Parco giochi

Ok, volevo accontentare tutti, così alla fine ho scritto qualcosa che potesse fare felice tutti. spero che vi divertiate, fatemi sapere cosa ne pensate.

Vi ricordate per caso la scena all'inizio del quinto film? Quando Harry è su quella squallida altalena e Dudley lo avvicina con i suoi amici, poco prima che arrivino i dissennatori? Nella mia storia in realtà non succede, allora Harry non dovrebbe ricordarsela, vero?


Le catene arrugginite cigolavano in modo fastidioso, Harry fissava la polvere depositarsi sulle proprie scarpe. Poteva darsi una bella spinta e dondolare un po'...
No. Non era più un bambino e poi... troppa fatica. Sbuffò. Ma che ore erano?
«Che fai sfregiato?» Dudley! E con tutta la sua compagnia di teppistelli.
«E tu Big D?» si spinse con un piede e l'asse di legno marcio su cui era seduto si voltò ubbidiente verso il cugino. «Avete picchiato qualche bambino di nove anni?» Tutto questo gli sembrava stranamente familiare. Il bulletto biondo a fianco a suo cugino... non ricordava il nome, stava per dire qualcosa del tipo "quello se lo meritava!" e poi tutto sarebbe degenerato. Invece...

«Dudley non fa più quelle cose!» La ragazza spuntò da dietro Dud, lo prese per mano e lo fissò con un'espressione speranzosa. «Vero tesoro?» Il biondino aveva un'aria perplessa e imbarazzata. Che goduria!
Harry sorrise, era bello vedere gli amici di Dudley in difficoltà.
Almeno finché l'aspirante teppista biondo non decise che era troppo. «E tu che hai da ridere, sfigato?»
Dudley neanche alzò gli occhi. «Dacci un taglio, Bill» Stampò un bacetto sulle labbra della sua ragazza e lei arrossì. Che carini. «Ti ho detto che mio cugino si lascia stare» Ok, grammatica a parte, era gentile a preoccuparsi per lui. 
Harry si strinse nelle spalle, come a dire "Sarà per la prossima volta" e il biondino lo guardò storto, uno sguardo che era una promessa. 
«Tu devi essere Marla» Harry si alzò dall'altalena con la mano tesa, la ragazza di Dudley parve svegliarsi da un incantesimo. 
«Oh. Certo, tu sei Harry...» Gli prese la mano. «Mia nonna mi racconta storie su di te da quando sono piccola»
Gli amici di Dudley si scambiarono sguardi perplessi e ridacchiarono. «Che cavolo ha da raccontare su questo scemo?» Risate stridule di approvazione, i cretini si montavano a vicenda e Harry sapeva bene fino a che punto potevano arrivare, si metteva male.
«Nessuno può bullizzare Potter» Quella voce. I teppisti si aprirono come le acque del mar Morto. «Tranne me!» Era lui, era veramente... Zabini! Con tutti i suoi due metri scarsi di muscoli, attorno a lui Tiger e Goyle che non sfiguravano affatto. 
Quelli che Dudley aveva chiamato Bill si fece avanti. «E tu chi sei? il suo ragazzo?» Zabini lo guardò dall'alto in basso, ma non fu lui a rispondere.
«Ehi! Harry è mio!» Essere reclamato a quel modo da Draco era già stupefacente ma poi... il suo ragazzo aveva deciso di presentarsi con tanto di medaglione.
«Come ti sei vestito?» Gonnellina a pieghe, scozzese, camicetta bianca tesa sul seno, cravattino e calzettoni al ginocchio. Un sogno erotico uscito direttamente da un manga giapponese.
«Perché?» Draco sbatté le ciglia. «Non ti piaccio?» La sua perfetta bocca a forma di cuore combaciava così bene con quella di Harry. Per un istante tutto il mondo sparì mentre Draco approfondiva il bacio e gli faceva andare il cervello in pappa.
«Vacci piano tesoro» Pansy scostò uno degli amici di Dudley e si sedette sull'altra altalena.
«Come stai Pansy?» Era uno schianto anche lei, con un vestitino giallo, leggero, con le spalline sottili da cui le immense tette sembravano sul punto di strabordare da un momento all'altro.
«Bene Potter, e tu?» Si aggiustò una spallina e un paio di amici di Dudley sfiorarono l'infarto. «Dobbiamo passare la giornata con questi... ragazzi?» Li guardò come guardava i vermicoli durante l'ora di pozioni. I "ragazzi" raddrizzarono la schiena. Che illusi.
«Niente affatto» Dudley prese la parola. «Sparite» Fece un cenno con il pollice. Nessuno si mosse.
«Ma capo... l'hai vista?» Quel Bill cominciava davvero a stargli sulle scatole, ma Draco si era accoccolato sulle sue gambe e la cosa lo distraeva parecchio.
«Certo» Pansy ghignò. «Magari qualcuno di voi gentiluomini vuole offrirsi volontario per fare da baby sitter alle mie figlie»
«Figlie?» Bill non era più tanto baldanzoso.
