16 - Vedessero quanto erano felici
Hogwarts, 24 ottobre 1998
Harry Potter
Harry aveva passato la notte nel dormitorio di Grifondoro, anche se ormai lo faceva raramente.
Neville e Ron, che sapevano dove andava, avevano lasciato credere agli altri compagni che Harry avesse degli incontri romantici con la sua nuova fiamma, ed era anche vero, in definitiva.
Quel mattino però Harry era su di giri: sarebbe andato a Hogsmeade!
Non era il paese ad affascinarlo, ovviamente, ma il fatto che ci sarebbe andato con Severus.
Avevano parlato spesso, di mostrarsi in giro come una coppia, e quel giorno lo avrebbero fatto davvero.
Harry era eccitato come una scolaretta e arrivò a colazione prima di tutti gli altri, ansioso di andare a prendere Severus nei suoi appartamenti, come avevano concordato.
Uscendo aveva incrociato Hermione, ma le cose tra loro non si erano più appianate, con sommo dispiacere di Ron, che cercava di dividersi tra loro senza dover per forza litigare con uno dei due.
Harry aveva provato a parlare con l'amica un paio di volte, ma lei lo aveva ignorato e lui alla fine aveva deciso che non c'era niente che potesse fare, se non sperare che a un certo punto avrebbe capito e che sarebbe stata felice per lui.
Era con Malfoy invece, che Harry veniva spesso visto in giro.
Dopo l'iniziale malinteso, e dopo anni d'insulti, i due avevano scoperto che non solo si sopportavano, ma potevano addirittura essere qualcosa di piuttosto vicino a degli amici.
Forse era perché Draco era disperatamente solo, o forse era perché il Serpeverde sapeva che essere visto con Potter migliorava la sua posizione sociale, anche se Harry non credeva che fosse quello il motivo, però era facile passare il tempo insieme.
Draco spiegava spesso, a Harry, delle cose sulla sua natura che lui faticava a comprendere, ed era molto meno imbarazzante scoprire le cose in quel modo, piuttosto che confrontarsi con i continui sberleffi di Severus, che era rimasto sempre affezionato all'etichetta di 'stupido Alpha', quando si rivolgeva a lui in privato.
A Harry non solo non dava fastidio, ma ne era anche interiormente compiaciuto, perché era in definitiva un nomignolo buffo, una cosa scherzosa tra amanti o tra compagni...
Faticava a credere a quanto fosse felice! Divorò i metri che lo dividevano dalle stanze di Severus ed entrò come un tornado, solo per ritrovarsi davanti al suo Omega che sfoggiava uno sguardo cupo.
Harry controllò il Legame, come ormai aveva imparato a fare piuttosto bene, in cerca di segni di malumore e... ghignò alla volta del suo amante.
Era inutile che cercasse di negare l'evidenza con quel viso serio: Harry non era il solo a essere agitato per il loro primo appuntamento a Hogsmeade.
Sebbene Severus fosse esternamente impassibile, Harry sentiva che il suo Omega era tutto meno che tranquillo.
Adesso che Harry lo aveva raggiunto nelle sue stanze, si sentì impacciato:
"Che cosa credi che dovremmo fare? Mi vuoi prendere sotto braccio o..."
Severus aveva considerato la cosa così a lungo che Harry era automaticamente impallidito, preoccupato di aver di nuovo detto la cosa sbagliata, poi l'Omega aveva preso un profondo respiro e lo aveva afferrato per il braccio:
"Se dobbiamo farlo, tanto vale farlo bene."
Uscirono dalle stanze di Severus entrambi tesi, e Harry non riuscì a fare a meno arrossire.
Anche se i suoi propositi erano chiari, non aveva detto nemmeno a Ron e Neville del suo 'appuntamento' con Piton, tantomeno a Draco.
Gli altri si erano probabilmente già avviati verso Hogsmeade, comunque, e probabilmente a un certo punto li avrebbero incontrati...
Il corridoio era deserto, perché molti studenti erano già usciti, ma prima ancora che facessero in tempo a girare il primo angolo, un forte botto li fece sussultare entrambi, tanto che corsero in direzione del suono, abbandonando ogni tentativo di rimanere vicini, solo impegnati a controllare cosa fosse successo.
Un paio di corridoi più in là trovarono due ragazzini del secondo anno, che stavano andando a fuoco e urlavano in preda al panico.
Era piuttosto chiaro, dalle scintille che ancora inondavano la zona, che avessero fatto accidentalmente scoppiare un fuoco d'artificio senza usare nessuna precauzione.
Harry e Severus lanciarono identici incantesimi per spegnere le fiamme e poi Severus, di nuovo perfettamente calato nel suo ruolo di professore, afferrò i due ragazzini e cominciò a trascinarli mentre, senza girarsi, diceva a Harry:
"Li porto in infermeria. Vai avanti, ci vediamo ai Tre manici di scopa."
Harry rimase solo in mezzo al corridoio per un po', incerto se quello fosse un qualche genere di segno divino che lo avvertiva che le cose non sarebbero andate come sperava.
