45 - Sotto attacco
Cap Gris-Nez, 26 marzo 1999
Severus Piton
Erano passate due settimane da quando Severus si era separato da Harry e la lontananza cominciava a pesargli in maniera indescrivibile.
Le notizie dal Regno Unito si facevano ogni giorno più cupe perché solo due dei bambini rapiti erano stati ritrovati al momento, e la popolazione si stava lamentando a causa della prolungata assenza di Kingsley che alla fine, per mantenere le cose sotto controllo, aveva dovuto abbandonare le sedute straordinarie della Confederazione Internazionale e tornare al Ministero.
Nel frattempo Andromeda e Narcissa, non senza molte urla e con un certo dispendio di maledizioni non troppo invalidanti, erano riuscite nel doppio intento di tenere focalizzato su di loro l'interesse degli abitanti del casale e di riuscire a raggiungere una specie di pace provvisoria.
Proprio per quello, quando Kingsley era dovuto tornare nel Regno Unito, avevano entrambe suggerito che il Ministro avrebbe potuto delegare Narcissa, come sua portavoce per i futuri interventi presso la Confederazione Internazionale.
In effetti, sebbene per la Legge inglese questo non sarebbe stato possibile, risultò invece che era del tutto valido avere un portavoce che non avesse lo status di mago o strega ma solo di creatura, per le sedute della Confederazione Internazionale, perché molti paesi membri avevano accettato come loro pari Veela, Licantropi e altre creature, quindi il cavillo era a disposizione e loro lo sfruttarono.
Ovviamente Narcissa era la persona migliore per il ruolo, perché sapeva tutto quello che c'era da sapere sulla questione Alpha e Omega e inoltre aveva fascino, carisma e una parlantina veloce e invidiabile.
Andromeda, per quanto i rapporti tra le sorelle fossero ancora tesi, aveva insistito per accompagnarla e così, adesso, Severus si sentiva un po' più solo, lì nel casale.
Astoria era poco più che una ragazzina ed era stata sua studentessa fino a pochi mesi prima, quindi Severus di certo non la considerava una confidente ma almeno poteva consolarsi con la compagnia di Molly, quando entrambi erano liberi dai doveri che si erano assunti.
Severus stava continuando a preparare un ingente quantitativo di pozioni per ogni evenienza, anche se odiava dover lavorare coperto dalla testa a piedi e con pesanti maschere per non inalare i fumi, che avrebbero potuto essere tossici per la sua bambina, mentre Molly si era assunta il ruolo di sovrintendente della cucina che adesso, a causa del numero elevato dei presenti, era stata ampliata alle dimensioni di una piccola piazza d'armi.
Tutto il casale era stato magicamente espanso per ospitare le famiglie dei bambini che erano state attaccate dal gruppo di Alpha sovversivi, e adesso l'affollamento era incredibile.
Anche con i piedi gonfi la schiena dolorante per le ore passate sui calderoni, Severus era grato di poter avere un piccolo laboratorio tutto per sé, dove rinchiudersi per lasciarsi alle spalle la perenne confusione.
Quel giorno si trovava lì anche se non stava producendo nulla, cercando di rilassarsi: leggeva una stupida favola per bambini, con voce infantile, sperando che questo servisse a calmare la piccola June, che non aveva fatto altro che scalciare fin dal giorno prima.
S'interruppe un momento e sospirò, esasperato dall'ennesimo calcio.
"Lo so che ti manca tuo padre, piccola, ma non posso farci niente, mi dispiace!" Disse con voce normale, sperando davvero che la minuscola peste lo potesse sentire e capire.
Si mise le mani sulla pancia e, all'improvviso, la casa tremò fino alle fondamenta.
Severus scattò in piedi il più in fretta possibile, la bacchetta già in mano e pronto a uscire, pensando a un terremoto o...
Si chiese se quella zona fosse soggetta a terremoti, mentre usciva nel corridoio, già invaso di persone che spingevano per uscire mentre i muri, il pavimento e il tetto tremavano.
"State calmi! State calmi e rientrate nelle vostre stanze!" Stava gridando quello che Severus riconobbe come un Auror francese solo grazie alla sua divisa.
Molti urlavano insensatamentem mentre altri domandavano che cosa stesse succedendo ma nessuno sembrava avere le risposte che tutti cercavano.
Severus, rendendosi conto che quell'affollamento avrebbe potuto essere pericoloso, fece qualche passo indietro e tornò nel suo laboratorio.
Per prima cosa corse alla finestra cercando di vedere, nell'oscurità della sera, se ci fosse qualcosa all'esterno.
