26 - Tutto andrà bene

Villa Malfoy, 21 Dicembre 1998

Astoria Greengrass


Era strano e allo stesso tempo eccitante trovarsi nella casa di Draco, insieme a lui e senza che nessuno lo sapesse, né sua sorella né i suoi genitori.

Aveva raccontato a Daphne che era stata selezionata per un corso di specializzazione in incantesimi che si sarebbe tenuto a Londra.

Ovviamente ne aveva anche scritto a casa, parlandone in tono entusiasta come se fosse una magnifica opportunità che nessuno avrebbe mai voluto lasciarsi sfuggire e, grazie a Merlino, il professor Piton era riuscito a darle alcuni incartamenti che sostenevano la sua storia.

Avrebbe dovuto sentirsi almeno un po' in colpa ma dopotutto non era davvero da sola e, in realtà, erano molte le persone che sapevano dove si trovava, a partire dai Malfoy fino al professor Piton e a... Potter.

Era strano pensare che Potter fosse l'Alpha del suo professore ma Draco le aveva assicurato che erano una coppia splendida e lo aveva detto anche in un tono piuttosto ammirato, cosa che l'aveva leggermente ingelosita, forse perché tra lei e il suo ragazzo le cose erano... strane...

Quando Draco si era inginocchiato ai suoi piedi, chiedendole di sposarlo, lei aveva toccato il cielo con un dito ma ora, dopo che aveva avuto una ventina di giorni per abituarsi all'idea, tutto le sembrava leggermente sbagliato.

Viveva nella stessa casa di Draco da più di una settimana e anche solo quello... non c'era stato nessun corteggiamento, nessun appuntamento romantico: si era ritrovata sbalzata dal ruolo di ragazza single a quello di fidanzata a pochi giorni dal matrimonio, senza frapporre tempo in mezzo e, la cosa più sconcertante, era che Draco sembrava quasi non essere nemmeno interessato a lei, non come ragazza almeno, anche se forse lo era in virtù del fatto che presto sarebbe diventata un'Omega.

Dormivano in stanze separate e tra loro c'erano stati solo alcuni casti baci, un leggero sfiorarsi delle mani, un paio di abbracci ma nient'altro, e lei era sull'orlo di una crisi di nervi.

Quel mattino si era presentata a colazione pronta a mangiare in frette e poi decisa a trascinare Draco in un posto tranquillo per parlargli molto seriamente, perché non riusciva più a trattenere quello che aveva incastrato in gola.

Non voleva in nessun modo arrivare vergine al suo primo calore, soprattutto perché il professor Piton le aveva detto che, molto probabilmente, non ne avrebbe avuto che un vago ricordo.

La sua idea di donarsi per la prima volta a un ragazzo che le piacesse davvero era a portata di mano, anche se ora non era più così sicura di cosa provasse davvero Draco per lei, però almeno poteva chiedergli di... soddisfare il suo desiderio, no?

Non avrebbe di certo dovuto essere un grosso sacrificio, per lui, dopotutto!

Appena entrò nella sala da pranzo si avvide che era presente solo Draco.

Si avvicinò titubante, chiedendosi come mai i suoi genitori non ci fossero, e si sedette con un poco caloroso:

"Buongiorno."

"Ah! Buongiorno." Le rispose Draco sollevando gli occhi e riabbassandoli in fretta.

Da come spostava sempre lo sguardo lontano da lei sembrava che non gli piacesse poi molto guardarla e, la cosa, la stava rendendo ancora più nervosa.

Forse Draco aveva chiesto la sua mano perché la sua famiglia si aspettava che sposasse la sua Omega, come suo padre aveva fatto con sua madre, ma lui non sembrava davvero molto coinvolto, alla fine dei conti.

"I tuoi genitori non sono ancora scesi?" Domandò, sottolineando l'ovvietà della cosa solo per riempire l'imbarazzante silenzio.

Draco sollevò gli occhi e poi li riabbassò di nuovo, arrossendo e balbettando:

"No... loro non... non scenderanno."

Astoria inclinò il capo, cercando di ricordare se avessero detto qualcosa a proposito di un'assenza o se...

"Sai... mia madre è gia... uhm..."

All'improvviso il cuore di Astoria perse un battito.

Se Narcissa Malfoy era già in calore, allora voleva dire che anche a lei non restava più molto tempo. Doveva parlare con Draco e doveva farlo in fretta.

Ignorò la colazione e disse rapida:

"Tua madre è in calore? Questo vuol dire che presto lo sarò anch'io, giusto?"

Draco scrollò le spalle, sempre evitando di guardarla:

"Immagino di sì."

Lo disse in tono così freddo che la sua rabbia montò in un attimo:

"Vedo che l'idea non ti entusiasma." Disse acida, alzandosi di scatto e sentendosi pizzicare gli occhi.

Si era illusa di poter avere il suo principe azzurro e invece era in balia di un ragazzo che nemmeno la riteneva degna di uno sguardo.


Villa Malfoy, 21 Dicembre 1998

Draco Malfoy


Draco stava per impazzire.

Era riuscito a dichiararsi alla ragazza che gli piaceva e, dopo che lei aveva accettato l'anello di fidanzamento con un sonoro 'sì', e dopo averla vista piombargli tra le braccia, entusiasta, era stato quasi sicuro che tutto il resto sarebbe venuto da sé.

Non si era mai sbagliato di più in tutta la sua vita perché, dal giorno in cui le aveva dato l'anello di fidanzamento, Draco era diventato improvvisamente cosciente di tutta una sua parte che aveva fino a quel momento ignorato.

La sua parte Alpha.

Si era spesso domandato come Harry potesse sapere così poco della sua natura ma lui, che invece conosceva tutto il necessario, si era ritrovato improvvisamente su un terreno del tutto sconosciuto.

Un conto era sapere le cose, un altro era ritrovarsi di punto in bianco con una ringhiante voce nella testa che gli urlava di rivendicare il suo premio, la sua Omega...

Il solo fatto che lei avesse accettato l'anello dalle sue mani aveva infiammato la sua possessività in modo tale che il suo primo istinto sarebbe stato quello di piegare la ragazza sul primo banco e prenderla lì, nell'aula di pozioni, senza mettere tempo in mezzo.

Aveva usato ogni più piccolo straccio di autocontrollo che possedeva per non rendere troppo palesi le sue vere intenzioni, ed era stato davvero grato che l'aula di pozioni fosse così buia perché la sua erezione era stata tutt'altro che trascurabile.

Dopo di allora era cominciato il suo tormento: Astoria non era ancora un'Omega e, con tutta probabilità, si aspettava di essere trattata come una ragazza normale, una fidanzata normale, e Draco non era stato certo di riuscire a farlo.

La amava, era certo che fosse amore quello che provava per lei, e voleva renderla felice ma la sua voce ringhiante continuava a dirgli che, l'unico modo per farlo, era saltarle addosso come se entrambi fossero stati nient'altro che animali.

Quella stessa notte Draco era tornato di soppiatto nell'aula di pozioni, ringraziando Merlino che non fosse più l'attentissimo Severus a controllare i rifornimenti immagazzinati, e si era miscelato diverse pozioni che potessero aiutarlo con i suoi bollenti spiriti.

Quello aveva in una certa misura aiutato, era vero, ma ogni volta che era vicino ad Astoria sentiva comunque l'irrefrenabile bisogno di marchiarla come sua.

Durante il loro primo bacio, appena le loro labbra si erano sfiorate, lui aveva quasi ceduto al bisogno di scendere sul suo collo e morderla e i suoi denti, ne era certo, avevano formicolato leggermente, come se non vedessero l'ora di allungarsi.

Almeno le pozioni avevano fatto in modo che le sue parti basse non s'interessassero troppo al procedimento, ma quello era stato il massimo che era riuscito a ottenere.

Già a scuola ogni piccolo contatto con la pelle di Astoria, anche solo una stretta di mano, aveva rischiato di mandarlo in frenesia e, da quando si trovavano entrambi sotto lo stesso tetto, le cose erano addirittura peggiorate.

