La seconda prova 1

La seconda prova del torneo tre maghi, Harry deve "recuperare" la persona più importante della sua vita dalle profondità del lago nero.

Chi troverà là sotto?

Buona lettura.

La seconda prova

Il ballo del ceppo era stato spettacolare, entusiasmante, bellissimo.

Da quella sera Harry non faceva altro che pensare e ripensare a quegli occhi grigi, con riflessi d'argento, che gli facevano battere il cuore. Si perdeva per ore, fantasticando su quella serata, rivivendo le splendide emozioni che aveva provato con quell'incredibile ragazza. Forse per questo non aveva ancora risolto l'enigma dell'uovo.

-Ma cosa cavolo sta combinando quel tonto!?- Si lamentava Draco, con i suoi due consueti complici, si erano incontrati in biblioteca, teoricamente per studiare per il test di trasfigurazione, in realtà Draco voleva solo tenerlo d'occhio, così si era strategicamente sistemato in un angolo appartato, da cui aveva una perfetta visione del ragazzo di cui era invaghito. Seduto a fianco ad Hermione Granger, che si era tuffata nel testo di trasfigurazione e sembrava intenzionata a fondersi con le pagine, Harry aveva appoggiato il viso su una mano e fissava il libro con aria persa ed un sorrisetto ebete stampato sul viso, non aveva ancora girato una pagina, nonostante lo stesse fissando da un buon quarto d'ora. Frustrato, il Serpeverde aveva aperto il testo da studiare, con un gesto stizzoso, procurandosi un'occhiataccia di ammonimento da parte di Madame Pince.
-Ti vuoi calmare Dray? Ci farai sbattere fuori dalla biblioteca se continui così! - Lo redarguì Blaise, irritato, non vedeva di buon occhio l'ossessione dell'amico per quel ragazzo, era convinto che Draco si sarebbe solo fatto del male continuando a quel modo, era un discorso che avevano affrontato già molte volte. Pansy, seduta al suo fianco gli aveva passato un braccio sulle spalle per cercare di consolarlo.
-Lo sai che Blay ha ragione, tesoro, cerca di essere ragionevole- Gli aveva sussurrato ad un orecchio cercando di non farsi sentire, per non far arrabbiare ancora di più la bibliotecaria.
-Ma possibile che non capite!- Aveva replicato lui, cercando di mantenere la voce bassa -Queste prove sono pericolose! Mio padre dice che avevano eliminato il torneo perché ci scappava sempre il morto! Secondo lui Potter non ha nessuna possibilità di uscirne vivo!- Gli altri campioni sembravano aver già risolto l'enigma ed erano impegnati a studiare le tecniche per superare la prova. Harry, invece, si aggirava per il castello in una sorta di catalessi. La preoccupazione che provava aveva raggiunto vertici allarmanti. Si era appena ripreso dopo il ballo.
Se Potter se n'era andato in giro in estasi, sfoggiando un sorriso a trentadue denti ed un espressione sognante dipinta in faccia, Draco aveva impiegato giorni e giorni ad uscire dalla depressione.
Aveva trascorso qualche ora nella vita che desiderava vivere: tra le braccia di Harry, per poi ritrovarsi solo a sognare di poterlo baciare ancora ed ancora... sogno che si era subito scontrato con la realtà, altro che baci! Harry neppure lo vedeva! Era talmente preso dai suoi sogni ad occhi aperti, che non coglieva più, neppure, le provocazioni che Draco gli lanciava. Il Serpeverde si sentiva sempre più invisibile. Faceva male.
Per fortuna poteva contare sui suoi migliori amici, alle volte si domandava cosa avrebbe fatto senza di loro.
-Magiari ha già risolto l'enigma ed è già preparato- Stava dicendo Pansy per tentare di rassicurarlo, Madama Pince aveva preso ad aggirarsi vicino al loro tavolo per tenerli d'occhio. I ragazzi la guardarono con un'espressione interrogativa. -Che c'è! - Esclamò lei sulla difensiva - Sta sempre con quella secchiona so-tutto-io della Granger! Tutto quello studiare dovrà pur servire a qualcosa!- Ma i compagni non sembravano convinti. -Ok! Avete ragione, non ci credo neanche io- Ammise la ragazza, arrendendosi, mentre la bibliotecaria la zittiva portandosi un dito davanti alle labbra in modo molto deciso.
-Cosa possiamo fare?- Chiese Draco, quasi fra sé e sé, affondando il naso nel libro per nascondercisi dietro.
-Noi?- Rispose Blaise- "Noi" non possiamo fare proprio niente Dray. Togliti dalla testa di impantanarti ancora in qualche casino!- Aveva replicato il moro, chiudendo il libro ed infilandolo nella tracolla, prima di alzarsi e dirigersi veloce verso l'uscita.

