Capitolo 6 - New Years Day (Parte 1)


Erano passate delle ore da quando Sienna si era coricata, ma stava ancora con gli occhi sbarrati e il cervello fin troppo attivo. La mattina seguente avrebbe partecipato alla sua presentazione ufficiale ed era tremendamente nervosa, perciò, dopo essersi rigirata per l'ennesima volta, decise di raggiungere la cucina per bere qualcosa di caldo nella speranza di calmarsi un po'.

I passi di Lucas comparvero dietro di lei.

«Dovresti essere a letto Sienna.»

Sienna puntò gli occhi su di lui, stava indossando quello che doveva essere il suo pigiama, un paio di pantaloni della tuta e una canotta larga, e aveva i capelli spettinati e in disordine.

«Mi sono rigirata nel letto per ore.» Si giustificò, alzando appena le spalle. Lucas si sedette vicino a lei sul divano.

«Non riesci a dormire, eh?»

La ragazza non rispose. Ci aveva provato in tutti i modi, tecnica di respirazione, meditazione, aveva addirittura provato a contare le pecore, ma niente, il sonno sembrava proprio non volerla raggiungere.

«È da dieci minuti che fisso quel dannato filmato.» Sbottò tornando ad osservare lo schermo della televisione dove se ne stava ancora chiuso il file del filmato che Connor le aveva consegnato quel giorno.

«Devo ancora guardalo pure io, approfittiamo per metterci entrambi in pari?» Le chiese lui. Sienna sospirò, non sapeva se era pronta per scoprire cosa stava succedendo ad Alyeska, aveva sentito solo a grandi linee le inumane condizioni a cui erano sottoposti gli oppositori di Fritjof e non sapeva come avrebbe reagito a vederlo con i proprio occhi.

«Va bene.» Annuì. Si accorse solo nel momento in cui Lucas le prese il telecomando dalle mani la forza con cui lo stava tenendo.

Il ragazzo schiacciò il tasto play e sullo schermo comparve una scritta bianca su di uno sfondo nero.

A quella schermata si sostituì l'immagine di un'enorme sala, la qualità non era delle migliori e la vista era parzialmente coperta dalla figura di un uomo. Quasi tutto l'ambiente era grigio e nero, i colori presenti erano davvero pochissimi e dettati solo dai raggi del sole che entravano delle enormi vetrate.

«Per le accuse a lei rivolte, come si dichiara?» Una voce roca parlò. Quella che doveva essere una telecamera nascosta si mosse, mostrando in lontananza un uomo comodamente seduto sull'enorme trono che si ergeva al centro del palco rialzato di qualche scalino, la corona dorata era ben evidente sul suo capo e risaltava sul suo abito nero. I contorni non erano definiti perfettamente e Sienna non riusciva a vederlo perfettamente in volto, ma era chiaro lo sguardo acceso e fremente. Vicino a lui stava un ragazzo che sembrava molto più giovane, aveva lo stesso colore di capelli del primo, ma il suo viso non mostrava alcuna espressione mentre, nel trono più piccolo appena dietro quello del re, stava una donna dai lunghi capelli neri e si poteva vedere la sua espressione sofferente.

«Quella è la Regina Jennifer?» Chiese Sienna, incapace di nascondere la sua sorpresa e gioia nel vederla in vita. Lucas annuì.

«Fritjof ha sposato la regina per farsi eleggere Re di Alyeska.»

L'uomo vestito di nero doveva essere, quindi, il nemico giurato del suo popolo. Aveva un aspetto troppo umano, Sienna lo aveva sempre immaginato come un mostro anche esteticamente, un uomo capace delle atrocità che aveva sentito non poteva essere affascinante nei modi e di bell'aspetto.

«Non colpevole, Sua Maestà.» Esclamò un secondo uomo inginocchiato sugli scalini, davanti a loro.

«Eppure le prove esposte dai miei investigatori sembrano essere molto convincenti.» Il tono era quasi ironico. L'uomo con la corona mosse la mano e il ragazzo vicino gli porse un quaderno, rigorosamente nero, che aprì e studiò con lentezza esagerata.

«Qui c'è scritto che ha avuto contatti con Marie Sue, nota ribelle del regno e sostenitrice del vecchio regime; hanno inoltre trovato delle lettere a casa sua scambiate con qualcuno all'esterno di Alyeska, in cui informava sulle abitudini delle guardie del palazzo. Vorrebbe dirmi che i miei investigatori hanno mentito?» Domandò ancora l'uomo, inclinando il capo e grattandosi il mento con aria pensierosa.

«Sono stato incastrato.» Disse il prigioniero inginocchiato, alzando le mani chiuse dalle manette bianche. Fritjof sembrò illuminarsi e si passò una mano tra i capelli castani, alzandosi dal trono per avvicinarsi all'uomo.

«Quindi dovrei credere a Lei, un presunto criminale, e non alle mie fonti fidate da anni? È un po' arrogante da parte sua, non crede?» La sua voce era calma e non mostrava alcuna inclinazione d'ira o di fastidio, sembrava anzi sinceramente curiosa e lievemente divertita. Che avesse un gran carisma era inutile negarlo, si poteva notare dal modo in cui parlava e si muoveva e, probabilmente, non avrebbe avuto alcuna difficoltà nel manipolare una folla a suo piacimento, sebbene a prima impressione non sembrasse nemmeno così temibile.

«Lo giuro Sua Maestà, non ho fatto nulla di quello di cui sono accusato.» L'uomo sembrava sconsolato, le sue parole erano cariche di pietà e angoscia.

Fritjof sorrise appena e si passò una mano tra i capelli leggermente lunghi.

