20 - Sei il mio amore

Hogwarts, 28 novembre 1998

Harry Potter


Harry arrivò a colazione deciso a finire in fretta, ansioso di andare a Hogsmeade con Severus.

Anche se era il loro secondo appuntamento, lui era agitato come la prima volta.

Neville lo guardò per un attimo, prima di commentare:

"Harry, stai per strozzarti. Rallenta!"
Harry deglutì un boccone troppo grosso, poi sorrise all'amico a tutti denti:

"Sì, scusa. Appuntamento! Se tardo di un minuto, me la farà pagare per tutto il giorno!"
Dean e Seamus, che erano seduti davanti a loro, si girarono a fissarlo, e poi Finnigan chiese acido:

"Non andrai di nuovo a Hogsmeade con Piton, vero?"
Harry lo guardò male:

"Con chi altri dovrei andarci? Io sto con lui, se non lo hai ancora capito."

Non lo aveva mai detto, così apertamente e di fronte ai compagni, ma gli era uscito spontaneo, in quel momento. Al tavolo, in diversi lo fissarono male e Dean commentò:

"E non ti fa schifo?"

Harry sentì la rabbia salire, ma era ancora sotto controllo e rispose con calma:

"E perché dovrebbe? Se mi facesse schifo, non ci uscirei, no?"

Il compagno insistette:

"Perché è un maschio, per esempio, e sono abbastanza certo che non sia particolarmente bello nemmeno come uomo!"

Harry non vedeva Severus come un uomo da anni. Era un Omega, il suo Omega, e il suo aspetto... a Harry piaceva da talmente tanto tempo che non si era più domandato se fosse obiettivamente bello, o se fosse il suo odore a renderlo così irresistibile.

Scrollò le spalle.

"Sono gusti, immagino."

Seamus però si aggregò, spalleggiando l'amico:

"Sì, be', non siamo gli unici a pensare che sia... strano. Granger nemmeno ti parla più, da quando esci con lui!"

Harry rimase incerto per un attimo ma Hermione, qualche posto più in là, sollevò la testa e disse a voce alta, indignata:

"I motivi del litigio, tra me e Harry, non sono fatti vostri, ma di sicuro non è per quello che credete voi, e vi conviene non impicciarvi."
Dean e Seamus parvero almeno contriti, e Harry approfittò del momento per alzarsi.

"Vado a sentire se Draco vuole raggiungerci, dopo, e poi vado. Ci vediamo a Hogsmeade?" Chiese Harry a Neville, che boccheggiò prima di rispondere.

"Err... no. Io... scusami ma Piton continua a mettermi a disagio e poi... ho anch'io un appuntamento, quindi..."

Harry lo fissò a bocca aperta.

Neville era sempre riservato, e lui non si era accorto che stesse uscendo con qualcuno, così disse:

"Dopo mi racconti, va bene?"

Il compagno ci pensò un attimo e poi disse:

"Sì, dopo. Forse." E arrossì vivacemente sulle gote, riabbassando la testa sul piatto.

Harry attraversò la Sala Grande e si diresse verso il tavolo dei Serpeverde.

Sentì su di sé molti sguardi poco amichevoli ma li ignorò in favore di Draco, che esordì allegro:

"Non dirmelo. Vai a Hogsmeade con Severus."

Harry annuì, con un sorriso radioso, e disse:

"Ti va di raggiungerci e bere qualcosa insieme, dopo?"

Draco ci pensò un attimo e poi disse piano, per farsi sentire solo da Harry:

"Solo se non dai fuori di matto e non fai il geloso!"

Harry roteò gli occhi e rispose in un soffio:

"Tu cancella il tuo odore ed io sarò civile." Poi ghignò alla volta di Draco ma fu distratto da qualcosa.

Sollevò gli occhi e li passò sulla tavolata dei Serpeverde, come se volesse individuare qualcuno in particolare, poi scosse la testa e si allontanò.

Dopo alcuni passi si accorse che Draco lo stava seguendo, e rallentò per aspettarlo.

"Tutto bene?" Chiese vagamente impensierito.

Draco lo guardò incerto e poi chiese:

"Sì, bene. Volevo chiederti una cosa... ma non in pubblico."

Harry pensò alle loro confidenze del giorno prima, e si fece attento e un po' imbarazzato.

"Dimmi."
"Ecco... lo sai, hai sentito cosa dicono gli altri? Intendo di te e Severus."

