27 - Ancora Alpha, ancora!

Casa sulla collina, 27 dicembre 1998

Harry Potter


Il calore di Severus era finito per Natale, dopo otto giorni, ed era stato tutto perfetto, a parere di Harry.

Il primo giorno era stato piuttosto sconvolgente, perché Severus era rimasto quasi sempre in preda al calore, del tutto voglioso e supplicante per essere annodato con terribile costanza e senza mai tornare abbastanza lucido da riuscire a mettere in fila due parole che non riguardassero il sesso.

Non che a Harry fosse dispiaciuto ma a un certo punto se ne era quasi preoccupato, incapace di credere alle preghiere sempre più fantasiose che uscivano dalla bocca del suo Omega.

Al secondo giorno Severus gli era sembrato più presente ma la sua eccitazione non era calata minimamente, e aveva continuato a pregare e supplicare senza sosta.

Fu solo a calore finito che il suo Omega sembrò riprendere davvero il filo dei suoi ragionamenti e ammise con Harry che, probabilmente, erano stati gli ormoni della gravidanza, uniti a quelli del calore, a mandarlo del tutto fuori di testa.

Qualcosa di quello che aveva detto nei giorni precedenti doveva esserselo ricordato, però, perché dopo l'ammissione arrossì in maniera spettacolare, cosa che fece ridere Harry che non lo aveva mai visto così in difficoltà... anche se non era del tutto certo di quale, delle tante cose successe, lo stesse facendo vergognare tanto.

Forse era stato il ricordo di quando, dopo che il nodo di Harry si era appena sciolto per la terza volta consecutiva, Severus si era sdraiato sul letto di schiena, guardandolo con le pupille dilatate e i capelli arruffati, gemendo senza posa:

"Ancora Alpha, ancora! Ti prego! Riempimi ancora!"

Harry aveva provato, insensatamente, a rispondere al suo Omega, anche se sapeva che difficilmente avrebbe compreso le parole:

"Sev, amore, dammi un momento, ti prego..."

Il suo Omega non sembrò nemmeno sentirlo e allargò le gambe e sollevò il busto per offrirsi a lui, con l'ano che fiottava di liquidi lubrificanti e seme mentre la sua pancia gonfia svettava alta e gravida.

Severus si afferrò il membro e cominciò a strofinarlo senza posa, gemendo come una cagna perversa e insaziabile:

"Ancora, Alpha! Dammelo ancora! Infilamelo dentro! Non posso restare così vuoto!"

Harry aveva chiuso la bocca di scatto, rendendosi conto che era rimasto a guardare il suo Omega supplicante per forse un minuto intero, indugiando su quel buco aperto e pronto.

Il mio Omega vuole essere riempito ancora. Vuole diventare ancora più grosso e pieno dei miei figli.

Harry aveva dovuto sbattere gli occhi diverse volte, ringhiando di frustrazione, quando si era reso conto di aver già preso la pozione anticoncezionale e di non poter soddisfare la richiesta del suo Omega.

Fu in un attimo di lucidità che si rese conto di essere in frenesia perché, se così non fosse stato, il pensiero di ingravidare di nuovo Severus non lo avrebbe mai sfiorato.

Ringhiò ancora, cercando di capire cosa fare, mentre il suo membro rimaneva flaccido nonostante le suppliche del suo Omega.

"Alpha! Sto male! Alpha, ti prego!"

Harry cercò di pensare a quello che sapeva... era possibile che il calore di Severus fosse così travolgente da farlo star male, anche se lo aveva già annodato ripetutamente per le ultime tre ore?

Harry non lo sapeva e non era abbastanza lucido da preoccuparsene davvero perché la sua mano si appressò al suo Omega prima ancora che potesse fermarsi e ringhiò con voce possente:

"Apri di più quelle gambe, cagna! Ti ci voglio infilare una mano!"

Una parte sempre più insignificante del cervello di Harry provò a chiedergli se fosse giusto, se avesse dovuto fare attenzione o...