Alla fine si avviò verso il paese a piedi, da solo, deluso dal fatto di non avere il suo Omega vicino, ma sollevato perché l'idea di passeggiare pubblicamente al braccio di Severus lo aveva reso davvero nervoso.
Ai Tre Manici di Scopa non vide nessuno degli amici, e anche quello lo irritò, perché a quel punto avrebbe preferito di gran lunga aver detto loro quali erano le sue intenzioni, anche se immaginava che sarebbe bastato uno sguardo per capirlo, una volta che Severus fosse arrivato.
Si sedette in un tavolo d'angolo, un po' appartato, e ordinò una burrobirra cercando di contenere l'apprensione che gli stringeva il petto.
Dopo una decina di minuti senza veder arrivare l'Omega, Harry cominciò a chiedersi se sarebbe venuto davvero, o se avrebbe usato la provvidenziale scusa per far saltare il loro appuntamento.
Controllò il suo Legame ma non sentì sentimenti particolari e sbuffò tra sé, dicendosi che cominciava a diventare paranoico.
Hogsmeade, 24 Ottobre 1998
Severus Piton
"Cominciavo a pensare che mi avessi dato buca." Disse rapido il suo stupido Alpha e Severus si concesse un ghigno.
"L'idea potrebbe avermi sfiorato, in effetti."
"Però sei venuto." Sorrise il moccioso, radioso "Vuoi ordinare?"
Severus sbuffò dal naso perché, per affrontare quel particolare pomeriggio, avrebbe preferito prendere un buon whisky incendiario, ma non poteva.
Quando Rosmerta arrivò al loro tavolo, lanciando loro solo un leggero sguardo curioso, ordinò del succo di zucca e un sandwich.
"Hai ancora fame?" Chiese Harry con uno scintillio molto malizioso negli occhi, e Severus si ritrovò immediatamente infastidito.
"Sì, ho fame, e tu smettila di fare quella faccia compiaciuta. Sono già abbastanza nervoso grazie alle due teste di legno che hanno provato a mandarsi a fuoco."
Harry si cancello l'espressione dal viso e chiese:
"I ragazzini stanno bene?"
Severus ringhiò al pensiero e rispose arcigno:
"Dopo un mese di punizione, staranno anche meglio!"
Il suo Alpha ridacchiò, chiaro segno che, negli anni, le molte punizioni scolastiche gli avevano insegnato ben poco, poi gli afferrò una mano.
Era un gesto da poco ma Severus sussultò e dovette resistere all'impulso di girare lo sguardo per vedere se qualcuno li stava osservando. Erano solo le loro mani, ma a lui sembrava che già quello fosse qualcosa di rivelatore e compromettente.
"Ho una sorpresa per te. Vorrei che non ti arrabbiassi, però."
Severus non era davvero in vena di altre sorprese, per quel giorno, così sbuffò:
"Già so che sarà qualcosa di stupido" Disse ritirando la mano all'arrivo di Rosmerta, con il chiaro intento di afferrare il suo bicchiere e sperando che non sembrasse come se stesse cercando di sfuggire al suo Alpha.
Harry aspettò che la donna se ne andasse e poi disse:
"Hanno finito di montare i mobili in casa, oggi... anche il tuo laboratorio e tutte le attrezzature... ho pensato che potevamo passare a controllare!"
Harry aveva detto la frase senza quasi respirare, con occhi preoccupati, come se fosse certo che Severus l'avrebbe presa male.
"Uhm, va bene." Rispose solo Severus, certo di non voler dare al suo Alpha la soddisfazione di fargli sapere che ora, con due figli in arrivo, l'idea di una casa adeguata lo faceva sentire davvero bene.
"Va... va bene? Non sei arrabbiato perché ho fatto montare il laboratorio senza la tua supervisione?" Chiese il moccioso in apprensione.
"Ho detto che va bene!" Rispose Severus come se fosse davvero irritato, anche se non lo era proprio per nulla, poi aggiunse: "Vuoi andarci subito?"
Harry scosse la testa:
"No. Abbiamo deciso di farci vedere un po' in giro... sempre che tu non abbia cambiato idea, ovviamente."
Severus finì il sandwich e meditò per un momento di ordinarne un altro.
La sua gravidanza stava andando bene e, anche se il suo ventre si era arrotondato di pochissimo, lui aveva sempre fame...
"Non ho cambiato idea ma preferisco chiedertelo ancora: sei sicuro che non farai una scenata, alla prima battutina da parte dei tuoi compagni cretini?"
Severus vide Harry farsi serio:
"No, non farò niente di stupido! Sono un campione nel farmi insultare senza mai replicare! Tu mi hai insultato per anni!"
"E tu non sei mai stato bravo nell'ignorarmi, se proprio vogliamo puntualizzare!" Ribatté Severus con un sogghigno.
Il suo stupido Alpha scrollò le spalle e solo allora, sentendo l'aumento del chiacchiericcio dietro di sé, Severus si rese conto che il locale cominciava a essere piuttosto affollato.
"Come va alle mie spalle?" Chiese con voce normale per mascherare la tensione.
