La stanza va e vieni 3


Buon Mercoledì meravigliose persone che leggete, allora, vi sta piacendo questa storia? Fatemelo sapere e ricordate, i vostri commenti mi fanno scrivere più velocemente!
Buona lettura.
Noy




Era tornato nella sua stanza nei sotterranei fluttuando a mezzo metro da terra. Non poteva essere più felice. Neppure il Ballo del Ceppo, quando aveva ricevuto il suo primo bacio era stato tanto bello. Non era successo nulla di particolare, avevano solamente parlato. Ma era stato tutto così perfetto, Harry si era lasciato andare con lui, avevano riso, si erano presi in giro, si erano confidati qualche innocuo segretuccio.

Si sentiva molto più vicino al Grifondoro, adesso il loro rapporto era sul binario giusto, magari non sarebbe mai sfociato nella relazione romantica che Draco desiderava così ardentemente, ma almeno avrebbe potuto contare su una solida amicizia, in questo modo avrebbe sempre avuto un posto nella sua vita, ed era tutto quello che desiderava. Poi, la sera seguente lo avrebbe visto nei panni di Gwen e avrebbe potuto baciarlo fino ad esserne sazio. Ancora non capiva come aveva fatto a non saltargli addosso, quella sera. C'erano stati momenti in cui Harry gli aveva fissato le labbra con una tale intensità che Draco aveva avuto l'impulso di gettargli le braccia al collo e mangiargli via la faccia a suon di baci.

Però, nonostante l'allettante prospettiva di avere libero accesso alla sua bocca, Draco si sentiva un po' a disagio ad ingannarlo a quel modo, stava cercando di costruire un rapporto basato sulla fiducia e, anche se, questa volta, doveva trasformarsi per una buona causa, non gli sembrava giusto. "Forse potrei dirgli la verità, confessargli tutto e chiedere il suo perdono" Sarebbe stato perfetto se Harry lo avesse perdonato ed avesse capito che lo aveva fatto solamente perchè era innamorato di lui. Per pochi minuti, mentre camminava verso la sua stanza quasi danzando per la felicità, si concesse di fantasticare su quello che sarebbe accaduto una volta che Harry l'avesse scoperto. Avrebbe ricambiato i suoi sentimenti? L'avrebbe baciato ancora, anche con il suo corpo maschile? Il solo pensiero di poter tenere Harry fra le braccia con il suo vero corpo... era troppo meraviglioso. Stava ancora sorridendo come un idiota innamorato, mentre apriva la porta della sua stanza.

