🔥🔞 Capitolo 6🔞🔥

Sento il respiro diventare corto e non oso controbattere. Il cervello comincia a martellarmi sin dentro le orecchie e una scarica potente di emicrania si appropria dei miei nervi. Realizzo che Angela non mi stava ignorando per colpa di Abe, ma chissà per quale triste e folle motivo.

"Margot, non ci resta che capire se si tratti di un allontanamento volontario..." si blocca Abe con vigore mentre lo vedo infilarsi degli occhiali da vista quadrati.

"Oppure di una scomparsa..." continua Abe senza scollare la testa da questo fascicolo e un nodo allo stomaco si appropria dei miei umori come se mi avessero appena steso a terra attraverso una raffica di pugni.

"E io c-cosa dovrei fare?" balbetto mentre la mia mente pensa al peggio, mi viene da vomitare e provo un senso di vertigini.

Ho davvero tanta paura perché Angela Fish è una delle persone più importanti e care della mia vita, oltre a Lizzie e pensare che le sia potuto accadere qualcosa di spiacevole mi uccide.

"Abe si occuperà del caso. E tu gli darai una mano, Margot..." mi spiega mio padre accorgendosi del mio stato confusionale e prontamente prepara dell'acqua con zucchero e me la porge. Poi si avvicina ad Abe ed anche lui comincia a leggere il famigerato fascicolo di cui solo io sembro essere all'oscuro.

"Sei l'unica che può farlo, tesoro. Dato che Angela sembra essere un tipo solitario ed estremamente evasivo nei confronti dei suoi genitori..." incalza mio padre senza scrollare le pupille da quegli scritti ed effettivamente la sua constatazione è veritiera. Angela non aveva mai avuto un fidanzato stabile e l'unico affetto nella sua vita sono io, perché inizialmente mi vedeva come un'alunna da istruire e poi come una figlia a cui impartire la sua passione per l'arte. La sua unica compagna di vita sembra essere la pittura e spesso, si allontana dalla città per immergersi nella campagna e dipingere ma mi sembra estremamente strano il fatto che non mi avesse risposto per un periodo così lungo dopo l'inaugurazione, ciò non era mai avvenuto.

"Per prima cosa dovremmo dirigerci nel suo appartamento e lì dovrai aiutarmi a capire se ci potrebbero essere degli avvertimenti o delle tracce inusuali. Stammi a sentire Margot, questa è una cosa davvero grave e non devi parlarne con nessuno, intesi?" mi spiega Abe mentre posa le sue pupille blu contro il mio volto bianco e la sua voce sembra più rauca del solito e leggo nel suo tono un piccolo insediamento di paura.

Io annuisco e mio padre esce dalla stanza senza dire una parola mentre Abe lo imito e io capisco di doverli seguire.

Mio padre esce dalla stazione di polizia mentre Abe silenziosamente si direge verso un garage. Poi, entra in una piccola porta e dopo pochi istanti esce a bordo di una volante, apre il finestrino e mi guarda gelido.

"Muovi il cu** e sali in macchina!" questa frase suona come una vera e propria imposizione e io presa dall'ansia mi limitobad assecondare i suoi ordini senza dire una sola parola. Abe nel frattempo, mette in moto la vettura e noto che ha tra le labbra un sigaro e presto il fumo si appropria delle mie narici. Tossisco ma lui non se ne cura mentre continua a guidare e a prestare attenzione alla strada. Sono davvero confusa e la sgomento ben presto si appropria del mio corpo: ho bisogno di risposte e Abe doveva assolutamente fornirmele.

"Abe, quando è sparita Angela?" chiedobtremante mentre lui sospira intensamente e sembra estremamente seccato dalla mia domanda. Forse può anche essere un quesito scontato ma io in preda a questobstato ansiolitico non riescobnemmeno a ricordare il mio nome.

"Margot, apri bene le orecchie. Non è il momento di fare la ragazzina: innanzitutto, non possiamo ancora parlare di scomparsa. E poi ti ho già detto che non si hanno tracce di lei da due lunedì fa. Quindi il 3 agosto..." risponde infastidito mentre stringe il sigaro tra i denti come sia una questione di vita o di morte e intanto percepisco il fatto che sta aumentando progressivamente la velocità della vettura.

"Quindi la sera della mia inaugurazione?" chiedo tremante e sconcertata anche perché Angela aveva smesso di rispondermi proprio da quella sera e io avevo pensato che si trattasse di Abe ma mi ero decisamente sbagliata e mi sento in colpa per aver pensato una simile follia. Il poliziotto annuisce e scostq per qualche istante l'attenzione dalla guida e mi guarda fisso negli occhi, alla ricerca di non so cosa, il suo sguardo riesce ad ammorbidirmi.

