La stanza va e vieni parte 2

-Non credi che potremmo cominciare, Harry?- Chiese Ginny, guardandolo con speranza, era evidente quanto fosse annoiata. Il ragazzo era rabbrividito, fissando sul viso di lei i suoi grandi occhioni verdi colmi di terrore.
-Io... penso che dovremmo aspettare che arrivino anche gli altri, Ginny- Aveva risposto imbarazzato e tentennante. La rossa aveva aggrottato le sopracciglia e incrociato le braccia: non pareva affatto disposta ad arrendersi.
-Ma siamo qui a far niente da venti minuti e ormai ci siamo quasi tutti- "Quasi... per appunto. Manca Draco, non posso farlo senza Draco, non posso, non posso proprio" si ripeteva come un mantra, mentre cercava di non vomitarsi sulle scarpe.
-Ma Harry...- Cercò di insistere lei.
-Ma perché non ti calmi un po', Ginny? Cominciamo quando cominciamo! Se Harry vuole aspettare tutti, allora Aspetteremo tutti- Era intervenuto Ron, riprendendola in tono duro, sua sorella l'aveva fulminato con lo sguardo, ma prima che potesse rispondere a tema, una voce strascicata l'aveva interrotta.
-Grazie Weasley di avermi aspettato!- Draco stava entrando, a braccetto con Astoria, seguito dal resto della sua corte verde-argento: l'ultimo gruppo. Molti ragazzi si erano irrigiditi e le espressioni si erano fatte serie, vedendo entrare le serpi, mentre diverse mani volavano ad impugnare le bacchette. Draco, ignorando ogni segnale, aveva guidato i suoi dritti al centro della stanza e si era fermato proprio davanti ad Harry.
-Ora che ci siamo tutti, possiamo cominciare, vero Harry?- Parlava ad alta voce per coprire il vociare che faceva da sottofondo ed aveva piantato i suoi occhi d'argento in quelli di Harry.
Il Grifondoro sapeva che lo avrebbe fatto, Draco lo aveva avvisato la sera prima, lo aveva trascinato di nascosto in un'aula vuota e gli aveva spiegato cosa aveva intenzione di fare nei minimi dettagli, poi aveva aggiunto "Domani guarda solo me, fai finta che ci siamo solo noi. Puoi farlo vero?" Harry aveva annuito pensieroso, non aveva neppure dovuto confessargli che se la faceva sotto al solo pensiero di parlare davanti a tutti quei ragazzi.
"Ma che diavolo! Come fa quel demone di Malfoy a sapere sempre quello che mi passa per la testa? Sono così trasparente per lui? Eppure né Ron né tantomeno Hermione hanno intuito quando mi sentissi a disagio".
-Allora Harry? Che dici? Siamo pronti a cominciare?- Aveva insistito Draco, abbassando il tono della voce ed avvicinandosi ancora di più ad Harry, mentre Blaise e Pansy si portavano discretamente al suo fianco: lo stavano circondando, per tenerlo nascosto nel caso fosse entrato in crisi.
"Devo fare qualcosa subito... prendere in mano la situazione, ce la posso fare!"

-Sì, certo, cominciamo- Replicò Harry, forzandosi di reagire. Draco si rilassò visibilmente e gli sorrise. Il cuore di Harry mancò un battito, di fronte ad uno spettacolo tanto sublime, e per poco non si accorse che Blaise scompariva dal suo fianco per andare a cercare... Neville? "Ma che combina?"
-E cosa vorresti farci fare, oggi?- Lo incoraggiò ancora Draco, che stava evidentemente cercando di mantenere la sua concentrazione su di sè.

-E chi ti ha detto che lo devi dirlo proprio a te, Malfoy?- La voce stizzita di Ginny Weasley livida di rabbia, li interruppe. Harry non le aveva mai visto un'espressione tanto dura sul volto "E che cavolo! Sarà... No... non è possibile, non è gelosa... la stupida cotta che aveva per me le è passata secoli fa, non sarà ancora..." anche Draco pareva spiazzato.
Invece Fred e George si erano portati alle spalle della sorella, come per spalleggiarla. Draco aveva guardato i tre ragazzi che lo fissavano con odio aperto e poi aveva guardato lui... ed era retrocesso "Ma che fa?" I gemelli avevano un'aria minacciosa, ma non poteva essere che Malfoy avesse paura di loro.

