Bikers

[1.2]

Markus fu convocato da Jackson in casa sua, si trovava in un ghetto, un quartiere controllato dalla sua gang, ragazzini in bicicletta e in motocross percorrevano le strade impennando e facendo casino. 

Markus camminò a piedi per tutto il marciapiede, fu guardato da tutti gli uomini del quartiere, le sentinelle sedute davanti alle abitazioni entrarono subito dentro casa per avvisare del suo arrivo agli altri componenti della gang.

Mark arrivò davanti alla casa di Jackson, i ragazzini in bicicletta e alcuni uomini in canottiera  con un espressione poco pacifica si avvicinarono a lui e uno di loro prese la pistola, fece cadere la bicicletta per terra e si avvicinò al ragazzo.

<<Cosa fai qui? Non sei del posto, non è così?>>ipotizzò il ragazzino.

<<Devo vedere il tuo capo>>rispose Mark, si girò verso l'ingresso e bussò alla porta con le nocche.

<<Che fai figlio di puttana mi dai le spalle? Che pensa di fare questo stronzo?>>dissen uno dei gangster.

Jackson aprì la porta, indossava solo i pantaloni e delle ciabatte, era a petto nudo e tra le labbra aveva una canna.

<<Salve signor Moreno, mi scusi ma è arrivato piuttosto in anticipo e mi ero appena svegliato>>disse Jackson lanciando via la canna.

<<Chiamami pure Markus, non importa potremmo parlare in ogni caso>>rispose stringendogli la mano.

<<Hey! Che fate qui?!>>esclamò Jackson guardando i suoi ragazzi.

<<David che fai fuori? Dovevi andare a prendere William>>aggiunse.

<<È andato a prenderlo Franklin>>

<<Non me ne frega un cazzo di chi è andato a prenderlo, quando dico che devi andarci tu esigo un minimo di obbedienza e vorrei che quelle orecchie le aprissi anche per ascoltare ciò che ti dico chiaro?>>disse sgridando il fratello minore.

<<Che cazzo volevate da questo ragazzo?>>aggiunse.

<<Abbiamo visto questo tizio aggirarsi nel quartiere e non sapendo chi fosse l'abbiamo seguito>>spiegò.

<<Beh adesso sapete che non è né uno sbirro, né un federale, è un amico va bene? Si chiama Markus e d'ora in poi mi aspetto che lo trattate come un re avete capito?>>sentenziò Jackson avvicinandosi al ragazzo.

<<Come vuoi Jack, andiamocene forza!>>esclamò andandosene con il resto del gruppo in sella alle bici.

Markus e Jackson entrarono in casa, l'interno era pieno di quadri, magliette, fotografie e trofei di giocatori di basket era tutto in ordine e pulito, ma nel corridoio volava una nuvola di fumo e un forte odore di erba, Mark cominciò a tossire per la puzza, Jack si mise a ridere e si sedette come un peso morto sul divano.

<<Capisco che non sei abituato a questo genere di cose, ma il tempo risolverà tutto telo assicuro>>affermò mettendosi comodo, Mark si sedette accanto a Jackson.

<<Intende che inizierò a fumare l'erba?>>insinuò Mark.

<<No... Voglio dire... Perché non parlarne?>>rispose con tono ironico.

<<E un altra cosa, diamoci del "tu" va bene? Sei uno della famiglia adesso>>

<<Beh... Non solo io>>puntualizzò.

<<Certo certo, lo so anche gli altri tuoi...>>

<<Amici>>

<<Esatto amici, non trovavo le parole, pensavo foste organizzati con chissà quale sistema gerarchico>>affermò Jack sogghignando.

<<Vuoi un po' di patatine? Sono al formaggio ti assicuro che ti piaceranno>>chiese Jackson indicando un pacchetto sul tavolino.

<<Va bene, passamele pure>>

<<Parlami di te... Anzi parlami di "voi", Ashley qualche mese fa mi disse che avete pagato un debito molto alto con una certa "Jeannette">>disse il gangster.

<<Dovevo ripagare un debito con dei miei contatti>>confessò continuando a mangiare le patatine.

<<Noi non siamo niente, siamo soltanto un gruppo di amici che si è trovato in determinate circostanze e ha dovuto fare determinate scelte>>

<<Quali circostanze?>>

<<Avevo una pistola puntata alla testa>>Jackson sorrise scuotendo la testa.

<<Deve essere un pezzo grosso>>ipotizzò.

<<Se ti dico Kandahar cosa ti viene in mente?>>

<<L'incidente all'accampamento militare>>rispose cercando di seguire il discorso di Mark.

<<E se ti dicessi che non è stato un incidente?>> Jackson rimase stupito da tali parole dopo aver compreso bene che l'attentato l'aveva progettato lui.

<<Potrei crederti come potrei considerare queste tue parole solamente bugie>>continuò.

<<Fa come credi Jackson, le ipotesi possono essere due o più, ma la verità è soltanto una e solo il sottoscritto la sà>>Mark smise di mangiare e appoggiò la busta sul tavolo davanti a sé.

<<In ogni caso ti ho fatto venire qui perché dobbiamo sistemare alcune persone, ricordi i motociclisti? Quei uomini muscolosi che girano con quelle motociclette orribili>>spiegò Jackson

<<Cosa dovrei fare precisamente?>>domandò Markus.

Jack si alzò dal divano e prese una maglietta e una giacca buttati su una poltrona accanto.

<<Gli daremo una lezione, dovremo ristabilire l'ordine visto che danno problemi ai miei ragazzi>>disse vestendosi.

