Spogliatoi

Ebbene sì, in questo fantastico lugliembre, è successo l'impensabile! Mi sono presa la bronchite!!! D'estate! Ma non ci posso credere! Sono così rincoglionbambita che non mi sono accorta che ieri era venerdì. Aiuto! E così non avete potuto leggere questo fantastico capitolo fino ad ora. Perdonatemi e amatemi, visto che, anche se sono più morta che viva, ve lo posto oggi, con solo un giorno di ritardo.
Mandatemi tanti commenti, il vostro affetto mi farà guarire prima!!!
Baci.
Noy

«Ferula!» Un lunga striscia di bende candide uscì dalla punta della sua bacchetta, gli riusciva proprio bene, ormai.

«Guarirà, Dottore?» La donna lo fissò con deferenza e rispetto, ma nei suoi occhi c'era un panico che non poteva essere ignorato. Draco si sentì colmare dall'orgoglio, come ogni volta che veniva chiamato a quel modo.

«Non è nulla di grave» Restituì il neonato alla madre e lei, tremante, se lo portò al seno. «Dovete solo applicare questo unguento due volte al giorno e non resterà neanche la cicatrice» Consegnò la boccetta al giovane padre, un ragazzone moro non molto più grande di lui e si dileguò prima che cominciasse la litania delle infinite domande. I genitori giovani erano così, non la finivano più di chiedere anche le cose più banali. Di solito aveva pazienza, ma era alla fine di un turno di venti ore e non ne poteva più.

«Malfoy! Hai finito con la coppia dell'ustione da ardemonio?» Johnson si materializzò al suo fianco. Una cartelletta in una mano e una piuma nell'altra. Con gli occhiali calati sul naso sembrava ancora più sexy, accipicchia.

«Sì, capo. Si può sapere per quale ragione questo tipo di incidenti capita sempre a me?»

L'affascinante medimago si strinse nelle spalle senza alzare il viso dal suo scritto. «Caso fortuito»

Draco sollevò l'angolo della bocca. «Certo, e non c'entra affatto che il primo giorno abbia curato proprio una di queste ustioni, vero?»

Zachary sollevò la testa e lo fissò da sopra gli occhiali. «Non colgo l'insinuazione, Draco, comunque il nuovo camice ti sta una favola» Dannati occhi azzurro cielo luminosi come un giorno di primavera, dannato sorriso seducente e ammiccante! Dannato tutto! Era sempre più difficile far finta che Johnson non gli piacesse. Soprattutto quando flirtava con lui.

«Sono d'accordo. Non molti saprebbero portare il camice azzurro con gli orsetti della pediatria con la mia stessa eleganza innata» La prima volta ci era rimasto di sale. Ora aveva imparato a rispondergli a tono. Fingere sembrava l'unica via. A meno di optare per una sincerità fuori luogo e potenzialmente imbarazzante e ammettere di avere una stupida cotta da adolescente per il suo supervisore ventenne. Si sentì morire di vergogna al solo pensiero.

Il suo interlocutore sbuffò una risata. «Sì, beh... vai a cambiarti ora, o faremo tardi» Riprese a scrivere, la piuma d'oca scricchiolava fra le sue mani.

Congedato in maniera tanto brusca, era una novità. Draco si infilò negli spogliatoi.
Il suo armadietto era uno degli ultimi, quelli più scomodi, ma aveva un senso, lui era l'ultimo arrivato, in fondo. Prese la stampella dal piccolo vano e ci accomodò il camice, era ancora pulito, ma gli elfi lo avrebbero disinfettato in modo che fosse impeccabile il giorno successivo.
Certo, a ben guardare, forse si sarebbe meritato qualcosa di meglio, era l'apprendista con il minor numero di disastri al suo attivo, dopotutto.

Una spallata decisa per poco non gli fece perdere l'equilibrio. «Allora biondino, ucciso nessuno oggi?» 

«Buongiorno Robert» Ci voleva del coraggio a chiamare lui biondino, con quel cespuglio di ricci rossastri in testa. «Non sono io che sbaglio a prescrivere le pozioni»

Il ragazzo scoppiò a ridere e si tolse l'asciugamano che teneva legato in vita. Sotto era nudo, accidenti! Draco si voltò, il viso in fiamme. «E' successo solo una volta, novellino» Draco si fece forza per continuare a spogliarsi, non voleva che l'altro capisse che era in imbarazzo. «E non sarebbe successo nulla se la vecchia megera non avesse mangiato i mirtilli» Prese dall'armadietto a fianco al suo la biancheria e se la infilò.

Draco tirò un sospiro di sollievo, non rischiava più di trovarsi a fissare i suoi attributi in libertà. «Se ti sembra normale mandare in giro la gente con la faccia viola»

Quello ghignò. «E dovevi vederle il culo!» Basta! Non ce la faceva più a sentire tanta volgarità, per fortuna il gruppo con cui usciva quella sera non era contenuto, ci sarebbe stata altra gente con cui parlare. «A proposito, stasera vi do buca» Annunciò Robert.

«Oh, che peccato» Esultò Draco, sperando di sembrare almeno un po' convincente. 