-Buona sera, Draco, spero tu abbia una buona ragione per essere rientrato oltre l'orario del coprifuoco- La voce di suo padre lo gelò sul posto. Tutta la felicità svanì in un battito di ciglia e un terrore folle lo invase. Resistette a malapena all'istinto che gli suggeriva di fuggire, di voltarsi, chiudere la porta alle sue spalle e correre fino a che aveva fiato nei polmoni.
-Padre, non sapevo che sareste venuto o non mi sarei mai permesso di farvi attendere- Rispose prontamente, sforzandosi di mantenere la voce ferma e l'atteggiamento dimesso. Lucius, seduto su una delle poltrone, con i gomiti sui braccioli, le dita incrociate davanti all'addome e le gambe accavallate, sembrava il padrone del mondo, emanava potere e ricchezza anche stando semplicemente seduto. Draco riuscì, in qualche modo, a non tremare sotto il suo attento esame.
-Questo non risponde alla mia domanda, ragazzino, dove sei stato? E cosa ti ha messo così di buon umore? Se mi è concesso saperlo- Aveva domandato Lucius, il tono era quasi rilassato, ma Draco sapeva che non era affatto una richiesta.
-Ma certo, padre- rispose prontamente -Ero sulla torre di astronomia a osservare il rituale delle fate, è stato veramente affascinante- Rispose Draco optando per una mezza verità, in fondo era veramente dove aveva detto di essere ed aveva effettivamente ammirato lo spettacolare show delle fate. Lucius si era concesso un ghigno sornione.
-Certo.. il rito dell'ultimo quarto di Luna...- Commentò, perso nei ricordi -E dimmi, Draco eri forse in dolce compagnia?- Chiese, con un lampo malizioso nello sguardo. Draco trasalì.
-Certo che no, padre, non mi permetterei mai di mancare di rispetto alla mia fidanzata in questo modo- Rispose, sperando che suo padre scambiasse la nota di panico nella sua voce per un leggero disdegno, Lucius annuì compiaciuto.
-Eccellente, un'ottima motivazione- Concesse, Draco si rilassò, senza tuttavia abbassare la guardia. Era ancora sulla porta, con l'uscio aperto e, per quanto lo atterrisse la prospettiva di restare da solo con suo padre, non poteva certo restare lì, né dentro né fuori, quindi avanzò di un passo, e si chiuse la porta dietro le spalle. Lucius si era alzato ed aveva iniziato ad ispezionare la sua scrivania.
-Mentre ti aspettavo ho controllato i compiti che stavi svolgendo, e devo dire che li ho trovati poco soddisfacenti, questo saggio di trasfigurazione è, a dir poco, penoso- Gli aveva detto, sollevando un pesante rotolo di pergamena, era un saggio lunghissimo e Draco aveva impiegato diversi giorni per completarlo. Con un unico gesto Lucius lo strappò a metà. -Esigo che tu svolga un lavoro migliore di questo!- Tuonò l'uomo, lasciando cadere le due lunghe strisce di pergamena sul pavimento. Draco osservò disperato quello che rimaneva del suo compito andare in cenere sul pavimento. Doveva consegnarlo il giorno successivo... avrebbe dovuto lavorarci tutta la notte.
-Certo padre, avete ragione, mi impegnerò di più- Rispose, rispettoso e dimesso, tutto ciò che desiderava era estrarre la bacchetta e maledire quell'uomo, ma sarebbe morto prima di riuscire a pronunciare la prima sillaba.
-Voglio sperarlo!- Lo apostrofò Lucius -Ma non ho sprecato la mia serata aspettandoti solo per ricordarti di svolgere il tuo lavoro.- Finalmente veniva al dunque e dopo, forse se ne sarebbe andato, nella mente di Draco già si affollavano i concetti che avrebbe dovuto esporre nel suo compito... c'erano alcune informazioni che era riuscito a trovare su un libro che aveva già restituito, ma non le rammentava bene ed era troppo tardi per riprendere il libro dalla biblioteca... le doveva eliminare "Dannazione! La McGranit mi abbasserà il voto!"