«Sì, ne ho due, hanno quattro settimane e adesso sono con loro padre, ma mi piacerebbe uscire con mio marito, che ne dite?» Bill deglutì, gli altri sembravano seduti su un letto di braci. Pansy si alzò. «E per rispondere alla tua domanda, Harry, ho delle emorroidi grandi come la testa di un gatto, le tette mi fanno male perché sono piene di latte e ho la cistite, ma nessuno mi ha vomitato, pisciato o fatto al cacca addosso, nell'ultima mezzora» Sorrise, con la grazia di un angelo. «Quindi sì, sto bene» Strinse le braccia al corpo e gli enormi seni fecero un balzo in alto. 
«Andiamo!» Disse qualcuno dietro Bill, non poteva essere lui a parlare, la voce si era alzata di ameno due ottave. «Noi dobbiamo andare. Ci si vede capo!» E invece era proprio lui.
Dudley li salutò con un gesto distratto, senza togliere gli occhi da Harry e dai suoi amici. Che buffa inversione di ruoli.
«Così lei è la tua ragazza?» tese la mano a Dudley.
«No, sono il suo ragazzo» Draco fece ondeggiare i lunghi capelli color platino e gonfiò il petto, i bottoni della camicetta si tesero. «Piacere, Draco» Strinse la mano di suo cugino. Dudley tremava, ma non si ritrasse.
Marla invece sembrava entusiasta, porse al mano a Draco, con un sorriso che andava da un orecchio all'altro. «E' un piacere conoscerti, Draco.» Lanciò un'occhiata al petto del suo ragazzo. «Chirurgia plastica?»
Draco sollevò il medaglione. «Artefatto maledetto»
Marla spalancò gli occhi. «Magico» Sussurrò rapita. 
Harry lo strinse. «Dai Draco, perché non lo togli e le fai vedere?» Era bellissimo così, ma a Harry mancava il suo ragazzo, voleva vederlo con la sua vera faccia.
Draco sollevò un sopracciglio. Adorabile. «Non vestito così, ti immagini?» Harry si immaginava e come! Però forse non gli sarebbe piaciuto che anche Zabini e gli altri vedessero Draco con quella gonnellina. «Io cambierei, ma i miei vestiti no e, fidati, le mutandine che ho addosso non riuscirebbero a sostenere tutto quello che c'è da sostenere» Perché? Che mutandine portava? Per poco non sollevò la gonna per spiare sotto. 
«Sei un diavolo!» Gli sussurrò, mentre gli altri ridevano. «Adesso non farò altro che pensarci per tutto il giorno!»
Draco si piegò verso di lui. «Missione compiuta allora» Draco si alzò e Harry non riuscì a non fissare il suo culo e Draco lo sapeva che gli stava guardando il culo! Dannato Serpeverde dalla mente contorta.
Marla si asciugò una lacrima, Anche Dudley sembrava un po' più a suo agio.
«Siete tutti Grifondoro come Harry?»
Vincent e Greg risero, cioè, emisero quei suoni di semi soffocamento come facevano quando stavano ridendo. Dudley saltò sul posto. 
Zabini la guardò storta. «Chi è questa? Una babbana?»
«Sì, Blaise, lei e mio cugino Dudley sono babbani. Siete venuti qui per conoscerli, ti ricordi?» Harry si rese conto di aver sottovalutato le differenze culturali, non era stata una buona idea organizzare quell'uscita. «E, Marla, per rispondere alla tua domanda, loro sono Serpeverde»
«Serpe... ma la nonna mi ha sempre detto che c'è questa specie di rivalità...» Fissò le dita di Harry e di Draco intrecciate. «Grifondoro e Serpeverde non sono nemi... rivali?»
Draco sorrise, piantò i suoi occhi color nuvola in quelli di Harry e lo baciò, un piccolo bacetto a fior di labbra. «Abbiamo cambiato un po' le cose...» Era minimizzare, senza ombra di dubbio, ma riassumeva la situazione alla perfezione.
Marla saltò sul posto, aggrappata alla mano di Dudley, come una bambina. «Vedrai quando lo dirò alla nonna! Dovete raccontarmi tutto di Hogwarts»
«Che ne dite se ci muoviamo?» Zabini allungò un braccio e si tirò contro Pansy. «Non che questo squallido... "qualcosa" non sia affascinante, ma spero che non sia tutto qui»
Certo, dovevano muoversi o avrebbero perso l'autobus.  «Niente affatto, Zabini» Anche se far spostare Draco dalle sue cosce era una sofferenza. «Andiamo al Luna-park»
Sguardi perplessi lo bersagliarono. «Vi piacerà»
«E' lontano?» Pansy si sventolò con una mano, sudava e sembrava proprio esausta. «Prendiamo il Nottetempo?»
Harry scosse la testa. «Non credo che li farebbero entrare» Indicò Dudley e Marla. Lei eccitata come una piccola principessa di fronte a un cucciolo di unicorno, lui pallido e teso. Che se la stesse per fare addosso? «Prenderemo l'autobus»
Immediatamente Blaise e Draco si fecero attenti. «Sarà come la metropolitana?» Chiese Blaise.
«Ci saranno i peni disegnati? Andiamo!» Draco lo tirò per una mano.
«Da questa parte. Pervertito!» Harry lo tirò dall'altra parte.