L'Omega gemette insensato, sollevandosi e spalancando le gambe e la mano dell'Alpha cominciò a spingere rudemente contro l'ano abusato e lucido di fluidi della sua cagna.

Quasi non fece nemmeno resistenza, tanto era largo e pronto per lui, e l'Alpha spinse con forza finché non si trovò affondato fino al polso in quel buco bagnato, mentre l'altra mano si strinse con determinazione intorno allo scroto della sua cagna.

L'Omega urlò e gemette, sbavando gioia e saliva e pulsando intorno alla mano dell'Alpha mentre il suo piccolo membro duro spruzzava fuori un orgasmo che lo fece quasi ricadere sul materasso, quando le sue gambe cedettero in preda all'estasi.

L'Alpha tolse la mano lentamente, felice di sentire la carne pulsante del suo Omega appagato, ma solo per afferrarlo per i fianchi e farlo girare, adesso pronto ad annodarlo di nuovo.


Casa sulla collina, 27 dicembre 1998

Severus Piton


Severus aveva dovuto ammettere, a un certo punto del calore, di non essersi mai sentito così assolutamente perso nei suoi istinti da Omega.

Non era stata solo l'eccitazione del calore ma proprio il fatto che non era più stato in grado di opporre nessuna resistenza ragionevole alla voce morbida che sussurrava nella sua mente e che, in quei giorni, parlava con le sue labbra.

Sapeva di essere stato sfrenato e bisognoso in maniera totalizzante per più di una settimana ma, contrariamente a tutti gli altri eccessi del calore della sua vita, ricordava tutto con allucinata precisione.

Non c'erano vaghe sfocature, che sapeva essere piene di solo sesso, né momenti di cieco vuoto senza memorie e la cosa non solo gli sembrava strana, ma lo imbarazzava tanto da imporporargli le guance, ora che il calore era finito.

Non aveva mai ricordato con precisione cosa dicesse o facesse durante il calore e ora pensò che fosse una benedizione perché questa volta, con nitida chiarezza, sapeva di essersi comportato come un'assoluta... cagna in calore.

Aveva supplicato, urlato, chiesto, pregato, voluto e voluto di nuovo, ancora e ancora... si era comportato come un animale lascivo e bisognoso e sapeva con certezza che, se Harry non avesse preso la pozione anticoncezionale, la sua stupida parte Omega si sarebbe lasciata ingravidare di nuovo con infinita gioia.

E poi c'era stato il suo Alpha... Harry non aveva mai smesso di rispondere alle sue richieste, volta dopo volta, anche quando la parte razionale della mente in poltiglia di Severus vedeva chiaramente che non sarebbe stato in grado di prenderlo ancora... eppure Harry aveva fatto qualunque cosa gli venisse in mente per soddisfarlo ininterrottamente per otto lunghi giorni.

Dopo il primo giorno, approfittando dei momenti il cui Severus sembrava più lucido, lo aveva trasportato in ogni angolo della loro nuova casa, prendendolo ovunque: sul tavolo, sul divano, contro muri e librerie.

Probabilmente a causa del calore, Severus non aveva protestato nemmeno quando Harry lo aveva avvolto in uno spesso panno e lo aveva portato nel capanno in giardino, sdraiandolo a terra e lanciando su di loro incantesimi riscaldanti.

In effetti, oltre a non aver protestato, era stato Severus a insistere perché si accoppiassero in ogni angolo della casa; nel capanno si era subito offerto al suo Alpha:

"Guardami Alpha! Sono grosso e pieno ma tu puoi riempirmi ancora di più!" Gli aveva ululato mentre afferrava le mani di Harry e gliele posava sul suo ventre gonfio, poco prima di cadere in ginocchio e schiacciare la faccia sul pavimento di terra battuta, sventolando in alto il suo culo bagnato con l'ano aperto e pronto dopo giorni di calore.

Il suo Alpha aveva ringhiato felice e glielo aveva infilato tutto dentro, spingendosi in lui come se ancora non ne avesse avuto abbastanza.

"Ti terrò sempre così! Ti terrò gravido e pieno e con quel buco voglioso che ne chiede sempre di più!"

