Capitolo Trentacinque
Arasio
Salii in paradiso invece di volare subito al tempio, presi la strada più lunga comminando in mezzo ai vari palazzi gassosi dove a ogni mio passo, i miei fratelli e le mie sorelle borbottavano sottovoce. La notizia dell'assassinio di Maria doveva aver raggiunto ogni angolo del paradiso.
Osservai con la coda dell'occhio il piccolo locale viola di Maria, il posto era chiuso e ben presto sarebbe stato abbandonato al suo destino.
Dopo aver lasciato alle spalle tutte quelle case e i vari palazzi, mi recai al tempio camminando lungo una strada battuta, ai lati della carreggiata le nuvole erano più vaporose e spesse simile alla nebbia durante i freddi inverni a Monacre. Lo stato gassoso non era stato plasmato, rimasto al suo stato più selvaggio rispetto a quello presente nei centri abitati, sfiorandomi con la sua fredda sostanza fino alle guance, lasciandomi sul viso ragnatele di rugiada.
Giunto a destinazione mi trovai davanti all'entrata del tempio dalle pareti riflettenti.
Presenti sull'uscio della struttura trovai due guardie, pronte a reagire come mastini con chiunque si fosse presentato privo di buone intenzioni.
Sopra alle teste dei custodi muniti di lancia, erano collocate due enormi ali dorate fatte della stessa sostanza scintillante di tutto il palazzo. Mi arrivò una fitta allo stomaco, mi ricordai che era proprio grazie al potere di Gioele che nacque codesta struttura.
Il capitano era in grado attraverso le sue mani di creare questa sostanza, dura come un diamante e riflettente come uno specchio.
«Si identifichi» chiese la guardia a sinistra appena notò la mia presenza.
«Sono Arasio, membro dell'esercito e ho l'ordine di presentarmi da Lux» spiegai.
La guardia fece un cenno del capo e mi lasciò passare.
Lì nell'ingresso c'erano altri custodi del palazzo, tra cui Robinia.
Passai di fianco alla fontana e mi misi davanti a loro.
Robinia fece un passo in avanti «Vieni con me, Lux ha appena finito una riunione, adesso ti sta aspettando nella sala grande.»
La mia amica continuò a parlarmi intanto che camminavamo sulle scale proprio dietro di lei.
«Meno male che ti sei presentato, era già pronto a piombare sulla terra per cercarti se avessi sgarrato anche solo di un secondo. In questi giorni è veramente cupo e inviperito con tutti.»
Scoppiai a ridere «Figurati se si scomoda dal paradiso per cercare un comune angelo.»
Robinia mi guardò furtivamente «Già un comune angelo» borbottò.
«Che cosa ti intendi?» dissi fermandomi davanti alla stanza.
«Lo scoprirai presto, adesso vai. Intanto ti aspetto fuori dalla sala.»
Detto ciò la mia amica mi spinse nella sostanza gassosa trovandomi in pochi secondi dall'altra parte.
Lux era lì a capotavola a fissare diverse pergamene con molta concentrazione.
Distolse subito lo sguardo dal suo lavoro, eravamo soli in quella stanza così asettica.
«Sei in anticipo, non l'avrei mai immaginato» affermò con il suo solito fare spocchioso.
«Ho terminato prima del tempo le mie mansioni» risposi.
Il suo viso mutò in una smorfia schifata «Già che mi avevi informato che avresti sotterrato quegli umani. Come sta andando la costruzione di Ada?»
«Non c'è male, anche se nel popolo c'è del malcontento e spirito di rivendicazione» l'informai.
«Non sono affari che ci riguardano se si uccidono tra di loro, sono pur sempre esseri inferiori» affermò corruggiando la fronte.
L'immortale aveva talmente il viso contratto da sembrare che gli avessero messo sotto il naso delle feci fresche di animale.
«Le voglio ricordare che anche due nostri simili si stavano distruggendo tra di loro» precisai tentando di non usare un tono di voce troppo sarcastico.
«Ed è per loro che ti ho convocato» Lux cambiò discorso, sentendosi oltraggiato da ciò che era appena uscito dalla mia bocca.
«Ho sentito il racconto di Gioele e visto che tu sei l'unico testimone. Vorrei sentire la tua versione se combacia. Parti pure da dove vuoi» spiegò intrecciando le sue dita affusolate.
«Dunque eravamo tornati nel nostro accampamento, dopo un fugace incontro con l'altro gruppo presente in spedizione. Tab e gli altri avevano fallito con il dialogo con Mello, il villaggio continuava ad attaccarli al di fuori delle mura ogni qualvolta che si avvicinassero troppo alle loro abitazioni.
Gioele ha insistito con il gruppo di Tab di riprovarci e ci siamo nuovamente divisi.
