Capitolo 5 - Wherever I Go (Parte 1)



Sienna sospirò mentre si guardava allo specchio: sotto gli occhi più stanchi del solito erano ben evidenti le occhiaie dovute alle poche ore di sonno di quegli ultimi giorni. Non era mai stata una persona con difficoltà nel dormire, anzi, era in grado di addormentarsi come un sasso quasi ovunque, ma quelle ultime notti erano state parecchio difficoltose.

Prese il correttore dalla sua trousse e cercò di coprire quei segni scuri. Le parole che Lucas le aveva rivolto la sera prima le avevano provocato non pochi problemi nell'addormentarsi; continuava a ripetersele in testa, analizzando ogni dettaglio senza nemmeno capire per quale motivo si stesse tormentando così tanto.

Non sapeva se fosse a causa della lezione con Febe, che li aveva portati ad avvicinarsi, o per la consapevolezza che anche Lucas all'inizio fosse stato in difficoltà con quel legame, ma quelle parole non smettevano di tormentarla. Era anche certa di averlo sognato, come non fosse sufficiente il tempo che occupava nella sua vita, doveva anche impossessarsi dei suoi sogni.

Sbuffò lanciando malamente il correttore insieme al resto dei trucchi. Quel legame l'avrebbe resa pazza, sembrava essere la sua unica certezza.

Con passo lento raggiunse la cucina, il suo Protettore stava già sorseggiando il suo caffè caldo.

«Buongiorno.» La salutò con un sorriso. Anche il suo volto sembrava più svigorito dei giorni precedenti, probabilmente le ferite lo avevano tenuto sveglio.

Le vostre notti in bianco erano le nostre.

La ragazza scosse la testa per scacciare quelle parole e s'incamminò verso di lui.

«Come stai?» Gli chiese, mettendosi di fronte e appoggiando una mano sul suo volto per poter studiare le sue ferite; si vide costretta ad alzarsi sulle punte dei piedi per riuscire ad arrivare all'altezza giusta. Lucas titubò appena prima di rispondere.

«Abbastanza bene.»

Il suo viso si era colorato con alcuni lividi, ma le ferite sembravano rispondere bene.

«Fanno male?» S'informò ancora, toccando con delicatezza la pelle attorno al taglio. Lucas le accarezzò la mano e accennò un sorriso.

«Non troppo.» Disse cercando gli occhi della ragazza, facendo incontrare i loro sguardi.

Io ti ho vicina e posso sopportare qualche pugno.

Sienna si allontanò rapidamente, cercando qualcosa da mettere sotto i denti mentre si passava una mano tra i capelli.

Poteva sentire il Protettore osservarla anche senza doverlo vedere, la seguì mentre si sedeva al solito posto, accomodandosi poi di fronte a lei.

«Hai fatto un buon lavoro Doc, di suture ne ho viste e questa non è da meno di quella dei dottori di Elpis.»

La ragazza alzò le spalle senza riuscire a nascondere un sorriso fiero, adorava quando il suo lavoro veniva riconosciuto.

«Sono una donna dai molti talenti.» Scherzò addentando la fetta biscottata. Lucas sorrise sghembo.

«Non vedo l'ora di scoprirne altri allora.» Ammise con un tono malizioso. Sienna alzò gli occhi al cielo con rassegnazione, scuotendo la testa.

«Comunque, non credo sia il caso tu venga all'allenamento di questo pomeriggio, non vorrei ti si strappassero i punti.»

Il ragazzo annuì senza smettere di guardarla con quel suo sguardo furbo.

«Sei carina quando ti preoccupi per me.»

Lei tornò seria, osservandolo di sottecchi.

«Non voglio che il mio lavoro venga rovinato, è diverso.» Asserì addentando una seconda fetta. Si era preoccupata fin troppo in realtà, quando la sera prima lo aveva visto ridotto in quelle condizioni aveva sentito una fitta allo stomaco. «E ti sarei grata se smettessi di fare il gangster con i tuoi compari, non posso trasformarmi nella tua infermiera personale.»

Lucas ghignò.

«Lo dici perché t'importa di me?» Domandò inchiodandola con il suo sguardo. C'era del divertimento nella sua voce, ma Sienna era certa di aver scorto una sincera aspettativa. Era troppo anche quanto le importasse. Non riusciva a farlo uscire dalla sua testa, ogni cosa facesse o vedesse le faceva pensare a lui. Era così frustrante.

Era frustrante, umiliante, fastidioso ed ingiusto.

S'irrigidì, indurendo lo sguardo.

«Non ho molta altra scelta, devo dividere con te tutta la mia vita... volente o nolente.» La voce tornò monotona, ben decisa a non mostrare quello che in realtà stava provando. Sapeva che era inutile e che lui poteva percepirlo ugualmente, ma non poteva permettersi di mostrarsi così toccata ed emotiva.

Il ragazzo sospirò una volta tornato serio.

«Dovremmo cominciare a preparaci per l'allenamento.» Considerò, alzandosi dal tavolo per risciacquare la sua tazza.

È stato il periodo più difficile della mia vita. Ti ho persino odiato per un tempo piuttosto lungo all'inizio.

