🔞 Capitolo 23🔞

Provo a ripristinare un aspetto decente anche se mi rendo conto che ho i capelli fuori posto dato che Abe si è divertito a tirarli, provo comunque a fare del mio meglio, raccogliendo la mia chioma bionda in una mezza coda.
Ho il rossetto sbavato e mentre mi sfioro con le dita le labbra sento che ho ancora il suo sapore sulla lingua.

Come vorrei che questi rapporti occasionali si tramutassero in una costante, ma so che da quell'uomo io non posso aspettarmi nulla.

Quando esco dal bagno mi guardo intorno e noto che tutti i commensali si sono accomodati dinanzi a tavolini per poter deliziarsi con un ampio buffet offerto dalla stazione di polizia.
Miguel è impegnato a chiacchierare con il capitano Luther e non smette addentare una tartina al salmone poi noto che con la coda dell'occhio cerca il mio sguardo.

Mi fissa per qualche istante e io sento il mio cuore esplodere perché grazie a lui sono tornata a provare emozioni.
Con discrezione stringe leggermente l'occhio sinistro e mi concede un po' della sua ilarità attraverso un occhiolino mentre si perde nella folla che si muove a ritmo di Staying Alive.
Lo scruto ed ispeziono i suoi movimenti e noto che si avvicina per l'ennesima volta a quella donna con cui aveva già ballato precedentemente.
Le afferra i fianchi e lei si lascia andare tra le mani dell'uomo che la sfiorano con sapienza mentre noto che sono davvero troppo vicini.
Onestamente sto cominciando ad odiare questa festa anni '80 per sbirri ultra cinquantenni, considerando anche che l'atteggiamento di Abe mi sta facendo uscire fuori di testa.
Così mi avvicino a Lizzie che è seduta di fianco il piano bar, ma onestamente la sento e la percepisco molto strana, spesso si perde nel vuoto e fissa a terra, chissà cos'ha. Forse non ha preso bene il fatto che non ho più risposto alle sue chiamate, ma io dopo la morte di Angela sono diventata praticamente un automa e non volevo affibbiare il peso del mio lutto a nessuno.

"Lizzie, stai bene? " le chiedo mentre mi siedo al suo fianco e provo a mangiare qualcosa anche se non ho fame. Abe ha generato in me uno strano turbinio di sensazioni e pulsioni carnali che spinge nel basso ventre ma non solo. Sento la presenza di quell'uomo nella punta più nascosta del mio cuore e questo mi ferisce profondamente perché lo vedo scuotere le braccia verso il cielo mentre non stacca gli occhi da quella donna.
Ma cerco di ignorare i miei spiriti interiori e decido di concentrarmi sullo sguardo della mia migliore amica del resto con lei mi sono comportata davvero male.
Ad inizio serata mi ha detto di essersi innamorata e di aver perso la testa ma io dentro di me comincio a nutrire un cattivo presentimento.
Le parole di Abe riecheggiano nella mia mente "voi donne vi innamorate sempre dell'uomo sbagliato" ed effettivamente è vero. Vorrei scacciare quel losco pensiero ma non ci riesco, la morte di Angela mi ha talmente straziato che ad oggi mi trovo a sospettare ed ad avere paura per qualsiasi cosa.
Adesso inizio a tremare per Lizzie e comincio a chiedermi chi possa essere "quel colombiano che le ha fatto perdere la testa". Questa storia non mi convince neanche un po' e mi trovo a sprofondare in un vortice di sconforto, in un abbisso da dove non riesco più ad uscirne fuori.
Sento la mia migliore amica strana, i suoi capelli sono schiacciati dal vento di quella sera e i suoi occhi sono gonfi.
Fissa il telefono e quando si rende conto che le ho fatto una domanda mi invita a sorseggiare un po' del suo mojito.

"No, Margot. Non sto bene. " mi risponde secca e io avvento la cannuccia del drink tra le mie labbra.
Ho bisogno d'alcol perché la mia mente ha iniziato a cavalcare e ho paura di ritrovarmi di nuovo nell'occhio del ciclone.
Non so perché ho iniziato a nutrire quelle supposizioni ma nello sguardo di Lizzie c'è quel terrore che avevo letto tempi a dietro in quello di Angela, ma che non avevo saputo interpretare.

