44 - Avremmo dovuto saperlo

Cap Gris-Nez, 15 marzo 1999

Severus Piton


Il loro gruppo era arrivato solo quattro giorni prima ma a Severus sembrava di essere lì da mesi.

Forse era perché non riusciva a dormire, o forse perché non faceva altro che scrutare il cielo in cerca dei gufi che gli avrebbero portato notizie di Harry, ma era sfinito.

Alla fine avevano deciso di comune accordo che, se Harry avesse cominciato a sfidare altri Alpha, con buona probabilità sarebbero finiti nel mirino anche i suoi alleati noti e di conseguenza i loro Omega, così non era stato fatto spostare solo Severus ma anche Molly, Narcissa e Astoria, oltre ovviamente a Licorus, Aramintha, Isabella e Thomas.

La famiglia Zabini aveva approfittato dell'occasione propizia per lasciare immediatamente il Regno Unito ma non si erano fermati lì con loro, sia perché la presenza di Maria, essendo un Alpha, avrebbe potuto causare dei problemi ad Aramintha e Licorus, sia perché volevano davvero rivedere la loro casa dopo tanti anni passati in esilio.

Mentre Severus osservava le nubi addensarsi sul mare, Molly si avvicinò a lui cautamente, come se fosse una bestia in gabbia in attesa di mordere, e gli disse con voce calma, pacata:

"Severus, hai bisogno di riposare. Vieni in cucina per un po', a scaldarti e a prendere un the. Non puoi continuare a restare qui fuori."

Kingsley aveva organizzato le Passaporte e Minerva si era messa in contatto con Madame Maxime che, una volta compresa la situazione, aveva fatto mobilitare nientemeno che il Ministero della Magia francese il quale, oltre ad aver trovato loro un posto dove stare, gli aveva anche concesso asilo politico.

Tutti gli esuli, ma Severus con più veemenza degli altri, avevano chiesto di poter rimanere sulla costa nord, in modo che i gufi con i messaggi dei loro Alpha, e dei loro cari in generale, potessero raggiungerli più in fretta. Era per quel motivo che ora si ritrovavano in un grande casale in pietra, molto accogliente e dotato di diversi elfi domestici, dal cui giardino nelle giornate limpide si potevano vedere le bianche scogliere di Dover.

Anche così Severus non faceva altro che controllare Saturn e preoccuparsi, sempre più concentrato sul suo Legame che su quello che succedeva intorno a lui.

"Molly..." Cominciò con voce scocciata, ben sapendo che buona parte del suo nervosismo era dovuto al fatto di essere stato costretto a prendere i soppressori del calore, dopo che per mesi aveva aspettato con ansia di passare quei momenti con il suo Alpha.

La donna gli mise una mano sulla spalla e lo tirò gentilmente:

"Severus, non essere testardo. Restare qui a guardare il cielo non aiuterà, come non aiuterà se ti prendi una polmonite! Se non altro pensa al bene della bambina!"

Severus sentì una fitta di colpa e si lasciò dirigere verso il casale troppo affollato, visto che al loro gruppo si erano unite altre persone.

Victor Krum era arrivato la sera prima, insieme a una delegazione del Ministero Bulgaro, dicendo che aveva sentito degli avvenimenti tramite Delacour, con la quale era rimasto in corrispondenza, e aveva cercato di guadagnare supporto per la loro causa presso altri gruppi.

Severus, nonostante una brutta fitta di gelosia alla vista del ragazzo, ricordando che era stato il primo Omega di Harry, si era comunque comportato in maniera civile, felice di sapere che il Ministero Bulgaro e quello Francese stavano facendo pressioni perché la Confederazione Internazionale dei Maghi si interessasse ai fatti che stavano accadendo nel Regno Unito.

Maria e Antonio avevano promesso di cercare di smuovere le acque anche in Italia, così tutti loro speravano che, presto, anche quel paese si sarebbe aggiunto alla lista dei loro alleati.

Era una cosa importante perché, se la Confederazione Internazionale avesse richiesto a tutti gli Stati membri di approvare Leggi che sancivano i diritti degli Omega, questo avrebbe forzato la mano al Wizengamot, accelerando il processo che avevano messo in moto e, forse, fermando gli scontri tra Harry e gli altri Alpha prima che potesse succedere una disgrazia.

Le notizie che avevano risalivano al giorno prima così Severus sapeva, per mano di Granger, che Harry aveva vinto già sei duelli con poche o nessuna difficoltà.

Severus quelle cose le aveva già intuite dal Legame, ovviamente, ma era più che felice di leggere gli ulteriori dettagli che la ragazza aveva scritto a beneficio di tutti.

Attualmente Harry aveva depositato gli atti di contro sfida solo per otto degli Alpha che lo avevano chiamato in duello, perché nessuno degli altri dieci aveva Omega Rivendicati o Legati; era possibile che le sfide fossero già state notificate, in quel momento, ma di quello Severus ancora non sapeva nulla.

Quella mattina Narcissa aveva letto ad alta voce il Profeta a beneficio di tutti i presenti, e attualmente pareva che il pubblico fosse nient'altro che indignato per l'esorbitante numero di sfide ricevute dal loro Salvatore.

Non c'erano ancora articoli sulle giovani coppie preoccupate per il futuro dei loro figli ma Granger aveva scritto che Rita Skeeter stava intervistando mezza Hogwarts a quel punto, e per una volta lo aveva fatto con la benedizione della Preside.

Per una maggiore sicurezza, aveva aggiunto Granger, avevano intimato gravi ripercussioni verso la giornalista se avesse osato scrivere i suoi soliti articoli scandalistici e, a quanto pareva, le minacce congiunte di Augusta Paciock e di Lucius Malfoy avevano sortito un certo effetto.

Una volta arrivato in cucina Severus si avvide che Narcissa, l'unica altra presente nella stanza, era china sulla culla di Saturn e gli stava facendo dondolare davanti un sonaglino.

"Ti ricordi, vero, che ha solo poco più di un mese?" Le chiese con voce neutra, guadagnandosi comunque un'occhiataccia.

"Ha bisogno di stimoli visivi, lo sai!" Replicò Narcissa piccata mentre Molly, scientemente, aggiunse:

"In realtà ti piace solo vederlo sorridere!"