Sienna sospirò. Poteva chiaramente capire cosa intendesse con quelle parole. Non si era sentita così insicura prima di allora, e si era sempre ritenuta una persona composta e controllata. Aveva un equilibrio con se stessa prima d'incontrarlo, una routine che la faceva sentire a suo agio, degli amici che la comprendevano e la capivano. Aveva una vita semplice, in fin dei conti; impegnata, ma semplice: sveglia, allenamento, studio e lezioni, allenamento, lavoro, allenamento, amici e famiglia. Niente ragazzi telepatici con cui condividere le emozioni, nessun sconosciuto con cui dividere una casa o un Consiglio da compiacere.

«Quanto ci hai messo?» Chiese lei dal nulla, puntando lo sguardo sul ragazzo che la osservò confuso.

«A fare cosa?»

Si rese conto solo in quel momento che quella domanda avrebbe chiaramente mostrato il suo disagio per quella situazione, ai suoi occhi suonava come un'ammissione d'interesse verso quel legame.

«No, nulla.» Borbottò incamminandosi verso la stanza. Lucas l'afferrò per un polso, costringendola a voltarsi.

«A fare cosa, Sienna?»

La ragazza si mordicchiò nervosamente il labbro, indecisa e combattuta. Lo sguardo di lui la scrutava, non lasciandole vie di scampo.

«Hai detto che mi odiavi all'inizio, che è stato il periodo più difficile della tua vita... quanto ci hai messo a... tutta questa situazione mi sembra un circo, è caotica e io... cazzo... lascia stare.» Sbottò infine, ancora più alterata. Non riusciva nemmeno a spiegarsi, sembrava aver perso il dono della parola e disimparato come costruire una frase. Aveva peggiorato solo la situazione, rendendosi ridicola davanti al suo Protettore.

«Sienna...» La richiamò, la sua voce nascondeva una leggera sofferenza.

«Dobbiamo preparaci ora, arriveremo in ritardo altrimenti.»


Durante l'allenamento con Febe aveva cominciato a percepire le vibrazioni del suo Protettore senza la necessità di un contatto fisico. A quella notizia si era sentita sollevata, non avrebbe raggiunto fine giornata se costretta a stringere nuovamente le sue mani per qualche ora; quando aveva cominciato a concentrarsi sotto lo sguardo troppo intenso di Lucas, aveva però quasi rimpianto il non poter stringere le sue mani. Faceva davvero fatica a restare attenta, si sentiva come se fosse nuda davanti a lui.

Non riusciva a comprendere come smettere di tormentarsi per lui e per tutto quello che lo coinvolgeva, ogni suo pensiero sembrava ruotare attorno a lui e non smetteva di considerarsi una stupida, anni per diventare la donna forte che credeva di essere, e si ritrovava a strisciare ai piedi di quel maledetto dagli occhi di ghiaccio.

L'allenamento pomeridiano, fortunatamente, non prevedeva nessun contatto tra di loro e nemmeno troppa concentrazione, la fatica provocata dagli esercizi di preparazione fisica che Achilles aveva scelto le aveva permesso di evitare di pensarci anche per quelle ore pomeridiane. Quando, però, era arrivata l'ora di tornare a casa, l'opprimente sensazione di soffocamento che stava provando in quei giorni era tornata, più prepotente che mai.

«Sienna, mi hai sentito?» Le domandò Lucas, attirando la sua attenzione muovendo la mano davanti al suo viso. Sienna si riscosse dai suoi pensieri scuotendo il capo, il ragazzo la stava guardando in attesa.

«Che dicevi?»

Doveva riuscire a concentrarsi, ne andava della sua sanità mentale.

«Va tutto bene? Sembri... distratta oggi.» Le chiese, sinceramente confuso dal suo comportamento. Distratta era un eufemismo, non si sentiva più padrona di se stessa.

La ragazza sbuffò, la confusione che stava provando lui non era nemmeno paragonabile alla sua.

«Sì, sono solo stanca. Dimmi pure.»

Il Protettore la osservò per qualche momento, sembrava poco convinto.

«Achilles diceva che domani non ci sarà, dovremmo arrangiarci noi con gli allenamenti.»

Sienna annuì, alzandosi stancamente per cominciare a sparecchiare la tavola e risciacquare i piatti che avevano usato durante la cena.

«Nessun problema. Credo sia comunque meglio che tu non faccia nulla nemmeno domani, ricomincerai lunedì con qualcosa di leggero.» Sentì il passo leggero di Lucas avvicinarsi e percepì chiaramente la sua presenza dietro di lei. Con una mano la costrinse a voltarsi e la inchiodò con il suo sguardo chiaro e terribilmente profondo.

«Sienna, lo sai che con me puoi parlare, vero?»

Quelle parole la colpirono come un pugno nello stomaco. Avrebbe avuto davvero bisogno di aprirsi con qualcuno per cercare di comprendere cosa le passasse per la testa, per cercare un conforto, per sentirsi meno sola e in difficoltà.

«Va tutto bene, Lucas.» Disse, cercando di voltarsi per chiudere quella conversazione, il ragazzo, però, non sembrava dello stesso avviso e con la mano che aveva ancora chiusa sulla sua spalla, le impedì di muoversi.

Aveva un'espressione sofferente in volto.

«Sentirti così... tormentata, mi distrugge.»

Sentivamo la vostra tristezza e dolore, ma non potevamo fare nulla per farvi stare meglio; la vostra rabbia o nervosismo e non potevamo calmarvi.