"Lizzie, dimmi subito che hai. E ti chiedo scusa se sono sparita nel nulla ma..." sussurro io mentre mi blocco in quanto i miei occhi viaggiano tra la folla e ho perso di vista Abe: sarà sicuramente andato via con quella tipa.
Quell'uomo mi sta facendo dannare e penare e in questo istante mi rendo conto che ho sbagliato a concedermi a lui. Sono stata una sciocca ma comunque cerco di mettere da parte il mio amore proprio e di curarmi totalmente di Lizzie.
Ingeriscono maggiore alcol e la cannuccia si posa nuovamente fra le mie labbra con estrema naturalezza quanto seducente anche se non me rendo conto.
Lizzie ha lo sguardo fisso contro il display del suo iphone e io nel frattempo, sento vibrare il mio telefono, immediatamente mi accingo a leggere il contenuto del messaggio che risulta essere di un numero sconosciuto.

Lo apro.

Adesso, vorrei vederti succhiare il mio manganello proprio come stai succhiando quella cannuccia.

Mi guardo intorno ma non riesco a vederlo tra la folla.
Sorrido maliziosamente: Abe è davvero un uomo imprevedibile quanto caliente ma non è il momento adatto per fare conversazioni erotiche via telefono.
Quindi rimpongo il telefono dentro la borsa e guardo Lizzie con introspezione, lei sembra ignorarmi mentre le sue dita scorrono velocemente sullo schermo del suo smartphone.
Il mio telefono vibra ancora e io stizzita torno di nuovo a leggere i messaggi di quell'uomo decisamente troppo arrappato. Adesso Abe ha iniziato davvero a darmi fastidio, non può trattarmi come fossi la sua bambola special modo per l'atteggiamento che mi ha riservato poco prima.

Mi trovo in bagno e non vedo l'ora di farmi una se** pensando alle tue tette che sbattono sulla mia faccia.

Mi sento davvero in imbarazzo ed elimino il messaggio. Mi guardo intorno e il poliziotto sembra essere sparito fosse si trova in bagno a provocarsi piacere ma io onestamente non lo aiuterò.
Delle volte mi sembra davvero un malato di se**o e io non posso partecipare alle sue depravzioni soprattutto perché non ha il minimo rispetto per la mia sofferenza.
Alzo gli occhi al cielo come fossi indemoniata e incrocio lo sguardo di Thomas che si è appena seduto di fronte a noi.
Sto iniziando davvero a provare vergogna perché è davvero imbarazzante ricevere messaggi hard in determinati contesti e volentieri tirerei un ceffone a Abe.
Il poliziotto mi sorride ma io abbasso lo sguardo.

Il telefono vibra di nuovo.

Un altro messaggio.

Lo apro.

Margot, ho appena finito di farmi una se**a e solo a guardare le tue labbra mi viene duro di nuovo. Andiamo in bagno e fatti scopare.

Che stro**o porco!

Spengo il telefono e sono piena di rabbia e rammarico.

Davvero si è permesso di parlarmi in quella maniera?

Io sto scoppiando di dolore e lui non solo sparisce nel nulla per un mese, (senza avere la decenza di chiedermi come sto, dato che ho visto una delle mie migliori amiche morta), si fa avanti a me solo per sco**re, per fo**ermi nel cesso della stazione di polizia e usarmi per sfogare i suoi impulsi.
Non riesco a vederlo tra la folla ma giuro che appena lo intravedo lo prendo a schiaffi.
Io non sono di certo la sua bambola e gli non permetto di parlarmi in quel modo rozzo e volgare. Soprattutto non gli concedo il fatto di inviarmi messaggi erotici in una cena pubblica dopo che mi ha scaricata in bagno come fossi una scarpa vecchia.
D'un tratto divampano le note di "Take My Breath Away" - Berlin, e io alzo gli occhi al cielo perché quella cena si sta rivelando uno squallido evento anni 80.
Sono arrabbiata e non riesco a nasconderlo e quando noto che Thomas mi fissa con intensità, senza rendermene conto lo squadro con antipatia e lui arrosisce e finge di prestare attenzione sullo schermo del suo cellulare. Quell'uomo non mi piace affatto e per altro sembra sbavarmi dietro ma lo ignoro perché sono troppo impegnata a pensare a Abe a alla sua ipersessualità. Nel frattempo, Lizzie sembra tornare sulla terra, scaraventando il suo cellulare sul tavolo e capisco deve esserci davvero qualcosa che non va.

