🔞🔞 Capitolo 24🔞🔞🔞
Non posso credere che Abe abbia fatto uso di violenza in una cerimonia pubblica per poi essere scappato via senza scusarsi!!!
Gli occhi di mio padre sono increduli mentre io non riesco a trovare parole per esprimermi.
"Margot ma cosa diavolo succede?" mi chiede papà sbigottito. La forza bruta dell'agente segreto si è scagliata poco prima impetuosa contro Thomas e il suo volto è macchiato di dolore. Non tarda ad arrivare un gruppo di paramedici in soccorso del poliziotto mentre io ho la testa sconnessa. I miei genitori mi fissano perplessi ed attendono una mia spiegazione ma io in quel momento torno a seguire il mio cuore.
"Ma che ne so! Io devo raggiungere Lizzie. A dopo" fingo e nulla mi impedisce di allontanarmi da quella cerimonia e di imboccare la via principale.
Vedo la sua ombra.
Mi avvicino silenziosa e lui è avvolto tra i suoi pensieri mentre stringe tra le mani una bottiglia di birra
"Hai mezzo secondo per spiegarmi che cosa ti è preso!!" grido e quando i suoi occhi incrociano i miei mi sento morire.
E attraverso quello sguardo è come se lui riesce a mostrarmi tutto il dolore che aveva accumulato in vita.
Sapete, sono convinta che cerchiamo la felicità nel posti sbagliati ed abbiamo riposto le nostre speranze su persone o cose che, semplicemente, non possono soddisfarci.
No?
Abe quale felicità potrebbe mai darmi?
Dico bene??
Per quanto mi riguarda, adesso io fisso gli occhi blu di quell'uomo e la mia anima grida di amarlo ma lui abbassa lo sguardo e riprende a sorseggiare birra.
È indifferente, è distante e questo mi sta annientando e non comprendo il motivo della sua apatia.
Odio con tutta me stessa i suoi sbalzi d'umore e sto trattenendo le lacrime in quanto sono estremamente confusa.
Sono stufa di essere trattata come una pezza da piedi, come un fazzoletto, come argilla nelle sue mani.
"Margot, fuori dalle palle. Lasciami solo." ringhia mentre le sue ciglia nere sbattono velocemente e il suo respiro si perde nell'aria. E a quelle parole così rigide e dure non posso controllare la mia reazione perché scoppio a piangere, senza una apparente ragione.
Mio padre una volta mi ha detto che piangere senza alcun motivo significa essersi trattenuti troppo a lungo. Significa aver tenuto dentro un oceano di lacrime che prima o poi dovevano pur uscire. Mi ha anche detto che siamo come dei grandi contenitori che piano piano si riempiono, e sopportano, sopportano, sopportano, ma come sapete a tutto c'è un limite e io ho raggiunto quella linea di confine.
Perchè anche i contenitori forti e grandi hanno un orlo e arrivati all'orlo non ce la fanno più a tenersi dentro tutto. Scoppiano.
Piango, piango tutte le lacrime che non ho pianto fin'ora. Sono stata forte, ma ora dimentico tutto e butto fuori il dolore, perché voglio smetterla di stare male anche per colpa di quell'uomo.
"Sei veramente uno stronzo. È finita" grido mentre le lacrime ostruiscono la mia voce e quasi riesco ad arrivare a fine frase attraverso un arido singhiozzo. Gli do le spalle e sono ben convinta a lasciarlo lì solo, a non vederlo mai più, a dimenticarlo perché quell'uomo mi sta distruggendo e io non ne posso più.
Sono dolorante, troppo e non posso soffrire ancora per lui.
Quando ad un tratto, sento che mi afferra il polso e in men che non si dica mi ritrovo tra le sue braccia vigorose.
Deglutisco.
Mi guarda negli occhi.
Lo scruto, immerso a contemplare non so quale particolare del mio viso.
Sono tra le sue spalle, immobile.
Si avvicina e mi accarezza una guancia.