Harry lo guardò senza capire. Certo che lo sapeva: lui e il suo Omega ne avevano parlato, e Harry si aspettava quei pettegolezzi, ma perché Draco glielo chiedeva?

"Sì, lo so. La versione breve è che sono la sua puttana, quella estesa prevede Amortentia, magia oscura e non so che altro, ma la sostanza è quella. Perché lo chiedi?"

Draco lo guardò un po' stupito:
"Se lo sai, come fai a non reagire? Io al tuo posto..."

Harry sentì un ringhio sommesso e si girò verso Draco, rispondendo serio:

"Senti, è ovvio che mi dia fastidio ma allo stesso tempo non m'interessa. Non sono mai stato più felice in vita mia, che cosa vuoi che m'importi, finché sono solo parole?"

Draco gli scoccò un'occhiata perplessa:

"Sì ma è umiliante che pensino che tu... insomma, sei un Alpha!"

Harry scrollò le spalle. Erano vicini alle stanze di Severus e lui si accomiatò dicendo solo:

"Draco, non m'interessa. Davvero. Ci vediamo a Hogsmeade, va bene?"


Hogwarts, 28 Novembre 1998

Severus Piton


Severus afferrò Harry appena varcò la soglia dei suoi appartamenti e gli si appese al collo, baciandolo come se non aspettasse altro, ed era così.

Quando si staccò, il suo Alpha lo guardò senza fiato:

"Hey, non che mi dispiaccia, ma a cosa è dovuto, questo improvviso attacco?" Chiese Harry ridendo mentre Severus andava a prendere il mantello invernale e rispondeva:

"Forse ero solo felice di vederti, perché pensi che debba esserci un motivo?"

Perché ti amo, imbecille!

Harry gli rispose cauto, come faceva spesso, ultimamente, visti i suoi improvvisi sbalzi d'umore dovuti alla gravidanza.

"Forse lo chiedo perché qualcuno mi sta contagiando, con questa cosa da Serpeverde che dietro a tutto c'è un motivo!"

Severus lo guardò male mentre si drappeggiava il mantello rivestito di pelliccia.

"Dovresti davvero smetterla di frequentare il mio figlioccio, se ti mette in testa certe idee!"
Harry gli infilò le braccia sotto il mantello e lo prese per la vita, trascinandoselo addosso:

"Io parlavo di te! Del mio perfetto Omega tutto freddoloso." Disse prendendolo in giro per il gran numero di tuniche che indossava, e che Harry doveva aver sentito abbracciandolo.

Lui gli sorrise sghembo:

"Scordati che finisca come l'ultima volta! Non faremo sesso fuori al freddo, chiaro?"
Il suo stupido Alpha gemette:

"Dai, non uccidere così le mie illusioni!"

Severus lo guardò male, ben sicuro che non sarebbe uscito dalla sua montagna di lana e pelliccia, se non davanti a un camino molto caldo.

"Ci conviene andare, se vuoi davvero uscire, perché se non vuoi..." Lasciò la frase in sospeso ammiccando, e un po' sperando di irretire il suo Alpha in una sessione di sesso che gli avrebbe evitato di uscire.

Harry gli lasciò la vita e lo prese per mano.

"Va bene, andiamo, ma non mi hai ancora detto per cos'era il bacio di prima."

Severus lo guardò storto e si sentì arrossire.

L'imbecille mi sta attaccando questa cosa!

"Ti ho sentito, prima, al tavolo della colazione... quando hai detto che stai con me..."

Harry lo scrutò per un attimo e poi disse, come se fosse casuale:

"Il tavolo degli insegnanti è piuttosto lontano..."

Severus si fece vago, non volendo dire a Harry che uno dei nuovi incantesimi, cui stava lavorando, gli permetteva di sentire quello che veniva detto anche a grandi distanze. Era stato un caso che lo stesse provando su Harry quella mattina.

"Sì be', ho un buon udito..."

Harry lo abbracciò di nuovo e lo spinse contro il muro, mentre gli mordicchiava il collo.

"E ti piace sapere che dica a tutti che stiamo insieme."

"Oh sì che mi piace!" Gemette Severus spingendo il bacino verso il suo Alpha, che però si scostò.

"Non ci provare! Abbiamo appuntamento con Draco ai Tre manici di scopa e, se fai così, non ci arriveremo mai!"


Hogwarts, 28 Novembre 1998

Harry Potter


Forse era la neve, ma a Hogsmeade si respirava già aria di Natale.

