Remus


Ciao a tutte, meravigliose persone che leggete, che succede? Questa storia non vi piace più? Spero che ricomincerete a farvi sentire... Nel frattempo ecco a voi un capitoletto piccolo e dolce ma attente al finale, nuovi segreti appaiono all'orizzonte e una voce dal passato torna a gettare nuova luce su un aspetto della storia.
Leggete e vedrete.
Baci.
Noy



Il caminetto crepitava, il fuoco riempiva gli alloggi nelle segrete di ombre danzanti, sembrava quasi incantato. Remus allungò i piedi sul tavolino, a fianco alla tazza vuota di the e i calzini umidi cominciarono subito a fumare. Non era stata una buona idea portare i ragazzi nella foresta proibita in cerca di folletti della Cornovaglia, anche se aprile era già arrivato e con lui un timido sole che aveva appena cominciato a scalfire il gelo invernale. Si era congelato! Il tepore del fuoco gli penetrò fin nelle ossa, rimettendolo al mondo. Che bello.

«Cosa credi di fare con quei cosi puzzolenti?» Severus portò la tazza alle labbra e sorseggiò un piccolo goccio di the, poi riprese a leggere come niente fosse. Com'era bello e surreale trovarsi di nuovo a Hogwarts e per di più assieme a lui.

Era come se un genio benevolo avesse esaudito tutti i suoi desideri, o quasi. «Pensavo di scaldarmi un po' i piedi, ho camminato nella neve mezza scongelata per tutto il pomeriggio» 

Severus si strinse nelle spalle, senza alzare gli occhi dal libro che aveva in mano. «Non avresti dovuto andarci in questo periodo e quanto a portarci gli studenti, quello non dovresti farlo per nulla!» La faceva facile lui.

«Non avevo molta scelta, da quando qualche imbecille ha liberato i folletti, quelli non fanno che riprodursi, la situazione stava per diventare critica» Silente gli aveva chiesto... no! Gli aveva ordinato di risolvere quel problema. Cosa avrebbe dovuto fare? Deludere il preside? Non gli sembrava una buona idea, vista la sua già precaria situazione. Tolse i pedi dal tavolino, senza dir nulla, non voleva che Severus si preoccupasse anche delle sue paranoie.

«Pensi di stare lì a fissarmi ancora a lungo?» Certo, la gravidanza non aveva reso suo marito più dolce, ma a lui piaceva anche per quello. «Le ricerche del terzo anno sono ancora tutte da correggere, avrai dei Tassorosso molto delusi se non le riconsegni, domani» 

Si alzò di malavoglia e prese i compiti dal tavolo, Severus non gli avrebbe dato tregua finché non avesse finito, tanto valeva farlo subito e togliersi il pensiero. «Da quando ti importa così tanto dei tuoi allievi?» 

Suo marito sollevò gli occhi dal libro che stava leggendo. «Non saprei...» Sembrava un po' perso, Remus non poteva fare a meno di adorare quei rari momenti in cui si mostrava vulnerabile. «Sai, è strano, ma sembra che siano meno teste di rapa del solito» Si chinò sul testo, forse credeva che la conversazione fosse finita e che Remus si sarebbe rassegnato a lavorare senza più disturbarlo.
Illuso. Non andavano mica così le cose a Grifondoro!

«E non ti viene in mente nulla che possa aver cagionato un tale cambiamento?» Si sedette sulla poltrona, le pergamene in bilico sulle ginocchia, traballarono in modo allarmante.

Severus chiuse il libro. «Non ne ho idea, deve essere una sorta di incantesimo collettivo» Si mosse sulla poltrona, sistemandosi meglio. «Pensa che persino Paciock oggi mi ha fatto una domanda che... non era poi tanto stupida»

Remus sollevò un sopracciglio, era comunque un miglioramento. «Quindi anche gli altri insegnanti hanno notato un miglioramento?» Quanto ancora avrebbe dovuto girarci attorno per fare in modo che Severus capisse? Era tanto intelligente, di solito.

L'alchimista scosse la testa. «Niente affatto, giusto oggi Minerva si lamentava di quando fossero scarsi i suoi terzi anni. Deve essere una cosa limitata al mio corso, oppure anche tu...» 