-Io e tua madre abbiamo ricevuto la visita di una tua insegnante, la professoressa Humbridge- A quel nome tutto il compito scomparve dalla mente di Draco, cosa voleva quella perfida megera dai suoi genitori? E lui cosa c'entrava? Se c'era di mezzo quella, sicuramente non era nulla di buono.
Suo padre non parlava, stava aspettando che il dubbio mettesse radici nella sua mente, quanto odiava i suoi trucchetti psicologici, erano peggio delle botte.
-Spero che la professoressa non abbia avuto modo di lamentarsi di me, padre- Osò azzardare, Lucius alzò un sopracciglio. Anche il suo padrino aveva quest'abitudine, ma Lucius, con quel piccolo gesto, riusciva a sembrare ancora più letale.
-Ne avrebbe avuto motivo?- Chiese, con un tono velenoso. Si era seduto nuovamente sulla poltrona, senza accennare a Draco di fare altrettanto, quindi il ragazzo doveva restare immobile, davanti alla porta della sua stanza.
-Assolutamente no, padre, ho sempre un comportamento impeccabile con la professoressa- Lo rassicurò Draco, Lucius parve rilassarsi.
-E' anche quello che ci ha detto lei- Ammise, il nobiluomo -Anzi, è talmente soddisfatta di te che vorrebbe coinvolgerti in un progetto- Gli aveva rivelato, accavallando le gambe per mettersi a suo agio -La professoressa sta organizzando una squadra che la aiuti a tenere sotto controllo gli altri studenti e desidera che tu ne faccia parte, anzi, che ne sia a capo. Risponderesti direttamente a lei e ti frutterà dei crediti scolastici- Espose Lucius, che buffo, sembrava quasi un padre che parlasse con il figlio di un progetto scolastico, in quel momento, ma Draco non si sarebbe fatto ingannare, lo conosceva troppo bene.
-Veramente, padre, non so se posso sottrarre tempo alla studio- Era un'azzardo, ma non poteva arrendersi così senza neppure tentare una debole resistenza.
-Sono più che sicuro che saprai gestire i tuoi impegni- Dichiarò Lucius, alzandosi ed avvicinandosi a lui -Credo che questo progetto sia un'ottima opportunità per te, sarei molto deluso dal tuo comportamento se non la cogliessi- Gli disse, appoggiandogli una mano su una spalla. Draco era talmente terrorizzato che non riusciva a muovere neanche un muscolo. Il battito del suo cuore lo rendeva sordo a tutto. come da una grande distanza sentì giungere le parole di suo padre -Dolores ti aspetta domattina prima delle lezioni nel suo studio, cerca di coinvolgere anche i tuoi amici, sta avendo delle difficoltà a trovare volontari- "E certo che non trova volontari, praticamente tutti i Serpeverde sono passati dall'altra parte..." Pensava tra sé, mentre suo padre lo spingeva via in malo modo per guadagnare l'uscita -Vedi di parlarne anche a Vincent e Greg, quest'anno sembra che tu sia troppo occupato per stare con loro- Aggiunse poi, quando era ormai sulla soglia "Ovviamente vuoi che stia con loro... ti riferiscono tutto quello che faccio!" Tiger e Goyle non lo facevano di proposito a fare la spia, ma per loro era normale raccontare tutto ai loro genitori, e poi quelli riferivano tutto a suo padre. Quante volte era finito nei guai prima di rendersi conto di come doveva gestire i due ragazzi.
-Certo padre, non mancherò- Lo rassicurò, prima che Lucius chiudesse la porta.

Draco cadde in ginocchio, svuotato di tutta l'energia. Non poteva credere di averla scampata, era sopravvissuto ad un incontro con suo padre e non aveva nessun livido per ricordo, poteva considerarla una vittoria. Ma come avrebbe fatto ora? La "Squadra d'inquisizione", così si chiamava il progetto della Humbridge, doveva servire, principalmente a spiare Harry e tutti quelli che lo aiutavano. Cosa avrebbe dovuto fare? Doveva spiare se stesso? E come avrebbe reagito Harry? Il Grifondoro non era certo tipo da lasciarlo spiegare con calma, non era sicuro che avrebbe ascoltato le sue motivazioni e poi, come avrebbe potuto giustificare l'obbedienza a suo padre senza confessargli anche quali sarebbero state le conseguenze di un suo rifiuto?
Passò buona parte della notte riflettendo sdraiato sul pavimento, mentre fissava il soffitto che non pareva avere nessuna delle risposte che cercava. Poi si rammentò del compito di trasfigurazione. "E' tardissimo! Non riuscirò mai a finirlo, anche se sto sveglio tutta la notte" Si disperava, intingendo la piuma nell'inchiostro.

.......................

-Hai una faccia...- Lo apostrofò Pansy, la mattina successiva, erano già le otto e lui non aveva ancora finito la ricerca anche se non aveva chiuso occhio. Però, in compenso, la vistosa e pacchiana spilla che lo identificava come membro della famigerata Squadra d'Inquisizione gli brillava sul petto. Quella dannata cosa si notava a chilometri di distanza, maledetta! Anzi, ancora peggio, la sua spilla era ancora più grande ed evidente di quella degli altri membri, visto che lui era il "leader". Vincent e Greg si pavoneggiavano sporgendo in fuori il petto per far risaltare le loro spillette, felici ed orgogliosi di poter fare qualcosa con il loro amico Draco.