Harry osservò per un attimo e poi disse piano:
"Alcuni ci guardano. Non tanti. Immagino pensino solo che stiamo parlando."
Severus non si era mai trovato in una situazione del genere... con Black, solo i pochi che sapevano che era un Omega erano a conoscenza del suo Alpha, e con Voldemort la cosa era stata limitata ai Mangiamorte... non aveva mai dovuto rendere pubblica una relazione, e la cosa, se da una parte lo innervosiva, dall'altra lo faceva sentire... umano.
Era quello che facevano i suoi studenti, no? Farsi vedere in giro, abbracciati e felici, come se volessero dire al mondo che erano una coppia.
Si era sempre innervosito, quando sorprendeva due studenti che amoreggiavano negli angoli della scuola, e aveva spesso preso punti e fatto fioccare punizioni, e adesso poteva ammettere che lo aveva fatto perché era stato follemente geloso, pieno d'invidia per quelle relazioni così normali da poter essere sbandierate davanti a tutti, senza vergogna e senza colpa.
Sorrise al suo Alpha e gli prese la mano:
"Andiamo a fare una passeggiata. Voglio camminare per tutta Hogsmeade abbracciato a te."
Harry fece una faccia quasi sconvolta e deglutì:
"Dici davvero? Sei... sicuro?"
Severus sentì un attimo di paura, come se si trovasse su un baratro:
"Ti vergogni di me?"
Harry scosse la testa con veemenza:
"E tu di me?"
Severus sorrise e lo trascinò in piedi ma, mentre passavano davanti ad un gruppo di ragazzine di Serpeverde del quinto e sesto anno, che stavano bisbigliando tra loro come forsennate vedendoli insieme, Harry quasi si bloccò.
Severus, prima che potesse succedere qualcosa d'imbarazzante, girò sulle studentesse uno sguardo freddo e minaccioso e quelle, prevedibilmente, si azzittirono e distolsero gli occhi.
"Usciamo, va bene?" Disse trascinando Harry per mano e l'Alpha, dando un'ultima occhiata al gruppetto, mormorò solo:
"Sì, usciamo."
Hogsmeade, 24 ottobre 1998
Astoria Greengrass
Astoria era entusiasta per il pomeriggio a Hogsmeade perché aveva davvero voglia di passare un po' di tempo fuori dalla scuola.
Adorava i pomeriggi ai Tre Manici di Scopa, dove lei e le sue compagne si ritrovavano solo per spettegolare di cose frivole davanti a una Burrobirra bollente.
Quel giorno l'argomento che infiammava i loro sussurri ridanciani era il professor Piton che, inaspettatamente, era entrato poco prima e, ignorando il gran numero di studenti presenti, si era seduto con Potter.
Uchi e Diane si erano già scatenate, immaginando che il loro ex Capo Casa stesse tessendo un qualche intrigo per ingraziarsi il Salvatore ma Astoria aveva decisamente molti dubbi, in proposito.
"Avanti ragazze... è probabile che in realtà siano solo amici. Voglio dire, il professor Piton era una spia! Magari hanno collaborato, durante la guerra."
A lei sembrava la versione più probabile ma Zoe le diede una gomitata e, sghignazzando, disse sorniona:
"Non dire così! Ci rovini tutto il divertimento!"
Astoria, rendendosi conto che in effetti troppa logica non avrebbe di certo dato vita a un buon giro di chiacchiere, disse maliziosa:
"Se la mettete in questo modo, allora tanto vale ipotizzare che abbiano una sordida relazione!"
La sua uscita scatenò una ridda di risatine solo vagamente imbarazzate e i loro sussurri si triplicarono, perché lo scenario piaceva a tutte e quello era un ottimo spunto per una buona mezz'ora di chiacchiere!
Quando a un certo punto il professor Piton afferrò la mano di Potter e lo costrinse ad alzarsi, trascinandolo fuori dal locale, loro quasi impazzirono per un attacco di risatine, rovinato solo dal fatto che l'insegnante, probabilmente vedendo il loro comportamento privo di contegno, le fissò come se fossero tutte delle teste di legno.
Quello le fece zittire immediatamente ma solo per il tempo necessario a far sì che i due uscissero dai Tre Manici di Scopa perché, subito dopo, le chiacchiere ripresero, adesso addirittura più piccanti di prima.
Mezz'ora più tardi erano ancora tutte lì, quando il gruppo degli studenti che ripetevano il settimo anno, entrò nel locale.
Astoria sollevò una mano per salutare sua sorella e vide Theodore avvicinarsi al loro tavolo.
Era da un po' che il ragazzo le lanciava sguardi particolarmente ammirati ma lei non era ben sicura di come avrebbe dovuto reagire davanti a quelle attenzioni.
Era uscita con diversi ragazzi, negli anni precedenti, ma erano stati appuntamenti sporadici senza nessuna relazione seria.
Blaise Zabini l'aveva portata al ballo del Ceppo, anni prima, e in quel caso lei si era fatta qualche illusione perché il ragazzo era, a detta di tutte, il più sexy della scuola.