Remus scosse la testa. «I ragazzi sono fantastici, ma sono gli stessi di sempre. Niente cambiamenti, a parte il fatto, naturalmente, che sono cresciuti dall'ultima volta che li ho visti» 

Severus fissò il fuoco per qualche istante prima di rispondere. «Allora davvero non ho idea di cosa sia successo» Oh Merlino, era dura stavolta.

«Se i ragazzi sono gli stessi di sempre, ma a te sembrano diversi, allora, non potrebbe darsi che sia tu a essere cambiato?» 

«Io? Ma che sciocchezze vai dicendo?» Si fermò a riflettere, Remus poteva intuire la portata della rivelazione che stava avendo solo dai rapidissimi movimenti degli occhi. «Va bene, ho fatto alcuni cambiamenti» Si portò una mano sull'addome.

«No mio caro, non ci provare! Non mi riferivo affatto a quello» Si alzò e gli tese la mano, lui l'afferrò e si alzò a sua volta. «Non è la gravidanza che ti ha cambiato, sei tu» Lo trasse a sé e Severus appoggiò la testa sulla sua spalla. 

«Non è vero, non sono cambiato» Ultima strenua resistenza, come poteva cercare con tanta costanza di non ammettere una cosa che era ben chiara a tutti?

«Sei tu che li incoraggi, ti interessi a loro e non perdi il controllo come facevi prima. Per questo i ragazzi sono più attenti alle tue lezioni» Severus scosse il capo, la fronte calda strusciò sulla lana vecchia del suo maglione preferito. «Ho sentito i ragazzi che ne parlavano, pensano che Pozioni possa diventare la loro materia preferita. Sai che ci sono un sacco di quinti anni che stanno considerando di proseguire anche l'anno prossimo? Fossi in te mi preparerei a avere classi strapiene» 

Severus gemette piano. «E sai se ci sarà anche... lo sai» Possibile non avesse neppure il coraggio di pronunciare il suo nome?

«Lo sai benissimo che Harry sotto sotto ti adora» Severus ebbe un brivido e lui lo strinse più forte. «Inutile che fingi, lo so che anche tu gli vuoi bene» Emise un verso soffocato sul suo petto, a Remus venne da ridere, ma non si azzardò. L'avrebbe scuoiato vivo.

«Sei crudele stasera. Ti comporti quasi come una delle mie serpi. Non so se essersene orgoglioso» Bofonchiò. Oh quante storie faceva!

«E' davvero una cosa tanto grave? Ammettere di essere cambiato, di esserti affezionato a questi ragazzi?» Se lui si comportava da Serpe, Severus pareva essere diventato d'un tratto un Tassorosso emotivo. Valutò per un istante l'opportunità di farglielo notare. Rabbrividì. Meglio evitare, se voleva restare vivo abbastanza a lungo da vedere nascere suo figlio.

Severus si allontanò dal suo petto, mostrandogli il suo viso. Era tutt'altro che allegro e aveva gli occhi lucidi. «Lo sai che non amo i cambiamenti» Remus annuì. «E che ho accettato questo lavoro per ragioni che non c'entrano nulla con il desiderio di insegnare»

Remus sbuffò e Severus lo guardò male. «Fa tutto parte del piano di Silente, lo so» Severus si allontanò ancora di qualche pollice, le mani sul suo petto che lo spingevano lontano, ma lui si rifiutò di lasciarlo andare e lo strinse a sé. «So anche che se insegni a Hogwarts è solo per proteggere...»

Non lo lasciò finire. Gli mise proprio la mano a coprirgli la bocca. «Pronuncia un'altra parola e te ne pentirai» Che minaccia terrificante! Terrificante ma vuota, gli occhi di Severus brillavano di collera o di divertimento? Lo trovava forse comico?

Si scrollò via la mano dal viso. «Da quanto tempo sei qui? Da quanto tempo insegni?» Severus abbassò gli occhi. «Sarebbe davvero tanto inopportuno che tu, dopo così tanto tempo, cominciassi a trarre soddisfazione da quello che fai?»

