🫣😳 Capitolo 12😰🫣
Quella donna sparisce tra i corridoi dell'ospedale e non sono più in grado di incrociarla di nuovo nonostante abbia girovagato ovunque pur di incontrarla un'altra volta, perché devo assolutamente scoprire cosa mi stia nascondendo Abraham Williams.
Nel momento in cui ho sentito che fosse sposato il mio cuore ha iniziato a battere all'impazzata e mi sento profondamente presa in giro!!!
Non tanto perché abbiamo avuto dei rapporti fisici ma proprio perché aveva in qualche modo tradito la mia fiducia, in relazione all'indagine. E poi la cosa più agghiacciante è che nessuno sia a conoscenza del suo presunto matrimonio, nemmeno mio padre che è il suo migliore amico da sempre, o almeno così credevo.
Intanto provo a dirigermi da Abe, per potergli chiedere spiegazioni ma non mi è consentito dato l'orario di visite è terminato e i medici mi hanno tassitivamente impedito di entrare nella stanza del poliziotto.
Il ricordo di quella donna dagli occhi azzurri mi ha parecchio inquietato e preoccupato anche perché la sconosciuta non ha fatto visita ad Abe e ciò mi sembra un particolare davvero losco e agghiacciante.
Cosa è venuta a fare??
La mora si era limitata a dialogare con il medico per diversi minuti per poi sparire in quanto non sono più riuscita ad incontrarla. La testa mi sta per esplodere dato che non riesco a trovare una spiegazione a tutta questa strana situazione, senza considerare che mi sento anche in pericolo, perchè ho da poco scoperto di essere spiata da qualcuno.
Comunque sia, sono rimasta per molto tempo di fronte la stanza del poliziotto e non si è vista traccia della fantomatica mogliettina e ho paura che ci sia qualcosa di sospetto dietro. Poi, scaccio questo pensiero dalla mia testa e mi convinco del fatto che Abe è davvero una persona squallida, anche perché mi ha ommesso diverse cose.
Forse sto esagerando a dubitare di lui in questa maniera e probabilmente devo considerare l'ipotesi che lui si trovi in pericolo quanto me. O forse no?
E per quel motivo che sento il cuore scoppiare dal petto e provo nuovamente ad entrare nella stanza di Williams: mi trovo in uno stato davvero delirante e i miei gesti sono veicolati dall'ansia perciò sono pronta a tutto, pur di scoprire la verità. Il mio sesto senso poliziesco mi urla di non dover lasciare perdere e così, sto per entrare nella stanza ma una infermiera me lo impedisce posizionandosi di fronte la porta con fare minaccioso.
"Signorina, forse non mi sono spiegata bene: l'orario delle visite è terminato. Deve andare via!!!" ringhia la donna con un volto davvero spietato e io non posso fare altro che allontanarmi e rimanere in silenzio.
E senza farlo apposta in questo momento, mi arriva una chiamata da un numero che non ho salvato e decido di rispondere anche se ho il cuore in gola.
Non nascondo che mi sento osservata, come se qualcuno mi sta spiando e ho davvero paura di fare la stessa fine di Angela.
Quando rispondo alla chiamata e una voce famigliare mi tuona nei timpani, mi tranquillizo. Riconosco Thomas, il poliziotto viscido e bassino che mi informa che posso uscire dalla struttura perché una volante mi aspetta all'ingresso. Inutile dire che il viaggio di ritorno a casa è piuttosto silenzioso perché sentobla testa esplodermi e poi, quel poliziotto non mi piace affatto e quando constato che sarebbe stata lui la mia scorta non ne sono proprio entusiasta.
Una volta arrivata nella mia abitazione, mi rifugio nella mia camera da letto e mia madre non si azzarda a farmi domande, perché sembra già essere al corrente di tutto. Così, mi affacio dalla finestra e vedo la volante della polizia fissa di fronte la mia abitazione e in questo momento capisco che la mia vita sia completamente cambiata.
Sono stata privata della mia libertà!!!
