24 - Voi sorelle Black
Hogwarts, 12 dicembre 1998
Severus Piton
Narcissa Malfoy era completamente impazzita... Severus non aveva più nessun dubbio in merito, e il matrimonio del figlio aveva dato il colpo di grazia alla sua già flebile sanità mentale, era evidente!
"Narcissa, questa cosa è... insana! Non ho altre parole con cui dirlo!"
Urlò stridulo Severus nel camino, cercando un modo per evitare l'invito che aveva appena ricevuto, a qualunque costo.
"Sev, non fare il guastafeste! Voglio solo passare un po' di tempo con la fidanzata di mio figlio, prima del calore, e intanto conoscerò anche il tuo Alpha, visto che continui a non dirmi nemmeno chi è ed io muoio di curiosità!"
Severus cercò di spiegare:
"Come diavolo pensi che mettere tre Alpha e tre Omega nella stessa casa, per diversi giorni proprio prima del calore, possa essere una buona idea? Stai parlando di una catastrofe annunciata, nel migliore dei casi!
"Oh, smettila di fare il drammatico! Sono certa che saremo tutti perfettamente in grado di controllarci! Non siamo mica animali! E poi così saremo già qui, dopo il calore, e celebreremo le nozze tutti insieme! Se non posso dare a mio figlio un matrimonio con centinaia d'invitati, il minimo che possa fare è avere vicino gli amici!"
Severus gemette e, alla fine, cercando di fuggire da quella conversazione surreale disse:
"Senti, non ti prometto nulla. Ne parlerò con il mio Alpha e poi decideremo, va bene?"
"Uhmf... no, non va bene. Preferirei che faceste i bagagli e arrivaste per le sette. La cena sarà servita alle sette e trenta."
"Stai scherzando? Intendi oggi? Lo sai almeno che la scuola sarà aperta per un'altra settimana? Che cosa dovrei dire a Minerva?"
Narcissa sventolò una mano e rispose svagata:
"Falle mandare un biglietto dal tuo Alpha dicendole che hai cominciato il calore in anticipo, no?"
Severus gemette di frustrazione e le chiuse la comunicazione in faccia.
Hogwarts, 12 dicembre 1998
Harry Potter
"Draco, non credo di aver capito bene." Disse Harry incerto, guardando l'amico.
"E' solo un invito per le feste di Natale. Sarebbe carino se venissi, perché mia madre sta facendo il terzo grado a tutti, per sapere chi è l'Alpha di Severus. Così potresti venire da noi e passare qualche giorno in compagnia. Per il matrimonio saresti già lì, e poiché sei il mio testimone..."
Harry sbatté gli occhi e disse piano:
"Non so nemmeno da dove cominciare a spiegarti perché questa cosa è delirante, ma ci proverò. Primo: io e tuo padre ci odiamo. Da un sacco di tempo."
Draco corrugò la fronte:
"Sì, insomma, anche tu ed io non eravamo proprio in rapporti amichevoli ma poi tu hai testimoniato a nostro favore al Wizengamot, immagino che quello abbia appianato un bel po' di vecchia ruggine, no?"
Harry scosse la testa:
"Va bene. Che cosa mi dici del fatto che non sanno nemmeno che sono l'Alpha di Severus? A lui avevo chiesto di mantenerlo riservato, è vero, ma se avessi capito che erano così intimi, di certo non gli avrei impedito di parlargliene, e a te non ho mai detto niente. Perché non lo sanno? Perché non sono esattamente io, a essere stato invitato, ma l' Alpha di Severus, che potrebbe essere chiunque, per quello che ne sanno loro, giusto?"
Draco si mostrò un po' a disagio e poi disse:
"Senti, posso benissimo immaginare che Piton non gli abbia detto niente perché mia madre gli avrebbe dato il tormento, con un milione o due di commenti imbarazzanti, ma per quanto riguarda me... io ho capito che eri tu solo perché... lo sai perché! Che cosa dovevo dire a mia madre? Che sono andato in frenesia per il mio padrino? E' ovvio che me ne sia stato ben zitto! Comunque sei invitato come Harry Potter al matrimonio, questo lo sa già, anche se immagino che almeno mio padre pensi che la mia sia stata un'astuta manovra politica..."
Harry fece una smorfia a quelle parole ma sapeva che erano probabilmente vere e tentò un'altra strada:
"Okay. Che cosa mi dici del fatto di passare il calore tutti nella stessa casa? Non mi dire che credi sia normale, perché a me non lo sembra per niente!"