«Lucas, io non...» Lui la interruppe.

«Lascia che ti aiuti, per favore.» Sussurrò con voce tremante e il tono più vulnerabile che avesse mai sentito mentre con gli occhi sembrava supplicarla di aprirsi con lui. Sienna respirò profondamente per ragionare sul da farsi, e il suo odore, così maschile e sensuale, la colpì avvolgendola nel suo aroma. Gli occhi grigi, messi in risalto dalle lunghe ciglia nere, la osservavano in attesa accesi di speranza, in uno sguardo intenso e tremendamente espressivo. Senza pensarci si ritrovò a cercare le sue vibrazioni, sperando di trovare quelle sensazioni di pace e tranquillità che erano solite comunicarle, scoprendole totalmente indirizzate verso di lei, come se volessero avvolgerla ed inglobarla in quella calma di cui tanto sentiva il bisogno. Sospirò e, senza nemmeno rendersene conto, appoggiò le labbra su quelle del ragazzo.

Lucas si pietrificò per qualche momento, totalmente preso alla sprovvista dalla sua iniziativa, ma si riscosse in fretta afferrandole delicatamente il viso tra le mani e rispondendo al bacio, come se grazie a quel bacio potesse finalmente tornare a vivere.

Le sue labbra erano calde e morbide ed erano riuscite a far assopire quella confusione che l'aveva tormentata per tutto il giorno, erano come la boccata di aria fresca di cui Sienna aveva bisogno.

«No...» Mugolò il ragazzo senza però riuscire ad allontanarsi. «No.» Ripeté ancora con più convinzione, staccandosi appena dalla sua bocca. «Non così, Sienna.» Sussurrò, poggiando la fronte su quella della ragazza. Sienna si sentì come se le avessero strappato qualcosa dal petto, ma fece in fretta a rendersi conto dello sbaglio enorme che aveva commesso.

Spalancò gli occhi irrigidendosi. Aveva appena baciato Lucas! Lo aveva baciato. Perché doveva essere così stupida?

In uno scatto si allontanò dal Protettore, facendo ricadere le sue mani dal volto e si diresse con passo rapido verso la sua stanza. Non poteva crederci di averlo fatto realmente. Cosa le era passato per la testa?

Lucas, con i riflessi sempre troppo pronti, l'afferrò per un braccio, costringendola a voltarsi per obbligarla ad incontrare i suoi occhi.

«Va tutto bene, Sienna; non è successo niente.»

Niente? Lo aveva baciato! Aveva baciato il suo dannato Protettore, la persona con cui stavano cercando di sistemarla, con cui la costringevano a passare tutte le sue giornate, sperando che scoccasse l'amore.

Cercò di liberarsi dalla sua presa, questa volta più decisa e ferma.

«Lasciami.» Sbottò senza riuscire a posare lo sguardo su di lui.

«No, ora guardami.» La sua voce era calma, come se quello che fosse successo non lo avesse nemmeno toccato.

«Lasciami andare ho detto.» Esclamò, ruotando il corpo con decisione in modo da fare leva sulla forza prodotta per liberarsi. Convita di aver concluso quello scambio, diede le spalle a Lucas e s'incamminò nuovamente verso la sua stanza, ma il ragazzo riuscì a piazzarsi tra lei e la porta.

«Per il regno, non puoi scappare continuamente da me.» I suoi occhi così chiari erano un colpo al cuore, e le provocavano una sofferenza quasi fisica tanto erano belli. Era spacciata, la sua via di fuga era bloccata e la sua testa non riusciva a ragionare abbastanza lucidamente per trovare alternative valide.

«Tu dici?»

«Non pensavo che baciarmi potesse essere così orribile da costringerti a fuggire in questo modo.» Scherzò il ragazzo, probabilmente sperando di farle dimenticare la vergogna che provava in quel momento. Il problema di base, però, era che quel bacio, seppur breve, le era piaciuto fin troppo.

Sienna indurì lo sguardo.

«Dimentica il bacio. Fingeremo che non sia mai successo.» Asserì con decisione, incrociando le braccia sotto il seno.

«Non credo di riuscire a dimenticarlo.» Borbottò con sincerità disarmante, umettandosi le labbra che giusto qualche attimo prima avevano incontrato le sue. Quella vista le provocò una morsa nello stomaco mentre il suo cuore aveva perso un battito.

«Non importa come, ma dovrai farlo uscire dalla tua testa, anche perché non accadrà più» Lucas fece per ribattere, ma dei colpi alla porta lo interruppero.

«D'accordo.» Sbottò molto poco convinto, andando ad aprire.

Cazzo.

Mistral e Abel comparvero con un enorme sorriso sul volto, la ragazza la salutò con un occhiolino mentre il Protettore dell'aria riservava un sorrisino furbo verso Lucas.

«Abbiamo portato la birra!» Esclamò allegra la Prescelta dai capelli chiari, sventolando la confezione da sei che aveva in mano. Lucas sorrise, appoggiando la porta.

«E brava Mistral, tu ricordi sempre le cose importanti.» Disse il Protettore del fuoco circondando le spalle della ragazza con un braccio, il suo sguardo, però, non si staccò da quello della sua Prescelta che osservava la scena ancora turbata dal suo stesso comportamento.

