Little Italy

[1.3]

Lo YellowWine era una piccola enoteca, appartenente a Jackson e ottenuta in eredità dal padre. Il gruppo arrivato al locale vide le saracinesche abbassate <<Da quando tempo è chiuso questo posto?>>chiese Charles.

<<Non preoccuparti so cosa starai pensando, che il locale sia abbandonato, vecchio o sporco, pieno di polvere e ragnatele, ma niente di tutto ciò>>chiarì Ashley.

I ragazzi entrarono dentro l'enoteca, era tutto nuovo e pulito in ogni angolo, non era stato toccato e non c'era neanche un briciolo di polvere sui tavoli, sulle sedie o sotto gli altri arredi.

<<Sarebbe un opportunità riaprire questo posto, potresti farti un bel gruzzoletto>>suggerì Markus.

<<Potrei, ma non so quanto andrebbe avanti, ricavo molto di più dalla distribuzione della roba nel mio quartiere, quello che potrei ottenere dall'enoteca sarebbero briciole>>spiegò Jack mettendo le mani in tasca.

<<Allora? Dovevi spiegarci meglio>>ricordò Charlotte sedendosi a un tavolo.

Jack aprì uno stipetto e prese la stampa di una cartina che mostrava i quartieri di New York e la poggiò sul tavolo.

<<La cartina non servirà ma è per farvi capire quali sono i quartieri, sono in un conflitto non ancora aperto con i Vespucci, una famiglia Italo-Americana di origini Calabresi->>

<<Ho visto il loro capo una volta, ha dato fuoco a una villetta, ha->>

<<Non mi sembra il caso di interrompere quello che stavo dicendo per raccontare quello che hai e non hai visto>>sottolineò Jackson interrompendo il ricordo che stava raccontando Charles.

<<In ogni caso dobbiamo trattare e ho già organizzato un incontro, non verrà la figlia ma un loro soldato>>annunciò il gangster.

<<Charles nel suo intervento da persona matelica parlava di un uomo che apparteneva a questa famiglia, ovvero il boss. Ebbene non c'è più, l'ho ucciso con le mie mani tempo fa in una guerra tra bande che comprendeva anche altre famiglie di New York, una settimana fa dopo un periodo in cui erano senza qualcuno al comando è salita al comando la figlia Angelina Vespucci, non sottovalutatela, è più scaltra del padre>> Jackson si rialzò e sistemò la cartina nello stipetto, poi controllò l'orario.

<<La settimana prossima due di voi dovranno presentarsi davanti al market che si trova a poche miglia da qui>>ordinò spostando lo sguardo dal suo orologio ai ragazzi.

<<Dovremo essere armati?>>chiese Mark.

<<Sarà un incontro pacifico, niente armi quindi proverò a fidarmi di voi>> spiegò alzando le sopracciglia.




All'inizio di una nuova settimana, con un sorteggio per chi doveva andare all'incontro, uscirono Charlotte e Markus, che andarono verso il market.<<Doveva proprio finire in questo modo?>>domandò la ragazza in attesa che il semaforo dia il via.

<<No, non siamo stati noi a deciderlo, è stato il destino a metterci su questa strada>>rispose Mark guardando altrove.

<<Io credo che sia stata quella follia di Rikardo a metterci su questa strada>>ipotizzò Charlotte scuotendo leggermente la testa.

<<In parte hai ragione, ma chi l'avrebbe mai detto che la banca che avrebbe preso d'assalto->>

<<Si ho capito cosa vuoi dirmi, non è colpa del tuo migliore amico e dobbiamo accettare le cose come stanno, è chiaro il concetto>>brontolò interrompendo Mark, il ragazzo si voltò verso di lei senza dire una parola.

<<Forse hai ragione tu, se ci pensi da quando abbiamo iniziato a progettare la rapina con Charles è cominciato tutto e anche quello non fu colpa nostra, dovevi ripagare un debito è comprensibile. Il debito che avevi fatto con quella tizia, l'hai fatto perché volevi  salvare Otis e Ron da quel mostro, che probabilmente vi avrebbe ucciso nel giro di qualche settimana, io ti capisco Markus, so in che situazione ti trovi e perché stai facendo determinate scelte, ti appoggerò sempre, in ogni strada che percorrerai, io ci sarò sempre per te>>

Affermò stringendo la mano di Markus tra le sue, poi si girò verso di lui e vide che la stava guardando da un bel pezzo incantato dalle sue parole, lei non trattenne il sorriso guardandolo in viso, entrambi chiusero gli occhi per poi arrivare a baciarsi.

Le macchine dietro di loro cominciarono a suonare il clacson rovinando il momento, ma facendogli capire che stavano bloccando la strada.

Arrivati al market sentirono delle voci<<C'è il succo di Ananas?>>chiese la cassiera.

<<Mamma ti ho portato il succo d'arancia, ti va bene, no?>>rispose un ragazzo con il sacchetto della spesa.

<<Questa è la milionesima volta che ti dico di portarlo!>>protestò arrabbiata la signora anziana alla cassa.

<<Mamma quanto ti lamenti? Cosa cambia?! Sono entrambi ricchi di zuccheri, conservanti e coloranti cosa ti fa pensare che ti facciano bene queste cose?!>>rispose il tizio facendo cadere i sacchetti per terra.

