Papà?



⫷⫸⫷⫸⫷⫸⫷⫸⫷⫸⫷⫸⫷⫸⫷⫸⫷⫸⫷⫸

«Che stiamo aspettando?» Urlò Pansy, portandosi la bacchetta davanti alla bocca. Ci soffiò sopra un paio di note e le lucette nacquero e si moltiplicarono. Sembravano così sole e smarrire nella vastità della Sala grande. «Ehi! Non farete fare tutto a me? Ci vuole l'aiuto di tutti per riempirla»
Draco non se lo sarebbe certo fatto ripetere due volte, con tutti i ragazzi delle altre case che li fissavano con occhi grandi come piattini da the. Prese la bacchetta e cominciò a cantarci sopra, neanche fosse uno di quei micro-cosi che aveva visto nelle riviste di musica che comprava di nascosto.

«Come ci riuscite?» Gli chiese una studentessa di Corvonero, aveva la faccia sconvolta di quando mostravi a un corvo qualcosa di nuovo, almeno una dozzina di altri suoi compagni di casa le si affiancarono, fissando a bocca aperta la sua bacchetta.
Draco, al centro dell'attenzione, gongolò.

«Sono spiacente signorina Rowens, bisogna essere un Serpeverde per eseguire questo incantesimo» Spiegò il professor Vitius, portando anche lui la bacchetta alle labbra e provando a cantare. Aveva una voce bizzarra, roca eppure stridula. Niente lucette per lui. «Vede?» Dichiarò in fine, stringendosi nelle spalle. «Però è molto coreografico, non trovate?» Si mise a fissare Draco in attesa e lui decise di deliziare il suo pubblico improvvisato con un trucchetto che aveva scoperto di recente.

Si schiarì la voce e emise una nota molto bassa. La lucetta si gonfiò e gonfiò prima di lasciare la punta della sua bacchetta. Ora, assieme ai piccoli puntini di luce, nell'aria rimbalzava anche una sorta di palloncino luminoso che copiava il ritmo sincopato degli altri.

«Wow, si possono fare di diverse dimensioni quindi?» Chiese Terry, che aveva raggiunto i compagni e lo fissava con ammirazione.

«E' la prima volta che ne vedo una simile» Vitius la osservava senza perderla di vista, sembrava un bambino.

«Beh, in effetti l'ho appena scoperto» Rivelò loro. Era orgoglioso della sua scoperta e condividerla con i Corvi, per natura così curiosi, gli stava dando una soddisfazione enorme. Loro non si vergognavano di mostrare la loro aperta ammirazione per un lavoro ben riuscito, cosa che nessuna altro appartenente a qualsiasi altra casa, avrebbe condiviso e Draco sentiva gonfiarsi la propria autostima.

Terry si avvicinò sorridente. «Bella protesta. Abbiamo ottenuto quello che volevamo» Si sistemò i capelli dietro un orecchio. A giudicare dalla faccia della Weasley non sembrava proprio così, ma Blaise era stato riammesso e del resto non gli importava gran che, chissà se Terry si riferiva a quello, quando parlava del loro successo.
Si voltò per chiederglielo, quando sentì il braccio di Harry, avvolgerlo in vita e stringerlo a sé.

«Ti disturbo tesoro?» Quando era arrivato? Draco non si era neppure accorto che fosse al suo fianco. Era una sua impressione o quell'abbraccio aveva poco di affettuoso? Era quasi come se il suo ragazzo stesse marcando il territorio

 «No, certo» Rispose, ma Harry parve non sentirlo, aveva gli occhi puntati su Terry e non aveva un'atteggiamento amichevole. Che gli prendeva? 
Un grosso tavolo di una delle case, volò sopra di loro e si allineò con gli altri lungo il muro costringendoli a piegare la testa e Terry abbassò gli occhi fino a notare la mano di Harry spuntare dal suo fianco. 

La sua espressione cambiò all'improvviso. «Vedo se posso dare una mano» Si allontanò, schiarendosi la gola. Non poteva crederci! allora non si era sbagliato, Harry aveva davvero cercato di stabilire il possesso con quel gesto!