Severus gli aveva consigliato, poco prima che lui tornasse a casa, di chiedere a un elfo di serrare la porta della sua camera, quando il calore di Astoria fosse cominciato, per evitare che sua madre, oltremodo impicciona e del tutto senza pudore, provasse a intrufolarsi nella stanza per controllare che, come l'avrebbe messa lei, 'stessero facendo del loro meglio per dargli dei nipotini'.

Lui, memore del fatto che era difficile, per un mago, neutralizzare la magia degli elfi, ogni notte dal suo ritorno a casa aveva chiesto a uno di loro di sigillare la sua camera e di riaprirla solo al mattino, non per impedire l'accesso ad altri ma per evitarsi di uscire alla ricerca di Astoria.

Anche solo guardarla ormai lo accendeva di una lussuria senza limiti: le pozioni che si era miscelato a scuola erano finite e non poteva di certo prepararne altre mentre sua madre era nei paraggi, perché se avesse scoperto quello che gli stava succedendo...

Era certo che ormai, se Astoria non fosse stata sotto un incantesimo cancella odori, lui avrebbe potuto sentire il suo aroma in giro per tutta la villa e, anche se non lo percepiva, non riusciva a fare a meno di immaginarselo, così, quel mattino, quando si era reso conto che i suoi genitori si erano già ritirati nella loro stanza, la sua fantasia, eccitata dal fatto che ormai doveva mancare pochissimo al calore di Astoria, si era scatenata.

Quando aveva visto la ragazza entrare a colazione aveva dovuto distogliere immediatamente gli occhi per non alzarsi e saltarle addosso e adesso lei sembrava... furiosa?

La sua eccitazione si smorzò e lui fu certo di essersi perso qualcosa:

"A... aspetta. Sei arrabbiata?"

"Non mi guardi nemmeno, Draco! Non mi sfiori nemmeno e quasi non mi parli! Se mi vuoi perché sono un'Omega posso capirlo ma almeno non illudermi che ci sia qualcosa di diverso tra noi, a parte la necessità di dare una discendenza alla tua famiglia!"

Draco sentì il ringhio uscirgli dalla gola ma, a quel punto, non si diede più nemmeno pena di sopprimerlo perché era già in piedi, con le mani protese verso Astoria.

"Co... COSA FAI?" Urlò lei impaurita, mentre Draco la afferrava con forza per le braccia.

Le ringhiò in faccia e la vide rimanere immobile, forse per la sorpresa.

"Non ti guardo perché se no ti salto addosso!" Le sibilò in faccia, mostrandole i denti.

Astoria aprì la bocca ma non disse nulla e Draco la fissò come non si era permesso di fare da giorni.

Era bellissima e gli sembrava minuta e fragile, davanti a lui, ma allo stesso tempo era invitante e...

"Perché non me lo hai detto?" Chiese abbassando gli occhi, come se adesso fosse lei a voler rifuggire dal suo sguardo.

Ci fu un silenzio strano, rotto solo dal ringhio sommesso che proveniva dalla sua gola, poi Draco si costrinse ad allentare la presa sulle braccia della ragazza e rispose con attenzione:

"Non... non riesco a controllarmi." La lasciò andare e fece un paio di passi indietro. "Rischio costantemente di andare in frenesia e tu... tu non sei ancora un'Omega... non sei in calore... vorrei trattarti come una regina ma ti guardo e..."

Vedo una cagna. La mia cagna.


Villa Malfoy, 21 Dicembre 1998

Astoria Greengrass


Astoria si sentì rabbrividire ma non fu certa di che tipo di sentimento stesse provando.

Draco aveva spazzato via, in un attimo, tutto quello che credeva di aver saputo.

Quella strana voce nella sua mente gli diceva di buttarsi addosso al ragazzo, di compiacerlo e soddisfarlo immediatamente e i muscoli della sua vagina si contrassero in un guizzo di eccitazione.

Nonostante quello la sua parte razionale era spaventata perché, dopo aver creduto che Draco non la desiderasse abbastanza, ora era certa che invece la volesse forse troppo.

Sembrava un animale in quel momento e tutti i suoi sogni romantici di baci e carezze erano appena andati in frantumi davanti all'immagine possente di qualcosa di molto più selvaggio.

Che cosa faccio? Se gli dico adesso che non voglio arrivare vergine al calore... non si fermerà...

Astoria spostò il peso da un piede all'altro e, impaurita, chiese:

"... e cosa? Che cosa vedi?"

Draco abbassò gli occhi e fece altri due passi indietro, poi disse supplice:

"Non farmelo dire. Tori..." prese fiato e poi, con voce spezzata, dichiarò "... io ti amo. Davvero. Ti amo da sempre. Forse dopo... riuscirò a essere... più calmo... ma adesso..."

Lo aveva detto.

Non glielo aveva ancora detto, nonostante le avesse chiesto di sposarla, e il suo cuore perse un battito perché era quella l'unica cosa che davvero le importava.

Poteva rinunciare ai baci gentili,agli appuntamenti impacciati e ai gesti romantici... poteva fare a meno di tutto quello se Draco almeno la amava davvero e, in quel momento, la sua parte razionale e la sua mente Omega coincisero nei loro desideri facendole dire:

"Il professor Piton mi ha detto che gli Omega hanno ricordi confusi del calore, ed io sono vergine. Voglio potermi ricordare della mia prima volta, Draco."

Il ragazzo parve immobilizzarsi, forse smise addirittura di respirare per un momento:

"Cos... NO!" La voce di Draco le parve diversa e il tono fu così perentorio da abbattere tutte le sue speranze. Le sue spalle si abbassarono e lei, con un filo di voce, chiese, adesso deferente e sospettosa:

"Perché? Perché no? Hai detto che mi ami, che ti piaccio..."

Era confusa, incerta, e non sapeva bene che cosa stesse succedendo. Aveva voglia di piangere.

"Tori io... non voglio che lo ricordi! Ti farei male! Non riuscirei a essere... gentile."

Draco era arretrato ancora e adesso era quasi addossato al muro sul fondo della stanza, molto lontano da lei.

Considerò le sue parole arricciando le labbra in una smorfia pensierosa.

Preferisco ricordarmi della mia prima volta, anche se lui sarà brutale, o preferisco non ricordarmene affatto? Che cosa devo scegliere?

La sua altra voce s'insinuò di prepotenza:

Lui che cosa vuole?

Astoria sgranò gli occhi per la sorpresa perché ora sapeva che, fino a quel momento, si era solo preoccupata di quello che voleva lei ma Draco... il ragazzo che le era davanti e che stava cercando di non spaventarla, di darle spazio, di rispettarla nonostante fosse chiaro che gli era difficile... a lui non aveva pensato nemmeno per un momento.

Se era vero che Draco gli piaceva abbastanza da credere di amarlo, come aveva potuto essere così egoista da non pensare a lui nemmeno per un istante?

"Draco... ma tu che cosa vuoi?" Poi ripensò alle sue parole e le modificò: "Alpha... tu mi vuoi?"

Sentì di nuovo il ringhio uscire dalla gola del ragazzo e seppe che sì, lui la desiderava, così si fece coraggio:

"Penso... non importa se mi farai male. So che non lo farai apposta. Hai detto... che forse, dopo... riuscirai a essere più calmo... sarai gentile, dopo. Mi consolerai, dopo, se io... se ci resterò male..."

Lo vide fare un passo avanti e adesso nei suoi occhi c'era di nuovo una luce rapace, spaventosa, che la fece fremere anche se forse non solo di paura.

"Tori io... non voglio farti male. Non voglio davvero ma non... nemmeno io l'ho mai fatto e non so come..."

Adesso Draco, il suo ragazzo, il suo futuro Alpha, sembrava imbarazzato, con le guance leggermente rosa mentre si mordeva un labbro, e a lei fiorì un sorriso sul viso perché quello era esattamente il suo principe azzurro, il bambino premuroso che un tempo le era rimasto vicino anche quando avrebbe potuto divertirsi di più con altri compagni di gioco.

