Capitolo 5 - Wherever I Go (Parte 2)
Connor entrò in casa, sembrava molto trafelato, aveva il tablet in mano aperto su alcuni documenti e la ventiquattr'ore aperta e, quando alzando lo sguardo notò il volto ferito di Lucas, per poco non lasciò cadere tutto quello che portava. Aveva spalancato gli occhi e socchiuso la bocca giusto per qualche secondo e la rabbia si era poi impossessata della sua espressione.
«Che diavolo ti è saltato in mente? Sei completamente impazzito? Mancano pochi giorni alla presentazione ufficiale della tua Prescelta e tu pensi bene di farti distruggere la faccia in questo modo? Hai perso la testa?» L'uomo parlava a briglia sciolta, camminando avanti e indietro nella sala, puntando l'indice verso il Protettore che si grattava nervosamente il capo. «Non posso crederci! Sei un irresponsabile, Lucas! Dovresti essere quello più saggio e adulto tra i due considerando l'età, invece te ne vai in giro attaccando risse! E io che pensavo fosse più difficile avere a che fare con una Prescelta! Non posso crederci.» Quello completamente impazzito sembrava essere Connor con il viso arrossato e le vene del collo ingrossate.
«Connor, tranquillo. Con un po' di fondotinta si può risolvere la situazione.» Intervenne Sienna, invitandolo a sedersi. Temeva seriamente potesse avere un infarto tanto era agitato.
«Credi sia possibile?» Le chiese, osservandola dubbioso mentre si sistemava la camicia e si passava una mano tra i capelli per cercare di acquistare un po' di contegno.
«Assolutamente, a Semir ho avuto modo di provarlo parecchie volte.» I due la guardarono sconcertati come se quella notizia li avesse sconvolti. «Che vi aspettavate? I miei partner di allenamento sono praticamente tutti uomini.» Ne aveva prese di santa ragione e di certo non voleva rischiare che i suoi genitori fossero indagati per abuso su minore. «Sono certa che Tani riuscirà a nascondere quasi tutto quanto.» Continuò porgendo un bicchier d'acqua all'uomo tornato calmo e composto come era abituata a vederlo.
La tranquillità del Manager non durò molto però, quando Sienna espresse un'idea che da qualche tempo le frullava in mente, per poco non si strozzò con il liquido che stava bevendo.
«No Blaze, è fuori discussione.» Esclamò lui, inchiodandola con un'espressione seria e risoluta.
«Ma è il mio popolo! Se volete che mi venga un po' di patriottismo, lasciatemi andare a visitare l'esercito di Helios.» Sienna era decisa, volevano che si comportasse da Prescelta? Avrebbe fatto come meglio credeva. Era da ormai una manciata di minuti che provava a convincere il suo Manager di permetterle d'incontrare l'esercito di Helios, ma l'uomo sembrava essere più che certo della sua decisione.
«Devi essere prima presentata ufficialmente, non hai ancora concluso la tua preparazione.»
La ragazza alzò gli occhi al cielo.
«Credo si meritino un po' di riconoscenza! Si sono allenati per anni, senza nemmeno fare domande su chi fosse la Prescelta e se mai fosse ritornata. Sono l'esercito cui sarò a capo, penso che mostrargli un po' di rispetto possa fare bene agli animi.» Se fosse stata nei loro panni già avrebbe avuto serie difficoltà a dare ascolto ad una ragazza di vent'anni, se in più questa si fosse mostrata supponente e menefreghista non ne sarebbe uscita, rischiando di farsi espellere.
«Ma cosa vi è preso ad entrambi? Se gli effetti della vostra vicinanza sono questi, comincio a credere sia meglio dividervi! Mi rendete il lavoro davvero difficile!» Borbottò più che altro a se stesso mentre sistemava nuovamente la ventiquattrore.
«Non ci vedo nulla di male!»
«No. La visita la potrai fare giovedì pomeriggio, si tratta di aspettare qualche altro giorno.» Connor sapeva essere più deciso e testardo di lei.
«È una cosa stupida. Questa volta sono completamente in disaccordo con te.» Esclamò lei, incrociando le braccia sotto il seno. L'uomo alzò un sopracciglio.
«Solo questa volta? Non fare niente di stupido Blaze, noi ci vediamo domani.» Continuò l'uomo prima di uscire di casa. Sienna sbuffò, chiudendo la porta con più violenza di quanta ne avrebbe richiesta.
«Allora, quando lo facciamo?» Chiese Lucas, osservandola con un sorriso furbo. La ragazza s'illuminò.
«Oggi stesso, prima di andare ad allenamento.» Annuì con convinzione. Era certa fosse un'ottima idea. Non aveva mai permesso a nessuno di dirle che cosa fare, certamente non avrebbe cominciato in quel momento.
«Sono certo che l'esercito ne sarà entusiasta. Vedrai che il Consiglio lo apprezzerà.» La rassicurò.
«Non dovresti mantenermi sulla retta via?» Ironizzò la ragazza, schioccandogli un'occhiata divertita. Lui alzò le spalle, incontrando i suoi occhi.
«Il mio compito è stare dalla tua parte, soprattutto quando penso sia quella giusta.»
Sienna sorrise entusiasta a quelle parole, sapere che anche Lucas appoggiasse la sua idea la faceva sentire più tranquilla; se le cose si fossero messe male, era certa che non avrebbe avuto difficoltà a difenderla a spada tratta. Certo, non aveva bisogno di qualcuno che lo facesse al suo posto, ma sapere di avere qualcuno disposto a farlo, le faceva provare un senso di leggerezza che non si sarebbe mai aspettata di provare.
«Sai che potresti quasi cominciare a piacermi se continui così? Far imbestialire Connor, ignorare le regole... Potresti quasi andarmi a genio.»
Il Protettore si sporse verso di lei, riservandole un sorriso malizioso.
«Mi fai emozionare così, Sienna.» Commentò, rendendo la voce carezzevole. La ragazza lo allontanò con un lieve spinta, avvicinandosi ai fornelli per cominciare a cucinare qualcosa.