Sobbalzo, ma non sono ben intenzionata ad allontarlo: non voglio vederlo mai più.
"Ma che ca**o fai? Mollami! La smetti di rovinarmi la vita? È finita ti ho detto!" strillo istericamente ma lui mi mette una mano sulla bocca e dolcemente mi fa cenno di fare silenzio.
"Margot..." mi chiama dolcemente "Piccola Margot"
Non l'ho mai visto così.
Mi asciuga pian piano le lacrime con le sue dita affusolate e probabilmente i miei occhi sono rossi e gonfi dal pianto.
Continua a guardarmi con quelle sue iridi che ti perforano l'anima, tanto scavano a fondo.
"Margot, io impazzisco all'idea che qualcun altro possa sfiorarti. Ma soprattutto non posso tollerare che qualcuno ti faccia del male e ti tratti come una pu**Ana. Voglio dire hai letto quei messaggi? Mi è venuto il vomito..."
Ca**O, adesso sì che sto vacillando seriamente.
Mi sento nuda davanti a lui, una piccola e insignificante formica nelle sue mani.
Sorrido involontariamente.
Ca**O, no, sto per farmi di nuovo del male.
In quel momento le dita della mia mano toccano le sue, le nostre mani si incontrano, si stringono. E in quel momento, non so perché, spero che non me la lasci andare. In quel momento, scopro di aver bisogno di lui.
Tanto bisogno di lui.
"Tu sei strana lo sai, piccola Margot? Ti arrabbi con me ma non riesci a starmi lontano. " la sua voce è calda e sexy e sentirla contro il mio orecchio mi fa genere ma devo resistere.
Guardo le nostre mani intrecciate.
Lui continua a guardare me, non so nemmeno se si è accorto delle nostre mani unite ma io sì.
Il suo respiro sbatte sul mio collo, ha iniziato a baciarmi con foga e io sento sciogliermi ma devo resistere.
Non può andare sempre così.
La sua mano destra scende sulla mia schiena, mi sta accarezzando e io sto impazzendo.
Sono un disastro ma devo porre fine a questo circolo vizioso.
"Tu mi hai veramente rotto il ca**o. Devi andare via, Abe!!! Via dalla mia vita." mormoro e allento un po' la presa, ma lui mi blocca, mi stringe di nuovo la mano nella sua. Come a non volerla più lasciare andare, come a dire 'resta', come a dire 'non te ne andare', ma forse queste sono tutti miei viaggi mentali.
Mi sento sciolta come una pozza d'acqua.
Mi accarezza una guancia, poi mi lascia una serie di baci umidi sul collo e mi sfiora la gola.
Sto impazzendo.
Secondo me, mi trovo all'inferno non c'è altra spiegazione.
Voglio con tutta me stessa godere con lui, sentire ancora il nostro piacere mischiarsi.
Voglio essere amata.
Ma Lui non ne vuole sapere e per questo devo allontanarmi.
"Tu mi usi e basta. Sei nocivo per me. Devi andare via. " lo accuso ma le sue spalle mi stringono forte e i suoi occhi blu questa volta non mi lasciano scampo. Il suo respiro trafigge il mio collo. Ha fumato, l'alito puzza di sigaro e tabacco combusto. Ma allo stesso modo, ha un profumo fruttato, piacevole, spesso e volentieri forte e aggressivo ma sempre piacevole e un fascino da pianta carnivora.
"Abe, io non reggo più questa situazione. Non sopporto i tuoi sbalzi d'umore, la tua caffonaggine e.." mi blocca le parole perché posiziona di nuovo il suo palmo contro la mia bocca e io sto uscendo fuori di testa. Percepisco la sua erezione che accarezzarmi le natiche e mi sta flaggellando.
"Shhh, parli troppo piccola Margot.
Se potessi fare una cosa ora, Cosa faresti, Margot? Mi manderesti davvero via? Non credo" sussurra ma io non voglio cedere.
La sua mano si insinua sotto il mio vestito, ecco qui che le sue dita esperte si fanno strada tra le mie pieghe e io non ho il coraggio di oppormi.