E Severus non si era nemmeno impensierito a quelle parole, solo felice sentendosi riempire dal suo Alpha che già stava annodando, stirando il suo ano fino al limite.

In quel momento sarebbe stato davvero soddisfatto se tutta la sua vita si fosse ridotta solo a quello. Voleva solo essere una vogliosa cagna da monta per un possente giovane Alpha, che lo avrebbe usato e ingravidato, calore dopo calore; gli sembrava la cosa migliore che potesse accadergli e ogni desiderio della sua mente razionale era stato cancellato con un veloce colpo di spugna, mentre a ogni nuovo gemito dell'Alpha sentiva il seme entrargli dentro sempre più in profondità.

Una volta che il nodo si fu sciolto, l'Omega si sentì quasi male, sapendo che a quel punto la sua odiosa voce secca e virile avrebbe dovuto prendere il sopravvento e riportarlo all'orribile realtà, dove lui aveva altri compiti e doveri oltre a quelli di essere una semplice cagna.

Lottò con tutto se stesso, uccidendo quei pensieri ragionevoli e irritanti e riprese il controllo, voltandosi verso il suo Alpha e baciandolo languido, sempre più eccitato e sempre più voglioso, come sapeva avrebbe dovuto essere un bravo Omega.

"Alpha," gemette nella sua bocca, "ancora. Dammelo ancora."

Il suo Alpha, com'era già successo in un momento precedente, sembrò visibilmente incerto e lui seppe che non avrebbe potuto prenderlo di nuovo immediatamente.

I suoi occhi corsero in giro e videro la scopa col manico lucido e levigato appoggiata a pochi passi da lui; lasciò a malincuore le labbra del suo Alpha e si sporse per afferrarla senza esitazioni.

"Infilami questa, Alpha. Infilami qualcosa dentro! Ne ho tanto bisogno!"

Dopo che il calore fu finito la sola idea di quello che aveva fatto gli parve ripugnante ma, sul momento, quando aveva sentito il suo Alpha ringhiare e spingerlo a terra, ne era stato entusiasta e la risposta che aveva ricevuto non aveva fatto altro che infiammarlo:

"Sei così disperato da non riuscire ad aspettare nemmeno un minuto?"

Severus aveva solo annuito gemendo forte e l'Alpha gli aveva spinto dentro il legno, che lo aveva fatto sussultare sia perché era freddo sia perché era molto più duro della carne che lo aveva riempito solo poco prima.

Aveva mosso i fianchi, osservando rapito mentre il suo Alpha spostava il manico della scopa dentro e fuori dal suo culo, affascinato e sempre più eccitato.

"Penserai al mio buco, quando la cavalcherai, Alpha?" Aveva chiesto senza riuscire a impedirselo e l'Alpha si era bloccato e di colpo aveva estratto la scopa e si era allungato su di lui, sorreggendosi sulle mani per non schiacciare il suo ventre.

"Sì che lo farò! E userò solo il tuo culo per lucidare questo manico, d'ora in poi. Te lo infilerò dentro ogni volta che vorrò."

"Sì, Alpha." Gemette mentre l'Alpha si spostava indietro per sistemarsi tra le sue gambe e infilarglielo di nuovo dentro, adesso completamente duro e pronto per lui.


Casa sulla collina, 27 Dicembre 1998

Harry Potter


Nonostante lo sfinimento, Harry e Severus erano stati comunque curiosi di sapere come fosse andato il primo calore insieme di Astoria e Draco.

Harry ammise, con una punta di ansia, che sperava fossero già Legati e che tutto si fosse risolto per il meglio ma, per sicurezza, e per conoscere la data esatta del matrimonio, decisero di mandare un gufo.

Harry lasciò il suo Omega appallottolato sul divano davanti al camino, rilassato e con un sorrisetto felice in faccia, e si smaterializzò direttamente all'ufficio postale di Hogsmeade.

Fu felice di conoscere bene il posto, perché la sola l'idea di raggiungerlo a piedi in quel pomeriggio nevoso, dopo tanti giorni passati tra le braccia bollenti del suo Omega, lo faceva rabbrividire.

