🔥 Capitolo 19🔥

Mi trovo in bagno a prepararmi, optando per un vestito decisamente audace e succinto e, detta in tutta franchezza, sono contenta della mia scelta. È un abito nero che ha un grande scollo a V sul seno e uno spacco vertiginoso sulla coscia; ultimo ma non meno importante, il vestito lascia anche la schiena scoperta. Praticamente, la stoffa presente sul mio corpo è davvero poca, ma non mi importa: io adoro osare in fatto di vestiario e voglio dare una bella lezione all'agente segreto.

Voglio farlo ammattire, e so che per lui trovarsi davanti un bel corpo e non poterlo minimamente sfiorare è una tortura che lo farebbe crepare e soffrire.

Dunque, questa sera affliggerò una bella vendetta al nostro caro dongiovanni, che si diverte a ricordarmi che mi usa solo per scopare, per poi illudermi con un "sei mia". Il suo bipolarismo ha iniziato a seccarmi e avrei volentieri troncato quel rapporto con lui se non fossi così tremendamente innamorata dell'uomo sbagliato. Purtroppo ho perso la testa per un decerebrato dannatamente sexy e quindi devo difendermi come meglio posso, preservando la mia dignità. Sono sempre stata una donna forte che nella vita non ha mai permesso a nessuno di manipolarla, quindi di certo non lo concederò a un Peter Pan arrapato.

Bloccherò immediatamente il controllo che Abe esercita su di me.

Per quanto riguarda l'indagine: ho ricevuto delle coordinate sulla posizione in questione, si tratta di un night club, e rabbrividisco al pensiero che Angela possa essersi trovata lì. Le ballerine con cui Abe ha avuto a che fare sono delle escort che lavorano assiduamente in quel locale, e mi dispiace per loro quando constato che sono più giovani di me: hanno solo vent'anni. Inoltre, Abe ha ottenuto delle informazioni piuttosto corpose dialogando con le due ballerine. Le due sono state ingaggiate dal cartello "Locos" e obbligate a esibirsi in balletti provocanti, ma anche a performance sessuali con i loro clienti, il tutto attraverso una forma di schiavitù. Abe mi spiega che quelle ragazze sono molto spaventate perché non possono opporsi al cartello, altrimenti sarebbero brutalmente uccise. Quando lui le rassicura informando di essere un poliziotto che sta indagando su "Locos", loro rivelano che ad averle intercettate e rapite è stato un certo Rodrigo Garcia. Ogni giovedì della settimana, a Naucalpan de Juàrez, presso il nightclub "Salvaje", c'è una grande festa dove partecipano quasi tutti i membri del cartello per discutere degli incassi ottenuti tra prostitute e droga. Le due ballerine, inoltre, informano Abe che a quei raduni è presente, di tanto in tanto, anche Gonzalo Garcia, che altro non è che il fratello di Rodrigo: praticamente una famiglia di criminali. Ma alla domanda se Gonzalo ha una fidanzata (Angela Fish), o meglio se lo hanno mai visto in compagnia di una donna americana, le due ballerine non rispondono e, a detta di Abe, "avevano cominciato a ballare e per cercare di farmi tacere".

Io a questo punto credo poco a quanto dice, poiché il sexy poliziotto sembrava essere compiaciuto di fronte a quelle avance, ma a me non importa perché anche io, questa sera, mi concederò dei flirt spietati davanti ai suoi occhi. Così finalmente capirà come ci si sente a vedere qualcuno con cui "scopi", citando le sue parole, intrattenersi con qualcun altro. Onestamente, non mi aspetto nessuna reazione da parte sua, perché so che ad Abe non importerebbe nulla, ma comunque voglio tentare.

Dunque, pochi minuti ci separano dalla partecipazione a un party altamente pericoloso per le nostre vite. Se quel gruppo di trafficanti ci scoprisse, ci ridurrebbe sicuramente in poltiglia, ma onestamente non ho paura perché la presenza di Miguel De La Cruz mi conforta notevolmente. Lui è un uomo dalla forza bruta e saprebbe difenderci da quel gruppo di narcotrafficanti e papponi. In tutto ciò, però, un pensiero mi attanaglia più di tutti:

    •    Angela come ha conosciuto un uomo del genere? Forse in qualche party proibito organizzato da Thompson.
    •    Soprattutto, come, quando e perché? Non lo immagino minimamente.
    •    Angela Fish come può essersi innamorata di uno spacciatore-adescatore di povere donne? Sicuramente è all'oscuro delle peripezie legate a Gonzalo. Non può essersi innamorata consapevolmente di un delinquente.