«Smetterò di dire cose carine se questo è il tuo modo di ringraziarmi.» Borbottò allora, senza riuscire a nascondere un sorriso, lieta di dare le spalle al ragazzo.
Dopo aver pranzato s'incamminarono verso il quinto piano.
Come tutti i giorni precedenti, i soldati di Helios si fermarono per salutarla al suo passaggio e le espressioni sorprese sui loro volti alla sua entrata nella loro palestra le fecero capire che quel gesto era completamente inaspettato.
«Riposo soldati.» Annunciò Lucas sempre al suo fianco.
I presenti si guardavano tra di loro confusi, non capendo a cosa fosse dovuta quella visita.
«Prescelta Blaze, sono il Generale Sox, non siamo stati informati di una vostra visita.» L'uomo dai capelli appena brizzolati e gli occhi scuri, sembrava nervoso. Sienna accennò un sorriso leggero.
«È un fuori programma. Come saprete mercoledì è in programma la mia presentazione ufficiale, ma ci tenevo ad incontrare in anteprima il mio esercito. Se mi permette, ovviamente.»
L'uomo accennò un'espressione piacevolmente sorpresa.
«Ci mancherebbe, procedete pure, Prescelta.» Annuì, lasciandole il via libera per continuare.
«Sono venuta a porgervi i miei ringraziamenti e la mia riconoscenza prima della mia presentazione. Voi siete l'esercito di Helios, i protettori del mio popolo e da anni vi allenate con estremo impegno e dedizione. So che non dev'essere stato facile in questi anni, dopo la guerra la situazione non è tra le più tranquille, ma sappiate che apprezzo moltissimo la vostra decisione di difendere la nostra gente, sapervi così capaci e preparati mi aiuta a concentrarmi su quello che sarà il mio compito. Non posso che essere fiera ed orgogliosa di potermi considerare la vostra Prescelta.» Non aveva preparato un discorso e trovarsi davanti a tutta quelle persone le aveva provocato un iniziale nervosismo, ma le parole erano nate da sole. Il modo in cui la guardavano curiosi ed ammaliati, quasi pendessero dalle sue labbra, le aveva fatto nascere un sincero senso dell'onore verso il suo popolo. Non aveva mai pensato a se stessa come la famosa Prescelta di Helios, ma in quel momento si sentiva davvero importante per qualcuno e avrebbe fatto di tutto per non deludere quell'orgoglio che vedeva nei loro occhi.
I soldati parlottarono tra di loro confusi e sorpresi da quelle parole.
«Spero di vedervi numerosi Mercoledì, avrò bisogno del sostegno della mia gente. Ora vi lascio ai vostri allenamenti, evitando di arrivare in ritardo ai miei. Continuate così.» Si aprì in un sincero sorriso. «Scusi ancora per l'interruzione, Generale; buon lavoro.»
L'uomo ricambiò un sorriso lieto.
«Sentitevi libera d'interromperci quando desiderate, Prescelta.»
Sienna si voltò, incontrando lo sguardo fiero di Lucas che la osservava quasi adorante con un sorriso estasiato.
Una voce solitaria si alzò dal gruppo.
«Shamayim per la Prescelta di Helios!» Esclamò questa, facendola nuovamente girare verso il gruppo che rispose con incredibile entusiasmo.
«Shamayim per la Prescelta di Helios!»
Quella era l'espressione con cui solitamente il popolo dimostrava il proprio affetto agli esponenti del Regno. Shamayim era il nome della navicella spaziale che aveva protetto e salvato il popolo di Alyeska ed era traducibile con la parola cielo. Con quella frase si annunciava il desiderio di voler proteggere quella persona, annunciandole che avrebbe avuto gloria e riconoscimento eterno, un po' come quella famosa astronave.
Essere designata di tale onore le fece inumidire gli occhi. Non si era quasi mai commossa in vita sua, non credeva di poterlo fare per il riconoscimento datole dal popolo di Helios che fino a qualche giorno prima non considerava nemmeno come proprio.
Mentre usciva i soldati tornarono sull'attenti, sui loro visi poteva scorgere riconoscenza e ardore. Era lieta che avessero accolto con quell'entusiasmo il suo discorso, non avrebbe mai pensato di essere in grado di aizzare una folla in quel modo.
«Complimenti mia Prescelta, sono davvero orgoglioso di te.» Annunciò Lucas con voce emozionata. La ragazza accennò un sorriso, le tremavano le mani e si sentiva elettrizzata come poche volte nella vita.
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La mattina di domenica, sebbene avrebbe potuto dormire fino a qualche ora più tardi, Sienna si svegliò piuttosto presto. Doveva ammettere di essere elettrizzata all'idea d'incontrare i membri della sua famiglia, non aveva avuto modo di conoscerli e sperava di fare una bella impressione con loro. Non aveva idea di quanti fossero, sapeva solamente che suo padre aveva due sorelle e un fratello che però era deceduto durante la guerra mentre sua madre doveva avere un fratello più grande.
Era molto curiosa di vedere se i suoi zii assomigliassero ai suoi genitori oppure anche a se stessa. A Semir veniva più spesso associata a sua madre, aveva le stesse labbra carnose e la stessa forma del naso e degli occhi; non che le dispiacesse, ma spesso avrebbe voluto assomigliare di più al padre, soprattutto in quel suo splendido, ma raro, sorriso.
La ragazza si rigirò tra le coperte per quasi un'ora nella vana speranza di riprendere sonno, ma quando capì che sarebbe stato impossibile decise di andare a fare colazione.
Quando raggiunse la sala una dolce melodia la raggiunse, sembrava provenire dalla porta socchiusa della camera di Lucas. Spinta da una grande curiosità, Sienna si avvicinò per poter sbirciare al suo interno.
Lucas le dava le spalle ed era seduto davanti ad uno splendido pianoforte, le mani si muovevano sapientemente accarezzando i tasti bianchi e neri.