Le esplosioni di luce, e un vago lucore soffuso, gli dissero che erano sotto attacco e che qualcuno stava cercando di forzare le difese che erano state poste su quel luogo.
Quella non poteva di certo essere una buona notizia, così chiuse a chiave la porta della stanza per evitare che qualcuno, preso dal panico, entrasse lì e creasse scompiglio tra i vari calderoni di pozioni in diversi stadi di produzione.
Se aveva imparato una cosa, in anni passati in una scuola piena di bambini indisciplinati, era quella di proteggere sempre al meglio il suo laboratorio.
Lanciò un paio d'incantesimi aggiuntivi e poi si smaterializzò nella cucina, sperando di trovare Molly e magari anche qualche risposta alle sue domande.
Appena apparve nella stanza vide subito che gli elfi si erano rintanati sotto i tavoli e che Molly era addossata alla parete di fondo, con le spalle al muro e la bacchetta alzata, mentre i suoi occhi puntavano alternativamente alla porta e alle finestre.
"Molly!" La chiamò per attirare la sua attenzione e non rischiare che la donna lo schiantasse, non sapendo chi era.
"Severus, siamo sotto attacco!" Rispose lei rapida.
"Quello l'ho capito ma da parte di chi? Quegli Alpha non possono davvero aver attraversato la Manica per..."
Un Auror fece irruzione in cucina e, immediatamente, si trovò due bacchette spianate sulla faccia, che furono abbassate molto lentamente.
L'uomo mantenne un contegno grave e, con fare spiccio, disse:
"Signor Piton, abbiamo bisogno di lei. Qualcuno ha fatto il suo nome, dicendo che è un esperto sulle tattiche dei maghi inglesi."
Severus non sapeva se fosse vero o se qualcuno, travestito da Auror, avesse già fatto irruzione nella casa e quello fosse un tranello per fargli abbassare la guardia, così la sua natura sospettosa prese il sopravvento, facendogli tenere l'Auror sotto tiro mentre lanciava un 'Finite Incantatem'.
L'incantesimo non avrebbe di certo rimosso l'effetto di una Polisucco ma avrebbe quantomeno cancellato delle trasfigurazioni e, cosa più importante, avrebbe annullato sia gli incantesimi cancella odori sia quelli di traduzione che tutti gli Auror francesi stavano usando per parlare con gli esuli.
"qu'à-t-il fait?" Disse di getto l'uomo, rendendo palese la sua nazionalità, quantomeno.
Severus sperò ardentemente che il gruppo sovversivo non avesse appoggio anche in Francia e, dopo aver riapplicato al volo l'incantesimo di traduzione, spiegò:
"Volevo accertarmi della sua identità e non avevo altro modo, non conoscendola e non potendole porre domande personali!"
L'uomo annuì grave e poi riprese:
"Lei è sicuramente la persona di cui abbiamo bisogno." Fece due passi avanti e si mise in fronte a Severus, che non poté evitare di notare che Molly, al suo fianco, aveva ancora la bacchetta alzata per ogni evenienza.
"Siamo sotto attacco. Al momento stanno cercando di sfondare le barriere con la forza e il loro numero sembra essere almeno il doppio del nostro. Se riescono a entrare, non saremo in grado di trattenerli a lungo."
Severus cercò di pensare in fretta.
Gli Omega erano del tutto inutili in battaglia, sia perché sarebbero stati bloccati dagli ordini degli Alpha sia perché quasi nessuno di loro aveva una formazione magica adeguata.
Nel casale però c'erano, al momento, anche molte normali famiglie magiche... probabilmente molti di loro erano gli stessi che si erano nascosti, durante l'ultima guerra, proprio per evitare i combattimenti...
"Potete chiedere rinforzi?" Chiese Severus lanciando uno sguardo al camino ma l'Auror scosse la testa.
Hanno interrotto il collegamento via Metropolvere prima di iniziare l'attacco e un gufo impiegherebbe troppo tempo e potrebbe essere intercettato."
"Uno di voi può smaterializzarsi per chiedere aiuto?"
"No. Sono stati abili. Hanno messo delle protezioni sopra le nostre per impedirci di uscire. E' un assedio."
Severus si ricordò in quel momento chi comandava il gruppo di attaccanti:
"Sono comandati da un'ex Auror. Probabilmente conosce tutti i trucchi del mestiere. Dobbiamo pensare fuori dagli schemi." Disse Severus pensando a ogni modo possibile per mettersi in comunicazione con qualcuno.
Ricordò le monete che Harry e il suo gruppo avevano usato per comunicare tra loro ma non avevano niente del genere a disposizione... doveva pensare a qualcos'altro.
Volse lo sguardo intorno a sé, come se qualcosa nella stanza lo potesse aiutare e poi...