Il silenzio si protrasse, si dilatò fino a riempire tutta la stanza e a inglobarli in una bolla di calma statica che sembrava impossibile da spezzare. Remus si rifiutò di farlo al posto di suo marito e anche di lasciar cadere la questione, ora che aveva trovato il modo di affrontarla. Era quasi certo che stessero avendo dei miglioramenti, eppure... Severus non parlava.

«Non è facile» Il silenzio andò in frantumi. Remus sentì il suo cuore ricominciare a battere, buffo, non si era accorto che avesse smesso.

«Lo so, amore mio. Nessuno pretende che tu lo faccia subito. Prenditi i tuoi tempi. Basta che ne sei consapevole» Severus alzò gli occhi. «Non voglio che sia l'ennesima cosa che ti accade senza che tu possa farci nulla. Stavolta il cambiamento deve venire da te» Suo marito si portò la mano al petto e, attraverso la camicia afferrò la catena con l'anello che portava sempre al collo. Non era la prima volta che lo vedeva fare quel gesto, ma negli ultimi tempi lo ripeteva sempre più spesso.

Severus estrasse la catenina, il cilindretto dorato scintillò alla luce della fiamma. Remus sapeva di cosa si trattava, ma non riusciva a immaginarsi perché Severus ne possedesse uno, né per quale ragione lo costudisse con tanta dedizione. 

«Hai mai visto uno di questi?» 

Remus fece di sì. «Ne ho uno anche io, una lettera che mi scrisse mio padre per il mio diploma, è nel cassetto» Indicò il mobiletto portatile che aveva sistemato sopra la sua scrivania, portava quella lettera con sé da allora e la rileggeva nei momenti bui. Le parole di suo padre erano un faro per lui, quando rischiava di perdere la speranza.

Il pozionista si rigirò il cilindretto tra le dita. «Io non riesco a separarmene» Aveva un tono così affranto che Remus sentì l'istinto di proteggerlo, di lenire la sua tristezza. «Vorresti leggerla?» Questo proprio non se l'aspettava. La pelle d'oca lo fece trasalire, era un cambiamento importante, qualcosa di epico.

«Solo se tu vuoi mostrarmela» Senza aggiungere altro Severus estrasse la pergamena dalla sua custodia e la portò alle dimensioni originali.

«Non stropicciarla» Si raccomandò mentre gliela porgeva. Remus sapeva bene di dover fare attenzione all'espressione del viso, Severus non gli avrebbe tolto gli occhi di dosso, ma, non appena lesse la firma che chiudeva la missiva, si portò una mano alla bocca e si lasciò cadere sulla poltrona. 

Non era possibile che proprio lei... eppure... leggendo quelle righe sentì nella propria mente risuonare la voce della cara amica, anche scrivendo riusciva a essere sempre sé stessa, allegra, positiva, a tratti pungente e sempre, sempre sincera. Possibile che lei lo avesse perdonato? Dopo quello che le aveva fatto passare? E poi giunse alla conclusione e quello che vi lesse...

Spalancò gli occhi, non poteva credere di avere letto quello che aveva letto. «E' tutto vero? Voglio dire... è legale?» Severus annuì. «E quello è il suo anello?» Altro cenno di assenso. «Adesso capisco perché Silente ti vuole qui»

«Non solo per proteggere lui, ma per tenere sotto controllo me e io non posso andarmene. Glielo devo» Sembrava abbattuto, quasi rassegnato.

Certo quello cambiava tutto. Ogni cosa che aveva creduto fino a quel momento... se solo avesse saputo prima di quella lettera! Avrebbe cambiato ogni cosa. Tanto per cominciare, Harry non sarebbe stato costretto a soffrire tanto con i suoi maledetti parenti babbani! E lui avrebbe potuto stargli accanto, poi Sirius... oh Merlino benedetto! Sirius!

Un sorrisetto malandrino gli stirò le labbra. Severus sollevò un sopracciglio. «Vedrai quando lo verrà a sapere Sirius!» Severus sollevò l'angolo della bocca, la prospettiva piaceva anche a lui!





Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top