Capitolo 14
"Perché mi hanno mandato lì? Per farmi scoprire che con la penna si può disegnare anche nel mondo?", pensò alzandosi e massaggiandosi la testa. Appena alzò lo sguardo restò allibita. Ventisei rocce messe a cerchio coperte da maestosi alberi. "Le ventisei rocce...", sussurrò avvicinandosi. Entrò nel cerchio e si girò per osservarle tutte. Non erano rocce normali, ognuna aveva infilato un diamante diverso e vicino ciascuno c'era una scritta: "Katrin, Gioia, Valerie, Nives, Diamante, Tara...". Le contò tutte, erano proprio 26 rocce!
Prese dalla tasca dello zaino la piuma colorata dell'uccello poi si avvicinò di nuovo lentamente al centro del cerchio. Quando fu certa di essere al centro lasciò cadere la piuma. A quel punto dalla prima pietra, quella di Katrin partì un raggio luminoso che circondò le altre una a una per ordine fino a toccare la piuma. Un raggio di luce avvolse Ena dalla testa ai piedi e la sollevò in aria. Chiuse gli occhi sentendo i capelli biondi muoversi intorno a lei. Quando aprì gli occhi era distesa nel nulla del mondo di mezzo. Si alzò e fece qualche passo avanti cercando di capire cosa fare, quando però vide Tiffany in un angolo del mondo di mezzo. "Mamma!" Gridò correndo verso di lei. Quando però fu a pochi passi dalla mamma non riuscì più a muoversi. Davanti a lei c'era come un campo di forza invisibile che le impediva di avanzare. "Mamma!" gridò di nuovo colpendo il campo di forza con dei pugni. Continuò a battere ma non successe nulla: sua mamma non si voltò. "Mamma..." disse Ena nuovamente, arrendendosi di colpire il campo di forza. In quel momento Tiffany si alzò dicendo "È troppo pericoloso per lei!" poi una luce la portò via. Ena si buttò a terra "Ha ragione la deluderò! Non troverò mai il piano della pace!" Non sapeva cosa fare, stava pensando di abbandonare tutto, di ritirarsi voleva piangere abbracciata a sua madre quando però una cosa la fece sorridere sinceramente: il piano della pace era lì davanti a lei! Un pianoforte di legno ricamato con ghirigori sulle gambe di legno e sulla coda. I tasti bianchi luccicavano vicino quelli neri. Uno spettacolo veramente stupefacente. Ena non poté trattenere un sorriso di gioia. Si alzò e si avvicinò a quello. Ora che l'aveva trovato non sapeva cosa fare. Lo toccò con la mano destra ma appena lo fece una scia di fumo lo circondò e poi svanì insieme a quello. "No!!!" urlò Ena. Chiuse gli occhi sperando di aver immaginato tutto e che il piano della pace fosse ancora avanti a lei, ma quando li riaprì non c'era che il fumo che aveva creato il pianoforte.
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