avevano titubato fino all'ultimo, dichiarandosi incapaci di decidere.
«A proposito di questo, ho delle cose che vorrei mostrarti, Sienna. Hai voglia di seguirmi nell'altra stanza?» Le chiese la donna con un sorriso dolce.
La ragazza titubò, cercando lo sguardo di Lucas per una conferma. Non sapeva nemmeno per quale motivo, ma quando il Protettore le sorrise incoraggiante e annuì con il capo, quella titubanza che aveva provato svanì completamente.
Dopo aver riordinato velocemente, la donna le fece strada lungo il breve corridoio che si apriva dalla sala da pranzo, e raggiunsero un piccolo ufficio, probabilmente appartenente al Consigliere Jackson.
«Tua madre mi chiese di conservare qualche vecchio ricordo, sapendo che avrei vissuto ad Elpis. Non poteva portarli con se per evitare di farti scoprire come Prescelta di Helios, ma non voleva perderli per sempre quando distrussero tutte le prove che avrebbero potuto mettere in pericolo la tua identità.» Cominciò a spiegarle, sfiorando con la mano un interruttore che fece scorrere la parete, aprendo la vista ad uno sgabuzzino molto ordinato. «Queste sono le cose a cui teneva di più. Penso sia giusto li abbia tu.»
Adena cercò di afferrare un contenitore davvero enorme e Sienna dovette aiutarla dato il peso e la grandezza. Con sua sorpresa dovettero recuperare anche un secondo contenitore nero opaco, dalle dimensioni solo di poco inferiori al precedente, posizionandoli entrambi a terra, nel centro dello studio.
«Ti lascio un po' di tempo per dare un'occhiata, e poi potrai portarli a casa e tenerli con te.» E dopo un lieve sorriso, la lasciò sola con quei vecchi ricordi di famiglia.
La Prescelta rimase immobile per qualche minuto, incapace di controllare la muscolatura necessaria per aprire quelle scatole e poterne studiare il contenuto. Spostò il peso da un piede all'altro e chinò la testa di lato, indecisa sul da farsi.
Non era certa del motivo della sua titubanza. Sapeva che i ricordi, che quei contenitori nascondevano, potevano far riemergere il nodo che era riuscita ad opprimere nel profondo del petto, coprendolo e nascondendolo il più possibile. Non era affatto sicura di volerli aprire.
Sospirò.
Quegli oggetti che si trovavano davanti a lei erano appartenuti alla sua famiglia, alle persone che aveva dovuto salutare e che le mancavano ancora, più del primo giorno. Per quel motivo aveva smesso di pensarci e, ogni volta che qualcuno li nominava, un ulteriore mattone andava a comporre il muro che aveva costruito attorno alla tristezza e alla malinconia che il loro ricordo provocava.
Si passò una mano tra i capelli.
Una parte di lei, però, voleva scoprire com'era la loro vita prima della guerra e di tutte le complicazioni, prima di dover abbandonare quel posto che per i suoi genitori era casa.
Si sedette a terra davanti alle scatole nere e sfiorò il coperchio di una di esse con il dito, ancora completamente indecisa.
Forse avrebbe dovuto portarli a casa, nasconderli nell'angolo più nascosto della cabina armadio e lasciarli lì. Non aveva il diritto di ficcanasare nei ricordi dei propri genitori, non erano i suoi e magari sua madre non voleva che lei scoprisse ciò che stavano conservando; forse contenevano qualche segreto, qualche lettera d'amore scritta da ragazzi, qualche foto che non avrebbe dovuto vedere.
Annuì, fiera del suo ragionamento. Le avrebbe riportate a casa e le avrebbe conservate per i suoi genitori.
Quelle scatole, però, avevano la capacità di farla sentire in soggezione. La stavano giudicando, additandola come codarda e debole.
Sienna sbuffò, fulminandole con lo sguardo.
«Oh, al diavolo!» Sbottò all'improvviso, stufa della sua stessa indecisione, aprendo malamente il primo contenitore. Da quando era diventata una tale femminuccia?
La ragazza prese un respiro profondo. Tutto il contenuto era ordinatamente organizzato, diviso e protetto in sacchetti di stoffa o altre scatole più piccole dello stesso materiale resistente.