-Ho avuto una brutta sorpresa, ieri sera- Le rivelò il ragazzo, abbassando il tono in modo da non farsi ascoltare dagli altri studenti della sala grande. Blaise, seduto a fianco alla ragazza, stava cercando di mandare a memoria gli ultimi concetti per l'interrogazione di Incantesimi che lo aspettava alla prima ora.
-Con... lui? E' stata così brutta?- Chiese la ragazza, guardandolo con preoccupazione, Draco ci mise un attimo a capire che si riferiva ad Harry.
-No, no, con lui tutto bene- La rassicurò, lasciandosi sfuggire un sorrisetto al pensiero della bella serata che aveva passato con Lui. -Purtroppo poi, al mio ritorno in camera ho trovato mio padre che mi aspettava- Rivelò, sbadigliando e stiracchiandosi. Blaise sollevò la testa di scatto, improvvisamente attento.
-Stai bene?- Chiese, allarmato. Pansy si era coperta il viso con le mani, terrorizzata.
-Non preoccupatevi, ragazzi, non mi ha fatto nulla!- Li rassicurò -Voleva solo parlarmi di questa sua fantastica idea- Proseguì, indicando la brutta spilla che deturpava la sua divisa. Pansy aveva fatto una smorfia ma non aveva osato commentare, troppo sollevata di vederlo sano e salvo -Poi, naturalmente, ha approfittato per incenerire la mia ricerca di trasfigurazione: era fatta male, a quanto pare- Li aveva informati con studiata indifferenza.
-Oh Draco, mi dispiace, ci avevi messo una vita a finirla. E' per quello che non hai dormito?- Gli chiese Pansy, frugando sul fondo della sua borsa ed estraendo una boccetta della sua favolosa pozione rinvigorente. Draco lo accettò con gratitudine.
-Esatto, ma comunque non sono riuscito a finirlo, se non riesco a mettere insieme qualche frase durante la ricreazione mi toccherà consegnarlo incompleto- Ammise, rassegnato, aveva poche speranze di riuscire a fare un lavoro accurato, ma almeno sperava di riuscire a mettere assieme qualche conclusione.
-Non ti preoccupare, Dray, mettiti nell'ultimo banco a Incantesimi, tanto Vitious mi interroga alla prima ora, non farà caso a te- Lo rassicurò Blaise, scribacchiando alcune parole su un foglio, Draco lo guardò con gratitudine.
-Grazie Blay. A proposito, avete sistemato tutto ieri sera?- Aveva chiesto loro, con tutto quello che era successo non si era ricordato di accertarsi che i suoi amici avessero fatto quello che dovevano, Blaise lo aveva ignorato, isolandosi nel suo bozzolo per ripassare ossessivamente le pagine del libro. Pansy lo aveva guardato di traverso.
-Con chi credi di avere a che fare?- Gli rispose, rimirandosi le unghie per pavoneggiarsi -Li abbiamo obliviati tutti, naturalmente. Non potevamo certo lasciare che se ne andassero in giro a raccontare che Potter aveva usato un'imperdonabile, anche se non c'è riuscito... la Humbridge lo rinchiudeva ad Azkaban e buttava la chiave!- Aveva concluso, con un ghigno furbo. Quanto amava questa ragazza, riusciva sempre a capire di cosa aveva bisogno.
-Grazie Pan- Le disse, chinandosi verso di lei e posandole un bacetto su una guancia. Lei era arrossita vistosamente emozionata e si era alzata di corsa per mascherare l'imbarazzo.
-Avanti, muoviamoci o faremo tardi per la colazione. Se mi fate digiunare fino a pranzo giuro che non rispondo di me!- Li redarguiva, precedendoli fuori dalla sala comune. Blaise aveva finalmente sollevato gli occhi dal libro, chiudendolo con un tonfo secco mentre si alzava.
-Sono pronto!- Dichiarò -Più di così non posso mandare a memoria- Poi, notando la pacchiana decorazione che ornava il suo petto, la sua espressione si rannuvolò -E quella cosa? Come pensi che reagirà lui?- Chiese, il disgusto ben evidente nella sua voce. Nessuno voleva collaborare con la Humbridge.
-Non ne ho idea, spero solo che mi lasci il tempo di spiegargli la situazione, prima di dare in escandescenze- Gli aveva confessato Draco, passando attraverso il passaggio nel muro che li avrebbe condotti nel corridoio.