Harry aveva scribacchiato una nota veloce per Draco mentre Severus aveva invece vergato nella sua elegante calligrafia una breve lettera per Lucius e Narcissa. Spedì entrambe le pergamene e rabbrividì guardando il piccolo gufo fulvo aprire le ali e sbatterle furioso contro il vento gelido, poi tornò direttamente a casa.

Severus era ancora sul divano e sembrava non essersi nemmeno mosso; se ne stava semplicemente lì, con aria assonnata, fissando il fuoco.

"Tutto bene?" Chiese lanciandosi addosso un incantesimo riscaldante prima di sedersi, per evitare di portare il freddo dei suoi vestiti vicino al suo Omega.

"Uhm?" Rispose l'uomo con occhi pesanti. "Bene. Stavo pensando che probabilmente non riceveremo risposta, oggi. Greengrass è al suo primo calore e potrebbe aver ritardato di alcuni giorni..."

Harry si sedette e gli passò un braccio sulle spalle e subito Severus si appoggiò a lui, sollevando il viso in cerca di un bacio.

Harry sorrise a quella vista, perché la sua parte Alpha era estasiata da quei comportamenti affettuosi da parte del suo Omega... o forse era proprio Harry che li trovava irresistibili, visto come si comportava di solito il suo odioso professore.

Sfiorò le sue labbra e lo strinse a sé, poi chiese piano:

"Sev, senti... questo calore è stato strano o è stata solo una mia impressione?"

Sentì il corpo dell'Omega irrigidirsi e qualcosa nel Legame gli trasmise un senso di disagio.

"Sì... ci stavo pensando anch'io. Non sono sicuro che siano stati solo gli ormoni... è stato davvero... strano." Il suo Omega esitò un attimo e poi ammise:

"Mi ricordo tutto e non mi era mai successo."

Harry sollevò un sopracciglio, incerto se rivangare alcuni dei momenti più piccanti, poi si rese conto che quello avrebbe potuto eccitarlo e si sentiva troppo stanco per fare qualcosa di diverso dal rimanere abbracciato a Severus.

"Io... scusa, non so se chiederlo, ma a un certo punto ho avuto un po' di paura che potessi davvero stare male se non avessi... fatto qualcosa..."

Harry arrossì fin sopra le orecchie pensando a quel 'qualcosa' e Severus sbuffò appoggiato sul suo petto.

"Ne dubito seriamente. Forse ho un po'... il mio lato Omega potrebbe avermi preso un po' la mano..."


Casa sulla collina, 27 Dicembre 1998

Severus Piton


'Il mio lato Omega potrebbe avermi preso un po' la mano' non cominciava nemmeno a descrivere il fatto che, per tutto il calore, la mente razionale di Severus non era stata minimamente presente.

Non voleva spiegare a Harry che, adesso, si sentiva male al pensiero di quello che era successo, perché la sola idea di essersi perso nei suoi istinti, come succedeva agli Omega che venivano fatti impazzire, lo terrorizzava.

Non sapeva perché fosse successo ma l'idea che, la prossima volta, potesse non riuscire a tornare in sé dopo la fine del calore, lo faceva fremere.

Harry dovette accorgersi della sua ansia tramite il Legame e lo strinse ancora di più a sé:

"Sicuro di stare bene?"

Severus sentì la bocca secca e quel vago gusto di paura mentre si rendeva conto che, non potendo nascondere i suoi sentimenti all'Alpha, avrebbe dovuto parlargliene se non voleva che il ragazzo si preoccupasse di aver sbagliato qualcosa, colpevolizzandosi come faceva fin troppo spesso.

"Harry, è stato... non lo so di preciso. Ero lì, ero io, ma la mia mente razionale non era presente da nessuna parte. Quando il calore è finito..." Severus sentì quel nodo di ansia propagarsi nel suo stomaco e disse in un soffio "... ho avuto paura che sarei rimasto così. Completamente pazzo."

Adesso sentì la paura raddoppiare, quando alla sua si aggiunse quella di Harry:

"Può succedere?" Chiese velocemente il ragazzo.

