Colletto Bianco

[7.9]

Ma bisogna dire che nonostante questi anni sono stati tristi e pesanti ho conosciuto diverse persone a lavoro, gente che si trovava nel mio stesso contesto per motivi diversi, per vivere, per realizzare i propri sogni, d'altronde in quel grattacielo non c'erano solo persone affiliate al cartello o alla massoneria del Signor Dave, c'erano  impiegati di altre società, avvocati, dottori, commercialisti, gente onesta che non sapeva della presenza della criminalità.

Era lunedì mattina a New York, dove il traffico riempiva le strade e i marciapiedi erano pieni di gente che andava e veniva dagli uffici, tre auto nere accompagnarono Markus verso il grattacielo, l'autista gli aprì la portiera e lo fece scendere per poi lasciandolo entrare.

Era l'unico a non indossare un abito elegante, avevo uno sguardo che trasmetteva rabbia, la barba folta cresceva giorno dopo giorno e accentuava la sua espressione quasi paurosa.

Camminava verso l'ascensore con passo veloce, cercando di superare la folla di persone che riempiva la lobby, entrò in ascensore e premette il pulsante che lo avrebbe portato al quarantesimo piano, insieme a lui c'erano altri signori vestiti con un completo nero e delle valigie in mano, si distinguevano tra chi non faceva altro che guardare l'orologio che teneva al polso, chi manteneva lo sguardo fisso al cellulare e chi con gli auricolari bluetooth parlava in chiamata con altri colleghi di lavoro.

Arrivò al piano dove si trovavano tutti gli uffici del cartello e affiliati, molte persone andarono da lui mentre continuava a camminare verso la sala riunioni 

<<Buongiorno signor Moreno è tutto apposto? Ha un appuntamento con i suoi colleghi nella sala A 9>> 

 <<Signor Moreno ho sistemato le sue cartelle sono state inserite nel suo ufficio>> 

<<Markus hai un appuntamento con delle persone a Brooklyn dopo la riunione>> 

Fece finta di non sentire tutte quelle persone che gli stavano addosso, entrò nei bagni per lavarsi le mani e chiuse la porta in faccia a i tre segretari.

 Vide l'inserviente che puliva i bagni attraverso il riflesso dello specchio, e accennò un sorriso guardando le mani piene di sapone.

<<Venerdì Patterson si è dato da fare eh?>>domandò con tono ironico, l'uomo si girò per controllare chi gli aveva rivolto la parola e scoprendo che era Markus sogghignò.

<<Buongiorno Mark, vedo che te lo ricordi ancora>>

<<Come potrei dimenticarmi dell'evento più disgustoso della scorsa settimana>>disse andando ad asciugarsi le mani

<<Potevo pulire sabato, ma quel giorno non mi andava proprio di venire a pulire cessi>>spiegò tirando lo sciacquone e allontanandosi dalla tazza.

<<Ci si vede signor Hastings>>disse uscendo dal bagno.

Entrò in sala rapidamente, mentre la riunione era già cominciata e si sedette accanto a Santiago. L'argomento della riunione era la copertura per nascondere le attività delle due organizzazioni, su un grande schermo c'era un logo e la scritta "Azienda Assicurativa", Chloe e Adrienne davanti a esso distribuivano dei fogli che mostravano le possibili sedi oltre quella al grattacielo.

<<Quando nascerà la nostra copertura, ci divideremo nelle sedi mostrate sui fogli che vi abbiamo dato, Pennsylvania, New Jersey, Massachusetts, Connecticut e Delaware, queste sono le basi che noi potremmo usufruire>>spiegò Adrienne 

<<Purtroppo alcuni di noi sono assenti quest'oggi, per ragioni che non stiamo qui a spiegarvi, per qualsiasi informazione chiedete a noi, Morgan mancherà per un bel pò>>intervenne Chloe mettendosi seduta

<<è perché l'hanno arrestato non è cosi?>>domando Javier, Adrienne rimase immobile a fissarlo confusa

<<Di che cosa stai parlando?>>domandò chinando leggermente la testa

<<Michael, Sophia e Morgan sono stati arrestati, è inutile nasconderci che c'è una talpa tra noi>>rispose Javier

<<In realtà Javier non c'è nulla di nascosto credo che si sappia questo, il problema è che il nostro superiore non ne ha mai parlato>>intervenne Elizabeth

<<A meno che non abbia deciso di difendere la spia, con l'aiuto di Adrienne magari>>aggiunse rivolgendo un sorriso perfido verso Chloe che era in piena difficoltà