Nel Mentre Mello ha approfittato della nostra assenza per attaccare Ada e distruggerla, dovevamo capire che tutto questo era una trappola, i primi segnali erano alcune sparizioni di certi abitanti del villaggio.
Tutto ciò era stato orchestrato da Maria impedendoci di parlare tra di noi in maniera tale di cogliere l'occasione per poter radere al suolo Ada.
Al nostro ritorno nel paese, anche se ci ordinò di non intrometterci aiutammo gli umani a mettersi in salvo. In seguito io e Gioele partimmo per l'accampamento dove ci ospitavano gli umani. Prima di raggiungerlo fummo testimoni di ben due omicidi commessi da Maria. La quale appena ci vide si avventò su di noi, il mio superiore era completamente investito dalla rabbia. Ci fu un duello tra i due, terminato con la vittoria del capitano. Maria ha ammesso prima di morire di aver pianificato tutto a causa della separazione definitiva da parte di Gioele. Era completamente impazzita. Questo è tutto quello che successo due giorni fa.»
Lux si era spostato più avanti per sentire la mia versione, per poi appoggiare la schiena appena finì di pronunciare l'ultima parola.
«È uguale a ciò che mi ha raccontato Gioele, ma c'è una falda nel vostro racconto» affermò.
«Quale? Se si intende sul motivo per il quale è scaturita la pazzia di Gioele non ne ho idea.»
Lux alzò il sopracciglio biondo e il suo volto divenne ancora più scuro «Purtroppo so che si è invaghito di una certa umana di nome Diana, continuava a chiamarla a gran voce. Se solo si fosse unito per l'eternità con Maria, tutto questo casino non sarebbe successo. Come ci si può innamorare di una stupida umana? un animale da compagnia così impuro.»
Trattenni il respiro e contai fino a dieci prima di poter far qualsiasi cosa da potermene pentire «Non siamo noi a decidere di chi innamorarsi. Anche se fa strano, a lui andava bene così.»
Sull'immortale comparve un sorriso amaro e rise scuotendo la testa «Non è amore... voleva riprodursi sfornando uno di quei schifosi meticci. Solo un capriccio e l'ha portato alla tua stessa malattia, la quale non potrà mai guarire. Innamorarsi di qualcosa di diverso che non sia un angelo è una cosa patetica. Tu e lui non sapete minimamente cosa voglia dire sacrificarsi per amore.»
«Credo che non sia lei a decidere di chi innamorarsi» ribattei irritato.
Lux mi guardò con i suoi occhi azzurri sentendosi oltraggiato per poi ricomporsi come al solito.
«Voglio ricordarti chi è seduto su questa poltrona è colui che manda avanti la nostra comunità.»
«Ma lei non è la nostra Dea» risposi.
Lo sguardo di Lux divenne più tagliente e il suo sorriso svanì «Non sono qui per ascoltare le tue insolenze. Spiegami in quale modo Gioele uccise Maria, l'angelo ebbe un vuoto durante quel gesto.»
Riflettei tutti i dì seguenti nel modo di evitare che l'immortale, scoprisse l'arma del delitto che avrebbe causato una posizione ancora più sfavorevole al mio superiore.
«Gioele ha materializzato con il suo potere una sostanza cristallina e l'ha trasformata in un oggetto tagliente. L'arma venne usata per lacerare la gola di Maria» continuai con la spiegazione, sperando di mantenere la calma.
Lux continuò a fissarmi con fare severo e indagatore «Mi stai informando che solo con il suo potere è riuscita a ucciderla?»
«Sì.»
L'immortale non sembrava convinto «Lo sai che quello che mi stai dicendo è impossibile? Come abbiamo notato solo i nostri creatori ci possono uccidere, altrimenti non avrei creato delle carceri apposta. L'unico modo per noi semplici angeli per farci fuori a vicenda sono la spada di Lucifero e di Angelica, le quali non sappiamo neanche più che fine abbiano fatto oppure lo specchio che è sotto la nostra custodia nel palazzo. Deduco che Gioele non abbia seguito i miei ordini nel rimettere al suo posto il coltello, tenendoselo per sé.»
«Si sbaglia, è stato il suo potere le assicuro» continuai con la mia versione.
«È ammirevole come tu cerchi di difenderlo, Gioele aveva proprio ragione sul tuo conto. Ne sei al corrente che rischierebbe la morte? Ha utilizzando il pugnale che era in sua custodia e che doveva rimettere al suo posto» affermò l'immortale.
«Non ne ero al corrente che potesse rischiare l'esistenza per ciò che ha fatto, ma lei è uno dei suoi più grandi amici. Come può pensare solamente di ucciderlo con così tanta superficialità?» dissi ripugnante per il suo totale distaccamento.
«Vedi Arasio, come tu hai pronunciato qualche minuto fa. Io non sono Angelica, ma sto cercando di far rispettare le poche regole che erano in vigore prima della sua scomparsa, una di quelle è l'omicidio tra gli immortali. Non conta quanto sia in confidenza con Gioele, lui deve pagare.»