-Manteniamo la calma, non sono qui per attaccare briga, ragazzi. Dobbiamo collaborare se vogliamo...- Non aveva neppure terminato la frase che Ginny gli aveva puntato la bacchetta alla gola, imitata dai suoi fratelli.
-Nessuno si fida di voi Serpeverde- Aveva urlato la ragazza, sembrava una furia. In tutta la sala i gruppi di ragazzi, che fino a quel momento si erano mescolati amichevolmente fra di loro, si separarono. I Grifondoro si allontanavano dai loro compagni verde-argento, isolandoli in un gruppo compatto, al centro della sala, sempre più guardingo. Draco si allontanò, riunendosi ai suoi compagni ma non gli toglieva gli occhi di dosso, come si aspettasse che lui facesse qualcosa. La tensione era palpabile. "È stato un enorme sbaglio forzare le cose a questo modo. Me l'aspettavo ma speravo di sbagliarmi." Pensò Harry guardandosi attorno "È assurdo sperare sperare che i nostri compagni seppelliscano anni di rivalità per porgere l'altra guancia. Non coopereranno."

Tutto stava andando a rotoli, Harry si vedeva tutto il loro progetto accuratamentepianificato, fallire miseramente e non sapeva proprio che fare, quando, ad un tratto Neville intervenne.
-Andiamo Ginny, abbassa quella bacchetta!- Il suo tono allegro sembrava totalmente fuori luogo, in quell'atmosfera infiammabile -Se i Serpeverde sono qui è perché li ha invitati Harry. Io mi fido di Harry, tu no? E poi... non sono così male, in fondo- Proseguì, tranquillo, come fosse in sala grande a studiare erbologia, anziché rinchiuso in una specie di palestra durante una rivolta. Harry si voltò nella sua direzione come in trance e Neville era al fianco di Blaze, l'unico fra i Serpeverde che avesse osato allontanarsi dai propri compagni e, come niente fosse reggeva un grosso pacchetto con il logo di Mielandia, porgendolo al moro. Blaise aveva scelto con cura un dolcetto e se l'era portato alla bocca, farfugliando.
-Grazie Neville!- Fu come se qualcuno avesse il bucato un palloncino con uno spillo, tutta la tensione semplicemente svanì.

-Oh! I dolci!- Trillò Pansy la vocetta cinguettante di una bambina -E bravo Paciock che ci hai pensato. Posso?- Domandò a Neville, avvicinandosi quasi saltellando, il ragazzo con un sorriso le allungò il sacchetto e lei se ne impossessò immediatamente distribuendone il contenuto. In pochi minuti i dolcetti erano finiti e tutti chiacchieravano allegramente. Harry, che non riusciva a credere alla sua buona stella, senza dire una parola, aveva semplicemente posato la sua mano su quella di Ginny e le aveva fatto abbassare la bacchetta scuotendo la testa. Ginny l'aveva guardato esterrefatta, troppo sorpresa per proferire verbo.
Approfittando della confusione per avvicinarsi, la minuscola fidanzatina di Draco le aveva teso la mano.
-Ciao... io sono Tori. Scusa sai ma... Insomma sei l'unica del mio anno e sai sono tutti più grandi. Non è che faresti coppia con me, per esercitarci?- Era timida, gentile e aveva un sorriso aperto e sincero. Sembrava impossibile dirle di no. Eppure Ginny tentennava. Con lo sguardo abbattuto, continuava a fissare lui e Draco, che ora si era spostato al suo fianco e gli aveva allungato una piuma di zucchero.
-Ci sono anch'io del vostro anno- Era intervenuta Luna, che aveva ancora in mano il suo cioccolatino, sembrava non essersi neppure accorta di quello che era successo fino a quel momento. -Forse possiamo lavorare in gruppo, se Harry è d'accordo- Propose la Corvonero, Astoria le porse la mano, presentandosi, mentre Draco gli dava un colpo sul gomito per farlo riemergere dai suoi pensieri.
-Mi sembra un'ottima idea- Concesse lui, massaggiandosi il gomito.
-Allora cominciamo Harry?- Aveva chiesto Luna, aveva il suo solito aspetto stralunato, ma curiosamente, sembrava sempre essere in grado di dire la cosa giusta al momento giusto.
-Certo, buona idea- Farfugliò lui, "E adesso che faccio?" Pensò, voltandosi verso Draco.
-Che ne pensi di divertirci a coppie cominciare ad esercitarci?- Aveva proposto il Serpeverde. Harry annuì, segretamente grato che lui alla fine non l'avesse lasciato solo, quando Draco si era allontanato si era sentito abbandonato.