Sapeva suonare! Lei avrebbe sempre voluto imparare a suonare qualche strumento, ma tra gli allenamenti, la scuola e giusto un po' di vita sociale, il tempo che le rimaneva a disposizione era gran poco.
Presa dallo strano desidero di avvicinarsi, si sporse maggiormente verso lo spiraglio con la speranza di poterlo osservare meglio e senza rendersene conto si appoggiò alla porta che, sotto il suo peso, si aprì. Per evitare di cadere afferrò la maniglia, andando a sbattere contro la porta. Il frastuono che aveva provocato era il minimo, presa di sorpresa dal mancato equilibrio aveva esclamato un cazzo, mandando in briciole quella piccolissima speranza di non essere scoperta.
Il ragazzo smise di suonare, voltandosi appena verso di lei con un sorriso divertito.
«Brandon ha ragione, sai essere davvero goffa alle volte.» Constatò, passandosi una mano tra i capelli.
Sienna poté giurare di essere arrossita per la vergogna e l'ultima volta che le era capitato doveva avere al massimo dieci anni d'età. D'impeto si rimise dritta, strattonandosi la maglietta che si era alzata nell'impresa di non cadere a terra, cercando di assumere quel poco di dignità che le era rimasto.
«Non sono goffa.» Sbottò, complimentandosi per l'originalità della risposta che era riuscita a trovare. Il ragazzo, infatti, rise.
«Forza, vieni qui.» La invitò lui con un sorriso, indicando con il capo lo spazio libero vicino a lui. Sienna non si mosse, restando tutta impettita davanti alla porta. Non pensava fosse una buona idea, aveva sempre trovato molto affascinante un ragazzo che sapeva suonare, giusto perché il suo stampino doveva essere la copia sputata di Lucas in tutto e per tutto, e trovarsi gomito gomito con lui davanti ad un pianoforte, nella sua camera da letto, non era l'idea migliore.
«Credo andrò a mangiare.»
I passi di Lucas la raggiunsero subito dopo.
«Come mai già sveglia?» Domandò tranquillo mentre prendeva il suo solito posto al tavolo. Sienna scrollò le spalle mentre cercava qualcosa da mangiare, fingendosi estremamente concentrata per evitare di guardarlo, ancora troppo imbarazzata dalla figuraccia.
«Sveglia biologica. Non sapevo suonassi.» Commentò poco dopo.
«Mio nonno era un musicista, me l'ha insegnato lui.» Spiegò mentre la seguiva con lo sguardo. La ragazza si sedette di fronte a lui.
Doveva essere bello avere un nonno pronto ad insegnarti la sua passione, anche solo come scusa per poter passare del tempo insieme. Planem non era di certo quel genere di persona e lei non aveva mai incontrato suo nonno materno.
«Tu li conosci? I miei parenti che saranno presenti al pranzo, intendo.»
Il ragazzo annuì.
«Sì, ho avuto modo di incontrare tuo cugino più di una volta e mia madre è rimasta in contatto con le tue zie, erano molto unite prima dell'esodo.»
Sienna interruppe la sua colazione. Non sapeva quale delle mille domande che avevano cominciato a frullarle in testa fare per prima.
«Quindi immagino che le nostre madri si conoscessero.»
Era poco improbabile che non avesse mai incontrato una grande amica delle sue cognate, nonché madre del suo Protettore.
«Per forza di cose. Abbiamo passato moltissimo tempo insieme e tua madre Nina, tua zia Haley e mia madre si frequentavano spesso; era molto probabile trovarle a bere the insieme.»
Una strana sensazione cominciò a crescere dentro di lei, sembrava aver ricevuto una secchiata d'acqua gelata.
«Con abbiamo passato, intendi noi due?»
«Hai passato un anno ad Alyeska, credevi di non aver mai incontrato il tuo Protettore?»
La ragazza si passò una mano tra i capelli. Era una considerazione ovvia, in fin dei conti, ma non ci aveva mai pensato più di tanto.
«Io... non ci avevo mai ragionato su. Tendo a dimenticare di aver vissuto nel regno per un certo periodo. Quindi, noi ci conoscevamo già...» Considerò. Non aveva alcun ricordo di quell'anno passato con lui, ovviamente era troppo piccola per poter conservarne qualcuno, ma sapere che Lucas non era così sconosciuto come inizialmente pensava, l'aveva scombussolata. Una delle poche certezze, ovvero il fatto di avere a che fare con uno sconosciuto, era completamente saltata. Che le restava ancora?
«Torno subito.» Disse lui, scomparendo nella sua stanza.
Avevano passato quasi un anno intero insieme e, conoscendo le tradizioni di Alyeska, probabilmente li avevano costretti a passare moltissimo tempo in compagnia l'uno dell'altra. Prescelta e Protettore diventavano vicini di casa già da subito per facilitare la nascita di una certa familiarità tra i due.
L'unico motivo che la spingeva a resistere a quella connessione era l'estraneità tra di loro, e la consapevolezza che non si potessero considerare così estranei la disturbava. Certo, dopo vent'anni passati separati non potevano vantare questo grande rapporto, ma non era un reale sconosciuto. In quell'anno il legame aveva fatto in tempo a consolidarsi, ecco spiegato perché era già così forte e radicato dentro di lei.
Il Protettore ritornò poco dopo e le porse una vecchia foto. Questa ritraeva due bambini, un maschietto, che dimostrava sui cinque anni, e una bimba di poco meno di un anno. Il bimbo stava tenendo la piccola dai capelli rossicci in braccio, sorridendole divertito mentre lei posava la manina paffuta sulla sua guancia con un sorriso quasi adorante. Riconobbe subito gli occhi grigi e il sorriso accompagnato dalle due fossette.
«Siamo noi due.» Constatò senza staccare gli occhi dalla foto, si sentiva come ipnotizzata.