Nei giorni a seguire, la polizia sentenzia che qualcuno mi segue quindi non posso dirigermi da nessuna parte senza la presenza di Thomas e debo assolutamente evitare luoghi dove potessero assembramenti e cose simili. Intanto, la città è avvolta dal più completo caos perché la notizia della scomparsa di Angela Fish è sulla bocca di tutti e i giornali del luogo sono intasati da caratteri cubitali e notizie shock inerenti alle tragiche sorti della pittrice.
La nota pittrice Angela Fish, scomparsa nella notte del 4 agosto. L'appello dei familiari: "Aiutateci a trovarla".
Oppure:
Angela Fish, scomparsa misteriosamente. Il sequestratore sarà tra noi? Viviamo ancora in un posto sicuro?
Leggere quei titoli mi cre uno stato davvero ansiolitico perché la popolazione è in sgomento e tutti hanno iniziato ad allarmarsi perché Angela sembra essere introvabile e la città è stata privata della sua sicurezza e della sua tranquillità.
Intanto, la polizia ha cominciato a lavorare sodo e i sopralluoghi sono nettamente aumentati, difatti mio padre non è mai a casa e spesso e volentieri non torna nemmeno a dormire. Mia madre è molto preoccupata e non posso negare che anche io sono estremamente agitata perché in parte, sono stata privata della mia giovinezza. Quando mi reco in bottega, deve esserci anche Thomas e la cosa ha iniziato davvero ad annientarmi perché non ho più la mia privacy, ma tutto è era per salvaguardare la mia incolumità e devo accettarlo senza troppi giri di parole.
Senza considerare che mio padre ha smesso persino di parlarmi e quando gli chiedo il perché del suo silenzio, lui mi risponde secco:
"Meno sai, meglio è, Margot..."!si limita a dirmi a denti stretti e io rimango senza parole di fronte quella dichiarazione, perchè tutto è così strano e non sembro essere più padrona della mia vita. Non so per quale motivo, ma è molto restio nei miei riguardi, forse perché non vuole fornirmi nessuna pista o traccia per potermi mettere di nuovo in pericolo. Probabilmente, mio padre ha ben capito che io non avrei mai smesso di indagare sulla scomparsa di Angela Fish dunque, preferisce evitarmi e fa bene perché io sto aspettando semplicemente il momento buono per mettermi di nuovo in azione. L'unica fonte che ho diretta è Thomas che si è lasciato sfuggire qualche indiscrezione: mi informa che il test del DNA effettuato sulla famigerata ciocca di capelli rivenuto nella mia borsetta, ha rivelato che si tratti di Angela e successivamente, mi racconta che Abe si è recato a New York per indagare sulla misteriosa mostra che la pittrice avrebbe dovuto inaugurare nella grande mela. Intanto, Abe dalla mia vita è davvero scomparso: ha smesso di frequentare casa nostra e mio padre misteriosamente non parla più del suo migliore amico come lo avesse cancellato con una gomma, non so cosa sta accadendo ma una cosa è certa: io non mi fido più di Williams e nemmeno di mio padre.
Comunque sia, non ho avuto occasione di chiedere al capofamiglia del presunto matrimonio di Abe anche perché, papà con me è schivo e di poche parole e mi priva di poter parlare con lui. Ogni qualvolta inizio un discorso con mio padre, lui è pronto alla fuga oppure finge di doversi dirigere a lavoro, non capisco più cosa stia accadendo e l'unica persona che sembra essermi più vicina in questo momento era Thomas che si limita solo a salutarmi e a chiedermi come stessi di tanto in tanto. Persino, Lizzie sembra essere sparita della mia esistenza e ciò mi inquieta profondamente perchè ho la sensazione che tutti abbiano paura di me.
Perché Lizzie non risponde ai miei messaggi? Mah...