Draco alzò gli occhi al cielo:
"Te la ricordi casa mia? E' talmente grande che di sicuro la riservatezza non sarà un problema, e puoi essere certo che nemmeno io sia ansioso di passare il calore con Astoria troppo vicino a mia madre!"
Harry non sapeva più cosa dire, per rifiutare quella proposta strampalata, e cominciò a pensare agli ulteriori problemi:
"Sì, però, anche se accettassi, e non ho ancora detto di sì, ho una condizione non negoziabile: voglio incantesimi cancella odori per tutti. Non entro in una stanza con tre Omega quasi in calore e altri due Alpha, senza pesanti incantesimi cancella odori. Non m'interessa se adesso siamo amici, se sei fidanzato e se né a te né a tuo padre interessa Severus. O così o non se ne fa niente!"
Draco gli rise in faccia:
"Quello era scontato!"
"E poi... magari mi piacerebbe passare il Natale alla Tana, sai..."
Draco lo guardò male adesso:
"Questa è la scusa più stupida che abbia mai sentito! Non sai nemmeno se Severus, o la signora Weasley se è per quello, saranno già fuori dal calore, per Natale!"
Harry aveva finito le proteste e disse solo:
"Senti... ne devo parlare con Severus, va bene?"
"Va bene, ma non metterci molto, perché mia madre ci vorrebbe da lei per cena. Alle sette e mezzo."
"Oggi?"
Draco lo guardò male:
"No, l'anno prossimo! Sì, oggi!"
Harry gemette e si allontanò per cercare Severus.
Hogwarts, 12 dicembre 1998
Severus Piton
Harry arrivò nelle sue stanze con una faccia stranita ma Severus pensò fosse meglio non mettere tempo in mezzo ed esordì:
"Siamo invitati a passare le feste a Villa Malfoy, a partire da stasera."
Harry gemette e Severus comprese che lo sapeva già:
"Draco mi sta dando il tormento da stamattina, ed io non so cosa dirgli! Tu che cosa vorresti fare? Se ci vuoi andare... ecco, non voglio pensi di nuovo che sono geloso e che non voglio che tu vada perché... uhm... perché Lucius Malfoy non mi piace o..."
Severus lo fermò con un gesto:
"Senti Harry, tu non hai idea... Narcissa è mia amica, ma è anche l'inferno sulla terra. Se ci andiamo, e non ho precisamente detto di averne voglia, tu mi dovrai salvare da lei, qualunque imbarazzante cosa cerchi di fare, chiaro?"
Harry sembrava senza parole ma alla fine chiese:
"Sev, non ho capito, ci vuoi andare o no? Te lo chiedo anche perché... ecco, io speravo di passare il calore nella nostra casa... sarebbe la prima volta, sarebbe Natale..."
Severus a quello sorrise e fece un cenno a Harry per farsi raggiungere, dov'era seduto sul divano:
"E'... mi piacerebbe molto restarcene a casa nostra insieme, ma Narcissa non ci darà pace. Senti, possiamo fare così: andiamo stasera e restiamo per il fine settimana. Poi ce ne torniamo a scuola e passiamo il calore nella nostra casa. Torneremo da loro per il matrimonio. Che cosa ne pensi?"
Harry si era seduto e aveva preso ad accarezzargli la pancia, come faceva sempre più spesso da quando il bambino aveva preso a muoversi.
"Mi piace, però, Severus, dimmi sinceramente: come la prenderanno quando sapranno che sono io, il tuo Alpha? Te lo chiedo perché ultimamente, io e Draco, siamo diventati piuttosto intimi e non vorrei perderlo per un qualche dissapore con i suoi genitori."
Severus capiva il timore di Harry ma era piuttosto certo che fosse infondato.
"Non essere sciocco, li hai tenuti fuori da Azkaban. Direi che quello dovrebbe fare sì che Lucius sia più che amichevole, con te."
Harry sembrava ancora incerto:
"Senti, lo sanno della gravidanza?"
Severus scosse la testa, pensando al polverone che avrebbe fatto Narcissa: si vedeva già trascinato in giro per negozi per il nascituro... era già successo quando era incinta di Draco, e Severus non aveva dubbi che sarebbe successo di nuovo.
"No, non lo sanno, e non sono certo di volerglielo dire, ma forse è meglio farlo e togliersi il pensiero."