«È stata scattata qualche giorno prima dell'attacco di Fritjof; avevamo organizzato un picnic nel giardino privato del palazzo.»
Sienna non sapeva cosa dire, non sapeva nemmeno che cosa stava provando. Era sorpresa e sconvolta allo stesso tempo, provava anche una strana gelosia verso Lucas, lui ricordava di quell'anno passato insieme mentre per lei era tutto nuovo. Non era giusto.
«Io non ricordo nulla.» Disse senza nascondere il fastidio che stava provando. Quando era più piccola aveva più volte cercato di estrapolare delle informazioni sul suo Protettore, su chi fosse o come fosse, ma nessuno le aveva mai raccontato nulla, la maggior parte delle volte la liquidavano con un lo incontrerai presto, per poi cambiare argomento, Marcus s'irrigidiva e borbottava qualcosa come è solo un normale ragazzo.
Aveva così smesso di chiedere e aveva cominciato a provare una sorta di antipatia inconscia verso quello sconosciuto.
«Non potresti ricordare, eri troppo piccola.»
Lei continuò a guardare quella foto.
«Tu ricordi?» Lucas sopirò e alzò le spalle.
«Tutto, ricordo tutto. Non ho fatto altro che ripercorrere quei ricordi per anni, chiedendomi come fossi diventata, se avessi ancora quel sorriso adorabile o le piccole lentiggini sul naso, domandandomi se i tuoi occhi fossero cambiati e come sarebbe stato rivederli.»
Senza nemmeno rendersene conto, la ragazza accarezzò quei due bambini sorridenti.
«Chissà come sarebbe stato crescere insieme come le altre Discendenze.» Non faceva altro che chiederselo. Sarebbero stati amici o non si sarebbero sopportati? Quando, e se, avrebbero capito di provare qualcosa di più di una semplice amicizia? Avrebbero avuto un buon rapporto?
«Me lo chiedo spesso anche io.» Ammise il ragazzo con una lieve malinconia nella voce.
«Sembriamo... andare d'accordo.» Avrebbe voluto dire che sembravano molto intimi, ma voleva evitare quella parola quando si parlava della loro relazione.
«Da bambina mi adoravi, eri molto più docile. Ricordo la prima volta che ci siamo incontrati, mia madre ama raccontare questa storia alle cene di famiglia. Avevi qualche giorno di vita e quella mattina eri più irrequieta del solito, non avevi chiuso occhio per tutta la notte e i tuoi non sapevano più cosa fare; quando siamo arrivati eri stesa sulla culla e ti agitavi come una pazza.»
«Ti ringrazio.» Lo interruppe ironica lei.
«È la pura e semplice verità, con gli altri eri sempre intrattabile anche allora. Ad ogni modo, Febe mi ha messo davanti questo fagottino imbufalito, io non avevo ancora compiuto cinque anni e non sapevo nemmeno come comportarmi con un bambino appena nato, così mi sono semplicemente sporto verso di te e ho appoggiato una mano sulla tua guancia. Dopo qualche secondo hai smesso di dimenarti e hai posato lo sguardo su di me. Penso che in quel momento tua madre avrebbe voluto farmi una statua, non scherzo. Si può dire che quella sia stata la prima conferma del nostro legame.»
Altra secchiata di acqua fredda.
«Magari ti stavo solo maledicendo per aver interrotto il mio canto.» Lucas sorrise bonario.
«Conoscendoti ora è molto probabile. Da quel momento ogni volta che i tuoi non riuscivano a calmarti, e succedeva spesso, venivano a bussare alla nostra porta e mi lasciavano giocare con te fino a quando non ti addormentavi. Ti ho letto tantissimi libri, adoravi sentirmi parlare.»
Anche da adulta sentirlo parlare le causava emozioni contrastanti.
Incredibile, da bambina sembrava essere follemente innamorata di lui.
«Dev'essere stato orribile scoprire che non pendo più dalle tue labbra.» Sbottò con una cattiveria mal celata. Il ragazzo scrollò le spalle e ghignò.
«Ammetto di esserne rimasto ferito, ma se a cinque anni, con il mio charme ancora da sviluppare, eri già pazza di me, sono convinto di riuscire a farti pendere dalle mie labbra molto presto, anche letteralmente.»
Sienna sbuffò.
«Sei un idiota.»
Lui rise lasciandosi cadere all'indietro sullo schienale della sedia.
«E poi tu sei già persa per me, non raccontiamoci storie: mi hai baciato.»
La ragazza si alzò rapidamente, buttandosi su di lui con tutta la forza che aveva a disposizione, facendolo ricadere brutalmente da un lato e costringendolo a terra con il suo peso.
Il Protettore gemette, probabilmente per il colpo ricevuto quando aveva toccato a terra.
«Ti avevo detto di non parlarne mai più.» Lo accusò, premendo sulla gola con il braccio. Lucas alzò gli occhi, afferrandola per i fianchi per obbligarla a restare ferma su di lui.
Sienna non aveva considerato le conseguenze della sua mossa che, senza la presenza di Achilles, avrebbe potuto essere molto pericolosa.
«E io ti avevo detto che non sarei riuscito a dimenticarlo.» Mentre parlava aveva abbassato il tono della voce e il suo sguardo era sceso sulle labbra della ragazza. La Prescelta spalancò gli occhi e cominciò a contorcersi, facendo forza per allontanarsi il più possibile da ragazzo che scoppiò a ridere, liberandola dalla sua presa.
«Baciati il cuscino che dovrebbe rappresentare me!» Sbottò nervosamente, sistemandosi la maglia.
«Dio... mi hai rotto qualche costola, me lo sento.» Borbottò Lucas quando provò ad alzarsi. Sienna sbuffò.
«Non fare il melodrammatico, non ti verrà nemmeno il livido.» Il ragazzo si passò una mano tra i capelli spettinati dal loro piccolo battibecco.
«A proposito dei discorsi di ieri sera... Se sentissi la necessità di fare un po' di pratica con il ballo so essere uno spettatore molto attento, sono anche piuttosto bravo a fare da palo sai?»