Sono arrabbiata, delusa, affranta ma allo stesso modo, sono innamorata, troppo ed ingiustamente.
Brutta cretina innamorata. Povera scema!
"Tu mi vuoi, Margot. Io lo so... io lo so che io e te non possiamo stare lontani. " sussurra per confermare il suo potere su di me.
"E poi, che cosa ti aspettavi che io avrei letto quei messaggi e sarei andato là fuori a stringere la mano a Thomas? Se la pensi così non mi conosci..." spiega con finta calma. Mi sono attaccata a Lui come una liana che pende da un albero nella foresta.
Sto sbagliando, ma Dio se lo voglio.
"Ora andiamo via da qui..." ordina e mi prende in braccio e senza pensarci due minuti in più, mi conduce verso la sua macchina. Mi bacia appassionatamente sulle labbra per poi gettarmi sul sedile della sua automobile. Riprende a baciarmi sul collo, scendendo di nuovo sui seni; bacia le aureole avvicinandomi sempre più ai capezzoli che stuzzica con piccoli morsi.
Dio Mio, questo uomo mi manderà al manicomio.
Poi, si allontana da me, mette in moto l'automobile e capisco le sue intenzioni: alla fine ha vinto lui.
"Non posso stare lontano da te. Lo capisci? " dice e la sua voce penetra nelle mie orecchie come fosse una melodia soave.
Perchè lo amo così?
"Non posso stare lontana da te. È vero" La mia voce esce secca, quasi irritata. Lo guardo negli occhi, quegli occhi pieni di presunzione, e so che aspetta di sentire qualcosa che lo distrugga o lo esalti.
Ma non gli darò la soddisfazione.
"Non fraintendermi, Abe," continuo, incrociando le braccia sul petto. "Non è per quello che pensi tu. È solo... sei il sesso migliore della mia vita. Tutto qui."
Vedo come la sua bocca si incurva in un sorriso a metà, come se stesse già assaporando la sua vittoria.
"Ah sì? Solo per quello?" domanda, e la sua voce è una miscela insopportabile di arroganza e divertimento.
Stringo i denti. Non riesco mai a controllarmi con lui, mai. È come se sapesse esattamente quali corde toccare per farmi crollare.
"Sì," ribatto con fermezza. "Solo per quello. Non farti strane idee."
Ma lui non ci crede. Lo vedo dai suoi occhi, da come mi guarda, da come si avvicina un passo alla volta, con quella calma da predatore che mi manda fuori di testa.
"Sai, Margot," dice, inclinando leggermente la testa, "mi piaci di più quando cerchi di mentire."
Riprendo la sua mano e mi porto il suo indice alla bocca. Succhio ripetutamente, con movimenti lenti, quel dito così affusolato e allo stesso tempo perfetto. Mi passa il pollice intorno alle labbra e chiudo gli occhi.
Non avevo mai desiderato così tanto un uomo nella mia vita, sento la mia vulva pulsare mentre continuo a girare la mia lingua intorno alle sue dita.
"Non farmi del male, Abe. Ti prego." il mio tono è più severo del solito e una volta giunti a casa sua mi fa sdraiare sul divano. L'aria è tesa si percepiscono gli ormoni e lui pure li sente ne sono certa, forse sente già il mio odore dolciastro perché io sono già bagnata.
"Perchè pensi sempre che io ti voglia fare del male?" mi chiede mentre mi trafigge con i suoi occhioni blu, marini come il più tormentato degli oceani.
"Perché è così..."
"Non credo proprio e ora te lo dimostro che voglio farti di tutto tranne che fatto male..."
Le sue dita si intrufolano nelle mie mutandine e io inizio ad ansimare mentre le sue mani esperte passano dal pube al clitoride e lo umidificano.
Mi volto e mi stampa un bacio passionale in bocca, sono avvinghiata a lui e sento la sua eccitazione da sotto i pantaloni decido che va assolutamente liberata. Così slaccio la cintura e abbasso mutande e pantaloni in un colpo solo.
