Piano B
[3.6]
<<Mettila ri latu sta cùosa>>disse Antonio con una voce nervosa
<<Sonia abbassa la pistola, meglio evitare di cominciare in questo modo>>sussurrò Markus.
La ragazza riprese la pistola, tolse il caricatore e la mise un altra volta sul tavolo mettendo il caricatore con i colpi dentro la borsetta.
Antonio con un sospiro alzò lo sguardo e guardando il fratello si alzò in piedi e dallo scaffale di fronte prese un pacchetto di sigarette e un accendino, sistemò la sedia e con calma accendendosi la sigaretta andò fuori dalla stanza.
Sonia accennò un sorriso e guardò la sorella con soddisfazione.
<<Allora, cosa volete da noi?>>domandò Alessandro mettendo le mani sul tavolo
<<Ci farebbe comodo una collaborazione con voi, il vostro porto è in un punto strategico e far passare roba pregiata anziché l'immondizia che prendete dai peruviani andrebbe solo a vantaggio vostro>>disse Jackson sicuro di sé.
<<E a voi chi l'ha detto che vogliamo trattare con altri fornitori, chi vi ha detto che cerchiamo roba migliore?>> Domandò il boss prendendo un fazzoletto e togliendosi gli occhiali
<<Roba migliore significa più tossici interessati a comprare->>
<<Roba migliore significa profitto diviso in percentuali, profitto diviso in percentuali significa sentirmi chiedere il cinquanta per cento o un offerta che comunque non mi andrebbe bene, anche perché in fondo non mi va bene neanche spartire qualcosa con qualcuno >>disse Alessandro interrompendo Jackson e alzando gli occhiali verso la luce della lampada controllando se ci fosse ancora polvere tra le lenti.
<<Proponetemi affari che possano andarmi bene, se non avete altro da dire uscite pure da dove siete entrati>>aggiunse rimettendosi gli occhiali.
<<State buttando un occasione al vento, anche se prenderai una bassa percentuale otterrai più di quanto hai guadagnato finora>>intervenne Marilyn
<<Il fatto che state andando avanti cercando di portarmi ad accettare le vostra offerta, mi fa capire che la vostra condizione è peggio di quella che pensavo, non solo avete perso tutto adesso andate a bussare a casa delle persone chiedendogli un aiuto, siete davvero caduti in basso ragazzi miei>>Alessandro si alzò in piedi sbattendo le mani sul tavolo e scoppiando a ridere andò verso la porta d'uscita, la aprì facendo cenno con la testa di uscire
<<Fuori da questa stanza>>continuò
smettendo di ridere, i ragazzi si alzarono e camminarono verso l'uscita senza aprire bocca, con la coda tra le gambe e delusi per l'esito dell'incontro.
Tornarono all'appartamento arrabbiati e scontenti, Sonia si buttò sul divano come un peso morto e distese le gambe sul Puff, Markus fino a quel momento non aveva detto neanche una parola, si sedette insieme alla ragazza sul divano e accavallando le gambe accese la televisione, Marilyn si chiuse in camera infuriata, Jackson andò in terrazza accendendo un sigaro e sedendosi su una sedia coperta dall'ombra di un ombrellone bianco e rosso.
Osservava i tetti delle case del circondario, poi vide un libricino sul tavolo che come copertina aveva la mappa della Sicilia, lo prese incuriosito e accavallando le gambe cominciò a sfogliarlo.
C'erano le descrizioni dei luoghi storici in ogni lato dell'isola, Valle dei Templi, Cattedrale di Cefalù, Stabilimenti dei Florio eccetera...
Sfogliando un altra pagina vide la città di Catania e se ne invaghì subito guardando varie immagini, si alzò dalla sedia e spense il sigaro sul posacenere.
<<Ragazzi guardate qui, Catania, una città a Est della Sicilia, è fin troppo bella>>disse Jackson sedendosi in mezzo a Sonia e Markus.
<<Non è il momento Jack, pensi che iniziare una vita da turisti in giro per la Sicilia migliori la situazione?>>bisbigliò Sonia abbassando il volume della TV
<<E invece hai avuto una bella idea Jackson>>intervenne Markus guardando il libricino
<<A quanto so in passato c'è stata una forte rivalità tra la gente di Catania e quella di Palermo, se dovessimo metterli l'uno contro l'altro potremmo prenderci una rivincita>> aggiunse alzandosi dal divano
<<Avviso mia sorella allora, domani partiamo per questa città>>annunciò Sonia strappando il libricino dalle mani di Jackson
<<Sta volta parlo io...E nessuno! Mostrerà armi o avrà comportamento inadeguati!>>esclamò Markus guardando Sonia con le sopracciglia alzate.
Jackson spense la TV e alzandosi in piedi andò verso la camera di Marilyn, bussò alla porta non ottenendo risposta, bussò un altra volta e un altra ancora e ancora finché Marilyn aprendo la porta con rabbia gli urlò.
<<Perché non capite che voglio essere lasciata in pace?!>>
<<Perché abbiamo trovato il modo per risolvere il problema>>rispose appoggiandosi alla porta.
Il giorno dopo i ragazzi partirono verso Catania a bordo di un pullman, Marilyn durante il tragitto cercò di comunicare con il contatto che avrebbe dato al gruppo l'opportunità di parlare con uno dei clan della città.
Dopo qualche ora di viaggio e dopo essere sopravvissuti all'autostrada in condizioni pietose, arrivarono alla città fermandosi al capolinea, da lì Marilyn li guidò verso dei taxi
<<Dove stiamo andando? Ti sei messa almeno in contatto con questa persona?>>domandò Markus, un auto si avvicinò a loro, l'uomo al volante suonò il clacson attirando l'attenzione su di sé
<<Forza salite, non abbiamo tempo da perdere>> disse fermandosi di botto, i ragazzi si guardarono a vicenda, poi salirono con cautela nella macchina dubbiosi se fosse lui il contatto o no.
Andarono in una zona di campagna, in mezzo all'erba alta e gli alberi sorgeva una casa bellissima, con degli ettari di vigneto che la circondavano e diversi veicoli che giravano intorno alla zona per assicurarsi che fosse sicura.
L'uomo svoltando bruscamente a destra imboccò una strada sterrata accompagnata dai vigneti, due tizi aprirono i cancelli della casa per fare entrare la macchina e dalla villa uscirono un ragazzo e una ragazza.
<<Cavolo che posto, sembra di stare in una dî quelle telenovelas spagnole>>disse Sonia scendendo dall'auto.
<<Dovremmo parlare con quei due lì infondo?>>chiese Jackson avvicinandosi alla ragazza e guardando i due ragazzi con aria dubbiosa.
<<Scopriamolo subito>>intervenne Markus camminando verso di loro.
Entrambi i ragazzi erano vestiti con colori sfarzosi , il ragazzo indossava una giacca a vento blu,rossa e bianca , dei pantaloni neri e delle scarpe bianche, mentre invece la ragazza un altra giacca a vento ma di colore viola, azzurra e verde acqua, entrambi indossavano gli stessi occhiali da sole. Markus trovatosi davanti a loro, li guardò mostrando un sorrisetto, il ragazzo si avvicinò a Mark e offrendo la mano disse
<<Buongiorno signor Moreno, io sono Johnny Calvaruso, lei invece è mia sorella Nicole, siamo lieti di conoscerla abbiamo sentito parlare molto di lei e della vostra storia, per noi è come accogliere una leggenda in casa nostra, forza entrate pure in casa, abbiamo molto di cui parlare>>
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