La ragazza fece finta di pensarci su.
«Mi sa proprio che passo.» E così dicendo si voltò per ripulire la sua tazza. Lucas la raggiunse subito dopo, bloccandola tra il ripiano della cucina e la sua figura e chiudendole ogni via d'uscita anche con le braccia appoggiate poco distate dai suoi fianchi.
«Quindi i ballerini di quel locale possono vederti ancheggiare davanti a loro mentre io non posso nemmeno ripensare ad un'innocente bacio?» Aveva abbassato il tono della voce per renderla più sensuale, Sienna era certa avesse scoperto l'effetto che aveva su di lei sentirlo parlare, ma non riuscì a mascherare la nota di gelosia che gli struggeva il petto. La ragazza, stando ben attenta a non toccarlo, si voltò appoggiandosi alla cucina dietro di lei. Lui aveva uno sguardo più serio di quanto si aspettasse ed era tremendamente bello, anche con il sopracciglio livido e il labbro tagliato.
«Già sei costretto ad avere sempre a che fare con le mie emozioni, non volevo occupare altro spazio nei tuoi pensieri.» Mormorò, puntando gli occhi su quelli di lui. Sbaglio enorme, non appena li trovò il suo cuore perse un battito mentre lo stomaco cominciò a contorcersi.
Lucas sospirò, colpendola con il suo alito caldo mentre le portava dietro all'orecchio un ciuffo che le era ricaduto sul volto, continuando la sua carezza sulla guancia.
«Non so come tu faccia, ma l'idea che qualche altro uomo possa aver fatto certi pensieri su di te... mi fa impazzire.» La voce di Lucas era lenta e troppo bassa e Sienna ingoiò a vuoto; per lo meno non era l'unica che si lasciava prendere dalla gelosia al solo pensiero di vederlo nelle braccia di un'altra ragazza, anche se nel suo caso la cosa non aveva molto senso, conoscendolo da così poco tempo non avrebbe dovuto sentirsi già in quel modo nei suoi confronti.
«Beh... ultimamente ci sei sono tu attorno a me, non ci sono molti altri ragazzi che potrebbero fare pensieri su di me.» Sussurrò, cercando di nascondere l'indecisione nelle sue parole. Era incredibile come Lucas fosse a suo agio anche in quella situazione, sembrava che l'ammettere di essere follemente geloso di lei non gli costasse nessuno sforzo, come se fosse la cosa più semplice da dire.
«È una fortuna; come dicevi ho già molti pensieri e non posso occuparmi anche degli altri uomini, Connor non ne sarebbe affatto felice.»
Un secondo colpo al cuore. Non sapeva nemmeno per quale motivo, ma quelle parole le avevano causato uno sfarfallio nello stomaco, piuttosto violento per essere causato da delle semplici e adorabili farfalle colorate.
«Mi dispiace.» Disse lei piano, cominciato a temere di perdere completamente la voce da lì a poco. Altra cosa che proprio non riusciva a comprendere era il modo in cui il suo corpo aveva cominciato a reagire alla vicinanza di Lucas da dopo quel bacio: quando lui era distante ne sentiva quasi il bisogno, aveva cominciato a sperare che la toccasse e accarezzasse, anche semplicemente che la sfiorasse per sbaglio; quando invece erano a quelle distanze provava il desiderio di avvicinarsi ancora, di sentire nuovamente il suo sapore sulle labbra.
Sienna strinse i pugni per non rischiare di aggrapparsi ai fianchi del ragazzo.
«Mi dai il permesso di ricordare almeno quel bacio?»
Come se la voce roca non fosse abbastanza, Lucas si umettò le labbra e la ragazza non poté fare a meno di abbassare lo sguardo sulla sua bocca. Quello di qualche giorno prima era stato un bacio dettato dal mero bisogno di sentirsi meglio e meno sola, ma in quel momento stava cominciando seriamente a desiderare di baciarlo, semplicemente perché voleva sentire le sue labbra calde e morbide sulla sua bocca.
«Beh, non posso impedirtelo.» Ammise infine, tornando a guardare i suoi occhi chiari e limpidi. Che fosse quello il suo piano? Farle desiderare realmente e ardentemente che lui la baciasse ancora? Doveva riconoscere che stava avendo i suoi ottimi risultati.
«Grazie, mia Prescelta.» Sussurrò Lucas con la voce più dolce che le avesse mai rivolto e, dopo aver titubato per qualche attimo con lo sguardo sulle sue labbra, il ragazzo si allontanò, andando a recuperare la sua tazza di caffè dalla tavola.
Sienna dovette aggrapparsi al ripiano della cucina per non cadere giacché le sue gambe avevano ceduto completamente. Rimase ferma immobile per un minuto buono, incapace di muoversi o dire qualsiasi cosa, persino il suo cervello sembrava aver perso la cognizione con la realtà.
Chi cavolo era quel ragazzo? Ma soprattuto, cosa ne stava facendo di lei?
Qualche ora dopo Sienna e Lucas s'incamminarono verso casa del Consigliere Planem dove si sarebbe tenuto il pranzo con i suoi familiari rimasti ad Elpis.
«Ah Sienna, mi sono dimenticato di dirti che dovremmo comportarci come se fossimo già pazzi l'uno per l'altra.» Disse dal nulla Lucas poco prima di arrivare davanti alla piccola casetta di legno dalle sfumature rossastre.
«E perché?»
Il ragazzo scrollò le spalle, sembrava stesse cercando di non mostrarsi troppo entusiasta dall'idea, sebbene i suoi occhi accesi fossero abbastanza per tradirlo.
«Fino a prima della guerra di Alyeska è sempre stata abituata a veder crescere Prescelte e Protettori lungo tutta la loro vita, nessuno sa cosa abbia portato vivere separati fino ad ora. Il Consiglio ha pensato fosse meglio non informare il popolo sulle difficoltà iniziali: non vedere la coppia di Destinati andare d'amore e d'accordo potrebbe causare preoccupazioni e quindi una perdita di fiducia verso la rinascita, portando a dei disordini interni che Elpis non può permettersi.»