Voleva dirgli che non importava se le avrebbe fatto un po' male ma, allo stesso tempo, voleva eccitarlo, infiammarlo e sentirsi bella e desiderata... pensò alla risposta da dargli forse un po' troppo a lungo ma poi, quando lui sembrò sul punto di arretrare nuovamente, lei sbottò:

"Vieni da me, Draco. Alpha, vieni qua. Va bene. Voglio... mi piace sapere che... mi desideri. Pensavo non mi volessi, credevo non t'importasse di me e ci stavo male ma, se mi vuoi, se mi ami, tutto andrà bene."


Villa Malfoy, 21 Dicembre 1998

Draco Malfoy


Astoria stava dicendo davvero quello che lui credeva di aver capito?

Non ne era sicuro perché, forse, era la sua mente da Alpha a fargli fraintendere le cose.

Scosse la testa, ringhiando e trattenendosi a malapena mentre cominciava a pensare di essere un completo fallimento perché, se già ora era in questo stato, durante il calore di certo sarebbe andato in frenesia senza nessuna speranza di fermarsi.

Non voleva fare del male ad Astoria ma la desiderava da morire, ed era così eccitato che quasi gli girava la testa.

La vide aprire le braccia, come a volerlo invitare, e in pochi rapidi passi fu su di lei, la bocca premuta con forza sulla sua, che si aprì senza fare resistenza.

Le insinuò la lingua in bocca per un bacio che non aveva nulla di casto e, nel frattempo, la sua gola continuò a emettere un ringhio irrefrenabile.

La strinse tra le braccia con forza, premendosi contro di lei: non voleva spaventarla ma era duro da morire e voleva che lei lo sapesse, desiderava che capisse che effetto gli faceva e voleva... si stacco dal bacio e disse in fretta, rosso di vergogna perché l'ammissione gli sembrava lo rendesse meno che umano:

"Voglio sentire il tuo odore... ti prego, Tori, togli l'incantesimo."

Lo disse con la sua voce da Alpha e si rese conto, con un attimo di ritardo, che la sua supplica doveva essere suonata come un ordine, così si corresse:

"No. Aspetta, ferma."

La ragazza, che si stava muovendo tra le sue braccia probabilmente per cercare la bacchetta, si bloccò:

"Io... scusa. Non so se... non so come mi è uscito e se a te fa già effetto. Non volevo darti un ordine... era una richiesta." Gli mormorò a non più di un centimetro dal suo viso.

"Va bene, Draco. Non... sì, era un ordine. E' stato strano sentirmi costretta ma non... non mi sono offesa o altro e sì, voglio togliere l'incantesimo."

Lui però all'improvviso non fu più così certo:

"Forse... forse non è una buona idea. Io non so se posso trattenermi se sento... non lo so."

Lei, ancora immobile, gli disse piano:

"Non posso muovermi, Draco."

Lui si diede dell'imbecille, perché le aveva dato un altro ordine e di nuovo non se ne era nemmeno accorto:

"Sì, scusa. Puoi muoverti."

La sentì sciogliersi dal suo abbraccio e fare un piccolo passo indietro, con un mezzo sorriso sulle labbra, poi disse:

"Questa cosa fa un po' paura."

L'idea che lei lo temesse non gli piaceva e fece per replicare:

"Ah... io non..." Si ritrovò una mano piazzata sulla bocca.

"Sssh. Va bene. Voglio solo che... cerca di capire, io non ne so niente, di queste cose, è tutto nuovo e credo mi ci vorrà un po' per abituarmi, ma va bene. Solo... vorrei che ne parlassimo perché..." Adesso Draco vide che anche lei era arrossita e non poté fare a meno di fissarle le labbra, pensando che voleva solo baciarla di nuovo "... se non mi dici cosa provi io non lo capisco."

Draco annuì piano e le mise le mani sui fianchi, poi prese fiato e disse:

"Tori, mi piaci da sempre e mi sarebbe davvero piaciuto che le cose fossero andate diversamente. Immagino avresti voluto un corteggiamento, dei fiori, appuntamenti... ma io adesso riesco a malapena a ragionare quando sono con te e, se togli l'incantesimo cancella odori, e se il tuo aroma è già quello di un'Omega, non sono certo che riuscirei più a trattenermi, tantomeno a parlarti."

Lei sbatté gli occhi un paio di volte e Draco non poté fare a meno di pensare a quanto fosse bella e quasi si perse le sue parole:

"Pensavo... credevo fossero solo gli Omega a perdere la ragione. Davvero ti può succedere?"

Lei lo stava chiedendo con tono curioso e nient'altro, ma lui si sentì comunque inadeguato e faticò ad ammettere:

"Sì... può succedere ed io... forse il mio autocontrollo non è dei migliori."

Astoria rimase in silenzio per un po' e Draco cominciò a sentirsi male, come se il suo giudizio, in quel momento, fosse tutto ciò che contava, poi lei disse con attenzione:

"Mi tranquillizza saperlo, sai? Il pensiero di perdere la ragione, anche se solo durante il... calore... ecco, mi fa paura. Mi sembrava che dovessi sentirmi meno che umana ma... se succede anche a te..."

Draco non si aspettava quelle parole e il bisogno di pensare a una risposta smorzò un po' la sua eccitazione.

Non si era mai fermato a pensare a cose del genere, perché sua madre gli aveva sempre detto che sarebbe diventato un Alpha e, entrambi i suoi genitori, gli avevano spiegato, fin da piccolo, tutto quello che doveva sapere ma per Astoria invece era tutto nuovo e, la consapevolezza che si fosse sentita meno che umana, gli sembrò orribile. La fissò seriamente e cercò di spiegarle con calma:

"Tori, gli Alpha possono perdere il controllo facilmente, quando c'è di mezzo un'Omega. Harry mi ha aggredito, qualche tempo fa, solo perché mi ha trovato nei paraggi degli appartamenti di Severus nel momento sbagliato. Siamo... facilmente eccitabili. Mio padre dice che con gli anni e con la pratica si riesce a trattenersi meglio, anche se mai del tutto. Lui non è nemmeno riuscito a non ringhiare contro Harry, l'altra settimana, ed io non ho esperienza e anche per me è tutto molto nuovo e spaventoso, solo che a me fa paura l'idea di ferirti, non il resto." Gli c'era voluto tutto il suo coraggio per dire quelle cose, e quando Astoria lo strinse tra le braccia gli sembrò che ne fosse valsa la pena.

"Draco, non credo mi faresti davvero del male. Non lo hai mai fatto." Poi si scostò di nuovo da lui e aggiunse:

"Provo a togliere l'incantesimo, va bene? Se mi..." le scappò una risatina tesa "... se mi salti addosso, almeno saprò che non hai potuto farne a meno e ti perdonerò."

Aveva le guance rosse e gli occhi stranamente scintillanti mentre lo diceva, e lui ne rimase incantato, poi si ricordò della discussione che aveva avuto con Harry, sul fatto che a volte un'Omega poteva sentirsi usata e magari violentata e chiese:

"Tori, sei certa di quello che hai detto? Vuoi davvero che succeda? Non che io perda il controllo... intendo, vuoi davvero che noi... prima del calore..."

Lei annuì convinta:

"Sì, davvero. Voglio ricordarlo e, adesso che so che potresti perdere il controllo, andrà bene anche se non sarai proprio gentile. Lo voglio davvero." Poi estrasse la bacchetta e tolse l'incantesimo.

Draco ispirò a pieni polmoni.

La sua Omega aveva un odore leggero, ancora quasi impercettibile ma dolce come il miele e a lui parve di essere in paradiso.


Villa Malfoy, 21 Dicembre 1998

Astoria Greengrass


Astoria vide Draco inspirare forte e le sfuggì un mezzo sorriso perché, dalla sua espressione ebete, sembrava che il suo odore gli piacesse:

"Com'è? E' già cambiato?" Chiese anche se conosceva la risposta.