"Ho un'idea ma potrebbe essere rischiosa." Disse all'improvviso mentre l'uomo già stringeva i denti e diceva:
"Qualunque idea è meglio di nessuna idea e noi siamo qui per svolgere il nostro dovere e proteggervi, a ogni costo."
Severus tentennò per un momento... se qualcosa fosse andato storto, Harry probabilmente ne sarebbe stato devastato...
"Non è rischioso per voi ma per me." Disse con voce sommessa, poi spiegò:
"Posso trasfigurarmi in uno degli altri Omega, uno di quelli fuori di senno, poi correrò verso le barriere urlando che voglio tornare a casa dal mio Alpha... Se pensassero che non sono una minaccia, e che sono un Omega che sta cercando di tornare sotto il loro controllo, potrebbero non attaccarmi e lasciarmi superare le barriere indenne. Una volta fuori potrei smaterializzarmi altrove e chiedere aiuto."
L'uomo lo osservò con qualcosa che poteva essere ammirazione ma poi disse subito:
"Il piano è valido ma lo faremo eseguire a uno dei miei uomini."
"Non funzionerà." Disse subito Severus. "Per via dell'odore. Sapranno subito che non è un vero Omega. Devo essere io."
Mentre l'Auror rifletteva, Molly disse con piglio sicuro:
"Non funzionerà nemmeno se lo fai tu. Sentiranno l'odore della gravidanza e, se sanno che gli Omega di Nott e degli altri non erano gravidi quando sono stati trasferiti, ci metteranno poco a insospettirsi perché la tua gravidanza è nota a tutti."
Severus si maledì per non aver pensato a quel particolare ma annuì:
"Vero, ma potrebbero non sapere se gli Omega erano gravidi o meno. Posso rischiare."
"No." Disse l'Auror. "In questo modo il rischio è troppo alto. Dobbiamo trovare qualcun altro. Ci sono Omega non gravidi in grado di smaterializzarsi, tra voi?"
Con Narcissa lontana e gli altri Omega che non avevano mai frequentato Hogwarts, non avevano nessuno e Molly lo disse mentre Severus obiettò piano:
"Ci sarebbe Astoria. Potrebbe... non so se sia in grado di smaterializzarsi..."
Vide immediatamente le labbra di Molly assottigliarsi.
"E' poco più di una bambina!" Disse la donna contrariata e Severus ribatté rapido:
"E' maggiorenne ed è la nostra migliore possibilità. Dobbiamo trovarla e chiederglielo, quantomeno."
Ministero della Magia, 26 marzo 1999
Harry Potter
Era quasi sera, ormai, quando Harry e Ron poterono finalmente lasciare la palestra di addestramento degli Auror.
"Hey Compagno, che cosa ne dici di passare la sera alla Tana? Ci sono anche Bill, George e Percy! Ginny e Hermione si sono incaricate della cena e, anche se non sono brave come mamma, di certo non gli darà fastidio avere una persona in più... è tanto che non ceniamo insieme!" Propose Ron tranquillo e Harry gli sorrise perché, sebbene la Tana senza Molly dovesse essere un posto un po' più triste, di sicuro non gli avrebbe fatto male passare una serata con i suoi migliori amici invece che a Villa Malfoy, dove si sentiva sempre leggermente fuori posto in mezzo a tanto lusso.
Non voleva certo dire che si trovasse male, in compagnia di Draco e...
"Che cosa ne pensi se avvisiamo le ragazze e magari... uhm... invitassimo anche Draco? Sarebbe carino, no?"
Harry sapeva che le vecchie ruggini tra Draco e Ron a volte tendevano ancora a riemergere ma, in quel momento, sentiva di avere bisogno di quanti più amici possibile.
"Certo. Ottimo! Mentre tu vai all'ufficio di Kingsley per sentire le novità di oggi, io chiamerò Draco e avvertirò Hermione e Ginny di aggiungere due posti! Sarà bello avere un po' di gente... papà è uno straccio da quando mamma è partita!"
Harry sentì una brutta stretta al cuore, perché non faticava per nulla a immaginare come dovesse sentirsi Arthur adesso che Molly era lontana.
Almeno Ron, Hermione e anche Ginny, avevano momentaneamente lasciato la scuola per aiutarlo ed essergli vicini, quindi almeno Arthur sarebbe tornato dal lavoro la sera e avrebbe trovato qualcuno, mentre la casa di Harry era disperatamente vuota.
"Andata! Ci rivediamo nell'atrio?"
"Certo amico!"