La prima cosa ad attirare la sua attenzione fu una piccola scatolina bianca, posata con cura sopra quella che sembrava una coperta beige e bordeaux. La prese tra le mani titubante, maneggiandola con delicatezza quasi come fosse un tesoro prezioso. All'interno del piccolo scrigno trovò una memoria con riproduttore ad ologrammi. Era di qualche centimetro più grande di quelle a cui era abituata, ma il design era incredibilmente semplice e molto elegante.
Il cuore cominciò a batterle più velocemente nel petto quando premette l'interruttore per azionarlo.
La figura di due giovani Nina e Keegan, i suoi genitori, si aprì nella stanza. La madre stava indossando uno splendido abito rosso, permesso agli abitanti di Helios non appartenenti alla Discendenza, solo durante il matrimonio.
Sienna spalancò gli occhi quando comprese di essere spettatrice del matrimonio dei propri genitori. I due sposini si stavano abbracciando, seduti davanti ad un tavolo imbandito, parlottando tra di loro e scambiandosi qualche rapido e tenero bacio. Sua madre aveva i capelli lunghi quasi fino a metà schiena, suo padre ancora non mostrava alcun capello grigio; i loro visi erano giovani e mai li aveva visti così felici e spensierati.
La ragazza seguì il discorso di sua zia Elena che si divertì a prendere in giro il fratello, mettendolo in evidente imbarazzo nonostante i suoi tentativi di nasconderlo. Sorrise, scuotendo il capo divertita, prima di passare al secondo oggetto, la coperta su cui era stato appoggiato il riproduttore.
La estrasse dalla scatola e l'aprì, osservando lo stemma che vi era raffigurato. Era il volto di un leone, la cui criniera andava a fondersi con la fiamma che lo circondava.
«È lo stemma della tua famiglia.» Le spiegò la voce di Lucas, comparso dal nulla senza che se ne accorgesse.
Quella notizia la sorprese, non pensava che la sua famiglia avesse addirittura uno stemma.
«Non sapevo ne avessimo uno.» Ammise, accarezzando il tessuto della coperta.
«Quasi tutte le famiglie lo possiedono, ma diciamo che il vostro è uno dei più famosi. Compare un'infinità di volte nel Muro dei Consiglieri.» Disse lui, andando a sedersi a terra al suo fianco.
Aveva studiato la storia del Muro dei Consiglieri: una parete del Palazzo del Governo di Alyeska era tappezzata con lo stemma di ogni membro appartenuto al consiglio, in ordine cronologico.
«Stacanovismo Flare.» Borbottò con lieve divertimento nella voce la ragazza, scuotendo il capo con un sorriso.
«Questa coperta è stata cucita a mano da tua nonna, la moglie di Planem, e disegnata da tuo nonno stesso. È stato lui a consegnarla alla tua famiglia il giorno della tua nascita. Quasi ha pianto d'orgoglio quando ha scoperto fossi una Prescelta.»
Sienna puntò lo sguardo su di lui.
«Mio nonno?» Chiese stralunata. Suo nonno non si commuoveva, non l'aveva visto piangere nemmeno quando aveva annunciato a Keegan la morte, avvenuta appena qualche mese prima quell'occasione, della madre di suo figlio e sua sposa. Quasi la sorprese sapere che la coperta era stata ideata da lui stesso ancor prima di conoscere quale sarebbe stato il suo destino.
«Era così eccitato. Prima della guerra e prima della morte di Solène, tua nonna, era un uomo completamente diverso. Certo, sempre molto rigido e serio, ma scherzava spesso e si allenava volentieri con Marcus.»
Sienna, se possibile, spalancò ancora maggiormente gli occhi, per poi tornare a dare la sua attenzione alla coperta che teneva tra le mani. Sua madre le aveva raccontato qualcosa su Solène, sua nonna paterna, e da quello che le aveva detto era stata il grande e unico amore del Consigliere Planem.
«Chissà se sarebbe diverso con mia nonna ancora presente.» Commentò quasi soprappensiero, ripiegando con cura quel ricordo per passare al successivo.
I due ragazzi scoprirono insieme innumerevoli album fotografici elettronici che ritraevano tutta la storia della relazione tra i genitori della Prescelta, dal loro inizio, alla nascita del primo figlio e poi della seconda.
Marcus aveva moltissime foto estremamente divertenti, e la maggior parte di quelle che lo ritraevano all'età di cinque anni lo vedevano vestito da supereroe. Numerose erano le foto in cui si allenava, oppure durante tornei e combattimenti di arti marziali e di numerosi sport.