"Non lo so. E' quello che mi spaventa." Poi, dopo un momento di esitazione, aggiunse: "Potrei chiedere a Narcissa... anche se sarebbe imbarazzante."


Casa sulla collina, 27 Dicembre 1998

Harry Potter


Harry si sentì sollevato dal fatto che avesse almeno chiarito leggermente le cose con la madre di Draco, perché ora si rendeva conto che la donna era davvero un'amica, per il suo Omega, se lui era disposto a chiederle qualcosa di così intimo.

Era stato semplice appianare le divergenze con Andromeda, quando gli aveva riportato Teddy la sera dopo il loro litigio, perché in definitiva la donna aveva avuto buone intenzioni, ma non era stato ugualmente facile mettere da parte anni di rancore verso la famiglia Malfoy.

Era stato Lucius, e non Narcissa, a dare il via agli eventi del suo secondo anno a Hogwarts ma in compenso era stata la donna a cacciarlo, facendogli notare che non meritava una famiglia.

Anche in quel momento, nella sua casa e vicino al suo Omega, era difficile liquidare quelle parole di accusa perché, in un punto profondo di se stesso, continuava a temere che fossero vere.

Nonostante tutto aveva fatto buon viso a cattivo gioco e, quando Draco lo aveva nuovamente invitato presso la sua famiglia su ordine di sua madre, nei giorni prima del calore, si era presentato cercando di non mostrarsi né ferito né intimorito.

Severus aveva indossato la sua miglior faccia d'indignata sopportazione e lo aveva preso sotto braccio non appena erano usciti dal camino della lussuosa magione, accolti di nuovo dai coniugi Malfoy.

Gli odori di tutti erano stati cancellati e Lucius fu il primo a porgere le sue scuse formali, anche in nome della moglie, mentre Narcissa rimase alcuni passi indietro, apparendo nervosa e incerta.

Quando si decise a parlare, però, anche se si rivolse sia a Harry che a Severus, i suoi occhi rimasero fissi sull'altro Omega.

"Io mi scuso. Sono davvero spiacente. Avrei dovuto avere più fiducia in Severus e non saltare alle conclusioni. Non voglio che nessuno soffra per il mio comportamento stupido e impulsivo."

Harry, all'improvviso, si ricordò di quando Draco si era scusato con lui per aver cercato di assalire Severus. Anche quella volta le scuse erano state porte per proteggere il suo Omega da lui e, di nuovo, Harry dovette imporsi la calma davanti al velato sottinteso che lui si sarebbe potuto rivalere su Severus per l'incidente.

"Non importa. Non è la prima volta che qualcuno crede che io sia uguale al mio padrino..." Poi, per alleggerire l'aria, aggiunse con un'occhiata sorniona a Severus "... o a mio padre."

Severus lasciò il suo braccio e, fulmineo, gli diede un leggero scappellotto sul retro della testa, brontolando:

"Se almeno non fossi una tale testa di legno..."

Draco e Astoria, che erano rimasti sul fondo della sala, si lasciarono sfuggire una risatina e Narcissa e Lucius, vedendo che Harry accettava il divertito insulto senza reagire, a parte uno sguardo infastidito, si rilassarono notevolmente.

Il resto della serata passò in relativa calma, anche se Harry non riuscì mai a sentirsi davvero a suo agio, con i Malfoy.

Adesso però era solo felice che Severus avesse qualcuno con cui poter parlare e che, magari, mettesse un freno alle sue paure.


Casa sulla collina, 27 Dicembre 1998

Severus Piton


Fu leggermente inaspettato quando il gufo reale dei Malfoy picchiettò alla finestra, quella sera mentre Severus e Harry stavano cenando.

La pergamena era indirizzata a entrambi, nell'elegante grafia di Narcissa che Severus conosceva bene, e appena la aprì ne scivolò fuori un biglietto più piccolo indirizzato solo a lui.

Aggrottò la fronte e cominciò a leggere ad alta voce la lettera per entrambi, che era solo un invito formale al matrimonio, fissato due giorni dopo.