-Allora, non voglio vedere i ragazzi della stessa casa in coppia, sono stato chiaro? Siamo qui per imparare a difenderci, ma soprattutto dobbiamo imparare a collaborare. Siamo tutti dalla stessa parte- Uno sbuffo sonoro lo interruppe, nell'angolo da cui proveniva c'era solo il gruppetto di Ginny, Luna fissava un punto sul soffitto e pareva nel suo mondo, Astoria mangiucchiava un pezzetto di cioccolato e si stava leccando le dita, ma Ginny lo fulminava con uno sguardo affilato e le braccia incrociate. Non aveva tempo per le sue sciocchezze, in quel momento, quindi decise di ignorarla.
-Ognuna, dico ogni persona, in questa stanza ha la mia piena fiducia e se qualcuno- Si era voltato verso la rossa, fulminandola con lo sguardo -Se qualcuno non è d'accordo con le mie scelte, può firmare il patto di segretezza e poi andarsene. Non trattengo nessuno di voi, ma non ho intenzione di sprecare il poco tempo che abbiamo, difendendo le mie scelte- Concluse, facendo vagare lo sguardo nella sala, pochissimi ragazzi avevano avuto il coraggio di sostenere il suo sguardo. Ma nessuno si era mosso. Harry cominciava a credere che l'impresa si sarebbe arenata prima di cominciare, insomma, non avevano ancora lanciato il primo incantesimo ed avevano già dovuto affrontare una mezza rivolta. Poi Ron, ingoiando l'ultimo dolcetto in un solo boccone, tuonò da un lato all'altro della sala, rivolgendosi alla sorella di Astoria.
-Ehi, Greengrass, che ne dici di fare copia? Voglio proprio vedere il trucchetto di cui mi parlavi ieri- Urlò, sfregandosi le dita sulla divisa per ripulirle dagli ultimi rimasugli di zucchero. Dafne cercò con lo sguardo la sua amica Pansi, come per chiederle il permesso. Lei le rivolse solo un impercettibile segno del capo e Dafne rispose.
-Certo Weasley, sempre che a te non dispiaccia finire col culo per terra- Ron si avvicinò, posizionandosi di fronte alla ragazza. Il ghiaccio era stato rotto e le altre coppie vennero formate rapidamente anche se, i Grifondoro erano così in sovrannumero rispetto agli esponenti delle altre case che, alla fine, non fu possibile avere solo coppie miste.

-Adesso che facciamo, Harry?- Chiese Ron, schierato di fronte alla bella Serpeverde che, sorprendentemente, aveva appena riso ad una sua battuta -Quale incantesimo proviamo?- Harry non ne aveva idea, non ci si era preparato niente, avrebbe dovuto almeno scegliere un paio di incantesimi tanto per cominciare, pensava, dandosi dell'idiota. "Hermione mi avrebbe aiutato se glielo avessi chiesto! È troppo tardi adesso!" Così su due piedi, l'unica cosa che gli venne in mente fu.
-Direi che è il caso di partire dalle basi, proviamo un incantesimo di disarmo- Le poche proteste furono zittite da un'occhiataccia severa e i ragazzi iniziarono subito a disarmarsi vicendevolmente. Harry si aggirava per la sala, correggendo i pochi che ancora sbagliavano. I ragazzi lo ascoltavano senza replicare, cercavano il suo consiglio e lui non si sentiva più incerto e timido, anzi, gli sembrava di essere alto un chilometro, mentre mostrava a Cho il modo corretto di far ruotare la bacchetta.
-Ecco, vedi, il movimento non deve essere troppo ampio, o invece di volarti in mano, la bacchetta di Fred finirà per cavare un occhio a Hermione, dall'altro lato della sala- L'aveva istruita, prendendole la mano e guidandola fino a quando non aveva eseguito il movimento corretto.
-Grazie Harry- Aveva sussurrato lei, sbattendo le lunghe ciglia e arrossendo in modo a dir poco delizioso.
Se solo l'avesse guardato a quel modo l'anno precedente... Eppure, anche se la cottarella che aveva avuto per la Corvonero era ormai storia passata, Harry non poteva far altro che sentirsi lusingato da quel comportamento. La sua autostima stava facendo balzi da gigante, si sentiva invincibile.