«Portatemi il kit e sollevatelo.» Esclamò con fare quasi annoiato mentre piegava le maniche della camicia nera che stava indossando.

Sienna s'irrigidì, cominciando a pensare al peggio e, senza rendersene conto, si avvicinò al corpo di Lucas.

Il prigioniero cominciò a dimenarsi e fu sollevato da due guardie dalla corporatura davvero possente che gli strapparono la maglietta in modo da lasciare il petto scoperto. Il re, nel frattempo, stava studiando con attenzione maniacale un astuccio che era stato aperto davanti a lui dal quale estrasse un piccolo coltello simile ad bisturi.

«Allora, direi di riprovare. È una spia?»

Il prigioniero scosse violentemente la testa mormorando un No con la voce tremante. Fritjof annuì osservando come affascinato la lama che aveva tra le mani per qualche momento e, all'improvviso, lo infilo nella carne del petto dell'uomo che trattenne a stento un urlo, sempre trattenuto dai due bestioni.

La Prescelta spalancò gli occhi e si coprì la bocca con la mano.

Un secondo uomo si avvicinò al re e, dopo che l'uomo ebbe estratto il bisturi, tamponò la ferita con la garza in modo da assorbire il sangue. Fritjof puntò nuovamente lo sguardo sul malcapitato.

«A chi passava informazioni?» Il tono non era cambiato, diventando solo leggermente più deciso, e il Lei che rivolgeva al prigioniero faceva assumere alla scena una connotazione quasi irreale.

«A nessuno, non sono una spia.» Gemette il poveretto continuando a contorcersi per cercare di liberarsi. La lama s'inserì ancora nel suo petto, questa volta sotto la clavicola sinistra. Fritjof sembrava essere a conoscenza dell'anatomia umana e delle tecniche di tortura, sapeva dove colpire per infliggere il maggior dolore e prolungare la vita dell'interrogato il più possibile.

«A chi inviava le lettere?» Chiese ancora, scandendo ogni parola con lentezza esagerata. La sua calma innaturale lo rendeva ancora più terrificante, sembrava che torturare quell'uomo non provocasse il minimo disturbo, allo stesso livello di scrivere una lettera o guardare un film. Il secondo uomo tamponò anche la seconda ferita.

«Possiamo mandare avanti.» Disse piano Lucas, puntando lo sguardo su di lei. Sienna scosse la testa, ma si avvicinò ancora a lui. Doveva capire con chi avrebbero avuto a che fare: quando si sarebbe trovata in guerra non avrebbe potuto saltare le parti che non le piacevano.

Alla risposta negativa del prigioniero seguì un'ulteriore foro eseguito con il bisturi e così ci furono anche il quarto, il quinto, il sesto e il settimo.

«Tagliategli la testa.» Borbottò annoiato Fritjof quando si ritenne soddisfatto della sua opera, si pulì le mani con un panno, bevve un sorso di vino dal calice che un soldato gli porse e tornò a sedersi sul trono.

Sienna era pietrificata, troppo sconvolta per muovere un singolo muscolo. L'uomo non aveva battuto ciglio durante tutta la tortura avvenuta davanti ad un pubblico abbastanza numeroso, anzi, sembrava quasi rallegrato dal suo operato.

«Ma lo fa nella sala del trono?» Chiese con un filo di voce.

«Sì, così scoraggia chiunque voglia anche solo prendere in considerazione l'idea di tradirlo.» Le spiegò, accarezzandole la schiena con un movimento lento della mano. Aveva cominciato a credere alle storie orribili che aveva sentito per anni su quell'uomo, le stesse che lo designavano come un mostro spietato e senza alcun briciolo di umanità in corpo.

«Era davvero uno dei nostri?» Non sarebbe riuscita a sopportare che l'uomo torturato fosse una reale spia di Elpis, morto per dare informazioni a loro.

«Probabilmente no, si diverte a fare questi spettacolini con persone che non gli vanno a genio, non importa se l'accusa sia vera o meno.»

Sienna ingoiò a vuoto mentre respirava profondamente, cominciava anche a capire per qualche motivo avesse dovuto allenarsi per anni interi, fuoco o non fuoco, trovarsi davanti a quell'uomo sarebbe stato in ogni caso spaventoso.

La schermata tornò nera e una seconda scritta comparve.

L'immagine si aprì su quello che sembrava un laboratorio di ultima generazione, ma le due pareti laterali erano ricoperte da almeno una decina di gabbie, dalle dimensioni di al massimo un metro per uno, in cui erano obbligati alcuni individui coperti solo dal loro intimo.

In mezzo alla stanza era visibile un lettino bianco dalla forma a T con catene e legacci su tutti i lati.

L'uomo che portava la telecamera porse una cartellina elettronica allo scienziato che stava studiando dei dati al computer, lui la aprì e assunse un'espressione delusa.

«Anche il trial18 non ha avuto alcun sopravvissuto... Per adesso i risultati più confortanti rimangono quelli del trial6.» L'uomo dai capelli biondi afferrò quella che doveva essere una piccola memoria esterna dal secondo cassetto della scrivania. «Portali pure al Generale Malx.» Asserì poi, sistemandosi gli occhiali che aveva sul naso, e porgendo la cartellina elettronica e la memoria all'uomo con la telecamera.

«Che diavolo è quello?» Chiese Sienna, confusa e spaventata allo stesso tempo.

«Fritjof sta cercando di creare un esercito di super soldati con abilità speciali. Ha studiato il DNA della regina e spera di riuscire a replicarlo per creare le sue Prescelte. Fino ad oggi ha avuto gran pochi risultati. Solo qualche soldato è rimasto in vita, dimostrando una forza e una velocità maggiori del normale.» La ragazza lo osservò sorpresa. Oltre ad essere uno spietato e crudele assassino sociopatico, aveva anche a disposizione un esercito di soldati geneticamente modificati. Cominciava a temere di non riuscire ad uscirne viva e a preoccuparsi seriamente.