«È permesso?» Chiese a gran voce Dylan mentre si affacciava dalla porta con un sorriso. «Dio che emozione, sto per entrare nella casa della Prescelta di Helios con la Prescelta di Helios presente.»

Il ragazzo si beccò una gomitata da Coralie che le rivolse un sorriso di scuse. Il comportamento esilarante del nuovo arrivato riscosse Sienna dal suo stato catatonico.

«Solo Sienna, assolutamente.»

Dylan ridacchiò, facendo un inchino un po' impacciato.

«Tutto ciò che desidera la Prescelta di Lucas; già il dover passare con lui tutto il tempo è una punizione sufficiente.»

Quella volta si beccò uno scappellotto dal Protettore appena nominato, facendola sorridere divertita.

«Potremmo andare d'accordo, noi due.»

Il sorriso del Protettore dell'acqua si allargò.

«Visto Lucas, le sono simpatico.»

Lucas sbuffò, alzando gli occhi al cielo mentre portava le birre nel frigorifero.

«Sì, perché sei un cretino.»

Era evidente l'ottimo rapporto che li legava, aveva avuto modo di notarlo anche durante l'allenamento pomeridiano tenutosi nella palestra comune. Le battute, gli sguardi d'intesa e i sorrisi che si scambiavano; anche Coralie, arrivata solo qualche settimana prima, sembrava ben integrata nel gruppo. Erano stati da subito molto carini anche con lei, rendendola partecipe negli scherzi e nei discorsi, l'unico che sembrava non aver preso con altrettanta gioia il suo arrivo era Brandon, sempre corrucciato e silenzioso, soprattutto nei suoi confronti.

Proprio in quel momento Brandon entrò dalla porta, seguito da Selene e un altro ragazzo dai capelli e occhi scuri.

«Ho portato delle birre.» Esclamò questo con un lieve sorriso sul volto, consegnandole a Lucas per poi posare lo sguardo interessato su di lei.

«Sienna, lui è Elijah.» Disse allegra Selene, riservandole uno sguardo pieno di significati. Sienna s'illuminò mentre gli tendeva la mano.

«Piacere d'incontrarti Elijah, ho sentito parlare di te.» Si presentò con un sorriso. Il ragazzo ricambiò la stretta con energia.

«Il piacere è mio Prescelta Blaze, spero Selene sia stata clemente.»

La ragazza sorrise, scambiando uno sguardo d'intesa con la Principessa.
«Sienna va più che bene. Cosa dite, apriamo queste birre?»

Mistral però le impedì di allontanarsi e le si avvicinò furtivamente con la scusa di aiutarla ad aprire le bevande.

«Abbiamo interrotto qualcosa? Lucas aveva uno sguardo allucinato e tu sembravi una pera cotta.» Scherzò lei, studiandola con attenzione. Sienna si passò una mano sul volto.

«Siete arrivati nel momento più opportuno in realtà.»

Data la temperatura mite, avevano deciso di accomodarsi nel giardino raggiungibile da una porta sul retro del salotto. La serata era proseguita con tranquillità ed era risultata molto piacevole, avevano riso e scherzato per tutto il tempo, gli altri erano molto interessati a lei e l'avevano riempita di domande per cercare di conoscerla meglio, com'era accaduto durante il pomeriggio, l'unico che aveva faticato a rivolgere la parola era stato proprio Brandon. Sienna lo aveva più volte trovato ad osservarla, soprattutto in quelle rare occasioni in cui si ritrovava a parlare direttamente con il suo Protettore e, ogni volta che incontrava gli occhi verdi e tristi di lui, le ritornavano alla mente le parole di Lucas.

Brandon è ancora nell'inferno; come pensi lo faccia sentire l'essere rimasto l'unico senza Prescelta? L'dea di dover aspettare ancora qualche settimana lo distrugge.

Era forse quello il motivo per cui non sembrava andarle a genio? Perché con il suo arrivo lui sarebbe stato l'unico ancora senza Prescelta e, forse, la stava indirettamente accusando di essere rimasto solo.

La padrona di casa si alzò per andare a recuperare delle altre bottiglie per quelli che chiedevano il secondo giro e, con sua estrema sorpresa, Brandon si era proposto per darle una mano.

«Ascoltami Sienna, volevo scusarmi per quello che è successo ieri sera.» Cominciò dopo qualche minuto di silenzio, lei scosse la testa, andando ad aprire le bottiglie sopra il lavello della cucina.

«Tranquillo Brandon, tutto a posto.»

Il Protettore della terra si appoggiò al bancone della cucina, portandole alla mente l'abitudine che aveva Lucas di prendere il caffè in quell'esatta posizione ogni mattina.

«Volevo solo dirti che il più delle volte non siamo dei pazzi che si divertono a prendersi a botte tra loro.»

Sienna accennò un sorriso, per la prima volta vedeva il ragazzo abbozzare con lei una frase dal tono divertito.

«Lucas mi ha accennato qualcosa, non sta a me giudicare.»

Brandon annuì in silenzio, giocherellando con la bottiglia che aveva in mano.

«Sarà stato probabilmente molto gentile nello spiegare la motivazione, tende sempre ad essere troppo buono.»

Lei s'interruppe e lo osservò con attenzione. Sembrava in evidente difficoltà, ma allo stesso tempo come se volesse ardentemente parlarle di qualcosa.