"E' buonissimo. La cosa più buona che abbia mai sentito." Rispose lui ancora continuando ad annusarla.

La scena sarebbe anche stata divertente se lei non fosse stata così concentrata sul fremito che sentiva tra le gambe e sulla vaga paura che il ragazzo perdesse la ragione da un istante all'altro.

Quando vide che Draco sembrava ancora abbastanza lucido, chiese:

"Potresti togliere anche il tuo incantesimo? Non ho nemmeno idea di come dovrebbe essere, l'odore di un Alpha: fino ad ora non l'ho mai sentito ma adesso forse potrei."

Draco sembrò un automa mentre cercava la bacchetta e, a sua volta, lanciò un rapido 'finite incantatem' su se stesso.

Astoria annusò con cautela, come se non fosse ben certa che le sarebbe piaciuto quello che avrebbe sentito.

Arricciò appena il naso per concentrarsi sugli odori e sentì un vago aroma caldo e intenso, come di qualcosa di tostato e, all'improvviso, fu sicura di avere le mutandine bagnate; imbarazzata ma certa di quello che stava facendo, afferrò la mano di Draco e disse:

"Andiamo di sopra, va bene? In camera tua, o mia, dove vuoi."

Il ragazzo annuì meccanicamente con la testa mentre continuava a fissarla con occhi assenti, poi sembrò riscuotersi e un sorriso a tutti denti gli si aprì in viso.

"Sì, andiamo, sì." E il momento successivo Astoria si ritrovò a seguirlo su per le scale mentre ancora le loro mani erano allacciate.

Al piano di sopra per un momento si ritrovò disorientata, perché Draco non la stava conducendo nella sua stanza ma verso un'ala diversa della villa:

"Dove stiamo andando?" Chiese incuriosita e il ragazzo, senza girarsi, rispose con voce roca e carica di desiderio:

"Aspetta... lo vedrai tra poco..."

Arrivarono in una zona della grande magione che lei non aveva ancora esplorato. Draco aprì la porta e Astoria si accorse che gli tremavano le mani.

"Ecco... volevamo che fosse una sorpresa per dopo... sono i nostri appartamenti." Draco le fece un gesto per invitarla ad entrare e lei avanzò, guardandosi intorno, mentre lui spiegava:

"Io non ne so molto di queste cose ma mia madre li ha fatti arredare per noi... puoi cambiare tutto quello che vuoi, ovviamente."

Astoria osservò l'immenso salotto, elegante anche se ancora un po' spoglio e disadorno, e si rese conto che tutta la sua vita era già cambiata: senza nemmeno che avesse avuto il tempo di rifletterci davvero non era più una ragazzina ma una donna che si stava per sposare e che avrebbe avuto una casa, un posto suo e di suo marito... guardò Draco con occhi nuovi.

Continuava a pensare a lui come a un ragazzo ma non lo era più. Era un uomo ed era anche un Alpha... con i capelli leggermente spettinati e le guance arrossate sembrava disperatamente agitato e incerto ma anche forte e sul punto di perdere il controllo.

"Portami in camera, Dra... Alpha."

Lui la afferrò e la sollevò da terra così in fretta che a lei mancò il fiato, poi rise per quel gesto possessivo e vagamente aggressivo, perché era agitata e si sentiva tutta sottosopra.

Non era pronta per quello che stava per succederle, ma allo stesso tempo non aveva scelta se non quella di cercare di ottenere il meglio, così buttò le braccia al collo di Draco e premette le labbra contro quelle di lui, mentre si lasciava trasportare attraverso diverse stanze.

Il ringhio dell'Alpha vibrava forte sulle sue labbra ma era un suono piacevole, che la eccitava e la faceva sentire desiderata e, quando si sentì cadere e colpì il morbido letto sul quale era stata gettata, spalancò le braccia e lo invitò.

Lui le fu addosso in un istante, baciandola mentre le sue mani cercavano di insinuarsi sotto la sua camicetta.

Astoria rispose al bacio e si chiese se dovesse fare qualcosa per facilitare a Draco il compito di spogliarla ma non ce ne fu bisogno perché lui tirò e strappò, poi si sollevò per ammirare la sua opera.

Astoria prima guardò verso di sé e si vide distesa con i lembi aperti della camicia e con il busto coperto solo dal reggiseno azzurro, poi sollevò lo sguardo e vide Draco...

"Draco?" Chiese in un mormorio quando lo vide con occhi pazzi fissi sul suo seno.

Lui ringhiò più forte e poi scese sul suo petto, abbassandole il reggiseno e avventandosi su un capezzolo, mordicchiando e leccando mentre le sue mani le sollevavano la gonna.

Astoria gemette piano, con lo stomaco annodato dalla certezza che l'Alpha fosse troppo oltre per fermarsi, ormai, e quando sentì le dita di lui indagare tra le sue gambe, arrossì al pensiero che l'avrebbe trovata già completamente bagnata.

La bocca di Draco era bollente e il trattamento che il suo seno stava subendo non era del tutto sgradevole, anche se non era nemmeno eccitante come si sarebbe aspettata ma, mentre si rendeva conto di questo, le dita dell'Alpha entrarono nelle sue mutandine e la toccarono tra le gambe e quello sì, che le diede una scossa inaspettata, facendole sollevare leggermente la schiena per la sorpresa.

Sentì Draco indagare e toccare piano e poi un dito le entrò dentro e lei gemette perché, anche se si era masturbata spesso, prima, ora la sensazione era del tutto diversa: non aveva nessun controllo su quello che sarebbe successo; il ritmo con cui l'Alpha cominciò a muovere la mano la colse alla sprovvista, facendola ansimare e, contemporaneamente, strinse le cosce, come a volersi negare.

Draco si bloccò all'improvviso e si sollevò dal suo seno ma senza guardarla, invece scese più in basso e, dopo averle sollevato la gonna, le afferrò le mutandine e le sfilò.

Lei si mosse solo quel tanto che bastava per facilitargli il compito, non sapendo bene cos'altro avrebbe potuto o dovuto fare, e dopo lo vide scendere tra le sue gambe e...

Merlino! Mi sta leccando!

La sensazione era incredibile, tanto che cominciò ad ansimare piano mentre sentiva la lingua di Draco passare e ripassare, con insistenza, sul suo clitoride.

Sollevò il busto per andare incontro alla bocca di Draco ma subito le mani di lui le strinsero le gambe e la tennero ferma.

Quel trattamento la stava facendo impazzire e si morse un labbro per trattenere un gemito, mentre la mano dell'Alpha lasciava la sua coscia e s'insinuava di nuovo tra le sue gambe.

Subito dopo sentì un dito tornare a esplorarla mentre la bocca di Draco insisteva in quel punto che le stava mandando ondate di piacere nel ventre:

"Ah! Draco...!" Non era certa di cosa volesse dire e, comunque, non sortì nessun effetto perché Draco continuò con quello che stava facendo, senza esitazioni.

L'eccitazione le stava montando nel basso ventre, scendendo sempre di più, come se volesse farla esplodere ma, all'improvviso, Draco si fermò e si alzò dal letto, cominciando a spogliarsi con furia.

Lei indugiò per un momento, con la testa buttata indietro, delusa dall'interruzione perché era quasi certa che, se lui avesse continuato, avrebbe potuto avere un orgasmo.

Espirò e guardò la pelle pallida di Draco, adesso esposta, e il suo fisico magro e nervoso.

Il ragazzo era bello come se lo era immaginato e lei, vedendolo quasi nudo, si affrettò a togliersi di dosso i vestiti, cominciando dalle scarpe che aveva ancora ai piedi per poi passare al resto.

Era completamente nuda a parte la gonna ma, quando fece per sfilarla, Draco ringhiò e lei si bloccò.