"Margot, devo raccontarti davvero tante e troppe cose." mi sussurra all'orecchio e io sono pronta a prestare la massima attenzione alla sua confidenza perché dubito davvero che lei stia bene.
La guardo nelle pupille ed effettivamente riesco a leggere del terrore nella sua anima.
Il mio sangue inizia a pompare con velocità e mi rendo conto che ho paura.
Lizzie ha lo sguardo fisso a terra e sembra che stia organizzando i suoi pensieri perché forse, non sa da dove cominciare.

Ho paura di perdere anche Lizzie.

Ho paura di rimanere da sola.

Ho paura di vivere.

Ho paura che dietro ad un angolino di luce possa nascondersi un buco nero.

Il mio telefono vibra di nuovo ma io
decido di ignorarlo perché leggere l'ennesimo messaggio sconcio mi avrebbe mandato in una clinica psichiatrica all'istante.
Intanto, le pupille di Thomas si posano contro di me di nuovo e mi regala un ghigno strano io rabbrividisco perché non capisco quella sua espressione maliziosa.
Quell'uomo ha iniziato a schifarmi perché non smette di scrutare la mia scollatura e si lecca persino le labbra.
Un brivido di tensione mi solca la schiena e quando lo vedo camminare verso di me mentre con una mano si sfiora accidentalmente tra le gambe, giuro che sto per vomitare.
D'un tratto, si avvicina a me e senza che io potessi oppormi mi porge un drink e mi invita a gustarlo muovendo le labbra in modo davvero disgustoso, come se volesse imitare in maniera fallace i miei gesti.

"Margot, sei davvero bellissima. " mi dice interrompendo il dialogo che si è generato appena tra me e la mia migliore amica.
Lizzie sta per muovere le labbra perchè Thomas si sta avvicinando davvero con sospetto verso il mio volto ma d'un tratto io sento prendermi per il polso con forza.
Senza sapere il perché mi trovo tra le braccia di Abe che mi ha scaraventata in un angolo buoio della caserma.
Sono davvero confusa e non posso respingerlo e fare una scenata perché sento che qualcuno potrebbe sentirci quindi mi limito a fulminarlo con lo sguardo.
Le note della celeberrima canzone che è colonna sonora del film Top Gun, ci fa da sfondo e sono praticamente incatenata nella sua stretta.
Mi spinge contro il muro e i suoi occhi blu sono fissi verso il mio corpo.
Mi stanno bruciando e non posso reprimere i miei impulsi perché ho una gran voglia di baciarlo, nonostante quei messaggi del ca**o.
Abe mi fissa dentro gli occhi mentre le braccia mi cullano tra le noti di quel lento ma lui sembra avere tutt'altra intenzione.
Sono davvero arrabbiata con Abe perché non posso tollerare quei messaggi così volgari: io non sono la sua bambola.
Sono stufa di essere trattata da lui in questa maniera, non voglio essere più il suo giocattolo e sono ben convinta di volerla fare finita con lui.
Le idee sono strane, cozzano nel mio cervello. In maniera inspiegabile l'ira svanisce e sentire il suo corpo così vicino al mio mi fa tremare.
Fulmini a ciel sereno che rischiarano bui periodi.
Lui si avvicina contro di il mio corpo, la sua erezione spinge verso la mia gonna.
Lo voglio di nuovo.

"Che ca**o stai facendo? Non puoi trattarmi così. " gli urlo praticamente in faccia provando a coprire la musica che è decisamente troppo alta.
Poi scruto il suo volto che è tutt'altro che sereno e mi guarda con autorità e forse mi rendo conto che ha risentito della vicinanza di Thomas.
Il poliziotto sembra apatico ma dentro il suo cuore posso leggere che si è davvero infastidito e quel suo gioco di possessione mi esalta.
Forse sono pazza perché in realtà dovrei essere profondamente adirata con lui e invece mi trovo ad essere compiaciuta per la sua gelosia.
Noto dai suoi occhi che avrebbe voluto portarmi in bagno e prendermi in ogni modo possibile. Era arrabbiato ma gocciolava dall'eccitazione per quella situazione e soprattutto per il mio sguardo che con sfrontatezza incrociava il suo.
Lui muove le labbra, ma senza emetter un suono, poi ci riprova e le sue parole schizzano dalla sua bocca come una tempesta.