A Severus scappò una mezza risata davanti alla faccia acida di Narcissa, che chiaramente era stata colta in flagrante e che, vagamente imbarazzata, ammise con voce da ragazzina:

"Sì! Mi sorride! Sa già che la zia Cissa lo coccolerà tanto, tanto, tanto..."

Severus si sedette al tavolo, sbuffando e pregando di riuscire a tenere quel demone di donna lontana da Saturn quanto bastava da impedirle di renderlo oltremodo viziato.

Tra l'altro, aveva il vago sospetto che anche Harry potesse avere la stessa tendenza...

Pensare a Harry gli rimandò una sorda fitta di panico allo stomaco e, quasi senza rendersene conto, disse:

"Dovrei essere là, con lui."

Molly gli mise davanti una tazza di the e si sedette, sostenendosi la schiena con la mano, cosa che ricordò a Severus che anche la donna, sebbene lo stesse ancora camuffando, era in attesa di un figlio.

"No, non dovresti. Sarà più concentrato sapendoti al sicuro"

Severus sapeva che era vero ma non sopportava il pensiero che avrebbe potuto perdere il suo Alpha, che Harry sarebbe potuto morire senza che avessero la possibilità di vedersi, di parlarsi...

"Come sta andando la gravidanza, Molly?" Chiese per distogliere il pensiero da Harry, e la donna abbassò subito lo sguardo sulla sua tazza.

"Bene, per adesso."

Narcissa li raggiunse e chiese:

"Perché mascheri ancora il pancione? Qui non ne hai di certo bisogno."

"Oh beh, non si può mai sapere! Hermione ha scritto che potrebbe passare a trovarci, se riesce, per aggiornarci di persona, e non voglio correre il rischio che qualcuno lo sappia. Se non andasse bene... non voglio che i ragazzi abbiano delle aspettative, sapete... non dopo che Fred..."

Un piccolo singhiozzo le sfuggì dalla gola e Severus cercò di cambiare di nuovo argomento, anche se sembrava che tutto fosse un campo minato, in quei giorni.

"Sai Molly, ho la strana sensazione che, una volta che questa storia sarà finita, mi ritroverò a partorire figli ben oltre la tua età attuale... Harry sembra davvero intenzionato ad avere una famiglia molto numerosa... e ho come l'impressione che la sua idea di numeroso sia in parte colpa tua!"

Molly lo fissò interdetta per un momento, aggrottando la fronte, ma non poté rispondere perché Narcissa, fin troppo entusiasta, disse per lei:

"Oh sì! Almeno sarò zia onoraria di una miriade di mocciosi, perché Draco sembra del tutto impermeabile alle mie richieste di diventare nonna in tempi brevi!"

Severus ridacchiò, pensando a come dovessero essere le 'richieste' di Narcissa a Draco.

"Forse non avresti dovuto urlargli questa richiesta dal corridoio davanti alla sua camera mentre Astoria era in calore, Narcissa!" Ribatté Severus, felice che la conversazione stesse andando verso lidi sicuri.

"Mi sembrava invece che fosse proprio il momento opportuno, non credi? In che altro momento dovrebbe farmi diventare nonna, se non quando la sua fidanzata è in calore?" Rispose Narcissa impenitente e poi, con uno sguardo diabolico, chiese melensa:

"A questo proposito, avrei davvero bisogno che un bravo pozionista mi spieghi come sabotare le pozioni anticoncezionali..."

Molly, forse meno abituata di Severus alle buffonate di Narcissa, rispose indignata:

"Entrambi devono ancora finire Hogwarts! Non puoi seriamente pensare di rovinarle la carriera scolastica in questo modo!"

Narcissa sventolò una mano come a voler minimizzare:

"Posso pagare per tutti gli istitutori privati che serviranno! In fondo li abbiamo ingaggiati per raggiungerci anche qui, proprio perché la ragazza non resti indietro con gli studi, che differenza fa se, nel frattempo, mi sforna anche un nipotino o due da coccolare? Io ho avuto solo Draco e sento il bisogno di sfogare il mio istinto materno!"

Severus si avvide che non c'era modo di vincere la discussione e disse:

"Narcissa, tu sei incorreggibile e, Molly, sono abbastanza certo che non saboterebbe davvero le pozioni di suo figlio."

"Questo lo dici tu!" Replicò Narcissa immediatamente, con un sorrisino malvagio stampato in faccia.

"Chi vuole sabotare che cosa?" Chiese Astoria entrando in cucina e Narcissa si chiuse in un silenzio vagamente imbarazzato.


Villa Malfoy, 15 marzo 1999

Draco Malfoy


Draco sentiva l'ansia serpeggiargli nello stomaco.

Era esattamente come il suo sesto anno a Hogwarts, quando viveva nel costante terrore del futuro, e la sua agitazione diventava più evidente di giorno in giorno.

Era andato al Ministero con Harry e suo padre fin dal primo duello e vedeva benissimo che non era il solo a vivere in una specie di incubo.

Harry aveva pesanti occhiaie sotto gli occhi e nonostante avesse già vinto otto duelli, Draco non poteva fare a meno di domandarsi se sarebbe riuscito a sostenere la pressione fino alla fine.

Non erano solo i duelli il problema, ma anche la folla di curiosi e giornalisti che sempre si assiepava intorno a loro ogni volta che si mostravano in pubblico.

Draco, il primo giorno, aveva trovato la cosa piuttosto lusinghiera e non aveva capito perché Harry invece sembrasse così scocciato da tutta quell'attenzione, ma erano bastate un paio di domande scomode da parte di alcuni giornalisti importuni e aveva compreso il punto, perché aveva faticato molto per non maledire nessuno e andarsene mantenendo almeno una facciata di controllata cortesia.

Quando erano stati di nuovo alla villa, Harry aveva quasi supplicato Lucius di lasciarlo smaterializzare via senza dover passare dall'atrio del ministero ma, senza nessuna sorpresa, suo padre era stato irremovibile: dovevano sfilare ogni giorno davanti alla folla di curiosi e giornalisti perché avevano bisogno di tutta la pubblicità possibile in quel momento.