Onestamente, la faccenda mi lascia molto perplessa perché conosco Angela come le mie tasche e innamorarsi di un criminale non è certo contemplato dalla sua etica morale. Infatti, tutta questa storia non mi convince nemmeno un po': Angela non può essersi innamorata di un uomo del genere, immagino che sia stata circuita, anche perché per Gonzalo sarebbe facile fingersi un brav'uomo. Comincio a nutrire seri dubbi sul fatto che la mia insegnante sia scappata di sua volontà con un uomo del genere e prende sempre più vita l'ipotesi che sia stata sequestrata nel momento in cui Angela scopre la vera identità di Gonzalo Garcia: questa sì, che è un'ipotesi degna di nota.

Intanto, mi sto truccando davanti al grande specchio del bagno con inerzia, cercando di trovare una spiegazione sulla relazione tra Angela Fish e quell'uomo di merda. Quando, d'un tratto, il mio flusso di pensieri viene interrotto dalla presenza di Abe che entra nella stanza e non perde occasione di fissarmi dal riflesso dello specchio. Le sue pupille blu sono fisse sulla scollatura del mio vestito che mostra volutamente il mio seno generoso e sodo, e l'espressione dell'uomo è un misto tra eccitazione e sgomento.

Lui intanto è vestito con un abito nero e camicia bianca, e devo ammettere che anche lui sia estremamente affascinante e sexy, soprattutto perché non sono abituata a vederlo così elegante, ma questo non è il momento adatto per fare certe considerazioni, perché voglio provocarlo e lasciarlo anche a bocca asciutta. Abe Williams deve capire con chi ha a che fare, io non sono un giocattolo nelle sue mani e gli darò una bella lezione, una punizione che non dimenticherà mai nella sua vita da seduttore spietato.

Intanto, il suo sguardo diventa sempre più ammiccante ed erotico e ammetto che il vestito sia audace, ma non mi sarei mai aspettata una simile reazione da parte sua, visto che rimane per circa trenta secondi a fissarmi il seno che si rivela attraverso la poca stoffa dell'abito. Non osa avvicinarsi a me e mi rendo conto che non riesce davvero a staccare gli occhi dal mio riflesso: si lecca le labbra ripetutamente e il suo appetito sessuale sprizza da ogni poro della sua pelle abbronzata.

Mi volto verso di lui e lo porto alla realtà con uno schiocco di dita davanti al suo volto, e lui sembra cadere dalle nuvole perché sobbalza leggermente, e non posso nascondere che rimango compiaciuta per quella reazione.

"Terra chiama Abe Williams" dico saccente, mentre sento il suo sguardo posarsi su ogni centimetro della mia pelle semi-nuda. Lui dissimula accarezzandosi i capelli neri, tirati leggermente all'indietro con un po' di gel: è proprio un bell'uomo e sento la sua colonia invadente entrare nelle mie narici. Le sue pupille si spostano anche verso lo spacco laterale del vestito e, quando si rende conto dell'audacia dell'indumento, mi guarda come se fossi di sua proprietà.

Ha tra le labbra il suo solito sigaro cubano avvolto da un sorriso malizioso misto a un senso di stupore che lo tiene bloccato a terra; non capisco perché non si muova verso di me, ma sono comunque soddisfatta dei suoi gesti. Leggo nei suoi occhi roventi anche un po' di gelosia, ma non finirà così, perché questa sera lo farò davvero soffrire.

Intanto, volontariamente decido di diventare sempre più cattiva e opto per farlo penare: fingo che mi sia caduto a terra il rossetto. Lui si lascia cadere il sigaro per terra di fronte al mio gesto audace e noto che quell'uomo sta davvero andando in tilt: non mi ha mai vista vestita così elegantemente, quindi sta impazzendo.