Si era rammaricata, quando a quell'appuntamento non ne erano seguiti altri, ma quella era stata l'unica volta in cui il suo interesse era stato suscitato.
Gli altri ragazzi con cui era uscita gli erano risultati tutti insopportabili dopo poche settimane di frequentazione.
A quanto pareva, i suoi compagni erano davvero convinti che bastasse dirle due parole carine, e farle un paio di regali, per avere il diritto di infilarsi nelle sue mutandine e lei non era dello stesso parere.
Proprio no.
Sua sorella la prendeva in giro, per quello, dicendole che non avrebbe dovuto fare tanto la difficile: non erano più nel medioevo e non doveva conservarsi vergine per il suo futuro marito!
Astoria quelle cose le sapeva, e il fatto che quasi tutte le sue amiche avessero già fatto sesso, e ne parlassero in continuazione, non la aiutava a sentirsi più a suo agio ma la sua risoluzione era incrollabile.
Non sarebbe andata a letto con qualcuno che nemmeno le interessava davvero, solo per soddisfare le aspettative di altri, di quello era certa.
Theodore però lo conosceva da anni, perché lui e suo padre frequentavano spesso la sua famiglia, e oltre a essere carino era anche divertente, così, quando si avvicinò, lei gli rivolse un sorriso.
"Ciao Tori," esordì lui prima di salutare con un cenno anche le altre ragazze, poi continuò "ti andrebbe di fare una passeggiata con me?"
Non sembrava nulla d'impegnativo così lei accettò e salutò con un sorrisetto le compagne al tavolo, ben sapendo che, alla sua uscita dal locale, lei e Theo sarebbero diventati il prossimo argomento di discussione.
Hogwarts, 24 Ottobre 1998
Harry Potter
Harry aveva il cuore in gola e un sorriso quasi ebete stampato in faccia.
Stava passeggiando per Hogsmeade al braccio di Severus , sebbene sentisse tutti gli sguardi puntati su di loro, non gli importava.
Per una volta non vedeva assolutamente niente di sbagliato, in quello che stava facendo: potevano anche sparlare di lui, di loro, ma perché avrebbe dovuto essere importante, se loro erano felici?
C'era stato quel momento perfetto, poco prima, mentre erano seduti da Rosmerta e Severus gli aveva detto che voleva passeggiare abbracciato a lui...
Il Legame aveva tirato forte e Harry aveva sentito, per un momento, che era amore quello che proveniva dal suo Omega.
Non importava che la sensazione fosse svanita in fretta, perché era bastata a renderlo la persona più felice del mondo.
Severus lo amava, c'era il sole e stavano passeggiando allacciati alla vita per la via principale di Hogsmeade.
Harry avrebbe solo voluto che quella giornata non finisse più. Mai più.
"Vuoi... non lo so... vuoi andare in qualche negozio?" Chiese dopo un attimo, sentendosi un po' stupido a non aver organizzato nulla per loro due. Avrebbe dovuto pensarci prima, a quello che avrebbero potuto fare insieme quel giorno! E se Severus fosse annoiato, a passeggiare con un ragazzino come lui e...
Severus si bloccò in mezzo alla strada:
"Guardami." Gli disse, e Harry si girò verso di lui mentre sentiva le mani di Severus prenderlo per la vita prima di avvicinare il volto al suo "Non so per quale stupido motivo adesso sei di nuovo nervoso, ma smettila. Subito."
Poi il suo Omega fece una cosa sconvolgente e si chinò verso di lui per sfiorargli le labbra con le sue, lì, in mezzo alla strada.
Fu solo un contatto lieve, quasi inesistente, ma Severus si sollevò sorridendo e Harry sentì di nuovo quel sentimento.
"Adesso cammineremo lentamente per questa strada, usciremo dal paese e poi gireremo a destra e andremo dritti fino a quella collina laggiù. Quella collina che nasconde perfettamente la nostra casa. Prenderemo il sentiero e andremo a controllare i mobili nuovi."
Harry era senza fiato e senza parole, perché era tutto così perfetto da essere impossibile. Severus continuò:
"Prima scenderemo nel seminterrato, per controllare i disastri che hai permesso fossero fatti al mio laboratorio. Io mi arrabbierò e tu ti farai perdonare baciandomi ovunque. Magari sarò così arrabbiato che ti perdonerò solo se me lo prenderai in bocca."
Harry arrossì e si guardò intorno per vedere se qualcuno li poteva sentire, ma Severus gli afferrò il viso tra le mani, perché tornasse a guardare solo lui.
"Non m'interessano gli altri. Guarda me. Non ho finito. Dopo saliremo al piano di sopra e cominceremo a pensare a come arredare le camere dei bambini. Sceglieremo i colori, dove mettere i mobili, che giocattoli comprare. Litigheremo ancora, perché tu vorrai tutto rosso e oro e a me non piacerà, così dopo saremo costretti ad andare a controllare se hanno montato il letto nella nostra camera e lì faremo pace. Se non mi avrai fatto arrabbiare troppo, a quel punto sarò io a prendertelo in bocca. Resteremo lì fino a sera, sai? Perché far pace, è sempre una cosa che va per le lunghe..."