Sienna corrugò la fronte.
«Quindi mentite al popolo.»
Lui scosse la testa.
«Stiamo solo omettendo in piccolo particolare, solo passeggero oltretutto. Quindi cerca di non aggredirmi continuamente e di nascondere quell'espressione corrucciata quando mi guardi.»
La Prescelta sbuffò.
«Tu cerca di non rendermelo troppo complicato.»
Si fermarono davanti alla porta e il ragazzo si voltò verso di lei.
«Facciamo un patto, per questo pranzo tu lasci stare tutti i pregiudizi che hai nei miei confronti e io cercherò di essere meno... come mi hai più volte definito? Fastidioso e arrogante.»
Sienna lo guardò poco convinta, non era certa lui potesse riuscirci e il ghigno che aveva sul volto sembrava esserne una conferma.
«Io ci sto se tu ci stai.» Asserì, osservandolo di sottecchi e incrociando le braccia al petto.
«Affare fatto allora.»
La ragazza strinse la mano che le aveva teso.
Non era certa fosse una buona idea, stava già avendo le sue belle difficoltà a restare lucida e avere un Lucas tutto adorabile affianco e senza il blocco mentale che si era costruita per tenerlo lontano, le avrebbe causato seri dubbi sulle poche certezze che ancora aveva; anche se stava cominciando a credere che quella chiamata di Lucas non m'importa nulla fosse già una lontana utopia.
«Non farmene pentire Lucas.» Lo minacciò seria mentre suonava il campanello.
Una donna dai capelli e occhi scuri li accolse con un enorme sorriso.
«Per il regno Blaze, guarda come sei cresciuta! Sei una splendida donna ormai. Sei così bella.»
Sienna accennò un sorriso imbarazzato per tutto l'affetto che la donna le dimostrava, poteva notare le lacrime trattenute dietro gli occhi lucidi.
Connor comparve dietro di lei, non lo aveva mai visto con il volto rilassato e senza cravatta. Cosa ci faceva lì?
«Perdonate la momentanea mancanza di educazione.» Disse l'uomo con un sorriso divertito mentre circondava la vita della mora con un braccio. «Lei è Elena, tua zia.»
La donna senza smettere di sorridere le accarezzò delicatamente il volto.
«È così bello vederti Blaze, oddio... posso darle del tu, Connor? In fin dei conti è mia nipote. Sto facendo una pessima figura, scusa cara, è che sono così felice d'incontrarti dopo tutti questi anni.»
Anche Sienna si sentiva terribilmente nervosa e sperava che quell'irrequietezza non trapelasse dalla sua espressione.
«È un piacere incontrarvi; sono lieta di poter conoscere la mia famiglia.» Commentò, mostrando un sorriso un po' più sicuro.
«Venite, andiamo di là... Ti presento gli altri.»
Sienna seguì i due nell'altra stanza. Sembravano molto intimi e aveva notato degli sguardi complici, curiosa portò lo sguardo sulle loro mani e notò due fedi uguali. Sconvolta da quella scoperta afferrò il suo Protettore per un braccio, attirandolo a sé.
«Non dirmi che Connor è mio zio.» Sussurrò al suo orecchio. Il ragazzo ridacchiò divertito.
«Allora non rispondo.»
Quella notizia spiegava la presenza del suo Manager al pranzo e non sapeva se potesse considerarla una cosa positiva oppure negativa.
«Blaze, Lucas, ben arrivati. Vedo che hai già conosciuto la minore delle mie figlie; lei invece è Haley, la più grande.» Li accolse il Consigliere. Sembrava più rilassato del solito e aveva accennato anche un sorriso.
Si rese conto in quel momento di essere ancora ancorata al braccio di Lucas e mentre sul volto compariva un sorrisino tirato, si allontanò da lui quasi a rallentatore, sperando che nessuno avesse notato il suo piccolo momento di panico.
Una donna con i capelli scuri raccolti le si avvicinò con un enorme sorriso.
«È così bello incontrarti dopo tutti questi anni cara, le foto che Planem portava dalle sue visite non ti rendevano giustizia.»
Sienna le porse la mano che la donna presentata come sua zia strinse con decisione.
«Non la trovi molto simile a Keegan?» Domandò la più giovane, l'altra annuì.
«Ha lo stesso colore di capelli e degli occhi.» Acconsentì un uomo che dimostrava sulla cinquantina d'anni.
«Lui è mio marito Axel, mentre lei è mia figlia Surya.» Lo presentò la donna più anziana, indicando poi una ragazzina più giovane dai capelli lunghi che però sembrava molto più interessata a Lucas.
«È così bello conoscerti.» Esclamò tutta allegra sua cugina mentre stringeva la sua mano senza però staccare gli occhi dal ragazzo che, divertito da quella scena, sorrise sornione, provocando alla povera malcapitata quasi un mancamento.
Si avvicinò un secondo ragazzo, circa dell'età di Marcus, che le sorrise allegro mentre le stringeva la mano.
«Io sono Matthew, tuo cugino. Finalmente smetteranno di parlare solo del mio comportamento durante le cene di famiglia. Ben arrivata Blaze, sono felice di avere qualcuno con cui dividere la scena.»
La ragazza accennò una risata.
«Oh tranquillo, ne avranno da dire sul mio comportamento.» Lo rassicurò con un sorriso, facendogli l'occhiolino.
«Hai anche lo stesso sorriso di Keegan!» Esclamò sua zia che non aveva smesso di fissarla con sguardo adorante. Quelle parole le scaldarono il cuore, aveva sempre amato il sorriso di suo padre e sapere di assomigliare a lui in quel dettaglio la faceva gioire.