Lo schermo tornò nero e rapidamente si alternarono nuovi filmati. Il primo riportava le condizioni dei contadini che lavoravano nell'agricoltura che sosteneva Alyeska, i poveretti erano sottoposti a turni di dieci ore ogni giorno, sabato e domenica compresi, ed erano tenuti in costante attività dai Supervisori, uomini spietati che sembravano divertirsi ad umiliare i malcapitati, ricorrendo spesso alle mani e al manganello elettrico che portavano con loro. Il secondo filmato, invece, era ambientato in una delle fabbriche più grandi del regno e le condizioni erano crudeli e insostenibili quanto le precedenti.

Sienna era sempre più sconvolta, ogni frammento che vedeva non faceva che aumentare la sua angoscia, non poteva immaginare come gli abitanti di Alyeska avessero sopportato tutto questo negli ultimi vent'anni.

Improvvisamente la schermata si fece bianca e alcune scritte e numeri in un carattere nero si alternarono.

Tutti quei morti in soli due mesi?

La ragazza si passò una mano sul volto e respirò profondamente.

«Fammi capire, è da vent'anni che le condizioni sono queste?» Domandò lei, cominciando a provare un moto di rabbia verso il Consiglio. Quelle condizioni erano disumane. Alyeska aveva ancora abitanti oppure erano già tutti morti?

«La situazione sta peggiorando con il procedere degli anni. Inizialmente Fritjof non era così, ma il potere gli ha dato alla testa.»

Sienna annuì e strinse un pugno talmente forte da rendere pallide le nocche della mano.

«Ma perché abbiamo aspettato così tanto? Perché non abbiamo attaccato prima? Abbiamo soldati praticamente ovunque ed Elpis sembra una base dell'esercito, ma invece abbiamo preferito abbandonare il popolo rimasto ad Alyeska a quelle condizioni, giocando al regno perfetto in una città sotterranea? È una cosa mostruosa e irragionevole!» Esclamò, incapace di contenere la rabbia. Si sorprendeva che gli abitanti di Alyeska sperassero ancora di essere salvati, dopo vent'anni a mangiare polvere e ad essere trattati in quel modo, una certa dose di sfiducia verso questa tanto agognata rinascita era più che normale.

Lucas sospirò, appoggiandole una a mano sulla spalla come per aiutarla a restare calma.

«Abbiamo subito innumerevoli perdite durante la guerra, il nostro esercito era ridotto all'osso e la maggior parte dei soldati erano distrutti, fisicamente ed emotivamente. Chantal è cieca, Febe ha una protesi totale alla gamba destra, le altre due Prescelte sono morte e, con la vostra crescita, le loro abilità non fanno che diminuire.»

Sienna spalancò gli occhi sorpresa, non sapeva che la sua predecessora avesse perso un arto durante la guerra.

«Il morale era a terra e la gente si è trovata senza più nulla, famiglie divise, orfani, vedove e vedovi, feriti. Serviva il tempo per riorganizzarsi e aspettare la vostra ascesa era l'idea più plausibile. Il popolo lo sa.» Continuò il ragazzo spiegando con voce lenta e rassicurandola con lo sguardo.

Il ragionamento non faceva una piega. Vent'anni era un tempo lunghissimo, ma necessario: attaccare prima avrebbe significato perdere nuovamente e le condizioni sarebbero diventate molto peggiori.

Sienna annuì e sospirò.

«Probabilmente non è stata una grande idea guardarlo prima di andare a letto.» Ammise tornando ad osservare quei numeri terrificanti sullo schermo, simili ad un grido doloroso d'aiuto. Il Protettore le accarezzò il braccio con le dita in un movimento lento e leggero.

Non si era nemmeno resa conto di essere così vicina a lui da permettere al suo odore maschile di riempirle i polmoni.

«No, probabilmente no. Ma potremmo restare qui un po' fino a quando non ti verrà sonno.»

Sienna riuscì a percepire la speranza nascosta in quelle parole e, per la prima volta da quando lo aveva conosciuto, l'idea di passare del tempo con lui non le dispiaceva più di tanto, aveva bisogno di distrarsi dalle orribili immagini che aveva visto ed era certa che Lucas l'avrebbe aiutata a sentirsi meglio. Perciò accennò un lieve sorriso e si voltò verso di lui, appoggiando la guancia al cuscino dello schienale del divano.

«Qual è il cuscino che hai scarrozzato quella sera?» Gli chiese senza riuscire a nascondere il tono canzonatorio nella voce. Lucas alzò gli occhi al cielo e scosse la testa.

«Me lo rinfaccerai ancora per molto?» Domandò lui, accennando un sorriso sconsolato ma divertito. La ragazza ridacchiò.

«Probabilmente fino alla fine dei tuoi giorni.»

Lui piegò appena la testa di lato, inchiodandola con i suoi occhi chiari.

«Come prospettiva non mi dispiace, in realtà. Vuol dire che non escludi la possibilità di restare con me a lungo.» Considerò con un sorriso. Sul suo volto non c'era alcuna traccia di ironia o di scherno, nemmeno il suo ghigno arrogante era presente. Sienna non poté fare a meno di pensare a quanto bello fosse in quel momento. Certo, il ghigno era affasciante, ma nulla in confronto al sincero sorriso che brillava quando le rivolgeva parole sincere e sentite.

«Beh, per forza di cose.» La ragazza si passò una mano tra i capelli e scrollò le spalle per cercare di nascondere le emozioni che quella frase le aveva causato, un misto tra ansia, speranza e paura.