"Faccio io." Disse con una voce meravigliosamente roca che le mandò un nuovo brivido tra le gambe e, quando sollevò gli occhi su di lui, vide che adesso era completamente nudo e arrossì furiosamente.

Non aveva mai visto un ragazzo nudo ed eccitato: la sua erezione la spaventò perché era enorme.

Mi farà un male d'inferno!

Pensò stringendo i denti mentre Draco gattonava sul letto e le afferrava rudemente la gonna per la vita, per poi farla scivolare lungo le sue gambe.

Lei rimase quasi inerte, con il cuore in gola, ma lo guardò comunque mentre le afferrava le ginocchia e le divaricava, posizionandosi in mezzo.

Era certa che sarebbe successo nel giro di un attimo e invece Draco, che sembrava del tutto fuori controllo, scarmigliato e con le guance arrossate, si bloccò.

Astoria sollevò gli occhi su di lui, cercando con tutta se stessa di non fissare il grosso pene duro e, quando finalmente riuscì a guardarlo in faccia, lui disse:

"Sei... posso ancora fermarmi, se vuoi."

Si vedeva che stava facendo fatica anche solo a parlarle e che di certo non voleva fermarsi e lei, senza pensarci, scosse la testa con foga.

Non voleva interrompere ora perché non avrebbe avuto senso: sarebbe comunque successo in un paio di giorni, quindi che differenza faceva?

Vide le spalle di Draco, che erano rimaste rigide, sciogliersi come se il suo permesso fosse stato l'unica cosa che ancora lo tratteneva e, mentre lo guardava abbassarsi su di lei, notò i suoi bicipiti leggermente scolpiti e le sue braccia asciutte ma muscolose che la afferravano e la sollevavano, mentre lui si sistemava tra le sue gambe.

Quel movimento le parve così eccitante da farla fremere di nuovo, mentre sentiva i muscoli della sua vagina contarsi, come se volessero opporre un'ultima resistenza.

Quando sentì il suo pene cominciare a spingere cercò di rimanere ferma e di non muoversi, perché non voleva che Draco interpretasse la cosa come una specie di fuga.

Lui spinse più forte e lei stinse i denti, sicura che avrebbe fatto male, poi un urlo le rimase incastrato in gola.

Era entrato. Lo aveva dentro e faceva male.

Aveva la bocca aperta ma non si permise di emettere nemmeno un suono, perché non voleva che Draco lo sapesse... voleva che continuasse e sperava che il dolore scemasse in fretta.

Lo aveva dento... Draco si mosse e lei sentì lo spostamento dentro di sé.

La sensazione era solo vagamente piacevole ma il dolore era forte e lei chiuse la bocca di scatto, mordendosi un labbro per non gemere.

Osservò Draco e lo vide con la fronte corrugata, come se fosse concentrato mentre si muoveva piano, forse anche lui adattandosi alla sensazione.

Che cosa pensa? Che cosa prova?

Si domandò di sfuggita mentre il movimento si faceva un po' più veloce e il dolore diventava più forte.

Sto sanguinando? Non lo capisco...

Sua sorella le aveva detto che le prime volte non sarebbero state molto piacevoli ma lei aveva quasi sperato che, essendo un Omega, le cose potessero essere diverse e invece, in quel momento, l'unica cosa che voleva era che finisse in fretta.


Villa Malfoy, 21 Dicembre 1998

Draco Malfoy


Fino a quel momento era riuscito a non andare del tutto in frenesia e almeno di quello era orgoglio ma, adesso che era lì, dentro ad Astoria...

Voglio venirle dentro.

La sentiva strettissima e bollente e, appena era riuscito con fatica a infilarglielo dentro, aveva usato tutto il suo autocontrollo per non venire immediatamente ma, nello stesso istante, la sua parte Alpha aveva assunto il comando e adesso dettava il ritmo.

Una parte lontana del suo cervello si rendeva conto che la ragazza era rigida sotto di lui e che non sembrava per nulla eccitata ma l'Alpha vedeva solo la distesa della sua pelle nuda e sentiva la morbidezza dei suoi seni spingere contro il suo petto e non gli importava molto di nient'altro, a parte il calore di quel suo buco stretto.

E' mia. Non era mai stata con nessuno e adesso è mia e in calore la sfonderò e la riempirò. Le piacerà e mi vorrà, ancora e ancora...

Qualcosa gli diceva che i suoi pensieri erano sbagliati ma era un dubbio vago, sovrastato dal ringhio dell'Alpha e a lui, in quel momento, non importava proprio, mentre si muoveva dentro e fuori, avvolto da quel caldo bagnato e paradisiaco.

Gli sembrò che qualcosa si muovesse, che i muscoli di Astoria si fossero contratti per un momento e che lei ora li stesse stringendo ora più forte.

Non vuole che lo tolga, le piace sentirmi dentro di lei!

Disse vittoriosa la sua voce Alpha nella sua mente e Draco le venne dentro, proprio come aveva voluto fare fin da quando era riuscito a sfondare il suo ingresso serrato.

Strinse gli occhi, concentrato sull'orgasmo, e quando li riaprì vide delle macchie nere, come se stesse per svenire, e si lasciò cadere di peso sopra il corpo morbido e caldo di Astoria.

Respirò pesantemente per un momento, quasi certo che, se non si fosse spostato, avrebbe potuto addormentarsi di botto, così rotolò di lato e rimase di schiena, riprendendo fiato a bocca aperta e occhi chiusi.

Si stava davvero addormentando, quando la voce di Astoria lo riscosse dal mare incombente dei suoi fluttuanti pensieri sconnessi:

"Dra... Draco? Sei... ragioni, adesso?"

Per un momento quasi fu tentato di ignorare la domanda e di lasciarsi andare al sonno, invece aprì gli occhi e, dopo averli sbattuti un paio di volte, si rese conto che forse aveva davvero fatto un casino.

Il suo cuore accelerò e lui si girò verso Astoria, pieno di timore.

La ragazza era immobile, di schiena, e stava fissando il baldacchino del letto, non lui. Guardò il suo profilo e vide la scia di una lacrima che andava asciugandosi sulla sua guancia.

In un attimo si sollevò su un gomito per guardarla meglio e chiese con urgenza:

"Ho... ti ho fatto male? Stai male?"

Lei girò la testa verso di lui molto lentamente e Draco notò, con la coda dell'occhio, che era rimasta immobile e aveva ancora le gambe aperte.

"Sì... no. Non lo so." Disse lei così piano che quasi non la sentì.

Lui le scostò una ciocca di capelli da viso e poi, cercando di fissare solo il suo volto e non il suo corpo nudo e invitante, disse di nuovo:

"Io..." Le parole gli morirono sulle labbra perché non sapeva che cosa dire.

Le aveva fatto male, questo era ovvio, ma ora che cosa doveva fare? Chiederle scusa? Consolarla?

"Mi... mi abbracci, per favore?" Chiese lei in un sussurro, con voce rotta, e lui ubbidì.

Una volta che la ebbe tra le braccia, con il viso di lei incastrato sotto il suo mento, la sentì iniziare a singhiozzare forte.

La strinse di più, senza dire nulla, senza osare chiedere se era tutta colpa sua, per timore che lei gli dicesse di sì.

Quando i singhiozzi diminuirono le chiese piano:

"Hai freddo? Vuoi infilarti sotto le coperte?"

Lei non rispose ma scosse la testa e lui continuò a trattenerla e chiese di nuovo:

"Posso... che cosa posso fare, Tori?"

Lei si scostò piano dal suo petto e poi, guardandolo negli occhi, chiese:

"Mi ami davvero?"

Quella era una domanda facile e lui rispose senza timore:

"Sì, certo che ti amo. Ti amo da quando sei caduta cavalcando la scopa giocattolo e ti sei sbucciata tutte e due le ginocchia ma mi hai chiesto di non dirlo a nessuno, perché la scopa era di Daphne e tu non avresti dovuto usarla."