"Che ca**o stai facendo tu caso mai! Se non mi fai girare i coglioni, non sei mai contenta. Vero?" ringhia mentre alza il collo e indica con lo sguardo Thomas che nel frattempo continua a fissare in maniera compulsiva il suo telefonino.
Io aggrotto le sopracciglia e rimango sconcertata dinanzi la sua rivelazione perché non posso tollerare la sua immaturità.

Il freddo della sera non lo sento per niente: saranno stati i due bicchieri di prosecco bevuti? Probabilmente.
O forse la vicinanza di Abe che mi fa gemere al solo tocco? Sicuramente.

"Ti ho già spiegato che mi fai imbestialire quando ti avvicini così ad un altro..." mi sussurra nell'orecchio mentre sento che le sue mani stringono la schiena, precepisco che vorrebbe afferrare tra le sue mani le mie natiche.
Io non rispondo e lo guardo dritto negli occhi.
Si lecca le labbra e guarda le mie gambe.
Di nuovo i suoi occhi arrabbiati si posano contro il poliziotto e sento che lo sta incenerendo con lo sguardo anche se nessuno può vederci.
Siamo in un posto isolato e buoio ma ho comunque paura che qualcuno venga a cercarci.
Ma io gli prendo il mento tra le mani e lo obbligo a guardare i miei occhi: le sue pupille sono davvero accecate dalla gelosia e mi rendo conto che quel "sei mia" forse ha un minimo di valenza per lui.

Ma io non posso tollerare i suoi sbalzi d'umore: prima mi manda dei messaggi altamente hard e si stupisce del fatto che io possa non rispondergli e preferire parlare con un altro uomo?

Anche se per verità la presenza di Thomas mi infastidisce solamente quindi lo ringrazio per avermi strappato dalla sua morsa ma non deve permettersi di fare la prima donna con me.

Lui balla con altre e poi, ha anche il coraggio di mostrarsi infastidito?

Che stro**o!!

Anche se vederlo geloso devo dire che mi provoca una scarica di forte adrenalina. Non so per quale motivo ma il fatto che volesse la mia esclusiva mi compiace.

"Caso mai, quello che mi ha fatto girare i co**ioni sei stato proprio tu con i tuoi messaggi del ca**o per aiutare a segarti." sussurro mentre ricalco la sua volgarità ma lui sembra perdersi nel vuoto ed è a dir poco sorpreso come se non fosse stato lui l'autore di contanta volgarità.

"Quali messaggi? Ma sei forse impazzita? Secondo te uno che scopa come me ha bisogno seriamente di segarsi?" risponde con ironia mentre scoppia a ridere e mi scambia per pazza ma io dinanzi la sua caffonaggine distolgo lo sguardo dai suoi occhi blu.

"Chi era a mandarti quei ca**o di messaggi?" Schizza lui ma io decido di lasciar perdere quella storia e mi lascio andare alla canzone, del resto Top Gun è uno dei miei film preferiti.
D'un tratto inizio a cantare la canzone mentre lui mi stringe i fianchi per provare a calmarsi.

"Fammi leggere i messaggi"

"Through the hourglass I saw you
In time you slipped away. "
*Ti ho visto nel momento in cui, ti sei dileguato in quattro e quattr'otto*
mugulo tra le labbra e il suo tocco mi infuoca e mi rendo conto che le parole del canzone siano veridiche verso la nostra situazione: io lo vedo scappare in continuazione da me, da noi, dal legame che si è generato, da quel nodo che non vuole sapere di sciogliersi.
È inutile: non riesco ad essere arrabbiata con lui anche se dovrei ma non ci riesco. È un sentimento che il mio cuore non vuole conoscere perché dinanzi il suo sorriso i battiti cardiaci sembrano arrestarsi.

"E poi chi era quella con cui ballavi?"