<<Guarda un pò chi c'è Mike, il tuo amico Mark che a differenza tua avrà il succo d'ananas>>

<<Markus! Che ci fai qua? Ti sei ritirato dalla cartiera militare?>>chiese Michael  stringendogli la mano.

<<Ho un incontro con una persona>> rispose guardando gli alimenti in vendita.

<<Parli di me?>>

<<Si, Michael, adesso... Io lavoro per il signor Miles, e so chi è che il tuo capo quindi comprendo se non vuoi darmi una mano.. >>

<<Fai parte dei Centurion, non so se fidarmi di te, sai come funziona, se ci vedono insieme potremmo non fare tanta strada>>ricordò Mike sottovoce.

<<Ci servirebbe un tipo apposto come te, ci saresti utile, a quanto mi ha detto Jackson i termini sono quelli che sono stati enunciati la volta precedente>>

<<Fatemi parlare con il vostro capo, sono disposto ad aiutarvi solo se la proposta sarà allettante, e se potrà assicurarmi protezione da parte degli italiani>>affermò il ragazzo uscendo dal locale lentamente.

I due si strinsero la mano, accennando un sorriso.
La cassiera lanciò una scatola di caramelle verso Charlotte e Mark
<<Ma che cazzo ti prende mummia ambulante!>>urlò Charlotte

<<Dove diamine è il mio fottuto succo!>>Mike li accompagnò fuori mormorando
<<E per fortuna non è capitato con i surgelati come qualche settimana fa>>

 
La situazione di Rikardo intanto non fece altro che migliorare, si svegliò sul letto dell'ospedale ancora con senso di vomito e giramenti di testa, aprì gli occhi facendosi accecare dalla luce del sole che penetrava dalla finestra e vide Sonia e Marilyn accanto a lui guardarlo preoccupate <<Stai bene Rik?>>chiese Sonia.

<<Dove mi trovo, che succede?>>

<<Va tutto bene, ti abbiamo tirato fuori da quell'inferno, abbiamo chiamato Charles e abbiamo trattato con Jackson, immagino tu abbia avuto l'occasione di conoscerlo>> Spiegò Marilyn gesticolando. 

Rikardo rispose con un dito medio<<Adesso lavoriamo con Jackson>> Avvisò la ragazza.

<<Scherzi? Lavoriamo con l'uomo che mi stava trasformando in un carne tritata?>> Brontolò il ragazzo innervosendosi.

<<Rilassati è meglio così, era l'unica soluzione, se no chissà quante persone ci avrebbero cercato per vendicare la sua morte>>disse Sonia accarezzandogli il viso.

<<Stringerò i denti, non sarà facile ma cercherò di abituarmi all'idea>>  confessò Rikardo sbuffando per la situazione. 




Lo stesso giorno in cui avvenne tutto ciò, ci fu l'attesissimo incontro tra i Centurion e i Vespucci.

La gang di Jackson era in principio alleata con la famiglia italiana, dopo il tutti contro tutti che ci fu in città  gli Italo-americani decisero di rompere i rapporti con i ragazzi dei ghetti e la situazione rimase in stallo fino al momento del confronto.

Al YellowWine arrivò un ospite inaspettato, Angelina Vespucci entrò con calma guardandosi intorno, e osservando ogni dettaglio dell'enoteca.

Dal bagno uscì Charles, con uno sturalavandini in mano e dei guanti gialli, guardando la ragazza capì subito che era lei.

<<Angelina?>> domandò facendo cadere lo sturalavandini per terra terrorizzato.

<<Molto piacere, tu saresti?>>rispose la ragazza.

<<I-io sono Charles Mi-Miller>> balbettò tremando dall'ansia e cercando di trattenere in qualsiasi modo la paura che lo stava divorando dentro.

La ragazza cominciò a ridere, poi camminò  avanti spingendolo via. <<Jackson Miles! Esci fuori!>>Esclamò.

A quel punto l'uomo uscì allo scoperto portando con se una valigetta, la poggiò sul tavolo  davanti a lei delicatamente, e aprendola mostrò al boss rivale delle mazzette.

<<Pensavo venisse un suo uomo, ma non mi cambia tanto, in ogni caso queste sono per lei, spero questo dono sia di suo gradimento>>disse Jackson sfiorando con le dita il denaro.

<<Non basterebbero neanche  miliardi di dollari per ripagare la morte di mio padre>>sussurrò accigliandosi.

<<Li prenderò in ogni caso, ma sappi che da questo momento in poi, tu, sarai sotto il mio comando, i tuoi territori saranno i miei, ti assegnerò una piazza e tu dovrai gestirla, cosi  finalmente ti sporcherai le mani una volta tanto, questo è l'unico modo per risolvere la situazione>>disse chiudendo la valigetta e guardando Jackson negli occhi.

<<Certo, Donna Angelina>>rispose Jack.

 La ragazza andò verso l'uscita incontrando Charles<<Togliti dai piedi, sfigato!>>disse  sghignazzando e spingendo il ragazzo facendolo cadere per terra.

Jackson non sapeva che fare, l'incontro che avrebbe dovuto portare a dei risultati equivalenti, in realtà portarono solo fallimenti, toccava escogitare qualcosa per togliere di mezzo la famiglia che lo aveva messo sott'occhio.

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