....................

Harry non aveva chiuso occhio tutta la notte, era troppo felice. Aveva fissato il baldacchino del suo letto senza neppure vederlo, davanti agli occhi si ritrovava sempre lo splendido viso di Draco, illuminato dalla luna e dalle luci in lontananza. Le luci e le ombre che gli si proiettavano sul volto lo rendevano uno spettacolo mutevole, ma sempre meraviglioso.
Non faceva altro che immaginarsi di baciare quelle labbra invitanti che lo avevano incantato per tutta la sera, che serata magica, non credeva di essere mai stato tanto felice.

Era saltato giù dal letto all'alba, pieno di energie, mentre gli altri ragazzi ancora russavano nei loro letti. Ron aveva gettato le coperte di lato e buttato il cuscino sul pavimento. Seamus invece si era raggomitolato in posizione fetale e sembrava una grossa palla avvolta nelle coperte. Harry sorrise felice e si incantò ad ammirare un meraviglioso raggio di sole che filtrava dalle imposte, la polvere danzava pigra nella luce e sembrava brillare, quasi quanto gli stupefacenti occhi di Draco pieni di miliardi di scintille. Con un sospiro incantato Harry entrò in bagno.
Ma non riuscì a chiudere la porta che Neville si infilò nella stanza con lui.
-Se è un'emergenza ti cedo il posto, Nev- Concesse Harry vagamente imbarazzato, Neville lo guardava con un'espressione ansiosa e preoccupata. non sembrava neppure lui.
-Io... devo parlarti di una cosa...- Cominciò il ragazzo, incerto. Si torceva le mani ed aveva veramente tutta l'aria di dover proprio usare il bagno.
-Sicuro che non vuoi che ti lasci solo qualche minuto, prima?- Propose all'amico, con il solo effetto di farlo infuriare.
-Ma la vuoi piantare con questa storia? Non mi serve il bagno, Harry, è solo che devo dirti una cosa e non so come la prenderai- Aveva replicato Neville, sedendosi sul bordo della vasca. -Ma cerca di stare calmo e non saltare subito alle conclusioni- Gli chiese, passandosi una mano sulla fronte come per schiarirsi le idee.
-Adesso comincio a preoccuparmi- Gli rispose, anche lui avrebbe voluto sedersi da qualche parte, ma l'unica altra superficie adatta era il sedile del WC e non si sarebbe seduto lì per niente al mondo, quindi si limitò ad appoggiarsi al lavabo.
-Vedi... ieri sera, dopo che te ne sei andato correndo dietro a Malfoy- Aveva cominciato Neville, Harry era arrossito, non si era reso conto che gli altri avrebbero interpretato a quel modo la sua fuga dalla stanza delle necessità, ma il ragazzo, che non si era accorto di nulla, aveva continuato la sua storia -La Parkinson ha cominciato a dare fuori di matto, finche io e Blaise non siamo usciti dalla stanza e poi... ecco... lei ha obliviato tutti- Aveva concluso, con una smorfia preoccupata, come si aspettasse di vederlo perdere le staffe.
-Perchè avrebbe fatto una cosa del genere?- Aveva invece chiesto Harry, cercando di mantenere un tono pacato, non che si stesse arrabbiando, era talmente felice che non avrebbe potuto neanche volendo, ma Neville sembrava fin troppo apprensivo e non voleva proprio spaventarlo.
-Harry, ma non ti rendi conto di cosa hai fatto? Hai usato una maledizione Cruciatus... è un'imperdonabile, potresti finire ad Azkaban!- Rispose Neville, alzando la voce, si stava arrabbiando? Ma non era preoccupato di non farlo arrabbiare fino a tre secondi prima? -Meno persone lo sanno meno rischi corri. Pansy avrebbe voluto obliviare anche me, ma Blaise si è opposto- Gli raccontò, con le guance che si coloravano di rosa. In un momento diverso Harry, probabilmente, avrebbe chiesto all'amico cosa stava succedendo fra lui e Blaise Zabini, ma si era appena reso conto di quale enorme stupidaggine avesse combinato, e la paura lo aveva invaso. Come aveva fatto a non arrivarci da solo, non c'erano scuse che potessero giustificare l'uso di quell'incantesimo, aveva commesso un crimine, si meritava di finire in carcere. La sua vita era finita, non avrebbe potuto finire la scuola... non avrebbe più rivisto Draco! Non poteva accettare di non poter più rivedere Draco.
"Devo solo sperare che nessuno lo scopra" Dopotutto ora c'erano solo pochissime persone a conoscere il suo segreto, grazie a Pansy Parkinson... Si poteva fidare di Neville, ed aveva l'impressione che Pansy e Blaise si sarebbero fatti scuoiare vivi piuttosto che rivelare il suo segreto, se Draco lo avrebbe chiesto loro. Ed era sicuro che Draco lo avrebbe difeso.
Rincuorato si era affrettato a sbattere Neville fuori dal bagno, doveva fare presto, se voleva arrivare in sala mensa fra i primi, non vedeva l'ora di rivedere il Serpeverde, non voleva perdersi neppure un minuto del tempo che poteva passare in sua compagnia.