L'altro non diede segno di accorgersene. «Do il cambio a Lucas, così può uscire con Afrodite» Era ora! Quei due si correvano dietro da una vita. Draco si slacciò la cinta e la fece scivolare fuori dai passanti. Ma, aspetta un attimo...

«Afrodite deve uscire con noi, stasera. Ha organizzato lei la serata» Che se ne fosse dimenticata?

«Già» Commentò Robert con un sorrisetto malizioso. C'era qualcos'altro che voleva dire, ma che non si decideva a far saltar fuori. Che gli nascondeva? Sistemò i pantaloni su una stampella e rimase in biancheria, non era del tutto a suo agio, ma anche l'altro era mezzo nudo.

«Ti vuoi decidere a sputare il rospo?» Odiava quando faceva così, lo faceva sempre sentire il ragazzino ingenuo che non capiva i significati sottintesi dei suoi colleghi, va bene che era il più giovane, ma non era uno sprovveduto.

«Non hai capito, vero?» Appunto! Draco incrociò le braccia sul petto nudo, l'altro infilò una gamba nel pantalone della divisa. «Non verrà nessuno» Gli lanciò un'occhiataccia da sotto in su, raddrizzandosi e allacciando la coulisse che teneva su i pantaloni: rosa, era di servizio in ostetricia.

«Che diavolo stai dicendo? Era un bel gruppo, possibile che tutti abbiano di meglio da fare?» Non aveva nessuna voglia di tornarsene a Hogwarts, i suoi amici erano tutti in fibrillazione per San Valentino e a lui non andava proprio. Non voleva ripensare a quello dello scorso anno, con Harry. Si carezzò il ciondolo con la piccola chiave che portava ancora al collo.

«Non spariranno proprio tutti» Proseguì Robert. Per Merlino! Sembrava un gatto che giocasse con un topolino. «Ma uno alla volta tutti troveranno una scusa finché non ti ritroverai da solo con... indovina?» 

«Non ne ho idea! Di che parli?» Idiota! Era un vero e proprio idiota collaudato! 

Fece una smorfia, mimando il gesto di asciugarsi una lacrima. «Peccato che tu sia tanto scortese, adesso non saprai con chi devi uscire, fino a quando non ti troverai la sua lingua in gola» Draco trasalì, di che diavolo stava parlando? Lui non era pronto, non voleva una relazione in quel momento... ma un attimo, non aveva parlato di "relazione", solo di una cosa che poteva passare per un bacio un po' appassionato, sorvolando sulla metafora disgustosa. Gli vennero in mente un paio di candidati che non gli sarebbero dispiaciuti.

«Avanti, sputa il nome!» Se era quella smorfiosa di un'infermiera, stavolta le avrebbe fatto capire senza mezzi termini che era gay! Nessuna possibilità per lei e il suo sedere da cavallo! Anche se, magari era il ragazzo timido che aveva cominciato la settimana scorsa, non sarebbe stato tanto male, forse.

«Credo che ti convenga farti una bella doccia, o al capo passerà la voglia» Ridacchiò. Che cavolo aveva da ridere? E poi che capo? Di che capo stava parlan... oh! Salazar benedetto! Non poteva essere che si riferisse a... proprio a... Draco si sentì mancare il fiato. Il cretino rideva sotto i baffi, allacciandosi i bottoni del camice rosa, che orrore!

«Mi stai prendendo per i fondelli! Lui non fa certe cose» Finse di rovistare nell'armadietto alla ricerca del bagnoschiuma. Non voleva che lo vedesse in volto o avrebbe capito tutto.

«Ne sei sicuro?» Prese le scarpe e se le mise ai piedi senza calzini. Che animale! Povere le puerpere che gli fossero capitate sotto mano quella notte. «Eppure un uccellino mi ha riferito che è andato in giro chiedendo a tutti di trovare qualcos'altro da fare, stasera...» Lasciò cadere il discorso, come fosse niente di importante. Draco si sentiva il cuore nelle orecchie, batteva talmente forte che non sentiva più neanche le parole dell'altro ragazzo.

Che doveva fare? Era innegabile che avesse una gran cotta per quel ragazzo e lui era sempre stato carinissimo, fin dal primo giorno, non lo aveva trattato come un ragazzino, ma lo aveva preso subito sul serio.
Il solo pensiero che potesse esserci qualcosa di romantico fra loro, lo faceva volare al settimo cielo. Ma lo rendeva anche triste. Voleva dire che rinunciava del tutto alla possibilità che fra lui e Harry ci fosse ancora qualcosa.
Non sapeva se era pronto.

Entrò in una doccia e aprì l'acqua calda, caldissima, quasi bollente. Doveva pensare e circondarsi di vapore, mentre il getto caldo gli rilassava i muscoli era la cosa migliore. Prese una generosa dose di bagnoschiuma e se lo portò al viso. Sapeva di muschio, erba appena tagliata e lucido per scope. Lo stesso odore che associava a Harry. Lo usava da mesi, da quando si erano lasciati. «Adesso basta» Disse al muro.
Aprì le mani e il bagnoschiuma scivolò nello scarico, prese lo shampoo e si lavò con quello. Avrebbe profumato di camomilla, ma pazienza.