«Io sono Gavriel.» Cominciò un uomo che identificò subito per gli occhi scuri e la forma delle labbra. «Sono il fratello di Nina. Purtroppo mia moglie è stata trattenuta a lavoro, ma spera di riuscire a passare più tardi.» Aveva una voce dolce e le ricordava incredibilmente la madre, addirittura dopo quelle poche parole.
Il Consigliere Planem fece cenno di accomodarsi e presero posto al tavolo rettangolare che occupava la stanza. Lucas, ovviamente, si sedete al suo fianco appoggiando un braccio sullo schienale della sua sedia. Sembrava trovarsi molto a suo agio in quella situazione, aveva salutato suo cugino con una pacca sulla spalla e la più giovane delle sue zie con un bacio sulla guancia, era molto più integrato di quanto fosse lei.
«Come sta il mio fratellone? Ha ancora una scia di donne adorante ovunque si giri?» Domandò divertita Elena, inclinando leggermente il capo. Sienna sorrise, anche suo padre era solito farlo quando si parlava di argomenti che gli interessavano particolarmente.
«Il suo fascino enigmatico non sbaglia un colpo, aggiungiamoci il capello appena brizzolato e abbiamo la ricetta per il perfetto DILF, perché è così le lo chiamano a Semir.»
I presenti risero.
«Apetta, hai detto brizzolato? Haley, chi l'avrebbe mai detto che il primo a mostrare i capelli bianchi sarebbe stato proprio il caro Keegan.» Scherzò Elena con un sorriso furbo. L'altra alzò un sopracciglio e sbuffò appena.
«Grazie per avermi dato della vecchia, El.» Lo sguardo era serio e assomigliava tremendamente al padre, aveva la stessa lieve inflessione scocciata, ma allo stesso disinteressata.
«Keegan è sempre stato vecchio dentro, hai ragione.» Continuò la più giovane delle due. Matthew, suo cugino, si sporse appena.
«Marcus come se la passa invece?»
«Sempre impegnato: tra la gravidanza di Anika e il ruolo di Capitano per l'esercito di Boa Esperança ha gran poco tempo libero. Ma trova comunque il modo di rendermi la vita un inferno.» Scherzò poi lei con un sorriso.
«Vedi, Matthew, tuo cugino ha messo la testa a posto. Si è trovato una brava ragazze e ha messo su famiglia mentre si impegna per la Rinascita, non è più quello con cui giocavi alla guerra vent'anni fa.» Lo rimproverò bonariamente la più anziana delle sue zie. Gli aveva rivolto uno sguardo materno, ma non lo aveva presentato come suo figlio. Probabilmente doveva essere il figlio del più grande dei fratelli Flare, quello deceduto in guerra.
«Che ti avevo detto?» Borbottò appena il ragazzo, scuotendo la testa. Sienna sorrise.
«Anche mia madre è molto impegnata, da qualche anno ormai ha deciso d'insegnare Medicina d'urgenza all'ospedale universitario della città.» Disse rivolta al fratello di sua madre.
«E pensare che da giovane si rifiutava anche solo di prendere il considerazione l'insegnamento.»
«Con Sienna ha fatto un buon lavoro: raramente ho visto suture come le sue.» Commentò il suo Protettore che ricevette uno sguardo truce da Connor.
«A proposito di cose che non andrebbero fatte, Blaze ho sentito che siete andata a parlare con l'esercito di Helios. Mi sembra di parlare con il muro quando si tratta di voi due.» Borbottò sconsolato il suo Manager, la moglie ridacchiò, beccandosi un'occhiataccia dall'uomo.
«Io credo sia stata grandiosa, gli altri hanno apprezzato davvero molto. Si sono sentiti importati.» Spiegò Matthew, sorridendo fiero verso la cugina.
«Sì, anche i generali Sox e Ahod si sono dimostrati molto entusiasti dell'iniziativa. Dicevano sia riuscita a scaldare gli animi dei soldati.» Acconsentì suo zio Gavriel, riservandole un sorriso e un occhiolino.
«Credo anch'io sia stata incredibile: ha parlato con il cuore, mostrandosi umile e riconoscente. Non avrebbe potuto fare di meglio e sono molto fiero di lei.»
Le parole del suo Protettore furono quelle che più la colpirono, complice il suo sorriso sincero e il suo sguardo argentato, le avevano fatto provare una morsa nel mezzo del petto.
Connor si vide costretto a sospirare mentre si passava una mano sul volto.
«Prova ad avere fiducia in nostra nipote Connor, è una Flare ed è nata per fare grandi cose!» Esclamò sua zia, lasciando un buffetto sulla guancia al marito.
«È andata meglio di come sperassi con Connor.» Disse piano Lucas avvicinandosi al suo orecchio. La ragazza annuì voltandosi appena verso di lui.
«Dici che ce la farà pagare la prossima volta che saremo da soli, quando non avrà testimoni?»
Lui scrollò le spalle con espressione tutt'altro che preoccupata.
«Se dovesse farlo potresti minacciarlo di andare a raccontarlo a tua zia; anche Elena è una Flare, dubito permetterebbe a qualcuno di trattare male la sua nipote preferita.»
Sienna sorrise, tornando a guardare Elena che ancora aveva gli occhi posati su di lei.
«Mi mette un po' d'ansia.» Ammise a denti stretti, per evitare che la donna afferrasse le sue parole mentre lasciava scorrere lo sguardo sulla tavolata. Anche sua cugina sembrava essere molto interessata da loro due, ma i suoi occhi erano concentrati sulla figura del Protettore. «Anche tu sembri avere qualche fan.» Continuò Sienna, dopo aver risposto a qualche domanda su come si fosse trovata a Semir. Il ragazzo seguì il suo sguardo e sorrise furbamente.
«Tua cugina apprezza la vera bellezza.» Disse lui.
Sienna rispose alla domanda che le aveva posto Matthew, raccontandogli un po' di Marcus e della moglie.
«Già, ma lei non ti può avere come Protettore.»