⫷⫸⋇⫷⫸⋇⫷⫸⋇⫷⫸⋇⫷⫸

L'autobus era pulito, con grande delusione del suo ragazzo. Zabini invece sembrava averla presa bene, con una mano sulle spalle di un terrorizzato Dudley, indicava ora questo, ora quel gioco.
«E quello, cugino Dudley, che sarebbe?»
Dud buttò l'occhio sulla giostra. «Autoscontro» Rivelò lapidario. Non diceva mai più di una parola per volta, Harry si divertiva un sacco.
Vincent e Greg si guardavano attorno persi, cioè... più persi del solito. 
«Sono tutti babbani?» Li sentì sussurrare. «Sembrano persone normali...» 
Rise fra sé. Per fortuna erano troppo occupati per rendersene conto. Draco lo aveva abbandonato. Marla e Pansy lo avevano sequestrato non appena erano entrati nel luna-park, alla ricerca di qualcosa da mangiare. Ragazze! Perché dovevano muoversi sempre in branco?
«Eccomi amore» Il fedifrago era tornato, fra le mani pacchetti pieni di cibo di ogni tipo. «Ti sono mancato?» E gli era mancato davvero! Accidenti a lui.
Afferrò un pacchetto, dentro c'erano patatine fritte. «Andiamo sulle montagne russe?»
Ci aveva pensato per tutta la settimana, era l'unica giostra su cui era sicuro che si sarebbero divertiti.
«Cosa sono, cugino?» Chiese Zabini. Dudley, senza aprire bocca indicò la grossa costruzione di metallo. Il trenino con i carrelli si stava giusto inerpicando sulla salita, lento lento. «Non mi sembrano divertente»
Pansy con una cannuccia in bocca succhiava la coca cola come non ci fosse un domani. 
Draco gli prese la mano. «Harry, sei sicuro che ci vuoi andare?»
«Aspetta» Il vagoncino arrivò alla cima, un attimo di incertezza e poi... giù a tutta velocità. I ragazzi intrappolati nei seggiolini di metallo urlarono. 
Pansy sussultò. «Perché gridano?»
«Perché è divertente!» Harry pescò dalla tasca il suo portafoglio, doveva fare i biglietti per tutti.
«Cosa c'è di divertente Potter?» Domandò Zabini. «Tu lo capisci, cugino?» Dudley scosse la testa.
«Non lo vedi come va veloce?» Spiegò Harry, deluso.
Draco sollevò la testa, il suo bel nasino fremette. «Ma quei vagoncini si staccano e volano?»
«No, restano attaccate ai binari» Ecco, gli stavano rovinando il divertimento. «Non capite? Vanno così veloci che è come volare» Se solo fossero saliti su quei dannati cosi, avrebbero capito e basta, senza fargli spresare fiato inutilmente.
«La tua Nimbus 2001 non arriva a duecento cinquanta kilometri all'ora in dieci secondi?» Chiese Zabini. Draco annuì.
«Non è come volare su una scopa» Harry si stava arrabbiando, insomma, non chiedeva mica chissà cosa, che ci voleva ad accontentarlo? Incrociò le braccia.
«No infatti» Draco, il traditore, arricciò la fronte. Ed era pure carino, maledetto lui e il suo perfetto profilo. «Sembra molto più noioso. Perché non andiamo sulle piccole macchinine? Quello sì che ha l'aria di essere divertente» 
