5) Pessima idea
Ci ho riflettuto tutta la notte.
Non ho chiuso occhio nemmeno per un secondo nel vano tentativo di trovare un modo per ristabilire la situazione che si è creata. Ma il solo pensiero di dover rivolgere anche una singola parola a Ethan Price e nel mentre sentire ogni fibra del mio corpo venire giudicata dalla sua aria di superiorità, mi fa perdere ogni briciola di pazienza.
E io di certo, dando ormai per assodata la sua complicità con i loschi affari di Rafael Riviera, non intendo spingermi oltre. Perché va bene calarmi nel ruolo di un'agente sotto copertura e darmi ai pedinamenti di lui e dei suoi contatti nei loro spostamenti, ma fino ad un certo punto. Oltrepassata una determinata soglia, con soggetti del genere è meglio lavarsene le mani. E dall'avvertimento che mi è stato lanciato ieri ho dedotto di averla superata già da un bel po'.
Quindi, considerando che non ci tengo a finire in una buca scavata dai loro scagnozzi prima di aver potuto leggere il mio nome in un frontespizio del "Titan", ho deciso di mettere da parte il mio orgoglio e tornarmene a San Francisco con la coda fra le gambe.
Come farebbe qualsiasi altro essere umano dotato di buon senso, in fin dei dei conti.
No?
E allora, perché continuo a sentire un magone alla gola e un opprimente peso sul petto mentre preparo la valigia? Forse perché so che varcando la soglia di quella porta avrò dato l'ennesima dimostrazione di essere una grande delusione? O per l'invidia che proverei vedendomi spiattellare davanti, ancora una volta, la vita incredibilmente perfetta di mia cugina Jennifer?
O magari perché così facendo starò seppellendo il mio onore, tutto a causa di un presuntuoso e maleducato albergatore?
Anzi, già che ci sono, fammela scrivere una recensione di tutto merito al suo hotel. Con una bella nota a margine per il proprietario.
Ancora meglio.
Dato che è a causa sua che mi sto giocando la carriera e il futuro, il mio prossimo articolo sarà proprio sul Price Hotel. Con un mirato approfondimento su come Ethan Price, più che un attento e sempre disponibile proprietario di casa (come si glorifica lui stesso nella homepage del suo sito web), sia in realtà il protagonista de "La Bella e la Bestia" in una versione peggiorata, senza la trasformazione finale in principe. Piuttosto, in un'indegna versione di Rocky Balboa.
Cosa che i suoi aspiranti futuri clienti avranno modo di scoprire ben presto. Prima ancora che gli sfiori anche minimamente il pensiero di agguantare le loro carte di credito e sborsare cifre astronomiche solo per finire col ritrovarsi la sua faccia da doppiogiochista ad accoglierli. E sicuramente molto prima che il caro Signor Price possa avere modo di usarli per riempire le tasche di Rafael Riviera o investirli in chissà quale altro progetto illecito.
Quanto a me, temo che non avrò il tempo sufficiente per godermi a pieno la soddisfazione di averlo mandato al tappeto e godermi la vista del suo bel visino dietro le sbarre e una tuta arancione a sminuire il suo impegno atletico, perché sarò troppo impegnata a fuggire in qualche villaggio sperduto e a ritirarmi a vita monastica per evitare che lui possa trovarmi e darmi la rivincita. Intendo letteralmente.
Con il gancio destro che si ritrova, sono sicura che sarebbe capace di mandarmi a miglior vita in una frazione di secondo.
E mentre altri possibili scenari di vendetta mi attraversano la mente, è l' assordante suoneria del mio telefono a riportarmi alla realtà.
È Colin. Un collega nonché mio unico confidente sul posto di lavoro.
Ammetto che in un primo momento l'ho giudicato male. Il suo aspetto da classico tipo strambo, di quelli che ho sempre definito "topi da laboratorio" per via dei visi scavati e sormontati da enormi paia di occhiali che li contraddistinguono, nasconde in realtà un tipo molto schietto e affabile con cui le risate sono all'ordine del giorno.
Con un sorriso sincero, prendo posto sul materasso accanto alla mia valigia ancora mezza sfatta e una gran voglia di mettere tutto in pausa per un breve momento.
Tuttavia il rasserenamento che mi aspettavo di ricevere dall'altra parte del display non arriva. E anzi, se possibile, il mio stato di agitazione peggiora ulteriormente.
«Hai sentito?! Lo stai vedendo?!», la sua voce rantolante mi costringe ad allontanare il cellulare dall'orecchio.
«Di cosa stai parlando?», aggrotto la fronte in segno di confusione.