Quella notte Draco aveva dormito poco e male, tormentato da incubi in cui Astoria era rapita da un qualche Alpha senza volto solo per essergli restituita gravida e pazza.

Il mattino dopo si era accorto che anche suo padre sembrava stanco e, non appena avevano incontrato Harry, anche il suo amico era apparso sfinito e Lucius aveva passato a entrambi loro delle pozioni calmanti:

"E' il periodo del calore e, senza nessun Omega in giro, è meglio cercare un modo per mantenere la calma."

Aveva spiegato suo padre con voce tesa e Draco, ricordandosi dell'orribile incubo della notte precedente, era stato ben felice di prendere la pozione mentre Harry, dopo averla guardata per un momento, aveva dichiarato che l'avrebbe assunta solo dopo i duelli della giornata, perché voleva essere il più lucido possibile.

Subito dopo però Harry aveva chiesto a Draco e a suo padre se poteva rimanere a casa loro, nei giorni successivi, spiegando che non se la sentiva di restare solo ora che Severus era lontano.

Draco si era reso conto in fretta che tre Alpha nella stessa casa, senza Omega e nel periodo del calore, non erano una buona miscela, perché tutti loro erano così nervosi che si sarebbero letteralmente azzannati alla gola per una parola sbagliata, così quel giorno, quando vide arrivare al Ministero Ron e Neville, che stavano facendo a turno come secondi di Harry, chiese loro di passare alla villa dopo i duelli.

Poiché entrambi vivevano con degli Alpha era probabile che avessero intuito il problema e, infatti, accettarono di buon grado e Draco fu molto sollevato di aver approfondito la conoscenza con entrambi i ragazzi, quell'anno, e si disse che almeno da tutta quella storia sarebbe potuto uscirne qualcosa di buono, perché finalmente anche lui stava frequentando delle persone che quasi definiva amiche.

Non era diventato intimo con Ron e Neville come lo era Harry ma, di certo, avevano tutti sepolto le asce di guerra e ora Draco trovava divertente passare del tempo con loro.

La presenza di Ron, alla villa, voleva dire che anche Hermione sarebbe passata in visita e Draco, anche se non lo avrebbe mai detto ad alta voce, pensò che l'odore della gravidanza della ragazza lo avrebbe aiutato a rilassarsi e sapeva che sarebbe valsa la stessa cosa anche per Harry e suo padre.

Purtroppo, fin dal momento del suo arrivo, la ragazza insistette nel ricordare loro che stavano mancando a molte lezioni e che probabilmente sarebbero stati bocciati ai loro MAGO se le cose fossero continuate in quel modo, e quel promemoria non face nulla per stemperare il loro cattivo umore.

Draco, analizzando la situazione, si era ormai convinto che essere Legato a un'Omega funzionasse come una specie di droga perché era chiaro che lui, e tutti gli altri Alpha, stavano mostrando chiari segni di una brutta crisi di astinenza; quella sera, infatti, dopo che gli amici se ne furono andati e mentre lui e Harry stavano giocando a scacchi del mago, si era scatenato un acceso diverbio su una stupidaggine.

"Quella è stata la mossa di un perdente, Potter!" Aveva scherzato Draco che già pregustava la vittoria.

"Mi stai dando del perdente, per caso?" Aveva ringhiato Harry fissando Draco in faccia e poi aveva aggiunto: "Speri forse che io domani perda e mi faccia ammazzare? E' questo?"

Draco all'inizio era rimasto stranito dalla risposta irata dell'amico ma gli era comunque salito il sangue alla testa:

"Sei tu quello così folle da pensare di poter vincere tutti quei duelli! Guardati! Sei uno straccio! Credi davvero che domani non perderai? Ci hai almeno pensato prima di buttarti in questa stupidaggine che ci ha coinvolti tutti?"

Draco si rendeva vagamente conto di star parlando solo per ferire e sapeva che Harry non aveva davvero avuto molte possibilità ma comunque...

Harry sfoderò la bacchetta in velocità e gliela puntò sul visto mentre Draco, ringhiando, fece altrettanto.

Forse sarebbero addirittura arrivati a maledirsi se suo padre non fosse stato lì:

"Via le bacchette. Entambi. Subito." Disse con voce imperiosa alzandosi in fretta dalla poltrona dove si era sistemato e arrivando al loro tavolo in poche rapide falcate.

Draco non osò abbassare la bacchetta ma cercò di guardare suo padre con la coda dell'occhio e lo stesso fece Harry che, dopo un momento, molto lentamente, abbassò la mano e arrossì:

"Io... scusate. Non so che cosa mi sia preso." Poi si rivolse direttamente a Draco: "So che stavi scherzando, Draco. Giuro che lo so ma..."

Lucius mise una mano su quella di Draco, che ancora teneva Harry sotto tiro, e gliela fece abbassare prima di dire:

"E' l'assenza degli Omega. E' normale essere nervosi ma questo non giustifica il vostro comportamento. Abbiamo già fin troppi nemici e non possiamo permetterci di litigare tra di noi."

Draco si sentì vagamente mortificato perché sapeva di essersi comportato da moccioso, né più né meno di Harry. Suo padre però non sembrava aver finito di parlare:

"Sentite, lo so che è... difficile. Avete bisogno di calmarvi, entrambi, e se anche le pozioni non bastano, vi suggerisco di..."

Suo padre s'interruppe e poi si sedette al loro tavolo, sospirando, prima di continuare:

"Avete bisogno di sentirvi più vicini ad Astoria e Severus. Perché non andate a cercare qualche loro vestito e vedete se magari l'odore vi tranquillizza?"

Draco aveva aggrottato la fronte, perplesso, perché gli sembrava una cosa assurda e lo disse:

"Papà, dubito che un vestito possa aiutare in qualunque modo!"

"Aiuterà invece. Avete bisogno di sentire il loro odore per ricordarvi che lo facciamo per loro e per tenerli al sicuro." Poi, dopo un momento, un sorriso sghembo gli fiorì sulle labbra e aggiunse: "Draco, per quello che mi riguarda puoi anche indossare tutti gli abiti della tua fidanzata, se serve a renderti meno nervoso e Harry... sono certo che con le tuniche svolazzanti di Severus staresti d'incanto, proprio come Draco vestito da donna!"