Harry si allontanò sorridendo perché Ron aveva sempre quell'effetto su di lui: anche nei momenti peggiori riusciva sempre a trovare un modo per farlo sentire parte della famiglia e, di quello, gli era estremamente grato.
Si diresse verso l'ufficio di Kingsley, come faceva ormai tutte le sere, per sapere come stavano andando le cose e se c'erano notizie dei bambini rapiti o di dove si nascondessero gli Alpha sovversivi con gli Omega che possedevano.
Durante l'assenza del Ministro era stato Martin, l'Auror Clagg, ad aggiornare Harry e lui, approfondendo la conoscenza con l'uomo, aveva quasi cominciato a rimpiangere la sua decisione di non frequentare l'addestramento Auror.
Martin era un brav'uomo ma, soprattutto, era il genere di persona che Harry sarebbe voluto diventare: era dedito al suo lavoro e credeva, con tutto il cuore, di dover far di tutto per proteggere la gente.
Erano cose che Harry poteva condividere e, quando aveva saputo che l'uomo era stato per anni compagno di Kingsley, la sua ammirazione si era alzata di un'altra tacca.
Forse, poiché Severus aveva deciso di licenziarsi, avrebbero potuto parlarne e magari Harry fra qualche anno, quando i bambini fossero stati un po' più grandi, avrebbe potuto riconsiderare la sua vecchia idea di carriera.
Pensare a Severus gli riportò un po' di malinconia e così controllò il suo Legame e sorrise.
Qualcuno stava irritando il suo Omega, si rese conto, anche se non doveva essere nulla di grave perché il sentimento era anche pieno d'affetto.
Chissà a cosa era dovuta la sua irritazione, si chiese curioso ma poi accantonò anche quel pensiero ed entrò nell'ufficio del Ministro.
Kingsley lo stava aspettando, come ogni sera, e appena Harry entrò l'uomo scosse la testa:
"Non abbiamo nessuna novità, Harry, mi spiace."
Harry sospirò e si sedette.
"Non dispiacerti, so che di certo gli Auror stanno facendo il possibile, così come tutte le persone coinvolte nelle ricerche... è solo che è frustrante dover venire qua, ogni giorno, solo per restare seduto in attesa di qualcuno che so già non si presenterà. Mi sento piuttosto inutile."
Kingsley gli fece un gesto incoraggiante:
"Devi solo resistere altri quattro giorni, poi tutte le sfide che hai lanciato saranno scadute e tu potrai aggregarti alle ricerche."
Harry annuì e poi chiese:
"Le liste delle proprietà intestate agli Alpha purosangue che vi ha passato Lucius, hanno prodotto dei risultati?"
Il Ministro scosse la testa.
"No. Abbiamo avuto un colpo di fortuna ma è chiaro che, quelle persone, devono aver capito in fretta come li abbiamo trovati e non ripeteranno l'errore. Se anche tenevano gli Omega e i bambini in alcune di quelle proprietà, sono stati veloci nello spostarli e non abbiamo idea di dove sia la loro base operativa."
Harry si fece pensieroso per un momento, poi chiese:
"So che è il tuo lavoro e non il mio, e probabilmente lo hai già fatto, ma avete provato a chiedere all'Auror Broadmoor? Dopotutto era il compagno di squadra di McKinnon e forse sa dove potrebbero nascondersi..."
"Non c'è nemmeno stato bisogno di interrogarlo, Harry." Rispose Kingsley serio. "Broadmoor si è presentato da solo per proporre una lista di tutti i possibili posti che sapesse essere legati a McKinnon, ma anche quello è stato un vicolo cieco."
Con nient'altro da dire, Harry fece per congedarsi da Kingsley e raggiungere Ron nell'atrio ma una fitta di terrore lo bloccò dove si trovava.
Severus aveva paura.
Non era uno spavento dovuto a qualcosa che si era infranto all'improvviso vicino a lui, facendolo sussultare, era proprio terrore...
"Merlino, no!"
Kingsley lo guardò incerto e poi chiese:
"Che cosa c'è che non va?"
Harry lo fissò a occhi sbarrati e poi disse in fretta:
"Non lo so ma qualcosa sta andando molto male in Francia! Severus è spaventato e sai che non è tipo da impensierirsi per una stupidaggine!"
Kingsley si girò di colpo verso il camino, dicendo:
"Se stesse succedendo qualcosa avrei ricevuto una comunicazione, Harry. Probabilmente non è nulla."
Harry gli fece un gesto stizzito:
"No, non capisci! Qualunque cosa sia, sta accedendo adesso! Tu potresti averne comunicazione come...? Non ci sono collegamenti via Metropolvere tra qui e la Francia..."
