Il capo
[1.5]
Prima che arrivasse la sera, e dunque prima che scoppiasse la guerra, venne un ragazzino a bussare alla porta dell'enoteca.
Era bassino, biondo, occhi scuri, probabilmente con un età compresa tra i dodici e i quindici anni, Markus aprì la porta per sapere chi bussava al locale, essendo che da fuori sembrava tutto chiuso.
<<Hey, ragazzino di cosa hai bisogno ?>>domandò Mark inginocchiandosi verso di lui.
<<Mi chiamo Herman, mio padre non può venire a parlarti, però mi ha detto di informarti su alcuni fatti accaduti >> disse l'adolescente, si chinò verso di lui e parlandogli all'orecchio gli spiegò.
<<Sono arrivati delle persone vestite di nero, sono venuti a minacciare mio padre, se non avesse pagato il pizzo ai Vespucci lo avrebbero ucciso, oggi verranno due italiani a riscuotere il pagamento, e secondo lui sarebbe l'occasione perfetta per toglierli dai piedi>>
<<Dì a tuo padre di stare tranquillo, non accadrà più una cosa del genere>> disse baciando la fronte del ragazzino, e poi mandandolo via.
Uscì dal locale, lo chiuse a chiave e abbassò la saracinesca, prese il cellulare dal taschino e telefonò a Sonia
<<Dobbiamo risolvere una questione, vieni al YellowWine, ti aspetto>> dopo qualche minuto la ragazza arrivò con un auto di lusso, Mark salì a bordo e guidò la ragazza per la meta.
<<Che succede?>> Chiese la ragazza abbassando il volume della musica.
<<Dobbiamo rapire un uomo fidato dei Vespucci, avevo pensato di interrogarlo e proporgli di unirsi a noi, così avranno sempre meno uomini>>ipotizzò il capo.
<<Non credi che potrebbe voltarti le spalle da un giorno all'altro? Per quanto ne sappiamo ha un ruolo importante lì in mezzo >>
<<Difficilmente accadrà una cosa del genere, davanti al denaro o alle minacce ormai non c'è più nessuno che tiene all'onore, non abbiamo a che fare con dei vecchi gangster, so già in che modo posso metterlo sotto pressione>> disse strofinandosi le mani.
Appena arrivarono Sonia tolse la musica spegnendo l'auto <<Finalmente è finito il reggaeton, non riuscivo più a sopportarlo, non ti piace proprio la musica classica?>>lamentò Markus scendendo dall'auto.
Il padre del ragazzino non c'era, tra le strade non c'era neanche un anima viva, era ormai abitudine, dove passavano loro le strade erano vuote, ciò spiegava chiaramente la situazione e quanto influiva a livello sociale la famiglia Italiana.
Arrivati sul posto Jacob e i suoi ragazzi cominciarono a distruggere tutto a colpi di mazza, quando iniziò la caccia al ragazzo e al padre Sonia e Markus decisero di intervenire e cominciò la sparatoria.
Jacob colto di sorpresa si mise al riparo e rispose al fuoco sparando.
I caricatori per la pistola erano finiti, tutti gli uomini erano stati uccisi, così guardandosi intorno vide un uscita d'emergenza, Markus lo inseguì, vedendo che era lontano prese la pistola e con un colpo lo colpì alla schiena immobilizzandolo.
Aveva la vita del nemico tra le mani, decise però di risparmiarlo e portarlo fuori città.
I due ragazzi lo rinchiusero nel bagagliaio e scapparono dal quartiere, prima che intervenisse polizia.
Arrivati a una minuscola casetta di legno, Sonia scese dall'auto, aprì il bagagliaio e buttò per terra Jacob, Markus con le chiavi in mano andò ad aprire l'abitazione, aprì la porta d'entrata e fece entrare i due chiudendo poi la porta alle loro spalle.
La ragazza fece inginocchiare lo scagnozzo, prese la pistola e lo colpì con il caricatore dritto sul naso, Markus poggiò le chiavi sopra a uno scaffale per poi andare da Jacob.
