🔞🔥 Capitolo 16🔥🔞
I suoi capelli neri sono mossi dal vento e brillano sotto i raggi del sole ed ogni tanto debo aggiustare qualche cioccia che zampilla disordinata e gli ostruisce la vista. A questa naturale quanto fascinosa scena sento un fuoco accendersi tra le mie gambe.
"Io? Innamorata di te? Ma scherzi? " rido freneticamente e forse anche con isteria mentre le sue pupille blu sono concentrate sulla guida dell'elicottero.
"Oltre che una pazza isterica sei anche una smemorata. Non ti ricordi del nostro ultimo incontro, piccola Margot?"
Ultimo incontro? Ricordo che stavamo parlando ma non ricordo di cosa onestamente... e non ricordo che abbiamo co**lato! Sempre il solito bugiardo!!
"No! Affatto!"
"Non ti ricordi che abbiamo sco**to?" ride.
"Abe!!!" arrosisco dandogli un colpo sulla spalla, non riuscendo a ricordare ciò che lui invece sembra chiaramente rammentare.
"Che c'è? Ho detto la verità!!!" Intanto lo vedo sporgere la sua mano destra verso una leva che non ho mai visto in vita e nel momento in cui sfiora accidentalmente una mia gamba, il mio corpo inspiegabilmente si riempie di brividi ed il mio cuore inizia a battere sempre più velocemente. Il suo tocco accende in me una voglia repressa che sento nascere dalla bocca dello stomaco fino a salire nella mia gola. Il respiro si affanna e nel vedere le sue grandi mani solcate dalle vene pulsanti e ben visibili, vado in estasi.
"Beh? Allora? Proprio non ricordi?"
"No Abe!! Non è così!!"
Sento la sua mano aggrapparsi alla leva ma anche sfiorare con il torso la mia gamba bloccata all'interno della rigida divisa e il mio corpo danza al suo contatto.
"Mmmmh... vorrei volentieri farti ricordare, sai?"
Nel mio basso ventre sento spingere una carica ormonale fortissima.
"Ma... non adesso..." le sue labbra carnose si muovono con lentezza mentre decide di ornare le sue pupille blu con degli occhiali da sole, i quali lo avrebbero protetto dai raggi sole che via via si fanno sempre più aggressivi.
"Sarà!!! Sta di fatto che io non sono assolutamente innamorata di te!!"
"Semmai quello che può asserire una cosa del genere sono io e non tu!"
Dopo pochi istanti mi rendo conto che ci trovaviamo abbastanza vicini ai confini messicani perché incominciamo a planare su di una lastra marina e sento la temperatura alzarsi sempre di più.
"E sentiamo: perchè avresti scritto quel biglietto se comunque, da quel che mi ricordo continuavi a ronzarmi intorno?" domando. Intanto, il sudore macchia la sua fronte e quando lo vedo pulirsi con il gomito, rimango profondamente affascinata e sento la mia va**na tremare. Di nuovo il torso della sua mano sfiora la mia gamba e questa volta, il mio corpo si trova a sussultare e mi lascio scappare un sonoro gemito.
"Io ti "ronzavo intorno" come dici tu, solamente per favorire l'indagine, ecco perchè ti ho chiesto di collaborare con la polizia. E poi ho scritto quel biglietto per farti allontanare da me!!!" sibila.
"Allontanarmi da te? Ma in che senso?"
"Nel senso che non devi illuderti con me. Non posso darti quello che vuoi. A me piace solo sco**e, Margot" risponde secco e la sua voce fu davvero robotica, quasi come se fosse stata la sua mente a parlare senza dare tempo a lui stesso di elaborare quanto appena detto.
Fa male quello che ha detto. Molto male.
Quella parola "sco**re", riecheggia nelle mie orecchie e onestamente, mi infastidisce come non mai.