Draco osservò che Harry, nonostante il motteggio, sembrava pensieroso e fissò Draco per un momento, con intenzione:

"Se indossi i vestiti di Astoria, io metterò quelli di Severus."

Draco vide un luccichio strano negli occhi dell'amico, che dardeggiarono rapidi verso suo padre, e afferrò al volo l'opportunità che gli veniva servita su un piatto d'argento:

"Sì, credo che dovremmo farlo tutti." Concesse Draco prima di aggiungere: "Dopotutto mettere uno dei vestiti di Astoria sarebbe un piccolo prezzo da pagare per vedere mio padre con una delle vestaglie rosa di mia madre, non credi?"

Suo padre aprì la bocca come per ribattere, invece si lasciò sfuggire una mezza risata tesa e scosse la testa:

"Se mettermi in ridicolo servirà a far sì che non vi azzanniate, potrei anche farlo!"

Draco provò a immaginare suo padre con una delle vestaglie di sua madre, una di quelle con il collo di piume e i volant, e immediatamente scoppiò a ridere.

Harry seguì la scena un po' incerto, probabilmente perché non aveva idea di che tipo di abbigliamento possedesse Narcissa, ma Draco non riuscì a smettere di ridere e si accorse che anche suo padre faticava a restare serio.

"Bene. Almeno non state più litigando!" Disse alla fine e Draco concordò che almeno quella fosse una buona cosa, anche se l'assenza di Astoria continuava comunque a pesargli come un macigno sul cuore.

Fosse come fosse, poco dopo Harry si assentò brevemente per andare a casa a prendere alcuni vestiti per il giorno successivo poiché avrebbe dormito lì alla villa e, quando Draco lo vide tornare, fu quasi certo che da una delle buste che trasportava spuntasse un lembo di stoffa nera che somigliava sospettosamente a una delle tuniche di Severus.

Non disse nulla ma quella notte, dopo essersi ritirato nella sua stanza, aprì l'armadio di Tori e prese una delle sue camicette, annusandola piano.

Gli elfi avevano già lavato e stirato tutto ma a Draco parve di poter comunque sentire il vago aroma della sua Omega, che era viva e al sicuro ben lontano da lì.

Draco strusciò il viso contro la stoffa liscia e poi portò la camicetta con sé, nel letto, tenendosela stretta, e dormì molto meglio di tutte le notti precedenti.

Il mattino dopo si svegliò sorridendo, ancora aggrappato alla camicetta di seta.


Villa Malfoy, 16 marzo 1999

Harry Potter


Quel mattino, a colazione, Harry, Draco e Lucius sembravano un po' più riposati dei giorni precedenti e il Profeta, per migliorare il loro umore, aveva cominciato a pubblicare le interviste a diversi studenti di Hogwarts che, a causa delle loro attuali relazioni sentimentali, avrebbero potuto avere figli Omega.

Nessuno di loro sembrava felice della prospettiva che, l'attuale Legge, relegasse la propria futura prole al rango di Creature.

Hannah Abbott, la ragazza di Neville, a quanto pareva era stata tra le più vocali nel suo intervento, ma erano solo le prime interviste e, con tutta probabilità, il Profeta si sarebbe tenuto quelle a Hermione e Ron per i giorni successivi, nel momento in cui l'interesse della popolazione fosse stato al massimo.

Mentre Lucius commentava l'articolo con aria soddisfatta, il camino del salotto si accese di verde e una scarmigliata Andy, con in braccio il piccolo Teddy urlante, comparve nella stanza.

La donna aveva macchie di sangue sul viso e i suoi abiti erano laceri e pieni di polvere; irruppe nella stanza tenendo la bacchetta alta mentre con la mano libera sosteneva il piccolo Teddy, che continuava a piangere come se dovesse farsi esplodere i polmoni.

"Mi seguiranno anche qui. Hai protezioni contro gli sconosciuti, sulla Metropolvere, Lucius? Entreranno dal collegamento con la mia casa."

Harry era già in piedi, bacchetta in mano, e così anche Draco e Lucius, tutti girati verso il camino mentre il padrone di casa rispondeva:

"Non c'è nessuna protezione su chi proviene da camini a cui ho già dato l'accesso. Quanti sono?" Rispose lasciandosi sfuggire un ringhio ferino.

Andy rispose rapida:

"Non lo so. Forse cinque ma potrebbero essercene altri."

"Chi sono?" Chiese Harry che sentiva il sangue rimbombargli nelle orecchie, mentre l'adrenalina già gli scorreva nelle vene alla prospettiva del combattimento.

"Alpha." Rispose secca Andy prima che il camino si accendesse di nuovo di verde e un uomo comparisse tra le fiamme.

Lo Schiantesimo di Harry colpì contemporaneamente a quello di Andy, mentre entrambi si accorgevano, con un momento di ritardo, che Draco aveva mandato un incantesimo silenziante alla volta di Teddy, probabilmente per aiutare la concentrazione di Lucius, che stava muovendo la bacchetta in complicati disegni cercando di cambiare al volo le protezioni e negare l'accesso a chiunque.

"Che cosa sta succedendo, in nome di Merlino?" Chiese Draco pallido e teso, a nessuno in particolare.

Lucius finì di riassestare le protezioni e poi disse:

"Ora dovrei essere riuscito a chiudere l'accesso." Poi si avvicinò all'Alpha schiantato, che indossava una specie di passamontagna; con un piede lo voltò di schiena e, dopo avergli tolto la maschera con un colpo di bacchetta, lo guardò in faccia.

Era Anton, l'uomo che aveva cercato di insultare Harry la sera del suo matrimonio, anche se lui se ne ricordava solo vagamente e aveva capito chi fosse grazie dalla successiva spiegazione di Lucius.

"Dobbiamo chiamare gli Auror." Disse freddamente mentre, per buona misura, impastoiava l'aggressore.

Harry nel frattempo era già accorso al fianco di Andy, che gli aveva passato Teddy come se il bambino fosse diventato un fardello troppo pesante da sostenere, poi si era accasciata su una sedia vuota.

"Sei ferita? Teddy è...?"