«In che senso di cosa sto parlando? È dappertutto!», segue una breve pausa «Dappertutto!», la sua voce stridula come quella di una cornacchia mentre lo sottolinea con enfasi.
Interpretando il mio silenzio come un evidente segno di disappunto, un sospiro di frustrazione fuoriesce dalle sue labbra. Me lo immagino con gli occhi chiusi e le dita strette sulla cima del naso, esasperato dalla mia lentezza.
«Accendi la televisione», non gli faccio aggiungere altro, quindi mi dimeno come una balenottera spiaggiata sul letto per riuscire a raggiungere il comodino e agguantare il telecomando.
Premo sul tasto di accensione e...è allora che lo vedo. La bocca spalancata come un bambino che si trova per la prima volta davanti ai cancelli di DisneyWorld.
Non posso crederci.
«Pronto? Ci sei?», sul pavimento le parole di Colin fuoriescono dall'altoparlante. Ma io lascio il telefono dove è caduto, finché probabilmente non è lui a riattaccare.
I miei occhi incollati alle immagini proiettate sulla TV a parete. Un misto di incredulità e speranza divampano nel mio intero corpo e qualcosa mi dice che forse non è ancora finita per me.
A quanto pare, alcune fonti non ancora identificate hanno fatto trapelare la notizia sull'ennesimo raggiro messo in atto da Rafael Riviera. Da quanto dicono, sarebbe riuscito ad ingannare decine di famiglie con la vendita di case fantasma. Ville e appartamenti spacciati per progetti in via di costruzione, quando in realtà non sarebbe mai neppure stata proposta l'idea di avviare possibili lavori sui lotti in questione.
Eppure, l'ha fatta franca anche questa volta. Grazie alla sua schiera di avvocati e di conoscenze nel mondo della politica, nessuno è ancora riuscito a documentare i suoi atti truffaldini e mettergli le mani addosso.
Ed è qui che entro in gioco io.
Con la furia di una leonessa all'attacco e la goffaggine di un pinguino nel suo dopo sbronza, mi fiondo a recuperare lo smartphone dalla moquette su cui l'ho abbandonato.
E prima che possa anche solo rendermene conto sto chiamando Mark.
Mi sento come se avessi ingurgitato un'intera caffettiera, perché quando risponde non gli do nemmeno il tempo di aprire bocca che parto come un fiume in piena. «Devi farlo scrivere a me. Non a Natalie. Devi darmi la possibilità di dimostrarti che io quel posto lo merito più di chiunque altro in quel maledetto ufficio! E non per la mia bravura a soddisfare le tue malate perversioni.» okay, questa potevo pure risparmiarmela.
Ad ogni modo, lui non fiata. Soltanto il suono del mio respiro ansimante e del mio cuore galoppante che minaccia di fuoriuscirmi dal petto.
Allontano il telefono dall'orecchio per assicurarmi che mi abbia sentita, ed è proprio allora che risponde: «Di cosa stai parlando, Ginger?», il suo tono da bambino dell'asilo mi urta nel più profondo dei modi. Per non parlare della palese irritazione che traspare dalla sua voce. Come se lo avessi interrotto da qualcosa di più importante. Tipo i suoi nauseanti passatempi fetish. Che orrore.
«L'articolo su Rafael Riviera. Assegnalo a me», dico, risoluta.
Mentre lui sembra starci pensando su, continuo a fare avanti e indietro da una parte all'altra della stanza, implorando l'universo di concedermi un'ultima possibilità di riscattarmi.
«E perché mai dovrei assegnare l'incarico di un articolo di così grande portata ad una, se così posso chiamarti, "giornalista", che avrà scritto sì e no due colonne di giornale dall'inizio della sua carriera?», avverto il suo sorriso beffardo dall'altra parte. Che gran pezzo di me-
Mi trattengo dallo sputargli contro che è solo colpa della sua mente depravata se sono ancora ferma a questo punto della mia carriera.
No, un attimo.
Fermi tutti.
Colpo di genio.
«Perché sono l'unica qui ad aver preso contatti con una persona molto, ma molto vicina a Riviera. E posso assicurarti che non parlerà con nessun altro al di fuori di me», lancio la bomba.
«Sì, ma-»
«Tu ci tieni alla tua reputazione e al primato del "Titan" in veste di miglior testata giornalistica della città, o sbaglio, Mark?» ghigno, consapevole di avere il coltello dalla parte del manico.
«Arriva al punto.» replica stizzito.
«Il mio contatto è un uomo molto vicino alla cerchia di Riviera. Se riesco a farlo parlare, e ci riuscirò, avrò in mano la chiave per surclassare il tuo giornale al più letto dell'intera nazione.