-Blay non ha tutti i torti, tesoro, sarebbe molto meglio se tu cercassi di dimenticarlo, osservarlo tutto il giorno e parlare di lui non ti aiuta.- Ma Draco non li stava ascoltando affatto.
-Blay, non potresti chiedere ancora all'amico del tuo ragazzo?- Aveva chiesto, incurante del fatto che l'amico, stesse fuggendo dalla biblioteca imbufalito.
-No! Assolutamente no, Malfoy! Non ci stavi ascoltando? È proprio quello di cui stavamo parlando- Si infuriò il moro, avviandosi verso la porta, mentre la bibliotecaria, con aria severa, lo esortava a sbrigarsi.
-Ti prego, per l'ultima volta! - Lo supplicò Draco. Aveva raccattato in fretta e furia i libri, e lo seguiva seminando pergamene qua e là, i suoi compiti...
-No tesoro, la finiamo qua. È per il tuo bene.- Si intromise Pansy, che li aveva raggiunti, dopo aver appellato i manoscritti dell'amico, e li aveva trascinati in una nicchia nascosta.

-Per il mio bene, Pan? Davvero? Adesso anche voi prendete decisioni al posto mio "per il mio bene"! Come non bastassero i miei genitori a governare tutta la mia vita!- Draco non poteva crederci, si sentiva tradito dai suoi amici, le uniche persone su cui aveva sempre fatto affidamento, quelle a cui si era sempre confidato, quelle che lo conoscevano meglio, si comportavano come tutti gli altri, volevano costringerlo a fare quello che loro ritenevano giusto, senza tenere conto di cosa desiderasse lui. Si voltò di scatto per andarsene e abbandonarli, mentre, con gesti bruschi, infilava i fogli nella tracolla, avrebbe consegnato i suoi compiti tutti spiegazzati, ma non gli importava gran che, in quel momento, voleva solo starsene per i fatti suoi.

-Basta Dray- Disse Blaise, afferrandolo per un braccio per trattenerlo -Hai ragione, abbiamo esagerato... Io... lo farò! Ma ti avverto Malfoy, questa è l'ultima volta! Non ti asseconderò più in questa pazzia.- Sbottò, poi addolcendo i toni aggiunse, -Non voglio decidere la tua strada al posto tuo Draco, ma non voglio che tu stia così male... Voglio indietro il mio migliore amico: fanatico, stronzo ed egocentrico, tutto il dannato, irritante pacchetto! Mi manca!- Draco, anche se si sentiva ancora ferito ed era arrabbiato, fu colpito dal discorso dell'amico, in fondo lo sapeva che avevano ragione, erano solo preoccupati per lui. Era cosciente che stava giocando con il fuoco, la sua infatuazione per Harry Potter era senza speranza, non occorreva che glielo dicessero loro, lo sapeva già, ma se Lucius avesse scoperto quello che stava combinando... non voleva neanche pensarci, si sentiva rabbrividire al solo pensiero. Loro tre erano amici da tutta la vita e Blaise e Pansy non lo avevano mai allontanato, non lo avevano mai tradito, gli erano sempre stati a fianco. Se lo meritavano che lui tornasse da loro, e la smettesse di farli preoccupare!!
-Ok, aiutatemi a risolvere questo casino e poi farò di tutto per togliermelo dalla testa. - Promise loro, tornando sui suoi passi. Aveva tutta l'intenzione di mantenere la promessa, anche se sapeva già che avrebbe fatto più male di qualunque punizione suo padre gli avesse mai somministrato.

..........

-Allora Blaise, sei riuscito a fartelo dire?- Il viso ansioso e preoccupato di Draco fu la primissima cosa che Blaise vide, appena aperti gli occhi, ancora mezzo addormentato. Il compagno di casa si era infilato nella sua stanza, la mattina presto, svegliandolo. Ed era domenica! Non lo avrebbe perdonato! Come se non bastasse, lo scellerato gli si era arrampicato addosso ed ora stava a cavalcioni sul suo addome.
-Buona giornata anche a te, Draco- Rispose il moro sbadigliando e stiracchiandosi. Con un colpo di reni aveva gettato l'invasore giù dal letto che era rovinato sul pavimento con un tonfo secco ed un gemito soffocato. Sciorinando una litania d'imprecazioni, Draco si era rialzato, massaggiandosi con una mano il fondoschiena che aveva subito il danno maggiore.
-Per Merlino! Che male! Buongiorno a te, bell'addormentato! Allora? Vuoi parlare?- Aveva proseguito, imperterrito, nonostante le smorfie di dolore.