Finché si girò verso Malfoy che lo fissava con un'aria strana. Il ragazzo gli fece un piccolo inchino: un palese invito ad esercitarsi con lui "Perché no?" Diede un'ultima occhiata attorno per sincerarsi che gli altri ragazzi non avessero problemi e si avvicinò al Serpeverde che ghignava sornione.

Malfoy gli si era messo di fronte e lo fissava con quello sguardo di ghiaccio che lo faceva andare a fuoco e contemporaneamente lo faceva sentire infinitamente calmo, come se niente di male gli potesse mai succedere fino a quando quegli occhi fossero stati fissi su di lui. Il Serpeverde sorrise maliziosamente e il nodo in fondo al suo stomaco si fece più serrato. "Dannazione, ma come fa a essere sempre così sicuro di sé?" Harry, al confronto, si sentiva goffo e impacciato. Non aiutava affatto che tutti si fossero fermati per guardarli, la sicurezza che aveva guadagnato pochi istanti prima, evaporata come neve al sole.

-Eviterei l'inchino, Potter. Expelliarmus!- Gridò Draco ad alta voce. La bacchetta di Harry volò dritta nelle sue mani, con una parabola elegante. Draco l'acchiappò al volo, neanche fosse nato solo per quello. Un discreto mormorio d'ammirazione accolse il gesto, i Serpeverde gongolavano per il successo del loro leader.
Harry avrebbe tanto voluto che un buco si aprisse nel pavimento della stanza delle necessità e lo inghiottisse. Aveva passato l'ultima ora correggendo gli altri, ergendosi a giudice delle loro imperfezioni, li aveva istruiti e guidati, e gli era piaciuto.
Si era sentito sempre più importante ogni volta che qualcuno lo chiamava per un consiglio, e lui dall'alto della sua esperienza, aveva elargito la sua saggezza, con magnanimità e fermezza. Poi, nel momento in cui era chiamato a dimostrare la sua bravura, era miseramente caduto.
Il metaforico capitombolo era stato un brutto colpo per il suo ego, e importava poco che Draco gli stesse porgendo la bacchetta sfoggiando il sorriso più adorabile del mondo... o era un ghigno?
Harry non ne era proprio sicuro, ma quello che si trovava di fronte sembrava proprio il solito strafottente Malfoy che faceva di tutto per metterlo in imbarazzo. Anche se gli aveva restituito la bacchetta senza commentare
-Expelliarmus !- Urlò, non appena il Serpeverde gli ebbe voltato le spalle. Ok, non era esattamente un gesto corretto, ma neppure Malfoy aveva aspettato che fosse pronto.
La bacchetta del suo avversario aveva un tale slancio che si sarebbe piantata nel muro retrostante se lui non l'avesse acchiappata grazie ai suoi riflessi da cercatore.
Draco si voltò e, per un istante, Harry fu sicuro che lo fissasse con disprezzo, "Allora è vero, stava solo facendo finta!" Poi si riscosse ed accettatò la bacchetta dalle mani di Harry, che, senza dargli il tempo di reagire gli lanciò un
- Everte statim- Draco fece un capitombolo e finì faccia a terra.
-Ehi! Ma che combini, Potter?- Gli urlò, fulminandolo con uno sguardo apertamente ostile. "Lo sapevo, avevo ragione, non è cambiato affatto, si sta solo prendendo gioco di me"
-Stupeficium- Gridò Harry, sempre più inviperito.
-Protego- Il suo schiantesimo si era infranto contro la barriera eretta da Malfoy -Harry, ma che...-
-Bombarda!- Gli urlò, senza ascoltarlo. "Che stupido sono stato a cascarci, a credere che fosse cambiato"
-Protego- Ancora una volta Malfoy parò la sua maledizione.
-Diffindo- "Chissà quanto avranno riso, delle sciocchezze che ho fatto con lui, perché mi sono fidato!" Pensava Harry, sempre più ferito.
-Protego! Basta, Harry, smettila!- Berciò il Serpeverde. Certo, adesso voleva che si fermasse! E se... "Per Merlino! E se avesse capito che ho una cotta per lui?" Lo stomaco gli si annodò in una stretta dolorosa, mentre tutto il mondo gli cadeva addosso.
-Ebublio!- Decine di bolle esplosive volarono in tutte le direzioni, mettendo in pericolo anche gli altri ragazzi, ma Harry non ci fece caso troppo preso dalle sue elucubrazioni "Deve essere così per forza! Malfoy ha capito tutto e se ne sta approfittando". Harry poteva figurarsi benissimo il Serpeverde che raccontava ai suoi amici della sua cotta e loro che ridevano come matti.
