Cosa sentirebbe quel Dio?
Dicono che noi siamo umani, che siamo diversi dagli animali perché abbiamo un cervello "pensante", come se questo ci facesse essere esenti da tutte le regole dell'universo.
Dicono che noi valiamo di più, che la nostra vita vale di più di quella di un fiore, di un cane, di un insetto.
Dicono che noi siamo evoluti, che noi siamo il progresso.
Quando guardi un formicaio in pieno giorno vedi formiche uscire ed entrare di continuo, fare avanti e dietro incessantemente, senza sosta, portando piccole molliche, fiori, semi, insetti e carcasse dentro il loro formicaio.
Hanno le loro gerarchie come le formiche operaie, soldato e la formica regina.
Quando guardo una città dall'alto non vedo altro che sagome umanoidi agitarsi come formiche, fare avanti e dietro, dentro e fuori dai loro formicai alti 3, 4, 20 piani.
Li vedo lavorare, gli operai, le forze dell'ordine e i politici, tutti a fare il loro dovere per far crescere la loro immensa colonia di 7 miliardi di individui, creare nuovi formicai con vista sul mare, o più piccoli in montagna.
Da dentro pensiamo di essere degli Dèi, pensando di aver avuto il "dono" della parola, del pensiero, dell'intelligenza solo perché sappiamo guardare luci attraverso uno schermo piatto.
Pensiamo che il mondo è qui per ospitarci, e che tutto ciò che esiste esiste per noi.
Pensiamo di valere di più, solo perché vediamo la vita all'interno del nostro formicaio e tutto ciò che c'è fuori non lo comprendiamo, perde di senso, così ci inventiamo leggende su una vergine che si è fatta ingravidare da un Dio.
Su un uomo con la faccia da uccello che è il Dio del sole, sul fatto che se siamo nati nel mese dell'anno sfigato abbiamo una scusa per giustificare il nostro essere stronzi.
Ma da fuori? Dall'alto come appariremmo? Come ci vedrebbe quel Dio che tanto ci vantiamo di pregare?
Le parole non sono che versi sofisticati, agli occhi di un cane le nostre parole sono solo versi strani.
Il pensiero è solo uno strumento che pensiamo di avere, che ci appartenga, ma in realtà è intrinseco nell'avere un cervello e tutti gli animali con un cervello chi più, chi meno, sono in grado di pensare. Esiste un gorilla, morto l'anno scorso che con il nostro linguaggio dei segni ha detto "uomini stupidi!".
Il mondo è qui prima ancora che quel Dio pensasse di crearci, siamo noi ad aver infestato il mondo, non è il mondo a essere qui per noi, non siamo noi a dover sopravvivere grazie alle sue risorse è lui a dover resistere malgrado noi.
Visti dall'alto non siamo che 7 miliardi di formiche che infestano una mela gigante chiamata terra e si agitano incessantemente per sopravvivere consumandola e cercando di preservare i loro ruoli gerachici.
Non siamo che animali, banali e forse più stupidi degli altri perché abbiamo la presunzione di credere che la nostra vita valga di più di quella di chiunque altro.
Abbiamo la presunzione di credere che gli altri animali non abbiano capacità intellettive.
La stupidità è proprio questo: screditare tutto ciò che non ci appartiene solo perché non sappiamo comprenderlo, solo perché non abbiamo i mezzi per comprenderlo, né forse, li avremo mai.
E cosa dovrebbe sentire quel Dio che assilliamo perché la nostra ex moglie ci ha messi le corna, o perché non abbiamo avuto i soldi per comprare l'Iphone?!
Arrivano solo versi, versi di tante formiche troppo occupate a credersi padrone di una mela che era lì prima ancora che esistessero, troppo occupate a credersi superiori, ma non così tanto da comprendere che a noi stessi non frega un cazzo di ciò che dicono le formiche.
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