-Non prima di una bella tazza di caffè, principessa!- E, così dicendo, lasciò Draco, disperato, ad urlargli dietro ed andò a farsi una lunga doccia. All'uscita dal bagno, trovò la propria camera invasa, non solo dal compagno, che sembrava essersi calmato parecchio, ma anche da Pansy che... reggeva una grossa tazza di caffè!

-Quanto ti amo, Pansy!- Dichiarò Blaise prendendo la tazza che lei gli porgeva, con un sospiro soddisfatto.
-Certo tesoro, è ovvio che voi due mi amiate! come fareste senza di me? Adesso caro, non ti sembra di averlo torturato a sufficienza? Digli cosa hai scoperto, per favore, prima che mi faccia ammattire- Gli aveva chiesto la Serpeverde, frivola come suo solito, Draco, seduto al suo fianco sul letto ancora sfatto di Blaise, un piede, faticando a stare fermo.
-Posso almeno vestirmi, prima? - Chiese il ragazzo, gratificando l'amica con un'occhiata ammiccante ed ignorando Draco che cominciava a non poterne più "E' una tortura, per quanto andrà avanti? Non si è vendicato a sufficienza per averlo svegliato?". Pansy osservò il corpo color cioccolato del compagno, che indossava solamente un piccolo asciugamano legato in vita, la pelle scura e asciutta sembrava velluto e i muscoli ben definiti lo facevano assomigliare ad una statua di onice, non poté proprio trattenersi.
-Se ci tieni... a me sembri fin troppo vestito "tesoro"!- Soffiò lei, come una gatta che fa le fusa, ammirata dallo splendido corpo che il compagno esibiva senza vergogna.

"Ma come fa? Io morirei d'imbarazzo!", pensava Draco, arrossendo, quando l'asciugamano, che copriva il compagno, era "scivolato" mostrando l'altro in tutta la sua gloria, per fortuna era di spalle, ma anche così Pansy aveva rischiato l'infarto.

...............

-Olaf non ha voluto dirmi altro- Stava dicendo Zabini dopo essersi rivestito, con tutta calma.
-Tutto qui? Non può essere così facile- Insisteva Draco, poco convinto, non era ancora riuscito a vincere l'imbarazzo e faticava a guardare Blaise in faccia, anche se ormai l'amico era vestito. Avrebbe dovuto esserci abituato, non era la prima volta che lo vedeva senza vestiti, Blaise coglieva sempre ogni occasione per mettersi in mostra, ma Draco, ogni volta, si sentiva a disagio.

-Eppure è così! - Confermava Blaise - Deve solo metterlo dentro l'acqua, ed aprirlo ovviamente!- Gli aveva confermato, sedendosi al suo fianco ed appoggiando un gomito sulla sua spalla per poi sporgersi verso il suo viso, le guance rosate del compagno erano un irresistibile invito a infastidirlo. Draco lo aveva spinto via, prima di spostarsi e mettere Pansy fra lui e l'amico, a fare da cuscinetto. La ragazza aveva rivolto uno sguardo di rimprovero al moro, esortandolo senza parole a lasciare stare l'amico.
-Questo mi pareva ovvio!- Continuò lei, cercando di riportare l'attenzione sull'argomento principale mentre con le labbra mimava un "piantala!" rivolto a Blaise. Lui sorrise furbo stringendosi nelle spalle.

-Non sottovalutiamo la sua incapacità di arrivare anche alle conclusioni più elementari!- Fece notare Draco, che cercava di ignorare il dialogo silenzioso tra i due. Era grato all'amica, lei risolveva sempre tutto, cosa avrebbe fatto senza di lei?
-Sì, ma adesso che sappiamo cosa dovrebbe fare, come facciamo a dirlo a lui? - Continuò la ragazza, voltandosi ora verso l'uno, ora verso l'altro, in cerca di idee.
-Il problema non è dirglielo- Intervenne Blaise -Ma fare in modo che lui si fidi di noi abbastanza, da seguire le nostre istruzioni.- Non sarebbe stato facile indurre Harry a fidarsi di loro, in fondo lui non aveva nessun motivo per credere alle loro parole, ammesso e non concesso che fossero riusciti a farsi ascoltare. Era più che probabile che, il Grifondoro, non li avrebbe neppure lasciati parlare.
-Forse, se non glielo dicessimo noi, se gliene parlasse qualcuno di cui si fida- Ipotizzò Draco, un'idea stava prendendo forma nella sua testolina innamorata, un'idea che avrebbe fatto imbestialire i suoi amici, ma che gli riempiva il cuore di aspettativa
-Ci vorrebbe qualcuno di cui si possa fidare.- Convenne Pansy, dandogli corda -Magiari, Gwendoline potrebbe scrivergli una lettera...- Azzardò la ragazza, girandosi verso Draco.
-Sai tesoro, penso che Gwen dovrebbe dirgliele di persona certe cose- Gli rispose l'amico, facendo l'occhiolino, era elettrizzato, se tutto fosse andato come sperava, avrebbe potuto passare ancora un po' di tempo con Harry e da solo stavolta, senza nessuno che li interrompesse sul più bello, al solo pensiero si sentiva leggero come un palloncino ed il suo stomaco faceva le capriole.