-Fianto duri! HARRY SMETTILA!- Malfoy sembrava spaventato "bene!" Le bolle cambiarono percorso e tornarono verso di lui.
-Finite! Domusterra!- Un terremoto colpì il pavimento sotto i piedi di Malfoy che finì a terra. Il Serpeverde lo guardava stringendo gli occhi, come se fosse lui ad essere arrabbiato, quasi come se fosse Harry ad avere torto.
Harry si sentiva tradito, faceva male, molto male, più delle ferite che gli aveva lasciato la penna di sangue della Humbridge. Doveva fargliela pagare, voleva fargli male, voleva che soffrisse come stava soffrendo lui.
-CRUCCIO!- Urlò, il viso di Draco si contorse in una smorfia di dolore, ma quasi immediatamente riacquistò la consueta espressione sprezzante. Solo che quella non era la sua solita espressione da stronzo che si credeva superiore a tutti. Sembrava ferito, vulnerabile, quasi fragile... La verità colpì Harry come un pugno allo stomaco. Quello non era il ragazzino strafottente che lo aveva tormentato durante i primi anni, era il ragazzo favoloso che aveva imparato a conoscere negli ultimi mesi, quello che parlava di fratellanza, che gli teneva la mano che si prendeva cura di lui. "Cos'ho fatto?" Pensò guardandolo alzarsi senza pronunciare neppure una parola.
-Draco io...- Ma non riuscì neppure a terminare la frase che il ragazzo era già uscito sbattendo la porta. Tutti lo fissavano a bocca aperta, senza osare battere ciglio, ma lui non li vedeva neppure. L'unica cosa su cui riusciva a concentrarsi era il dolore che aveva colto nello sguardo del Serpeverde. "Ho rovinato tutto! Lui ha fatto tutto quello che poteva per dimostrarmi di essere un buon amico, ed io ho rovinato tutto!" I dubbi di pochi minuti prima completamente cancellati dal senso di perdita che gli artigliava il petto, gli attorcigliava le viscere. Quell'emozione quasi dolorosa che era abituato ad associare alla presenza di Draco. "Non posso rinunciare a lui" Realizzò. Il pensiero lo colpì con una tale forza che cominciò a muoversi prima ancora di rendersene conto.
Ed altrettanto celermente si immobilizzò.
Ogni Serpeverde presente nella sala lo teneva sotto tiro, persino la piccola dolce Astoria aveva puntato la bacchetta su di lui.
L'unica eccezione sembrava essere Pansy, che, comunque, gli rivolgeva uno sguardo severo. Una piccola parte della sua mente registrò che non uno solo dei suoi compagni di casa si era esposto per prendere le sue difese.
"Dannato spirito di squadra Serpeverde!"

-Lasciatelo andare- Ordinò Pansy, sorprendendo tutti, soprattutto Harry che non credeva alle sue orecchie. Le bacchette si abbassarono leggermente, ma non a sufficienza da farlo muovere in sicurezza.
-No!- Urlò Blaise, che si era piazzato proprio davanti a lui e lo fulminava con uno sguardo assassino.
-Blaise, per favore, ho bisogno di te qui- Lo aveva richiamato lei, avanzando di un passo verso l'amico.
-NO!- Blaise, impassibile ed immobile, non sembrava aver alcuna intenzione di darle retta.
-NON E' UNA DECISIONE TUA!- Urlò Pansi, perdendo la calma. La sua bacchetta si era abbassata ulteriormente, poi il moro aveva imprecato e gli si era avvicinato a pochi millimetri dal suo viso.
-Fagli del male, Potter, e non c'è posto abbastanza lontano dove potrai nasconderti- Blaise era almeno trenta centimetri più alto di lui e, per guardarlo in faccia, aveva quasi perso l'equilibrio, ma, non appena il ragazzo si era spostato, lui era partito a tutta velocità, uscendo dalla stanza e lanciandosi nel corridoio, prima che arrivasse alla fine sentì una voce che lo chiamava.
-Potter. POTTER!- Si voltò, senza smettere di correre. Pansy era lì, in mezzo al corridoio, la porta socchiusa, la maniglia fra le mani. -Prova sulla torre di astronomia!- Gli aveva urlato, e poi era rientrata, senza lasciargli il tempo di ringraziarla.

