Parte 28.
Un altro tratto di penna segna il mio destino questa sera.
Sapete, ciò di cui ho sempre avuto desìo è sempre stata la possibilità di poter manifestare la mia volontà.
Purtroppo la mia strada ha poche orecchie che si prestano all'ascolto e tante bocche che parlano.
Purtroppo in questo manto scarlatto non ci sono tanti soli ad illuminare il mio cammino.
Ho iniziato a imprimere ciò che mi rendeva infelice da quando ho iniziato a capire che avevo la possibilità di trasferire, in qualche modo, il mal che m'opacizzava l'anima.
Avrei voluto essere forte, essere io stesso quel male, così da non soffrirne, ma purtroppo nella vita ognuno nasce con uno scopo, nessuno decide d'esser pietra o d'esser acqua.
Molti passano la vita a calcificarsi, perché pensano che esser pietra sia meglio che esser acqua.
Esser acqua è esser trasparenti alla vita, farsi passare attraverso ogni esperienza, inglobarla in se, condividere pathos.
Esser pietra è esattamente il contrario, chi è pietra non si lascia attraversare da nulla, non permette alla vita di toccarlo.
Molte persone pensano che la pietra sia piú forte dell'acqua, così essendo acqua, passano la vita a calcificarsi, divenendo via via sempre piú opachi, sempre piú impenetrabili, andando contro il loro stesso scopo.
Sentire dolore non è esser deboli, non riuscire a sentirlo per via del fatto che non si riuscirebbe a sopportarlo lo è.
Nessuno sceglie di essere forte, nessuno sceglie di nascere, dunque, s'io sono come sono, così differente da voi quasi da farvi paura o scherno, che colpa ne ho? Io non posso cambiare la mia profonda indole in quella che voi apprezzate, posso solo renderla migliore, posso solo essere me stesso.
Ho passato la vita a seminare il mio dolore in ogni cosa che facevo, lasciando in giro pezzi di me come un Horcrux così da diventare immortale.
Finché un solo foglio con una sola lettera che ho scritto rimarrà a qualcuno di voi, io non sarò morto.
Finché un solo colore, una sola sfumatura di un singolo frammento di un disegno che v'ho donato rimarrà nelle mani vostre, io non sarò morto.
Dunque se volete davvero uccidere un uomo, non limitatevi a disattivare il suo corpo, a pugnalarlo.
L'unica cosa che davvero uccide un uomo è l'assenza del ricordo, la sua dimenticanza, quando nessuno piú ha tra le mani e nella testa un pezzo della sua anima.
Un giorno probabilmente morirò anche io, tutto ciò che ho fatto per voi svanirà nel dimenticatoio, la carta sarà polvere, i ricordi, nebbia.
Un giorno morirò, ma tutti gli altri no.
Siamo soltanto un ammasso di frammenti che cercano di unirsi con altri frammenti, perché in fondo un giorno tutti speriamo di diventare un mosaico.
Il terreno brucia, il cielo piange, s'io fossi morto non conoscerei il dolore, la morsa sul petto, sulla gola, un coltello nei visceri, un urlo strozzato.
La pietra non può che affondare nell'acqua, perché in fondo per quanto una cosa possa fare male, se la renderai parte di te, non ne sentirai piú il peso.
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