Lucas si fece serio, si mosse per cercare una posizione più comoda e parlò.

«Non voglio obbligarti a stare con me. Se lo vorrai, non potresti rendermi più felice; in caso contrario, sono disposto a farmi da parte.»

Sienna rimase colpita, era disposto a vederla insieme a qualcun altro pur di non saperla infelice?

Titubò prima di rispondere. Non pensava potesse essere possibile per una Prescelta non restare con il proprio Protettore, non aveva mai sentito parlare di nessun caso passato in cui i due Destinati non avevano finito per amarsi follemente. Il legame serviva a quello, a far innamorare quelle due persone. Non aveva poi così molta scelta.

«Proverò qualcosa per te, è scritto; no? Voglio dire, siamo Prescelta e Protettore, siamo legati e non abbiamo altra scelta che amarci.» Era obbligata ad amarlo, il destino lo aveva già deciso e non c'era via di scampo.

Lucas alzò le spalle senza staccare lo sguardo dal suo.

«All'inizio anch'io vedevo il legame in questo modo. Una sorta di cappio al collo che ci costringe ad innamorarci di sconosciuti, persone che magari non avremmo nemmeno preso in considerazione in altri casi. Ma non credo sia così.»

Cos'altro poteva essere? Erano costretti a provare qualcosa l'una per l'altro nessuno poteva essere certo che se non fossero stati parte della Discendenza, avrebbero comunque avuto un futuro insieme. Se fossero stati dei semplici ragazzi normali, avrebbero provato ugualmente quell'attrazione tra loro? Si sarebbero amati in ogni caso? Erano quelle le domande che la lascavano scettica e le impedivano di lasciarsi andare con lui.

«Ora che pensi invece?» Domandò, lasciando che lo sguardo s'incatenasse al suo e perdendosi nella profondità di quegli occhi chiari ed espressivi.

«Credo che se siamo stati scelti un motivo ci sia. Non credo prendano due persone a caso che non sarebbero mai andate d'accordo in altre occasioni, e le leghino tra loro. Penso che ci sia un motivo se siamo in questa situazione insieme. E se il legame ci permetta solo d'incontrarci? Se fossimo realmente fatti l'uno per l'altra e questi tatuaggi che abbiamo sul corpo ci permettano semplicemente di trovarci? Comincio a credere che il legame non consegui il nostro coinvolgimento emotivo, noi cominciamo a provare qualcosa per l'altra persona perché è la nostra... anima gemella. Sì, so che è assurdo, ma imparando a conoscerti mi rendo conto che anche non fossimo stati Destinati mi sarei interessato a te. Perché sei bellissima, sei una donna forte e mi tieni testa continuamente. Se ti avessi incontrato in un bar mentre sorseggiavi una birra con il tuo gruppo di amici, probabilmente mi sarei fatto avanti comunque. Io sono sicuro che il mio interesse per te sia genuino e sincero, me ne rendo conto ogni minuto passato in tua compagnia. Spero possa rendertene conto anche tu.»

Le sue parole le avevano provocato quel nodo al petto, riempito dal battito frenetico del suo cuore. Con una semplicità disarmante aveva appena ammesso di essere fortemente interessato a lei e lo sfarfallio violento che sentiva nello stomaco le fece capire che aveva apprezzato quelle parole più di quanto pensasse. Ogni giorno passato in sua compagnia si ritrovava sempre più affascinata e coinvolta da lui, ormai era diventato parte della sua vita e passare un giorno senza di lui le sarebbe sembrato strano, quasi fuori luogo.

Sienna abbassò lo sguardo, accennando però un sorriso colpito ed imbarazzato. Non aveva mai considerato quel punto di vista. Non aveva mai pensato al perché di quel legame, a cosa si nascondesse dietro la scelta delle Prescelte e dei Protettori. E se Lucas avesse ragione? Se incontrarlo fosse stata la sua fortuna più grande? Sarebbe riuscita ad accettare quel legame con quei propositi?

Alcune persone s'innamoravano con un semplice sguardo, altri scoprivano di essere innamorati dopo anni passati al fianco dell'altra persona, altri ancora iniziavano odiandosi per poi finire a suon di ti amo. Chi poteva giudicare le vie dell'amore? Il modo in cui lei e Lucas si erano conosciuti non era tradizionale, ma se avessero vissuto insieme da sempre, quei sentimenti che stavano cominciando a provare l'una per l'altro sarebbero sembrati quasi normali, un naturale evolversi del loro rapporto.

Lucas era un bravo ragazzo, stava cominciando ad apprezzarlo, sarebbe riuscita ad accettare di provare qualcosa per lui senza capirne il perché?

«Mai dire mai, no?»

Lucas le portò dietro all'orecchio un ciuffo ricadutole sul volto e lei riportò lo sguardo negli occhi chiari di lui, stava sorridendo con le due fossette ai lati della bocca che rendevano ancora più adorabile il suo viso.

«Sono fiducioso.»

Il volto di Sienna tornò serio mentre le tornarono in mente le immagini da Alyeska.

«Beh, prima di preoccuparci di qualsiasi altra cosa dovremmo sopravvivere a tutto quel...» Con un movimento della mano indicò lo schermo della televisione in modo da rendere chiaro il suo riferimento a Fritjof e alle sue manie di tortura. Non riusciva a togliersi dalla testa il lieve sorriso che aveva stampato sul volto mentre inseriva il bisturi nel corpo del prigioniero e le veniva la pelle d'oca solo a ripensarci. L'idea di andare in guerra non l'aveva mai spaventata come in quel momento.

«Lo faremo, ne sono sicuro.» Asserì serio il Protettore. Sembrava credere molto in quelle parole.