Harry si sporse di scatto verso di lui, le braccia buttate sulle sue spalle, quasi arrampicandosi per arrivare alle sue labbra e baciarlo.
Che tutti guardassero, che vedessero quanto erano felici!
Quando Harry lasciò le labbra del suo Omega, disse piano, timoroso delle parole che non aveva mai detto:
"Io ti amo."
Severus sorrise e gli mise una mano sulla bocca, come a volergli impedire di dire altro:
"Non c'è bisogno che lo dici. Lo so." Disse toccando quel punto sul suo petto che sembrava sempre tirare per fare sentire a entrambi che erano Legati.
Harry concentrò la sua attenzione lì, sotto la mano di Severus, e seppe che non c'era davvero bisogno di nessuna parola, perché in quel momento sapeva, con assoluta certezza, che era ricambiato.
Severus lo amava.
Hogwarts, 24 Ottobre 1998
Severus Piton
Severus sentiva gli sguardi su di sé, su di loro, eppure non gli importava.
Harry, il suo Alpha, lo amava.
Non ci sarebbe davvero stato bisogno di sentire le parole uscire dalla sua bocca per esserne certo, perché il Legame tirava e lui lo sapeva già.
Sentire quelle parole però... era stato così normale, così perfetto, che avrebbe volentieri ripreso a baciare il suo stupido Alpha lì, in mezzo alla strada.
Avevano comunque già dato fin troppo spettacolo, così si limitò a sorridere come mai aveva fatto in vita sua.
Non ricordava di aver mai sorriso tanto, o di essere stato felice per un periodo così lungo.
Erano solo tre mesi e mezzo che era Legato a Harry e tutto il suo mondo era cambiato.
Non era più un essere abietto, un oggetto senza scelte, desideroso solo di poter sopravvivere senza provare dolore.
Adesso era un Omega Legato a un Alpha che lo amava, e che lui ricambiava, e per la prima volta in vita sua essere un Omega non era più così male.
Non aveva mai capito quanto potesse essere piacevole appartenere a qualcuno nel modo totalizzante in cui lui, ora, apparteneva a Harry.
Finché erano solo loro due, non si sentiva un oggetto ma una persona. Era il compagno di Harry e il Legame non era un obbligo, ma una condivisione che li teneva uniti nello spirito.
L'unico neo alla sua felicità era che, per il resto del mondo, lui era ancora una cagna, ma poteva dimenticarlo, quando il suo Alpha lo abbracciava, ed era certo che avrebbe potuto scordarsene anche quando, presto, avrebbe tenuto tra le braccia i loro figli.
Erano quasi arrivati in fondo al paese quando da Scrivenshaft uscì Granger.
Severus la vide immediatamente ma non accelerò il passo, anche se sapeva che Harry e la ragazza erano ancora in rotta.
Sapeva, perché sia Harry che Draco glielo avevano raccontato, dell'equivoco che c'era stato tra i due e lui si era quasi messo a ridere, al pensiero che il suo figlioccio volesse proteggerlo da qualcuno che credeva come Black.
Avrebbe riso perché non c'era nessuno, di più lontano da Black, di Harry.
Nonostante quello, il suo Alpha gli aveva spiegato che Granger aveva creduto nella spiegazione di Draco, e che dopo, quando il Serpeverde aveva cercato di far cambiare idea alla ragazza, spiegandole il suo errore, la Nata Babbana non aveva voluto sentire ragioni, convinta che Harry fosse un mostro solo perché aveva Rivendicato Severus.
Lui avrebbe volentieri affrontato la Grifondoro e appianato la discussione dicendole di farsi i fatti suoi, ma Harry lo aveva dissuaso: Granger credeva che, qualunque cosa dicesse Severus, fosse dettata dalla paura di una punizione da parte del suo Alpha, nel caso lo avesse deluso.
Era ironico pensare che Severus si era davvero trovato costretto ad agire proprio in quel modo, con tutti gli altri Alpha della sua vita, e che, adesso che aveva la libertà di dire quello che pensava, non era creduto per lo stesso motivo.
Anche così non aveva intenzione né di vergognarsi di essere abbracciato a Harry, né di cambiare i suoi piani, per l'imminente futuro solo per la Grifondoro.
Come se fosse ineluttabile, Severus vide la ragazza squadrare le spalle e incassare la testa, prima di puntare dritta su di loro.
"Merlino, non adesso, per favore!" Sentì Harry mormorare al suo fianco.
Severus, nonostante tutta l'ansia che aveva provato all'idea di quell'appuntamento, adesso era felice come non mai e decise che non si sarebbe lasciato rovinare la giornata proprio da nessuno:
"Buono tu. Qui ci penso io, va bene?" Disse, convinto, al suo Alpha.
"E' inutile Sev, non ascolta. Ha le sue idee e non vuole cambiarle." Rispose Harry abbattuto, e Severus seppe dal Legame che il suo umore si era già guastato.
Nel frattempo Severus aveva visto uscire dallo stesso negozio anche Weasley che, vedendo lui e Harry abbracciati, ci aveva messo poco a intuire cosa sarebbe successo.