Aveva fatto le scale due gradini per volta, gli faceva male il fianco e aveva il fiatone, ma non aveva nessuna intenzione di fermarsi, però, non appena arrivò agli ultimi gradini si trovò a pensare cosa avrebbe detto al ragazzo. L'aveva colpito con una crociatus, come avrebbe potuto perdonarlo? Mica per niente era una maledizione "imperdonabile". La consapevolezza del casino che aveva combinato lo colse all'improvviso e lui si accartocciò su se stesso. Draco non lo avrebbe mai perdonato, tanto valeva tornare sui suoi passi, era inutile anche solo provarci... però così avrebbe dovuto rinunciare a Draco, a quell'amicizia appena iniziata ma che lo aveva fatto sentire tanto bene, tanto al sicuro.
Non poteva rinunciarci!
Avrebbe rischiato il tutto per tutto e non si sarebbe fermato fin a quando Draco non lo avesse perdonato. Entrò di slancio, quasi inciampando nei suoi piedi e trovò il ragazzo seduto sul pavimento, le ginocchia al petto, il viso nascosto fra le braccia, le spalle scosse dai singhiozzi.

-Draco...- Lo chiamò piano, quasi un sussurro, mentre il suo cuore andava in pezzi.
-Vattene!- Rispose l'altro, fra i singhiozzi senza abbandonare la sua posizione.
-Non me ne vado fino a quando non è tutto a posto fra... fra noi- Replicò, risoluto, tentennando un poco solo sull'ultima parola, non era sicuro che ci fosse un "noi" da rimettere a posto. Draco aveva alzato la testa, il suo viso bagnato di lacrime era così doloroso da guardare per Harry.
Il Draco stronzo dei primi anni sarebbe morto, piuttosto che mostrarsi fragile e vulnerabile di fronte a lui. "Sono io che l'ho fatto piangere, è colpa mia se sta male" Realizzò, buttandosi in ginocchio davanti all'altro ragazzo.
-Non serve a nulla che mi chiedi scusa Potter. Ti rendi conto di cosa hai fatto?- Harry aveva piegato il capo, annuendo.
-Non lo so cosa mi è preso... d'un tratto mi sembravi tornato ad essere quello di prima. Non volevo farti male, te lo giuro, non volevo che soffrissi è solo che...- Farfugliò, lasciandosi sfuggire una lacrima che gli rigò la guancia. Fu tentato di sciugarla con le dita, ma se Draco aveva il coraggio di mostrarsi in lacrime davanti a lui, allora lui avrebbe fatto lo stesso.
-Ti sei sentito tradito?- Domandò il Serpeverde mutando atteggiamento, almeno non c'era più rabbia nella sua voce. Harry aveva troppa paura di dire la cosa sbagliata per rispondergli, così, continuando a fissare il pavimento, annuì nuovamente.