Lui e Severus passarono in rassegna diversi negozi, alla ricerca dei regali che Harry doveva ancora comprare, e indugiarono da Mielandia, perché Harry era incerto su quali dolci Teddy preferisse, e quali Andromeda gli avrebbe permesso di mangiare.

"Harry, a Natale avrà otto mesi! Ti proibisco di comprare questa montagna di schifezze!" Disse severo il suo Omega, e Harry gli scoccò uno sguardo colpevole.

"E'... credi sarebbe meglio qualcos'altro?"

Severus ci pensò un momento e poi disse piano:

"Adesso non prenderla male, il mio vuole essere un suggerimento a fin di bene. Potresti prendergli un peluche, magari un licantropo."

Harry si rese conto che non era uno scherzo. Severus lo intendeva davvero.

"E'... e se gli fa paura?" Chiese incerto.

Severus sbuffò e ribatté:

"Lo sta allevando una Black, di cosa vuoi che abbia paura?"

Harry considerò la cosa e abbandonò i dolci, trascinando Severus al negozio di giocattoli.

Sulla strada incrociarono Neville che sembra impacciato mentre stringeva il braccio di Hannah Abbott, e Harry gli sorrise incoraggiante, mentre Severus fece finta di niente. Tutto considerato era il meglio che si potesse aspettare, ma domandò:

"Perché ce l'hai sempre con lui?"

Severus sembrò considerare la domanda, poi disse:

"Non ce l'ho con lui. Odio chi vuole sembrare più stupido di quello che è. M'infastidisce."

Harry considerò la risposta e poi disse:

"E' solo timido e non è mai stato molto sicuro di sé, ma è migliorato molto, in quello, dopo la guerra."

Severus lo guardò e sbuffò:

"No, fa ancora finta di essere un inetto. Se lo fosse, non avrei nulla da obiettare, ma non lo è."

Harry cambiò discorso,per evitare di irritare Severus e, guardando la vetrina del negozio di giocattoli, disse:

"Credi che sia presto, per cominciare a comprare qualcosa?"

Severus si avvicinò e guardò tutto come se fosse una poltiglia disgustosa:

"Harry, che cosa vuoi che ne sappia?"

Lui lo guardò e sorrise triste:

"Ne sai più di me, di sicuro. Non ho mai avuto nulla del genere e, tutto quello che aveva Dudley, di solito finiva in frantumi ancora prima che capisse come funzionava, quindi..."

Severus lo guardò in modo strano e Harry sentì una fitta di rimpianto per quello che aveva detto. Non voleva che il suo Omega provasse pena per lui, o qualcosa del genere.

"Ho... beh, ero molto presente quando Draco era piccolo, quindi sì, magari ne so più di te. Immagino che Molly, e magari Narcissa, potrebbero aiutarci, ma forse si lascerebbero prendere la mano, per quello che ne so."

Harry aveva seguito un altro treno di pensieri e chiese, con un ghigno sadico:

"Mi stai dicendo che conosci un sacco di storie imbarazzanti, su Draco da bambino?"
Severus lo guardò assottigliando gli occhi:

"Oh sì! Molte. E non le condividerò con te! Sa Merlino, che quel ragazzo ne ha a sufficienza di sua madre, per queste cose!"

Harry era divertito e passò la successiva mezz'ora cercando di estorcere informazioni a Severus, finché alla fine non arrivarono ai Tre manici di scopa, dove l'oggetto del loro dibattito era seduto da solo, in un tavolo d'angolo, e stava leggendo un libro.

Harry pensò, per l'ennesima volta, che la vita non era stata poi molto clemente nemmeno con Draco, nonostante avesse due genitori che lo amavano e molte ricchezze.

Si sedettero con lui, che parve leggermente confuso nel vederli insieme, da vicino, per la prima volta.

Harry lo tolse d'impaccio esordendo malizioso:

"Severus mi stava raccontando cose, su di te da bambino, sai?"
Draco girò gli occhi sul suo Omega e poi tornò a guardare Harry:

"Non è vero! Non lo farebbe!"

Harry sospirò:

"No, purtroppo non l'ha fatto... ma potrei ordinarglielo..."

Severus lo osservò glaciale:

"Prima dovresti migliorare le tue abilità in pozioni: non si sa mai cosa potresti bere, accidentalmente... a proposito, vuoi che vada a ordinare per te?"

Draco rise, e Harry s'imbronciò:

"Così non vale! Due contro uno è ingiusto!"