«Come lo sai?» Lucas accennò un sorriso e scrollò le spalle.

«Perché saremo insieme.»


Anche se si sentiva stremata, aveva fatto davvero fatica ad addormentarsi. Si era rigirata per ore e anche dopo essere caduta tra le braccia di Morfeo il sonno era stato tormentato. Aveva avuto degli incubi, non ricordava con precisione cosa avesse sognato, ma era certa c'entrasse Fritjof, le sue torture e il suo inquietante sorrisino allegro.

La sua notte difficile doveva essere ben evidente sul suo volto, Connor per poco non aveva fatto un colpo quando l'aveva vista quella mattina, si era seduto sconsolato al tavolo, scongiurando la povera Tani di fare l'ennesimo miracolo.

«Cosa vi sembra?» Le chiese la donna una volta aver terminato di asciugarle i capelli. Sienna si guardò nello specchio davanti a lei, i capelli avevano assunto il colore delle fiamme, un ramato accesso dalle sfumature rosse che faceva risaltare i suoi occhi.

«È perfetto Tani, ti sei superata.»

La donna sorrise, lieta che il suo lavoro fosse riconosciuto.

«Dovreste indossare la divisa, così avremo modo di finire con un lieve trucco.»

Sienna annuì e indossò quella che Connor le aveva indicato come divisa da cerimonia. Al contrario di quella di servizio e di allenamento, era di un tessuto molto resistente di colore bianco. Le cuciture risaltavano nel colore del bordeaux, sul petto era ben evidente lo stemma di Alyeska mentre, sulla schiena e sempre di color bordeaux, era rappresentata la fenice di Helios in tutta la sua bellezza.

Era terribilmente nervosa, avrebbe dovuto tenere un discorso davanti a tutta Elpis, il suo primo discorso come Blaze la Prescelta di Helios, figura d'importanza pubblica a cui tutta la popolazione avrebbe fatto riferimento, ma si sentiva tutt'altro che una figura da seguire come inspirazione. Sienna era lieta ti avere un buon autocontrollo, non voleva che la vedessero tremare come una foglia o balbettare qualche parole a caso. Doveva cercare di restare impassibile, proprio come suo padre le aveva insegnato, ma tutto il peso che si sentiva sulle spalle non faceva che opprimerle l'animo, sovrastandola di ansia, preoccupazione e nervosismo. Sentiva le gambe deboli ed insicure e la presa instabile, aveva addirittura faticato a chiudere la zip della giacca tanto le tremavano le mani.

«Qui abbiamo finito.» Annunciò la donna con un sorriso. Come aveva annunciato il trucco era molto naturale, ma la faceva apparire più adulta e autorevole ai suoi occhi, almeno all'apparenza poteva vantare una certa autorevolezza.

«Hai fatto un lavoro eccellente. E sei riuscita a nascondere i lividi di Lucas, Connor ti starà amando.»

Tani rise mentre sistemava il suo materiale.

«È il mio lavoro e lo faccio con piacere. Andate di là ora, vi staranno aspettando .»

Sienna raggiunse la cucina che nel frattempo si era fatta affollata. Erano arrivate anche le altre Prescelte, i Protettori e la Principessa accompagnata da Elijah. Restarono tutti colpiti quando la videro uscire dalla sua stanza, Lucas socchiuse le labbra e spalancò appena gli occhi.

«Sei splendida Sienna!» Esclamò Selene, poteva notare una punta di orgoglio nella voce.

«Ti ringrazio Selene.»

La divisa della Principessa, della stessa tonalità di bianco, aveva le cuciture argentate che quasi brillavano quando colpiti dalla luce. Quelle delle altre Prescelte, invece, erano ricamate dalle cuciture dei loro colori caratteristici, azzurro per Coralie e lilla per Mistral; i Protettori, invece, indossavano la divisa di un colore grigio molto tenue, con le cuciture delle stesse tonalità delle loro Prescelte. Inutile dire che quel colore faceva risaltare gli occhi argentati di Lucas che sembravano quasi brillare di luce propria.

«Abbiamo un regalo per te.» Esclamò allegra Mistral riscuotendola dalle sue riflessioni.

Il gruppetto si mosse in modo da permetterle di notare due figure che conosceva bene.

Il ragazzo davanti a lei indossava la tenuta delle guardie, ma il colore era un bruciato ben diverso dal classico grigio topo. I capelli biondi erano più lunghi di quando si erano salutati e la sua mascella era coperta da una barba bionda ben più lunga di quanto ricordasse, ma il sorriso divertito e gli occhi verdi e sinceri non erano cambiati.

«Raph.» Sussurrò sorpresa, indecisa su come comportarsi.

«Non mi riconosci Pulce? So di essere invecchiato in questi anni, ma non pensavo di esserlo fino a questo punto!»

Quelle parole la sbloccarono e Sienna si lanciò tra le braccia del ragazzo che, colto di sorpresa da quella irruenza improvvisa, indietreggiò di un passo per ritrovare l'equilibrio.

Quanto le erano mancati i suoi abbracci. La ragazza ispirò il suo odore così familiare che la riportò a qualche anno prima, quando quelle braccia erano state sinonimo di casa.

«Dio, mi sei mancata Enna.» Sussurrò Raphael, stringendola con forza. Sienna dovette trattenere le lacrime, aspettava di ritrovarlo da anni e poterlo finalmente stringerle le sembrava quasi un sogno.

«Mi sei mancato anche tu, tantissimo.» Non poté fare a meno di sorridere quando ritornò ad osservarlo, in fin dei conti era cambiato meno di quanto le fosse sembrato.