-Io... mi dispiace- Aveva replicato Draco, lasciandolo senza fiato, Harry aveva osato sollevare prudentemente lo sguardo. Gli occhi grigi erano pieni di dolore e scintillavano sotto la luna, lucidi di lacrime. -Avevi ragione, in un certo senso... ti ho visto parlare con quella smorfiosa della Chang e... non lo so... volevo fartela pagare...- Concluse, pescando un fazzoletto immacolato dalla tasca e asciugando la guancia di Harry, prima di pulirsi il viso. La mano del ragazzo gli aveva sfiorato delicatamente il viso, e lui si era sentito andare a fuoco. Illuminato dalla tenue luce lunare i suoi capelli sembravano quasi bianchi e la pelle diafana brillava. Era così bello da fare male. E quelle labbra rosate, così invitanti gli facevano venire l'acquolina in bocca. Harry doveva fare un notevole sforzo di volontà per non premerci contro le proprie.
-Vieni, ti mostro una cosa- Gli aveva sussurrato Draco, alzandosi in piedi e tendendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi. Harry si mosse come in un sogno, afferrando la sua mano: era calda e solida fra le sue dita. "Non è un sogno, sono qui con lui realmente". Una volta che fu in piedi Draco lasciò la sua mano e si appoggiò al parapetto.
-Guarda là in fondo, sta per cominciare- Gli rivelò, indicando un punto lontano, proprio al centro della foresta proibita. La mano di Harry si sentiva fredda e sola, senza la mano di Draco a tenerla al caldo e al sicuro, ma il ragazzo si fece forza e si avvicinò al Serpeverde appoggiandosi anche lui al parapetto. In lontananza alcune piccole luci si muovevano saltellando.
-Cosa sono?- Chiese Harry affascinato, le lucette erano sempre di più, come decine di piccole stelle che danzavano nell'aria fra i rami degli alberi.
-Sono fate, stanno compiendo una danza rituale. Per salutare l'ultimo quarto di luna. Non sono magnifiche?- Gli spiegò Draco, incantato dallo spettacolo che si compiva davanti ai suoi occhi.
"TU sei magnifico" Avrebbe voluto rispondergli Harry, che lo fissava affascinato, con quell'espressione assorta e meravigliata Draco era lo spettacolo più bello che avesse mai visto. Harry era nei guai, veramente nei guai. Non poteva lasciarsi andare a quel sentimento, ma non poteva neppure respingerlo in alcun modo. Era totalmente privo di controllo e non sapeva cosa fare. Era perdutamente innamorato di Draco, non poteva più negarlo. Ma era certo che il Serpeverde non lo ricambiasse, era fidanzato e poi gli aveva appena confessato che gli piaceva Cho Chang, era bastato che Harry si avvicinasse a lei per scatenargli una crisi di gelosia. Le fatine proseguivano la loro coreografia, molti altri esserini si erano aggiunti ed ora un angolo della foresta era illuminato a giorno.
-E' veramente splendido- Aveva commentato Harry, senza distogliere lo sguardo dal suo bellissimo viso. Draco sembrava incerto.
-Sai Harry, avrei dovuto darti una cosa, alla fine dell'incontro di stasera- Gli aveva confessato, porgendogli una pergamena che aveva estratto da una tasca della veste. Era un po' malconcia e spiegazzata. Harry lo aveva guardato perplesso, senza accennare a prenderla. Non riusciva a capire perchè Draco avrebbe dovuto scrivergli una lettera, ma non gli sembrava un buon segno, e poi, aveva rotto l'atmosfera rilassata e magica di pochi istanti prima.