"Benvenuta nel mio mondo, baby! Reggiti forte!" urla all'improvviso Abe mentre d'un tratto, accende le sirene della volante e vedo che il contachilometri arriva ad una velocità estrema e io sprofondo nel sedile dell'automobile per il terrore.
Il mio cuore comincia a battere all'impazzata mentre i brividi si appropriano del mio corpo perché l'automobile ha raggiunto le 105 miglia orarie ( circa 170 km/h) e io stobper vomitare persino l'anima.

"Aiuto!! Abe fermatiii!" grido.

Il suono martellante della luce blu comincia a penetrarmi sin dentro i timpani e provo a coprirmi le orecchie, ma ciò è un tentativo mancato perché la sirena produce una scarica di vibrazioni assordante. Abe sfreccia tra le vie della città con rapidità e disinvoltura mentre io sto morendo di paura perché non è di certo abituata a simili scelleratezze.

"Abe, ti prego. Vai più piano!" grido mentre provo a sovrastare il suono della sirena ma non ci riesco e la velocità dell'automobile mi sballotta ovunque. Il poliziotto ode il mio urlo disperato ma non se ne cura in quanto accende la radio della volante ed esploneono le note di "Born in the USA" di Buce Springsteen. Vedo Abe cantare a squarcia gola come se si trovasse ad un concerto mentre preme con maggior intensità sull'acceleratore ed il mio cuore sta per uscire dal petto e lui sembra esserne divertito.
Questa scena è davvero buffa ma io sono in ansia e non riesco nemmeno a ridere mentre vedo il poliziotto ballare attraverso dei gesti comici e simpatici. Abe scoppia a ridere mentre apre il finestrino del suo lato e il vento comincia a scompigliargli i capelli neri e io sto per rimettere perché la rapidità della vettura è davvero troppo elevata e sto per sentirmi male.

D'un tratto, il poliziotto è costretto ad arrestare la sua corsa folle e scellerata perché debe fermarsi ad un semaforo rosso e la mia testa sta per scoppiare e lui nel vedermi così dimessa sembra godere. Il volto di Williams è completamente divertito e svagato e non la smette di ridere nel vedermi così spaventata e non so cosa ci trovi di tanto spassoso ma per l'adrenalina che ho addosso non riesco a chiederglielo.

Nel frattempo, Abe si affaccia fuori al finestrino e in questo momento, attraversa la strada una donna sulla trentina e lui coglie la sua attenzione fischiando, la ragazza si volta e lui la squadra da capo a piedi.

"Complimenti bambola! Hai un bel cu*o!" grida l'uomo in maniera disgustosa e io sto per morire di vergogna mentre la ragazza sorride compiaciuta ed inizia tra loro uno scambio di gesti e di urla. Questa situazione mi snerva profondamente e se non fosse un poliziotto lo prenderei volentieri a schiaffi perché fissa quella donna come se fosse il suo pranzo dopo anni di fame e vi posso garantire che non esagero, ai miei occhi appare davvero un viscido bifolco.

"Mi piacciono i poliziotti..." risponde la ragazza mentre mima il suo numero di telefono e io rabbrividisco di fronte le doti adulteratrici di Abe. Non posso credere al fatto che in solo qualche secondo sotto un semaforo rosso ha ottenuto il numero telefonico di una bella ragazza attraverso la sua rozzezza.

E io sono davvero arrabbiata!

Insomma, io per lui è praticamente una delle tante da aggiungere alla sua infinita lista e questo non posso sopportarlo!

"A me invece, piacciono le bionde!!!" ride l'uomo mentre scrive il recapito della ragazza su un foglio sporco che trova frugando nelle sue tasche e quando finalmente scatta il semaforo verde io sospiro perché non ne posso più di questo teatrino squallido.

Sono completamente scioccata da questo suo atteggiamento da playboy rozzo e volgare e mi chiedo come possa piacere alle donne quel suo fare da scellerato!

Quando la marcia della vettura si ravviva sono sollevata di constatare che la folle corsa termina e per rilassarmi decido di poggiare i piedi sul cruscotto, è un gesto che compio sempre in assenza di mio padre perché so che gli dà profondamente fastidio. Abe comincia ad accarezzarmi le gambe con la mano destra ma io provo a far finta di niente.