Blaise annuì, anche Tiger e Goyle mostrarono interesse, cioè, fissarono la giostra strizzando gli occhi come dovessero andare al bagno.
Harry sbuffò, batté un piede a terra e si avviò verso gli autoscontri. «Non organizzerò mai più niente per voi!»
«Non essere arrabbiato» Draco lo affiancò. «Se mi perdoni possiamo salire in due come quelli lì» Indicò una coppietta, nella macchina piccolissima c'era posto per un solo guidatore, ma i ragazzi si erano stretti l'uno all'altra, avvinghiati in un modo che era quasi... erotico.
Harry deglutì e sorrise. Non era una buona idea, Draco vestito a quel modo, incastrato fra le sue gambe... avrebbe dovuto passare il resto della giornata con la felpa a coprirgli il pacco, anche no. 
«Prenditi una macchina tutta tua, traditore» Meglio tenere il punto.
«Ah sì? Allora salgo con Blaise» Stronzo!
Alla fine era salito da solo. Per fortuna o Harry avrebbe dato fuori di matto. 
BUM!
Il colpo arrivò secco e gli fece cadere la testa in avanti. «Ahi!»
Draco sorrideva. «Se non sei con me, Potter...» girò il volante e lo colpì di nuovo. 
«E che cavolo! Lasciami almeno partire» Harry schiacciò il pedale e... Blaise lo investì.
«Spirito Serpeverde, Potter» Urlò, retrocesse e lo colpì di nuovo.
Dudley e la sua ragazza, abbracciati sulla stessa macchina, compirono un intero giro della pista prima di tamponare Goyle. Beati loro. 
Harry ripartì e Pansy, con una luce folle negli occhi lo speronò. «Uh! Uh!» La sentì ululare da dietro le sue spalle. «Questo gioco è il massimo!» Promemoria: mai dirle che poteva prendere la patente, a meno di non progettare una qualche strage!
Poi tornò il turno di Draco. «Ma che... mi avevi già colpito!»
Draco fece la bocca a cuore. «Povero» la macchina rimbalzò per l'urto quando anche Blaise lo colpì.
Il collo cominciava a fargli un gran male. «E' meglio che scenda» 
Tiger per fortuna non era ancora riuscito a staccarsi dal bordo, fissava la pista davanti a sé con un'espressione concentrata, di nuovo Harry si chiese se facesse la stessa faccia quando andava in bagno. Girò il volante e si accostò al bordo «Devi schiacciare il pedale» Gli sussurrò. Il ragazzo sbatté le palpebre, cercando di capire i significati nascosti dell'affermazione, «con... i piedi» Fu un'illuminazione. Partì a razzo, dritto verso il centro della mischia, falciando le coppiette in amore e i suoi stessi amici. 
«Aspetta Vince!» Gli gridò il suo compare. Che bel quadretto, tutti si divertivano e lui si massaggiava il collo, così imparava a litigare con Draco. Stronzetto vendicativo. Però era carino tutto concentrato che si piegava seguendo il senso della curva, con la lingua che spuntava dall'angolo della bocca e gli occhi ridotti a due fessure, come i vecchietti al volante.
Inutile, era proprio innamorato.