«C'è anche una versione poco gentile?» Domandò la ragazza. Cosa poteva esserci di ancor meno gentile di due amici che si prendono a botte per sopportare un legame che nessuno ha chiesto?

«Cosa sai del legame?»

Sienna tornò ad occuparsi delle bottiglie, non avrebbe sopportato ancora quello sguardo verde così sofferente.

«Non conosco i dettagli, ma sto cominciando a capirci qualcosa.» Il ragazzo rimase qualche attimo in silenzio.

«Sai che è già da un po' che percepiamo le vostre emozioni?» Sembrava andarci cauto, probabilmente aveva paura di dire qualcosa di cui non aveva ancora discusso con Lucas, forse per evitare di mettere in ulteriore difficoltà l'amico.

«Sì, Lucas me l'ha detto.»

Sul volto di Brandon comparve un sorriso mesto.

«Ecco. Con gli anni abbiamo capito come rendere più accettabile la questione, perlomeno mentre voi siete ancora distanti, ma ci sono alcune emozioni che non è affatto piacevole sentire, soprattutto considerando l'avanzamento del legame di noi Protettori. Voglio dire, percependo tutto tutto... penso tu possa immaginare a cosa mi riferisca.»

La ragazza irrigidì i muscoli, non aveva mai considerato che Lucas fosse stato presente anche nei momenti in cui era in intimità con qualcuno. Strinse con decisione il collo della bottiglia che aveva tra le mani.

«Quindi è questo quello che è successo, Alya era a letto con qualcuno.» Constatò lei, ben comprendendo la linea dei suoi pensieri. Lui annuì, aveva la mascella contratta e lo sguardo fisso su un punto indefinito della stanza.

«Con qualcuno a cui tiene. E non abbiamo molte alternative, se non riesci a trovare qualcuna con cui sfogare quelle emozioni, prendi a pugni la prima cosa che ti capita sotto mano.»

Fu come ricevere un pugno nello stomaco ed inavvertitamente la bottiglia le scivolò tra le mani, andando a rovesciarsi nel lavello. Perché l'idea che Lucas fosse andato a letto con altre la faceva bruciare di gelosia?

Il ragazzo si riscosse, puntandola con il suo sguardo sorpreso mentre controllava cosa fosse successo.

«Mi è scivolata.» Borbottò Sienna, asciugandosi le mani con uno strofinaccio. Notò chiaramente il sorriso divertito che comparve sul volto del Protettore della terra. Era lieta che qualcuno riuscisse a trovare la sua stupida reazione divertente. «Comunque non mi preoccuperei troppo di quest'altro ragazzo.» Disse seria dopo qualche altro momento di silenzio. Brandon la osservò confuso e speranzoso allo stesso tempo.

«Credi?»

«Alya è nata per stare con te, no? Il legame le impedisce di provare quell'amore con la A maiuscola, quel sentimento profondo che i libri descrivono sia quello tra Protettore e Prescelta. Quello che prova per l'altro sono certa che non si avvicini neanche lontanamente.» Spiegò lei, scrollando le spalle nella speranza di nascondere la malinconia e il senso di colpa che quel discorso le aveva portato mentre afferrava le bottiglie e s'incamminava verso l'esterno.

«Sienna, ne stavamo discutendo mentre tu e Bran fabbricavate queste birre; dopo la tua presentazione ufficiale organizzeremo un'uscita in cui ti faremo fare il giro di tutti i bar di Elpis, per mostrarti che anche qui ci sappiamo divertire.»

La ragazza prese nuovamente posto su uno degli scalini che portavano al giardino e scambiò uno sguardo divertito con il Protettore dell'acqua che aveva parlato.

«La tua Prescelta è molto distratta, Lucas: stava per lavare la vostra cucina con la birra.» La canzonò Brandon, puntando lo sguardo serio sull'amico che subito assunse un'espressione preoccupata mentre la guardava.

«Mi è scivolata dalle mani, Brandon.»

Il ragazzo la osservò poco convinto, aveva un lieve ghigno divertito sul volto. Le ricordava molto Ezekiel in quel momento, aveva quel suo modo di prenderti in giro restando tremendamente serio, confondendoti sulla presenza o meno di ironia.

«Oh sì, ne sono consapevole.»

«Avete più di un bar?» Chiese la ragazza rivolta al Protettore dell'aria.

«Questi pregiudizi per questa città. Eccome se ne abbiamo più d'uno.»

Mistral ridacchiò alle parole di Dylan.

«Ce ne sono tre, ma il Suits non te lo consiglio di sera... A meno che non si voglia far serata con quarantenni che discutono solo di affari e politica.»

Dylan sbuffò, spingendo con una lieve spallata l'amica Prescelta dell'aria.

«Siete voi ad avere gusti difficili! E il The 100 no, troppi adolescenti; al Quantico troppe guardie in licenza.»

Mistral assunse un'espressione furba.

«Non mi sono mai lamentata delle guardie in licenza.»

Selene rise ed annuì.

«Le guardie in licenza ci piacciono.»

Le altre ragazze si unirono alla risata, mentre gli uomini presenti alzavano gli occhi al cielo o scuotevano la testa.

«Ma se noi osiamo poggiare gli occhi su una guardia donna in licenza, in bianco per due mesi.» Borbottò Abel, incrociando le braccia al petto ed indurendo lo sguardo.