Dopo averlo letto aprì la busta più piccola e, scorrendo il contenuto, si lasciò sfuggire una risatina davanti alla quale Harry si fece curioso:

"Che cosa dice? Lo posso sapere?"

Severus gli passò la pergamena ancora ridacchiando.

Che cosa diavolo hai insegnato a mio figlio?!?

Sono due giorni che cerco di aprire la porta dei suoi appartamenti senza nessun risultato!

Comunque, perché hai aspettato tanto a scrivere? Io e Lucius avremmo voluto avervi qui, per Natale, visto che Astoria e Draco erano ancora impegnati!

Astoria è entrata in calore subito dopo di me, il 21 mi dicono gli elfi, e immagino che potrebbe essere un calore lungo, essendo il suo primo... ma io e Lucius abbiamo pensato che per il 29 di dicembre dovrebbe ormai essere finito, quindi abbiamo fissato la data.

Non ci sono altri invitati, a parte voi, quindi vedete di arrivare puntuali.

Narcissa

P.S.: mandami il contro incantesimo!

Harry rimase incerto per un momento, prima di chiedere:

"Ha davvero cercato... di entrare nella loro stanza?"

Severus ridacchiò piano davanti alla faccia scandalizzata del ragazzo.

"Oh, ci puoi scommettere che ci ha provato! Narcissa non ha il minimo senso del pudore!"

Dopo averlo detto decise che ormai poteva condividere qualcosa di più, con il suo Alpha:

"Lo sai che, a settembre, ha mandato Draco a chiedermi se volevo essere rivendicato? Sapeva benissimo che non ero più sulla Lista e l'ha fatto solo per metterlo in una situazione imbarazzante."

Dopo averlo detto, Severus controllò attentamente il Legame, per essere certo che Harry non prendesse la cosa nel modo sbagliato, ma l'Alpha rispose rapido:

"Lo sapevo... Draco mi aveva detto di essersi offerto di Rivendicarti, quando ci siamo chiariti... ma non pensavo che sua madre... Merlino! Se doveva essere uno scherzo non credo sia stato molto divertente!"

Severus ghignò:

"Oh, non saprei... a ripensarci adesso in effetti lo trovo divertente! Draco sembrava seduto su un Geranio Zannuto mentre mi chiedeva tutto serio se volevo che mi Rivendicasse..."

Harry ringhiò una risata a quelle parole e Severus sorrise di nuovo.

Il pomeriggio sul divano e la sera in casa, loro due soli, avevano cancellato le sue paure e l'aveva di nuovo lasciato con un soffuso senso di felicità.

Forse c'entrava qualcosa anche il fatto che quel pomeriggio, dopo aver scritto ai Malfoy, avessero passato il tempo aprendo in ritardo i loro regali di Natale, e Severus davvero non aveva creduto alla quantità di cose che Harry aveva comprato pensando a lui, negli ultimi mesi.

Più della metà dei doni erano per i loro bambini, in realtà, ma l'altra metà erano destinati a lui solo.

Era stato quel perfetto equilibrio che lo aveva lasciato incantato, perché si era sentito amato anche per se stesso e non solo perché portava i figli dell'Alpha.

C'erano stati numerosi e rari ingredienti e libri di pozioni, che Severus si era affrettato a portale nel seminterrato lontano dalle mani inesperte di Harry, e quelli, onestamente, se li era un po' aspettati anche se non in così grande quantità.

Altri doni però erano stati premurosi in maniera toccante, come l'abito da cerimonia che Harry aveva ordinato per lui, ammettendo di averlo misurato mentre dormiva, per fargli avere un abito per il matrimonio che si adattasse al suo ventre senza che dovesse camuffarlo o nasconderlo, o la macchina fotografica e libro per mettere le loro foto, che era incredibilmente spesso.

Quando gli aveva bonariamente chiesto, quante foto pensava che avrebbero dovuto scattare, per riempirlo tutto, il suo stupido Alpha aveva ammesso di non aver mai avuto fotografie di se stesso e dei suoi genitori, prima di Hogwarts, e sperava che un giorno i loro figli ne avessero moltissime e che potessero riguardarle, tra molti anni, e vedere che erano sempre stati felici, insieme.