Il pianto di Teddy non si era interrotto nemmeno per un momento, fin da quando erano arrivati, ma ora Harry poteva solo vedere la sua bocca aperta senza sentire nessun rumore e, inquietato da quella vista, tolse rapidamente l'incantesimo di silenzio.

Le urla del bambino invasero la stanza e Harry cominciò a toccarlo ovunque, in cerca di segni o ferite, mentre Andy rispondeva:

"Teddy sta bene, è solo spaventato e anch'io." Poi si rivolse a Lucius e disse, con voce flebile, come se stesse per avere un mancamento: "Chiama gli Auror e... Kingsley, se ti riesce di trovarlo."

Harry aveva ora tutta la sua attenzione su Teddy e lo stava cullando piano, cercando di calmarlo.

Era sempre stato piuttosto bravo con il suo figlioccio e il bambino cominciò quasi subito a tranquillizzarsi, passando dagli strilli da sirena di un momento prima a un sommesso piagnucolio.

Una volta che il bambino si fu calmato, Harry osò sedersi vicino ad Andy, che subito posò gli occhi sul nipote con uno sguardo talmente possessivo che gli ricordò molto da vicino quello di Severus subito dopo il parto, quando lui aveva osato avvicinarsi troppo alla culla, così disse in fretta:

"Rivuoi Teddy?"

Harry si rese conto che la donna era sfinita sia dalla lentezza con cui scosse la testa sia dalla sua mano, ancora stretta intorno alla bacchetta, che le tremava in grembo:

"No Harry, tienilo tu per un po', ti prego. Credo di aver bisogno di un momento."

Draco nel frattempo aveva chiamato un elfo e si era fatto portare diverse pozioni, che pose con delicatezza sul tavolo davanti alla donna, in modo che lei potesse vederne le etichette:

"Non sapevo che cosa potesse servirti." Disse cercando di rendersi utile e Andromeda lo guardò e sbuffò piano, prima di dire:

"Starò bene. Un bicchiere d'acqua potrebbe aiutare ma di certo non prenderò né una pozione calmante né una rivitalizzante e, in più, voglio essere lucida per quando arriveranno gli Auror."

Lucius, che aveva finito di parlare via camino con qualcuno, si appressò al tavolo e, incombendo dall'alto per un momento, chiese in tono incerto:

"Te la senti di spiegarci che cosa è successo?"

Harry vide Andy serrare la mascella e poi, dopo un momento d'indecisione, disse:

"Sono venuti per Teddy."

Harry spostò subito gli occhi sul bambino e, senza capire, ripeté:

"Per Teddy?"

Andy passò uno sguardo pieno di odio su ciascuno di loro e poi, con voce velenosa, disse:

"Sì, per Teddy. Per il mio nipotino di sangue Black che potrebbe facilmente essere un Omega."

Harry trasecolò e chiese, balbettando incredulo:

"Co... cosa?"

Andy si morse un labbro e, anche se il suo odio traspariva ancora da ogni sua occhiata, disse con voce più dolce:

"Harry, avanti, non essere ingenuo. Ha visto anche tu gli studi di Cissa... in quegli incartamenti c'è la spiegazione per comprendere, alla nascita, se un bambino potrebbe diventare un Omega e Teddy... le probabilità sono alte."

Harry strinse il piccolo al petto, come a volerlo proteggere, poi chiese con un ringhio nella voce:

"Lo volevano... fammi capire... degli Alpha sono venuti da te per rapire Teddy perché potrebbe essere un Omega?"

Lucius si sedette di colpo, improvvisamente bianco come un cencio, e Draco lo copiò un attimo dopo, esitante.

"Avremmo dovuto saperlo." Disse Lucius con voce piatta e Andy annuì in accordo.

"Sì, avremmo dovuto ma non pensavamo che... tutta questa cosa si stava svolgendo entro i limiti della legalità; nessuno di noi credeva che quei confini sarebbero stati varcati."

Lucius si alzò di colpo e disse, con voce malferma:

"Se è stato un attacco organizzato... voglio dire, Teddy potrebbe non essere il solo bambino..."

Andromeda annuì il suo accordo con sguardo grave e Draco e Harry si scambiarono occhiate agghiacciate.

"State dicendo... che potrebbero aver cercato di rapire altri... bambini?"

"Potrebbero." Rispose Lucius rigido. "Dopotutto noi abbiamo cominciato a spostare gli Omega fuori dal paese e, se alcuni di loro fossero abbastanza disperati..."

Il suo discorso fu interrotto dal rombo del camino e, un attimo dopo, Kingsley corse nella stanza come una furia finché non si trovò di fronte a Andy e, solo allora, cadde in ginocchio:

"Merlino sia lodato, stai bene!"

Alle sue spalle un manipolo di Auror comparve tra le fiamme.


Cap Gris-Nez, 17 marzo 1999

Severus Piton


In un solo giorno, senza che nessuno di loro potesse aspettarselo minimamente, il casale dove erano ospitati divenne una specie di accampamento, sovraffollato e rumoroso.

Era di nuovo come l'anno prima, durante la guerra, disse una giovane donna che non faceva che piangere stringendosi il figlio di cinque anni al petto, senza riuscire a lasciarlo andare.

Le notizie arrivavano frammentate, da più fonti, e adesso i gufi si succedevano rapidi e portavano tutti gli aggiornamenti che potevano.

Solo il giorno prima un gruppo di Alpha aveva organizzato dei rapimenti e mancavano all'appello undici bambini sotto i dieci anni, mentre tutte le famiglie che erano riuscite a scampare agli attacchi, o che temevano per i loro figli, erano state fatte allontanare dal suolo del Regno Unito perché gli Auror, ancora a ranghi ridotti dopo la recente guerra contro Voldemort, non avevano i numeri per proteggere tutti.

Kingsley era arrivato la sera prima, accompagnando Andromeda e Teddy, ma li aveva lasciati rapidamente per una riunione d'emergenza con il Ministro Francese e poi per una sessione straordinaria della Confederazione Internazionale dei Maghi.

Nel mezzo della notte il loro casale era stato circondato da almeno una decina di Auror francesi, incaricati di proteggere e sorvegliare tutti perché, a quanto pareva, nessuno si sentiva di escludere che il gruppo di Alpha inglesi non tentasse una sortita su territorio straniero per riprendersi gli Omega, poiché li credevano loro di diritto.