Harry lo osservò curioso, e Severus ghignò perché il suo Alpha non aveva idea di quanto sarebbe stato imbarazzante, un finesettimana intero nelle grinfie di Narcissa... se fosse riuscito a deviarla su Harry e Draco però, sarebbero stati giorni divertenti.
"La signora Malfoy è così... terribile? Draco mi ha detto delle cose e... comincio a essere un minimo preoccupato!"
Villa Malfoy, 12 dicembre 1998
Harry Potter
Arrivarono a Villa Malfoy a metà pomeriggio, via camino, prima Severus e poi Harry.
Draco era partito prima con Astoria, per presentarla ufficialmente ai genitori prima del loro arrivo, e quindi Harry non si stupì poi molto di vederli tutti riuniti in salotto.
Severus fu subito investito dalla signora Malfoy che, in maniera molto espansiva e niente affatto austera, lo abbracciò fin troppo stretto.
Il suo Omega non stava mascherando la gravidanza e forse fu quello a rendere la donna tanto entusiasta, immaginò Harry.
"Oh Salazar! Come hai potuto non dirmelo? Di quanti mesi sei?"
Harry si rese conto che stavano tutti guardando Severus, in quel momento, compreso Draco che non aveva ancora visto Severus senza le illusioni.
Tutta la sua parte Alpha ringhiava orgogliosa, per il suo Omega gonfio dei suoi figli ma Harry cercò di non emettere un suono, perché Draco gli aveva ripetuto, più volte, che era considerato offensivo da altri Alpha.
Astoria, che come Harry sapeva, era a conoscenza della gravidanza, fissò gli occhi su di lui, che era rimasto vicino al camino, impalato e leggermente teso.
"Perché è venuto anche Potter, Draco? Non doveva arrivare per il matrimonio?" Chiese la ragazza al suo neo fidanzato, e Harry pensò che fosse il caso di rispondere, poiché l'amico sembrava incerto su cosa dire:
"Ehm... buonasera... grazie dell'invito signori Malfoy. Io sarei l'Alpha di Severus, in effetti." Disse cercando di mantenere la voce ferma, anche se era certo di essere arrossito in maniera più che palese.
Quello che successe fu quasi istantaneo: Narcissa Malfoy spostò Severus dietro di sé, come a volerlo allontanare da lui, e Lucius Malfoy prese a ringhiare molto forte.
Da quello che Draco gli aveva spiegato, e adesso che sentiva il suono Harry lo capiva perfettamente, quel ringhio era chiaramente il preludio a una sfida.
Harry cercò di sopprimere tutto quello che la sua voce ringhiante gli stava urlando in testa, e chiuse gli occhi, mantenendosi immobile e sollevando le mani per dimostrarsi disarmato, poi riaprì gli occhi, prese fiato e, guardando Severus, disse:
"Sentite, non ero certo che fosse una buona idea venire qua. Me ne vado, ve bene?" Disse, girandosi di profilo per cercare la polvere volante senza dare le spalle ai presenti.
Harry non indugiò e fece per prendere un pizzico di polvere e tornare a Hogwarts, quando una velenosa voce femminile disse:
"Severus resta qua."
Harry si girò a guardare la signora Malfoy, incerto. Pensava fosse ovvio che se ne sarebbe andato lui solo e, anche se la sua parte ringhiante odiava lasciare il suo Omega con altri due Alpha, non sentendone l'odore riuscì almeno a controllarsi.
"Sì, certo." Poi si rivolse a Severus. "Ci vediamo lunedì. Scusa, non dovevo venire." Poi si voltò e lanciò la polvere nel camino ma le fiamme non fecero nemmeno in tempo a diventare verdi che Lucius Malfoy disse forte:
"No, resta. Ti abbiamo invitato noi, sarebbe scortese non farti sentire... benvenuto."
Harry si girò a fissarlo, incerto, poi disse piano:
"Dovrebbe essere una riunione di... famiglia... capisco che la mia presenza sia fuori luogo."
Lucius fece per parlare ma fu sua moglie a dire con molto astio:
"E' esatto, è una riunione di famiglia, e non importa cosa dice Lucius, per me tu non sei il benvenuto. Una bestia come te di certo non merita una famiglia, tantomeno la nostra!"
Harry sentì la voce di Severus dire qualcosa, protestare, ma non capì le parole perché era già entrato nel fuoco.
Un momento dopo era a Hogwarts.
Villa Malfoy, 12 dicembre 1998
Severus Piton
"Bene. E' chiaro che se non vuoi il mio Alpha, a questa riunione di famiglia, allora non vuoi nemmeno me." Disse Severus mentre vedeva Harry scomparire tra le fiamme.