«Chi si occupa del rinfresco?» Urlò Pansy al centro della sala. La professoressa McGranit picchiò la bacchetta sulla superficie di legno scuro di una delle tavolate e quelle si riempirono di cibo.

«Fantastica! Dovremmo invitarla più spesso» Bofonchiò Vincent, con Greg e Ron che si abbuffavano alle sue spalle. La professoressa li guatò da sopra le lenti e non si espresse.
Tutta la sale era un caos e quel grandissimo imbecille del suo ragazzo continuava a tenergli il suo stupido braccio attorno alla vita.

Lo scrollò via. «Si può sapere che ti prende?» Harry lo fissò con i suoi dannatissimi occhioni verdi da cucciolo. Non ci sarebbe cascato quella volta! No signore, non poteva proprio permettere che la cosa passasse sotto silenzio.

«Harry, Draco attenti adesso...» Disse loro Fred urtandoli mentre scappava da un lato della sala.
«...e non dite niente a mia moglie!» Aggiunse George, correndo dalla parte opposta, nelle mani avevano decine di cilindretti dall'aria stranamente familiare.
La Granger faceva segno di raggiungerla appena sotto il tavolo degli inseganti e Gaza urlava che non dovevano sporcare.
Non potevano parlare lì dentro.

Afferrò il suo ragazzo per un polso e lo trascinò all'uscita. «Vieni con me»
Appena fuori dalla sala grande si imbatterono in Silente. Draco trascinò Harry in un punto nascosto, appena dentro la porta da cui potevano sentire tutto.

«Lasciate che si divertano, ma che la festa non si protragga oltre mezzogiorno, voglio che le lezioni del pomeriggio si svolgano regolarmente... e non permettete loro di sparpagliarsi per tutta la scuola, possono stare in sala grande, oppure tornare nei dormitori» Non vide con chi stava parlando, probabilmente con alcuni insegnanti. Attese che il corridoio fosse deserto, poi si infilò in una nicchia appartata.

«Spiega!» Ordinò a Harry. Aveva le braccia incrociate e l'espressione tesa.

Harry fece cadere le spalle. «Si può sapere cosa ho sbagliato adesso? O devo indovinarlo come al solito?» La musica arrivava ovattata alle loro orecchie, qualcuno doveva essere sceso a prendere il grammofono della sala comune e, a quanto pareva, anche tutta la collezione di vinili dei Serpeverde.
Harry guardava le proprie scarpe in attesa.

«Devo anche dirtelo, quello che hai fatto? Come ti sei comportato con Terry?» Disse, sempre più irritato.

«Allora è Terry il problema? Dovevo essere più gentile con il tuo amico?» Harry si era infilato le mani nelle tasche e si ostinava a non guardarlo.

«Smettila di fare lo stupido, non c'entra niente Boot, sei tu il problema, come ti sei permesso di... afferrarmi a quel modo? Cosa credi, che sia di tua proprietà? Vuoi farmi credere che non posso neppure parlare con un altro ragazzo senza che tu sia presente?» Era talmente furibondo che avrebbe tanto voluto prendere a pugni quella faccia da schiaffi.

«Quello non voleva solo parlare» Bofonchiò Harry, picchiettando con la punta di una scarpa i suoi piedi.

Draco si spostò in modo che non riuscisse più a toccarlo. «E anche fosse? Non ti fidi di me? Pensi che sarei capace di tradirti? Di fare qualunque cosa che potesse mettere a repentaglio la nostra relazione? Quante volte devo dimostrarti che ti amo prima che tu cominci a fidarti di me?»

Harry gli lanciò uno sguardo timido, da sopra gli occhiali. «Allora mi ami ancora?» Porco Godric, perché doveva essere così carino, quando lui era arrabbiato?

Sbuffò. «Sì, anche se sei il ragazzo più ruffiano e irritante del mondo!»

Harry nascose un sorrisetto di vittoria con la mano. « Posso avere un bacio adesso?»

«Non approfittarti troppo della tua buona stella, Potter» Lo sgridò, mentre si chinava per dargli comunque il bacio che desiderava.
Le sue labbra erano morbide e conservavano ancora un residuo dell'aroma di ciliegia del rossetto che lo aveva costretto ad indossare.
Si sentì immediatamente meglio.