La mia vita è davvero cambiata, mutata dopo la scomparsa di Angela Fish e io devo assolutamente scoprire cosa stia accadendo anche se ho una scorta alle mia calcagne. Così, una sera mi metto a lavoro perchè devo assolutamente scoprire cosa c'è dietro il finto matrimonio di Abe, non so cosa mi fa pensare che si tratti di un bluff ma il mio istinto mi suggerisce che dovrei indagare. Così, in questa sera di fine di agosto, in cui io non ho più novità inerenti all' indagine, so solo che Jack Thompson è uno dei primi sospettati ed ho ricavato questa notizia grazie alle testate giornalistiche, anche se lo scultore continua ad avvalersi della sua tesi, ovvero che Angela Fish si sia suicidata.
In tutto ciò, però io non ho iniziato a vederci chiaro su Abe dato che sembra essere sparito dalla città, mio padre non parla più di lui e nemmeno Thomas e così mi metto a cercare informazioni sul suo conto girovagando su internet.
Per prima cosa: non avevo mai sentito parlare della sua famiglia, so che Abraham Williams ha frequentato il collage con mio padre ma non avevo mai sentito parlare dei suoi genitori o delle sue origini. Così, cerco online sue informazioni ma non trovo assolutamente nulla, se non sul sito della stazione di polizia della città, le seguenti informazioni:
Agente Abraham Williams, nato il 19 settembre del 1975, a San Juan.
Sgrano gli occhi di fronte tale rivelazione perché non sapevo assolutamente che Abe fosse nato in Porto Rico , ma comunque c'è qualcosa dentro di me che non mi convince affatto. Pertanto, mi metto alla ricerca della famiglia Williams, tra le varie intersezioni e linee telefoniche di San Juan, ma non trovo nulla: quel cognome legato al poliziotto sembra non essere mai esistito. Il mio cuore sta per scoppiare dal petto perché non ho la situazione chiara e sto entrando in uno stato di profondo malessere perché dentro la mia testa riecheggiava con sonorità una sola domanda:
Chi diavolo è in realtà Abraham Williams?
Dunque, decido di accedere sul sito del Collage che ha frequentato mio padre e mi metto alla ricerca del poliziotto. Così, inizio a digitare nervosamente più volte il nome del poliziotto che risulta presenti negli archivi. Cerco di rimanere in silenzio perché fuori dalla porta della mia camera è presente Thomas e per questo motivo, decido di non destare sospetti e provo a tranquillizzarmi mordichiando nervosamente il palmo della mia mano. Almeno sul sito del Collage è presente Abraham Williams. Trovo nelle ricerche vari ritratti di Olivia Jones e noto che lei ha la stessa età di Abe perché è del 1975.
D'un tratto, le mie ricerche sono sventate dalla voce di Thomas che riecheggia fuori dalla mia camera e così attacco il mio orecchio per sentire cosa sta dicendo: sta parlando con mio padre e lo informa che si sente poco bene e così il capofamiglia lo congeda dicendogli che si sarebbe occupato lui della mia sorveglianza.
Ma io, non posso starmene con le mani in mano, devo agire ed anche subito!!!
E quando verifico che Thomas si è tolto dai piedi e che mio padre si trova in bagno a fare non so cosa, balzo dalla finestra aiutandomi con le lenzuola del mio letto e scappo nel cuore della notte. Sono le 2.00. di notte e so che sto commettendo una vera e propria pazzia e che ciò mi procurerà non pochi problemi ma devo scoprire la verità. Intanto, guidata dal mio istinto da dectetive, decido di percorrere gli isolati che mi dividono dalla sua abitazione ed ironia della sorte, lo vedo uscire di casa e mi nascondo tra i cespugli attraverso un movimento repentino e silenzioso. Non so dove si rechi a quell'ora della notte ma una cosa è certa, non è vestito in divisa e la cosa mi insospettisce parecchio, perchè i suoi abiti sono neri ed è davvero difficile scorgere la sua figura nel cuore della notte.
Si guarda intorno con un fare decisamente introspettivo e io prego nel non essere scoperta altrimenti, sarebbero guai seri.