Era imbestialito per il comportamento di entrambi i Malfoy: era già stato da loro mesi prima, e li aveva rassicurati sul fatto che il suo Alpha era una brava persona e che lui stava bene.
Per qualche strana ragione, si era illuso che quello sarebbe bastato a renderli almeno ragionevoli ed era sconvolto dal comportamento di entrambi.
Lucius si era messo a ringhiare, come se Harry fosse un nemico, quando il ragazzo aveva fatto molto per loro e Severus avrebbe almeno pensato, fino a quel momento, che l'Alpha avrebbe quantomeno cercato di essere cortese, per ingraziarselo. Narcissa poi era stata oltremodo sgradevole, cacciando Harry, anche se Lucius aveva già ritrattato il suo atteggiamento iniziale.
Narcissa osservò Severus stringendo gli occhi; il suo solito atteggiamento solare era scomparso:
"Stai scherzando? Avevi detto che andava bene! Che tu stavi bene! E adesso vengo a sapere che il tuo Alpha è il bamboccio di quella bestia di mio cugino?"
In sottofondo Severus sentì Astoria chiedere piano a Draco:
"Che cosa sta succedendo?" Poi vide Draco farle un gesto come per pregarla di non intervenire.
Severus, nel frattempo, stava cercando di non strangolare Narcissa:
"Sì, è il mio Alpha, e ti avevo già detto che stava andando tutto bene! Come hai potuto trattarlo in quel modo?"
Lucius aveva fatto un passo verso la moglie e, anche se sembrava contrariato, non disse nulla, mentre Narcissa rispondeva rabbiosa:
"Come ho potuto? E me lo chiedi? Credi davvero che vorrei un Alpha allevato dai Black, nella mia casa? Vicino alla fidanzata di mio figlio?"
Draco cercò di intervenire:
"Mamma, non è come credi! Harry è a posto. Se non lo fosse, non gli avrei mai chiesto essere il mio testimone, non ti pare?"
Narcissa fulminò il figlio con lo sguardo, poi disse:
"Oh, di quello discuteremo, puoi starne certo!"
Severus tentò di nuovo, anche se voleva davvero andarsene, perché sapeva che Harry aveva bisogno di lui.
Il suo Alpha era venuto lì con molte remore ma con la speranza di essere accettato, e invece era stato scacciato in malo modo. Severus sentiva il Legame tirare, e percepiva l'angoscia di Harry, che si era sentito rifiutato.
"Narcissa, taci adesso. Taci!" Tentò Severus per riprendere la parola, e la donna lo fissò con odio ma almeno chiuse la bocca. Lui prese fiato e scandì piano:
"Draco, per favore, tu e la signorina Greengrass potreste lasciarci. Preferirei discutere con i tuoi genitori in privato."
Draco annuì appena e Astoria fu rapida a fare altrettanto e a seguirlo verso l'uscita.
Severus prese fiato e mise un incantesimo silenziante, per cautela, perché non aveva idea di cosa sarebbe potuto uscirgli dalla bocca e, di sicuro, Narcissa non avrebbe trattenuto gli insulti, visto il suo umore.
Dopo di quello disse:
"Narcissa, Harry non è Sirius! Quasi non lo conosceva e comunque, se proprio lo vuoi sapere, quel ragazzo non ha mai avuto proprio nessuna famiglia, né Black né altra. Gli unici che gli hanno dimostrato un briciolo di affetto sono stati i Weasley."
Quello sembrò per un attimo placare la furia della donna, e Lucius intervenne:
"Amore, nemmeno a me piace Potter, ma pensaci un momento: Severus ci ha detto che sta bene, ed io non vedo perché non dovresti credere almeno a lui."
Narcissa guardò il marito per un momento:
"Tu gli hai dato il benvenuto solo perché è Potter ma, appena l'hai visto, gli saresti saltato alla gola, e a me avrebbe fatto solo piacere! E non posso credere a Severus perché lui sa perfettamente che, proprio come con il Signore Oscuro, noi non possiamo aiutarlo in nessun modo! Dice che va tutto bene per proteggere noi, non lo capisci?"
Severus comprese il ragionamento di Narcissa, ma tentò di nuovo di farle capire che non stava mentendo:
"Narcissa non è così! Tu nemmeno ti rendi conto di quello che hai appena fatto!"