"Sei sempre il solito cafone... ma mi dispiace illuderti: io non voglio nulla da te, tantomeno "sco***e", nemmeno se fossi l'ultimo uomo sulla faccia della terra. E poi, illudermi di cosa esattamente? A me non frega un ca**o di te, Williams!!!"
Il silenzio che segue questa è fu davvero imbarazzante.
"Mi fa piacere che tu sia arrivata a tale consapevolezza!!" pronuncia a denti stretti spezzando il momento d'imbarazzo che si è generato tra noi.
"Però, se vuoi... un ' altra botta te la do volentieri eh!"
"Schifoso! Non ti preoccupare che con uno dell'età di mio padre non me ne faccio un bel niente! Chissà se ti si alza ancora!"
"Vuoi vedere?" chiede lui prendendosi la conta dei pantaloni in mano.
"Noooo!"
Lui scoppia a ridere.
"Io credo di sì..." mi prende la mano e me la porta sul cavallo dei suoi pantaloni. Sento la sua ere**ione lottare dentro la dura costrizione dei suoi pantaloni.
"Ora ti faccio vedere se non mi si alza..." dice abbassanfosi la zip dei pantaloni e tirandosi fuori il pa**o. Dovrei allontarmi ma non ci riesco, è davvero più forte di me e appena lui quando avverte le mie dita sulla sua intimità, quest'ultima diventa di marmo.
E menomale che ho detto che non gli si alzava!
Inizio a muoverlo lentamente, lasciando che il suo liquido mi inumidisse le dita. Lui sospira mentre io continuo a muovere la mano lentamente, mentre gli diventa ancora più duro.
Con una mano inizio a palpargli le pa**e, so che gli piace da morire!
Invece con l'altra continuo a muovere su e giù sulla sua asta, ma stavolta con più forza.
"Ahhh... Sì, così mi piace" lo sento ansimare e così comincio a muovere la mano più rapidamente e con più energia. Lui è sul punto di venire ma d'un tratto, un colpo d'aria fa barcollare l'elicottero, mi spavento e ti ritraggo la mano. Lui mi guarda con occhi algidi e duri mentre vedo il suo pene afflosciarsi perché ha perso il contatto con la mia mano.
"Ti avverto, questa me la paghi, Margot. Preparati, perché adesso ti spetta l'ennesima punizione!!!" lancia secco il suo ultimatum mentre la sua voce è davvero bassa e diabolica. Il suo timbro ruvido arraspa contro la mia pelle coperta di brividi e provo ad annuire. Lui intanto si ricompone.
"Scusa Abe, io... mi sono spaventata!"
Dopo pochi secondi, lo vedo guardare con insistenza il paesaggio circostante e quando ci troviamo a planare ufficialmente sulla terra ferma, Abe si alza in piedi e lascia senza controllo l'elicottero.
"Abe!!! Che fai??!!! Noooo!!!" sgrano gli occhi e urlo freneticamente perché sono spaventata da questo suo gesto del tutto folle e ho paura di star per morire.
Lui non mi risponde e io mi allarmo ancora di più.
"Cristo, Abe. Ma cosa diavolo fai? " grido a gran voce cercando di prendere in mano la situazione, sentendomi al posto guida, iniziando a guidare l'elicottero. Nel momento in cui constato di essere persino abile di manovrare questo apparecchio, mi tranquillizzo: almeno non moriremo morti schiantati chissà dove.
"Ma semmai cosa diavolo stai facendo tu!?!? Molla i comandi!! C'è il pilota automatico, altrimenti pensi di essere davvero in grado di guidare un elicottero!?! Pffff..." urla lui mentre indossa un paracadute e inizia a prepararsi per fare non so cosa.
"Muoviti... alzati e fai quello che ti dico io..." mi fa segno di imitarlo e io lo faccio spinta dalla profondità delle sue pupille blu, mollo il controllo dell'elicottero e mi alzo in piedi.
"Mettitela!!!" lui mi lancia contro la protezione aereonautica e io la infilo senza esitazione e nell'istante in cui lui apre la portiera dell'aeromobile io sento il cuore in gola perché capisco che avremmo dovuto gettarci da un elicottero in pieno volo.
