😨 Capitolo 15 😨
Entro nell'ufficio ovale del Presidente. Sento il cervello pulsare e sono estremamente confusa perché non riesco a comprendere cosa potesse essermi accaduto.
Sono qui ma non conosco il perché, voglio dire perché proprio io?!
Una serie di domande cominciano ad affollarsi nel mio cervello in maniera del tutto irrazionale e cerco di fare inutilmente il punto della situazione. La brama di voler ottenere delle risposte diventa talmente forte che inizio ad indagare nella mia mente delle possibili soluzioni, il mio immancabile intuito magari potrebbe sorprendermi.
Perché sono qui?
Il perché non lo immagino e ciò mi tortura e tormenta: ricordo solo di aver avuto un dialogo con Abe prima di cadere in un sonno profondo, ma non ricordo cosa sia accaduto nè prima, né dopo.
Dove mi trovo?
Probabilmente nel cuore pulsante del centro dello spionaggio. Sembra essere un edificio di vetro e soprattutto al centro di un luogo isolato come fosse in un deserto.
E perchè proprio io?
Domanda a cui non riesco a darmi risposta, nonostante stessi spremendo le mie meningi come fossero un limone.
Perchè proprio io? Dannazione, perché?!
Noto inoltre di essere dotata di:
1. Un'arma da fuoco, di piccole dimensioni ma efficace.
2. Un'arma bianca, appuntita ed affilata ma discreta.
3. Una pillola di cianuro, probabilmente per suicidarsi in caso di cattura.
4. Diversi trasmettitori e cimici, videocamere e microfoni nascosti.
Mi sento mancare nel momento in cui gli occhi spenti del Presidente si posano su di me.
Ho iniziato ad avere paura perché mi trovavo in una situazione confusionaria e criptica e non riuscirla a decifrare, per una donna tenace come me è davvero un'agonia. Così, mi siedo di fronte l'uomo ed sono pronta a dare sfogo alle mie paure ma sono come se la mia mente mi impedisse di avere reazioni negative, sto lottando contro i miei emisferi interni ma sono assolutamente convinta di voler scoprire la verità, attraverso la mia immancabile testardaggine.
"Dove mi trovo? Che diavolo sta succedendo? Perché sono qui? Voglio tornare a casa!!!" abbaiao impetuosamente mentre sento il mio cervello scoppiare e il Presidente rimane assolutamente composto di fronte il mio sgomento.
È come se quell'uomo si aspettasse una mia reazione selvaggia.
"Abbassi la voce, per cortesia"
"Come faccio ad abbassare la voce ? Mi spieghi come?!! Non so dove mi trovo!!!"
"Margot Moore, lei da oggi è una nostra collaboratrice e si trova nella nostra base di addestramento. Io sono Hug Nelson e sono il Presidente di questa agenzia di spionaggio " risponde con compattezza l'uomo e io sgrano gli occhi, vittima della tensione.
"Cosa? Agenzia di spionaggio? Collaboratrice? Ma siamo pazzi?! Assolutamente no! Io devo tornare a casa! Ho una famiglia e un'attività aperta e non intendo rimanere qui!" urlo sbigottita mentre sto per strapparmi i capelli di dosso e le mie pupille stanno per schizzare fuori dalle orbite. Comincio a dimenarmi sulla sedia come fossi una bambina capricciosa, il biondo scuote la testa e mi guarda con rammarico come se avessi appena annunciato un'eresia.
"Margot Moore, non le permetto di parlarmi in questa maniera, capisco lo sgomento ma non può rivolgersi a me con tale maleducazione!!!!"
mi sgrida mentre giocherella con una penna.
"E perché no? Perché non posso?! Io voglio sapere perché sono qui!!!"
Il biondo sospira e mi mostra una foto di Angela Fish.
"Lei è qui per favorire il ritrovamento di Angela Fish. È stata selezionata per le sue doti: la sua destrezza, il suo ingegno e il suo spirito di iniziativa. Abilità argute che l'hanno portata a scoprire autonomamente la vera identità di Abraham Williams. Lei è qui perché dobbiamo assolutamente ritrovare Angela Fish. E per farlo dobbiamo unire le forze. Intende?"