Harry gli aveva anche regalato una bottiglia di rosolio, cosa che lo aveva lasciato un po' interdetto, ma il suo Alpha aveva solo scosso le spalle e aveva detto che si era ricordato di quando gli aveva confidato che lo teneva nei suoi appartamenti a Hogwarts solo perché piaceva a Irma; Harry non voleva che la loro relazione pesasse sull'amicizia di Severus con la donna , sebbene sapesse che lei continuava a guardarlo con sospetto.

Era stato quasi preoccupato quando gli aveva confessato che aveva paura che lui litigasse con le persone cui teneva per causa sua.

Da quando stava con Severus, la cerchia di amici di Harry si era allargata per comprendere anche Draco e si era reso conto che, invece, il suo Omega aveva pochissime interazioni con altre persone e si era preoccupato che le perdesse per causa sua.

Severus, davanti a quelle parole, era rimasto davvero colpito perché lui si era sempre considerato una persona solitaria e invece, negli ultimi mesi, aveva visto e parlato con le poche persone di cui gli importava molto più spesso di quanto avesse mai fatto in passato, anche se Harry questo non poteva saperlo.

Dopo era stato il turno di Harry di scartare i regali, e lui aveva osservato la perfetta gioia del suo Alpha davanti ad ogni nuovo pacchetto, e ogni suo sorriso aveva rischiarato un po' di più il suo umore che, all'inizio della giornata, non era stato granché buono.


Casa sulla collina, 27 Dicembre 1998

Harry Potter


Il pomeriggio aveva migliorato di molto l'umore cupo di Harry e di Severus e quando, dopo un lungo periodo passato a tenersi abbracciati sul divano, avevano deciso di aprire i regali, Harry era quasi andato in fibrillazione.

Era il suo primo Natale nella loro casa, in un luogo che non era Hogwarts o Privet Drive o Grimmauld Place, in un posto che sperava con tutto il cuore di poter associare solo a ricordi felici.

Avevano addobbato sommariamente, soprattutto su insistenza di Harry, nei giorni precedenti al calore, e adesso era felice che lo avessero fatto perché, in verità, era sempre stato uno dei suoi sogni di bambino poter decorare la casa per le feste, visto che a Privet Drive era sempre stato escluso da quell'occupazione.

Non avevano comprato nessuna delle fantasiose decorazioni magiche che aveva visto esposte in diversi negozi a Hogsmeade, limitandosi perlopiù a incantesimi e trasfigurazioni, anche se Harry cullava la speranza di poter convincere Severus a comprare qualche inutile e scintillante gingillo, entro il prossimo Natale.

Era stato mentre montavano gli addobbi che Harry, con un certo divertimento, aveva scoperto che non era solo il professor Vitious a essersi sempre incaricato delle decorazioni del castello, ma che anche tutti gli altri membri del personale erano stati tenuti a fare la loro parte, compreso l'oscuro e scostante professore di Pozioni.

"Davvero lo hai sempre fatto? Com'è possibile che non ti abbia mai visto?" Chiese Harry, sinceramente sorpreso dalla perizia con la quale il suo Omega aveva incantato ghiaccioli scintillanti, che non si sarebbero mai sciolti, davanti a tutte le finestre della sala.

Severus aveva sbuffato e aveva risposto in un borbottio scontroso:

"Come se fossi così imbecille da farmi vedere dai miei studenti mentre sono impegnato in qualcosa di tanto inutile e stupido! Se non fosse stato per le insistenze di Silente, non lo avrei mai fatto!"

La risposta sembrava sincera ma il lavoro d'incanto di Severus era così perfetto che Harry si chiese se fosse proprio vero che aborriva quell'attività... ci aveva messo un bel po' di cura per qualcosa che non gli interessava minimamente.

Controllò il Legame e sentì solo sentimenti leggeri e vagamente gioiosi, così si permise un segreto sorrisetto lontano dagli occhi scuri del suo Omega.