Si asciugò lentamente e si infilò la biancheria pulita prima di uscire dalla doccia. Non voleva certo andarsene in giro con le chiappe al vento come qualcuno. Davanti all'armadietto aperto prese i suoi vestiti, se avesse saputo che era una serata così importante avrebbe optato per un abbigliamento meno informale.
I jeans chiari e il maglione di morbida lana bianca che lo faceva assomigliare a una nuvola, non gli sembravano adatti. Forse avrebbe dovuto annullare tutto, non poteva presentarsi vestito così male!

No! Niente affatto! Era solo l'ennesima scusa che si raccontava. Per non andare avanti, per non aprirsi agli altri. Non gli sarebbe mei passata se avesse seguitato a quel modo. Si vestì alla svelta, aveva preso una decisione e non aveva intenzione di darsi il tempo di ripensarci, dannazione!

Chiuse lo sportello di ferro con un sonoro clang! 

«Arrabbiato?» La voce di Zachary lo fece saltare. Eccolo lì, l'oggetto del suo desiderio e, porca pluffa era più bello che mai. Come faceva a sembrare sempre elegante anche con i vestiti babbani? Anche lui sapeva di stare bene, ma non così.

«Si era bloccato» Inventò una scusa, il panico gli aveva già chiuso lo stomaco.

Zachary sorrise e Draco si sentì morire, ma che glielo faceva fare di rischiare una figuraccia simile? «Pronto?» Era quello il momento giusto per tirarsi in dietro, doveva salvarsi doveva... annuì, senza essere in grado di aggiungere una parola.
La figura da scemo era assicurata. 

«Ho sentito che non ci sarà molta gente stasera» Ecco, fare conversazione, tenersi su argomenti vaghi, così poteva anche funzionare.

Il medimago si sedette su una sedia, le gambe larghe, le spalle diritte. Dio quant'era mascolino. 
«Senti... devo confessarti una cosa» Abbassò lo sguardo un secondo, sulla sedia a fianco a lui e Draco ci si lasciò cadere sopra. «Stasera saremo solo noi due» La sua voce era bassa e calda. Un pugno nello stomaco. «L'ho fatto di proposito, io... volevo uscire con te, ma non volevo chiedertelo» Gli stava confidando tutto? Perché? Il piano era riuscito, che bisogno c'era?

«Lo avevo capito, sai?» 

Zachary sorrise e lo stomaco di Draco si contrasse ancora di più, aveva le dimensioni di un grano di pepe, ancora un sorriso del genere e sarebbe svanito nel nulla. «Robert non ha saputo tenere la bocca chiusa? Te l'ha detto prima o dopo averti sbattuto in faccia il pene?»

Draco ridacchiò nervoso ma divertito. «Dopo, ovviamente»

Zachary si portò la mano alla bocca, nascose un risolino agitato e poi tornò serio. «E a te sta bene? Non voglio ingannarti, se decidi di uscire con me voglio che tu sappia che...»

Draco lo fermò, riconosceva un discorso sconclusionato, quando ne sentiva uno. Anche se doveva ammettere che era una manna, per una volta, non essere lui a pronunciarlo. 
«Non mi pare di essermi lamentato» Non occorreva essere melensi, bastava per darsi un tono.

«Ok» Proferì l'altro. «Solo un'altra cosa, non voglio passare al serata a chiedermi come sarebbe» Si sporse verso di lui. Che stava facendo? Oh Merlino!

Zachary fece combaciare le loro labbra, Draco rimase paralizzato. Nessuna reazione, niente di niente. Qualcosa non andava. Si sforzò di assecondare i movimenti dell'altro. Era stato troppo improvviso, troppo inatteso.

Così come era venuto, Zachary si allontanò, aveva un'espressione entusiasta. Draco non sapeva che dire. «Wow» Mormorò, tanto per non restare in silenzio.

«Meraviglioso» Gli fece eco l'altro. «Più bello di quanto potessi immaginare» Depose un altro piccolo bacetto sull'angolo della sua bocca e lo prese per mano. «Andiamo?»

Che era appena successo? Dov'era finita tutta l'attrazione che provava per quel ragazzo? Forse era solo che lo aveva colto di sorpresa, bastava che ci facesse l'abitudine e poi sarebbe stato bello. Sì, doveva essere così per forza, era solo che non era abituato al modo di baciare di Zachary, doveva solo darsi un po' di tempo.

«Solo un minuto» Sussurrò, abbassando le ciglia, l'altro deglutì. Ok, lo aveva in pugno, adesso bastava fare un po' di pratica. Tornò all'armadietto, si tolse la catenina con la chiave e la mise sul ripiano più alto, fra il calzascarpe e lo stetoscopio. 

«Cos'è?» Chiese il medimago, indicando il ciondolo.

Draco sorrise. «Nulla, una sciocchezza» Chiuse l'armadietto. «Possiamo andare» Un pezzo del suo cuore ci rimase dentro.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top