"Piccola Margot, e a te piacciono i polizziotti?" mi chiede Abe con voce profonda facendo riferimento all'episodio di poco prima, sta cercando chiaramente di instaurare l'ennesimo gioco di seduzione e di farmi uscire di testa e devo ammettere che ci sta riuscendo.

Ma non posso fargli passare il fatto che abbia corteggiato una donna davanti a me, è veramente disgustoso!

Dunque provo a rimanere impassibile perché sono agitata e stremata dai suoi comportamenti da immaturo Peter Pan che si è permesso persino di flirtare con una donna anche in mia presenza.
Sobche non significo nulla per lui, ma di certo non è un gesto piacevole e rimango profondamente innervosita per questo suo fare da dongiovanni rozzo. Sento il palmo della sua mano salire sempre di più verso il mio inguine, la mia pelle è un fascio di brividi e pelle d'oca.

Voglio di nuovo sentire la mia pelle bruciare grazie a lui, ma devo oppormi al suo comando!

"Una cosa devo ammetterla: sicuramente a me piacciono le bionde..." dichiara scoppiando in una grassa risata e io lo ignoro e tolgo immediatamente la sua mano dalle mie gambe, o per lo meno ci provo. Lui tentenna e prova nuovamente a sottomettermi al suo incantesimo.

"Ho voglia di leccarti la fi**..."

"No, Abe..." rispondo decisa e stacco la sua mano dalle mie gambe perché non voglio farmi trattare come una bambola e poi il pensiero di Angela mi sta soffocando.

"Sai, dovresti rilassarti piccola Margot. Dai fammela leccare... Dai! Che ti prende?! Qui ci siamo solo noi due ..." chiudo gli occhi e sospiro.

"Abe io..." mi blocca con un'occhiata di fuoco.

"Vorrei sentire l'odore della tua fi** e farti godere come una pazza. È da diverso tempo che questa fantasia perversa mi attanaglia il cervello"

Io spengo il cervello. Le sue parole mi fanno eccitare tremendamente.

"Come scusa?"

"Si. Hai capito bene. Io ora, come ora, non riesco a fare a meno di resistere al tuo corpo ed alla voglia irrefrenabile di fare qualche porcata con te...lo so è un pensiero perverso ma, non posso più tenermelo dentro..." dice lui mentre mi scende i pantaloni e poi le mutandine. Mi trovo pulsante ed esposta davanti a lui. Si abbassa lentamente davanti a me e mi apre leggermente le gambe. Il suo viso si avvicina pericolosamente al mio se**o e ho un sussulto.

"Rilassati..." mi dice lui e io mi abbandono all'indietro.

Sento la sua lingua calda raggiungere il mio se**o. Sono così eccitata che inizio a gemere e a muovere i fianchi quando sua lingua si posa sul mio se**o bagnato. E sento l'orgasmo montarmi dentro, dopo pochi attimi.

Nessuno mi ha mai regalato un piacere del genere... come fa ad essere così bravo a leccarla? Sembra essere nato per fare questo...

"Sai, ho passato notti intere sul letto sognando la tua fi** bagnata. Adoro il suo odore...mi fai impazzire, Margot!" a quelle parole vengo e sento un'ondata di liquido fluire dalla mia intimità. S**irto bagnando completamente il sedile, ma sono finalmente rilassata.

"Ca**o che lago! Hai bagnato tutto! Mer**!" la sua voce mi porta alla realtà quando vedo il sedile imbrattato del mio liquido.

"Oddio, Abe, scusami!" arrossisco davvero imbarazzata.

"Non ti preoccupare, pulisco dopo..." dopo qualche istante Abe ravviva la marcia dell'automobile e attraverso dei movimenti bruschi e veloci dello sterzo parcheggia di fronte il vecchio bar dove è solito fare colazione ogni mattina.

"Piccola Margot, alza le tue belle chiappe dal sedile. Prima di affrontare questa giornata terrificante dovremmo riempirci la pancia..." balza mentre insinua le sue mani prontamente sul mio sedile e stringe il mio gluteo sinistro con avidità.

"E comunque il tuo c*lo è più bello..." grida facendo riferimento di nuovo all'episodio del semaforo rosso e probabilmente quello è il suo modo per chiedermi scusa. Poi, esce dalla vettura e scoppia in una folle risata.

"Vuoi rimanere seduta lì a contare i tuoi ovuli spiaccicati sul sedile?"

"Ma che cafone che sei!"