Il clima era frenetico e, nonostante il mal di schiena e i piedi gonfi, Severus aveva passato la notte sui calderoni cercando di aiutare, al meglio delle sue capacità, i tre Medimaghi che erano stati inviati per prendersi cura dei feriti.

Le famiglie che avevano subito attacchi erano state una ventina; cinque persone erano morte mentre i feriti erano stati mandati in Francia perché il San Mungo non era stato ritenuto sicuro.

La maggior parte dei maghi non aveva modo di distinguere una persona normale da un Alpha, e questo aveva creato il panico perché nessuno era sicuro di chi fosse il nemico.

L'unica cosa chiara era che un gruppo di Alpha, probabilmente capeggiati dall'ex Auror Marie McKinnon, indignati e infuriati sia perché il Ministero della Magia aveva deciso di autorizzare l'espatrio di molti Omega, sia perché Harry Potter si era permesso di sfidare a duello almeno metà della popolazione Alpha inglese, aveva preso le cose nelle sue mani, scavalcando le leggi.

Il gruppo aveva mandato una lettera al Profeta dove spiegava che, se il Ministro riteneva di poter aggirare le vecchie usanze non ritenendole leggi e autorizzando così l'espatrio degli Omega, allora coloro che ancora seguivano la tradizione si sarebbero procurati degli Omega senza utilizzare la Lista presente al Ministero, basandosi invece sulle ricerche genealogiche che erano state recentemente pubblicate.

Hermione aveva mandato un gufo a Narcissa che era quasi illeggibile a causa delle lacrime, probabilmente perché la ragazza si sentiva oltremodo colpevole per l'accaduto visto che le ricerche erano state pubblicate a suo nome.

Severus aveva dato un solo sguardo al foglio e poi aveva indossato la sua miglior faccia schifata, liquidandola come un insulso e inutile spreco di tempo, soprattutto a beneficio di Narcissa che, essendo la vera artefice di quello studio, versava in uno stato di completa costernazione.

Severus sperò per un po' che Harry si presentasse di persona, invece ricevette dal suo Alpha solo un gufo di poche righe che servì poco a calmare le sue paure.

Harry stava bene, gli aveva scritto, e avrebbe fatto del suo meglio per aiutare il Ministero e gli Auror a ritrovare i bambini rapiti e gli Alpha sovversivi.

Diceva anche che lo amava, che mandava tutto il suo affetto a Saturn e alla piccola June non ancora nata e che era felice di saperli al sicuro.

Nient'altro.

Severus fece a pezzi la pergamena in un impeto di rabbia per il suo Alpha testa di legno e incapace di mettere insieme una lettera decente, poi se ne pentì e raccolse tutti i pezzi e li rimise insieme con la magia, odiandosi per essere costretto lontano dalla battaglia e sentendosi del tutto inutile.

"Calmati Severus." Disse la voce perentoria di Andromeda, porgendogli Teddy da tenere.

Severus prese il bambino senza nemmeno doverci pensare e, appena lo ebbe tra le braccia, si rese conto che ne aveva bisogno.

Il suo piccolo Saturn era ancora confinato nella culla per buona parte della giornata e il suo istinto Omega, invece, avrebbe voluto tenerlo tra le braccia per ore.

Guardò Teddy e gli sorrise mentre il bambino cambiava i suoi occhi da azzurro a nero, per appaiarsi con quelli di Severus che, scioccamente, gli disse:

"Sei adorabile con qualunque colore, piccola peste!"

Andy gli si mise di fronte con un mezzo sorriso:

"Puoi tenerlo per un po', se vuoi. Potreste anche andare a farvi un sonnellino insieme. Sono certa che servirebbe a entrambi e..." la donna lasciò la frase in sospeso, poi sospirò forte e continuò "... smettila di sentirti in colpa per essere qui e non con Harry. Il ragazzo sa quel che fa e tu sei di grande aiuto, qui. Potrebbero arrivare altri feriti e avremo bisogno di tutto l'aiuto possibile. Avere un Maestro di Pozioni non può che essere un vantaggio."

Severus indugiò per un momento su Teddy, poi sollevò lo sguardo:

"Lo so. E' solo... difficile."

"Lei non capisce." Disse secca la voce di Narcissa e Severus serrò le labbra, ben sapendo che le due sorelle, quando si trovavano vicine, erano sempre a rischio esplosione.

"Non può capire, dopotutto. Lei non è un Omega e magari nemmeno si ricorda che siamo nei giorni del calore."

Severus si rese conto che Narcissa doveva aver indovinato, perché Andromeda parve per un momento spiazzata.

"Quasi nessun Omega qui, a parte Severus, aveva mai preso i soppressori e non sapevamo quanto questo avrebbe influito sul nostro umore, fino a pochi giorni fa. Siamo tutti... particolarmente nervosi e facciamo fatica a sopprimere le emozioni più forti."

Spiegò Narcissa con una pazienza che Severus non le avrebbe mai attribuito, prima di quel momento.

Quello che disse però era vero e lui annuì, poi aggiunse con voce frustrata:

"Harry diventa particolarmente nervoso quando occludo e in questo momento di certo non ha bisogno di altre distrazioni, così non lo sto più facendo e questo mi rende... incline alla rabbia e alla frustrazione."

"No, di certo queste cose non le posso capire." Ammise Andromeda con voce tesa. "Posso però comprendere come ti senti... Ted è dovuto fuggire da casa, durante la guerra, e ho passato molti giorni senza avere sue notizie prima..." Si bloccò e non finì la frase.

Severus vide una tristezza incolmabile, nei suoi occhi, e l'atmosfera nella stanza si fece cupa finché Narcissa non commentò acida:

"Adesso fai la scena della vedova in gramaglie? Davvero? Scusami sai, ma non sei credibile. Ti abbiamo visto tutti fare la smorfiosa con Shacklebolt, quindi non disturbarti a negarlo."