-Cosa sarebbe Malfoy?- L'aveva chiamato Malfoy, perchè l'aveva chiamato Malfoy e non Draco? Adesso Draco non si sarebbe fidato di lui, avrebbe pensato che Harry voleva tenerlo a distanza. Si sentiva proprio un idiota!
-È una lettera, Harry. Puoi prenderla, ti garantisco che non ti morderà- Il Grifondoro l'aveva fissato senza muoversi, per fortuna Draco aveva pensato che stesse scherzando.
-Mi hai scritto una lettera? Perché, non puoi dirmi di persona di cosa si tratta?- Gli aveva domandato, gli occhi verdi che brillavano di curiosità e di preoccupazione. Draco aveva sbuffato, alzando gli occhi al cielo "Dio quanto è carino quando fa così" Aveva pensato Harry che faticava a non sbatterlo per terra e infilargli la lingua in bocca.
-Non è mica una lettera mia, figurati. Me l'ha data l'amica di Pansy- "Quale amica di Pansy? Non sarà, per caso... Ma per quale ragione dovrebbe averla lui? Perchè non me l'ha consegnata Pansy di persona come l'altra volta?" Non che la cosa gli dispiacesse, se ci avesse pensato la ragazza sarebbe stato più difficile nasconderlo ad Hermione, visto che pareva che le due fossero diventate amiche per la pelle e Hermione non vedeva di buon occhio la sua relazione con Gwendoline.
Harry si sentì incerto, per un istante, aveva cominciato ad accettare i suoi sentimenti per Draco ed adesso si trovava a fare i conti con la sua incerta relazione con Gwen... gli girava la testa.
-Si può sapere perché l'ha data a te, anziché darla alla Parkinson come fa di solito?- Draco lo aveva fissato per un momento, come cercasse le parole.
-Non ne ho idea, l'ho incrociata appena fuori dalla camera di Pan, e ho avuto l'impressione che avessero litigato- Aveva cominciato, stringendosi nelle spalle, poi, aveva aggiunto -Non ti so dire di più, se vuoi i dettagli dovrai chiedere a Pan, ma ti consiglio di procurarti una pozione antidolorifica prima, perché quando ci ho provato, mi ha urlato contro talmente forte che ho avuto mal di testa per tutto il giorno- Aveva concluso, ridacchiando, Harry si era unito a lui dandogli un colpo su una spalla, poi finalmente, aveva accettato la lettera e se l'era infilata in tasca.
-Non ci penso neanche, grazie tante. Preferisco tenermi la curiosità che affrontere quella belva! Dovevi vedere come mi ha guardato- Rispose ridendo.
-Me la posso immaginare!- Draco si era unito a lui, si era creata una complicità fra loro, in quei pochi minuti... sembrava che le cose, fra loro, si combinassero in modo assolutamente naturale.
-Certo che i tuoi amici sono proprio protettivi nei tuoi confronti... avresti dovuto vederli, mi sono saltati alla gola. Pensavo che Blaise mi avrebbe cavato un occhio con la bacchetta- Proseguì lui, cambiando discorso. Lì per lì non ci aveva fatto caso, troppo impegnato a cercare di correre dietro a Draco, ma adesso rabbrividiva al pensiero del rischio che aveva corso, il Serpeverde sembrava proprio pericoloso.
-E cosa ti aspettavi?- Chiese Draco, sbuffando -Siamo Serpeverde: ferisci uno di noi e ci avrai contro tutti! Sai come di dice vero? Tutti per uno...- E lasciò cadere il discorso con un'aria saccente e divertita allo stesso tempo. Era sereno come raramente lo aveva visto. Come faceva a sembrare ancora più desiderabile?
"Aspetta un attimo!" Cos'ha appena detto?"
-Ehi! Ma quella frase... "tutti per uno, uno per tutti", dov'è che l'hai sentita? Lo sai che viene da un film babbano?- Gli chiese a bruciapelo, era dall'inizio dell'anno che tutti i Serpeverde avevano qualcosa di strano, non facevano che sorprenderlo con le loro conoscenze della cultura babbana.
-Veramente io l'ho trovato in un libro: "I tre moschettieri" l'ho letto quest'estate- Draco posò la testa sulle braccia incrociate e si voltò verso di lui, rispondendogli, era una serata così bella così rilassante.
-E... perchè hai letto un libro babbano? Credevo che quelli come te...- E si bloccò lasciando il discorso a metà. Draco si sarebbe offeso? Ma, per fortuna il ragazzo non sembrava propenso a dare peso al suo commento razzista.
-Lo abbiamo fatto tutti, quest'estate. Quando abbiamo pensato di cambiare lato, ci sembrava giusto sapere qualcosa sulla cultura babbana. Così io, Pansy e Blaise abbiamo scelto ognuno un aspetto e abbiamo fatto qualche ricerca. Il ho scelto la musica, Pansy la moda e Blaise... mi ucciderebbe se te lo dicessi. E abbiamo letto tutti i libri che abbiamo trovato. Adesso ci sembrano meno strani- Concluse con un sorriso.
-Sono sorpreso, non pensavo ad un approccio così... costruttivo!- Commentò Harry.
-Ti ringrazio, Potter. Che fai? Non la leggi?- Chiese il Serpeverde, indicando la pergamena. Harry non aveva nessuna voglia di leggere la lettera, non voleva altro che ritrovare l'atmosfera complice e rilassata di pochi minuti prima.
-La leggo dopo, adesso preferisco chiacchierare ancora un po' con te, non succede spesso che riusciamo a parlare senza gli altri attorno... a meno che tu non mi trascini in qualche aula deserta... o in uno sgabuzzino- Concluse, con un ghigno divertito che fece sorridere Draco ancora di più.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top