«Sempre con le tue manie di protagonismo Raph, non fai altro che occuparmi la scena.» Una giovane donna dai capelli castani tendenti al biondo e gli occhi verdi richiamò la sua attenzione.

«Jennie!» Esclamò quasi urlando la Prescelta, abbracciando anche la seconda.

«Da quanto tempo non ci vediamo? Troppo! Guarda, sei cambiata un sacco.»

Il ragazzo vicino a loro afferrò una ciocca dei suoi capelli ramati, rigirandoseli tra le dita.

«Hai fatto crescere i capelli, non li hai mai avuti così lunghi.»

Sienna sorrise divertita, scompigliando quelli di lui.

«Tu invece hai fatto crescere la barba, stai diventando un uomo.» Lo canzonò. Il biondo le pizzicò il fianco.

«La nostra piccola Sienna è diventata importante.» Commentò fiera la ragazza dai capelli castani, lasciandole un buffetto sulla guancia.

«Conoscete già le altre persone importati qui presenti, immagino.»

I due ragazzi annuirono.

«Certo, ci hai messo un'eternità a prepararti. Sarai anche cresciuta, ma certe cose non cambiano mai.» Raphael si beccò uno sguardo torvo dalla diretta interessata che non poté, però, trattenersi dallo scoppiare a ridere, contagiata dalle risate di lui.

«E io che pensavo fosse Marcus il più infantile tra i due.»

Il biondo tirò appena la ciocca di capelli che aveva ancora tra le mani e scrollò le spalle.

«Ho imparato dal migliore.»

«Mi dispiace interrompere questo quadretto felice, ma è tempo per noi di avvicinarsi verso la piazza.» Annunciò Connor già con la mano sulla maniglia della porta.

Lucas le si avvicinò mettendosi di fronte a lei e senza smettere di guardarla con attenzione, allungò un braccio; Sienna poté chiaramente sentire il suo cuore perdere un battito quando le sue dita le sfiorarono il capo per toglierle la molletta, facendole ricadere i capelli sulle spalle in una cascata ramata.

«Il popolo ha bisogno di vedere i suoi capelli rossi in tutto il loro splendore, così è meglio.» Si giustificò appena. La ragazza cercò di evitare gli sguardi dei presenti, soprattutto quello dei suoi vecchi amici, e puntò gli occhi sul suo Manager che osservava la scena in attesa.

Ingoiò a vuoto e scrollò le spalle per cercare di allontanare il nervosismo sempre maggiore dentro di lei. Non era mai stata una persona ansiosa, ma in quel momento era certa di aver recuperato tutta l'ansia di quegli anni passati. Sarebbe riuscita a restare abbastanza calma, per lo meno all'apparenza, in modo da riuscire nel suo discorso? Stava cominciando ad avere i suoi dubbi. Si sentiva la testa leggera e completamente vuota, tutte le idee che aveva raccolto su cosa dire erano scomparse. Si passò una mano tra i capelli, cercando lo sguardo rassicurante del suo Protettore che ovviamente capì al volo la sua richiesta d'aiuto.

«Connor, voi incamminatevi pure. Ho bisogno di un paio di minuti con la mia Prescelta.» Disse serio il ragazzo senza staccare gli occhi dai suoi. L'uomo annuì, esortando tutti a seguirlo fuori dalla casa. Prima di uscire Jennie le lanciò un'occhiata d'incoraggiamento, mentre Raphael le diede un live bacio sulla fronte; i due la conoscevano bene e dovevano aver notato il suo animo tormentato.

Quando furono soli Lucas le afferrò le spalle, massaggiandole delicatamente i muscoli.

«Stai davvero bene con i capelli rossi.» Il ragazzo aveva un ghigno leggero sul volto. Sienna alzò gli occhi al cielo senza riuscire ad accennare nemmeno un sorriso; era certa lo stesse facendo per cercare di distrarla, ma il suo viso sembrava paralizzato in quell'espressione cupa.

«Hai fatto uscire tutti per dirmi questo?»

Lui rise, colpendola con il suo alito caldo.

«In verità speravo di darti un bacio d'incoraggiamento, ma non volevo tropo pubblico.»

«Si, ricordo il tuo non gradire il pubblico.» Il non tanto velato riferimento all'annuncio che Lucas le aveva fatto il giorno in cui si erano incontrati lo fece rabbuiare. Quel giorno lo aveva accusato di aver aspettato il momento in cui erano soli per annunciarle l'essere il suo Protettore in modo da poter approfittare di lei.

«Sto straparlando, non volevo... ecco.» Ammise, abbassando lo sguardo. Il ragazzo la costrinse ad alzare nuovamente il viso spingendo con due dita sul mento.

«Andrai alla grande.» Affermò serio, inchiodandola con il suo sguardo sicuro e sincero.

«Se dovessi fare qualche stronzata, tipo dire cretinate o cose che non dovrei, potrai sfoderare la tua super mossa segreta del Protettore, giusto?» S'informò. La frase le uscì quasi come un lamento strozzato senza alcuna traccia dell'ironia che sperava di far trapelare.

«Ci puoi contare, ma tranquilla, non avrai difficoltà.»

Sienna annuì, cominciando a respirare profondamente. Il suo tocco e il suo odore stavano riuscendo nell'intento di calmarla.

«Lo so, era solo per essere previdenti.» Asserì, scrollando le spalle per cercare di eliminare tutto il suo nervosismo.

«Non ti dimenticare che sei nata per essere una Prescelta e ti ho visto con l'esercito di Helios, sei stata incredibile. Se mai dovessi trovarti in difficoltà, fammelo capire con uno sguardo e interverrò: sono il tuo Protettore, la gente si aspetta che lo faccia, non ci sarebbe nulla di strano.»