Purtroppo Draco non aveva avuto la sua stessa idea e un'ora dopo non era ancora arrivato. In compenso Ron ed Hermione, invece, lo avevano raggiunto.
-Ti dico che quel cretino di Malfoy non me la racconta giusta- Bofonchiava Ron, mentre si ingozzava di salcicce e aringhe affumicate. Hermione, che sorseggiava il suo tè, lo guardava disgustata, persino Harry si sentiva vagamente disgustato e non solo dall'attacco di fame compulsivo del rosso. -Piantarci tutti così, di punto in bianco... che cavolo gli è preso d'un tratto?- Harry lo sapeva benissimo che cosa aveva avuto Draco, e sapeva che aveva perfettamente ragione, ma naturalmente non aveva la possibilità di scagionarlo con i suoi amici. Ron non demordeva -E anche i suoi amici non capivano cosa gli fosse preso, dammi retta, Harry, quello ha qualcosa da nascondere!- Diceva, proprio mentre Draco faceva finalmente, il suo ingresso.
-Oh Merlino! Ron ha ragione, questa volta!- Urlò Hermione, sputacchiando il tè.
Sul petto del Serpeverde, brillava una gigantesca spilla, quella della famigerata Squadra d'inquisizione.

Il cuore di Harry gli cadde nelle scarpe. Com'era possibile che solo la sera precedente fossero tanto vicini e così sinceri l'uno con l'altro, aveva sentito nascere qualcosa, non era solo un'impressione, lo sapeva. E stamattina già Draco faceva marcia indietro e lo tradiva a quel modo. Harry cercò il suo sguardo, un cenno, qualcosa che potesse fargli capire che Draco era sempre lui, che era ancora dalla sua parte. Ma il Serpeverde proseguì dritto pe la sua strada, senza degnarlo di un'occhiata.
-Miseriaccia amico! Cosa ti dicevo un attimo fa? Quello progetta di venderci alla Humbridge, ne ero sicuro!- La voce di Ron era carica di risentimento, non lo aveva mai sentito così, cattivo, quasi crudele. Hermione cercava di attrarre l'attenzione di Pansy, anche lei sembrava spaventata. Harry non poteva più resistere, non sopportava più tutta quella situazione, quel continuo tira e molla.
Non voleva più sentirsi tradito. Un secondo prima volava per la felicità e il secondo dopo stava annaspando. "Basta, adesso non ce la faccio più". E i suoi amici che continuavano a fargli pesare la situazione, a sottolineare ogni mancanza di Draco, a costringerlo a giustificarlo a difenderlo. Non voleva più sentirsi così. "Stasera vedrò Gwendoline e andrà tutto bene!" Harry era innamorato di lei, veramente, si sarebbe concentrato su quel rapporto e avrebbe dimenticato la stupida inutile cotta per Draco Malfoy. Pensava, uscendo dalla sala a passo di carica. Un paio di occhi grigi gli perforavano la schiena.