⫷⫸⋇⫷⫸⋇⫷⫸⋇⫷⫸⋇⫷⫸

Finirono da McDonalds. E come farselo mancare? L'esperienza babbana dei Serpeverde non poteva definirsi completa senza questa tappa fondamentale. 
Suo cugino, alla fine, doveva essersi abituato a Blaise, perché sembrava essere molto meno intimidito mentre cercava di spiegargli come si giocava a Candy crash saga e lui invece tentava di capire cosa fosse uno schermo. Tiger e Goyle li fissavano cercando di decifrarli, Pansy e Marla si erano procurate una rivista di moda e commentavano, sedute a un altro tavolino. Lui e Draco erano soli, finalmente!
«Sei ancora arrabbiato?» Briciole di Hamburger sparse sulla tavola, bicchieri mezzi vuoti.
Draco posò la bibita, succo d'arancia, ne era entusiasta. «Si può sapere quello che ti è preso?» fece tintinnare il ghiaccio nel bicchiere. «Era uno di quei tuoi strani "gridi d'aiuto" che non capisco mai?» 
Harry raccolse un ricciolo di radicchio dal tavolo e lo buttò nella scatola del Big Mac di suo cugino. «No, sto bene»
«Allora era solo per quelle stupide montagne... cose. Se ci tenevi così tanto potevi dirlo, ci sarei venuto io a annoiarmi con te» Prese una patatina fritta ormai ghiacciata. «Queste cose sono buone anche fredde» Si leccò le dita.
«Che caldo qua dentro» Harry afferrò il colletto della maglietta per far entrare un po' d'aria, non che servisse a molto fintanto che Draco faceva tutti quei versi di godimento. 
«Allora, me lo vuoi dire che hai? Sono i tuoi zii?»
Harry prese un sorso d'acqua. «No, anzi, da quando Dudley ha cominciato a interessarsi a me la zia mi tratta con i guanti, mi ha comprato persino dei vestiti e dovresti vedere la mia camera» Niente gli piaceva di più della sua camera in quel periodo.
«Quindi hai davvero fatto tutta quella scena per una sciocchezza»
Possibile che fosse così scemo? «Davvero non ci arrivi?» Litigare era l'ultimo dei suoi pensieri, ma dopo la giornata di merda che avevano avuto, non sembrava avere più importanza. «Che cosa avevi in mente quando hai deciso di conciarti a quel modo?» 
Draco lasciò cadere l'ultimo pezzetto di panino, si pulì le mani e sollevò un paio d'occhi che urlavano "Stai attento a quello che dici, Harry" «Ti dispiace spiegarti meglio?» Aveva un tono di voce calmo e freddo che terrorizzò Harry. «Perché potrebbe sembrare che tu mi stia suggerendo come vestirmi» Harry deglutì, Draco si sollevò dal divanetto e appoggiò entrambe le mani sul tavolo. «Invece non è così, vero? Non ti sogneresti mai di impormi nulla del genere.» Alzò la voce. «Ho capito male, non è così?» 
Zabini e company si voltarono verso di loro. Cazzo! Se prendevano parte alla conversazione le speranze di farcela sarebbero calate e di molto. Prese Draco per mano. «Vieni con me» Guadagnò la porta del bagno prima che il suo ragazzo potesse protestare. Per fortuna nell'anticamera del bagno c'era uno specchio. Mise le mani sulle spalle di Draco e ce lo piazzò davanti. «Guardati»
«Ma che cazzo ti prende Potter?» Draco cercò di divincolarsi ma lui lo abbracciò in vita.
«Vedi quanto sei bella, quanto sei dannatamente sexy?» 
Draco si calmò all'istante e si guardò allo specchio. «Non puoi farmene una colpa» Si rilassò, adesso era più simile a un abbraccio che a un placcaggio. Harry ne approfittò per baciarle il collo e la vide rabbrividire. 
«Come pensi che mi sia sentito tutto il giorno» Altro bacio, a bocca aperta, un bacio umido che fece gemere Draco. «Non fare questi versi»
«E tu smettila di Ahhhh» altro bacio, altro gemito. Non potevano proseguire, c'erano i loro amici lì fuori. 
«Non fermarti» Un sussurro appena udibile, gli occhi del suo ragazzo erano quasi neri per l'eccitazione. Ghigno, bacio... «Sì! Ahhhhmmm» Draco si morse le labbra.
Merlino che meraviglia.
TOC TOC
Colpi alla porta. «Proprio adesso?» Sibilò Harry. «Occupato!» Gridò.
«Potter?» Pansy sembrava incerta. «Faresti meglio a uscire... prima che arrivi il padre di Draco a prenderci»
Cazzo! se ne era dimenticato. Si guardò allo specchio. «Te lo immagini se ci vede così?» Scoppiarono a ridere. «Mi fa fuori!»
Draco si sistemò la gonna. «Non credo. Ha un debole per te» E si voltò per uscire.
Per tutti  e quattro i fondatori, ma che sciocchezza stava dicendo? Cavolo però c'era una cosa... a cui pensava da tutta la giornata... e con Draco così di spalle...
Allungò due dita oltre il bordo della gonna e tirò. La stoffa leggera fece un bel volo verso l'alto e Chaf! Draco si voltò fulmineo e gli stampò cinque dita sulla guancia. Bruciava!
«Ma sei scemo?»
«Puoi cavarmi gli occhi, amore, ma quello che ho visto non lo dimenticherò mai!»