«Esagerato, non ti ho mai mandato in bianco per così tanto tempo!»

«Solo perché ci rimetteresti anche tu.» L'accusò lui. La Prescelta dell'aria gli lasciò un buffetto sulla guancia.

«Povero piccolo Abel, così maltrattato dalla sua Prescelta.» Il tono canzonatorio della frase fece ridacchiare i presenti.

«Vorrei ricordarti che al nostro primo incontro mi hai rotto il naso. Così... per dire.» Le ricordò Abel, Lucas annuì con vigore alle parole dell'amico.

«Ma che annuisci a fare?» Sbottò Sienna, fulminando il ragazzo. Era stata fin troppo tranquilla con lui, si era trattenuta infinite volte dal prenderlo a pugni, facendo affidamento a tutta la sua pazienza.

«Beh... Giusto ieri sera mi hai puntato un coltello alla gola.»

Gli altri si scambiarono sguardi chi divertiti, chi curiosi e chi preoccupati. La ragazza spalancò gli occhi giusto un momento, prima di tornare seria e incrociare le braccia al petto.

«Ero più che giustificata.» Borbottò lei, puntando lo sguardo sugli altri.

«Posso farti una domanda, Sienna?» Le chiese Selene, sporgendosi appena verso di lei.

«Certo, non ho la tendenza a puntare coltelli alla gola tutti i giorni, potete stare tranquilli.» Scherzò, facendo sorridere la Principessa.

«Tuo padre è davvero Aidan Keegan Flare? La guardia scelta di mia madre che si è preso un proiettile per salvarle la vita?»

Sienna si fece seria. Non poteva nemmeno immaginare come fosse per Selene vivere senza aver mai conosciuto la madre, senza sapere se stesse bene e se fosse ancora viva. Non avrebbe potuto vivere senza uno dei suoi genitori e non sarebbe stata la stessa se uno di loro fosse mancato.

Suo padre non amava parlare di quell'argomento. Era venuta a conoscenza di quel fatto solo da Raphael e Marcus; il fratello aveva poco più di sei anni quando era successo, ma ricordava ogni dettaglio con precisione.

«È proprio lui.» Era figlia di una leggenda e per di più Prescelta, la gente aveva aspettative esorbitanti su di lei.

«Mi piacerebbe molto incontrarlo quando tutto questo sarà concluso.»

Se mai quella situazione avesse avuto una fine, pensò Sienna.

«Penso che farebbe piacere anche a lui.» Ed era certa che fosse la verità. Conoscendo suo padre, sapeva che s'impegnava al massimo in tutti i suoi incarichi ed era sicura che incontrare la figlia della donna che aveva salvato gli avrebbe fatto bene.

«Com'è allenarsi con uno dei migliori?» Chiese Elijah con un lieve sorriso mentre appoggiava la mano sulla gamba della Principessa, probabilmente sapeva che parlare di sua madre le pesava parecchio.

«Ha i suoi pro e i suoi contro.» Ammise Sienna, alzando le spalle. Poteva essere certa di essere ben preparata, ma era ovvio che suo padre chiedesse e pretendesse la più che assoluta perfezione.

«Fisicamente sei incredibilmente preparata, sembravi non fare nemmeno una piega durante gli esercizi di Achilles di oggi pomeriggio.»

Il commento di Coralie la fece sorride, aveva fatto molta fatica durante quel pomeriggio, ma aveva imparato a non mostrarsi affaticata. Suo padre diceva sempre che mostrare fatica era come ammettere la sconfitta, quindi era necessario stringere i denti e andare avanti.

«Ti dico la verità, col tempo mio padre si è un po' calmato, negli ultimi anni credo che gli allenamenti peggiori siano quelli con Marcus. Quando ha le sue giornate no... meglio non averlo come allenatore.»

Keegan doveva essere fiero di suo figlio, sapeva essere addirittura più precisino e severo di lui, con una lieve nota di malvagità ben radicata nei suoi esercizi.

«Quanto ti allenavi a Semir?»

Sienna fece qualche calcolo. Pensandoci non le andava nemmeno così male da quando era arrivata ad Elpis, la quantità di allenamento fisico era diminuito.

«Un'ora alla mattina, due al primo pomeriggio e due alla sera o prima di cena. I due Flare che mi ritrovavo come allenatori prendono molto seriamente i loro compiti...» Tutti i Flare prendevano seriamente gli impegni, un estremo stacanovismo era una delle caratteristiche fondamentali della famiglia.

«E trovavi tempo per divertirti?» Chiese Dylan con un sorriso irriverente.

«Scherzi? A Semir c'è uno dei locali migliori dello Stato dei Laghi.»

«Addirittura? Beh, dovremmo introdurla alle nostre feste: alcool, stronzate, con tanto di mimo e tabù da ubriachi.» Disse Abel.

Elijah scoppiò a ridere.

«Epico resterà il mimo di Dylan per cielo a pecorelle, pioggia a catinelle.»

Anche il resto del gruppo si unì, ad eccezione della Prescelta del fuoco e dell'acqua che si scambiarono uno sguardo confuse.

«Grazie al regno tu non eri ancora arrivata Cory, dico davvero.» Commentò il diretto interessato, coprendosi il volto con una mano. La ragazza dai capelli indaco sorrise divertita, scuotendo la testa.