"E che cosa avrei fatto, a parte cacciare quel mostro?"
Severus scattò rabbioso:
"NON LO CHIAMARE MOSTRO! Non lo fare!" Si bloccò per un momento e prese fiato, poi ricominciò:
"Vuoi sapere che cosa hai fatto? Hai scacciato dalla tua casa un ragazzo orfano, allevato con il solo scopo di farsi macellare dal Signore Oscuro. Harry ha avuto una vita così orrenda che ci ho messo mesi, anche solo per convincerlo che non è un essere abietto e che merita un minimo di affetto. Adesso lo porto qui, nella speranza che voi possiate mostrargli com'è una vera famiglia e tu lo cacci come se fosse un rifiuto che non è degno nemmeno di camminare sulla tua stessa terra. Avrei potuto capire se non lo aveste accolto calorosamente, perché è Potter e ha dei trascorsi con voi, ma arrivare a trattarlo in quel modo abominevole, quando nemmeno lo conosci, di quello non ti credevo capace!"
Severus aveva urlato quasi tutto d'un fiato, e adesso si volse e attraversò la stanza a grandi passi, diretto verso il camino, poi aggiunse:
"Io adesso me ne vado, perché so che il mio Alpha sta male e ha bisogno di me. Ha bisogno che io lo trovi, e che gli dica che non importa se nessun'altro al mondo lo vuole, perché io e i suoi figli lo vogliamo e siamo tutta la famiglia di cui ha bisogno."
Una volta lontano da Narcissa la rabbia di Severus scemò e lui si rese conto che, anche se era a Hogwarts, il suo Legame gli diceva che Harry era lontano.
Riprese il camino e andò alla loro casa, solo per trovarla deserta e, a quel punto, cominciò a preoccuparsi davvero.
Sentiva che Harry stava male perché si era sentito rifiutato, ma non sapeva dove cercarlo.
Provò alla Tana pensando che forse, se era alla ricerca di un qualche genere di conforto, fosse andato da Molly Weasley.
Arrivò nella cucina della casa e, non trovando nessuno, chiamò:
"Molly? Sono Severus, sei in casa?"
La donna scese le scale un po' trafelata e gli sorrise. Severus sentiva che Harry non era nemmeno lì ma forse la donna gli avrebbe saputo dire dove poteva trovarlo.
"Severus? E' successo qualcosa?" Chiese immediatamente, agitata dalla sua presenza, e lui rispose attento:
"Niente di troppo grave, credo. Harry ha avuto un diverbio con i Malfoy e, adesso, non ho idea di dove possa essere andato... credevo fosse venuto qua, visto che non è a Hogwarts e nemmeno a casa, ma è chiaro che mi sbagliavo."
La donna gli si avvicinò con passo più tranquillo e gli sorrise:
"Oh, se è solo un litigio, vedrai che comparirà presto! Forse voleva stare da solo per un po'! Ma dimmi di te. Stai diventando enorme, Severus!" Disse la donna, entusiasta come qualunque Omega davanti a una gravidanza.
Severus sorrise e si mise le mani sul ventre:
"Sì, comincia a essere piuttosto evidente. Madama Chips dice che procede tutto bene."
La signora Weasley chiese volenterosa:
"Vuoi fermarti per un tè? Vedrai che Harry tornerà a scuola a breve e starà bene."
Severus non ne era altrettanto certo e disse:
"E' stato un brutto diverbio. Narcissa ha nominato la famiglia, e ha detto a Harry che lui non ne merita una."
La signora Weasley si sedette pesantemente, al tavolo della cucina, e disse solo:
"Capisco." Poi dopo un attimo di riflessione disse "Se le cose stanno così, allora probabilmente lo troverai a casa di Andy."
Severus si diede dell'imbecille per non averci pensato subito, e si congedò rapidamente dopo aver chiesto l'indirizzo della donna.
Quando arrivò, seppe immediatamente che Harry era lì, prima ancora di sentire una voce femminile dire dalla stanza a fianco:
"Arrivo!"
Severus vide entrare nell'ingresso la sorella di Narcissa. Non l'aveva mai incontrata di persona e la somiglianza con la sorella pazza gli risultò subito evidente ma disse educato:
"Mi scusi l'intrusione, signora Tonks, stavo cercando Harry."
La donna lo squadrò da capo a piedi e Severus si rese conto che, nell'agitazione del momento, non aveva riapplicato l'illusione su se stesso.
"Piton." Disse la donna con voce piatta.