<<Sono tutte congetture Elizabeth non hai prove di ciò che stai dicendo, e in più in questo modo non fai altro che alimentare le tensioni>>disse Adrienne prendendo le difese di Chloe

<<Perdonatemi, avete ragione forse sono io paranoica, mi era venuto questo pensiero perché stranamente tra noi sono nati dei problemi, la scissione dei serbi per esempio>>disse la ragazza con tono ironico e prendendo una gomma da masticare

<<Che c'entro io adesso?>chiese Nadia infastidita

<<Avrai avuto i tuoi motivi sicuramente, ma come hai tradito Javier potresti tradire anche noi>>rispose iniziando a masticare la gomma

<<Che ne pensi tu Chloe? è lei la persona che ha fatto la soffiata?>>chiese sussurrando e poi iniziando a ridere.

Markus e Santiago non aprivano mai bocca alle riunioni, lasciando parlare gli altri degli unici problemi che c'erano e che si basavano spesso su motivi futili, uscirono insieme dall'ufficio salutandosi e andandosene ognuno per la propria strada, ad un tratto Adrienne rincorse Mark e toccandogli la schiena attirò l'attenzione su di sè.

<<Hey Markus, hai un minuto?>>chiese

<<Dimmi>>

<<posso chiederti se sei stato tu?>>domandò abbassando la voce

<<pensi che sia io la talpa?>>rispose perplesso, la donna abbassò lo sguardo e fece un gran sospiro prima di rispondere

<<data la vostra rivalità e l'odio che provate a vicenda pensavo proprio di sì>>rispose avvicinandosi all'orecchio di Mark

<<non provo più alcun sentimento per lui, non sono stato io Adrienne posso solo dirti questo>>disse Mark cercando di mantenersi distante dalla collega, la ragazza stette a guardarlo qualche secondo tenendo stretti al petto i fogli per i piani dell'azienda assicurativa, poi annuendo fece qualche passo indietro e se ne andò via senza dire niente.

Mark uscì dal palazzo dirigendosi verso Louis che lo aspettava appoggiato alla sua Jaguar, indossava dei Ray-Ban, una camicia blu scuro, dei pantaloni bianchi e dei mocassini marroni,  stava prendendo un sigaro dal pacchetto mentre fissava il suo capo con un sorrisone, gli andò incontro allargando le braccia e iniziando a ridacchiare.

<<Eccolo il nostro Markus>>

<<Louis come stai?>>chiese curioso 

<<una favola, guarda che auto! è la mia bambina l'ho presa una settimana fa, dovevi esserci quando ci siamo incontrati per la prima volta, non ho mai creduto all'amore a prima vista  devo dire che mi sono ricreduto>>disse facendo salire Mark sul suo bolide

<<Devo raggiungere i ragazzi di Est New York e Lindenwood, devono parlarmi>>disse Markus prendendo la Fetilina dalla tasca

<<Ancora quella roba capo?>>domandò Louis preoccupato e guardando il sacchetto

<<è diversa, se prima ci voleva la siringa adesso basta renderla solida e frantumarla rendendola polvere, il colore e gli effetti sono gli stessi>>rispose avvicinandosi al cruscotto e creando una striscia

<<Ti invito sempre a smettere, quella roba ti uccide giorno dopo giorno>>

<<Non preoccuparti, al massimo il cuore smette di battere qualche secondo ma mi riprendo>>disse sniffando la striscia, Louis sbuffò e mettendo in moto accompagnò l'uomo verso il quartiere della gang.

Un parcheggio occupato dalle auto tamarre e colorate di rosso, verde, nero o bianco, ragazzi e ragazze andare avanti e indietro da un auto all'altra  con birre in mano, sorrisi che mostravano quanto erano fatti o ubriachi e musica ad alto volume che avrebbe attirato solo la polizia, questo era come si presentò il quartiere e Est New York quando Markus arrivò.

Scese dall'auto facendo aspettare Louis in auto, attraversò la folla che urlava, ballava, beveva e osservava le auto sportive insieme ai proprietari, i membri della gang vestivano i colori dei Centurion, verde o bianco, scelto esclusivamente da Markus.

Arrivò davanti ai capi della gang che preparavano una canna osservando il baccano, erano tre ragazzi molto giovani, Zoey Ortega, Nathan Wesley, Ethan Price, lo guardarono contenti e Nathan si avvicinò a lui accendendo la canna.