Non era tipa da chiedere aiuto, non ne avrebbe avuto bisogno. O per lo meno era quello che si stava ripetendo mentalmente fino ad autoconvincersi.

«Non avrò difficoltà.»

Lucas sorrise, portandole dietro l'orecchio un ciuffo ribelle.

«Lo so, era solo per essere previdenti.» La citò, lasciandole un buffetto sulla guancia. Sienna borbottò, riservandogli un'occhiata torva e s'incamminò verso l'esterno.

Nel piazzale davanti all'abitazione erano rimasti solo Connor, Raphael e altri tre individui che indossavano la stessa divisa color bruciato del suo vecchio amico. Solo in quel momento la ragazza notò la sua fenice rappresentata sulla loro schiena.

«Prescelta Blaze, vi presento alcuni membri della vostra Guardia Scelta a vostra protezione. Lui è il Generale Stefanos Gavyn a capo della vostra squadra di protezione.» Il primo era un uomo dai capelli appena brizzolati e gli occhi scuri, la seconda una donna sui trentacinque anni di una bellezza decisa e con l'espressione seria mentre il terzo sembrava avere solo qualche anno in più di lei.

«È un piacere ed un onore fare la vostra conoscenza Signora, mi accerterò personalmente della vostra continua sicurezza e per qualsiasi cosa abbiate bisogno non esitiate a farmi sapere. Mi troverete ventiquattr'ore su ventiquattro a vostra completa disposizione, così come i miei uomini.» Asserì serio il più anziano dei tre dopo un rapido inchino. Sienna annuì, porgendo la mano che l'uomo strinse con decisione.

«Sono certa farete un ottimo lavoro, vi ringrazio.» Dopo aver stretto le mani agli altri due soldati, raggiunsero gli ascensori per salire al piano terra.

«Andrai alla grande Enna.» La rassicurò Raphael quando le porte del macchinario si chiusero davanti a loro due e al suo Protettore. La ragazza accennò un sorriso nervoso, con lui non serviva fingere, la conosceva troppo bene.

«Mi sento come alla festa del mio diciottesimo compleanno, quando Juan e tuo fratello mi hanno costretto a fare quel discorso davanti a tutti gli invitati e gli ospiti del locale, solo che ora i presenti saranno molti di più e la mia figura è un tantino più rilevante.»

Il biondo ridacchiò al ricordo di quella serata.

«Beh, non è andata male quella volta: hai ricevuto applausi scroscianti.» Sienna scosse la testa, sembrava essere passata un'eternità da allora.

«Si, perché hanno avuto pietà di me e ammetto che l'alcool ha aiutato parecchio.» Non era ubriaca, ma solo quell'allegro che ti permetteva di perdere le normali inibizioni, lasciandole articolare un delirante ringraziamento ai suoi amici per quegli anni di affetto; aveva volutamente dimenticato i dettagli.

«Te la sei sempre cavata a parlare davanti ad una folla, puoi stare tranquilla.»

La Prescelta annuì, incrociando gli occhi verdi e divertiti dell'amico.

«È un peccato che tu e mio fratello non possiate concludere il mio discorso con quella specie di balletto imbarazzante.» Disse, facendogli tornare alla mente quella specie di danza che i due avevano improvvisato per farle dimenticare l'imbarazzo di quella sera. L'amico rise, nascondendo il volto con la mano.

«Per fortuna, oserei dire.»

Il campanello dell'ascensore li avvisò del loro arrivo al piano designato e Sienna s'irrigidì, stringendo i pungi con decisione.

«Sono felice che tu sia nella mia Guardia, Raph.»

Raphael le rivolse un sorriso e raggiunse gli altri tre soldati che aspettavano poco distanti. Lucas le si avvicinò, aveva lo sguardo leggermente turbato, ma cercò di non darlo a vedere assumendo il suo ghigno arrogante.

«Non posso fare belletti imbarazzanti, ma sarò pronto ad intervenire qualsiasi cosa accada.» La rassicurò, cercando di assumere un tono divertito per nascondere l'inflessione dura della sua voce.

Sienna annuì, senza fare più di tanto caso a quell'improvviso cambio di umore, troppo impegnata dal cercare di non mostrare le sue mani tremare.

«Andiamo, sono pronta.» Asserì, alzando lievemente il mento e inspirando profondamente.

La folla che la stava aspettando si aprì in un boato di gioia non appena abbandonò quello spazio tranquillo e sicuro, delineato dalle pareti dell'ascensore.

I presenti, molto più di quanti si aspettasse di vedere in una città sotterranea, la chiamavano a gran voce, cercando di attirare la sua attenzione sbracciandosi o battendo le mani. Sebbene sembrassero tutti molto entusiasti, restavano ordinatamente dietro le linee bianche disegnate a terra senza superare le transenne proiettate per cercare di avvicinarsi troppo a lei.

Gremita di gente la piazza sembrava più piccola di quanto le fosse parsa il giorno in cui era arrivata.

Le sue guardie le camminavano affianco, circondandola su tutti i lati pronti ad intervenire per proteggerla in qualsiasi evenienza. Anche Lucas sembrava più teso del normale, si guardava attorno con attenzione, anticipandola appena.

La ragazza non sapeva come comportarsi, si limitava ad accennare qualche sorriso verso alla folla e a salutare con movimenti della mano.

Avevano quasi raggiunto il palco dal quale avrebbe dovuto tenere il suo discorso quando una bimba scappò dal controllo della madre che cercava di trattenerla per un braccio e si avvicinò a lei, piazzandosi davanti al gruppetto. Lucas le si avvicinò ancora mentre, le sue guardie si chiudevano attorno a lei. Sienna osservò la madre, sinceramente dispiaciuta e preoccupata e appoggiò una mano sulla spalla del suo Protettore, facendogli segno con il capo di lasciarla passare.