Poi c'erano stati i regali e, come sempre, Harry si sorprese di quanti fossero.

Si era aspettato qualcosa dai suoi amici e aveva sperato anche in qualcosa da Severus, ma di certo non avrebbe osato sperare che il suo Omega gli facesse più di un regalo.

Certo, lui aveva comprato montagne di doni per Severus, perché sapeva che non aveva molti amici e non era certo di quanti di loro gli mandassero regali, così non voleva che la sua pila fosse troppo piccola... c'era quello e forse c'era stata anche la sua ringhiante voce da Alpha che gli aveva intimato di viziare il suo bravo Omega in ogni modo possibile...

Comunque aveva trovato due pacchetti diversi, dal suo compagno, e ogni dono gli era sembrato inestimabile.

Il primo che aveva aperto era stato un pacco con la carta di Mielandia, anche se sproporzionatamente grande, e conteneva solo tavolette di cioccolato al latte, il suo preferito. Harry aveva sorriso e Severus aveva ghignato:

"Non è tutto per te, sai?" E aveva allungato veloce una mano per cercare di rubargli una tavoletta.

Harry gli aveva sottratto il bottino e lo aveva nascosto dietro di sé, incantato dal pensiero che una persona seria come Severus avesse potuto regalargli qualcosa di così infantile come del cioccolato, solo perché sapeva quanto gli piacesse.

Il secondo regalo in realtà era stato inaspettato. Harry sapeva che nei mesi precedenti Severus aveva chiesto a Minerva di mettere in vendita la sua vecchia casa a Spinner's End, e sapeva anche che aveva fatto alcuni giri per togliere la roba che intendeva tenere, che adesso era imballata nel seminterrato, ma non aveva idea che qualcosa come quello che aveva in mano potesse anche solo esistere.

Era una cornice vecchia, che era stata evidentemente lucidata di recente, e conteneva un biglietto dell'espresso per Hogwarts datato 1° settembre 1971.

Severus sembrò un po' in difficoltà quando disse:

"Ecco... se lo hai ancora, pensavo potessimo allargare la cornice e mettere anche il tuo..."

Harry sapeva perfettamente di avere ancora il suo biglietto, tenuto bello steso nel suo libro d'incantesimi del primo anno che in quel momento si trovava nel suo baule, a scuola, così sorrise felice:

"Sarebbe perfetto!"

Severus rispose al sorriso e poi, ancora un po' titubante, estrasse qualcosa dalle vesti e glielo porse:

"E poi ci sarebbe anche questo..."

Harry prese la pergamena, legata con un nastro rosso e bianco, e la guardò per un attimo, incerto su cosa fosse.

La aprì curioso e, dopo averla srotolata, lesse:


Io, Severus Piton, in possesso di tutte le mie facoltà mentali, scrivo questo senza essere sotto costrizione alcuna.

Harry J. Potter,

Sono felice che tu mi abbia Rivendicato e Legato a te.

Sono felice di essere il tuo Omega.

Sono felice di avere dei figli con te.

IO TI AMO


Harry rimase imbambolato a leggere e rileggere quelle parole impossibili più e più volte e solo alla fine, cosciente che qualcosa nel Legame era sbagliato,sollevò gli occhi per trovare il suo Omega proteso verso di lui, come in attesa di giudizio.

Lui non aveva parole: c'era qualcosa di grosso, nel suo petto, che sembrava gonfiarsi tanto da fare male e sentiva gli occhi pungergli per le lacrime anche se era certo di non essere per nulla triste.

Era impensabile, incredibile, che Severus avesse scritto quelle parole per lui, di suo pugno.

Gli sfuggì un singhiozzo e si asciugò rapido una lacrima galeotta che gli era rotolata su una guancia, prima di sollevarsi dal pavimento, dove era ancora seduto vicino all'albero di Natale, e tornare in fretta al divano dove il suo Omega lo aspettava.

Lo abbracciò stretto, senza riuscire a dire nulla ma certo che Severus sapesse, dal Legame e dal sorriso ebete che gli stirava le labbra, che quello era il miglior regalo di sempre.

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