«Hai ragione, Draco. Non dovrei essere geloso, ma quel Terry... insomma! Lo hai visto? E' uno schianto, come faccio a competere con lui?» A lui quel ragazzo non sembrava così straordinario, era carino, ma niente di più, e assolutamente non poteva reggere il confronto con il suo Harry.

«Uno schianto dici? Forse sono io che dovrei essere geloso» Harry ridacchiò e lo prese per la vita, baciandolo ancora.

«Non hai niente da temere, io non vedo che te, amore mio!»

Un colpo di tosse li interruppe proprio mentre stavano per saltarsi addosso ancora una volta. «Potrei interrompervi?» Suo padre, in quella veste, era alquanto... non riusciva a guardarlo!
Harry lo lasciò e si allontanò.

«Professore, certo, vuole parlare con Draco?» Cosa? Quel codardo del suo ragazzo pensava di lasciarlo da solo con lui... lei... No! Non lo avrebbe permesso. Afferrò Harry per una mano e intrecciò con forza le dita con le sue. Che ci provasse a allontanarsi, ora!

Harry gemette. «Le spiace se resto anche io?» Domandò Harry, con un comico voltafaccia. Suo padre non disse nulla.
La conversazione languiva, Draco fissava il pavimento e si sentiva gli occhi di suo padre addosso, Harry passava da un piede all'altro. Un silenzio imbarazzato li bloccava.

«Le... le dona quel medaglione, professore. Un scelta un po' forte, non crede?» Fantastico! Va bene rompere il silenzio, ma il suo ragazzo non poteva evitare di mettere il dito direttamente nella piaga?

«Conosce il motivo per cui il pendente è stato creato? Signor Potter?» Domandò suo padre afferrando la catenina e sollevando la gemma davanti agli occhi. Anche la sua voce era cambiata, la sua profonda voce che lo faceva sempre sentire al sicuro.

«Sì, io credo di sì, professore» Rispose Harry. Severus si tolse il medaglione e glielo restituì. «Ma professore... lei non... cosa?» Harry era il solito campione di eloquenza, ma, nel suo modo strano e bizzarro, si era spiegato benissimo: suo padre non era tornato a essere un uomo, anche se non indossava più il pendente maledetto.

«Non si preoccupi, signor Potter, li cambiamento non è permanente, tornerò al mio consueto aspetto. Fra circa nove mesi» Rivelò, mentre si passava una mano sulla pancia ancora piatta. Allora era vero, la sua paura più grande era diventata realtà.
Harry gli strinse la mano, ma Draco non riuscì a alzare lo sguardo su suo padre.

«Io.. Oh Merlino! E... voglio dire... il padre è...»

«Non che siano affari che la riguardano, ma l'altro genitore di mio figlio è il professor Lupin, come avrebbe potuto intuire da solo, senza addentrarsi in questa imbarazzante conversazione» Sentì Harry arretrare senza neppure rendersene conto, anche in quella veste suo padre riusciva a terrorizzare i suoi studenti.

«Beh... insomma... congratulazioni allora»

«La ringrazio, signor Potter. Pensa di potermi concedere qualche minuto con mio figlio, adesso?»
Harry tentennò, si vedeva che non voleva lasciarlo da solo, anche perché Draco gli aveva fatto capire molto chiaramente di volerlo a suo fianco, ma non poteva certo opporsi a una richiesta diretta di un professore. Non aveva molta scelta.

Harry si infilò di nuovo la mano in tasca. «Ecco.. io, credo proprio di non potere, professore» Cosa? Da dove gli arrivava tutto quel coraggio? Aveva qualcosa in quella dannata tasca?

«Credo di non aver capito bene, signor Potter» Disse suo padre e la sua voce era tanto acuta da fargli male alle orecchie. Povero Harry, in che brutta situazione lo stava mettendo?