Lei continuò a fissarlo e poi chiese:

"Perché? Perché da allora e perché non me l'hai mai detto? Perché ti sei allontanato e mi hai evitata per tutti questi anni? Perché, Draco?"

Erano tante domande e a lui servì un momento per riordinare le idee:

"Quel giorno eri davvero carina. Avevi i codini legati con due grandi fiocchi rosa e un vestitino con i fiori gialli. Eri lì, sanguinavi e piangevi, mentre mi guardavi a occhi sbarrati, poi ti sei alzata e sei corsa da me e mi hai messo le mani sulla bocca. E' un gesto che fai spesso e mi è sempre piaciuto. Quella volta mi ordinasti di non parlarne con nessuno, perché solo così tutto sarebbe andato bene, poi ti pulisti il sangue nella fontana. Non lo so... eri così sicura che, se io non avessi parlato, nessuno se ne sarebbe accorto che... mi piaceva. Ero il tuo complice e quando sono arrivati gli altri, e tu hai fatto finta di niente, mi sono sentito immensamente ammirato, per il fatto che fossi davvero riuscita a non farti prendere e, dopo, tu mi hai sorriso. Ero il tuo complice ed ero orgoglioso di te, del fatto che fossi così bella e scaltra e... forse mi piaceva che avessi anche un po' bisogno di me, del mio silenzio... da allora ho sempre pensato che avrei voluto qualcuno così, al mio fianco, una persona di cui poter essere complice per tutta la vita. Se ci pensavo, immaginavo te ma io... mia madre mi aveva sempre detto che sarei stato un Alpha, fin da piccolo, e sapevo che dovevo avere un'Omega... continuavo a sperare che diventassi un'Omega... sempre, continuamente, ogni volta che ti vedevo... ma gli anni passavano e non succedeva ed io non potevo amare qualcuno che non era un'Omega perché non sarebbe stato giusto, così non ti ho mai detto niente. Quando Harry mi ha detto di te, ho creduto di essere in un sogno e che tutte le mie suppliche fossero state sentite ed esaudite."

Draco si zittì e Astoria, per un po', non disse nulla, poi prese fiato e rispose:

"Anch'io ti amo, Draco e sì, mi hai fatto male e... non è stato molto bello..."

Draco fece per dire qualcosa ma lei fu rapida e gli mise una mano sulla bocca:

"No, va bene. Sapevo che avrebbe fatto male e che non sarebbe stato subito bello, non è colpa tua."

Poi Draco vide qualcosa scintillare nei suoi occhi e un sorrisino le comparve sulle labbra, prima che dicesse:

"La prossima volta, però, leccami finché non ti dico di smettere, va bene?"

Draco ci mise un momento a capire:

"Che cos...?"

La piccola mano di Astoria tornò sulla sua bocca:

"Sssh. Non parlare, fai come ti ho detto e tutto andrà bene."


Villa Malfoy, 21 Dicembre 1998

Astoria Greengrass


Astoria sorrideva, a cena.

Erano solo loro due, lei e Draco. Il suo ragazzo aveva fatto apparecchiare una piccola tavola nel giardino d'inverno e gli elfi avevano allestito per loro una specie di alcova tra le rose, illuminata solo da alcune candele dalla luce tremula.

L'idea era stata tutta di Draco, come aveva ammesso con calma mentre arrossiva, perché ora che l'aveva avuta si sentiva molto più in controllo e sperava di poterle offrire un appuntamento romantico.

Astoria aveva ridacchiato quando Draco lo aveva detto, perché erano stati ancora nudi e abbracciati nel letto e lei aveva sentito chiaramente qualcosa di grosso e duro premerle addosso.

"Stai spudoratamente mentendo, Draco Malfoy!" Gli aveva detto con tutta la malizia di cui era stata capace ma lui aveva risposto cercando di mascherare l'imbarazzo:

"No, non sto mentendo. Ti desidero ancora, da morire, ma posso guardarti e parlarti senza saltarti addosso, se non ti infastidisce sapere che mentre lo faccio ce l'ho durissimo e non penso ad altro che a quello!"

Non era la dichiarazione più romantica che si potesse desiderare, pensò Astoria, però era stata brutalmente sincera e lei lo aveva apprezzato perché il pensiero di quanto Draco la trovasse irresistibile, quando fino a quella mattina aveva pensato di non piacergli nemmeno, la faceva sentire calda, nel petto e tra le gambe.

Così erano finiti nel giardino d'inverno, a cenare a lume di candela, dopo che Draco l'aveva aspettata davanti alla porta della sua camera, mentre lei si preparava, come se fosse un vero primo appuntamento.

Astoria si era presa il suo tempo perché non solo voleva essere bella, ma soprattutto era curiosa di sapere, di preciso, che cosa era successo tra le sue gambe, poiché quando si era sollevata dal letto aveva chiaramente visto il sangue sulle lenzuola.

Indagò con uno specchio ma, per quanto fosse certa che il colore fosse troppo scuro, almeno non stava più sanguinando e questo la tranquillizzò abbastanza da passare ad altri pensieri e una cosa in particolare le rimase fissa nella mente e decise che, appuntamento romantico o meno, avrebbe chiesto a Draco.

Ora che era a cena però, tra i fiori e con una musica dolce che suonava in sottofondo, non fu più certa di voler rovinare l'atmosfera con una domanda del genere, così parlò del più e del meno, di cose banali, di scuola e di compiti, fino a quando Draco, che sembrava pendere dalle sue labbra, non disse all'improvviso:

"Tori... io sono di nuovo... insomma, scusa ma non riesco più a... restare concentrato e..."

Lei non se lo era aspettata ma all'improvviso la domanda che l'aveva assillata da quel pomeriggio le arrivò alle labbra senza che nemmeno provasse a fermarla:

"Me lo fai vedere?"

Si sentì avvampare per la vergogna perché era certa che non fosse qualcosa da chiedere in quel modo ma Draco sgranò gli occhi e cominciò a chiudere e aprire la bocca come un pesce e Astoria, davanti a quello spettacolo, si mise a ridacchiare come una pazza.

"A... aspetta... cosa? Intendi... che vuoi vedere...?"
Lei, quasi soffocata dalle risatine, si asciugò le lacrime dagli occhi e annuì con la testa, prima di prendere fiato e dire:

"Sì." Poi si soffermò a pensare a quanto poteva essere sconcia quella richiesta e all'improvviso si ritrovò eccitata anche dal solo pensiero, però continuò:

"Fammelo vedere. Non ho mai visto un ragazzo nudo, prima di oggi, tantomeno uno eccitato! E il professor Piton mi ha spiegato che durante il calore sarà diverso che... diventerà ancora più grosso..." poi, cercando di giustificare quella sua curiosità, aggiunse "... è solo che mi sento stupida a non sapere nemmeno bene come sei fatto dopo che tu... uhm... hai messo la faccia tra le mie gambe!"

Draco era rosa fin sulle orecchie e Astoria, che pensava fosse bellissimo anche così, attese la risposta:

"Beh ma oggi mi hai visto, no?"

Lei fece un verso strano e disse:

"Draco! Non ti ho fissato lì! Ho cercato di non farlo!"

"E adesso invece vuoi farlo? Non... non credo di capire..."

Lei sbuffò:

"Non c'è niente da capire! Sei eccitato?"

Lui annuì prima di dire in un soffio:

"Da morire."

Astoria, vedendo che non stavano andando da nessuna parte, si alzò e aggirò il tavolo per avvicinarsi a Draco:

"Avanti, non farti pregare!"

Sentendosi vagamente in colpa, vedendo quanto a disagio stava mettendo Draco, Astoria s'inginocchiò vicino alla sedia del suo ragazzo e protese le mani per armeggiare con la sua cintura.

"Tori!" Il tono di Draco era a metà tra lo scandalizzato e l'eccitato ma a lei parve che mancasse qualcosa che, dopo quel pomeriggio, si era resa conto essere importante:

"Ringhia per me, Alpha." Disse lei guardandolo maliziosa da sotto in su mentre riusciva finalmente ad aprire la sua cintura.