-No Dray! Non ci pensare neanche! Avevi promesso!- Lo sgridò Pansy, che aveva intuito le intenzioni dell'amico, e lo stava fronteggiando con le braccia sui fianchi e un atteggiamento molto severo. Draco sapeva che sarebbe stata dura convincerla, ma non si aspettava che Blaise reagisse ancora peggio di lei. Il ragazzo era scattato in piedi, guardandolo con uno sguardo tanto cattivo da fargli paura e si era diretto verso la porta urlandogli di andarsene.

-Non sarò al tuo fianco mentre ti rovini con le tue stesse mani Malfoy- Lo apostrofò esasperato, torreggiando su di lui con la sua imponente statura -Ti stai facendo solo del male! Mi sono stancato di ripetertelo!- Ed aveva spalancato la porta della sua stanza, tanto per sottolineare il concetto. Draco aveva fissato l'uscio smarrito, davvero Blaise lo stava cacciando?
-Io... Avevo promesso che me lo sarei levato dalla testa non appena risolta questa questione, davvero, manterrò la promessa, ma prima, devo assicurarmi che esca vivo da questa prova!- Aveva ribattuto il ragazzo, terrorizzato. Non era mai capitato che Blaise lo trattasse con tanto distacco, né che gli chiedesse di andarsene, non sapeva bene come comportarsi, ma non poteva andarsene lasciando l'amico in quello stato.

-Blay, calmati tesoro, ha detto che questa volta è l'ultima, diamogli ancora una possibilità.- Lo supplicò Pansy. Blaise pareva incerto.
-Non vogli perdere il mio migliore amico, ma non posso certo restargli accanto e sostenerlo, mentre lui pare impegnato ad autodistruggersi. Ed ora anche tu gli dai corda?- Urlò il moro, infuriato, sbattendo la porta e appoggiandosi la fronte, come in cerca di sostegno o di consiglio. La porta doveva essere dalla parte di Draco, perché, dopo un momento, Blaise si voltò mormorando a mezza voce.
-Va bene! Ma solo perché me l'ha chiesto Pansy! E siamo d'accordo, Dray, conclusa questa storia ti dimenticherai di lui! A costo di obliviarti con le mie mani.- Deliberò il moro risoluto!

......

Lunedì mattina!
Prima ora: pozioni!
Con Serpeverde!

La triade del dolore, ogni Grifondoro del quarto anno odiava il lunedì mattina, ma nessuno quanto Harry Potter. In più, siccome piove sempre sul bagnato, la Parkinson aveva deciso di importunarlo, ancora prima di entrare in aula.
-Buongiorno Potter- Trillò lei allegra, affiancandoglisi con fin troppo entusiasmo, per il grifone, che non era proprio in vena di fare conversazione a quell'ora ingrata.

-Buongiorno! Già impegnata a tramare di prima mattina Parkinson?- Le aveva risposto acido. Di solito Pansy non era fra quelli che si prendevano gioco di lui, non aveva motivo per avercela con lei, ma durante il ballo del ceppo Ron ed Hermione avevano litigato, Harry non aveva capito per quale motivo, ma sapeva che la Serpeverde c'entrava qualcosa!