Ovviamente, da buon villano quale è non osa né aprirmi lo sportello della vettura tanto meno aspettarmi, in quanto è già entrato nel bar e io invece, mi trovo distante da lui di qualche passo. Quando entra nel locale la cameriera storica del locale Olivia, lo accoglie con una gran sorriso: lei è sua coetanea, dai capelli biondi ed è estremamente attrattiva e fascinosa ma Abe non sembra contraccambiare il saluto con lo stesso suo entusiasmo.
Vedo gli occhi del poliziotto riempirsi di malinconia e non riesco a capire il perché. Comunque ci accomodammo in un tavolo appartato ed Abe mi sembra molto distratto mentre non distoglie lo sguardo dalla bella cameriera. Effettivamente, ogni mattina mi chiedevo il perché Abe si recasse in quel locale squallido e mal ridotto ma probabilmente avevo ottenuto la mia risposta.

La donna che Abe ha amato ai tempi del collage è Olivia!

Intanto, Olivia si avvicina a noi per prendere le ordinazioni e la sicurezza che sembra accompagnare Abe si frantuma in mille pezzi di fronte gli occhi verdi di quella donna.

"Abe, buongiorno ma lei è o non è la figlia di Moore? " chiede la donna ed Abe si limita ad annuire mentre non stacca la vista dal menù, sembra che non ha il coraggio di guardarla negli occhi.

"Ragazzina, sai una cosa? Hai proprio gli stessi occhi indifesi di tuo padre durante il suo primo giorno di collage..." sorride la donna passandosi la sua penna delle ordinazioni tra le labbra ed Abe di fronte quel gesto arrossisce.

Cosa?

Lui che arrossisce?

Nel frattempo, io sgrano gli occhi perché dalla sua frase e dai gesti timorosi dell'uomo capisco che Olivia è la fantomatica donna che ha spezzato il cuore di Abe durante i tempi del collage.

"Due brunch, il mio possibilmente con doppio bacon e con salsa barbeque. E cristo, fate cuocere di più le uova strapazzate, delle volte sono talmente crude che mi sembra di mangiarle direttamente dal culo della gallina..." ordina Abe con la sua solita rozzezza e maleducazione mentre mi obbliga a non rispondere ad Olivia. La donna annuisce e sembra essere abituata alla cafonaggine dell' uomo, scrive quanto richiesto dal poliziotto e si allontana . Io nel frattempo, sono pronta a ferire Abe e a metterlo contro le spalle al muro perché ho scoperto una parte della sua vita fondamentale e non mi farei mai scappare una simile vendetta dopo l'episodio del semaforo rosso. Riconosco che quello è un comportamento infantile, ma non mi importa, del resto Abe è il primo ad essere immaturo e bamboccione.

"Dunque, mio caro don Giovanni, sei innamorato della bella cameriera che ti ha spezzato il cuore ai tempi del collage? " domando io con sarcasmo mentre mi gusto l'espressione sconvolta ed impietrita di Abe, adesso capisco perché si reca ogni mattina in questo locale schifoso. Le sue guance si macchiano di vergogna e in sei anni di conoscenza è la prima volta che lo vedo così restio e timido. I suoi occhi blu si svuotano della sua sicurezza e per un momento vedo e sue labbra tremare: sono riuscita a buttare Abe Williams al tappeto e sono compiaciuta di fronte le mie capacità intuitive proprio da vera detective.

"Chiudi il becco, ragazzina. E fatti i ca**i tuoi. E poi io innamorato? Ma ti senti parlare? Per favore!!" ringhia Abe mentre la sua voce torna a coprirsi di supremazia e cupidigia ma comunque il suo sguardo è fisso verso Olivia che in lontananza sta accogliendo un gruppo di anziani e capisco che la mia riflessione è corretta.

Io sento il cuore battere più forte perché è come se questa rivelazione mista alla notizia di Angela, mi stia uccidendo un po' per volta.

Non posso negare che sapere che Abe sia innamorato di un'altra donna mi faccia terribilmente del male ma comunque devo ignorare ciò!

Almeno sono tranquilla perché Olivia è follemente innamorata di suo marito Benedict ed hanno tre splendidi bambini e poi a giudicare dal comportamento di Abe, lei lo vede solo come un lontano ricordo.

"Ti invito ad usare le tue doti da stalker solo per occuparti di questa indagine e non di cose che non ti competono!" sbraita lui mentre Olivia torna e ci porge quanto avevamo richiesto o meglio, quanto ordinato da Abe e si  zittisce sotto lo sguardo verde della donna. Olivia mi sorride porgendomi il mio brunch e gli occhi blu dell'uomo la scrutano con devozione mentre lei sembra rimanere imparziale e distante anni luce. Quando la donna sì allontana Abe si scaglia contro il mio volto con apatia, quasi come se volesse cancellare la mia supposizione di poco prima.