"Noooo! Abe noooo!!! Io soffro di vertigini noooo!!!"
Il vento si appropria dei nostri corpi ed il fiato estivo è talmente forte da riusciurmi a muovermi secondo il suo piacimento ed il sangue nelle mie vene si congela.
Non ho nessuna intenzione di buttarmi perché le vertigini mi bloccano contro la superficie metallica mentre il mio respiro è affannoso e sto per aver un attacco di panico!!!
"Quando ci sono io... te l'ho detto... non devi avere paura di niente..." Abe si rende conto del mio terrore e decise di avvicinarsi verso di me e si posiziona contro la mia schiena mentre le sue mani impugnano le mie spalle.
"Hai capito?" la sua forza bruta mi blocca dalla velocità del vento e sentire il suo tocco sulla mia pelle mi rassicura.
Sto per rispondergli ma d'improvviso Abe mi getta dall'elicottero e nello stesso momento lui fa lo stesso.
"Ahhhhhh!!!" grido provando una sensazione di totale libertà.
I nostri corpi fluttuano nell'aria e la sensazione di star danzando tra le nuvole, in qual modo si rivela piacevole ma anche terrificante. L'adrenalina pulsa nelle mie vene ed Abe mostra la sua ilarità ridendo nel momento in cui incrocia i miei occhi che sembrano essere impietriti e gelidi e la mia bocca produce urli di spavento e sgomento, lui ride ancora più freneticamente.
"Mi piace punirti, Margot!" sorride malizioso. Intanto, i suoi capelli corvino assecondano il piacere del vento mentre i nostri paracaduti si aprono e la velocità diminuisce notevolmente e mirassicuro nel momento in cui le sue dita cercano le mie.
Sento il palmo della sua mano accarezzare il mio e stringere con vigore le mie dita che in confronto alle sue sembrano quelle di una bambina.
"Dunque, Margot. Adesso è davvero molto importante che tu mi dia seriamente ascolto. Angela Fish da un mese a questa parte intratteneva una relazione con Gonzalo García, uno dei principali narcotrafficanti del cartello "Locos"." mi annuncia con vigore mentre i suoi anfibi si trapiantano con delicatezza a terra ed io invece, ruzzolo con grande goffaggine contro l'asfalto bollente. Le mie guance a contatto con il ruvido e cocente suolo ardono e nell'udire questa rivelazione rimango bloccata a terra perché non posso credere che Angela si fosse cacciata in un simile guaio.
"Com'è possibile? Non mi ha detto nulla!!! Chi diavolo è questo Gonzalo?"
Abe mi aiuta a rialzarmi porgendomi la sua mano grande e possente e io la stringo e quando mi trovo in piedi, mi rendo conto che ci troviamo in Messico.
"Quando sei consapevole di star vivendo una passione torbida, ci puoi giurare che te lo tieni per te. Ad esempio, tu hai detto qualcosa a qualcuno?"
"Di cosa?"
"Di me..." risponde lui.
"Non c'è niente da dire..."
"Se lo dici tu..."
Intanto, veniamo scortati da alcuni uomini in divisa nera che non osano proferire parola e vedere Abe così rispettato e stimato, genera nel mio petto una strana sensazione.
"Ad ogni modo se in qualche angolo della tua memoria ricordi del biglietto "stagli lontano", rinvenuto a casa di Angela, beh, sappi che sono stato io a scriverlo: adesso non pensare che sono un amante degli avvertimenti cartacei, perchè non è affatto così. È stata solo perché ho provato davvero in tutti i modi a separare Angela da quel viscido uomo, ma non ci sono riuscito" mi spiega mentre ci troviamo all'interno dell'ennesimo edificio a specchi e percorriamo un lungo corridoio e la sua voce suona fredda nelle mie orecchie.