I due andarono verso un auto parcheggiata davanti alla casa del gangster, era una decappottabile verde, una di quelle macchine che "saltavano" e avevano i neon.

<<David! Vieni qua forza e porta uno dei ragazzi!>>urlò Jack cercando di farsi sentire dall'altro fratello.

<<Che succede Jack?>>chiese.

<<Andiamo a parlare con gli "ubriaconi" chiama Lamar, Robert, James chiunque sia disponibile>>

 Viaggiarono accompagnati da due scagnozzi, tra cui David, il posto in cui erano diretti era un pub frequentato spesso dalle gang di motociclisti e altri criminali della città che passavano anche intere serate immergendosi nell'alcool.

Arrivarono davanti al locale, era pieno di moto parcheggiate lì davanti, un uomo in sovrappeso, calvo e barbuto che indossava la giacca del suo gruppo, entrò insieme a una prostituta con passo lento.

<<Hai visto quel tipo? Era uno di loro, adesso entriamo e ci facciamo dire dove abitano>> spiegò Jackson scendendo dalla macchina.

<<Pensavo fossero tutti muscolosi>>borbottò Markus.

<<Ho capito chi è quel tizio Jack!>>esclamò David.

<<È quell'uomo che è uscito dal carcere qualche giorno fa, quando sono andato a trovare William ricordo che me ne parlò, è un infame>>aggiunse accompagnando i ragazzi dentro il pub.

<<Bene, significa che ci divertiremo di più>>affermò Jackson facendo scrocchiare le dita.

 Entrarono nel locale, erano tutti davanti al bancone a ubriacarsi e scherzare con alcune ragazze.

David e un altro ragazzo presero alcune bottiglie dal bancone del bar, camminarono con passo svelto verso  il gruppo di motociclisti, e li misero al tappeto colpendoli in testa, le ragazze scapparono via urlando, gli altri presero i coltelli e cercarono di aggredire i due ragazzi.

All'improvviso spuntò Jackson con una sedia in mano e colpì un altro motociclista stendendolo,  e con un destro andò giù definitivamente.

<<Voglio nomi e l'indirizzo del vostro sporco e puzzolente quartier generale>> Impose Jackson chinandosi verso uno dei bikers.

<<Teschio...uscita Est della città>>gemette.

<<Teschio? Che razza di nome è Teschio?>>domandò David.

<<Ce lo faremo dire da lui>>disse Jackson prendendo la pistola.

 Premette il grilletto dando fine alle sofferenze dell'uomo ferito e tornò subito in auto <<C'è ne avete messo di tempo eh?>>disse Markus rimasto in auto.

<<Scusi principessa se abbiamo tardato, ma eravamo occupati a fare... Cose da uomini, niente di personale>>disse David facendo un inchino.

<<Hey, non prenderti troppa confidenza ok?>>rimproverò Jack.


I ragazzi andarono alla base dei Bikers, era un campo pieno di Camper e roulotte, diversi stendini dove erano appesi dei vestiti, alcuni motociclisti erano seduti sulle moto mentre un altro gruppo stava trascinando con sé un uomo verso uno dei Camper.

<<David, chiama i ragazzi ci servirà un po' d'aiuto>>disse Jackson spegnendo la macchina e dando una pacca sulla spalla al fratello.

David rimase nel veicolo, Markus, Jackson e l'altro ragazzo andarono verso i bikers seduti sulle loro moto, passo dopo passo, lentamente con le mani in tasca con estrema tranquillità.

I motociclisti si accorsero dei Centurion, alcuni si alzarono in piedi e altri rimasero seduti a fissarli, mentre tenevano in mano una birra o una sigaretta.

<<Hey! Per caso avete visto Harry?>>domandò uno dei motociclisti ai suoi amici.

<<Lo abbiamo visto noi!>>Esclamò Jackson intromettendosi nel dialogo.

<<Eh già, più o meno cinque minuti fa sdraiato sul pavimento come un insetto morto>>rispose con sarcasmo e facendo spallucce.

I bikers seduti si alzarono in piedi stupiti <<Sta mentendo, non ascoltatelo spara solo cazzate>>

<<Oh... Sto mentendo? Beh perché non lo chiediamo a lui?>> Jackson fece cenno a Markus di aprire il bagagliaio, il ragazzo insieme a David prese il corpo di Harry, lo portarono con fatica di fronte ai motociclisti, e lo fecero cadere per terra.

<<Harry! Harry mi senti?>>disse il boss chinandosi verso il corpo.

<<Eh? Cosa?... Sei stanco di stare per terra? Vuoi alzarti in piedi ma non ci riesci perché sei morto? Perché un uomo di colore  ti ha sparato un colpo al petto e ti ha tolto la vita? Ma dai Harry te la sei presa così tanto sul personale?>> Diverse auto verdi arrivarono nel campo delle roulotte, scesero diversi ragazzi armati di pistola e andarono piano piano verso Jackson.

Mark trattenne la risata dopo il dialogo tra il morto e Jack.

<<Figlio di puttana...>>sussurrò uno dei motociclisti fissando il corpo di Harry morto.

<<Bravo! Questo è un ottimo esempio di dolore e di comprensione, capisco il tuo stato d'animo e so come ti senti, ma purtroppo dovrai accontentarti di queste sue ultime parole: non provare mai più a fare casini nei miei quartieri>> Il boss ritornò in auto e diede il permesso di fare fuoco.

I gangster spararono sui motociclisti non dandogli il tempo di reagire, Jackson si allontanò dalla zona lasciandosi alle spalle il massacro che aveva fatto fare.

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