Kingsley lo guardò con uno strano luccichio negli occhi e poi spiegò:
"Harry, anche se la Metropolvere non comunica con la Francia, il casale dove si trovano gli Omega è protetto dagli Auror francesi. In caso di problemi potrebbero smaterializzarsi oltre la Manica e, in un paio di salti, apparire ovunque nel Regno Unito. La comunicazione avverrebbe quasi istantaneamente." Poi, dopo una breve esitazione, aggiunse: "Se ti tranquillizza posso chiamare l'ufficio Auror."
Harry indagò nel Legame e sentì che la paura di Severus non si era placata per nulla così disse, con il cuore in gola:
"Sì, ti prego... se non lo fai giuro che andrò a controllare di persona perché..."
"Tranquillo, ci vorrà solo un momento."
Cap Gris-Nez, 26 marzo 1999
Severus Piton
"Lo farò." Disse risoluta Astoria e, nei suoi occhi decisi, Severus vide sia la paura che la determinazione.
Gli Auror avevano fatto radunare tutti nella sala da pranzo, poiché era la stanza più grande della casa e, quando gli attaccanti fossero riusciti a entrare, avrebbero almeno potuto cercare di tenere gli Omega e i bambini al centro, nel punto più difeso e circondati da tutti gli altri, sempre se non fossero riusciti ad approntare alcune barriere magiche improvvisate sullo scantinato, cosa che un paio di Auror stavano cercando di fare.
"Resta la possibilità che uno di loro ti ordini di bloccarti e ti renda impossibile andartene, lo sai, vero?"
Disse il capo degli Auror, che ora Severus sapeva chiamarsi Octave.
La ragazza lo fissò e poi lentamente si girò verso Severus, che sostenne il suo sguardo, e chiese:
"Posso essere assordata in qualche modo? Ci sono incantesimi per... non farmi sentire gli ordini?"
Severus sapeva che esisteva una pozione che dava sordità temporanea ma era usata perlopiù per gioco e non ne aveva mai prodotta una, così disse con sincerità:
"No, non ci sono incantesimi. Il modo più rapido, ed efficace, sarebbe perforarti i timpani, ma è molto doloroso e, se restassi stordita, sarebbe tutto inutile." Poi, dopo un momento, aggiunse: "Non sarebbe per sempre. E' una cosa che può essere curata facilmente con la magia e posso darti una pozione antidolorifica che attenuerà il dolore."
La ragazza stinse i pugni e, con una luce omicida negli occhi, disse:
"Fallo. Posso resistere. Devo solo correre verso le barriere e poi smaterializzarmi. Ce la posso fare."
Severus la fissò.
Era troppo giovane per trovarsi in mezzo a una battaglia e per essere presa da un gruppo di Alpha che l'avrebbero violentata, ingravidata e fatta impazzire.
Era troppo giovane come lo erano stati molti degli studenti di Hogwarts quando, meno di un anno prima, avevano partecipato alla battaglia contro Voldemort.
Chiuse gli occhi e disse:
"Va bene. Siediti."
Astoria ubbidì e, sebbene in molti stessero seguendo la scena, nessuno fiatò.
L'unico rumore che si sentiva erano i gemiti e i pianti di alcuni bambini.
Severus puntò la bacchetta contro l'orecchio della ragazza e mormorò un lieve incantesimo di perforazione.
Dalle urla e dal sangue che ne seguirono, fu quasi certo di essere riuscito nel suo intento.
Astoria si piegò in due mentre il sangue le usciva dall'orecchio colpito e le colava sul collo. Il suo urlo era stato alto ma breve e lui le lasciò il tempo di riprendersi, sperando che lo facesse e che tutto quello non fosse stato inutile.
La ragazza si sollevò piano e lui disse:
"Come va? Senti ancora la mia voce da questo lato."
Lei, con i denti ancora stretti per il dolore, disse di no e poi gli fece cenno di proseguire ma, quando alzò la bacchetta, Molly gli afferrò il polso per il tempo di dire:
"Aspetta." La donna si tolse dal grembiule un piccolo tacchiuno e una matita, che evidentemente aveva usato per organizzare i pasti in cucina: "Prendi questi. Tu potrai parlare agli altri, una volta lontana da qui, ma devi avere un modo per capire quello che ti chiedono e aiutarli a organizzarsi. Probabilmente avranno carta e piume a disposizione ma, nel caso non le avessero..."
Severus annuì, sia perché era una buona idea sia perché sapeva che Astoria avrebbe potuto non riuscire ad arrivare fino al Ministero, se il dolore fosse stato troppo intenso.
Dopotutto avrebbe dovuto materializzarsi fuori dall'edificio del Ministero ed entrare a piedi , visto che non era autorizzata ad apparire all'interno.