Lasciò la sua mano. Non poteva fare altro, anche se si sentì immediatamente più solo e freddo. «Grazie amore, posso parlare qualche minuto con lui»

Non era una domanda, ma Harry annuì comunque. «Resto qui vicino alla porta, ti aspetto» Disse, più a Severus che a lui. Una sorta di avvertimento. Quanto era carino a esporsi così per lui, anche se lo aveva fatto arrabbiare, Draco si sentì al sicuro e gliene fu grato. Incurante che suo padre, nonché il professore più severo della scuola, li stesse guardando, Draco mise le mani al collo del suo ragazzo e gli stampò un bacio su una guancia. Harry arrossì furiosamente. Prenderà fuoco? Poi si allontanò più velocemente possibile.

«Comportamento interessante, direi» Commentò Severus. Cosa voleva? Non si era certo scomodato solo per mettere in imbarazzo il suo ragazzo e lanciare commenti caustici sulla sua relazione.

«Allora? Che cosa vuoi?» Non era stato gentile, ne avrebbe pagato le conseguenze, ma non poteva proprio far finta di nulla, era arrabbiato e voleva che suo padre lo sapesse.

Severus incrociò le braccia e il gesto spinse in alto i seni, facendoli apparire più grandi. Draco spostò lo sguardo sulla parete di lato e si agitò a disagio. «Come prego? Non ti permetto di essere così scortese, ragazzino, che ti prende?»

«Sai, il fatto che mio padre abbia le tette mi ha un pochino destabilizzato» Non erano certo delle scuse, ma Draco si premurò di rendere chiaro il suo intento mantenendo un tono più possibile stizzito.

«Speravo cha potessimo avere una conversazione civile, su questo argomento, ma tu sembri intenzionato a comportarti come un bambino»

«E io penso invece che avremmo dovuto averla prima che tu restassi incinto... incinta. Non so più neanche come definirti!» Si voltò dall'altra parte. «Mi sono fidato di te, credevo che mi avresti consultato prima di prendere una simile decisione» Severus allungò la mano, forse per fargli una carezza, ma a metà del gesto la ritrasse.

«Mi dispiace» Questa era nuova! Suo padre che si scusava dopo che lui era stato scortese e duro? «C'era in corso una situazione complicata e non ho potuto discuterne con te, avrei dovuto trovare il tempo, hai ragione» Draco non riusciva a capire cosa gli stesse prendendo, dopotutto quella non era una sua decisione, se suo padre desiderava un figlio... uno tutto suo... un bimbo piccolo che si sarebbe rubato tutte le attenzioni... «Però, speravo che saresti stato contento di avere un fratellino» Oh Salazar benedetto, era geloso!
Geloso dell'affetto e dell'attenzione del suo papà. Che atteggiamento infantile e egoista!
Eppure... si erano appena ritrovati.

«Immagino che la sorpresa mi abbia giocato un brutto scherzo» Non poteva, non poteva proprio fare capire a suo padre che non voleva quel bambino nella sua vita perché voleva il suo papà tutto per sé, era troppo... da bambini.

«È comprensibile, non preoccuparti, avremo tempo di parlare con calma» Severus era davvero cambiato, più comprensivo di quanto lo avesse mai sentito da sempre, eppure... non riusciva ancora a guardarlo negli occhi. «Però non ora, adesso hai un ragazzo preoccupatissimo che fra poco andrà a fuoco per l'impazienza e una festa da far decollare, questa mi sembra un tantino deludente» Stava scherzando con lui? Accipicchia, quella gravidanza aveva veramente cambiato suo padre, o era stato una cosa graduale a cui lui non aveva prestato sufficiente attenzione?

«In effetti fa pena. La presenza delle altre case smorza tutti gli entusiasmi» Draco ridacchiò e suo padre gli tese le braccia, senza preoccuparsi che qualcuno potesse vederli. 
Ok era strano sentire il suo corpo così minuto e... femminile, ma era sempre lui e lo faceva sentire al sicuro.

«Basta ora, prima che ci vedano. Vai» Severus si staccò da lui, aveva gli occhi lucidi e Draco si rese conto che, da quando era apparso, non lo aveva ancora guardato in viso. «Io vado a riposare, ma conto su di voi perché la festa continui fino a sera. Ho una classe doppia Grifondoro Tassorosso nel pomeriggio e vorrei proprio evitare di incenerire qualcuno» 

Così non era l'unico a aver origliato le disposizioni del preside. «Farò del mio meglio, papà, ma ci sono un sacco di Tassorosso là dentro»

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top