Capitolo 13


La penna volò via dallo zaino e sfiorò il terreno facendo crescere dei fiori viola, volò in mano ad Ena e smise di brillare. Ena la fissò poi sfiorò il terreno come aveva visto poco prima ma non crebbe nulla. Poi ci riprovò questa volta immaginando di far crescere un albero... e immediatamente crebbe un albero, come l'aveva immaginato. Sfiorò di nuovo il terreno questa volta immaginando dell'erba. Spuntò l'erba. Sfiorò di nuovo il terreno pensando a dei fiori, poi delle nuvole, un laghetto e delle capanne. Cominciò a correre facendo spuntare dal terreno sassi, fiori alberi ed infine il sole che si alzò volando nel "Cielo". Ciò che ne uscì fu davvero sorprendente. Ormai nella corteccia c'era un vero e proprio regno! Si chinò un'ultima volta per far spuntare un laghetto. Quando si affacciò su quello notò che non vedeva il suo riflesso ma una scritta "La vita è tua: fanne ciò che desideri". Ena la guardò poi si arrampicò per uscire. Coprì il regno con una foglia. "Come faccio ora a tornare delle mie dimensioni nella lettera della mamma non c'era scritto nulla!" esclamò.

Dal cielo scese un uccello enorme che forse l'aveva scambiata per qualche animale. Piombò fischiando su Ena e l'afferrò per una manica portandola in alto su un ramo in un nido dove si trovavano tre uova. Si agitò inutilmente cercando di scendere. Però in quel momento cominciò a ridiventare grande fino a tornare delle sue dimensioni. Il ramo si spezzò ed Ena cadde a terra insieme a quello ed al nido osservando l'uccello volare via.

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