"Ops." dico provocante e la mia voce sensuale scalda l'aria mentre mi abbasso, portando le mie natiche verso la sua direzione, e sento che gli scappa un gemito strozzato. Il mio sedere è gentilmente avvolto dal vestito che lo fascia con grazia e lascia davvero poco all'immaginazione, in quanto indosso anche un tanga che enfatizza le mie curve. Sento i suoi occhi trafiggermi ovunque, ma sono ben disposta a farlo impazzire perché il bel poliziotto deve comprendere con chi ha a che fare. Rimango in quella posizione per qualche secondo, fingendo di non trovare il rossetto sul pavimento, e il suo impeto schizza fuori perché si avvicina verso di me e preme con insistenza la sua erezione contro i miei glutei. Mi accoglie tra le sue braccia mentre la sua stretta mi obbliga a sentire il beato effetto che gli provo, sbattendo contro il mio corpo altrettanto eccitato. Sento il battito del suo cuore scorrere frenetico sulla mia schiena e il suo respiro roco diventa decisamente mozzato: impazzisce davvero per il mio corpo. E quando prende tra le mani la sua intimità ancora avvolta dai pantaloni e la preme con forza verso il mio punto sensibile, io decido di spostarmi e di sottrarmi al suo controllo. Mi sollevo e lo lascio solo, impietrito e eccitato come non mai nella stanza del bagno, mentre esco per dirigermi nell'ampio salotto. Ammetto che gli infliggo una bella pena perché lo provocho per poi lasciarlo appeso a un filo, ma non mi importa perché è proprio quello che voglio.

"Dobbiamo andare." concludo quando lui mi segue in salotto, decretando la fine di quel momento di passione e facendolo rimanere a bocca asciutta. Lui, senza dire una parola, esce dall'abitazione per dirigersi in macchina. Lo seguo e, quando constato che la vettura è una BMW cabriolet, rimango compiaciuta perché non sono mai salita su un'automobile di lusso del genere e sembro una bambina di fronte al gelato. I sedili sono in pelle beige e, quando entrambi ci troviamo all'interno della cabriolet, ci guardiamo per un istante che sembra infinito. Notando nello sguardo di Abe qualcosa di diverso, cerco di non illudermi.

"Non illuderti" mi riecheggia nell'orecchio e decido di distogliere lo sguardo da quelle pupille così magnetiche perché non voglio cedere al suo fascino. Abe nel frattempo si tocca in mezzo alle gambe come se stesse cercando di aggiustare il suo arnese decisamente eccitato e quel gesto mi disgusta profondamente. Prima di mettere in moto la vettura, il suo sguardo torna di nuovo a martoriarmi e sta diventando davvero difficile non cedere: voglio assaggiare le sue labbra esotiche, ma provo a darmi un contegno. Mi incatena con forza il viso tra il suo pollice e l'indice e, con l'altra mano, disegna il contorno delle labbra; mi sto per squagliare. Il suo tocco è caldo e languido e sta per avvicinarsi al mio viso mentre inizia ad accarezzarmi i capelli, cosa che non ha mai fatto dato che si è sempre limitato a tirarli con erotismo. Quei gesti sembrano essere più dolci e tranquilli, ma prima che le sue labbra possano avvicinarsi pericolosamente alle mie, tento di rinvenire, ma non ci riesco. Manca davvero poco a un bacio che unirà in maniera famelica le nostre bocche, ma è lui a scostarsi questa volta.

"Piccola Margot, non so cosa ti sei messa in mente, ma sappi una cosa: quello che comanda qui sono io. Chiaro?" mi liquida con un tono spietato mentre si allontana da me e mette in moto la vettura che si accende con un tuono. Quest'uomo inizia davvero ad esasperarmi e il suo comportamento mi porterà all'esaurimento nervoso se non mi ribello. Cerco di rimanere al gioco senza apparire troppo nervosa o scossa per la sua risposta, perché non voglio dargli quella soddisfazione.