<<Cosa volete? torturarmi come fanno vedere in tutti i film per ottenere ciò che volete? Svegliatevi, questa è la realtà e nulla di tutto ciò accadrà >>dichiarò con un tono nervoso.
<<Vedi questa?>> Disse Markus mostrando una fotografia che raffigurava la famiglia di Jacob.
<<Loro verranno torturati, non tu>> aggiunse dando la foto a Sonia.
<<Hey Aspettate! Non potete, si può trovare sicuramente un altro modo, senza ricorrere a questi metodi>>esclamò Jacob mettendo le mani avanti.
<<Anche quando sei andato a distruggere quel posto a colpi di mazza potevi pensare a un altro modo, invece hai preferito fare come meglio credevi, e io farò lo stesso>> Disse Sonia prendendo il cellulare, telefonò a Rikardo e Marilyn e mettendo in vivavoce fece sentire cosa stava accadendo.
<<Rikardo aggiornaci, come sta la donnina ?>>chiese Sonia accennando un sorrisetto.
<<È piegata in avanti->>
<<BRUTTO STRONZO!>>urlò Jacob alzandosi rapidamente, Markus uscì la pistola e gli fece cenno di sedersi, il ragazzo non poté che ubbidire all'ordine.
<<Il piccolo sta bene, avrà su per giù cinque mesi, Marilyn lo sta facendo giocare con la pistola, la moglie non sta molto bene, ha un po' di lividi, probabilmente perché mentre la trasportavo avrà sbattuto troppo la fronte, o forse Marilyn è andata giù pesante quando l'ha prelevata>> spiegò Rikardo con un voce felice.
<<Ti dirò cosa voglio, tieni a mente che i nostri amici scaveranno una fossa per tua moglie e il tuo piccolo se non mi risponderai, se proverai ad attaccarmi, se mi prenderai in giro o cercherai di manipolarmi>>sussurrò Mark chinandosi verso Jacob.
<<Come prima cosa i tuoi uomini lavoreranno per me e anche tu, sarai il mio sottoposto. Seconda cosa, devi dirmi dove abita Angelina, mi serve la posizione della sua base>>elencò Markus alzando la voce e camminando con le mani in tasca per la casetta.
<<Va bene, va bene posso fare tutto ciò che desideri, ma non fate del male al piccolo o a mia moglie>>disse Jacob singhiozzando.
<<Hai fatto la scelta giusta, chiama i tuoi uomini e spiega la situazione, tua moglie potrai vederla soltanto dopo che sarà ufficiale il tuo cambio, chiaro?>>ordinò Mark offrendo la mano a Jacob, lo scagnozzo dopo un attimo di esitazione gli strinse la mano e fu accompagnato da Sonia al YellowWine.
Rikardo e Marilyn avevano portato la famiglia di Jacob in un parco giochi, i tre erano seduti su una panchina con la culla del bambino accanto a loro, Il ragazzo chiudendo la chiamata si mise a ridere guardando Marilyn, poi si voltò verso la donna un po' spaventata.
<<Mi ascolti, noi non siamo come i Vespucci, non siamo persone così crudeli, abbiamo ancora un cuore>> disse Rikardo poggiando le braccia sullo schienale della panchina.
<<Come ti permetti di dire che io sono piegata in avanti? Sei un viscido pervertito>> rispose con rabbia la signora.
<<invece di insultarmi provocando sempre di più la mia ira, perché non facciamo che io e la mia amica portiamo lei e suo figlio in un posto più sicuro?>>propose Rikardo.
<<Per quale motivo casa nostra non è più al sicuro?>>
<<Perché il signor Moreno ha convinto suo marito a lavorare per noi, i Vespucci non saranno contenti di questa cosa non crede?>>intervenne Marilyn alzandosi in piedi e controllando il bambino.
<<Soprattutto dopo che Michael era già andato via togliendo braccio armato alla famiglia, per il bene di vostro figlio è meglio andare da qualche altra parte>> continuò la ragazza tirando avanti e indietro il passeggino.
La donna si convinse, e alzandosi andò accompagnata dai due verso la macchina.
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