"Troppi Serpeverde, Harry? Vuoi un supporto?" Chiese Ron che era appena entrato, insieme a Hermione.

Harry avrebbe voluto dire di sì, ma lui e Hermione ancora non si parlavano, nonostante quello che gli aveva detto Severus la sera prima... così rimase indeciso e il suo Omega rispose per lui:

"Sì, Harry ha evidentemente bisogno di supporto. Sedetevi."


Hogwarts, 28 Novembre 1998

Severus Piton


Severus era nel suo personale inferno, seduto ai Tre manici di scopa con quattro studenti poco più che adolescenti.

Si sentiva di colpo troppo più vecchio, e troppo stanco, per affrontare tutti gli imbarazzi e le mezze frasi che ne sarebbero seguite, ma se era quello che serviva per rendere felice il suo Alpha...

Harry aveva bisogno dei suoi amici e lui avrebbe fatto quello che era necessario.

Di colpo, senza che se lo aspettasse minimamente, Harry gli si appoggiò sulla spalla e gli mormorò un minuscolo 'grazie' all'orecchio.

Il gesto fece tossicchiare Draco, mentre Granger e Weasley fecero di tutto per ignorarlo, mentre si sedevano.

Non fu lo stesso per altri, infatti dal tavolo dietro al loro una voce disse, abbastanza forte da essere udita:

"Non siamo tutti imbecilli, lo sappiamo cos'è, quello!"

Severus sapeva con esattezza a chi apparteneva la voce, perché conosceva perfettamente i suoi studenti, e proprio per quello afferrò in fretta la mano di Harry, attirando la sua attenzione e scuotendo la testa, cercando di fargli capire che era meglio non reagire.

Purtroppo fu Weasley che si girò e chiese, con mala grazia:

"Problemi, Nott?"

Harry adesso si era girato verso il tavolo di Nott, e attendeva la risposta, mentre Severus continuava a stringergli la mano, sperando che bastasse a tenerlo calmo.

"Nessun problema Weasley, solo non capisco perché Potter non si vergogni, a sventolare in questo modo la sua cagna sotto il naso di Draco che, anche con tutti i suoi soldi, evidentemente non è riuscito a trovarne una decente. Non che a Potter faccia merito, prendersi gli scarti del Signore Oscuro, ma contento lui..."

Se Weasley era rimasto interdetto per un attimo, e Granger era palesemente indignata, Draco era invece sbiancato e Harry, curiosamente, sembrava non mostrare nessuna emozione.

Severus controllò il Legame e scoprì che il suo Alpha era... indifferente.

La sua parte Omega ne fu vagamente offesa, perché voleva che Harry dicesse che lui era tutto meno che uno 'scarto', ma Severus era abbastanza saggio da tacitarla, e ringraziare Merlino che almeno, il suo Alpha, non fosse sul punto di far scoppiare una rissa.

Purtroppo Nott, non ricevendo risposte, continuò:
"Almeno tuo padre, Weasley, ha il buon senso di tenere la sua cagna a casa, a sfornare figli... ma Potter invece deve essere diventato un po' troppo intimo con Malfoy, ultimamente. Forse, dopotutto, sono in due ad apprezzare gli scarti."

Weasley fece per alzarsi e saltare addosso a Nott ma Granger lo afferrò al volo e lo trascinò di nuovo giù, sulla sedia, mentre Draco sguainava la bacchetta. Harry si girò verso Draco e gli fece cenno di fermarsi:

"Non ne vale la pena, Draco. Nott non è un Alpha." Poi si girò a fissare il ragazzo e continuò "La sua opinione, per me, vale come il fango che ho sulle scarpe."

Poi Harry si volse verso Ron "Lascia stare. Nott è solo un maleducato a parlare di certe cose in pubblico. Credevo che le famiglie purosangue avessero maniere migliori. Evidentemente mi sbagliavo." Le ultime parole furono indirizzate a tutto il tavolo, composto interamente di Serpeverde.

Nott, quando Harry lo paragonò a fango, strinse i denti rabbioso davanti all'insinuazione, per nulla velata, sulla sua educazione, e assunse una sfumatura violetta sbottando irato:

"Io non sarò un Alpha ma mio padre lo è e quando gli dirò di questo..." Minacciò puntando il dito verso il loro tavolo.