"Ne sei proprio sicuro?" pronuncio con tono di sfida tra le mie labbra ornate di rossetto rosso mentre sfrecciamo tra le vie del Messico ad alta velocità e i miei capelli biondi schizzano nel vento. Abe non mi risponde, ma si limita a annuire secco, e durante tutto il tragitto non ci scambiamo una parola. Tutta quell'indifferenza provo a lenirla osservando le vie della città del Messico gremite di persone e di luci calde colorate. Intanto, l'agente segreto ha smesso di guardarmi e non mi ha concesso nemmeno uno sguardo; me ne sono accorta perché ogni tanto lo controllo con la coda dell'occhio. Il suo sguardo è fisso verso la strada; chissà a cosa sta pensando: di nuovo ha avuto uno sbalzo d'umore e la cosa mi sta facendo davvero soffrire. Lo scruto di soppiatto, reputandolo davvero sexy mentre guida, perché con una mano regge il volante e l'altra intanto esce dal finestrino per accarezzare l'aria bollente. Si porge tra le labbra un sigaro e io spero di poter essere l'accumulo di tabacco che sbatte impetuoso nella sua bocca bramosa.
Sono indispettita dal suo atteggiamento ed è pronta a farlo soffrire come mai prima di allora: a comandare, come ha detto, non è di certo lui. Quando l'automobile si ferma bruscamente, capisco che siamo arrivati a destinazione: il nightclub. Un posto davvero squallido e chiassoso, tant'è che riusciamo a introdurci al suo interno con estrema facilità, e io sento gli occhi maschili essere trapiantati su di me; forse ho sbagliato ad indossare un vestito così audace. Il locale è popolato dalla maggioranza di uomini e le uniche donne sono le ballerine che si esibiscono sui cubi a ritmo di musica messicana. Da lontano, scorgo le due escort che hanno intrattenuto Abe la mattina e non esitano a correre verso di noi, una volta riconosciuto il bell'agente. Cominciano a toccarlo ovunque e, senza che lui possa opporsi e realizzare la loro presenza, lo tirano dal braccio e lo spingono a salire su di un palchetto, posto al centro della sala.

"Adesso hai capito chi comanda?" mi domanda con tono di sfida mentre finisce tra le grinfie delle due ballerine che fanno uno strano gesto al DJ. Fanno sedere Abe su una sedia e di nuovo, schizza nella sala la canzone "La chapa que vibra"; forse, quella canzone accompagna una loro solita esibizione, ma inizio a odiare quel brano musicale. I loro sederi tondi cominciano a posarsi per l'ennesima volta contro il viso di Abe e io non posso tollerare di nuovo la visione di quello spettacolo indecente, così mi avvicino al piano bar e provo a distrarmi. Ho bisogno di alcol perché quella situazione mi infastidisce ed è rassegnata: Abe non cambierà mai, ama la bella vita e le donne e io non posso tollerare la sua esistenza sregolata e vuota. Ordino un Martini che scolo tutto d'un fiato mentre mi volto di spalle per non vedere quella scena raccapricciante che mi sta mettendo il vomito.

D'un tratto sento una voce calda sbattere contro il mio orecchio e un timbro latino inebria ogni poro della mia pelle.

"¿Por qué una mujer hermosa como tú bebe sola?"

Mi volto e trovo davanti a me un uomo dalla bellezza mozzafiato; rimango senza parole di fronte ai connotati così particolari dello sconosciuto. Ha la pelle leggermente scura, i capelli neri rasati e gli occhi di un verde smeraldo che illuminano l'oscurità di quel sudicio posto. Dinanzi a quella domanda non oso rispondere, sia perché non capisco lo spagnolo, ma anche perché il fascinoso di quell'uomo sulla quarantina mi stende: accidenti, i messicani sono davvero sexy. È vestito con una camicia bianca che lascia intravedere i suoi muscoli e, nel momento in cui il mio sguardo si posa sul suo corpo, noto che è bassino ma comunque ben messo.

Ci stiamo ambedue fissando senza dire una parola, davvero con sensualità e intrigo, e io mi sto sciogliendo come un ghiacciolo al sole: voglio vendicarmi e quest'uomo bellissimo è perfetto per mettere in atto il mio piano malefico. D'un tratto, mi rendo conto che la canzone che detesto è terminata e sento la presenza di Abe sempre più vicina: con la coda dell'occhio noto che sta scrutando la scena con disgusto, vedo la sua espressione corrucciata ed è pronto a interrompere il flirt. Ma prima che possa avvicinarsi in qualche maniera, lo sconosciuto mi invita a ballare porgendomi la mano e io accetto, entrando in pista tra le note di "Obsesion" degli Aventura. Non ho mai ballato la bachata, ma mi lascio guidare dai passi dello sconosciuto, che sembrano sicuri e decisi, mentre sento il suo corpo troppo vicino al mio. Decretiamo che devo giocarmi tutte le carte di sensualità che ho a disposizione; anche perché quell'uomo potrebbe anche essere un membro dei Locos, quindi oltre a far ingelosire Abe, devo anche investigare.

D'un tratto sento la sua erezione premere contro le mie gambe e devo ammettere che quel gesto mi sembra esagerato, ma comunque sorrido impacciata.