Il ragazzo era scattato in avanti, afferrando la fidanzata per un braccio e dicendo, non troppo piano:
"Hermione, ti prego! Non qui!"
Il tentativo era stato encomiabile, a parere di Severus, soprattutto perché Harry gli aveva spiegato che Weasley stava facendo numeri da acrobata circense, per barcamenarsi tra l'amico e la sua ragazza.
Granger si scrollò di dosso la mano di Weasley e avanzò a passo di carica.
Severus si bloccò, e fece fermare Harry, solo quando ormai la ragazza era praticamente in faccia a loro.
La squadrò dall'alto in basso, con occhi duri, e poi scandì piano:
"Granger, mi dicono che ti stia a cuore il mio benessere." Disse con voce velenosa, la stessa che aveva sempre usato quando si rivolgeva alla saccente Grifondoro.
Lei aprì la bocca per rispondere ma lui non la lasciò parlare:
"Bene, se fai una scenata qui, in mezzo a Hogsmeade, è molto probabile che Potter decida di umiliarmi ben oltre una semplice passeggiata al suo braccio. E' questo che vuoi? Vuoi vedere quella cagna del tuo professore in ginocchio, in mezzo al paese, costretto a supplicare per farsi fottere da tutti gli studenti che passano?"
La ragazza aprì la bocca, indecisa tra l'essere scandalizzata o indignata, e Severus sentì Harry protestare tramite il Legame, prima che lo stupido Alpha capisse quello che lui stava facendo.
"Bene, immagino di no, quindi, se ci volete scusare..." Disse riprendendo ad avanzare e trascinando Harry con sé, ancora allacciato alla sua vita, lasciando la saputella, per una volta, a corto di parole.
Hogwarts, 24 Ottobre 1998
Harry Potter
Harry era senza parole.
Non riusciva nemmeno a credere a quello che Severus aveva appena detto: lui non avrebbe mai fatto una cosa del genere, e Severus lo sapeva, giusto?
Controllò il Legame e sentì... divertimento?
Osò uno sguardo laterale e vide solo che Severus aveva la faccia rigida e seria, e Harry cercò di copiare la sua postura.
Quando si mossero, scansando Hermione che era rimasta impalata in mezzo alla strada, Harry ci mise un po' a ritrovare la parola e alla fine disse:
"Sei... non so nemmeno cosa dire."
Severus si appoggiò un po' a lui, camminando, e gli sussurrò piano:
"La definizione corretta è Serpeverde. Sono un astuto Serpeverde, e so come girare le cose a mio favore. Io sono quello intelligente, lo ricordi, sì?"
Harry gemette perché in quel momento non era certo, che l'intelligenza di Severus e il modo in cui la usava, gli piacessero poi molto.
"Lei ci crederà, lo sai, giusto? Mi metterà in croce per quello che le hai detto, perché ha creduto a ogni parola, glielo si leggeva in faccia."
Severus sospirò, al suo fianco, e poi disse:
"Harry, sto tentando di tenermi fuori da questo tuo litigio con Granger, ci sto provando davvero, ma tu non hai pensato che la tua amica, visto che non crede né a te né al suo fidanzato, potrebbe invece credere ad altri? Hai provato a chiedere a Molly di scriverle?"
Harry guardò Severus profondamente ammirato.
No, lui non aveva pensato di chiedere aiuto proprio a nessuno, perché non era così che funzionavano le cose, per lui. Era abituato a fare da solo e, invece, adesso aveva qualcuno che era sempre con lui, che sapeva cosa provava e che lo voleva aiutare.
Aveva sempre avuto Hermione e Ron, quello era vero... ma con Severus... era diverso... era migliore.
"Io... credo sia una buona idea. Sì, credo che scriverò a Molly."
Poi però, dopo un attimo di riflessione, Harry chiese serio:
"Senti, so che... uhm... Voldemort... era pazzo ma... non era vero, no? Altri Alpha non farebbero le cose che hai detto, giusto?"
Harry lo voleva sapere perché aveva una brutta sensazione che gli grattava sul fondo dello stomaco. Sapeva cos'era perché c'era abituato. Era disgusto per se stesso: se era vero che un Alpha avrebbe fatto qualcosa di simile, allora lui provava un senso di nausea, al pensiero di appartenere alla stessa specie di chi...
"Harry, smettila. Non mi piace quando ti addossi colpe che non hai. Tu non lo faresti. Perché devi sentirti così in colpa?" Chiese Severus, con una voce tra lo scocciato e il premuroso.
"Perché sono come loro. O potrei esserlo." Rispose Harry secco, pieno di rammarico.
"Sei come loro? Intendi che sei un Alpha? O che sei un mago? O che hai i capelli scuri? O che sai volare bene su una scopa? Che cosa vuol dire che sei come loro?" Lo derise Severus, con una nota compiaciuta e divertita a discapito del senso di colpa di Harry che, per un attimo, fu tentato di sorridere appena all'ovvia presa in giro. Il suo Omega continuò:
"Le tue azioni dovrebbero contare qualcosa, no? Hai fatto per il Mondo Magico più di quello che abbia fatto chiunque altro e..."