Non finì la frase perché Severus era stanco di tutto quello: mettere insieme troppi ragazzini significava sempre guai. Sapeva che sarebbe stato in grado di maledire la metà dei presenti con una mano legata dietro la schiena e bendato, se fosse stato necessario, ma non era in quel modo, che voleva passare la giornata, così interruppe il farneticare di Nott:

"Suo padre, signor Nott, non farà assolutamente nulla," scandì a voce alta e chiara, venata del solito disprezzo e veleno che usava in classe "perché suo padre, a differenza di lei, non è così sprovveduto da mettersi a insultare Potter, in un periodo in cui una sua parola, detta alle persone giuste, potrebbe farlo finire ad Azkaban per molti anni." Poi, dopo una pausa a effetto, aggiunse: "Oh, mi scordavo. Ho lasciato la carica di Capo Casa di Serpeverde da un po', ma Lumacorno saprà del suo atroce comportamento entro sera. Si aspetti una sospensione, per la sua mancanza di educazione. I suoi modi sono terribili, forse dovrebbe pensare a come migliorarli."
Nott era passato dal viola al bianco e, adesso, aveva sporto la mano verso la tasca, dove evidentemente teneva la bacchetta, e Severus, sentendo Draco ringhiare, disse rapido:

"Nott, a parte Potter, che mi risulta aver sconfitto anche il Signore Oscuro, è sicuro di voler sfoderare la bacchetta davanti a me? Ci pensi un attimo."

Nott si bloccò con la mano in tasca e, dal suo tavolo, si alzò un'altra voce:

"Non osare, Theo. Il professor Piton ha ragione: non solo sei stato incredibilmente maleducato, ma se pensi che questi atteggiamenti ti aiuteranno a conquistare Astoria, evitati la delusione e non provarci nemmeno!" Disse Daphne Greengrass attirando l'attenzione su di sé.

Nott si girò verso di lei e cercò di dire qualcosa, ma così piano che nessuno sentì le parole. Fu la risposta della ragazza, che tutti sentirono, invece:

"Sei un imbecille. Manchi d'intelligenza, di dignità e di qualunque buon senso. Vado da Tori e torno al castello con lei, e se ti vedo avvicinarla di nuovo, ti affatturo!"

La ragazza si allontanò dal tavolo, lasciando interdetti i presenti per un momento, finché Parkinson non afferrò Nott e Zabini e disse a entrambi:
"Voglio andarmene anche io. Subito!" E così dicendo li trascinò in piedi.

Mentre la ragazza e Nott si allontanavano a passo sostenuto, Zabini esitò per un momento e,a voce bassa disse:

"Io... mi dispiace." Poi scosse la testa e raggiunse gli altri.

Severus, solo felice che il diverbio non fosse finito in uno scontro ma stanco di restare lì, disse:

"Harry, perché non inviti tutti a casa?"

Il suo Alpha lo guardò sbattendo gli occhi, poi chiese:

"Sei sicuro? Non so se è il caso."

Severus osservò i presenti, uno a uno, poi disse:

"Finché tu e Weasley non entrate nel mio laboratorio, non vedo problemi."

Weasley ci mise un po' a capire l'insulto e poi rispose piano, ma senza acredine:

"Come se m'interessasse! Harry, avevi detto che volevi farci stare un campo da Quidditch, o sbaglio?"

Granger invece guardò Severus e chiese, interessata:

"Non mi ha nominata. Vuol dire che io posso visitare il laboratorio?"

Severus si lasciò sfuggire un minuscolo sorriso, forse il primo che la ragazza avesse mai visto rivolto a lei, e rispose:

"Sì, i non imbecilli possono entrare."

"Hey!" protestò Harry "Io non l'ho ancora vista, quella stanza! "

"E mai la vedrai, se posso dire la mia, Potter!" Rispose Severus fin troppo allegramente, prendendo sotto braccio il suo stupido Alpha.


Hogwarts, 28 Novembre 1998

Harry Potter


Harry e Severus rimasero nella loro casa, quella sera.

Era sabato e non dovevano rientrare per forza a Hogwarts, così congedarono gli invitati e Harry alzò il fuoco nel salotto, fino a che la stanza non raggiunse temperature tropicali.

"Abbastanza caldo?" Chiese a Severus mentre si toglieva il maglione e restava in mezze maniche, sudato, osservando il suo Omega che spostava il divano più vicino al fuoco e si avvolgeva in una coperta.

"Perfetto."

Harry lo raggiunse e, subito, Severus appoggiò la testa sulla sua spalla, e lui prese ad accarezzargli i capelli.

"Grazie. Grazie davvero per oggi. Per tutto."