Severus era incerto su cosa dire, perché non sapeva nemmeno se Harry avesse detto alla donna di essere un Alpha, così si limitò a scuotere le spalle e Andromeda disse:
"Harry è in salotto. Ti faccio strada."
Appena entrarono nella stanza, Severus vide Harry seduto a terra con il suo figlioccio in braccio che, in quel momento, gli stava mordendo un dito:
"Ahi! Teddy, com'è possibile che tu possa mordere così forte se hai solo cinque denti?" Chiese Harry al bambino, che evidentemente non poteva rispondergli ma che continuò invece a sgranocchiargli le dita.
Severus sentiva che Harry stava ancora male ma vederlo lì, con il bambino in braccio, gli diede comunque una bella sensazione e disse:
"Lo sa che presto avrà degli amici con cui giocare? Glielo hai già detto?"
Harry sollevò lo sguardo verso di lui. Sapeva già che Severus era lì ma sembrava quasi che volesse evitarlo e i suoi occhi erano cupi.
"No, non gliel'ho ancora detto. Né a Teddy né ad Andy."
Andromeda commentò acida:
"Oh, Andy se n'è accorta, non ti preoccupare!" Poi aggiunse rivolta a Severus "Vado in cucina a preparare qualcosa per cena, ovviamente Piton sei invitato a restare."
Severus fu grato per l'invito perché era certo che, in quel momento, con le emozioni di Harry sovrapposte alle sue, non gli sarebbe piaciuto molto essere cacciato.
Rimase in piedi impalato, incerto su cosa fare o dire, finché Harry non sollevò gli occhi su di lui e chiese piano:
"Lo vuoi prendere tu?"
Oh, la parte Omega di Severus non desiderava altro che strappare il bambino dalle braccia dell'Alpha e tenerselo al petto, annusandolo, toccandolo...
"Posso?" Chiese incerto, non sicuro che fosse una buona cosa, per Harry, essere diviso dal suo figlioccio in quel momento.
Harry annuì appena, riportando tutta la sua attenzione sul bambino, e Severus si andò a sedere sul grande tappeto su cui erano il suo Alpha e Teddy, poi allungò le braccia.
Harry per un momento sembrò incerto, incapace di separarsi dal bambino ma poi glielo passò e Severus prese il bambino sotto le ascelle, dicendogli piano:
"Ciao Teddy, io sono Severus."
Il bambino aprì la bocca come per urlare e Severus lo tenne sospeso per un attimo, sicuro che se si fosse messo a piangere con lui, quando con l'Alpha era stato così tranquillo, il suo lato Omega gli avrebbe dato il tormento.
Invece la bocca di Teddy si chiuse di scatto e i suoi capelli sottili passarono da biondi a neri in un secondo, e anche gli occhi, che un attimo prima erano verdi, divennero scuri.
Severus per un attimo non comprese, poi si ricordò che era il figlio della Metamorfomagus e che, probabilmente, stava imitando lui.
Gli piaccio!
Annunciò felice la sua morbida voce Omega, e Severus gli fece una smorfia giocosa e disse:
"Sì, sono io! Tale e quale! Sei proprio carino così, Teddy!"
"Ba-da!" Urlò convinto il bambino, come a voler convenire con lui.
Severus sentì l'umore di Harry cambiare e la sua amarezza stemperarsi un po', e subito rassicurò il suo Alpha:
"Non ti preoccupare Harry, anche i tuoi figli saranno altrettanto perfetti!"
Severus lo aveva detto con una punta di orgoglio, sicuro che sarebbe stato un bravo Omega e avrebbe dato al suo Alpha due figli meravigliosi, ma l'umore di Harry precipitò di nuovo e lui rispose solo:
"Sì, certo. Non ne dubito." Il tono fu così sconfitto che a Severus si strinse il cuore, e Teddy dovette percepire qualcosa, perché cominciò a piangere immediatamente.
Andromeda comparve nel salotto come se il pianto del bambino l'avesse fatta materializzare direttamente lì e lo prese, rapida, dalle braccia di Severus, cominciando a blandirlo.
"Teddy dovrebbe essere a dormire, ormai." Disse poi, rivolta ai suoi ospiti. "E' davvero tardi per lui, e sta diventando irritabile. Lo metto a letto e poi ceneremo."
Appena se ne fu andata, insieme al bambino, Harry disse piano:
"Non dovevi venire. Dovevi rimanere dai Malfoy."
"Harry, non potevo rimanere là. Tu stai male e ho pensato che avessi bisogno di me."