A quel punto avrebbe almeno potuto chiedere aiuto a chiunque... bastava che arrivasse a un mago o a una strega. Era solo una cautela in più.
"Sei pronta?" Chiese Severus e Astoria annuì, anche se era pallida come un fantasma e grosse gocce di sudore le colavano dalla fronte.
Mormorò l'incantesimo per la seconda volta e di nuovo la ragazza lanciò un breve urlo, questa volta ondeggiando talmente che Severus le mise immediatamente le mani sulle spalle per sorreggerla, nel caso fosse caduta.
Le ci volle più tempo per riprendersi ma si sollevò di nuovo e lo guardò in attesa.
"Mi senti? Senti la mia voce?"
Lei lo fissò per un lungo momento prima di dire:
"Vedo le tue labbra muoversi ma non sento nulla."
"Bene." Rispose meccanicamente Severus e Octave e Molly cominciarono a lavorare sul suo viso con diverse trasfigurazioni mente lui le passava la pozione antidolorifica.
Avevano deciso che avrebbe dovuto assomigliare a Isabella perché, tra tutti gli Omega presenti, era quella che era stata trattata meglio e che era più plausibile volesse tornare da un Alpha.
Quando ebbero finito, la osservarono per un attimo.
Non era un lavoro perfetto come sarebbe stato con la Polisucco ma era sera, la luce era scarsa e il travestimento avrebbe dovuto servire solo per pochi minuti.
La accompagnarono all'uscita e, dopo che gli Auror si furono messi in posizione, lei diede un'occhiata a tutti loro e annuì, poi aprì il portoncino e Astoria si mise a correre più velocemente che poté, incespicando un po' e urlando che aveva bisogno di aiuto.
Gli Auror le diedero circa venti metri di vantaggio, poi uscirono fingendo di rincorrerla, sperando che la messinscena funzionasse, mentre Severus e Molly le urlavano di fermarsi restando sulla soglia.
La linea degli attaccanti era lontana e nessuno di loro poteva vedere bene che cosa stesse succedendo ma, almeno, i lampi di luce degli incantesimi che stavano martellando contro le barriere diminuirono.
Severus vide Astoria arrivare nei pressi delle barriere e alcuni attaccanti dirigersi immediatamente verso di lei.
Erano troppo lontani per vedere se avevano le bacchette puntate o meno ma Severus pregò con tutto il cuore che il trucco funzionasse.
Le protezioni si stavano incrinando velocemente e non avrebbero retto ancora per molto.
Ministero della Magia, 26 marzo 1999
Harry Potter
Martin si presentò a rapporto nell'ufficio di Kingsley non appena fu chiamato ma, a Harry, quei pochi minuti sembrarono un'eternità.
"Ci sono novità dalla Francia?" Chiese il Ministro senza frapporre tempo in mezzo e subito l'Auror rispose con tranquillità.
"Nessuna novità. Sono arrivati dei gufi stamattina ma sono già stati tutti notificati."
Harry sentiva la paura di Severus restare costante, anche se adesso era venata da una certa determinazione e lui chiese, con voce incrinata:
"Martin... la tua Omega è in Francia, giusto?"
L'Auror sollevò un sopracciglio e rispose subito:
"Sì, l'ho mandata là dopo l'inizio degli attacchi. McKinnon sa che non sono dalla sua parte e temevamo delle ripercussioni."
Harry, sempre più agitato, chiese rapido:
"Come... il Legame... pensi che vada tutto bene?"
L'uomo parve preso in contropiede e rimase incerto per un momento:
"Il... Legame? Non capisco, che cosa intendi? Non riesco a sentirla, in questo momento. E' troppo lontana, ovviamente."
Harry boccheggiò un momento e poi chiese:
"Cosa? C'è un limite di spazio o... io sento Severus. Lo sento benissimo."
Martin si spostò a disagio da un piede all'altro, poi disse con tono incerto:
"Non è la norma... immagino possa essere vero per te... perché sei classificato come... ehm... mago di potenza superiore ma..."
Harry si tuffò le mani tra i capelli, aggrovigliandoli e lamentando:
"Merlino! Non m'interessa se questa è un'altra delle mie stramberie! Voglio solo che qualcuno mi dica che va tutto bene!"
Poi, con occhi disperati, si voltò verso Kingsley e cercò di essere ragionevole:
"Senti, lo so che sembro un pazzo ma Severus ha paura di qualcosa e non è un uomo che si spaventa per un nonnulla!"
L'Auror Clagg cercò di mediare:
"Forse... forse il bambino non si sente bene. Gli Omega possono essere molto ansiosi quando i loro figli..."