........................

-Prendete il libro di testo e leggete in silenzio- Cinguettò la professoressa di Difesa, con la sua vocetta stridula e irritante, mentre passava tra i banchi per raggiungere la cattedra. Harry si era seduto contro il muro con Ron ed Hermione a dividerlo dal resto della classe. Draco lo fissava preoccupato, era la prima volta che non era il suo compagno di banco e difesa era la lezione in cui aveva maggiormente bisogno del suo aiuto.
Harry lo aveva evitato per tutto il giorno, sfrecciando via da ogni lezione che avevano condiviso non appena la campanella aveva segnalato la fine dell'ora, Draco lo aveva cercato ogni volta. Non aveva nessuna voglia di parlare con lui, era troppo furioso. Tutte le volte che lo aveva guardato, la brutta spilla luccicante sul suo petto aveva attratto la sua attenzione facendolo sentire sempre più furioso.
Pescò il suo libro dallo zaino e lo sbattè sul banco producendo un tonfo secco. Tutti i ragazzi si voltarono a fissarlo.

-Punizione signor Potter!- Trillò quasi esultando, la soddisfazione nella sua voce era evidente.
-Perchè diavolo...- Urlò Harry, ma non ebbe neppure il tempo di finire che un'esplosione dall'altro lato dell'aula attirò l'attenzione di tutti. Il banco a cui sedevano Draco, affiancato da Tiger e Goyle, era volato attraverso tutta l'aula per incastonarsi nella parete, a fianco alla lavagna, mancando per un pelo le teste dei ragazzi che gli sedevano davanti. La Humbridge sembrava incapace di reagire, fissava ora il banco, ora Draco che reggeva ancora la bacchetta e la guardava con aria di sfida.
-Ma... cos... signor Ma... Malfoy... cosa...- Balbettava, una mano batteva nervosa sul cuore, come a mimarne il battito.
-Quel banco era disgustoso! Non posso accettare di utilizzare materiale scolastico così scadente- Berciò, la sua solita aria da marmocchio viziato e strafottente ben piantata sul viso. -Immagino di essere in punizione, professoressa. Vero?- Domandò, quasi con rabbia. La professoressa appariva incerta, non aveva avuto problemi a mettere Harry in punizione per aver fatto un piccolo rumore, ma punire Draco era tutta un'altra cosa. Il banco, incastrato nel muro che era parzialmente crollato, produsse un rumore sinistro e lentamente, cadde sul pavimento con un gran fracasso. La nuvola di polvere e calcinacci invase tutta l'aula, facendo tossire molti studenti.

-Allora, professoressa? La mia punizione?- Insisteva Draco che aveva approfittato del caos per avvicinarsi alla donna. La professoressa lo fissava terrorizzata, come se avesse veramente paura di lui. Pansy gemette rumorosamente, fu come un segnale, tutti i ragazzi si alzarono contemporaneamente, facendo un gran chiasso. Draco allungò la mano e sfiorò il braccio della donna. Harry dovette concentrarsi al massimo per sentire cosa le stava dicendo.
-Sono in punizione, vero?- Lei si limitò ad annuire, sconvolta. Draco esibì un sorriso vittorioso, scostandosi da lei -Ci vediamo stasera dopo cena, professoressa? Io lei e Potter!- Proferì, poi, guardandosi attorno, al caos che aveva provocato, aggiunse -Forse è il caso di uscire di qui, prima che questa polvere faccia venire l'asma a tutti- E si voltò verso la porta, guadagnando l'uscita. Harry gli si precipitò alle spalle, prima che chiunque altro potesse seguirli. in un lampo gli fu addosso e lo spinse in un'aula vuota.