Lui sembra non accorgersi della mia presenza e procede verso il vialetto con fare attento ed io sono pronta a non abbassare la guardia. Striscio sull'umido asfalto mentre sento il cuore in gola e non riesco a trovare una spiegazione valida a quello che sto facendo, mi sento in pericolo e mi pento della mia curiosità. Poi, lo vedo recarsi nel retro della sua abitazione e senza indugiare lo seguo a passi lenti e noto che si sta introducendo nel garage e quando la serranda si alza, non so come ma io riesco ad entrare e a nascondermi dietro uno scatolone impolverato.
Il mio cuore batte velocemente perché non capisco che cosa stia accadendo e quando vedo trasformata in un archivio informatico!!!
Io sgrano gli occhi di fronte tutto ciò, perché mi sembra di trovarmi all'interno di una sede informatica dell'intelligence americana, proprio quelle che si vedono all'interno dei film!!!
Sento la testa esplodermi!
Abe si butta su una sedia girevole e noto che sta scrutando delle informazioni attraverso degli schermi al plasma davvero tecnologici, dove si erge una sigla evidente e lì tutto mi è chiaro.
L'uomo che ho davanti è un agente segreto.
Questa scoperta spiega la sua non esistenza, i suoi continui sbalzi d'umore, la sua misteriosità, il suo essere solitario e chi più ne ha, più ne metta, lì si palesa anche il suo essere donnaiolo e rozzo, probabilmente è una maschera che deve mantenere per evitare sospetti. Ciò denota anche perchè Abraham Williams non ha mai avuto una relazione stabile: probabilmente la donna dell'ospedale che si è professata sua moglie, è un'altra spia che deve ottenere informazioni utili sulla salute del povero agente, senza destare sgomento, anche se personalmente quell'errore è stato fatale perchè io proprio dal quel particolare ho cominciato ad insospettirmi.
Non riesco a credere a ciò a cui stl assistendo, perchè mi sembro tutto così inverosimile e probabilmente sono davvero in pericolo perchè sono venuta a conoscenza della identità dell'agente.
Provo a rimanere in silenzio e sperl di non essere sorpresa ma dopo pochi istanti, un allarme comincia a rimbombarmi nelle orecchie e lì capisco di non avere più scampo. Abe, si alza improvvisamente dalla sedia e perlustra l'ambiente con una pistola davvero minacciosa che non ho mai visto nella vita.
Il mio cuore batte forte e ho davvero paura per le mie sorti e forse ha proprio ragione mio padre "meno avrei saputo e meglio sarebbe stato."
Sento le mie gambe cedere e perdere il controllo.
Il fiato si mozza.
La bocca comincia a tremare.
Vedo gli occhi azzurri dell'uomo guardarsi intorno.
La sua pistola inizia a posarsi ovunque.
L'allarme mi scoppia nelle orecchie.
Il cervello sta per scoppiare.
I miei occhi si macchiano di lacrime.
Il sudore si impossessa della mia fronte.
Sto per svenire.
Sono pronta per cadere al suolo.
D'un tratto quando i miei occhi si chiudono avverto un forte rumore.
L'uomo con un calcio butta via il cartone dove ero nascosta poco prima.
Rivela la mia figura e lo vedo impallidire.
I suoi occhi blu non lasciano trapelare nessuna emozione.
Il suo volto è sconvolto.
Mi guarda con un'espressione gelida e oscura.
Le sue pupille blu mi bloccano.
Non oso parlare.
Non riesco a muovermi.
Sono spacciata.
"Oh Cristo! " grida con intensità rompendo il silenzio e quasi non riconosco la sua voce mentre l'allarme ha iniziato a trafiggermi le orecchie e lo spavento si è impossessato di ogni singola parte del mio corpo. La sua pistola si scaglia contro di me e io chiudo gli occhi e deglutisco sperando di non essere uccisa in questa maniera così misera. Sono consapevole di essere davvero in pericolo ma sono comunque decisa a scoprire chi sia l'uomo che ho davanti al mio volto e così grido con altrettanta enfasi contro di lui.
"Abraham Williams, chi diavolo sei in realtà?"
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