"Una collega... siamo amici da sempre"

I suoi occhi blu mi guardano con una luce nuova e anche se questa canzone è vecchia quanto mio nonno, io mi lascio andare ai suoi gesti e poso la mia testa sul suo petto.
Lo sento ispirare mentre ancheggia a ritmo di musica e io continuo a cantare nel suo orecchio, sento le sue mani stringere e avvolgere la mia schiena e decido di gustarmi la sua inaspettata dolcezza.
Mi dimentico dei miei genitori, il mondo intorno a me si spegne e mi rendo conto che solo grazie a lui posso tornare a sorridere.

"If only for today, I am unafraid" *
*Se soltanto per oggi non io non avessi paura* sussurro di nuovo e il suo petto vibra.
Decido di porre la mia mano destra sui suoi pettorali che accarezzo e mi rendo conto che mi è davvero mancato.
Quei suoi occhi blu mi ingabbiano,
mi percuotono,
mi sembrano veri, sinceri e io non posso credere che sia solo un porco stronzo.
Non ci riesco a volerla fare finita con lui perché c'è qualcosa che mi ha sempre spinto tra le sue braccia.

"Take my breath away"
*Toglimi il respiro.*

Canto ed effettivamente il suo fascino e la sua bellezza mi stanno togliendo il fiato e non posso più nasconderlo a me stessa. Mi reputo una donna intelligente e non posso assolutamente pensare di essere una senza cervello che si è innamorata di un don Giovanni da strapazzo.
Io lo amo e non posso più tenerlo come segreto nel mio cuore ma non voglio esprimerlo, non voglio dare voce al mio cuore perché lui non se lo merita.
Mi accarezza i capelli e io sprofondo nell'incertezza per la milionesima volta, perché deve essere proprio lui a farmi questo effetto?
Perchè non posso essere innamorata di un semplice ragazzo della mia età?

E soprattutto chi è stato ad inviarmi quei messaggi?

Io non sono proprio sicura del fatto che non sia stato Abe ma comunque rimango in silenzio.
Lui non riesce più a resistere e mi poggia entrambe le mani sul retro delle mie ginocchia e le fa salire accarezzandomi fino ad arrivare al bordo del vestito. Mette un dito sotto di esso,io gli do consenso; allora lui fa scivolare entrambe le mani sotto al mio vestito.

"Piccola Margot, io il respiro te lo tolgo e anche volentieri. Ma smettila di farmi impazzire, altrimenti alla prossima ti arresto una volta per tutte" mi accarezza le natiche per poi stringerle avidamente fra le mani e sento che lo fa con grande forza tanto da farmi sobbalzare.
Gli passo le dita fra i capelli neri tirandoli un po', lui continua a farsi strada nelle mie mutandine ed io non smetto di eccitarmi.
Lui mi sfila il perizoma e mi provoca dei brividi: sento un qualcosa di freddo toccare il mio cli**ride, incomincio a vibrare e il suo dito mi penetra subito dopo.

"Tu sei mia, ficcatelo bene in testa." sussurra lui mentre continua a far entrare ed uscire il suo dito dentro di me.
Muovo il mio sedere su di esso: stavo facendo se**o con il suo dito mentre con l'altra mano cercavo la sua erezione.
Le sue pupille mi guardano di nuovo e questa volta intensamente perché forse ha capito che io non sto scherzando: lo amo davvero.
I suoi occhi si stringono verso i miei e sento il suo cuore pompare sempre più velocemente.
Mi trovo tra le sue braccia e penso che sia il miglior rifugio nel mondo.
Un mese senza di lui è stato davvero un'agonia e non posso accettare che lui se me vada di nuovo.
Io sono a pezzi sconfinata e barricata nella mia angoscia e non posso sopportare anche la "scomparsa" della persona che amo.
Il mio cuore si apre e prende voce, coraggio e mi lascio andare ad un pensiero che forse avrei dovuto tenere per me.

"Non andartene più Abe, ti prego." sussurro perché ho davvero voglia di vivere un momento di gioia con lui.

Vorrei che fosse il mio uomo.

Vorrei che non mi trattasse più come oggetto di piacere, ma come il suo amore.

Ma so che sto chiedendo troppo.

