Parte 11.
La luce parzialmente penetra nelle pareti del mio antro che sembra quasi la mia cella.
Un frammento di cielo s'intravede dalle tapparelle quasi completamente abbassate.
Il mio respiro si fa sempre piú consapevole.
La vita è uno specchio di ciò che sei.
La vita che hai è la rappresentazione teatrale di quello che sei.
Se dentro sento i vermi lacerare i lembi di carne e strisciarmi nell'anima, incontrerò vermi che dopo aver lacerato i lembi della mia esistenza, continueranno a strisciare nella mia vita e a rubarmi energie e tempo.
All'improvviso nel mio paradiso s'era spenta la luce.
Come una bomba atomica, un sole nero di tristezza era esploso e non sapevo il perché.
Così tutto era evaporato in aria tra rombi e tuoni silenziosi, ogni cosa s'era scolorita.
Il vuoto, il nero, il grigio, le urla verso un cielo di cenere.
L'estinzione, una supernova vacua che inghiottiva con le proprie radiazioni ogni parte bella di ciò che mi rappresentava.
Le catene di piombo marchiate sulla mia pelle fusa dal calore gelido di un male che ormai m'aveva preso a se.
A volte quando si è bambini la società è dura, con un semplice gesto di rifiuto possono spegnere la tua stella.
Così sono sbiadito, vaporizzato tratto tratto.
Il mio disegno piangeva inchiostro e io svanivo.
Un Dio vacuo che si dissolve nel suo stesso nulla.
Poi qualcosa dentro me si è svegliato.
Le mie pupille nere come pece si sono ristrette, le mie iridi scure come il mio cuore in cancrena si sono schiarite, la luce ha invaso tutto.
Come un'esplosione ancora piú grande di mille bombe atomiche.
Calda, inarrestabile luce che ha trascinato via tutti i grumi di inchiostro nero nella mia anima.
L'acqua era trasparente, non piú nera.
Potevo vedere di nuovo la mia carne.
L'onda d'urto ha colorato la mia vita e non so nemmeno come.
Io, una Mummia, sto tornando faraone.
Il mio trono d'oro è ancora lí dove l'avevo lasciato.
Mi sono trovato davanti a uno specchio.
Ho visto me stesso senza piú i giudizi degli altri.
Ho visto me stesso senza piú le catene.
Ho visto me stesso come ero realmente.
Ho capito che il primo passo per risalire dal fondo del cratere dove tutti cadiamo è accettare che ci siamo caduti.
Ho capito che il primo passo per risalire è accettare se stessi così come si è.
Ho capito che la mia vita è l'opera teatrale che rappresenta il mio modo di vedermi.
Voglio che quando calerà il sipario, tutti quanti applaudano non perché sono felici che lo spettacolo sia finito, ma perché si sono resi conto che non finirà mai.
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