Severus poté quasi sentire l'elettricità nell'aria quando Andromeda si piazzò davanti a Narcissa, fronteggiandola:

"Kingsley è un uomo costante e soprattutto paziente. Lui rispetta il mio lutto, al contrario di te! Sei mia sorella e avresti dovuto essere al mio fianco quando ho seppellito mio marito e mia figlia, invece tu dov'eri? Di sicuro a nascondere oro e preziosi per paura di finire in rovina mentre cercavi di tenerti fuori da Azkaban! Ti è sempre importato di più dei bei vestiti che della tua stessa famiglia, non è forse vero?"

Severus avrebbe voluto alzarsi e andarsene ma aveva ancora Teddy in braccio e temeva di svegliarlo, così cercò di muoversi piano, per prendere la bacchetta e lanciare un incantesimo silenziante per attutire le voci delle due donne che stavano notevolmente aumentando di volume.

"Davvero vuoi usare la carta della famiglia contro di me? Proprio tu che non ti sei nemmeno degnata di presenziare al mio matrimonio solo perché sono un'Omega?" Urlò stridula Narcissa e Andromeda rispose nello stesso tono:

"Ah no! Non tirare in ballo la storia dell'Omega con me! Non ho smesso di parlarti perché sei diventata un'Omega ma perché ti sei messa con un imbecille che crede nella purezza del sangue e tu lo sai benissimo, visto che sei uguale a lui!"

Severus era riuscito a estrarre la bacchetta e a lanciare una bolla di silenzio su Teddy ma non su se stesso... se quelle due volevano litigare ignorando palesemente la sua presenza, allora tanto valeva che le ascoltasse. Non senza un certo rammarico si rese conto che stava archiviando materiale ricattatorio, esattamente come faceva quando era ancora una spia. Sbuffò tra sé ma era chiaro che le vecchie abitudini erano ancora ben radicate, in lui.

"Non parlare di mio marito! Lui almeno ha fatto tutto quello che era in suo potere per darmi una vita decente, mentre tu non hai mai alzato un dito per me! Avresti potuto difendermi almeno da Bella, quando eravamo ancora tutte a scuola insieme, invece hai preferito girarmi le spalle e correre dal tuo sangue sporco!"

I toni si fecero sempre più accesi e Severus pensò fosse ora di intervenire, o almeno di ricordare alle due sorelle che non erano sole...

"Io? Io ti ho girato le spalle? Tu mi hai trattata come fango sui tuoi stivali fin da quando ho cominciato a uscire con Ted!"

"Signore, non credete sarebbe meglio moderare i toni?" Chiese Severus infilandosi rapidamente nella discussione appena vide un varco.

Entrambe si girarono di scatto verso di lui e mentre Andromeda ebbe almeno la buona grazia di apparire contrita, Narcissa squadrò le spalle e, signorilmente, lo guardò assottigliando le labbra e poi si girò, allontanandosi senza più una parola.

Severus quasi sospirò di sollievo vedendo che lo scontro era giunto al termine ma Andromeda, dopo una rapida occhiata in direzione di Teddy, disse:

"Piton, tienimi il bambino ancora per un po'. Non ho finito con quella stronza!" Poi corse dietro a sua sorella e Severus poté sentire che l'alterco ricominciò poco dopo.

Per fortuna che avrebbe dovuto essere lui quello nervoso perché il suo Alpha stava affrontando duelli continui...

"Almeno ho il Legame, a dirmi che Harry è vivo e sta bene." Disse a Teddy che continuò a dormire pacifico.

"Sai cosa penso, piccolo lupo? Credo che io, te, Saturn e June abbiamo tutti bisogno di riposarci un po'. Che cosa ne dici? Ti piace l'idea di fare un sonnellino con lo zio Severus?"

Sorrise al bambino tra le sue braccia e si accorse di essere davvero sfinito.


Villa Malfoy, 21 marzo 1999

Harry Potter


Il giorno in cui il gruppo di Alpha aveva cercato di rapire Teddy, Harry aveva comunque dovuto presentarsi al Ministero per sostenere le sfide che erano in programma.

Dopotutto nessuno sapeva con certezza chi fossero gli Alpha che avevano perpetrato l'attacco e, forse, alcuni dei suoi sfidanti erano del tutto ignari della cosa.

Harry attese con Ron, che gli faceva da secondo per quel giorno, e due Auror, per circa un'ora nella palestra di addestramento del Ministero ma non si presentò nessuno.

Alla fine l'Auror Clagg, che si era assunto la responsabilità di supervisionare, come Alpha, tutti gli scontri di Harry, disse:

"Ora, per legge, dovremmo andare a casa di entrambi gli Alpha sfidanti e prendere i loro Omega."

Ron, dopo aver passato troppe ore ad ascoltare Hermione, rispose con voce piccata:

"Non dica 'per legge', Auror. Quella non è una legge ma solo una consuetudine, nient'altro."

Martin Clagg annuì piano e poi disse:

"Quello che è. Comunque noi siamo tenuti ad andare."

Fu così che Harry e gli altri scoprirono che le case di quegli Alpha erano state sgombrate, e che non c'era più traccia né di loro né dei loro Omega.

Lucius chiese se fosse possibile far mettere nella custodia del Ministero gli Omega di tutti gli Alpha che avevano sfidato Harry, per evitare altre fughe, ma l'Auror Clagg ammise, con un sospiro, che sebbene potesse farlo, poi per equità avrebbe dovuto mettere sotto custodia anche gli Omega di Harry, e questo avrebbe voluto dire farli tornare dalla Francia, cosa che nessuno di loro voleva.

Anche perquisire anzitempo le dimore degli Alpha era fuori questione perché, finché non avessero mancato il loro appuntamento per il duello, il Ministero non aveva nessun reale motivo per inviare gli Auror e, se lo avesse fatto comunque, sarebbe stato visto come un abuso d'ufficio.

Nei giorni seguenti Harry continuò a presentarsi puntualmente alla palestra Auror dove sarebbero dovuti avvenire i duelli,ma nessun Alpha si presentò e tutte le case risultarono, in seguito, vuote e prive di abitanti.

Harry era oltremodo frustrato perché avrebbe voluto aiutare nella ricerca dei bambini rapiti, invece era costretto a passare il suo tempo in attesa che gli Alpha si presentassero, anche se ormai sapeva che non lo avrebbero fatto.