<<Capo! Come va?>

<<Tutti bene, vedo che ti diverti Nat>>rispose mettendosi le mani in tasca

<<Non è niente questo, sta sera faremo qualcosa di grandioso, una festa indimenticabile>>disse con euforia, si voltò verso i suoi amici e gli fece cenno di venire.

<<Ti abbiamo chiamato perché ci servono le armi, puntiamo di fare un colpo in banca>>

<<un colpo in banca? Te lo sconsiglio Nathan pensa più alla piazza, e magari riuscirai a raggiungere più soldi di quelli che otterresti in una rapina>>disse Mark scuotendo la testa

<<Signor Moreno buon pomeriggio>>dissero Zoey e Ethan

<<vedo che sentite caldo>>disse con tono ironico e riferendosi alla canottiera corta che indossava Zoey

<<Si sta bene non c'è troppo freddo>>rispose Zoey avvicinandosi al suo capo

<<Vuole vedere il mio nuovo tatuaggio?>> aggiunse con sorridendo, Mark annuì portando lo sguardo verso il busto della ragazza, lei si alzò la canotta facendo quasi intravedere il reggiseno e fece vedere il tatuaggio al centro del busto che raffigurava la scritta "Centurion", l'uomo ne rimase impressionato.

<<Bello vero?>>domandò Ethan avvicinandosi alla ragazza

<<è un ottimo modo per ricordare la gang che ha fatto la storia di questa città, sono il nostro punto di riferimento>>intervenne Nathan.

Ethan alzò un altro poco la canotta della ragazza facendo vedere a Markus un altro tatuaggio sul fianco, mostrava uno scorpione nè troppo piccolo nè troppo grande.

<<Lei conosce i Centurion signor Moreno?>>chiese Ethan

<<Si...li conoscevo molto bene>>rispose sussurrando e annuendo lentemente

Ethan diede un forte pizzicotto a Zoey facendole male al fianco, scappò rincorso dalla ragazza arrabbiata a con in mano un coltello lasciando soli Nat e Markus.

<<Da quando Viola se ne è andata, ho scelto voi per essere i nuovi Centurion, portate in alto questo nome perché è un onore partecipare a un gruppo del genere e ciò significa che dovrete abbandonare le cazzate da ragazzini, come per esempio una rapina e pensare a i business che possono dare i frutti a lungo andare, dimostra di essere un leader e non un capo qualsiasi, prendi saggie decisioni per il gruppo e non per te stesso, questi sono i consigli che posso darti>>disse Markus mettendo le mani sulle spalle del ragazzo.

Nathan annuì e accennando un sorriso diede una pacca a Mark e tornò nella confusione senza dire nulla.


A casa di Charlotte, i figliastri di Markus e il loro genitore adottivo in questi lunghi anni avevano costruito una famiglia solida e compatta, si erano trasferiti ad Atlanta dove i ragazzi conobbero il vecchio vicinato di Markus, tra cui i nipoti della signora Butler che abitavano nella casa della nonna ormai sull'orlo della scadenza. 

Dalla porta d'ingresso uscì Arthur con un sacco nero, portava la spazzatura verso il camion dei rifiuti che stava passando di là, lo diede a uno dei signori che ne occupavano e tornò con calma verso casa. Uscì dalla casa anche la sorella Maddie, aveva i capelli corti e tinti di biondo a differenza di Arthur che li aveva castani e rasati ai lati, lo guardava facendo smorfie e provocandolo.

<<Come mai sei tornato? Pensavo andassi a buttare la spazzatura>>disse ridacchiando e scappando dall'ingresso.

<<Che intendi...>>rispose perplesso chiudendo la porta alle sue spalle. Poi realizzò

<<Maddie vieni subito qua>>disse rincorrendo la sorella, Maddie andò rapidamente verso la sua stanza, Arthur la rincorse fino a quando non entrò in stanza e si lanciò sul letto, si buttò su di lei facendole il solletico e facendola quasi piangere dalle risate,, lei iniziò a tirare urla disperate mentre cominciava a tossire per le troppe risate

<<BASTA>>esclamò Maddie con le lacrime a gli occhi

<<Chi è l'immondizia tra i due?>>domandò fermandosi e guardando lo sguardo della sorella stanco mentre ansimava insieme a lei.

<<IO...IO, BASTA>>disse esaurendo la voce e cercando di spostare il fratello che la schiacciava, Arthur si alzò in piedi e abbandonò la ragazza sul letto prendere aria.

Charlotte intanto era in salotto con Padre Wallace, erano seduti uno davanti all'altro su delle poltrone.

