Victarion
Raggi di sole illuminavano la Sala Grande di Approdo del Re.
I volti cupi dei presenti erano rischiarati da quella tiepida luce. Solo il trono di spade era in ombra, quasi a voler dimostrare la sua potenza e la sua grandezza.
Accanto a Gendry sedevano Brandon Stark, Euron Greyjoy e Arianne Martell, quest'ultima in rappresentanza di suo padre.
I sovrani si erano riuniti per discutere degli strani avvenimenti che in quegli ultimi tempi si erano abbattuti sui Sette Regni.
Coloro che erano morti erano tornati in vita e avevano lasciato dietro di sé una scia di sangue. Non solo Cersei Lannister e Oberyn Martell, ma anche Balon e Asha Greyjoy, Gregor Clegane e Walder Frey avevano fatto la loro comparsa seminando il panico.
Sembrava che qualcuno si divertisse a portare in vita i morti. Tutti subito avevano pensato che i responsabili fossero i preti rossi, ma sia Thoros di Myr sia Moqorro sostenevano che non fosse così.
R'hllor difatti non poteva resuscitare persone morte da diversi anni.
Stannis aveva allora suggerito che potesse essere opera degli Assassini senza Volto, ma prontamente Izembaro aveva negato.
Chi fosse il colpevole era ancora un mistero. Un mistero che andava svelato il prima possibile.
Strane cose, a parte la rinascita dei morti, stavano accadendo: i campi appassivano, la gente si ammalava e si azzuffava per un nonnulla e il giorno lasciava sempre prima spazio alle tenebre.
«Dunque, che cosa avete visto nelle fiamme?» chiese Victarion a Thoros e Moqorro.
I due preti si guardarono o poi spostarono il loro sguardo su Bran.
«Abbiamo visto un'ombra. Un'ombra avanzare sempre di più e invadere ogni cosa» rispose Moqorro.
«E?» domandò Euron.
«Nient'altro. Solo tenebre, nient'altro che tenebre».
«Vuoi forse dire che non c'è speranza?».
«Secondo i libri di Asshai, solo Azor Ahai reincarnato può sconfiggere le tenebre» sorrise cupamente Bran.
«Sono solo sciocche storie» scosse la testa Victarion.
«Anche gli Estranei secondo molti erano solo una sciocca storia, invece esistevano veramente».
«Mettiamo che sia come dici tu, come facciamo a trovare Azor Ahai? Come facciamo a trovare la Portatrice di Luce?».
Una strana espressione si formò sul volto del re del Nord che lo fece rabbrividire.
Da quando il giovane Stark faceva così paura?
«Forse ho capito» disse Gendry a un certo punto.
I presenti rimasero in silenzio, con gli occhi fissi su di lui.
«Le spade di Arya, Bran e Rickon sono forgiate con acciaio di Valyria. Ricordo che quando abbiamo combattuto contro gli Estranei sono diventate improvvisamente calde e hanno incominciato a brillare. Quelle spade potrebbero essere la Portatrice di Luce» concluse tutto d'un fiato.
In effetti, durante quello scontro, qualcuno aveva già notato quel particolare: «Hai visto? In battaglia, la spada dei giovani Stark si è illuminata! Questo vuol dire che Melisandre si è sbagliata: Stannis non è Azor Ahai. Sono loro ad esserlo!».
«Anche la tua spada è fatta di acciaio di Valyria, se non ricordo male. Allora perché non si è illuminata? Perché non è diventata calda?» domandò Arianne, rivolgendosi a Gendry.
«Perché io non sono Azor Ahai. Sono gli Stark ad esserlo».
«Potrebbe essere. Però questo significa che c'è bisogno di tutti i fratelli Stark. Ma Jon Snow è morto e Arya è scomparsa» fece notare Stannis.
«Mia sorella ha Lungo Artiglio con sé. Se la troviamo, l'assenza di Jon non dovrebbe essere un problema» intervenne Rickon, risoluto.
«È più facile a dirsi che a farsi» scosse la testa Arianne.
«Andrò io a cercarla» esclamò una voce.
I presenti si voltarono e videro avanzare Tommen e Tyrion.
«Andrò io» ripeté il primo.
«Sono con te» sorrise Catelyn.
Gendry corrugò la fronte e poi disse: «Organizzeremo una spedizione e prepareremo un esercito in modo tale che sia pronto a intervenire in ogni momento».
«Per dove?» domandò dubbioso Euron.
«Per Asshai» rispose sicuro Bran. «Sono sicuro che sia lì».
E così iniziarono i preparativi.
I giorni passarono in fretta e ben presto fu tutto pronto per la partenza.
Victarion si stava recando nella sua stanza per recuperare del materiale utile per la navigazione, quando udì una strana conversazione tra Thoros di Myr e Moqorro.
«Va ucciso il prima possibile, lo sai anche tu» sentì dire a quest'ultimo.
«Lo so, anche se preferirei non causarle altro dolore» sospirò Thoros.
«Non c'è altra soluzione. Se Bran vive, soccomberemo tutti. Le tenebre sono dentro di lui».
Victarion sussultò a quelle parole.
Era quindi per quel motivo che i preti rossi non avevano tolto gli occhi di dosso neanche per un momento al giovane Stark.
Era forse vero quel che dicevano?
Che cosa doveva fare?
Se Brandon Stark moriva, sarebbe veramente finito tutto?
Ma, soprattutto, se Brandon Stark moriva, chi avrebbe guidato il Nord?
Arya era scomparsa, Rickon era troppo piccolo, Catelyn troppo stanca e Sansa inappropriata per quel ruolo.
Euron ne avrebbe potuto approfittare. E questo non doveva assolutamente accadere.
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