Forse era per quello che, quel giorno, si era presentato alla palestra più irritato del solito, mentre Neville, al suo fianco come secondo, cercava di placarlo:

"So che vorresti essere altrove, ma dobbiamo almeno far vedere che tu rispetti la tua parola! Quelle persone probabilmente aspettano solo che tu non ti presenti a una sfida per poter, a loro volta, far valere il loro diritto e requisire i tuoi Omega, lo sai!"

Il fatto era che, a quanto dicevano gli Auror che stavano lavorando al caso, gli Alpha dovevano avere supporto da altri maghi e streghe, perché gli attacchi ai bambini erano avvenuti quasi in contemporanea e i soli Alpha non avrebbero avuto i numeri necessari per attuare un piano del genere.

Così era chiaro che i loro complici, che non erano Alpha, potevano essere chiunque, anche qualcuno che lavorava al Ministero e che avrebbe potuto sapere, con certezza, se Harry si fosse presentato o no, avvertendo l'Alpha che doveva partecipare alla sfida quel giorno per farlo accorrere. A quel punto lo sfidante avrebbe potuto rivendicare, con il supporto delle vecchie consuetudini, il possesso degli Omega di Harry.

Harry quelle cose le sapeva, ormai, perché Hermione e Lucius avevano talmente insistito, su quel punto, che lo aveva compreso a menadito, ma quello era il primo giorno delle sfide che aveva lanciato lui e... avrebbe dato qualunque cosa perché qualcuno si presentasse.

Sentiva la sua magia salire in ondate e non era certo che sarebbe riuscito a trattenerla ancora a lungo.

Inoltre erano i giorni del calore e lui avrebbe dovuto essere a casa con Severus, in quel momento... nella loro meravigliosa casa, con il suo Omega tutto bisognoso di essere annodato...

Harry stinse gli occhi per scacciare l'immagine fin troppo piacevole e, frustrato oltre ogni dire, si sedette su una panca continuando a muovere incessantemente le gambe, troppo nervoso per restare davvero fermo.

Ringraziava Merlino di avere per alleati persone molto migliori di lui nella strategia perché sapeva che, senza Lucius, Draco e Hermione, probabilmente a quell'ora sarebbe già stato là fuori, a cerca di salvare quei bambini, e a quel punto...

Kingsley era fuori dal paese fin dal giorno dell'attacco, perché la Confederazione Internazionale dei Maghi, sotto le richieste congiunte dei Ministeri del Regno Unito, della Francia, della Bulgaria e dell'Italia, era in sessione straordinaria da giorni e, anche quel fatto, stava pesando su di loro.

Due giorni prima c'era stata una sommossa a Diagon Alley, organizzata da un gruppo di persone che lamentavano la prolungata assenza del Ministro della Magia a causa di una questione che, in fondo, riguardava solo una piccola minoranza della popolazione.

Era chiaro che la sommossa fosse stata organizzata dagli Alpha ma non ce n'era traccia tra la piccola folla che si era radunata, e loro non avevano il potere di fare nulla contro quella protesta che era stata silenziosa e pacifica.

Per il resto però la popolazione del Mondo Magico si era asserragliata nelle proprie case, di nuovo come durante la guerra con Voldemort, perché molte famiglie erano preoccupate che una nuova ondata di attacchi avrebbe potuto essere diretta contro i loro bambini.

Era una paura irrazionale perché, dagli studi di Narcissa e Hermione, solo pochi bambini avevano la possibilità genetica di diventare Omega, ma nessuno voleva correre nemmeno il più piccolo rischio quando si parlava dei propri figli.

Minerva aveva addirittura dovuto garantire che nessun Alpha era più presente a Hogwarts e aveva dovuto rafforzare la sua posizione sospendendo Harry da scuola perché, anche se era irrazionale, al momento tutti temevano gli Alpha, indipendentemente dalla fazione per la quale si stavano battendo.

Gli Auror almeno avevano fatto qualche progresso e, il giorno prima, erano state recuperate due Omega e un bambino, trovati abbandonati in un vecchio casale disperso nel Galles.

Erano arrivati a perquisire il luogo grazie ad alcune vecchie liste di proprietà appartenenti alle famiglie purosangue che Lucius aveva tirato fuori dalla sua biblioteca, poiché era sempre stato interessato alla possibilità di acquistare terreni e immobili per le sue speculazioni.

Purtroppo le due Omega erano state fatte impazzire e il bambino, di soli cinque anni, era riuscito a spiegare ben poco di quello che era successo, senza parlare del fatto che le sue descrizioni degli aggressori erano state poco più che vaneggiamenti su grossi mostri.

Tutti e tre erano stati fatti spostare in Francia, insieme alla famiglia del bambino, per la loro protezione, e l'unica consolazione era stata che il piccolo non era stato toccato.

Molti temevano, infatti, che fossero state perpetrate delle violenze sessuali sui bambini rapiti, da parte degli Alpha, anche se ovviamente la cosa era insensata... erano bambini... anche se avevano la possibilità genetica di diventare Omega di certo ancora non lo erano... ma la paura era irrazionale e, al momento, la popolazione era nel panico.

Harry controllò la porta della palestra per la centesima volta, stingendo forte la sua bacchetta e pregando che un avversario si presentasse, anche solo per potersi sfogare.

Aveva lanciato talmente tante sfide che sarebbe stato costretto a restare in attesa, in quella palestra, per i prossimi dieci giorni, e davvero non sapeva come avrebbe fatto a restare lucido con la rabbia che sentiva in quel momento.


****

Nota dell'autrice:

Ola gente!

Non scrivo quasi mai note ma questa volta ci tengo: come prima cosa mi scuso per la lunga attesa e poi... ebbene sì, oltre a essermi presa il covid ho lavorato tantissimo a un nuovo progetto e se qualcuno di voi avesse tempo e/o voglia, potete leggere i miei articoli sul blog di viaggi (poco seri) che si chiama:

www.nerdinspalla.it

Non preoccupatevi, nonostante questa nuova attività cercherò di essere connessa e di pubblicare e/o scrivere comunque, anche se sempre con i miei soliti ritardi e nel frattempo sempre grazie per la vostra pazienza

Baci (non più contagiosi)

Kry




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