Qualcosa cambio istantaneamente, in Draco, e lui cominciò a ringhiare e a sorridere in modo strano, poi disse, ancora impacciato:

"Tori vorresti... potresti... prendermelo in bocca? Se vuoi provare... io non..."

"Sì." Rispose semplicemente lei perché il pensiero le era già passato per la testa e si era inginocchiata tra le gambe di Draco esattamente per quel motivo.

Finalmente riuscì a estrarre il grosso membro del suo ragazzo dai vestiti e per un momento rimase a fissarlo.

Era enorme e non sapeva nemmeno se sarebbe riuscita a prenderlo tutto in bocca.

Come diavolo può diventare ancora più grosso, durante il calore? Sono quasi felice che non lo ricorderò perché farà un male pazzesco!

Pensò lei prima di leccarsi le labbra per inumidirle e poi sporgere la lingua verso il pene di Draco che, sopra di lei, emise un verso strozzato.

Astoria diede la prima esitante leccata a quella monumentale erezione e, all'improvviso, si rese conto che le sue membra stavano quasi tremando.

Ritirò la lingua e cercò di capire che sapore stesse sentendo: non era così sgradevole come si era aspettata e questo le diede coraggio, così si fece avanti prendendolo tutto in bocca.


Villa Malfoy, 21 Dicembre 1998

Draco Malfoy


Astoria stava per prenderglielo in bocca e Draco non era ben sicuro di come restare calmo perché la sua voce ringhiante lo stava quasi assordando:

E' una cagna. Non vuole solo succhiarmelo, vuole che io la stenda su questo tavolo e la scopi. E' quello che vuole!

Draco cercò di non pensare a nulla e rimase solo a osservare mentre la sua ragazza glielo prendeva in bocca.

Quella vista era semplicemente troppo, per lui, così chiuse gli occhi e buttò indietro la testa, ringhiando di gola mentre Astoria...

Merlino! Me lo sta succhiando davvero!

Draco era rimasto eccitato per giorni e, anche se quel pomeriggio lui e Astoria lo avevano fatto, lui era lontano dal sentirsi appagato e strinse i denti, cercando di restare concentrato per non venire, anche se la bocca della ragazza era bollente e lui si sentiva in paradiso.

Strinse ancora di più i denti, irrigidendo tutti i muscoli e all'improvviso sentì in bocca il sapore del sangue mentre la sua dentatura si allungava e contemporaneamente il suo membro pulsava.

"NO!" Urlò spingendo Astoria sulle spalle e allontanandola da se stesso.

La ragazza cadde scompostamente sul di dietro mentre Draco, allucinato, guardò in basso e vide il nodo cominciare a gonfiarsi.

Astoria lo fissò, con gli occhi sbarrati, mentre lui cercava di capire...

"Draco io..."

Non finì la frase perché l'Alpha prese il sopravvento e Draco sentì le sue labbra sollevarsi per mostrare i denti:

"Sei in calore."

Fu il turno di Astoria di abbassare gli occhi su se stessa: scostò la gonna e l'aroma del calore invase tutta la stanza, facendo ringhiare Draco:

"Andiamo in camera. Subito."

Astoria cercò di alzarsi in piedi mentre Draco faceva altrettanto, anche se gli fu impossibile chiudersi i pantaloni sopra il suo pene annodato e così si risolse a tenerli su con una mano, sperando che Astoria non lo trovasse ridicolo.

Quando però guardò la sua ragazza, la vide dondolare piano avanti e indietro, con gli occhi vagamente assenti:

"Tori, riesci a camminare?" Chiese cercando di non usare la sua voce da Alpha.

Lei lo guardò, spaesata, e rispose con una voce incredibilmente dolce:

"Sono bagnata. Sono tutta bagnata."

Draco esitò, perché avrebbe voluto prenderla in braccio e portarla in camera in fretta ma non sapeva come fare: o si teneva i pantaloni o afferrava la sua Omega e...

"Dannazione! Mille volte dannazione!"

Quasi urlò mentre si abbassava di nuovo i pantaloni e li lasciava per terra, prima di sollevare Astoria e dirigersi al piano superiore con tutta la velocità di cui era capace, solo felice che nessuno fosse in giro per vedere la scena.

A metà della scala Astoria cominciò a smaniare e a gemere in un modo che a Draco fece quasi perdere la testa:

"Dra... Draco... fa male! Mettimelo dentro! Ti prego!"

Draco la strinse più forte e ringhiò:

"Fra un momento!"

"Ti prego! Ti prego!" Rispose lei con quella voce assurda, quasi come quella di una bambina piccola e bisognosa.

Draco riuscì a entrare in camera e a mettere Astoria sul letto e a prendere la pozione anticoncezionale ma dopo non seppe più cosa fare perché era ancora annodato e così non sarebbe mai riuscito a...

"Draco, Alpha! Ti prego! Fa male!" Continuò a gemere lei mentre si sollevava la gonna e cercava scompostamente di togliersi le mutandine.

"Tori, ti prego, un momento!" Rispose Draco in panico mentre cercava di ragionare.

Lei cominciò a masturbarsi proprio lì, davanti a lui, gemendo insensata e Draco si sentì ancora più duro e poi, all'improvviso, cominciò a venire proprio lì, in piedi davanti al letto.

La sensazione era diversa da qualunque orgasmo avesse mai provato e la sua gola prese di nuovo a ringhiare mentre Astoria, in risposta a quel suono, cominciò a muovere la mano con furia, piagnucolando.

Draco voleva prenderla, voleva essere dentro di lei e invece non poteva e si sentiva rabbioso perché era tutta colpa di Tori e della sua dannata idea di volerlo vedere e poi di fargli un pompino.

"Scendi dal letto e mettiti in ginocchio, cagna!" Le urlò all'improvviso "Adesso me lo succhi e ti bevi tutto!"

Lei ubbidì e per quanto l'Alpha si rendesse vagamente conto che non avrebbe dovuto essere arrabbiato e soprattutto non avrebbe dovuto trattare l'Omega in quel modo, in quel momento non riusciva a pensare ad altro.

Sarebbe venuto ancora, presto, e se non poteva essere dentro alla sua Omega allora le sarebbe venuto in bocca.

La cagna non sembrò per nulla infastidita dall'ordine, che eseguì rapida, gemendo e mugolando non appena ebbe le labbra attorno al suo membro.

Glielo prese in bocca fino al nodo e cominciò a succhiare con forza mentre l'Alpha, guardandola, venne di nuovo, augurandosi che il suo nodo si sgonfiasse in fretta per poter prendere la sua cagna nel modo corretto.


Villa Malfoy, 21 Dicembre 1998

Astoria Greengrass


Non era certa di cosa fosse successo... ricordava che il suo Alpha era stato possente e imperioso e che l'aveva presa in braccio ma tutti i suoi ricordi erano confusi.

Cercò di capire cosa stava succedendo in quel momento perché era così calda e si sentiva bagnata e vogliosa e...

Il nodo la stava aprendo, comprese dal vago dolore tra le sue gambe e rimase immobile, cercando di concentrarsi.

Draco era alle sue spalle e stava gemendo e ringhiando contemporaneamente. Non era certa che fosse una buona idea parlargli, in quel momento, ma tentò:

"Dra... Draco?" Poi, come per un rapido ripensamento, si corresse "Alpha?"

Per un momento non ci fu risposta, poi il ringhio si fece più forte e una mano le circondò il collo, premendo con forza su quella che lei indovinò essere la ghiandola di Legame.

Gemette, perché la pressione era in qualche modo piacevole e l'Alpha rispose:

"Sei mia. Sei solo mia."

La voce era quasi rabbiosa e Astoria sentì un guizzo di paura allo stomaco e non seppe più cosa dire.

Era Draco quello alle sue spalle e lei lo amava ma... ora era davvero un oggetto. Il suo oggetto. Voleva credere che quell'Alpha sarebbe stato buono, con lei, e ne era quasi certa ma, nonostante quello, la consapevolezza di non essere più un essere umano le fece affiorare le lacrime agli occhi.

