Capitolo 6
Salendo per la grande collina Ena ripensava alle parole della madre. Suo padre stava andando al lavoro. "Tornerò al solito orario, mi raccomando non combinate pasticci e tu, Jenny, controlla Ena ogni tanto" disse aprendo la porta. Jenny si girò verso Ena e simpaticamente le fece una boccaccia. "Ah dimenticavo", si voltò il padre uscendo: "Ci sono dei regali per voi sul vostro letto!". Jenny ed Ena si guardarono "Regali?!?!", esclamarono correndo ognuna in camera propria. Era passato davvero molto tempo dal loro ultimo regalo. Ena aveva ricevuto il quadro con la contadinella e Jenny un golfino rosso molto tempo prima. Correndo Ena inciampò su un vestito a terra nella sua stanza. "E questo cos'è?" si chiese tirandolo su. Era una giacca viola con delle tasche ai lati. "Non ne ho mai avuta una così", disse. Notò che sull'etichetta era scritto il nome di Tiffany. "Era di mia madre..." pensò piegandola. Si avvicinò al letto, vide una scatolina e l'aprì. Immediatamente una stupenda melodia cominciò a suonare e una ballerina all'interno cominciò a girare su se stessa. "Un carillon!" esclamò sorridendo Ena. Era una musichina graziosa sempre uguale che Ena apprezzava moltissimo. Si sdraiò sul letto ascoltandola e mentre la ballerina continuava a danzare Ena notò che sul suo tutù c'era scritto Memories. "Ricordi..." pensò. La musica si fermò ed Ena chiuse la scatolina. Si alzò e andò a vedere il regalo di Jenny. "Jenny!!!", disse bussando alla porta "Posso entrare?", chiese bussando di nuovo. Da dentro la stanza si sentì: "Ecco un attimo... Ora puoi entrare.". Ena spalancò la porta e vide Jenny indossare un vestito blu cielo con delle perle. Jenny si girò più volte per mostrarglielo: "Che bello!!!", esclamò Ena andando vicino alla sorella che non smetteva di girarsi e rigirarsi. "Sono proprio felice!!!", disse Jenny.
Ena tornò in camera sua. Guardò fuori dalla finestra. Il cielo era sereno, lei poteva benissimo andare alla ricerca del piano come le aveva detto la mamma ma non se la sentiva, non sapeva cosa fare, né dove andare. Poi le venne un dubbio: a cosa le sarebbe servita la penna della mamma? Si accucciò sotto il letto e prese il diario e la penna. Se la girò tra le mani e poi aprì il diario. Si fece scorrere tra le dita tutte le pagine e si fermò sulle ultime. Erano più spesse e più ruvide delle altre ed erano vuote senza scritte. Come per impulso Ena prese la penna e la spinse sulle pagine ma non successe nulla. Allora si ricordò del pulsante e lo spinse. Immediatamente una luce la circondò fino ad arrivare sul soffitto. Ena si sollevò in aria e girò più volte su se stessa prima di sparire lasciando cadere a terra i due oggetti.
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