«Prescelta non credo sia...» Cominciò il Generale, cercando di trattenerla dall'avvicinarsi alla bimba bionda che la osservava con i suoi enormi occhioni blu.

«Può starmi affianco, se preferisce.»

L'uomo poggiò la mano sulla pistola che teneva nel fodero della cintura e la seguì.

«Ciao piccola, che ci fai qui?» Le chiese sporgendosi appena verso di lei. Sienna vide la sua guardia ingoiare a vuoto mentre si guardava attorno con estrema attenzione. La folla era diventata improvvisamente silenziosa, attenta alla scena che si stava svolgendo davanti ai loro occhi.

«La mia mamma ha detto che sei una Prescelta e volevo vederti da vicino.» Esclamò con una vocina allegra e squillante. Sienna ridacchiò, divertita dall'innocenza di quella bimba, così curiosa da rischiare di mettersi nei guai.

«Lo sono, sono proprio la Prescelta di Helios.»

La bimba si aprì in un sorriso sorpreso e felice, come se avesse ricevuto la più bella notizia al mondo, e poi studiò il gruppetto appena dietro di lei.

«Chi è il tuo Protettore?» Domandò lei curiosa. La ragazza sorrise, appoggiando una mano sull'avambraccio di Lucas che si avvicinò appena, come richiamato da quel tocco.

«È lui. Pensi che vada bene?»

La bambina lo studiò con attenzione e annuì, facendo muovere i capelli chiari.

«Si, va bene.» Asserì, salutandolo con la manina il ragazzo. Il Protettore accennò un sorriso, ricambiando il saluto mentre rilassava appena i muscoli.

«Ora dovrei raggiungere quel palco per poter parlare anche agli altri, cosa ne dici di raggiungere nuovamente la tua mamma?»

La donna si muoveva nervosamente, trattenendosi dal piombare sulla figlia e stringerla tra le braccia per proteggerla dallo sguardo serio delle sue guardie.

La bimba annuì.

«Va bene, ciao.» Esclamò allegra la piccola, voltandosi per raggiungere i genitori in pena a cui Sienna rivolse un sorriso di comprensione.

«Possiamo procedere Generale.» Il gruppetto si ricompattò nuovamente attorno a lei e tornarono a muoversi verso il fondo della piazza dove era stato predisposto il palco.

La folla sembrò colpita del suo piccolo scambio con la bambina e si aprì in un enorme applauso, accompagnato da qualche grido entusiasta che chiamava il suo nome. Sienna era colpita dall'entusiasmo che il popolo stava dimostrando nei suoi confronti, non si sarebbe mai aspettata una tale accoglienza calorosa.

Le urla che la chiamavano e gli applausi la accompagnarono fino all'arrivo davanti al palco. La ragazza titubò e si concesse qualche respiro profondo, prima di salire gli scalini che l'avrebbero portata a raggiungere le altre Prescelte e la Principessa.

Lucas le appoggiò una mano sulla schiena, depositandole una lieve carezza lungo la colonna. Quel suo tocco delicato le permise di rilassare i muscoli tesi e le impresse quel coraggio necessario per riempire l'ultima e breve distanza verso il microfono.

Le sue nuove amiche l'accolsero con un sorriso allegro mentre le facevano spazio per lasciarle via libera verso il centro del palco.

Sienna osservò la piazza dall'alto e si stupì ancora per quanto fosse affollata, piena di persone accorse per vedere lei. Faticava davvero a crederci.

Tra le prime file notò i suoi zii che la stavano guardando con ammirazione ed orgoglio. Quella vista le fece provare un tuffo al cuore, anche i suoi genitori e suo fratello avrebbero dovuto vederla in quel momento. Erano stati loro ad occuparsi di lei, facendola diventare la Prescelta che era in quel momento, e la loro assenza era dolorosa quasi come una pugnalata nel centro del petto.

Alzò il mento, indurendo lievemente lo sguardo per cercare di nascondere quelle emozioni fin troppo faticose da sopportare.

Il Protettore notò, ovviamente, il suo cambiamento d'umore e si avvicinò appena come ad incoraggiarla con la sua presenza. Sienna si mosse, allontanandosi quel tanto necessario che le permetteva di sentirsi nuovamente sicura ed imperturbabile. Lucas sapeva cosa stava provando e quella consapevolezza era ancora difficile da accettare.

La Principessa si avvicinò al microfono, salutando la folla con un enorme sorriso.

«Sono felice di vedervi così numerosi oggi. Ho avuto modo di passare un po' di tempo con la nuova arrivata e ho avuto il piacere di vederla durante gli allenamenti, è una forza della natura, non posso che essere felice di averla al mio fianco in questa rinascita. Sono sicura che l'apprezzerete come l'apprezzo io. Lasciate quindi che vi presenti Blaze Sienna Flare, Prescelta di Helios, Terra del Fuoco.»

La folla si aprì in un boato di acclamazioni e applausi. Selene si spostò dal centro della scena, riservandole uno sguardo d'incoraggiamento.

La Prescelta respirò profondamente, azzerando i pensieri nella sua testa. Non poteva permettersi che le sue emozioni influenzassero le parole che avrebbe dovuto dire, quel popolo si meritava una Prescelta all'altezza di quel ruolo e che li avrebbe guidati verso la libertà. Doveva essere forte e dimenticare i suoi problemi personali.

Così si aprì in un sorriso e raggiunse la postazione da cui avrebbe tenuto il suo discorso.

«Popolo di Elpis, è un onore potervi finalmente incontrare!»

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