Titoli Di Coda

[...]

Il giorno dopo, Markus vista la situazione catastrofica, mandò Sonia e Marilyn verso il Texas per scovare Aaron Caldwell, nel tragitto attraverso il deserto trovarono una casetta abbandonata che decisero di esplorare nel caso in cui avesse trovato qualcosa all'interno. Accostarono a bordo strada, scesero dall'auto guardandosi intorno e camminando lentamente tra i fili d'erba dorati.

<<Sai a che penso?>>domandò Sonia ispezionando la casetta.

<<No, perché dovrei?>>rispose.

<<Ti ricordi quando scappavamo dalla mamma? Perché non faceva altro che... Insomma lo sai, correvamo nella nostra casetta sull'albero, ricordi?>>

<<No Sonia... Non ricordo nessuna mamma e nessuna casetta sull'albero.>>rispose prendendo dei vecchi mobili d'intralcio e buttandoli all'esterno.

L'episodio di cui parlava Sonia, era accaduto più o meno dieci anni fa.

La mattina di una calda estate le sorelle appena alzate dal letto andarono verso la cucina, si posizionarono come due statuine in posa davanti alla madre e con un sorriso chiesero in coro.

<<mamma possiamo andare fuori?>> La donna impegnata a cucinare la colazione fece finta di non sentirle, Sonia si avvicinò a lei e toccandole la gamba la continuò a guardare in viso.

<<Possiamo andare?->>

<<Levati di torno Sonia! Che dannazione vuoi dalla mia vita? Razza di ratto schifoso!>>gridò spingendola per terra.

Marylin guardò la sorella cadere e mettersi a piangere singhiozzando, poi guardò la donna che teneva in mano un guanto.

<<E tu? cosa stai lì a guardare?!>> domandò furiosa.

<<Lo sapete che non dovete mai parlarmi la mattina, E ADESSO FUORI! ORA! PRIMA CHE IO VI FACCIA NERI!SCORDATEVI QUALSIASI DIVERTIMENTO QUESTO WEEKEND! CHIARO!?>>aggiunse tornando a cucinare.

<<Scusa mamma, non volevo disturbare->> sussurrò Sonia chinando la testa.

<<E invece l'hai appena fatto, quindi adesso fila in camera, non voglio vederti fino a ora di pranzo intesi?>>chiarì la mamma con tono minaccioso.

<<Tu, tu invece che sei qua a guardare come una scema, prendi i piatti dal cassetto>>disse indicando con la mano il cassetto, Marilyn guardò la sorella andarsene sconsolata e con le lacrime in viso verso la sua camera, rimase immobile qualche secondo

<<Togliti ho capito, non ti si può chiedere neanche un favore>>rimproverò la donna spingendo con il fianco la ragazzina.

Sbuffò sbattendo i piatti sul tavolo e prendendo del succo dal frigorifero, Marilyn rimase ancora ferma guardando la madre e aspettando qualche altro compito.

<<Vattene. Tanto qui sei solo d'intralcio, non servi, non parli e non rispondi. Dai su vattene che ho da fare>> Marilyn se ne andò senza dire una parola e si diresse verso Sonia.

Bussò con le nocche sulla porta attirando l'attenzione della sorellina su di sé.

Andò a prendere dal suo letto un peluche e lo offrì a Sonia sorridendo, la ragazza si asciugò le lacrime con i polsi e prese l'orsacchiotto, lo abbracciò come se fosse il suo migliore amico, e chiuse gli occhi cercando di non pensare ai momenti precedenti.

<<Mamma la pagherà per ciò che fa ogni giorno, te lo prometto.>> disse Marilyn abbracciando Sonia.

La ragazza si staccò dalla sorella e guardandola negli occhi, ancora in un momento di crisi e con le lacrime a gli occhi, annuì determinata ed esprimendo approvazione.

Uscirono per prendere una boccata d'aria e andarono alla famosa casa sull'albero, era una piccola casetta di legno circondata dalle foglie di un grande albero, si entrava tramite una scala alta e spesso le sorelle si rifugiavano lì quando la situazione a casa non andava per il verso migliore.

Salite le scale chiusero la botola che dava l'accesso e cercarono di entrare anche la scaletta, evitando che la madre potesse salire.