"Queste uova fanno sempre più schifo... Incredibile!"

"Perché non cambi tavola calda se ti fanno così schifo, allora?"

Lui rotea gli occhi verso l'alto.

"Parlami di Angela Fish" mi ordina mentre ha tra i denti il bacon poi, per compiere l'opera prende una bottiglia di birra e l'apre con i denti e si lascia sfuggire un disgustoso e sonoro rutto.

Non posso negare che questa insolenza mi genera una risata isterica anche perché tutti i presenti nel bar ci guardano impietriti per la maleducazione di Abe. Lui non se ne cura anche perché sta mangiando con le mani e io nel vedere il suo volto sporco di salsa barbecue, scoppio nuovamente ridere e provo ad avvicinarmi a lui per pulirgli il viso, proprio come si tratti di un bambino.

"Abe... Sei tutto sporco di salsa barbeque..."

"Mi piacerebbe essere sporco di altro, lo sai? Ma tu hai lasciato tutto sul sedile..."

Lui mi sorride soddisfatto per la volgarità appena detto.

"Ora parlami di Angela Fish..."

Non posso negare che Abe riesce a farmi distrarre da tutta l'ansia che ho addosso: ho paura per Angela, ma lui sembra riuscire a lenire la mie ansietà, o almeno ci prova.

"Angela ha trent'anni, è innamorata dell'arte, in particolar modo della pittura, difatti insegna discipline pittoriche all'Accademia di Belle Arti della città. Ma nonostante la sua grande passione per l'insegnamento, è una persona che ama la solitudine" speg9 mentre decido di addentare le uova mentre Abe mi guarda divertito, in fondo non è poi così spiacevole trascorrere del tempo con lui, o forse sì.

"Per questo motivo non ha un compagno..." continuo provando a mangiare in maniera composta ma di fronte Abe che mangia come un maiale è davvero impossibile. Rido divertita perchè la sua compagnia si sta rivelando piacevole ma Abe non tarda a rovinare tutto, come sempre.

"Lo so bene che non ha un compagno..." mi interrompe lui con il suono fragoroso ed irritante della sua risata e io rimango basita perché non mi sembra molto appropriato ridere di fronte una situazione del genere. Sto scoppiando d'ansia e voglio provare a distrarmi ma il suo fare scostumato ed indecente finisce sempre per snervarmi.

"Tieniti per te i racconti di quella notte, brutta fogna!" ululo selvaggiamente mentre i nervi stanno per scoppiarmi ed Abe nuovamente si perde a ridere. Rimango scioccata di fronte la sua ilarità e da sotto il tavolo gli tiro un calcio talmente forte da averne potuto sentire il rumore. Ed il suo viso si contrae in un'espressione di dolore e io godo perché il mio intento è proprio quello di provocargli male fisico.

"Piccola Margot, non essere gelosa ma non sei l'unica che sogna di venire a letto con me..." sghignazza mentre la sua frase è intervallata da rutti terrificanti che mi stanno mettendo davvero in imbarazzo, perché tutti ci fissano. Senza considerare che lo squallore di questa frase mi adira come non mai, queste sue terminologie ed espressioni sessiste mi hanno ormai stancata. E non riesco a comprendere come può ridere e scherzare di fronte la scomparsa di una persona, con cui probabilmente ha avuto a che fare.

"Abe, ma vai a fare in cu**!! Smettila di parlare come se ti trovassi sul set di un film por**, sei schifoso! Adesso mi hai veramente rotto il ca**o, io non sono la tua bambola e vattene a fanculo! E dell'indagine me ne occuperò da sola personalmente, non ho bisogno di un coglione depravato come te. Addio!!!!" scoppio esasperata, buttandogli addosso il contenuto della mia tazza e la sua camicia si macchia di caffè. Lo guardo infuriata e alzandomi dalla sedia, esco dal locale mentre lui continua a ridere come un imbecille quale è. Nulla mi impedisce di lasciarlo solo con la sua maleducazione, mi ha davvero nauseato: Abe deve comprendere con chi ha a che fare e quella sua volgarità e superficialità mi hanno stremata. Ho probabilmente perso una persona cara della mia vita e il suo modo di fare mi ha profondamente offesa ed infastidita. Non mi farò prendere in giro da un poliziotto grezzo e cafone perchè il dolore che ho nel cuore deve essere rispettato e non profonato in questa maniera sudicia e immorale.

Non ho più nessuna intenzione di collaborare con Abraham Williams.

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