"Immagino che tu sia americana. Sai, ho un debole per le bionde," sento dirmi all'orecchio nel mio idioma con un forte flusso latino. Io mi limito ad annuire mentre sento le mani dello sconosciuto viaggiare libere nel mio corpo: devo ammettere che sto davvero esagerando, ma non me ne importa. Intanto, con la coda dell'occhio noto Abe che ha uno sguardo davvero furioso; sostando vicino al piano bar a braccia conserte, ha tra le mani il suo fedele Moscow Mule. Quando d'un tratto lo sconosciuto posiziona le sue mani sulle mie natiche, Abe diventa rosso ed entra in pista con una ballerina: devo ammettere che l'agente segreto sa ballare davvero bene. Io invece sembra un palo e lo sconosciuto mi domina totalmente mentre lo sguardo di Abe non mi lascia scampo: è davvero esagitato come mai l'ho visto prima d'allora.

Non so per quale folle motivo, ma quando la canzone termina, facendo spazio alla salsa "La Vida Es un Carneval", c'è uno scambio di coppie e io mi ritrovo tra le braccia di Abe. Lo sconosciuto, intanto, mi fa cenno di seguirlo, ma Abe mi blocca per il polso ed esplode, continuando a ballare e trasportando il mio corpo.

"Ma che cazzo fai?" ringhia selvaggio e il suo volto è macchiato dalla rabbia; io rimango compiaciuta di fronte a quella scenata di gelosia.

Non mi aspettavo davvero che Abe possa reagire in quella maniera e sono orgogliosa delle mie capacità da buona manipolatrice. Scoppio a ridere e l'ilarità è naturale, tanto che non riesco a frenare il mio riso davanti al suo viso ingelosito, o almeno così credo, ma lui sembra non gradire, in quanto i suoi occhi diventano cupi. Il suo corpo si muove a ritmo di salsa e sembra essere staccato dai suoi pensieri; mi fa persino compiere una giravolta che termina tra le sue braccia, ma il suo ghigno è diabolico e, quella volta, se potesse, probabilmente mi ucciderebbe.

"Sei geloso?" lo canzonio io, imitando le stesse parole che lui ha usato verso di me, la mattina stessa, quando lo sorprendo divertirsi con le escort. Di fronte a quella frase, non si tranquillizza; anzi, sembra ancor di più infuriarsi, non l'ho mai visto così nervoso. Il mio corpo prova a premere verso il suo, ma lui sembra opporsi al mio comando, respingendomi in ogni modo. Quando la canzone finisce, mi trascina fuori dalla pista, davvero adirato. Certo che quando Abe Williams si ingelosisce è davvero pesante, o almeno credo che la sua reazione derivi da quel sentimento, ma mi sbaglio.

Provo a chiedergli spiegazioni con occhi pietosi; probabilmente il mio sguardo da cane bastonato può impietosirlo, e così si decide a rispondermi.

"Geloso? Ma ti rendi conto delle cazzate che spari? Stiamo investigando sul rapimento di una persona e tu pensi a queste fottute puttanate?" mi urla contro l'orecchio, impegnandosi a contenere la sua furia e a non far sentire a nessuno le sue grida. Devo dire che ci riesce, perché mi distrugge un timpano e, oltretutto, il baccano nella sala mi sta stordendo. Ci voltiamo in sincronia e noto che, seduto su un divanetto, c'è lo sconosciuto che mi invita con sguardo ammiccante a tenergli compagnia.

"Per me puoi scoparti chi ti pare: sia chiaro. Ma evita di strusciarti contro Rodrigo Garcia la prossima volta. Quello che hai fatto è stato davvero pericoloso; poteva farti a pezzetti se ti avesse ritenuto pericolosa," mi dice, indicando con lo sguardo lo sconosciuto, e lì capisco di aver ballato con un delinquente, ma non capisco il suo tono esasperato, in quanto sto solo investigando. Probabilmente perché può uccidermi mentre balliamo; questa può essere un'ipotesi possibile, ma cerco di non dare ragione ad Abe.

"Hai dieci secondi per spiegarmi perché hai ostruito la mia indagine. Io stavo lavorando, cazzo," riprendo le sue stesse identiche parole, quelle che mi ha pronunciato quella mattina, e il suo sguardo diventa di ghiaccio. Mi guarda con un'espressione indemoniata e i suoi occhi blu si macchiano di rosso; ho la sensazione che stiano per uscire fuori dalle orbite. È davvero infuriato e non riesco a tranquillizzarlo in nessuna maniera, nemmeno con le mie carezze.