«Non oso immaginare cosa la tua mente bacata abbia tirato fuori, guarda.» Esclamò la ragazza. Dylan le sorrise dolcemente posando un bacio delicato sulle sue labbra.

Sebbene i due si conoscessero solo da qualche settimana, sembravano essere già molto affiatati, erano incredibilmente belli insieme, e l'amore che provavano l'una per l'altro era palpabile. Un paio di settimane e il rapporto tra lei e Lucas sarebbe diventato così? Non faceva che chiederselo.

«Ad ogni modo Abel ha ragione, dovremmo organizzare un'altra serata. È da tanto che non facciamo qualcosa e dobbiamo festeggiare l'arrivo di Sienna.» Esclamò Elijah rivolgendole un lieve sorriso. Da quello che aveva avuto modo di capire la guardia di Selene era davvero un bravo ragazzo, si era dimostrato sin da subito molto disponibile con lei ed era molto attento ai bisogni della sua ragazza, sembrava essere anche molto sveglio ed intelligente. Il Consiglio non sapeva cosa si stava perdendo.

«Sono imbattibile nei mimi.»

«Allora è deciso, sarai nella mia squadra!» Mistral si sporse verso di lei, alzando la mano per invitarla a battere il cinque.

«Sai Lucas, potrebbe essere divertente vederti ubriaco con Sienna presente.»

Alle parole di Abel, Lucas indurì lo sguardo, intimandolo di non continuare quel discorso.

«Abel non aggiungere altro.» Lo minacciò infatti il suo Protettore senza smettere di fissarlo in cagnesco.

«Perché? Non potete nascondere la mano così.» Sienna era curiosa di scoprire qualche aneddoto imbarazzante su di lui, sembrava sempre così perfetto e a suo agio; da quando lo aveva incontrato si era dimostrato gran poche volte nervoso o imbarazzato e sempre solo per qualche momento. Dylan e Abel si scambiarono uno sguardo complice.

«Tutte le sue ultime sbronze avevano te come soggetto principale. Cosa starà facendo Blaze? Chissà come sarà! È felice, perché è felice? E se dovesse odiarmi?»

Sienna sorrise a Dylan, cercando di immaginarsi il ragazzo così in pena, con gli occhi lucidi per l'alcool e i capelli tutti scompigliati; non riusciva proprio a visualizzarlo però, abituata com'era ad averlo sempre composto ed ordinato. Aveva un'eleganza innata nei movimenti e un portamento quasi raffinato, lo aveva notato anche mentre si allenavano insieme, tutti i suoi movimenti erano praticamente perfetti e sembravano non causargli nemmeno un po' di fatica; suo padre non avrebbe fatto altro che lodare le sue capacità, ne era certa.

Lucas si mosse nervosamente sulla sedia, stringendo il bracciolo con la mano, Sienna era certa di averlo visto arrossire.

«Io ti ammazzo. E non che le tue sbronze fossero tanto diverse prima dell'arrivo di Coralie comunque. Io almeno non ho mai pianto disperato urlando contro tutti La voglio qui! Perché non è qui

Mistral rise a quel ricordo mentre la Prescelta dell'acqua ridacchiava divertita, scuotendo la testa.

«Vorrei ricordarti quella volta che hai girato tutta la sera con un cuscino sotto il braccio fingendo fosse lei?» Infierì Abel con un ghigno malefico sul volto. Il padrone di casa si passò nervosamente una mano tra i capelli cercando di evitare lo sguardo divertito della sua Prescelta.

«Ero ridotto molto male, non ero padrone delle mie facoltà mentali e sono stato male per due giorni dopo, sei stato tu ad approfittarti della mia debolezza, avrei creduto a qualsiasi cosa quella sera.» Sbottò con espressione dura, incrociando le braccia al petto. Sienna notò che Lucas non aveva però perso l'orgoglio, se ne stava dritto e con lo sguardo cupo senza cercare di sprofondare per nascondersi dalla vergogna e non poté che apprezzarlo.

«E quella volta in cui sei andato a suonare a casa di Febe alle due di notte per chiedere a Leon come riuscisse a sopportare il sentire le sue emozioni.» Continuò ancora il Protettore dell'aria ridacchiando appena. Lucas sbuffò, puntando il dito verso i due.

«Ero giovane e la cosa era tutta nuova. Abel, tu non hai il diritto di parlare: Mistral è arrivata qui poco dopo l'inizio delle difficoltà e non sai cosa si prova ad avere la Prescelta lontano; Dylan tu sei andato a svegliare Jackson, e di conseguenza mia madre, per implorarlo di portare qui Coralie prima del tempo e tu Brandon...» Aveva parlato con ardore, più umiliato che arrabbiato.

«Ehi, io non ho detto niente amico.» Gli fece notare lui, alzando le spalle. Lucas sbatté le palpebre e annuì.

«Sì, hai ragione. Voi due siete degli infami e sappiate che ve la farò pagare.» Asserì serio, alternando il dito puntato tra Abel e Dylan che ridacchiavano soddisfatti.

Dylan non si mostrò molto preoccupato dalla minaccia dell'amico e tornò a guardare Sienna con un sorriso.

«Ma Sienna, al tuo locale migliore dello Stato dei Laghi facevi qualche serata seria o ve ne stavate lì a bere un amaro con fare superiore?» Le chiese Dylan, imitando l'atto di bere qualcosa con tanto di mignolo teso.