⫷⫸⋇⫷⫸⋇⫷⫸⋇⫷⫸⋇⫷⫸

La villetta dove viveva Marla era a pochi passi, erano rimasti solo loro tre ormai. Harry camminava pigro, non voleva stare fra i piedi di suo cugino mentre salutava la sua ragazza.
«E' stata una bella giornata» Marla si era voltata a cercarlo. «Credi che i tuoi amici si siano divertiti, Harry?»
«Sicuramente, erano entusiasti» 
Dudley grugnì in una perfetta imitazione di suo padre. «Ma come fa a piacerti quello... quella... un po' ragazzo, un po' ragazza. Insomma! Scegline una» Era un discorso delirante, ma stava migliorando, a suo modo.
Marla gli diede un dolce colpetto sul braccio. «Smettila Dud! Non essere così chiuso» Lo accarezzò come a scusarsi di averlo colpito. «Se a Harry piace così.» Non è che gli piacesse o non gli piacesse, ci si era trovato in mezzo suo malgrado. Che scemata, Draco era fantastico sempre, cosa aveva da lamentarsi.
«Ti vedo pensieroso, Harry.» Marla, ragazza simpatica però gli ricordava un po' troppo Hermione in certi momenti. «Allora, di che colore erano?»
Harry la guardò da sopra le lenti degli occhiali. «Cosa?»
Lei fece una smorfia furba. «Dai, di che colore aveva le mutandine?»
Dudley emise un verso, come si stesse strozzando. «Ma che dici?»
«Rosse e... non erano mutandine, ma un tanga,» portò le mani davanti alla faccia a tracciare l'ideale contorno dello spettacolare culo di Draco, «con un bel fiocchetto sulla cima come un pacco regalo»
Suo cugino arrossì fino alla punta delle orecchie, lo prese per il collo con un braccio muscoloso e gli scompigliò i capelli. «Che diavolo racconti alla mia ragazza?»
«Piantala cretino!» Si tirò fuori ridendo. Si voltò verso la ragazza. «Fammi un favore, mollalo, non ti merita!» 
«Lo so» Rise lei. «Ma è troppo carino»
Harry fece una smorfia. «Contenta tu. Guarda che fortuna che hai, Big D. Muovetevi a sbaciucchiarvi che la zia ci aspetta per cena» Era tardi, proprio tardi e, anche se avevano mangiato al Mc, Harry non voleva certo perdersi un pranzetto a casa... in famiglia.









Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top