Severus mugugno un 'uh?' poco convinto e Harry dettagliò:

"Per i ragazzi... per Draco e per Ron e Hermione. Io non li avrei invitati, non sapendo se ti facesse piacere averli qui."

"Lo so, stupido Alpha, lo so." Rispose Severus, e Harry sentì un sentimento caldo attraversare il Legame, seguitò però da una strana fitta.

"C'è qualcosa che non va? Ho detto qualcosa...?"

Il suo Omega si sollevò e si mise di traverso sul divano, stendendosi e lasciando i piedi in grembo a Harry.

"No. Sono stato davvero orgoglioso, di come hai gestito Nott senza correre in uno scontro a testa bassa. Non lo avrei creduto possibile, se non lo avessi visto."

Anche Harry se ne era stupito, non poco in realtà, ma l'unico pensiero che aveva avuto, in quel momento, era stato che non voleva uno scontro così vicino al suo Omega gravido, e che avrebbe fatto di tutto per evitarlo.

Razionalmente sapeva che Severus era ben più che in grado di proteggersi, per non parlare di poter tenere testa a tutti i presenti contemporaneamente, se lo avesse voluto, ma il suo lato Alpha non aveva sentito ragioni: non voleva che il suo Omega corresse nemmeno il minimo rischio.

"Sì... me ne sono stupido anche io, ma forse sto perdendo l'inclinazione a buttarmi in tutti le risse che vedo profilarsi all'orizzonte..."

"Sono uno scarto? Mi hai scelto perché appartenevo al Signore Oscuro e tu volevi quello che era suo?" Chiese il suo Omega a un tratto, e Harry sentì il Legame tirare così forte da fare male.

Harry si girò a guardare Severus, che era steso, le mani sul ventre e gli occhi chiusi, come se anche guardarlo, mentre gli rispondeva, lo facesse soffrire.

"Oh mio...! Sono io di solito quello insicuro. Perché questo, adesso? Non avrai dato peso alle stronzate di Nott, vero?" Disse afferrando i piedi del suo Omega e cominciando a massaggiarli.

"Tu non ti sei nemmeno arrabbiato. Non solo hai mantenuto il controllo, non ti sei nemmeno irritato, quindi deve essere perché sai che è vero." Rispose Severus con voce flebile, quasi coperta dallo scoppiettare dei ciocchi nel camino.

Harry insistette a massaggiare i piedi gonfi del suo Omega, e rispose con un sorriso sulle labbra:

"Questo è stupido. Non mi sono arrabbiato perché non volevo, in nessun modo, che scoppiasse una rissa con te lì. E non dirmi che puoi difenderti, perché lo so che eri il miglior duellante presente nella stanza, oggi, e so che mi batteresti senza nemmeno sudare, io lo so, ma non mi interessa. La prima cosa, per me, é tenerti al sicuro. Tutto il resto non mi interessa."

Severus non rispose, e Harry vide che aveva ancora gli occhi chiusi, e che le lacrime gli scendevano sulle guance.

Il Legame gli diceva che non erano per nulla lacrime di gioia, così riprovò:

"Severus, io credo di cominciare a capire perché molti Alpha non lasciano nemmeno uscire da casa i propri Omega. Tu non sei uno scarto. Sei così prezioso, per me, che anche solo il pensiero che tu possa farti un livido mi fa impazzire."

Severus sussurrò:
"Sono prezioso perché porto i tuoi figli, ma io faccio schifo. L'ha detto il tuo compagno, stamattina..."

Harry era incerto. Sapeva che stava sbagliando qualcosa ma non sapeva cosa. Era sempre il contrario: era sempre lui che si deprimeva e Severus lo faceva stare meglio. Che cosa doveva fare?

Harry appoggiò delicatamente i piedi di Severus e scese dal divano, sedendosi a terra di fianco al viso del suo Omega.

Gli asciugò le lacrime con un dito e gli disse piano:

"Guardami, aprì gli occhi."

Severus lo fece, e Harry gli sorrise:

"Non capisco perché piangi, e non so se sei bellissimo o se non lo sei, ai tuoi occhi o a quelli del mondo. Io non lo so perché ho sempre visto solo te. Non ho mai guardato nessun altro, come guardo te, e per me sei perfetto. Non puoi pensare che ti abbia voluto perché eri suo, sai? Non lo puoi pensare perché, nella mia mente, ero sempre io, con te, anche quando ti facevo soffrire. Eri sempre mio, anche quando eri suo. Forse sono solo un altro Alpha possessivo, che vuole il suo Omega Legato a sé per impedirgli di scappare ma non mi interessa, perché io non ho mai nemmeno avuto una vita degna di essere vissuta, prima di te, e non ne voglio una, senza di te. Ti entra in quella testa dura, stupida cagna?"