"NO!" Urlò Harry, sempre rivolto verso il Ministro. "Avanti! Lo conosci anche tu! Lo hai visto tornare dalle riunioni con Voldemort e tutti i suoi Mangiamorte senza nemmeno battere ciglio e, te lo garantisco, quelle erano una vera tortura per lui! Sta succedendo qualcosa! Ti supplico, manda qualcuno a controllare o andrò io!"
Kingsley afferrò una piuma e la batté un paio di volte sulla pergamena davanti a sé, pensieroso:
"Harry... potrebbe avere ragione Martin. Forse è successo qualcosa che lo sta preoccupando ma... potrebbe non essere nulla e..."
"Kingsley, io vado a controllare! Non posso..."
"Non potresti nemmeno entrare, Harry! Il Ministero francese ha fatto mettere barriere che non permettono l'accesso agli Alpha! Severus è al sicuro, credimi!"
Harry si alzò di scatto e si diresse verso la porta:
"Non m'interessa. Io vado. Dammi l'indirizzo di un camino vicino a Dover e da là cercherò di materializzarmi a occhio... mi basta arrivare davanti a quelle barriere e poi urlerò finché qualcuno non mi sentirà e chiamerà Severus. Non posso... non riuscirei mai a darmi pace se stesse succedendo qualcosa ed io non fossi con lui!"
Kingsley, probabilmente vedendo che l'agitazione di Harry stava peggiorando, cercò di calmarlo:
"Va bene, va bene, ho capito. Manderò qualcuno a controllare ma tu cerca di calmarti."
"Scusate... ho bussato ma..." Ron entrò nell'ufficio e, vedendo Harry in quelle condizioni, subito mise la mano alla bacchetta ancora prima di chiedere:
"Va tutto bene? Ci sono problemi?"
Harry cercò di rispondere ma gli uscì una frase sconnessa e con poco senso, così Martin cercò di spiegare:
"Harry dice di sentire, tramite il Legame, che Piton è impaurito da qualcosa... potrebbe non essere niente ma..."
Kingsley intervenne:
"Stiamo mandando qualcuno a controllare." Poi si rivolse a Martin: "C'è in servizio uno dei ragazzi che sono già stati sul posto?"
Martin rifletté per un momento, poi scosse il capo.
"Al momento no, però possiamo comunque mandare qualcuno. Ci vorrà un po' più di tempo, ovviamente, perché non conoscono la zona e dovranno apparire in più salti..."
"Bill la conosce. Mi ha detto proprio oggi che conosce il posto perché lui e Fleur si sono incontrati spesso lì, per i loro primi appuntamenti. E' a casa, adesso... posso chiamarlo e..."
Harry si mosse verso di lui e lo afferrò, trascinandolo verso il camino di Kingsley:
"Chiamalo! Ti prego, chiamalo subito!"
Ron guardò incerto verso Kingsley, che annuì accordandogli il permesso.
Ci volle solo un momento e Bill comparve nel camino del Ministro, poi fu velocemente aggiornato.
Dover, 26 marzo 1999
Astoria Greengrass
Astoria aveva fatto davvero del suo meglio per cercare di restare ottimista come le aveva insegnato la signora Flamel ma, una volta che si fu trovata per la seconda volta in così poco tempo in un posto completamente nuovo e in mezzo a così tanti sconosciuti, per alcuni giorni pensò che non ce l'avrebbe fatta.
Invece si era adattata anche a quella nuova vita e, anche se i primi giorni Draco le era mancato immensamente e non aveva avuto davvero nessuno con cui parlare, almeno aveva sperato che tutto quello servisse a darle davvero, in futuro, la stessa dignità che era concessa a qualunque altra strega.
I primi giorni, cercando di rendersi utile, era finita ad assistere gli Omega che erano appartenuti a Nott: sapeva che non erano stati trattati molto bene ma sentirlo e vederlo erano cose completamente diverse.
Aramintha in particolare le aveva dato gli incubi per diverse notti, con i suoi monconi di gambe e lo sguardo perso nel vuoto.
Ogni volta che le portava qualcosa da mangiare e la vedeva intenta a ricamare meccanicamente, le si inumidivano gli occhi perché quella povera cosa avrebbe facilmente potuto essere lei se Draco, Potter e il professor Piton non si fossero intromessi nella sua vita.
Ogni residuo di odio che aveva provato per il suo ex professore era ormai svanito e adesso si sentiva solo grata di aver almeno avuto la possibilità di una vita decente.
Tutto quello in cui un tempo aveva creduto non esisteva nemmeno più e, forse, fu per quello che quando il casale fu attaccato e le chiesero se volesse rischiare la sua vita per dare una possibilità a tutti gli altri, lei decise che lo avrebbe fatto.