Sienna aveva potuto conoscere anche il Peluche a forma di leone appartenuto al giovane fratello, così come tenere tra le mani quello a forma di Fenice che la Regina in persona le aveva regalato alla nascita. Aveva sfogliato gli album più recenti, quelli datati l'ultimo anno prima della guerra, avida d'informazioni. Lei e le altre Prescelte avevano moltissime foto insieme, così come con i Protettori; tutti i loro genitori sembravano andare molto d'accordo e numerose erano le cene e le uscite in compagnia immortalate. In quelle ultime foto cominciarono a comparire anche le sue precedenti Guardie Scelte, ovvero i suoi zii acquisiti, così come qualche istantanea di giovani Raphael, Jennie, Juan ed Ezekiel.
Ogni foto era un colpo al cuore, soprattutto quelle che la vedevano stretta tra le braccia dei suoi genitori e dei suoi zii, oppure sotto lo sguardo confuso e curioso del fratello e dei suoi vecchi amici.
Ma fu una scatolina bordeaux ad attirare maggiormente la sua attenzione. Era nascosta nell'angolo più remoto delle due scatole, sotto i vestiti ripiegati nel secondo contenitore.
Curiosa lo afferrò tra le mani e cominciò a rigirarselo, giocherellando con le dita. Aveva una strana sensazione nel petto e sentiva il nodo stringerle la gola; non sapeva cosa potesse ricordare quel secondo riproduttore di ologrammi, ma non era certa di volerlo sapere.
Si passò una mano tra i capelli e sospirò, indecisa e combattuta allo stesso tempo.
«Sai cosa contiene?» Chiese allora, rendendosi conto in quel momento di quanto la sua voce fosse incerta e tremante.
«No, possiamo scoprirlo, però.» Propose il ragazzo, appoggiandole una mano sulla coscia, appena sopra il ginocchio, e stringendo appena la presa, forse per infondere un po' di forza e di coraggio.
Sienna prese un respiro profondo e dopo un'altra manciata di secondi annuì, passando la scatolina bordeaux al suo Protettore che la azionò.
Fu subito riportata indietro nel tempo, a quasi vent'anni prima. Si trovavano in un enorme parco verde vicino ad un piccolo laghetto, il vociare che si sentiva faceva pensare alla presenza di molte persone. Nel centro dell'immagine comparve presto il volto sorridente di suo padre, i capelli ancora castani scuri e gli occhi luminosi e sereni.
«Sta funzionando?» Chiese lui, rivolgendosi a qualcuno dietro la telecamera. Questa si mosse, andando ad inquadrare un giovane Mario, uno dei suoi zii acquisiti, nonché marito di una delle sue precedenti Guardie Scelte.
«Certo che funziona, é nuova!» Annuì lui con ovvietà, riportando nuovamente l'obiettivo verso il padre che gli fece cenno di seguirlo. Si avvicinarono ad una piattaforma ad induzione, in cui un giovane Leon e una giovane Febe, si stavano dando da fare per cucinare della carne condita. Leon, il precedente Protettore, sorrise verso la telecamera e strinse la compagna in un rapido abbraccio, posandole un divertito bacio sulla guancia, il collo della donna era ancora privo dell'enorme cicatrice che lo copriva nel presente.
La scena si spostò ad un gruppo di bambini che stava giocando e Sienna riconobbe subito il fratello, intento a rincorrere un bambino dai folti capelli biondi e due allegri occhi verdi e quello che doveva essere un giovane Matthew, suo cugino.
«Raph, ti ho preso!» Esclamò Marcus con espressione trionfante, facendo la linguaccia all'amico che sbuffò contrariato. Anche Matthew rise felice di essere ancora salvo.
Furono poi inquadrate un gruppetto di donne, comodamente sedute sopra delle coperte, intente ad impiattare le pietanze e a chiacchierare tra di loro, scherzando e ridendo allegre. La ragazza notò Adena, la madre di Lucas, le sue zie da poco conosciute e le sue zie acquisite di Semir.
«Signore, avete qualcosa da dire? Che ve ne pare della giornata?» Le interrogò suo padre.
«Una splendida mattinata, fratellone. Non vediamo l'ora di mangiare!» Esclamò divertita Elena, sua zia e sorella minore del padre.