Sonia si mise in un angolo seduta e abbracciando ancora l'orsetto, la sorella invece guardando da una finestrella che dava sulla casa si immerse nei suoi pensieri fissando la madre che si intravedeva dalla portafinestra dell'abitazione, chiuse gli occhi, si sedette e incrociando le gambe inclinò leggermente la testa, strinse il pugno con tutta la forza che aveva, il braccio le tremava e respirava con fatica.

Smise fermandosi per qualche istante, poi alzando la testa verso la luce che proveniva dalla finestrella, il suo volto sembrava cambiato radicalmente, pareva che fosse andata oltre il sentimento di rabbia, di odio e di rancore.

Si girò verso la sorellina, Sonia guardandola cominciò a provare ansia e paura <<Che succede Marilyn?>> domandò stringendo sempre di più il peluche, la sorella continuò a guardarla con quello sguardo pauroso, poi alzò leggermente il braccio, lo alzò lentamente e con le dita a formare una pistola si tocco le tempie.

<<Le abbiamo dato fin troppo potere...è arrivato il momento di farle capire, che in realtà il potere logora chi ce l'ha>>disse Marilyn con tono determinato.

L'investigatore Caldwell dopo una breve pausa pranzo in un fast food, lasciò il locale impugnando la sua valigia, aprì il bagagliaio della sua auto e la posò delicatamente, andò alla porta anteriore di un altra auto, camminando con passo svelto, dove Angelina era seduta sul posto dei passeggeri, ed era scortata da alcuni seguaci, attendendo il suo arrivo.

Aaron si sedette, si girò verso di lei togliendosi gli occhiali da sole e disse: <<Fidati hai fatto la scelta più giusta, hanno collaborato tutti, dalle gang californiane ai trafficanti Cubani di Miami>>

<<Voglio fare arrestare quel bastardo. Markus Moreno è lui che comanda tutta la baracca>>confessò Angelina.

<Moreno? È davvero lui a comandare la Familitas? Sembra una barzelletta, un ex Marines abbandona la carriera militare per diventare costruire un impero criminale>>disse ridendo.

<<È la verità, adesso ascoltami e scrivi tutti i nomi che ti sto per elencare>>la ragazza elencò tutti i nomi, perfino quello di Herman, L'Investigatore scese dall'auto cercando di non farsi riconoscere e salendo nella sua macchina se ne andò via.

Aaron fece una telefonata a Maxwell e si allontanò dalla zona prima che qualcuno lo riconoscesse.

Nei giorni seguenti dopo la soffiata di Angelina i federali riuscirono ad arrestare Jacob e Herman, lei non era piu interessata a lavorare con Markus, aveva già ottenuto quello che voleva, e in questo modo organizzò con Alicìa un piano per far catturare Markus.

Si incontrarono nella ex base della Familitas e sedute sulle poltrone cominciarono a parlare.

<<Non abbiamo mai avuto una grande amicizia noi due, ma sò che tu vuoi qualcosa che voglio anche io>>disse Angelina.

<<Personalmente la situazione è davvero degenerata e credo che sia colpa di quella ragazza, Sarah mi pare che si chiamava>>ipotizzò Alicia.

<<Sono stata io a mandarla lì, io ho chiesto a Carlo Monteleone di far uccidere la moglie e il bambino di Jacob, sono stata io a portare le gang dalla mia parte e sono stata io a mandare Sarah a uccidere Markus e gli altri a Roma, tramite un mio contatto, che adesso si trova in prigione>>spiegò la ragazza assottigliando gli occhi.

<<Vuol dire che ti darò l'onore anche di uccidere il grande capo>>disse Alìcia sogghignando.

<<Sarò io che comanderò su tutta New York e avrò pure l'appoggio dei federali, sarò inarrestabile e nessuno potrà alzare un dito su di me, anzi su di noi Alicia>> la ragazza si alzò in piedi, e andò di fronte alla vetrata, ormai coperta dalla polvere, guardando la città

<<Allora facciamolo, meu amigo>>Angelina si avvicinò ad Alicia e accarezzandole il viso, la baciò sulle guance e la guardò negli occhi con un espressione gioiosa.

Improvvisamente si sentì bussare alla porta, Angelina prese subito la pistola e la puntò verso l'ingresso.

<<Scusate, c'è qualcuno lì dentro? Siamo con Aaron!>>si sentì dall'altra parte della porta, la ragazza tirò un sospiro di sollievo e buttò l'arma sulla poltrona.

<<Certo, entra pure Hank, la prossima volta cerca di non farmi spaventare>> rispose Angelina dando le spalle alla porta.