"E sottolineo tutti i modi" conclude lui mentre accarezza la sua fedele calibro 22.
"Anche andarci a letto?"
"Beh... se ci pensi poteva essere un modo per dividerla da lui. Non trovi?"
"Tu non ci sei andato a letto. Da come parli, lei è veramente innamorata di questo tizio... figuriamoci se veniva a dare retta a te"
Dopo pochi istanti, un uomo dai baffi neri ci accoglie in una stanza ovale e ci fa accomodare su dei divanetti neri. Intanto, Abe sembra essere tranquillo e così si accende il suo solito sigaro cubano e vedere le sue labbra avvolgere quel pezzo di tabacco, di nuovo spigiona i miei bollenti spiriti.
Vorrei tanto essere io quel sigaro che sbatte contro le sue dita affusolate e poi si contorce fra la sua lingua famelica che avrei voluto assaggiare.
Intanto, l'uomo dai baffi neri posiziona sulla scrivania dei documenti. Noto una mia nuova carta d'identità, naturalmente con un profilo falso, il mio nome è Roxanne Evans. Curiosa apro il documento e leggo di essere nata il 30 giugno del 1990, a New York . Ma quando noto di essere coniugata a Abraham Williams, sgrano gli occhi sorpresa e mi lascio sfuggire un risolino.
"Serietà! Per cortesia!!" Abe mi guarda serio e mi richiama con un solo sguardo alla professionalità e io tento di frenare la mia ilarità tappandomi la bocca con il palmo della mano. Nel frattempo, l' uomo dai baffi neri sbuffa di fronte il mio divertimento e porge ad Abe una serie di fogli.
"Questo è il suo certificato di divorzio da Emily Ford!" si rivolge verso Abe.
Ecco chi era la famosa donna dell'ospedale!!
Era sposato sotto copertura, incredibile!!
Poi avventa tra le mani un secondo documento e guardando anche me esordisce con una voce compatta e decisa, posando i suoi occhiali da vista sulla punta del suo naso.
"E questo invece, è il certificato di matrimonio che attesta che voi due siete sposati!" afferma con disinvoltura e io rimango di ghiaccio di fronte questa novità e stavo di nuovo per scoppiare a ridere in maniera folle. Dunque, provo a trattenermi sulla poltroncina nera mentre invece, Abe si alza tranquillo in piedi come se non avesse udito nulla: il nostro "finto matrimonio" sembra per lui essere del tutto naturale ma devo ammettere che fosse anche un'ottima copertura.
"Siete in viaggio di nozze, intesi?" entrambi annuiamo. Dopo qualche minuto, usciamo dalla struttura e ci avviamo verso la casa dove alloggeremo. Abe ora è vestito di una t-shirt nera e dei pantaloni di seta beige e devo ammettere che è davvero fascinoso. A me invece, è toccato un vestito a fiori davvero di pessimo gusto, senza considerare che la gonna è decisamente troppo lunga per una donna come me che amava osare. Mi sento terribilmente vecchia considerando che sono stata costretta anche ad indossare una parrucca nera e i miei capelli biondi sono stati vigorosamente nascosti ed Abe non mi aiuta in quanto mi fissa divertito e con la sua risata fragorosa derideva il mio outfit vintage.
"Devo dire che conciata in questa maniera, gli anni che ci dividono non si vedono affatto. Sembri una mia coetanea!" ride lui e io involontariamente abbasso lo sguardo e noto rigonfiamento che spicca dai suoi pantaloni decisamente troppo stretti in quel punto. Mi lecco le labbra e lui sorprende i miei occhi verdi trapiantati sul suo corpo tonico ma soprattutto sulla sua virilità e ride sguaiatamente, quando si rende conto che gli stessi fissando l'intimità.
" Piccola Margot, vedo che non hai perso le vecchie abitudini. Dici che non ti interesso ma nulla ti impedisce di fissarmi il pacco, eh?" ride con sarcasmo mentre entriamo nel lussuoso appartamento.
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