Severus ridacchiò tra le lacrime, e ribatté singhiozzando:

"Sei tu lo stupido, Harry."

Harry sorrise, perché il suo Omega sembrava stare un po' meglio, anche se non aveva idea di quale, delle cose che gli aveva detto, fosse servita allo scopo.

"Oggi no. Oggi sei tu, amore mio." Disse sollevandosi per posargli un bacio sulle labbra che fu rovinato da uno sbuffo:

"Potevi fermarti prima. 'Amore mio' è troppo sdolcinato anche per me!" Rispose Severus, con la voce roca per il pianto, e Harry ribatté:

"Abituati, perché non lo è per me. Sei il mio amore." Disse, e poi lo baciò, lentamente, a occhi chiusi, sentendo quando le braccia di Severus si sollevarono per allacciarsi al suo collo.

Harry si alzò piano, trascinando Severus con sé, e quando si staccò dalla sua bocca, lo guardò negli occhi e disse piano:

"Ti ho mentito, sai? Non è vero che non so se sei bello. Lo so, invece. Sei bellissimo. Il mio bellissimo Omega." Disse riprendendo a baciarlo, passando dalla bocca al collo, e poi chinandosi per afferrarlo sotto le cosce e sollevarlo, sentendo il suo ventre rotondo premere contro di sé.

Severus aveva ancora le braccia allacciate al suo collo e rimasero così, naso a naso, mentre Harry saliva le scale per portarlo in camera, dicendogli piano:

"Severus, posso chiederti una cosa?"

Il suo Omega non rispose, restando solo con la testa posata sulla sua spalla, e Harry continuò, appoggiandolo piano sul letto e spingendolo delicatamente sul materasso, come se avesse paura di romperlo.

"Vorrei... senti, è stupido, però vorrei fare l'amore con te."

Severus lo guardò con i suoi occhi neri come la pece e una domanda inespressa sulle labbra.

Harry si sentiva stupido, perché lo sapeva che era comunque sesso, ma voleva che fosse diverso, voleva che il suo Omega sapesse che lo amava davvero, in tutti i modi che riusciva a immaginare.

"Sei uno stupido Alpha romantico." Rispose alla fine il suo Omega, con un sorrisetto sulle labbra. "Vieni qua." Lo invitò sollevando le braccia e Harry si avvicinò piano, restando sospeso sopra di lui per non poggiare il peso sul suo ventre.

Harry riprese a baciarlo, mentre le mani di Severus gli aprivano i pantaloni per prenderglielo in mano, cominciando a massaggiarlo piano e arrivando alla punta, che Harry sentiva già umida.

Harry si sollevò e cercò la bacchetta, per far evanescere i loro vestiti ma Severus lo fermò:

"No, spogliami." Disse piano e Harry eseguì, togliendo strato dopo strato dei molti vestiti che ancora ricoprivano il corpo del suo perfetto Omega.

Ogni nuovo lembo di pelle che riusciva a scoprire gli sembrava un traguardo e, benché fosse eccitato da morire, continuò a indugiare ovunque, baciando e leccando e continuando a mormorare, al suo amante, quanto fosse bello e perfetto.

Tutto il suo lato Alpha concordava nel voler blandire il suo Omega riottoso, facendogli sapere che era amato, e protetto, e curato, e il ringhio leggero che ogni tanto usciva dalla sua gola gli sembrava quasi il verso di un grosso animale, ammansito e sazio.

Aveva sotto le mani tutto quello che voleva, perché non avrebbe dovuto sentirsi così?

Accarezzò le cosce del suo Omega, dopo avergli tolto i pantaloni, e risalì fino al suo ano, massaggiandolo piano con una mano mentre l'altra era posata sul suo ventre.

Harry gli prese in bocca lo scroto, succhiando e leccando e poi scendendo alla sua apertura e leccando ancora.

Severus si muoveva appena, ansimando leggermente, e spinse un po' verso di lui, cercandolo.

Quando Harry gli spinse dentro un dito, Severus gemette piano, e Harry lo tolse per sostituirlo di nuovo con la lingua, che cercava di far penetrare dentro quella carne bollente fin dove riusciva, appagato dai mugolii sempre più eccitati del suo Omega.