Nell'appartamento però non entrò solo il soldato di Angelina, ma entrò anche Markus impugnando una pistola silenziata, Alìcia non fece in tempo a prendere la sua e venne subito sparata al petto, Angelina si voltò immediatamente verso Markus, cercò di prendere la pistola poggiata sul cuscino della poltroncina, con uno scatto felino ci riuscì evitando i proiettili e sparò a uno dei due, il boss però la colpì alle gambe immobilizzandola per terra, Hank fece da scudo umano per Mark e cadde per terra morto.

Angelina cercò di strisciare via, il ragazzo fissandola con uno sguardo di rabbia e odio la inseguì piano piano.

<<Lasciami in pace! Ho detto lasciami in pace! Come hai fatto a scoprire dove eravamo?>>

<<Hank. Povero ragazzo, si è sacrificato per una buona causa, è stato lui a dirmi tutto, non lo biasimo se guardo con chi lavorava>>disse Markus

<<Che ne dici Rik? Che ne facciamo di lei?>>aggiunse mentre Rikardo entrava dalla porta osservando le condizioni dell'appartamento.

<<La darei in pasto ai cannibali, magari potrebbero farne tritato, stanno in un piccolo villaggio tra le montagne, giuro che è un bellissimo posto>>

<<Che razza di clown, invece di perdere tempo, mettete fine alle mie sofferenze, avete già deciso il nostro destino prima di entrare e spararci>>esclamò la ragazza gemendo.

Rikardo prese una tanica di benzina e la lanciò sul pavimento bagnando pure la ragazza e spargendola ovunque.<<Che state facendo?! ASPETTATE! INTENDEVO UN COLPO IN TESTA E VIA, FERMI! POSSO AIUTARVI! POSSIAMO RICOMINCIARE DA ZERO! SI PUÒ TROVARE UN PUNTO D'ACCORDO PER FAVORE!>>urlò impaurita mentre Rikardo prese un accendino dalla tasca.

<<Fai un bel respiro... Chiudi gli occhiali e lasciati avvolgere dalle fiamme>>bisbigliò Rikardo accompagnando l'amico verso l'uscita e facendo cadere l'accendino per terra.

Il fuoco cominciò a seguire la traccia di benzina dalla cucina al salone coprendo anche Angelina e bruciandola viva <<Perché non sento le urla?>>chiese Rikardo dubbioso.

<<Perché è insonorizzata, ma fin'ora dove hai vissuto?>>rispose Markus con un sospiro.


Sonia e Marilyn dopo aver pedinato Aaron, lo videro uscire da casa, si avvicinarono cautamente a lui e colpendolo alla nuca le fecero svenire.

<<Potevi andarci anche piano, hai rischiato di ucciderlo Sonia>>sbraitò Marilyn.

<<Vuoi fare silenzio per piacere? Cosa sai di come rapire la gente?>>disse cercando di nascondere Aaron nel bagagliaio.

<<Per fortuna nulla, mi preoccupa come fai tu a sapere certe cose>>

<<Non preoccuparti, non ho rapito soltanto Annie, ho rapito tante altre persone... Anche del nostro gruppo... Forse una in particolare>>sussurrò Sonia sorridendo e grattandosi la testa.

La sorella la guardò confusa, poi con dello scotch immobilizzò l'investigatore e chiudendo il bagagliaio guardò Sonia con la coda dell'occhio, quasi spaventata e confusa dopo aver sentito le parole della sorella.

Durante il viaggio nel deserto si sentirono dei rumori provenire dal retro

<<Penso che il nostro amico si sia svegliato>>disse Marilyn guardando lo specchietto retrovisore

<<E tu che dicevi che avevo colpito troppo forte, devi darmi ascolto Marilyn, sono una professionista come puoi insinuare di saperne di più di me>>disse con voce ironica

<<Sta zitta e per favore scendi da quel piedistallo, che sembri sempre di più Michelle Gambino>>disse Marilyn ridendo

<<La casa è qui signorina Marilyn Gambino>> accostarono sul bordo della strada, scesero dall'auto prendendo un pacco di sigarette e si sedettero sul bagagliaio accendendo una sigaretta e facendosi baciare dalla sole