«Non c'è mai stato un omicidio tra simili prima d'ora, come può sapere quale sarebbe stata la decisione della nostra Dea? Sta punendo l'omicidio con un altro omicidio, non tenendo da conto quanti umani abbia ucciso Maria che in parte si è segnata da sola la sua fine» ribattei.
Lux fece un'espressione seccata «Per favore Arasio non paragonare l'assassinio di un umano qualsiasi, qui stiamo parlando di angeli, sangue del nostro sangue. Se proprio bisogna puntualizzare è stato il tuo ex superiore a far scaturire l'immensa rabbia di Maria, si è persino buttata dal paradiso tentando un maldestro suicidio e non oso immaginare in che condizioni fosse quando si risvegliò sulla terra.»
Ero arrabbiato, non so come facesse Gioele a essere suo amico, sembrava di parlare a un muro, non c'era dialogo. Potevo benissimo stare un'intera giornata con lui, ma avrebbe avuto da ridire su tutto continuando a ribattere.
«Per cui non si fida di ciò che le ho detto?» chiesi.
«In parte ti credo tranne sulla questione dell'arma, so di aver ragione e la troverò stanne certo. Quando l'avrò scovata ci sarà la condanna di Gioele e la mostrerò davanti a tutta la nostra comunità» mi guardò con occhi glaciali.
Gli rimandai lo stesso sguardo di sfida «Lo faccia pure anche per tutta l'esistenza se vuole, ma non troverà niente. Dovrà ammettere che io ho ragione.»
«Che angelo bugiardo, non ci impiegherò molto a trovarlo. Hai avuto solo due giorni per nasconderlo, visto che nessuno tranne i nostri è in grado di distruggerlo l'avrai nascosto. Ma dove?»
Scoppiai a ridere «Siamo in due a essere bugiardi, come se non mi avesse tenuto d'occhio da qualcuno che era nel mio gruppo in questi giorni. Peccato che chi ha scelto è un tale incapace da averlo seminato subito.»
L'angelo continuò a fissarmi con sguardo imperturbabile «Non così incompetente da almeno comunicarmi che hai avuto il coraggio di sotterrare i tuoi compagni umani e non la povera Maria. Non hai rispetto per la tua specie.»
«Se non ha altro da dirmi io me ne andrei, ho compiti più importanti ad Ada che stare qui a chiacchierare con lei» gli diedi le spalle e mi incamminai.
Lux si alzò e con la sua mano dalle dita affusolate mi fermò e mi fece voltare con poco garbo, l'immortale era vicinissimo e la sua alta figura slanciata mi sovrastava.
«Ho un ultima cosa da informarti, Gioele me ne aveva parlato da tempo e ti voleva come vice capitano e visto tutto quello che è successo, il nostro esercito ha bisogno di un nuovo superiore in altre parole, sarai tu a guidare la nostra armata da qui in poi.»
Rimasi un attimo interdetto dalle sue parole «Io non accetto, sono troppo giovane rispetto a chi potrebbe fare meglio di me. Inoltre sarebbe un'offesa da parte di Gioele.»
La stretta sulla mia spalla si fece ancora più intensa «Forse non hai capito, non hai scelta è un mio ordine. Anche Gioele era d'accordo con me prima di cacciarlo dal paradiso.»
«Se non ho altra opzione sfortunatamente dovrò accettare l'incarico.»
Non era proprio così che volevo ottenere ciò che avevo sempre sognato, era come se l'avessi rubato al mio ex superiore.
Lux lasciò la presa e si allontanò abbastanza da riprendere la solita distanza di sicurezza che utilizzava nei miei confronti,
come se avesse davanti un appestato.
«Adesso te ne puoi anche andare. Ci terremo informati via pergamena.»
«Prima di assentarmi vorrei sapere dove è stato confinato Gioele? Desidero parlargli» domandai.
«Ti credevo più intelligente, è ovvio che sia nel carcere che avete costruito sulla terra insieme agli altri traditori. Cosa vuoi discutere con lui prima che venga giustiziato a breve? Perché è quello che succederà quando troverò l'arma e verrai punito anche tu per tue falsità caro capitano. Magari darò proprio a te il compito di tagliargli la testa.»
«Non credo che accadrà mai, adesso le lascio alle sue pergamene e ai suoi deliri di onnipotenza» dissi voltandomi per la seconda volta.
Questo era solo l'inizio di quello che dovevo patire, portandomi sulla soglia disperazione nei miei confronti, la sua visione del mondo era così rigida da dover lasciare più volte questa stanza furente in mezzo ai nostri dibattiti. Ero sicuro che provava una grande goduria farmi salire in paradiso solo per farmi imbestialire.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top