Quando fu certo che Severus fosso pronto, si mise in ginocchio tra le sue gambe e le sollevò per mettersele sopra le cosce, appoggiando il suo membro contra l'ano del suo Omega, poi lo guardò e chiese piano:

"Posso, amore mio?"

Severus quasi rise, al ripetuto uso del nomignolo ma poi gli disse con un sospiro:

"Sì Harry, sì."

E Harry spinse piano, sentendosi avvolgere e gemendo ma senza fermarsi, sprofondando fin dove riusciva, per poi uscire e rientrare, dentro il suo Omega, fino a quando fu certo di essergli dentro tutto, e poi rimase fermo, ansimante, incapace di muoversi per paura di venire, perché non voleva finisse come non voleva doversi staccare mai più da lui.

Quando cominciò a muoversi, lo fece con attenzione, con movimenti lenti e cadenzati, mormorando continue parole di lode e di amore, per il corpo caldo del suo amante, che gemeva e lo accoglieva, mentre il loro Legame sembrava non rimandare altro che piacere.

Erano tutt'uno, erano insieme, e Harry cominciò a spingere più forte attirando contemporaneamente a sé il corpo leggero del suo perfetto Omega, mentre lo masturbava allo stesso ritmo, voglioso di averlo e di compiacerlo.

Quando raggiunse il suo limite, emise un suono di gola e venne con un'ultima spinta, restando affondato in quel buco caldo e voglioso, e quasi subito sentì il membro del suo amante gonfiarsi nella sua mano e venire con lui.


Hogwarts, 28 Novembre 1998

Severus Piton


Severus sapeva che erano gli ormoni, a ridurre il suo cervello in poltiglia e a renderlo così emotivo e stupido, ma non aveva modo di contrastarli e Harry era stato gentile, e paziente, e premuroso com'era sempre, consolandolo e dicendogli tutto quello che pensava potesse aiutare.

Alla fine era arrivato anche a chiamarlo 'amore' e Severus, se il suo cervello non fosse stato così annebbiato, avrebbe deriso il moccioso fino allo sfinimento, per un romanticismo così smaccatamente sdolcinato.

Invece, visto lo stato d'animo in cui era, quel nomignolo aveva lenito tutte le sue insicurezze e lo aveva reso poco più che un essere lacrimevole e bisognoso.

Quando poi il suo stupido Alpha gli aveva chiesto, tutto arruffato e intenerito, se potevano fare l'amore, Severus fu certo che, in un qualunque altro momento, gli avrebbe riso in faccia. Forte.

E sarebbe stata tutta una posa perché la verità era diversa

Ho passato tutta la vita a sognare qualcuno che mi chiamasse amore, e adesso che ce l'ho, non riesco a crederci.

Forse fu per quello che, una volta sdraiato vicino al suo Alpha, che sembrava emanare un delizioso calore, Severus ammise sottovoce nella penombra della loro camera:

"Ti ricordi di quando ti ho detto che Irma pensa che mi ferirai più di tutti gli altri?"

Harry annuì e lui intuì appena il movimento dal suo profilo, nella penombra; dopo continuò:

"Io ti amo, Harry. Lei lo sa e crede che, quando ti stancherai di me, alla fine, io non riuscirò a sopravvivere, senza di te. Senza l'unica persona che abbia almeno dimostrato un briciolo di amore, per me."

Harry per un po' non disse niente ma lo strinse più forte, tra le sue braccia calde, e nel Legame Severus sentì qualcosa di enorme, disperato e bollente, poi il suo Alpha parlò:

"Io ti amo e non mi stancherò mai di te. Non avevo niente, prima di te, e con te ho tutto. Senza di te non avrebbe nemmeno senso vivere... io sono tornato dalla morte, per te. Tutti credono che sia sopravvissuto alla maledizione mortale, prima dell'ultimo scontro, per chissà quale ragione, ma la verità è che ero morto e tu non eri lì. Così sono tornato."

Severus non credeva a quello che Harry aveva appena detto e chiese:
"Eri morto? Davvero?"

Harry annuì.

"Sì, ero morto, quindi la prossima volta puoi dire a Madama Pince che non solo io non ti lascerò, ma che non puoi sfuggirmi in nessuno modo. Verrò a cercarti ovunque. Anche nell'aldilà."

Severus si strinse al suo amore e disse:
"Non ne avrai nessun bisogno. Sei il mio amore. Non vado da nessuna parte."

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