"Come mi hai trovato?"
Severus lo guardò e poi, dopo un attimo di esitazione, disse:
"Ho chiesto a Molly dove avresti potuto essere e mi sono fatto dare da lei l'indirizzo del camino."
Harry annuì e poi insistette:
"Senti, lo sapevo che non era una buona idea che io venissi dai Malfoy, ma tu sei il padrino di Draco, appartieni alla loro famiglia. Torna là, dico davvero. Io cenerò con Andy e poi tornerò a scuola."
Severus scosse la testa, sicuro che non sarebbe andato da nessuna parte, senza Harry.
"No. Non torno in un posto dove tu non sei il benvenuto. Io appartengo a te, non a loro. Sono tuo, ricordi, stupido Alpha?"
Harry lo osservò, sempre più cupo, e disse piano:
"Certo che lo ricordo. Ricordo che sei il mio schiavo, lo ricordo molto bene."
"Harry..."
Andromeda interruppe qualunque cosa Severus volesse dire:
"Andiamo, la cena è pronta."
Casa Tonks, 12 dicembre 1998
Harry Potter
Sapeva che era stupido prendersela con Severus, che era corso in giro a cercarlo e che era stato in ansia per lui, ma non riusciva a togliersi dalla mente le parole della signora Malfoy.
Lui non meritava una famiglia.
Era un mostro, in definitiva, e lo sapeva.
Ci provava insistentemente a sentirsi umano, uguale agli altri, ma la sua era una lotta continua, e il fatto che il suo nome fosse sulla bocca di tutti, adesso ancora più che in passato, non aiutava minimamente.
Tutto il suo lato Alpha voleva una famiglia affettuosa e numerosa, un branco, da proteggere e curare, ma Harry non voleva che Severus, né tantomeno i suoi figli, dovessero vivere all'ombra della sua mostruosità.
Era così assorto che non si rese conto che Andy, dopo avergli riempito il piatto, gli aveva chiesto qualcosa e adesso sembrava in attesa di una risposta:
"Scusa, ero distratto. Dicevi...?"
La donna sembrava irritata, probabilmente perché Severus gli era capitato in casa all'improvviso e Harry non le aveva detto nulla della situazione.
"Ho detto che voglio sapere che cosa sta succedendo."
Harry non sapeva da dove cominciare e rimase in silenzio, finché la donna non incalzò:
"Va bene, se voi non parlate, allora chiederò io. Tanto per cominciare, perché sei un Alpha e perché io non ne ho mai saputo nulla? Senza parlare del fatto che, a quanto pare, hai un Omega, gravido, e anche di quello non sapevo niente."
L'occhiata che lanciò a Severus fu stranamente accusatoria, come se in parte fosse colpa sua, e Harry cercò di spiegare:
"Non... è colpa mia. Non volevo che si sapesse, o almeno speravo che la cosa restasse riservata il più a lungo possibile."
Andromeda, quando era irritata, assomigliava in maniera sconvolgente alla sua defunta sorella e, con rabbia, disse:
"Ah sì? E Piton da dove arriva? Te l'ha lasciato in eredità mio cugino, insieme a quel rudere di Grimmauld Place?"
Harry aprì e chiuse la bocca, un paio di volte, sicuro di non aver ben compreso il ragionamento, così fu Severus a rispondere con voce molto tesa:
"Ero Legato al Signore Oscuro, non a Black."
Harry sentì una fitta di dolore forte, giungergli attraverso il Legame, ma non fece in tempo a comprendere cosa fosse che Andromeda continuò, con voce cattiva:
"Quindi? Che cosa saresti? Un trofeo di guerra o qualcosa di simile?"
Harry vide Severus abbassare gli occhi sul tavolo e, di colpo, comprese che anche in quella casa, che aveva ritenuto un luogo sicuro, non era beneaccetto.
Si alzò di colpo, il cibo nel suo piatto ancora intatto:
"Scusa Andromeda. Ce ne andiamo. Non volevo portare i miei problemi a casa tua."
La donna lo fissò con occhi neri e duri, poi ordinò:
"No. Siediti. Subito. Ho detto che voglio delle risposte e le avrò, o tu Teddy non lo vedrai più. Lo giuro sulla tomba di mia figlia!"
Harry si bloccò di colpo e si sentì come se l'ultimo brandello di felicità, che ancora aveva, gli stesse sfuggendo dalle mani.