«Perché non vi rendete utili, andando a cucinare qualcosa, al posto di fare i ragazzini e giocare con quell'aggeggio.» Borbottò sua zia maggiore, con un'espressione infastidita e sconsolata, causando risate e commenti di assenso dalle altre donne.
«Mamma, ho fame!» Esclamò un bambino con due enormi occhi grigi appena arrivato dopo una rapida corsa. Sienna ridacchiò riconoscendo un giovane Lucas.
Il suo Protettore sorrise, ricambiando lo sguardo che gli riservò, per poi tornare improvvisamente serio quando comparve sulla scena un uomo dai capelli neri e dagli occhi chiari, incredibilmente simile al giovane uomo che aveva seduto vicino in quel momento.
«Figliolo, te l'ho detto, manca ancora qualche minuto.» Disse l'uomo, estremamente avvenente, appoggiando una mano sulla spalla del bambino che assunse un'espressione imbronciata.
«È la quarta volta che lo dici!» Borbottò, sedendosi vicino alla madre e incrociando le braccia al petto.
Quell'uomo, quindi, doveva essere il padre di Lucas, morto durante la guerra. Sienna strinse con decisione la mano di Lucas ancora appoggiata sulla sua coscia, appoggiando il capo sulla sua spalla, un po' per confortare lui, un po' per trovare conforto dalle emozioni che stava sommergendo rivedendo tutta la sua famiglia e i suoi amici riuniti.
La scena si spostò ancora, andando ad inquadrare la figura di Nina, la madre della Prescelta del fuoco. La donna aveva i capelli mossi lunghi fino alle spalle, e stava aiutando una bambina di poco meno di un anno di età a restare in equilibrio in piedi. Anche il padre si avvicinò a loro e il suo sorriso, se possibile, si allargo ancora quando si sedette al fianco della moglie.
«La mia Piccola sta quasi imparando a camminare.» Esclamò con orgoglio, gonfiando appena il petto e accarezzando dolcemente il capo alla bambina che doveva, quindi, essere proprio lei stessa.
La madre sorrise verso l'uomo.
«Sai che quando comincerà a camminare non avremmo più pace, vero? Questa bambina è troppo vispa e fin troppo furba.» Disse addolcendo la voce quando cominciò a rivolgersi alla bimba. La giovane Sienna rise a quelle parole, muovendo la manina paffuta verso il viso della madre che la baciò delicatamente, facendo un'espressione buffa che provocò ulteriori risate.
L'affetto che i due genitori provavano per lei era quasi palpabile, il loro sorriso era quasi estasiato quando la guardavano e i loro occhi allegri e quasi innamorati.
«Non vedo l'ora!» Esclamò allora l'uomo, afferrando la bimba e facendole fare un piccolo volo verso l'alto, prima di riprenderla tra le braccia. «La mia piccola Blaze.» Continuò, posandole un bacio sul nasino.
Anche la madre si alzò, avvicinandosi nuovamente a loro e accarezzando la guancia della bimba.
«Abbiamo fatto un buon lavoro, Keegan.» Asserì con convinzione, sorridendo verso il marito. Lui ricambiò il sorriso e annuì.
«Non una, ma ben due volte!» Annuì, lasciando un rapido bacio a stampo sulle labbra della donna.
Sienna non si rese conto di piangere fino a quando un singhiozzo la scosse. Sorpresa e confusa da se stessa, si passò una mano sulla guancia, trovandola rigata dalle sue stesse lacrime. Stupita portò lo sguardo verso Lucas, troppo meravigliata per poter reagire in altro modo, e notò la vista appannata dalle lacrime che non sembravano intenzionate a smettere di uscire.
«Io... sto... piangendo?» Borbottò in un misto tra una domanda e un'affermazione cercando di asciugarsi le guance. Le braccia di Lucas la strinsero al suo petto, avvolgendola con decisione e infondendole il senso di sicurezza di cui aveva bisogno. Il calore del ragazzo, però, non fece che aggravare la situazione, sbloccando completamente le emozioni che le inondavano il petto da settimane, ormai incapace di nasconderle ancora a lungo. Le lacrime cominciando a scendere con più decisione e i singhiozzi diventarono più decisi.