«Si tratta del Lux?» Domandò ad un certo punto Elijah, come se avesse appena ricevuto un'illuminazione dell'alto. La ragazza s'irrigidì appena.

«Lo conosci?»

Lui annuì.

«Ne ho già sentito parlare.» Commentò soprappensiero. Sienna non si era mai preoccupata della possibilità che qualcuno di Elpis potesse aver frequentato Semir e non era certa che potesse essere una cosa positiva. Lei e i suoi amici non si erano mai fatti tanti problemi nel fare qualcosa di stupido ed insensato in quegli anni.

«C'è tanta gente che frequentava il Lux qui a Elpis?» Chiese senza riuscire a nascondere pienamente la preoccupazione che stava cominciando a nascere.

«Perché? Hai qualcosa da nascondere?» Chiese Mistral, sorridendo in quel modo che non prometteva nulla di buono. Lei e Abel erano fatti proprio l'una per l'altro.

«Da quello che mi ha detto non ci vanno giù leggeri nemmeno loro, eh.» Lucas non era tornato ancora pienamente sereno, ma aveva rilassato le spalle tese e la voce sembrava più calma.

«Il proprietario del locale è un amico e sentendoci come a casa potremmo aver fatto qualche stronzata... Ma si parla di qualcosa di piccolo.» Come balli sui tavoli o sui cubi, discorsi deliranti al microfono, improvvisarsi gli animatori della serata, senza contare le volte in cui si era appartata nel bagno delle donne, o degli uomini, con un ragazzo, un nonnulla insomma.

«In realtà sono anche venuto una volta, adesso che ci penso... Ero d'istanza a Julville e distava poco meno di un'ora da lì.»

Non aveva mai creduto alla frase quanto è piccolo il mondo, ma in quel momento cominciava a capire quanto minuscolo fosse. Quante possibilità c'erano che lei e l'attuale ragazzo segreto, non che guardai del corpo, della Principessa di Alyeska avessero frequentato lo stesso locale?

«Oh, in che periodo?»

Il ragazzo ci pensò su.

«Circa tre o quattro anni fa... non saprei.»

Sienna tirò un sospirò di sollievo, la sua vita aveva preso una piega imbarazzante dopo la partenza di Raphael, prima di allora aveva sempre avuto lui che la teneva buona e tranquilla, l'aveva sempre visto come il suo angelo custode che la faceva ragionare per evitare di farle fare cose stupide e impedendole di rendersi ridicola.

«Ero ancora una brava ragazza allora, non puoi avermi visto fare cose imbarazzanti.»

«Cose imbarazzanti tipo?» Chiese Lucas interessato, probabilmente sperava di recuperare dalla figuraccia di poco prima costringendola ad ammettere qualche retroscena della sua vita.

«Ma non è anche un night? Con tanto di pali da lap dance?» Intervenne Elijah se sembrava stesse piano piano riacquistato la memoria sulla serata passata al famoso Lux. Selene lo guardò male.

«Sei un frequentatore dei night club, Elijah?» Domandò lei, studiandolo senza staccare gli occhi da lui che alzò le mani in segno di resa o innocenza.

«Il giovedì sera è Night, ma sono serate tranquille Selene, niente di esagerato.» Ci era andata qualche volta con gli altri e si erano sempre divertiti, i balletti delle ragazze non erano mai troppo spinti ed erano davvero molto brave, Sienna ammirava molto la leggerezza con cui muovevano il loro corpo a tempo di musica.

«Quindi andavi anche tu, Sienna?» S'informò Mistral. Sienna alzò le spalle.

«Beh, i ballerini uomini sono molto... bravi.» Soprattutto quel Giacomo, moro con due splendidi occhi azzurri. Dannazione, un altro che poteva entrare nel suo stampino di uomo, quella sua fissazione non sbagliava un colpo.

«Ci sono anche i ballerini?» La Prescelta dell'aria sembra essere elettrizzata dalla notizia

«Oh si...» Confermò con un sorriso furbo Sienna. Abel scosse la testa con fare sconsolato accompagnato da Lucas che sbuffò, indurendo appena lo sguardo.

«Ricordo che si poteva anche provare a ballare se non erro.» Quel dannato Elijah e la sua linguaccia, non poteva ubriacarsi fino a non ricordare nulla di quella sera? Le avrebbe evitato molti problemi.

«Ricordi bene.»

Lucas s'illuminò mentre la squadrò con un'occhiata per nulla innocente. Incredibilmente sembrava aver dimenticato tutto l'imbarazzo di poco prima.

«Hai ballato anche tu, Sienna?» Domandò lui visibilmente interessato.

«È capitato qualche volta.»

Jennie l'aveva coinvolta in un corso di ballo organizzato da uno dei ballerini del locale per cui la ragazza aveva una cotta incredibile, quindi si era dovuta sorbire le lezioni di danza mentre l'amica non faceva che flirtare con il maestro. In fin dei conti non era nemmeno stato così male e, aveva appreso con gioia, che dopo quelle lezioni i suoi movimenti nella lotta erano diventati più armoniosi.

«Hai capito la ragazza.» Esclamò Abel, lasciando una pacca sulla spalla al Protettore del fuoco che nel frattempo aveva assunto il suo ghigno furbo.

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