"Sei una stronza. Tale e quale alle tue sorelle!" Gli urlò in faccia Severus alzandosi di scatto e sbattendo le mani sul tavolo, così forte da far sobbalzare le stoviglie. "Mi avevano detto che tu eri quella diversa, quella con un carattere decente, e invece è chiaro che tutti voi Black siete uguali, dal primo all'ultimo!"
Poi Severus fissò Harry e disse secco:
"Avanti. Andiamo a casa. A casa nostra."
Poi il suo Omega aggirò il tavolo e lo afferrò per un braccio, trascinandolo.
Harry sentiva che Severus era al limite, oltre la rabbia: era omicida in quel momento.
Fece qualche passo per forza d'inerzia, poi vide Severus bloccarsi quasi in faccia ad Andromeda, che era ancora seduta, e puntargli un dito contro:
"Tu non sarai mai la benvenuta nella nostra casa, ma prova a negare a Harry il diritto di vedere il suo figlioccio e ti giuro, su Salazar Serpeverde in persona, che renderò la tua vita un vero inferno!"
Harry non sapeva nemmeno in che punto Andy fosse diventata il nemico, ma era chiaro che Severus la pensava così e lui era più che disposto a concordare, finché non sentì la risata.
O Andromeda era impazzita del tutto o era in preda a una crisi isterica, perché per Harry non esistevano altre possibilità, visto che la sua ilarità non sembrava voler cessare.
Fu tra le risate convulse, mentre si asciugava le lacrime dagli occhi, che la donna riuscì a dire:
"Oh Salazar! Non pensavo fosse... così facile... farvi incazzare!"
Severus adesso sembrava incerto, come se non sapesse nemmeno lui cosa fare, ma tirò il braccio di Harry di nuovo e disse:
"Non mi interessa se è impazzita. Andiamocene Harry."
Andromeda si alzò e afferrò il braccio libero di Severus:
"No, sedetevi! Avanti Piton, non te la prendere!"
Adesso, oltre a ridacchiare, la donna sorrideva solare, come se fosse tutto sistemato, e Harry si sorprese quando sentì scemare la rabbia del suo Omega.
"Non ci credo che siate tutte così, voi sorelle Black. Che cos'è? Un desiderio di morte, il vostro?"
La donna continuò a sorridere e rispose un 'forse' che sembrò uno 'scusa', mentre Harry ancora non capiva:
"Che cosa diavolo sta succedendo? Siete ammattiti entrambi?"
Severus rispose con voce seccata:
"La signora ha pensato di vedere che tipo di coppia siamo e, per non girarci intorno, ha ritenuto più rapido farci incazzare."
Andromeda sorrise a Harry, e gli fece segno di rimettersi a sedere, scaldando le pietanze con un colpo di bacchetta.
"Oh, avanti! Tu, Harry, dici tre parole in croce nei momenti buoni, e Piton non è famoso per essere una persona loquace! Ci avrei messo tutta la sera a cavarvi fuori quello che volevo sapere."
Sebbene la rabbia di Severus fosse scemata, Harry si sentiva ancora male, forse più di prima, ma chiese incerto:
"Posso continuare a vedere Teddy?"
Sentì il braccio di Severus circondargli la vita e, anche se fu grato di quel gesto di conforto, continuò a fissare Andy, serio.
"Harry, non essere arrabbiato! E' stato un po' rude ma era solo per..."
"Posso o non posso, continuare a vedere Teddy?"
La donna adesso parve accigliarsi appena:
"Certo che puoi. Sei sempre il benvenuto, qui, quando vuoi, e anche Piton."
"Bene, grazie. Adesso però preferisco andare."
Harry non riusciva a fingere che non fosse successo nulla. Non gli importava che Andromeda avesse detto quelle cose per un qualche suo genere di comportamento strano, e non interessava nemmeno che Severus, una volta compreso, lo potesse ritenere accettabile. Lui si era sentito rifiutato, per la seconda volta nella stessa giornata, e voleva andarsene anche da lì. Forse voleva scomparire e basta.
Andromeda cercò di protestare:
"Harry, scusami! Non fare così, non volevo davvero offenderti o farti arrabbiare! Dico sul serio, restate!"
Lui la guardò e vide che era davvero pentita ma la sua voglia di rimanere in compagnia della donna era inesistente.
"No, scusa. Ho bisogno di andare a... a casa."
E così dicendo uscì spedito dalla cucina, rincuorandosi solo quando sentì i passi del suo Omega dietro di sé.
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