In quel momento non importava quanto bene si trovasse ad Elpis, percepiva solamente il desiderio ardente di tornare a casa. Voleva far assaggiare la torta che aveva cucinato a sua madre, per metterla al corrente del piccolo cambiamento che aveva apportato alla ricetta. Voleva scherzare con Marcus e vedere come avrebbe reagito al suo rapporto con Lucas, probabilmente si sarebbe divertita a prendersi gioco di lui per la sua esagerata gelosia. Voleva far conoscere la nuova Discendenza, i suoi nuovi amici, agli altri che aveva lasciato a Semir; era certa che Alexa e Mistral avrebbero fatto una bella squadra insieme, animando le loro serate in compagnia al Lux. Voleva stringere tra le mani il suo nipotino e aiutarlo ad imparare a restare seduto e a dire le prime parole. Voleva poter raccontare ad Anya di Lucas e vedere cosa ne pensasse di lui. Voleva allenarsi con Juan e Genevieve, battibeccarsi con Ezekiel e seguire le lezioni di suo padre, in modo da poter aggiornare l'agenda con le sue massime.
Un singhiozzo le scosse il petto, e la stretta di Lucas si fece più forte.
«Ve tutto bene.» Sussurrò dolcemente, accarezzandole i capelli con un movimento lento.
La ragazza, improvvisamente, si rese conto di quanto si stesse rendendo ridicola davanti al suo Protettore. Non solo l'aveva vista nel pieno di un attacco di panico il loro secondo giorno insieme, ma in quel momento stava avendo quello che sembrava quasi un crollo nervoso. Non faceva altro che mettersi in imbarazzo, comportandosi da squilibrata mentale.
Sienna cercò di liberarsi dalla sua presa, ma il Protettore sembrava deciso a non lasciarla andare.
«Sienna, non mi frega niente se stai piangendo. Ma non ho intenzione di lasciarti andare in queste condizioni. Ora stai qui, sfogati, e vedrai che ti sentirai meglio.» Disse piano, ma con voce decisa, continuando ad accarezzarle i capelli con dolcezza.
L'ennesimo singhiozzo le scosse il petto e quella forza che l'aveva costretta a voler scappare, svanì completamente.
Lucas sapeva come si sentiva veramente, che senso aveva fingere davanti a lui?
Rimasero in quella posizione fino a quando i singhiozzi non passarono e le lacrime non terminarono. Il ragazzo non disse nulla nemmeno quando notò la camicia bagnata dalle sue lacrime, semplicemente le afferrò il volto con le mani e la costrinse a guardarlo.
«Sto bene.» Asserì lei, asciugandosi l'ultima lacrima scappata. Lui annuì e sorrise.
«Lo so.» Rispose, facendo incontrare le loro labbra.
Sienna non sapeva se mai sarebbe riuscita ad abituarsi alle sensazioni che i baci di Lucas riuscivano a donarle: riuscivano a far scomparire la tristezza e la solitudine, facendole dimenticare tutto il resto che la circondava, in quei momenti, l'unica cosa che importava era lui e le loro labbra che si accarezzavano.
La ragazza si lasciò andare in un sospiro quando si staccarono per riprendere fiato.
«Che ne dici di andare a mangiare un'altra fetta di torta?» Chiese Lucas, sorridendo furbamente. Sienna apprezzò il suo non nominare l'accaduto.
«Ci puoi contare.» Acconsentì, lasciandosi aiutare dal ragazzo per alzarsi in piedi.
La Prescelta si lasciò scappare una risata quando, per poco, il suo Protettore quasi non rotolò a terra, inciampando nel coperchio di uno dei due contenitori. L'imbarazzo per il pianto era completamente svanito, sostituito da un calore nel mezzo del petto, all'altezza del cuore.
Angolo autrice:
*spunta con cautela, nascondendo il volto tra le mani*
Prima di tutto salve a tutti e ben trovati, sono felice di vedervi ancora qui.
E poi, cosa ancora più importante, scusatemi tutti per il ritardo infinito di questo capitolo!!!
Come sapete al momento mi trovo in Australia, sto cercando ancora di abituarmi e trovare il mio equilibrio, quindi non è stato facile tornare a scrivere. Ma non importa, per quanto ci metterò ad aggiornare, non ho intenzione di abbandonare la storia. Non vi preoccupate che anche se sembro scomparsa, prima o poi ritorno ;)
Che dire, spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Succedono parecchie cose importanti, direi.
Non vi trattengo oltre, se avete voglia di lasciare un commentino mi farebbe davvero piacere :)
A presto,
I.
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