"Intendo" rispondo secca perché farei davvero di tutto per Angela.
" Lei è quindi disposta a collaborare???" si rivolge a me con voce autoritaria e compatta.
"Sì. Ma perché proprio io?"
"Per le sue doti intellettive, il suo forte spirito di giustizia e il suo sesto senso impeccabile. In più è una persona molto vicina ad Angela Fish e la collaborazione con lei potrebbe aiutarci enormemente. Se declinasse l'invito, tornerebbe tranquillamente alla vita normale ma con un offuscamento della memoria inerente a tale richiesta e alla vera identità di Williams"
"Sì. Farei di tutto per Angela"
"Bene. L'affido sotto tutela dell'agente Williams. Solo una cosa le chiedo: sia prudente. Questo non è uno scherzo. Si tratta di criminali seri, perciò ascolti attentamente gli ordine dell'agente e non opponga nessuna resistenza alle sue richieste. Se vediamo, che in qualsiasi momento dell'indagine, essa non porti frutti, ci riserviamo l'autorità di interromperla e di rispedirla a casa" pronuncia con chiarezza l'uomo.
"Ho capito" rispondo.
"Bene, lei è affidata all'agente Abraham Williams. Suo padre, signorina, è a conoscenza di tutto, collabora con noi da almeno 15 anni. L'agente Williams, si trova nella vostra piccola città perché il suo obiettivo è quello di sventare il cartello sud americano "Locos". Adesso ti starai chiedendo il nesso con la piccola città in cui vivi con un cartello così pericoloso.
Bene, potrei dire piccola ma tutt'altro che tranquilla dato che il commercio di droga e di prostitute è florido"
Rimango a bocca aperta dinanzi a queste dichiarazioni.
"Sa, Abraham Williams non è un semplice don Giovanni come crede lei, ma il suo lavoro è quello di investigare sul traffico di escort e di droga"
Intanto vedo il Presidente parlare in un auricolare e dopo pochi istanti Abe. Intanto, le pupille blu di Abe si posano verso di me mentre si siede su una poltrona al mio fianco e rimane professionale di fronte lo sguardo glaciale del Presidente.
Quanto è bello! Dio mio!
Inspiegabilmente sento un fuoco nel mio basso ventre scatenarsi nel momento in cui noto un rigonfiamento sporgere dai pantaloni della sua divisa.
Mi lecco le labbra e cerco di distogliere lo sguardo da questo particolare incredibilmente sexy e mi pento per questo pensiero peccaminoso e frivolo.
"Tenga a freno i suoi ormoni..."
Arrosisco.
"Ma come si permette?"
"Mi permetto perché non tollero nessuna sbavatura. Chiaro?!"
La mia vista si concentra sul volto del Presidente che dopo un lungo silenzio, intrattenuto dalla lettura di fascicoli, prende parola e ci spiega la situazione.
"Agente, la situazione è abbastanza chiara: Angela Fish è tenuta sotto ostaggio del cartello sud-americano "Locos" spiega attentamente il Presidente mentre un grande schermo al plasma si illumina di fronte i nostri occhi e rivela i volti dei probabili aguzzini e anche quello della povera vittima. Devo ammettere che questi tizi hanno delle facce davvero losche e le loro espressioni sono inquietanti e mai mi sarei aspettata che sotto la sparizione di Angela Fish ci fosse dietro un cartello di narcotrafficanti.
Guardo il volto della pittrice e spero davvero con tutta me stessa di poter riabbracciare questa donna, sapevo che fosse in dei brutti giri, ma non credevo fino a quel punto.
"Attraverso le sue fitte indagini i motivi principali sembrano essere inerenti al commercio e al traffico di droga, oppure addirittura potremmo parlare di schiavitù sessuale. Ma passo a lei la parola, Agente..." io nell'udire queste parole rabbrividisco e chiudo gli occhi perché non avrei mai pensato a queste ipotesi ma del resto è abbastanza evidente che Angela non fosse sparita dal nulla come avevo invece creduto precedentemente.