<<Io credo sarebbe solo un bene se scegliesse il percorso da pastore, Arthur nonostante abbia un carattere forte è appassionato alla religione e prendere questa strada gli farebbe solo che bene, magari per iniziare potrebbe stare con me>>disse Wallace

<<Arthur è sempre stato legato al padre, e sappiamo entrambi chi è il padre>>disse Charlotte accarezzandosi le cosce, il pastore a tali parole annuì.

<<Non so se sarebbe d'accordo, credo che sia più indirizzato a fare altro ma mantenere ugualmente la fede>>aggiunse.

Qualcuno premette il citofono e Charlotte stupita si alzò dalla poltrona e andò verso la porta d'ingresso, guardò dallo spioncino e vide che al di là della porta avevano citofonato tre individui in giacca e cravatta, dalle scale scese Arthur e andando verso la madre le toccò la spalla

<<chi è?>> sussurrò a Charlotte, lei voltandosi verso il ragazzo scosse la testa e lo mandò gesticolando al piano di sopra, aprì la porta lentamente e i tre tizi mostrarono un sorriso amichevole, uno di loro mostrò il distintivo del FBI.

<<Buongiorno signora McKenzie, siamo Maxwell Anderson, Olivia Mitchell e l'agente speciale Adrian Hopkins del FBI possiamo entrare? Abbiamo diverse domande da farle>>disse Max 

<<Ehm...>>Arthur arrivò alle spalle di Charlotte con uno stereo, si fece spazio e si fece vedere 

<<Ciao ragazzo, sei tu l'uomo di casa?>>domandò Adrian prendendolo in giro, Arthur fece partire un CD e partì una registrazione, erano due uomini che parlavano tra di loro, di un accordo che riguardava New York, Maxwell impallidì riconoscendo la sua voce e il dialogo che era quello che aveva avuto con Markus, se ne andò via portandosi dietro Olivia e l'agente speciale

<<Arthur cos'è questo?>>chiese Charlotte perplessa

<<BRAVI FOTTUTI FEDERALI CORROTTI! PROVATE A RIPRESENTARVI QUI E QUESTA CHIACCHERATA VERRA MANDATA SU TUTTE LE RADIO!>>Urlò Arthur mentre i tre tizi scapparono in auto.

Chiuse la porta di casa e abbracciando la madre fece un sospiro, chiuse gli occhi e si lasciò andare, Padre Wallace si alzò e andando dai due gli diede una pacca sulla schiena accennando un sorriso, Arthur strinse la mano al pastore e insieme alla "madre" gli aprì la porta.

<<Bene, allora spero che ci pensi Charlotte>>disse Il pastore tenendo con due mani la Bibbia, la donna annuì e aspettò che arrivasse alla sua auto.

Intanto una donna stava arrivando da lontano, stava percorrendo il marciapiede dirigendosi verso la casa di Charlotte, lei entrò dentro mentre Maddie uscì insieme al fratello osservando il signor Wallace andarsene, la tizia arrivò davanti ai due, aveva una felpa grigia, un paio di jeans azzurri, scarpe bianche, una coda con i capelli color castano scuro, degli occhiali da sole che le coprivano gli occhi e una sciarpa che le copriva il muso

<<Mamma la tata è qui!>>esclamò Maddie entrando in casa e mettendo in allerta la donna

<<Buongiorno signora Harrison>>disse Arthur stringendo la mano alla donna

<<Ciao ragazzo, va tutto bene?>>domandò la donna

<<Certo, come va la scottatura?>>

<<Niente che non si possa rimediare>>rispose sogghignando. 

Aprì la borsa prendendo un libro "Little Italy" mostrava scritto sulla copertina, prendendolo gli caddero la carta d'identità e il portafogli, Arthur si chinò per aiutarla e prendere gli oggetti caduti, dalla casa uscì Maddie che vedendo la donna con il libro in mano si precipitò per vederlo.

<<Non ci credo Signora Harrison l'ha trovato!>> esclamò Maddie guardando la copertina, la donna glielo diede sorridendo e si diedero un piccolo abbraccio, la ragazza trascinò dietro di sé la tata prendendola per mano e portandola in casa, il fratello lasciato fuori curiosò nel portafogli della donna e trovò soldi, carte di credito, patente e un altra carta d'identità più vecchiotta che mostrava generalità diverse da quelle del documento che le cadde per terra.

Angelina Vespucci

25 anni

New York

Impiegata al YellowWine.



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