Capitolo 1

- Hai intenzione di venire a cena?! - la voce arrabbiata di mia madre mi fece voltare verso la porta della mia camera.
Lei era già sparita al piano di sotto e la sentii sbraitare anche contro mia sorella.
Con pazienza mi tosi le cuffie e spensi la musica dal cellulare. Sospirai, controvoglia scesi le scale e andai nella sala da pranzo di casa mia.
- Alla buon ora!! È mezz'ora che ti chiamo - mia madre mi riempii il piatto.
- Scusa ma non ti ho sentito -
- Domani mi porti tu a scuola, Samantha? - la voce di mia sorella, seduta di fronte a me, fece calmare un attimo mia madre.
- D'accordo, ma devi alzarti prima del solito se no arrivo in ritardo io - precisai.
-Allora meglio che mi accompagna qualcun'altro... - disse mia sorella guardando mio padre.
- Mi disiace, domani sono di fretta anch'io... parto prima di tutti - sorrise divertito.
Mio padre era elettricista e ogni tanto era costretto a subirsi qualche viaggio con il camion dell'azienda per cui lavorava e quindi mancava da casa anche per due giornate consecutive.
- Uff... allora vengo con te Sam -
- Puoi sempre andare con l'autobus -
Quando tutti finimmo di mangiare, salii in camera mia e questa volta accesi lo stereo: Linkin Park a tutto volume. La mia band preferita. La band odiata dai miei genitori e da mia sorella. Non che mi importasse cosa pensassero gli altri di ciò che ascoltavo io, ma per questo motivo ero costretta a usare più di frequente le cuffie che lo stereo.
Come avevo previsto dopo poco più di venti minuti, mia sorella entrò in camera e staccò la spina dello stereo.
- La gente dorme anche! -
- Sparisci - le risposi.
Tuttavia andai a dormire, rassegnata.

"La Campanella" di Listz mi annunciò il buongiorno. Spensi la sveglia a mi alzai.
Come al solito feci colazione da sola, o meglio, con la musica. Una cosa astratta, certo, ma non per questo peggiore della compagnia che possono darti le persone.
Ascoltai "Finale Masquerade", "One step closer", "Given up" e "Crawling" dei Linkin Park ovviamente.
Mi misi le scarpe e in quel momento comparve Jenny, mia sorella minore.
- Pronta? - le chiesi.
- Sì... prontissima direi. Con cosa mi accompagni a scuola? -
- Con l'elicottero. Ma che domanda è?! In macchina - odiavo le domande inutili di Jenny.
Uscimmo di casa e prendemmo la macchina di mia madre.
Dopo qualche minuto di silenzio, Jenny accese la radio.
- Hai lezione di pianoforte pomeriggio? - mi chiese.
- Sì... perché? -
- Non sei agitata? -
- Che motivo ho di esserlo? - la guardai velocemente per poi riportare la mia attenzione verso la strada.
- Beh... la tua prima lezione alla scuola di musica dopo cinque anni che non ci vai. Ti riconosceranno? -
- Non lo so e non mi interessa - con quelle domande mi stava dando sui nervi.
- Se non fosse stato per la mamma tu non saresti andata via dalla scuola di musica, o sbaglio? -
- Smettila Jenny, lo sai benissimo cosa avrei fatto! - la fulminai con lo sguardo.
- Magari incontri qualche ragazzo carino... - mi guardò con uno sguardo pervertito.
- Piantala di dire stupidate -
Mi fermai davanti al cancello della sua scuola e dopo che lei se ne fu andata, proseguii verso il mio liceo.

Le ore di lezione non passavano più. Il mio compagno di banco dormiva con lo zaino sopra la testa; piuttosto buffo da vedere ma la prof. non sembrava accorgersene.
Guardai fuori dalla finestra e improvvisamente l'Op. 9 n 2 di Chopin si presentò nella mia mente. Non sentivo più la prof. parlare, ero completamente assente. Davanti ai miei occhi scorreva un pentagramma dove danzavano le note del notturno di Chopin.
Il suono della campanella mi spaventò, riportandomi alla realtà.
- Cosa mi sono perso? - anche Emanuele si era svegliato.
- Niente... credo - risposi sorridendo.
- Dormivi anche tu Samantha? -
- No... o forse sì... guardavo fuori dalla finestra -
Emanuele rise di gusto per poi alzarsi per raggiungere gli altri in cortile.
Lo seguii anch'io ma mi diressi verso i bagni dove mi aspettava la mia migliore amica.
- Elena!! - le corsi incontro e ci abbracciammo.
- Come va? - mi chiese.
- Bene, oggi ho pianoforte - sorrisi raggiante.
- Che bello non vedo l'ora di riaverti alla scuola di musica - Elena saltellò sul posto.
Lei suonava il violoncello ed era molto brava. In più cantava nel coro della scuola di musica, nellp stesso corso dove mi ero iscritta anch'io. Anche Elena, come me, aveva diciotto anni e frequentava il penultimo anno di liceo nella sezione dopo la mia.
Andammo in cortile sotto i raggi del sole e parlammo del più e del meno fino al suono della campanella dopodiché tornammo nelle rispettive classi.

Dopo due ore di matematica, uscii dalla scuola e mi diressi verso la macchina per tornare a casa. L'avevo quasi raggiunta quando sentii qualcuno che mi chiamava. Mi girai e riconobbi Andrea, un ragazzo di quarta.
- Mi hanno detto che torni a suonare con noi - si fermò davanti a me e mi sorrise.
- Ehm, sì. Comincio oggi pomeriggio - perché lo sapevano tutti?!
Andrea suonava il flicorno e faceva parte anche della banda del paese.
- Mi fa piacere... sei brava a suonare e sarebbe un peccato se smettessi definitivamente -
- In realtà non ho mai smesso di suonare - precisai.
- Ma non è la stessa cosa... o sbaglio? - mi fece l'occhiolino e poi se ne andò.
Entai in macchina e mi diressi verso casa, confusa.

Dopo pranzo misi un paio di leggings neri e un maglioncino grigio, leggero. Presi lo zaino e scesi in cortile. Questa volta optai per la moto dato che il sole splendeva, regalando a tutti un pomeriggio stupendo.
La mia vespa rossa sfrecciava per le vie del paese e in poco tempo raggiunsi la scuola di musica. Parcheggiai e mi sistemai i capelli.
Mi fermai un momento a guardare l'edificio dall'esterno; era grande e sulla facciata era disegnato un pentagramma e una chiave di violino che davano l'idea di fluttuare sul muro. In alto c'era la scritta in nero Fuori Tempo.
Salii i pochi gradini che portavano al piccolo terrazzino ed entrai.
Il tempo parve tornare indietro di cinque anni e fermarsi un momento.

#Spazioautrice

In fondo ad ogni capitolo lascerò scritta una delle tante frasi che mi piacciono così da poterle condividere con voi e sapere cosa ne pensate :-)

Intanto spero vi piaccia il capito e spero anche di arrivare ad aggiornare presto <3

"La Musica è la voce di ogni dolore, di ogni gioia. Non ha bisogno di traduzione."

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