"Dunque..." esordisce Abe professionalmente ed ad un tratto lo vedo alzarsi dalla sedia ed acquisire una posizione dritta e composta e non sono assolutamente abituata a vederlo così ligio e serio. L'agente sfiora con il palmo della sua mano uno schermo e con un tocco, ci troviamo davanti una cartina geografica e io di fronte tutta sulla tecnologia rimango meravigliata.
"Un radar che ero riuscito a posizionare su un maglione di Angela Fish il giorno del 3 agosto, ha rivelato proprio oggi questa posizione: Città del Messico, Naucalpan de Juárez...." spiega Abe con diligenza. Comincio a tremare perchè la situazione è arzigogolata e complessa, dietro questa sparizione si nasconde qualcosa di davvero serio e minaccioso, non di certo una frivolezza.
"Ma si tratta di veri professionisti, in quanto la posizione è rimasta visibile solo per cinque millesimi di secondi..." continua l'agente convinto delle sue parole mentre indica sullo schermo la fotografia di un edificio piuttosto mal ridotto, sporco e ricoperto di graffiti: quel luogo è inquietante e il mio fiato comincia a diventare corto.
Al sol pensiero che Angela potesse trovarsi in un posto del genere, mi sento mancare ed sono pronta per cercare di cambiare la situazione anche perché so che grazie ad Abe, avrei potuto farlo.
Intanto, il Presidente posiziona sulla scrivania super tecnologica, le prove che avevamo a nostra disposizione:
- la siringa rivenuta la sera del party,
-la ciocca di capelli della giovane donna,
- alcune impronte presenti nell'appartamento di Angela Fish.
Ma il mio cervello in maniera inspiegabile, non si lascia sfuggire il fatto che mancasse il famoso biglietto incriminato ovvero "stagli lontano".
"Manca il biglietto" dico io impacciata ricordando il terrore che mi ha generato il ritrovare quello strano ammonimento nella mia abitazione. Intanto, le guance stanno per scoppiarmi e notai un cambiamento di espressione nel volto di Abe che impallidisce nel momento in cui le pupille azzurre di Nelson lo interrogano.
"Quale biglietto, Williams?"
"È confusa, Presidente. Non c'è nessun biglietto incriminatorio"
"Mh, d'accordo..." risponde Nelson. "Ad ogni modo, Dovete immediatamente partire..." le parole dell'uomo sono talmente veloci che esplodono nell'aria. Abe si alza e io lo seguo e con rapidità ci troviamo su di un elicottero d' ultima generazione. Sgrano gli occhi per l'ennessima volta perchè non credo di star vivendo davvero ed ho il cuore in gola perché non sono abituata ad essere sballottata prima da una parte poi dall'altra ma devo abituarmi a ciò, soprattutto a tutta quella tecnologia che non ho mai visto in vita mia.
"Agente la tua missione è quella di trovare Angela Fish e di sventare il cartello "Locos"!!!" tuona la voce robusta di Nelson dall'alto parlante mentre Abe, semba trovarsi a suo agio ed impugnando il comando dell'elicottero ci avviamo nel cielo azzurro.
I suoi movimenti sono veloci e mi sto innervosendo perché sento che tra noi cinsono davvero tante questioni irrisolte, come ad esempio quella del biglietto.
Non riesco a spiegarmi del perchè avesse ommesso quella informazione e sono pronta a metterlo al tappetto in quanto non posso tollerare che mi fa sembrare pazza di fronte il Presidente!
"Sei stato tu a scrivere quel biglietto, vero?" impulsivamente gli chiedo spiegazioni.
"Chiudi il becco, Ca**o!"
"Ooooh! Cafone! Vedi di calmarti e di darmi una risposta!"
Capisco che questa richiesta lo mette in seria difficoltà perchè si passa una mano sul volto nervosamente.
I suoi capelli neri svolazzano sotto il caldo vento estivo e la sua espressione diventa incerta mentre si lecca le labbra e si rivela imbarazzato ma allo stesso tempo ilare.
"Sì, sono stato io. E sai perché? Perché voi donne vi innamorate sempre dell'uomo sbagliato"
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