"Sì, Alpha." Disse lasciandosi sfuggire un singhiozzo e cercando di pensare solo al piacere che stava provando, per scacciare tutto il resto.

Forse era stato il suo flebile singhiozzo ma l'Alpha smise di ringhiare e lei lo sentì prendere un forte respiro, poi disse:

"Tori..." poi, con una piccola esitazione l'Alpha continuò "... io voglio Morderti."

"Sì Alpha." Rispose meccanicamente perché sapeva che era inevitabile e anche che era la scelta migliore.

Non sentì più nulla per un momento poi la bocca bollente di Draco, dell'Alpha, scese sul suo collo.

I denti trapassarono la carne e lei si lasciò sfuggire un piccolo grido ma poi tutto divenne di nuovo incredibilmente eccitante e l'ultima cosa che sentì fu la sua voce dolce dire:

"Sono tua, Alpha. Tutta tua."

E non seppe nemmeno bene perché lo avesse detto o se fosse davvero quello che intendeva.

La cosa successiva che ricordò fu di essersi svegliata in una posizione scomoda ma sentendosi immensamente bene.

Qualunque paura avesse avuto era stata cancellata e adesso si sentiva... calda e felice.

Aprì gli occhi e si accorse di essere sdraiata sul fianco di Draco, con la testa appoggiata nell'incavo del suo braccio.

Il suo Alpha sembrava stesse dormendo e lei osservò il suo profilo in silenzio, cercando di non muoversi per non svegliarlo.

Le ciglia quasi bianche di Draco erano lunghe e curve e le sue guance erano appena toccate dalla leggera barba di un giorno.

Era la prima volta che lo vedeva non perfettamente rasato e completamente spettinato e sorrise, perché era dolce e sembrava l'immagine dell'innocenza, così abbandonato al sonno.

Continuò a guardarlo mentre cercava di capire se sentiva dolore da qualche parte e si ricordò del Morso.

Senza pensarci si portò una mano al collo e il movimento svegliò Draco che si mise subito a sedere.

Astoria sentì un forte guizzo di paura mentre le sue dita toccavano la ferita fresca sul suo collo e ci mise alcuni istanti a capire che quel sentimento non era suo:

"Tori! Stai bene? Sei di nuovo... hai bisogno..."

Draco sembrava stordito e disorientato e a lei sembrò tenero in maniera buffa e gli sorrise, togliendosi la mano dal collo e appoggiandogliela sulla bocca.

"Buono. Stai buono. Va tutto bene."

Lui si lasciò riadagiare sui cuscini ma continuando a guardarla.

Astoria lo amava immensamente... c'era così tanto amore... troppo, comprese aggrottando la fronte.

Non era solo quello che provava lei, era... il Legame?

Sentiva davvero i sentimenti di Draco? Era lui ad amarla così tanto?

Doveva essere quello e, mentre lo comprendeva, Astoria ricominciò di nuovo a sentirsi calda e appannata e il suo sorriso si allargò mentre diceva, maliziosa:

"Ho ancora voglia, Draco. Molta, molta voglia. Che cosa pensi di fare in merito?"

Poi sentì il ringhio del suo Alpha e di nuovo tutto divenne una confusa nebbia di piacere.


Villa Malfoy, 26 Dicembre 1998

Draco Malfoy


C'erano voluti diversi giorni perché Draco trovasse una specie di equilibrio in quella follia che veniva chiamata calore.

In linea teorica aveva saputo che la sua Omega sarebbe stata vogliosa e non esattamente presente e a quello era stato preparato, ma non si era aspettato di riuscire a controllare così poco anche se stesso.

Il pesante aroma del calore, che ancora li stava avvolgendo, lo rendeva voglioso e confuso e l'unica cosa cui riusciva a pensare era annodare, ancora e ancora.

Molte volte, negli ultimi giorni, aveva trattato Astoria cose se non fosse la sua ragazza ma solo una cagna che doveva soddisfare i suoi desideri; sentiva che avrebbe dovuto vergognarsi del suo comportamento ma non poteva, per il semplice fatto che alla sua Omega non era per niente dispiaciuto assecondare ogni sua fantasia.

L'aveva chiamata cagna e l'aveva presa con forza e senza riguardi e lei, per tutta risposta, lo aveva supplicato perché non si fermasse.

Astoria aveva avuto ben pochi sprazzi di lucidità, che erano durati pochissimo, ma Draco non pensava di essere stato molto più in controllo di lei.

Una parte della sua mente era cosciente che gli sarebbe bastato allontanarsi dall'Omega e dal suo aroma per tornare in sé, ma non capiva proprio perché avrebbe dovuto farlo.

Fuori dalla stanza dove si erano rinchiusi non c'era nulla che avrebbe potuto convincerlo ad abbandonare la sua Omega.

La osservò distesa sotto di sé, mentre smaniava e gemeva per lui, per il suo nodo, e bastò quello per eccitarlo talmente tanto da sentirsi di nuovo ingrossare dentro di lei.

Rimase immobile per un momento, chiudendo gli occhi, semplicemente permettendosi di godere del primo di una serie di orgasmi e, quando si riscosse, vide la sua Omega sorridergli beata.

"Mi stai riempiendo ancora, Alpha." Disse in un ansito soddisfatto e Draco sentì le sue labbra tendersi in un sorriso da lupo.

Astoria aveva ancora le pupille dilatate ma sembrava un minimo presente così lui rispose:

"Continuerei a farlo per sempre, se fosse possibile."

Lei ridacchiò piano e poi gli avvolse le gambe intorno alla vita, come se volesse farselo entrare ancora più in profondità:

"Non sembra poi una brutta prospettiva." Disse Astoria lasciandosi sfuggire un nuovo ansito di piacere e inarcando la schiena verso di lui.

Fu a quel punto che un forte tonfo li fece sussultare entrambi.

Draco aggrottò la fronte perché non aveva idea di cosa potesse aver provocato il rumore ma un momento dopo sentì una forte voce, probabilmente amplificata dalla magia:

"DRACO!"

Astoria, sotto di lui, sbarrò gli occhi e disse:

"Ma è..."

"Mia madre." Finì lui in tono stridulo, perché non poteva credere che sua madre fosse davvero davanti alla sua porta, battendo per entrare.

Certo, ad un certo punto aveva chiesto agli elfi di proteggere l'appartamento ma non aveva davvero pensato che...

"APRI SUBITO QUESTA PORTA! VOGLIO ACCERTARMI CHE TU STIA FACENDO DEL TUO MEGLIO PER DARMI DEI NIPOTINI!"

Draco sentì la faccia andargli in fiamme, imbarazzato e umiliato oltre ogni dire, mentre sotto di lui Astoria sembrò sbiancare e chiese di colpo:

"E'... c'è un modo per dividerci o..."

Draco strinse gli occhi e poi, cercando di ritrovare almeno un po' di dignità, ringhiò:

"Buona, cagna. Stai buona. Non devi preoccuparti di lei, non entrerà... ed io resterò perfettamente annodato a te per tutto il tempo che serve."

Astoria sembrò immediatamente tranquillizzarsi e rispose piano:

"Sì Alpha, mi sembra un'ottima idea. Restami dentro per tutto il tempo che serve!" Poi l'Omega rise e Draco con lei, per l'assurdità di quella situazione, mentre fuori nel corridoio gli strepiti di Narcissa continuavano.

"Ricordami di mettere incantesimi silenzianti, al prossimo calore." Disse Draco ancora bloccato dentro la sua Omega e Astoria rispose ilare:

"Perché? Un po' di tifo non può certo farci male... forse dovremmo usare noi un 'sonorus'..." Poi rise forte, stringendo i muscoli di quel suo buco bollente e Draco ricominciò a venirle dentro, ridacchiando quasi isterico e più felice di quanto fosse mai stato.

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