E non puoi negarlo. Sai meglio di me quanto scalpore stanno riscuotendo le sue attività fraudolente in giro per il paese.
Immagina il successo che ne trarresti se fosse proprio il "Titan" il primo a renderne noti i dettagli», vomito una parola dietro l'altra con trasporto.
Silenzio.
E ancora altro silenzio. Eppure, risulta essere ancora in linea...
Finalmente sembra resuscitare da una lunga seduta di meditazione: «Fai quello che devi fare.», e vai così, Ginger! Sei-
«Al minimo errore passerò il lavoro a Natalie.», e ti pareva. Il mio entusiasmo viene sostituito da insulti nei suoi confronti che però non fanno in tempo a prendere forma nella mia mente, perché continua con riluttanza: «Se invece dovessi riuscire a portarlo a termine senza intoppi, allora forse, e dico forse, considererò l'idea di una tua possibile promozione.»
Cosa? Ripeto: cosa?
Time-out.
Ho paura di non aver sentito bene.
«Fammi avere tutti i dettagli appena ne sarai entrata in possesso.», e con questo riattacca, lasciandomi in piedi al centro della stanza, impietrita come se avessi appena visto un asteroide precipitare fuori dalla finestra.
O. Mamma. Mia.
Per tutti gli elefanti volanti.
Sarò una reporter.
Sarò una fottutissima reporter!
Devo dirlo ai miei genitori.
E a Melanie.
E sbatterlo in faccia a quella spocchiosa di mia cugina.
A bloccarmi dal premere il dito sul tasto di chiamata è la fredda e dura realtà che mi colpisce come un secchio di acqua gelata: io non ho nessuna fonte.
Cosa diamine mi è frullato nel cervello per mentire in modo così irreparabile?
Mi abbandono a peso morto sul letto, i capelli sparsi tutti intorno al mio viso in un ammasso disordinato. E mentre rifletto a tutte le possibili vie di uscita da quest'ulteriore situazione a dir poco scomoda, l'immagine di Ethan Price si insinua nella mia testa.
No. Cattiva idea.
Pessima idea.
E poi, se anche fosse, starei già passeggiando al fianco di Hemingway nell'altro mondo, prima ancora di poter solo sperare di riuscire ad estorcergli qualche informazione.
Quell'uomo è più impenetrabile di una roccia.
Tutto d'un tratto, quasi a farlo apposta, dei secchi colpi alla porta mi fanno alzare di soprassalto.
Seduta accanto alla mia valigia con il cuore in gola e le mani improvvisamente sudate di freddo, aspetto che la persona dall'altra parte si identifichi.
Quando dopo svariati istanti l'incalzante ritmo si interrompe, tiro un sospiro di sollievo.
E allora posso tornare a ragionare in maniera quasi del tutto lucida, rammentando un piccolo e insignificante dettaglio: devo andarmene da qui.
Alla svelta.
Riposti completamente alla rinfusa gli ultimi oggetti nel mio bagaglio, infilo una giacchetta di jeans chiaro, quindi faccio qualche passo verso la porta. Ma prima ancora che possa sfiorare la maniglia, questa viene abbassata da qualcuno dall'altra parte.
Ma che diamine...
Sull'uscio, è il truce sguardo di Ethan Price a paralizzarmi sul posto, e la terribile fitta nel mio stomaco si acutizza.
Perplessa e al contempo spaventata, il mio primo istinto è di mettermi a urlare e colpirlo con il primo oggetto a portata di mano, ma una vocina nella mia testa mi suggerisce di fare un'uscita di scena e fiondarmi giù dal balcone in pieno stile 007.
Certo è che devo mettermi al sicuro.
Perché i suoi occhi scuri ridotti a due fessure non promettono niente di buono.
Si salvi chi può.
•••
Bene, bene.
Le cose cominciano a farsi interessanti 🧐
Vi avviso che FINALMENTE (gridolino di gioia) dal prossimo capitolo entreremo nel vivo della storia, quindi munitevi di una bella scorta di popcorn perché si comincerà a vederne delle belle 😏
Cosa pensate succederà nel prossimo capitolo?
La nostra aspirante James Bond riuscirà a mettersi in salvo? E Ethan che piomba nella stanza di Ginger così all'improvviso? Non so voi, ma a me fa tanto effetto "Scream" 🤣
Per il resto, cosa ne pensate della storia finora?
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Ci tengo al vostro parere ❤️
Buon fine settimana, a presto 🥰
Un bacio,
- Stella
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