Il ragazzo sorrise e, dopo aver interrotto la minore delle sue zie per giustificarsi di quella volta in cui a quindici anni era stato beccato mentre frugava nel comò degli abiti del consigliere Jackson per cercare foto della sua Prescelta, piegò il capo verso di lei.
«Attenta Sienna, stai mostrando un po' troppo interesse in questi ultimi giorni.»
Le dispiaceva per i suoi parenti, che comunque era davvero felice di conoscere, ma quello scambio con Lucas stava avendo tutta la sua attenzione e il modo in cui il cuore le batteva frenetico lo confermava.
«Non ho detto nulla, hai fatto tutto tu.» Disse lei, accennando un sorriso divertito e un occhiolino. In fin dei conti Lucas non era nemmeno poi così male una volta capito come prenderlo.
«Beh, se questo è il tuo modo di comportarti da disinteressata, non vedo l'ora di vedere come si evolverà la situazione quando sarai realmente interessata.» Sussurrò con espressione furba.
«I Flare non mostrano molto interesse.»
Dopo quella frase portò nuovamente la sua attenzione alla tavolata che sembrava essersi accorta di quel loro scambio e li stava guardano chi in modo incuriosito, chi raggiante e chi deluso. Sienna accennò un sorriso nervoso e abbassò lo sguardo, era stata beccata dai suoi parenti mentre flirtava con il suo Protettore; fortunatamente Marcus non era presente, non poteva nemmeno immaginare come avrebbe potuto reagire nel vederla fare gli occhi da pesce lesso a un ragazzo davanti a lui.
«Tua zia e tua cugina dimostrano il contrario.» Mormorò divertito Lucas senza riuscire a nascondere un sorriso soddisfatto.
«Ma dicci Lucas, dev'essere strano avere qui Blaze dopo tutti questi anni.» Haley colse la palla al balzo, cercando di scoprire qualcosa di più sul loro rapporto. Spinta da una curiosità innaturale, la ragazza portò nuovamente lo sguardo su di lui. Come si era aspettata Lucas non sembrava affatto in difficoltà mostrandosi, al contrario, rilassato sullo schienale della sedia, solo il sorriso si era affievolito sostituito da uno sguardo più serio.
«Lo è. Devo ancora abituarmi ad averla fisicamente al mio fianco, mi capita ancora di rispondere al suo posto, facendola imbestialire.»
Sienna sbuffò appena.
«Io non m'imbestialisco.» Borbottò, incrociando le braccia sotto il seno mentre arricciava le labbra sotto il suo sguardo divertito.
«No affatto, è sempre così carina e coccolosa nei miei confronti.» La canzonò, facendo ridere i presenti.
«Mi spiace dirtelo Lucas, ma le donne Flare sono una spina nel fianco anche dopo decenni.» Esclamò il marito di sua zia, ridacchiando mentre circondava le spalle della moglie.
«Attento a come parli caro, ne hai ben quattro qui.» Gli fece notare lei con sguardo serio, ma senza nasconde il lieve sorriso che aveva sulle labbra.
«Non potrei desiderare diversamente però, è quello che ho sempre voluto in fin dei conti.»
Sienna restò colpita dalla sincerità disarmante di quelle parole e non riuscì a staccare gli occhi da quelli chiari di lui.
«Sono vent'anni che aspettate questo momento. Per te, invece, Blaze?»
Colta alla sprovvista da quella domanda, si passò una mano tra i capelli mentre tornava a guardare la zia.
«Prescelta e Protettore lo vivono un po' diversamente. Posso dire che all'inizio è destabilizzante, ma ogni giorno diventa sempre più semplice e comincia a piacermi l'idea di averlo attorno.» Non si aspettava di pensare realmente quello che stava dicendo. Era inutile negarlo, in quei giorni quello che provava nei confronti di Lucas aveva continuato ad evolversi, da una semplice e mera attrazione fisica era diventato qualcosa di più profondo e reale e stava diventando sempre più difficile fingere di non sopportarlo. Quella consapevolezza l'aveva colpita come una doccia fredda, l'ennesima di quei giorni, e non riusciva a capacitarsi della rapidità con cui stava cadendo tra le braccia di lui.
La mano di Lucas andò ad stringere quella della ragazza appoggiata sulla gamba, probabilmente aveva percepito anche lui la realtà nascosta in quelle parole e ne era stato colpito. Sienna accennò un sorriso per nascondere la difficoltà che quelle considerazioni le aveva fatto provare e, cercando di non farsi notare, allontanò la mano da quella del Protettore. Perché l'idea di provare qualcosa per Lucas la terrorizzava?
Avrebbe dovuto capire in fretta la natura dei sentimenti che sentiva per il suo Protettore, ma non poteva permettere agli altri di vederla in difficoltà, perciò ampliò il sorriso che aveva sul volto e parlò.
«Avete voglia di raccontarmi qualche aneddoto sul piccolo Marcus? Un po' di materiale imbarazzante va sempre bene.»
Angolo autrice:
Salve a tutti e ben trovati!
Finalmente mi sono laureata! La giornata è andata molto bene e sono felicissima.
Ma parliamo di cose importanti, in questo capitolo cominciano a muoversi le acque. Sienna comincia a rendersi conto di qualcosa e inizia a ragionarci.
Adoro la scena a casa dei Destinati del fuoco, tutti quei retroscena sulla vita di Lucas prima di Sienna mi fanno in parte sorride, in parte pensare a quanto sia stato difficile per lui. Ogni capitolo mi fa amare sempre più Lucas e spero stia succedendo anche con voi.
Probabilmente d'ora in poi i capitoli saranno postati ogni due settimane circa, non prima, mi sto preparando per partire per l'estero e devo sistemare ancora molte cose.
Il titolo di oggi è tratto dalla canzone Wherever I Go dei OneRepublic. Ho trovato il testo molto adatto a questo capitolo.
Che dire, spero che la mia storia vi stia piacendo. Mi farebbe davvero piacere avere qualche vostro feedback e per sapere che cosa ne pensate.
A presto,
I.
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