-Colluscorpo- Pronunciò, puntando la bacchetta contro la porta.
-Mi stai sequestrando, Potter?- Chiese Draco, in tono neutro, ostentando indifferenza.
-Piantala- Harry aveva appoggiato la fronte al legno fresco della porta, non aveva il coraggio di guardarlo.
-Prego?- Ancora quel tono freddo, distaccato. Gli faceva solo venire voglia di prenderlo a pugni.
-Piantala con questo atteggiamento, Draco!- Urlò, battendo un pugno contro la porta. -Che diavolo volevi ottenere con tutta quella scena?!-
-Non mi sembra tanto difficile da capire, Harry, volevo farmi mettere in punizione. Non è necessario essere un genio per arrivarci- Gridava, avvicinandosi.
-Perchè diavolo lo avresti dovuto fare?- Berciò Harry, voltandosi verso di lui come una fiera in trappola, Draco era vicino, più vicino di quanto avrebbe immaginato e il suo viso non aveva più traccia della strafottenza di poco prima, era tornato ad essere il suo Draco. Ma lui non voleva più cascarci, voleva allontanarlo.
-Perchè se ci sarò anche io lei... lei non potrà usare la piuma di sangue, sa che se mi ferisse i miei genitori la denuncerebbero immediatamente... così non potrà usarla neppure con te- Gli aveva confessato, lasciando cadere le ultime difese, era così vulnerabile in quel momento.
-E cosa le impedirebbe di usarla su di me e non su di te?- Chiese, semplicemente, Draco lo fissò con uno sguardo supplichevole.
-Io... so come comportarmi con persone simili... saprò convincerla, la obbligherò se serve! Ma non le permetterò di farti del male- Replicò, sembrava sincero -Puoi escludermi dalla tua vita, rifiutarti di parlarmi, ma io non permetterò che ti succeda niente di male, se posso impedirlo, anche a costo di usare questi metodi- Aveva gli occhi lucidi, tremanti di emozione.
-Perchè... Draco, per quale ragione lo fai? E non raccontarmi la favoletta che mi propini di solito, che dobbiamo collaborare, lo sai anche tu che questo è un tantino oltre la collaborazione- Aveva bisogno di saperlo, doveva sentirglielo dire, non ce la faceva più a stare in bilico. Draco doveva prendere una posizione chiara, una volta per tutte.

-Devo proprio spiegartelo, Harry?- Aveva chiesto, quasi sospirando, si stava avvicinando ancora -Non è chiaro, a questo punto? Devo proprio dirtelo che tengo a te?- I loro visi erano così vicini, ora. Era così bello, così aperto e vulnerabile e fragile in quel momento, con gli occhi socchiusi e le pupille dilatate. Harry non poté proprio impedirsi di spostare lo sguardo sulle sue labbra, deglutendo, prima di farle combaciare.
Non seppe mai chi aveva dato inizio al bacio, ma, improvvisamente si trovò a morire su quelle labbra perfette e morbide, che si muovevano sulle sue. Afferrò Draco per la vita, stringendolo a sé e trascinandoselo dietro mentre si appoggiava alla porta, nel frattempo Draco gli afferrava il viso con entrambe le mani e gli affondava le dita fra i capelli, aprendo le labbra per permettere alla lingua di Harry di prendere possesso della sua bocca, leccando e assaggiando ogni piccolo lembo di pelle, per poi trovare la sua lingua e coinvolgerla in una sensuale danza.
Era una sensazione fantastica, famigliare eppure completamente nuova ed eccitante. Stava baciando un ragazzo e gli piaceva da morire... di più, stava baciando Draco Malfoy.
Poi, all'improvviso, si rese conto di quello che stava facendo ed era troppo, decisamente troppo.
Lo spinse via con forza, facendolo finire con il sedere per terra.
-Ahia! Ma che fai?- Urlò Draco, ma Harry era già fuggito lontano, più lontano possibile dalla tempesta che quel sentimento gli causava nell'anima.



Allora? Cosa ne pensate? Vi aspettavate che Harry baciasse Draco? Io proprio per niente! Mi ha sorpreso tantissimo!
Ricordatevi di lasciare un commento.
A mercoledì prossimo.
Baci.
Noy

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