So che spero in qualcosa di impossibile.
Lui resta in silenzio ma percepisco che il suo corpo freme dalla voglia di avermi.
D'un tratto, con le dita ancora dentro di me , decide di farmi poggiare la guancia contro il muro e nel clamore della festa riesco lo stesso ad udire il rumore del palmo della sua mani che sbattono sulle mie natiche ripetutamente.
La sensazione che provo è di sollievo, come se finalmente non ci fosse più nessun vuoto da colmare, come se un benessere sia fisico che mentale si diramasse dalla mia intimità su per la schiena, fino alla nuca, alla testa, alla punta dei capelli, e via giù lungo le gambe per arrivare alla punta della dita dei piedi.

"Mi sei mancata davvero, piccola Margot. " mi dice e io in risposta lo bacio spostandomi alla ricerca di sensazioni sempre più forti, mi muovo su e giù, con violenza, finchè non torno a godere.
Lui continua a toccarmi con la sua esperienza e basta poco per farmi oscillare sulla soglia del piacere mentre vengo.
Lui aumenta il ritmo, combatto contro il desiderio di riposare durante la fase finale e riesco a far risalire l'or**smo, che riprende vigore e inizia ad arrivare a intervalli regolari, come le contrazioni. Mi lascio andare a questo orga**o multiplo e sono stremata quando lui, ancora nel pieno controllo del proprio corpo infila le sue labbra tra le mie.
La sua morbida lingua serpeggia attraverso le mie labbra socchiuse, ed io sono colta da un languore che non avevo mai provato prima d'allora.

È un bacio che sa di proibito, di peccato e di piaceri da scoprire: ed effettivamente lo è dato che lui è pur sempre il migliore amico di mio padre.

Le sue braccia mi stringono forte ma nel momento in cui alza lo sguardo impallidisce, come se gli fosse tornato in mente uno strano pensiero.
Odio i suoi sbalzi d'umore perché mi rendono impossibile gestirlo.
I suoi muscoli facciali si irrigidiscono come se avesse capito qualcosa: un non so che di oscuro che io, onestamente non sono riuscita a decifrare.

"Dammi quel telefono, Margot! Ora! Voglio leggere ogni messaggio, voglio sapere chi è questo stronzo che si permette di scriverti! Ma chi crede di essere? Quando lo trovo, lo sistemo io, e credimi, non si rialza più. Non lascio che nessuno si infili nella nostra vita e pensi di passarla liscia. Voglio un nome, Margot, e se non lo trovo lì dentro, giuro che lo scopro da solo!"

D'improvviso, mi prende il telefono dalla borsa , lo afferra tra le mani e si accinge a leggere i messaggi. Le sue pupille viaggiano veloci verso il display del mio telefono. La sua espressione è veramente maligna ed ho iniziato ad avere tanta paura. I suoi occhi blu si stringono di nero e riconosco quella reazione che avviene sempre quando l'ira scoppia nel suo cervello.

"Questa volta giuro che gli stacco il ca**o" conclude con un timbro di voce davvero violento mentre si allontana da me, sbatte il telefono a terra e lo distrugge in mille pezzi.
Io rimango di sasso di fronte il suo impeto e spero che faccia qualche follia anche se non ne sono sicura. Lui torna alla festa nel momento in cui, nel giardino esplode il ritornello della canzone.
Abe si avvicina a Thomas che è seduto al piano bar ed ha il telefono tra le mani.
Io corro verso Abe perché mi sono resa conto che ha capito che l'autore dei messaggi fosse proprio Thomas.
Vedo l'agente segreto avvicinarsi troppo furioso contro il poliziotto e senza che il viscido avesse la possibilità di reagire, viene colpito dall'argentino.
Abe scaglia un sonoro calcio verso i gingilli di Thomas che cade a terra dolorante.

"Non ti permettere mai più stronzo!
Hai capito? Se ti avvicini ancora a lei, ti giuro che non finirà così bene la prossima volta."

Si raddrizza, le mani tremano per l'adrenalina, e si allontana rapidamente senza curarsi delle grida e dei passi affrettati dei presenti che accorrono a soccorrere il poliziotto, steso a terra con una smorfia di dolore. Abe si allontana dal poliziotto che viene immediatamente soccorso dai presenti.
I miei occhi corrono alla ricerca di Abe ma credo che sia andato via: non riesco più a trovarlo.

Vedo lo sguardo di mio padre essere stravolto e agghiacciato e forse questa volta, si è davvero reso conto di tutto.

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