Harry rispose di getto:
"Non più di te. Tu hai fatto di più." Era vero. Nessuno aveva sofferto più del suo Omega, nella guerra contro Voldemort, di quello Harry era certo.
Severus gli si strinse addosso, appoggiando la testa sulla sua spalla, adesso che erano ormai fuori dal paese e lontano da occhi indiscreti.
"Sei gentile a dirlo ma non sono certo che sia vero. Comunque, quello che voglio dire, è che le tue azioni contano più di quello che sei, e se poi sei anche un Alpha, beh, per me c'è un'enorme differenza, tra un Alpha e il mio Alpha."
Harry sentì il cuore più leggero, come sempre gli succedeva quando era con Severus, e con un ghigno disse:
"Cosa ne pensi se, quando arriviamo a casa, saltiamo tutta quella parte dove litighiamo e invece andiamo direttamente a controllare il letto nuovo?"
Il suo Omega sollevò gli occhi al cielo:
"Ecco... perfetto... non faccio in tempo a dirti che sei diverso dagli altri, che tu ti ritrasformi immediatamente in uno dei soliti Alpha pervertiti!"
Harry ridacchiò:
"Corri!"
Severus lo guardò senza capire:
"Ti ho detto di cominciare a correre! Scappa verso casa perché, se ti prendo prima, ovunque siamo, io ti avrò lì!"
Il suo Omega lo guardò male, con occhi incerti:
"Stai scherzando?"
Harry ghignò:
"Oh no! Proprio per niente! Corri!"
Hogwarts, 24 Ottobre 1998
Severus Piton
Severus era allibito.
Harry voleva davvero che lui corresse? Per un momento rimase del tutto spiazzato, sicuro che sarebbe stato semplicemente ridicolo che lui si mettesse a correre come... come uno stupido ragazzino che...
Merlino! Con le tuniche che indossava in quel momento, sarebbe sembrato di sicuro il pipistrello che tutti i suoi studenti avevano sempre detto che era! Non era dignitoso!
Vide il ghigno del suo Alpha e seppe, con assoluta certezza, che Harry lo voleva. Lo desiderava al punto che lo avrebbe preso proprio lì, sul sentiero, se non si fosse messo a correre immediatamente.
Poi arrivò l'ordine e lui non ebbe più tempo per pensare.
Si girò e corse.
Non si rese conto nemmeno di quando cominciò a ridere, senza fiato, senza mai girarsi perché sapeva perfettamente che Harry era alle sue spalle e lo stava inseguendo.
Il suo Alpha lo afferrò per le tuniche quando erano quasi alla porta della casa, forse mezzo metro.
Severus si ritrovò avvolto tra le braccia di Harry, che lo stringeva come un dannato, come se potesse, o volesse, fuggire davvero da lui.
"Preso!" Gli ansimò in un orecchio. "Adesso sei mio e, mi spiace dirtelo, non sei arrivato in casa!"
Severus protestò vivacemente:
"Non fare lo stupido! Siamo arrivati! Andiamo dentro!"
Harry si scostò il necessario per guardarlo, tenendogli sempre le braccia bloccate lungo i fianchi:
"Oh no! Qui siamo e qui restiamo!"
Severus cominciò a sentirsi a disagio:
"Harry... non... non qui. Avanti, entriamo."
Il suo Alpha si avventò sul suo collo e prese a mordicchiarlo mentre diceva, ancora trafelato:
"Non ci vede nessuno. Anche qui è casa nostra ed io ti voglio."
Severus sentiva solo la voglia del suo Alpha, sia dal Legame che dal grosso ingombro che gli era premuto contro, e cominciò a pensare che in quel momento fosse rimasto poco, della mente razionale di Harry, con cui ragionare.
Il mio Alpha mi vuole. Adesso. Qui.
Severus gemette lascivo, perché la sua parte Omega era del tutto d'accordo con il suo Alpha, e così lui la lasciò fare.
Si ritrovò spinto faccia al muro, mentre il suo Alpha gli sollevava la tunica e gli strattonava i pantaloni per abbassarli.
Mi vuole avere qui, in piedi, sul muro della nostra casa!
Sentiva solo il ringhio cupo e possessivo del suo Alpha che gli riempiva le orecchie, mentre le dita di Harry gli s'infilavano nell'ano. S'incurvò per andare incontro all'intrusione, per far sapere al suo Alpha che voleva di più. Voleva tutto, e mugolava la sua voglia senza pudore.
"Sei improvvisamente diventato piuttosto impaziente. Non ti vergogni più di volerlo qui fuori, dove qualcuno potrebbe vederti?" chiese il suo Alpha con voce ilare, e Severus spinse più forte verso la sua mano, quasi pregando:
"Lo voglio. Non m'interessa se ci vedono, spingimelo dentro."
Severus sentì le dita uscire dal suo ano e Harry armeggiare per il tempo necessario a tirarselo fuori, prima di spingerglielo contro e poi dentro.