O forse accettò perché il suo ottimismo la sostenne ancora una volta:
Tutto andrà bene
Si ripeté all'infinito mentre cercava di resistere al dolore alle orecchie, alla testa che gli pulsava e a tutto quel mondo che le ondeggiava e vorticava davanti mentre le vertigini l'aggredivano.
Si concesse un momento, seduta nella sala affollata, per guardarsi intorno.
Vedeva ancora la gente muovere le labbra e sapeva che dei bambini stavano piangendo perché solo pochi istanti prima li aveva sentiti ma... non c'era nulla.
Quella totale assenza di rumore, che l'aveva lasciata isolata con solo il battito del suo cuore e il pulsare del dolore, la spaventò più di tutto quello che era successo fino a quel momento.
Se non ce l'avesse fatta, se l'avessero presa... a nessuno di quegli Alpha sarebbe importato di un'Omega sorda. Non l'avrebbero nemmeno curata... forse avrebbe passato gli ultimi giorni di sanità mentale senza più nemmeno udire un suono... l'avrebbero violentata, avrebbero riso di lei mentre la lasciavano sopravvivere come poco più di un vegetale in un mondo di silenzio assoluto.
Strinse forte i pugni e i denti e ricominciò con il suo mantra:
Tutto andrà bene, tutto andrà bene. Devo solo correre alle barriere e poi smaterializzarmi. Lo posso fare. Tutto andrà bene e presto sarò di nuovo con Draco.
Quando fu certa di poter sollevare gli occhi verso il professor Piton senza tremare di paura al pensiero di quello che stava per fare, si mise ritta e incrociò lo sguardo dell'uomo.
Dopo le cose accaddero velocemente: Molly e uno degli Auror le ripulirono il sangue dal viso e cominciarono a trasfigurarla.
Lei per tutto il tempo rimase immobile, continuando a cercare, dentro di sé, quella sua parte che sapeva incrollabilmente ottimista.
La trovò ma non era più come prima. Quasi non credeva lei stessa che ce l'avrebbe fatta, perché tutto intorno le cose le sembravano ondeggiare e il dolore alle orecchie era forte nonostante la pozione.
Doveva solo correre e poi smaterializzarsi. Nient'altro. Sembrava facile, detta così.
Quando ebbero finito di lavorare sul suo viso, la accompagnarono all'ingresso e lei fece del suo meglio per non mostrare la paura ma dentro sentiva il suo cuore battere forte e gli occhi le pungevano per le lacrime di dolore e paura.
Si diede un'ultima occhiata alle spalle e vide tutte quelle persone... quei bambini.
Si domandò se davvero quegli Alpha avrebbero osato violentare dei bambini. Avrebbe voluto credere che non lo avrebbero fatto, che li avrebbero solo tenuti prigionieri in attesa di scoprire se davvero erano Omega, ma il ricordo della povera Aramintha le ritornò alla mente e un senso di nausea si aggiunse a tutto il resto di quel marasma di sentimenti che stava provando.
Avrebbe tentato. Avrebbe fatto del suo meglio per cercare aiuto non solo per se stessa ma anche per quei piccoli indifesi e per quegli Omega che erano lì e che non avevano mai nemmeno varcato la soglia di Hogwarts, perché non erano stati ritenuti degni di nulla.
Avrebbe tentato.
Afferrò la maniglia della porta e fece un cenno agli Auror alle sue spalle poi, senza altra esitazione, si mise a correre e a urlare a pieni polmoni:
"Aiuto! Aiutatemi Alpha! Aiuto!"
Vide diversi attaccanti avvicinarsi al punto verso il quale lei stava correndo ma non rallentò, invece si concesse un'occhiata alle spalle, come se davvero avesse timore che gli Auror, che ora correvano al suo inseguimento, potessero raggiungerla e riportarla indietro.
Sentiva le gambe calde, bollenti, e i suoi muscoli stavano gemendo mentre i polmoni sembravano andarle in fiamme: la barriera era vicina, era quasi fuori dalle protezioni e quegli Alpha erano a poche decine di metri da lei.
"Aiutatemi! Aiutatemi!" Urlò ancora, anche se più piano perché non aveva più fiato.
Si portò una mano allo stomaco, come se la fatica della corsa le stesse mandando delle fitte ma in realtà stava solo lasciandosi scivolare la bacchetta nella mano, nascondendola con braccio contro il petto.
Attraversò la barriera e vide tre Alpha correre verso di lei, le bacchette sollevate, poi da una partì un getto di luce rossa e Astoria chiuse gli occhi.
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