"Ma vaffanculo. Corri a scoparti chi meglio credi e mi raccomando, rischia pure di morire nel frattempo," conclude mentre si allontana da me e si reca verso il bagno. Non indugio a seguirlo perché sono davvero molto preoccupata, in quanto sembra essere in procinto di una crisi di nervi. Non l'ho mai visto così su di giri, nemmeno quella volta che mi ha chiesto di smettere di fare la finta detective.

Ha detto di non essere geloso; è solo arrabbiato perché ha paura che la copertura possa saltare, ma io non la vedo così. D'un tratto riesco ad arrestare la sua corsa folle e lui, con un movimento repentino, mi scaraventa contro il muro e mi obbliga a guardarlo dritto negli occhi. Qualcosa mi spinge a pensare che, in fondo, quel "sei mia" lui lo pensi davvero... perché quando incrocio le sue pupille blu come il mare, lui si lascia sfuggire un sospiro.

"Sei geloso? Rispondimi," pronuncio a denti stretti mentre lui trapianta le sue iridi nelle mie. Io abbasso lo sguardo perché non ho voglia di cedere al suo dominio, ma lui non me lo permette afferrando con decisione il mio mento. Mi spinge contro un luogo nascosto, lontano da occhi indiscreti che possano interrompere il nostro dialogo, almeno così credo. Mi guarda con introspezione mentre spinge il suo corpo contro il mio, continuando a fissarmi negli occhi, e questa cosa mi mette tremendamente in imbarazzo.

"Sì, cazzo. Sì, sono fottutamente geloso, Margot," rivela ficcando la sua lingua nella mia bocca, decidendo di strofinarsi su di me, facendomi avvertire la prepotenza della sua erezione. Io mi aggrappo al suo collo, incurante del mio sudore e del suo, dato che abbiamo appena terminato di ballare la salsa, per poi scendere con le mani ad afferrare il suo sedere sodo. Le sue mani sulle mie cosce, la sua bocca carnosa e succulenta sulle mie labbra, il suo fisico perfetto che aderisce contro di me: tutto ciò mi manda in estasi.

"Ma la prossima volta cerca di evitare i criminali," mi ordina e comincia a mordermi l'orecchio con violenza. Poi poggia entrambe le mani sul retro delle mie ginocchia e le fa salire accarezzandomi fino ad arrivare al bordo del vestito. Mette un dito sotto di esso e, senza dargli il consenso, lui fa scivolare entrambe le mani sotto al mio vestito. Mi accarezza le natiche per poi stringerle fra le mani con avidità; poi entra all'interno delle mie mutandine, che sono già umide.

"Solo io posso toccarti così. Hai capito, Margot?"geme dentro il mio orecchio, facendo riferimento al fatto che lo "sconosciuto" mi abbia palpato il sedere, e lui imita nuovamente quel gesto ma con rudezza: adoro il suo essere selvaggio in quel momento. Inizia a leccare il collo ed entrambi stiamo godendo come mai prima di allora, forse perché sappiamo di poter essere interrotti da un momento all'altro. Io lo amo con tutto il mio cuore e forse sto davvero sbagliando a vivere quel rapporto così malato, ma non posso farci nulla: io e Abe non riusciamo a stare lontani ed è più forte di noi ritrovarci nudi e pronti per unirci.

Socchiudo gli occhi, mordendomi le labbra, e penso che quell'uomo per me sia una droga; non posso davvero fare a meno di lui, anche se ciò che stiamo facendo non è affatto giusto, in quanto ci troviamo lì per investigare e non per... beh, quello. Mi afferra dai capelli e mi ordina di portare la mano sul suo punto sensibile, eccitato e duro, mentre mi bacia con forza. Gli sbottono il pantalone e infilo la mano nelle mutande; si stacca da me e, guardandomi negli occhi, si morde le labbra: sta impazzendo.

E io sono davvero su un'altra dimensione, non posso negare che amo giocare, sfiorare e toccare la sua erezione. Abe Williams è ben dotato e sa soddisfare una donna; mai nessuno nella mia vita è riuscito a farmi godere in quel modo, e in particolare, nessuno riesce ad accedermi così. Il contatto visivo è costante, la mia mano non si ferma ed io sono pronta a farlo arrivare all'apice con rozzezza. Fino a quando non sentiamo delle risate; i suoi occhi blu si spalancano, lo spingo via e mi tiro giù il vestito mentre lui si allaccia i pantaloni.

"¿Quién está ahí?" chi va là? udiamo la voce di un uomo sorprenderci e probabilmente, questa volta siamo davvero nei guai.

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