Si ritrovò incollato al muro, mentre il suo Alpha glielo sbatteva dentro con forza, ringhiando:
"Tu sei così perfetto... la mia perfetta cagna vogliosa."
"Sì Alpha." Ansimò Severus tra i denti, sentendosi così eccitato che sarebbe potuto venire in quello stesso momento, lì sotto il cielo azzurro in quel pomeriggio terso di ottobre, incurante di chi avrebbe potuto vederlo. Anzi, che vedessero. Che sapessero tutti quanto gli piaceva farsi fottere dal suo stupido Alpha che era sempre duro per lui.
Ansimava e gemeva, spinto contro il muro della loro casa, e a ogni nuova spinta si lasciava schiacciare di più contro l'intonaco ruvido, che gli graffiava le mani e la guancia che vi aveva appoggiato contro.
Severus venne per primo, quando sentì Harry ringhiare sulla sua spalla per poi succhiargli la ghiandola di Legame.
Si sporcò i pantaloni, poiché era praticamente ancora vestito, ma non gli importò e anzi, si spinse ancora indietro, per prendere tutta la grossa erezione del suo Alpha, finché non lo sentì venirgli dentro con un gemito sordo.
Harry rimase fermo per un attimo, ansimandogli sulla spalla, e Severus, sorridendo, gli sibilò piano:
"Sei un pervertito."
"Zitto, cagna." Rispose, con lo stesso sorriso nella voce, il suo stupido Alpha.
Hogwarts, 24 Ottobre 1998
Harry Potter
Harry era certo che non esistesse nessuno, al mondo, più perfetto del suo Omega.
Dopo che avevano fatto sesso lì fuori, appoggiati al muro della loro nuova casa, si ripulirono alla meglio e controllarono gli interni: era tutto perfetto, anche se Severus trovò comunque qualcosa da ridire, ma Harry fu certo che facesse il puntiglioso solo per il gusto di farlo.
Ogni zona era arredata con i mobili che avevano scelto nelle settimane precedenti, uscendo da scuola insieme, durante i fine settimana, appositamente per quello.
Le uniche stanze ancora vuote erano le quattro camere del primo piano, tre delle quali sarebbero diventate le stanzette dei bambini, Teddy incluso.
Dopo aver discusso un po' sui colori e gli arredi, concordando alla fine che avevano ancora tempo per quelle scelte, accesero il camino del salotto e si rannicchiarono vicini sul grande divano nuovo.
Harry aveva una domanda in mente da un po' e in quel momento, mollemente steso sul divano con il suo Omega come coperta, mentre gli passava le dita tra i capelli e si crogiolava nel tepore del camino, chiese a bassa voce, un po' timoroso della risposta:
"Che cosa vuoi che facciamo della camera in più? Vuoi uno studio privato o preferisci una biblioteca o..."
Il suo Omega era di schiena e ruotò su se stesso per guardare in faccia Harry, che gli sorrise.
"Credo servirà una camera per i giocattoli dei bambini, un posto dove metterli per tenerli fuori dai piedi, ogni tanto."
Harry ripensò alla seconda camera di Dudley, piena di spazzatura e giocattoli rotti, e immaginò che né lui né Severus avrebbero mai permesso che i loro figli combinassero tali disastri... o almeno lo sperava...
"Harry, forse dovremmo ampliare la casa, sai? Una biblioteca mi piacerebbe, e anche uno studio..."
Harry annuì, certo che qualunque cosa il suo Omega volesse, fosse suo preciso dovere dargliela.
"Tutto quello che vuoi. Possiamo anche farlo adesso, mentre non ci viviamo ancora e prima che arrivino i bambini..."
Severus annuì e un sorriso dolce gli sollevò gli angoli della bocca:
"Uhm... aggiungiamo anche... non so... altre tre o quattro stanze?"
Harry lo guardò confuso per un attimo, poi sentì il Legame tirare così forte che quasi sussultò:
"Stai... stai dicendo quello che credo...?"
Severus si sollevò da lui e si stirò come un gatto, sinuoso e sensuale, ma non rispose subito.
"Sai Harry, io ubbidisco ai tuoi ordini... ma tu non sei molto bravo nell'impartirli. Se mi ordini di dirti 'dove si trova la pozione', invece di ordinarmi di dirti 'dove si trova la pozione anticoncezionale', allora tre o quattro stanze potrebbero non bastare."
Harry ci mise un po' a capire, poi spalancò la bocca per la sorpresa.
"Lo hai... lo hai fatto apposta?" Chiese incredulo, quando ritrovò la voce.
Il suo Omega sorrise sornione e disse in un soffio:
"Oh, io non ho ammesso niente, sai? Ti facevo solo notare una cosa..."
Harry si sollevò di scatto e lo prese per i vestiti, trascinandoselo nuovamente addosso e ringhiandogli piano:
"Sei davvero un viscido Serpeverde, Severus!"
Poi gli infilò la lingua in bocca, per non sentire la risposta sarcastica che avrebbe di sicuro ricevuto.
Era stato il miglior primo appuntamento della sua vita.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top