"Wow... Abe che ca**o che hai..." mi lascio sfuggire e lui ridacchia. Mi fermo ad ammirare la sua erezione, è bellissima e prepotente, avvicino il viso e tocco la punta con la lingua.
Non mi interessa più nulla, voglio solo vederlo godere ma lui mi allontana e mi incastra sul divano.
Mi sfila il vestito mentre non distoglie gli occhi da me. Mi toglie le mutandine con pacatezza e io mi stupisco di quei suoi gesti intimi e precisi.
"Sei bellissima, Margot." sussurra dolcemente, "Mamma mia fo**utamente perfetta"
Ci baciamo con avidità e lui tira fuori la lingua e vuole che gliela lecchi. Eseguo il suo ordine e lui freme di desiderio.
Quest'uomo è decisamente il Dio del se**o.
"Dannazione, Margot, non hai idea di cosa mi fai. Ti voglio, ti voglio ora. E non me ne frega un ca**o di cosa è giusto o sbagliato.Cristo, sei una droga"
"Allora prendimi, Abe. Non voglio dolcezza, non voglio promesse. Voglio le tue mani, la tua furia. Voglio perdermi nella tua follia."
"Non hai idea di quanto tu mi rovini, Margot. Sei il mio inferno, e non voglio nessun altro paradiso."
Voglio baciarlo ma lui in men che non si dica mi entra dentro e colpisce forte da subito. Non mi da il tempo di elaborare la sua pienezza che subito comincia a tormentarmi il corpo con Delle pompate potenti.
Sono bagnatissima, tanto bagnata che alle volte il suo corpo mi sfugge.
Dopo pochi colpi mi blocca distesa e sale su di me e continua a ritmo serrato. Affonda di più, si spinge ad andare sempre più in fondo e mi tocca una serie di punti che sono in grado di farmi strillare come mai.
"Cristo, Margot... sei fatta per me. Ogni tuo respiro, ogni movimento, mi manda fuori di testa. Godi daiiii"
"Abe... sei un dannato porco. Mi bruci, mi consumi, ma non voglio altro. Prendimi, fino a non lasciarmi niente."
"Ti senti? Ogni centimetro di te urla il mio nome. Sei mia piccola Margot. Solo mia."
"Sì, tua. Sempre tua. Non smettere, non fermarti, ti voglio tutto dentro, fino a togliermi ogni pensiero."
Comincio ad avere la testa annebbiata dall'org**o che mi monta dentro, sono fuori controllo: io amo da morire quest'uomo. Poco dopo che sono venuta lui torna alla carica, è insaziabile, ha sempre fame di me e la cosa non può che mandarmi in tilt.
Mi tira su le gambe, posso vedere il suo bacino che si muove: è fuori e dentro di me, a ritmi stretti e forti.
Guardo i suoi occhi blu, fino in fondo, sembra diverso ma non mi illudo, non voglio farmi del male.
"Non guardarmi così, Cristo." bocheggia ansimando ma io non distolgo lo sguardo. I miei occhi verdi sono perforanti e me ne rendo conto perché lui chiude le pupille per non incrociare il mio sguardo. Devo costringerlo ad aprirsi, a lasciarsi andare perché non può essere solo sesso. I gemiti cominciano ad uscire dalla sua bocca, tra i respiri sempre più affannosi. Sta godendo come un pazzo, lo vedo da come ribalta gli occhi indietro.
"Oh, mia piccola Margot." sussurra e la mia anima vibra sotto la sua voce mentre riapre gli occhi e mi fissa. Cerco di assecondare le sue spinte col bacino e vengo di nuovo. La mia intimità si contrae per avvolgerlo forte ad ogni spinta. Lui mi perfora l'anima. Grida e arriva al culmine mentre le mie iridi sono intrappolate nelle sue. Stiamo facendo anche l'amore con gli occhi.
"Margot, perdonami, ho provato ad evitarlo. Ma mi sono innamorato di te"
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