<<Che pensi di fare dopo tutto ciò?>> Chiese Sonia

<<Mh? Che vuoi dire?>>Marilyn si voltò verso di lei

<<Ehm... Intendo, dopo aver sistemato Caldwell, cosa vuoi fare?>>

<<Oh...ehm, questa è proprio una bella domanda. È finita Sonia, non abbiamo più niente e penso che meglio di così non poteva andare, una cosa che farò è sicuramente ricominciare da capo>>rispose Marilyn lanciando la sigaretta sull'asfalto

<<E comunque...Markus avrà capito il suo errore, non me la sento neanche di fargli pesare tutti gli sbagli che ha fatto in questi cinque anni, diamine gli ho già fatto pesare abbastanza molte cose accadute al liceo>>disse Mary ridendo

<<Ti ricordi quando insieme a Rikardo gli abbiamo regalato uno skateboard per il compleanno?>> Domandò Sonia

<<Era furibondo perché non sapeva andarci e gli abbiamo insegnato noi come usarlo, alla fine però ha imparato, chissà se è conservato in qualche posto nella sua vecchia casa ad Atlanta>>rispose la sorella ridacchiando

<<Ok, occupiamoci del nostro amichetto>>disse la ragazza aprendo il bagagliaio, Aaron strizzò gli occhi cercando di non farsi accecare dalla luce del sole. Vide le ombre delle due ragazze, che lo presero di peso e lo trascinarono verso la casetta, attraversando una piccola stradina sterrata che portava all'ingresso, Sonia con un calcio aprì la porta d'entrata, prese il signor Caldwell e lo spinse facendolo cadere per terra legato e imbavagliato. La ragazza successivamente lo slegò e lo lasciò in ginocchio davanti a lei e alla sorella che le puntava una pistola alla testa. Marilyn si chinò davanti a lui

<<Se ci pensi Aaron ,vita e morte non sono due estremi così lontani l'uno dall'altro. Sono come due gambe che camminano insieme, ed entrambe ti appartengono. In questo stesso istante stai per morire, fino ad ora in ogni istante qualcosa in te moriva, e alla fine oggi morirei davvero.>>Dopo quel discorso solo il vento fece rumore in quel silenzio che riempiva l'atmosfera

<<La vita è una grande sorpresa. Non vedo perché la morte non potrebbe esserne una più grande>>sussurrò Aaron chiudendo gli occhi e lasciando che le lacrime scendano giù per il viso, Marilyn si alzò in piedi uscì dalla casetta lasciando che la sorella sparì ad Aaron Caldwell mettendo fine alla sua vita.

Il suo migliore amico Maxwell, accompagnato da una task force andò nel rifugio di Markus, scese con i poliziotti armato di fucili e giubbotti antiproiettili, e facendo circondare la casa bloccò ogni via di uscita

<<Esci fuori Moreno! Ti abbiamo in pugno! Esci fuori con le mani in alto!>>urlò Max. Non ottenendo nessuna risposta fece sfondare la porta con un ariete, la porta cadde per terra, i poliziotti entrarono ispezionando la casa e arrestarono tutti quelli che erano dentro l'abitazione, tra cui Charles Miller.

<<Fermo, aspetta, voglio vedere questo stronzo in faccia>>disse fermando uno degli agenti

<<Alza lo sguardo, razza di viscido bastardo, ti ho preso Markus Moreno, sei in arresto>>aggiunse stringendo i denti, il ragazzo alzò lo sguardo, Max impallidì e si sentì mancare il respiro per un attimo. I ragazzi che avevano arrestato non erano i membri della Familitas e il ragazzo che aveva fermato non era Markus ma era Carlitos, il ragazzo sospettato di gestire traffici alle spalle di Alicia e della Familitas.

Improvvisamente arrivò una telefonata a Max, il numero era sconosciuto ma rispose immediatamente, mentre le mano cominciava a tremare, la rabbia dentro di se e l'amaro in bocca per la disfatta, si facevano sentire sempre di più.

<<Ciao Maxwell, volevo soltanto dirti buona fortuna con le indagini, sicuramente sarai impegnato in questo momento, a quanto so mi hai arrestato congratulazioni te lo sei meritato, a presto!>>disse Markus prendendo in giro Max, l'agente federale chiuse la chiamata e lanciò un urlo di rabbia colpendo il SUV con cui erano arrivati davanti il rifugio.

⚠️ Nello Spin-Off "La Ragazza Del Ciliegio" scopriremo di più sulla fine di alcuni dei personaggi di questa storia.⚠️

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