-Quanta cavalleria Grifondoro Potter! Che ci fai tra i Grifoni? Saresti una Serpe perfetta!!- Lo sfottè lei. Harry cominciava ad avere qualche dubbio riguardo a questo argomento in particolare. Le parole che il cappello parlante gli aveva rivolto durante la cerimonia dello smistamento gli risuonano ancora nelle orecchie e si chiedeva sempre più spesso se avesse fatto bene a chiedergli di non essere assegnato a quella casa. Fu abbastanza impressionato che proprio Pansy Parkinson se ne fosse, in qualche modo, resa conto.
-Comunque Potter, se hai finito con il sarcasmo, questa è per te! - Disse, porgendogli una lettera, con un gesto elegante. -E, Potter, vedi di dire alla tua ragazza che io non sono il vostro gufo!- Aveva aggiunto, allungando il passo per allontanarsi da lui.
-Sì, sì! Me l'hanno già detta questa- Fece lui sorpreso di quanto, certe volte, la Serpeverde, si dimostrasse simile a... poi realizzò quello che lei gli aveva appena detto.
-Aspetta Parkinson di chi stai parlando?- Le aveva urlato dietro, più che sveglio. Ma lei si era già volatilizzata. Harry si affrettò al suo posto e, nascosto dietro le spalle di Ron, lesse il mittente della lettera, tanto bastò per spedirlo al settimo cielo.
Lunedì mattina, prima ora pozioni, con un Piton furioso e una ventina di Serpeverde irritanti: la sua ora preferita!

......

-Fammi capire Harry - Stava dicendo Hermione. -Questa ragazza misteriosa, si presenta con la Parkinson, parlate per tutta la sera e lei non ti dice niente di sé, poi scompare nel nulla senza neanche salutare! Infine, ti scrive una lettera e tu che fai? Ti presenti all'appuntamento, da solo, e con l'uovo d'oro della prima prova?- Concluse la ragazza, lasciandosi cadere sul suo letto. Non sembrava molto propensa ad ascoltare le sue ragioni.

-Sembra sospetto anche a me, amico!- Aggiunse Ron, seduto a gambe incrociate sul suo proprio letto. Era bello vedere i suoi due migliori amici andare d'accordo, ma non era sicuro che vederli sotterrare l'ascia di guerra e coalizzarsi per sgridarlo, fosse poi così piacevole.

-Ma non capite che, se non mi presento all'appuntamento, potrei non vederla mai più?... Cioè, come farei a scoprire perché è scappata via così?- Si corresse Harry, timoroso di essersi scoperto troppo.

-Perché ti interessa amico? Dammi retta, lascia perdere!- Concluse Ron sbrigativo, mostrando la sua consueta sensibilità da troll. Ma Hermione aveva iniziato a sospettare quali fossero le vere motivazioni dell'amico.

-Fammi vedere ancora la sua lettera- Chiese, incerta, allungando la mano e prendendo la pergamena -Eppure questa grafia mi è familiare, se solo riuscissi a ricordarmi a chi appartiene- Disse, la ragazza, quasi fra sè. Esaminava con cura le scritte, avvicinando il foglio al viso, con un'espressione assorta.

-E se fosse la Parkinson che gli ha fatto uno scherzo?- Azzardò Ron, infilandosi in bocca l'ennesima caramella. Dopo lo schiaffo che aveva ricevuto, in conclusione del loro appuntamento, era più che propenso ad incolpare la Serpeverde di ogni cattiveria possibile. Hermione sbuffò infastidita, non ne poteva più di sentire parlare di Pansy Parkinson ed aveva già espresso le sue rimostranze più volte, ma Ron sembrava incapace di passare oltre.

-Ok, Harry- Concesse Hermione -Credo che dovresti andare, se per te è importante chiarire come stanno le cose fra di voi, però vedi di stare attento. E naturalmente è escluso che tu ti porti dietro l'uovo d'oro!- Lo autorizzò lei alla fine.

.....

L'appuntamento era alle 20:00, davanti alla statua di Boris il basito. Harry aveva letto e riletto le poche righe vergate sulla pergamena fino quasi a consumarla con lo sguardo. Ormai le sapeva a memoria:

Caro Harry,

aveva scritto la ragazza,

ho trascorso una bellissima serata in tua compagnia, mi piacerebbe rivederti.
Se anche tu provi la stessa cosa, ti aspetto stasera davanti alla statua di Boris il basito, alle 20:00.
Nella speranza di vederti presto,
Tua,
Gwendoline Gladys Dray
P. S. Porteresti con te l'uovo d'oro? Mi piacerebbe da morire vederlo, sono curiosa.

Tua!!!! Si era firmata tua...
Harry sapeva che era solo una formula cortese, ma quanto era bello immaginarsi che fosse vero, che lei fosse veramente sua... Inoltre, la Parkinson, gli aveva messo la pulce nell'orecchio, insinuando che lei fosse la sua ragazza.
Harry si era concesso di indulgere a questi pensieri per tutta la giornata, diventando sempre più agitato ed irrequieto. Alle 19:10 era già al quinto piano, in trepidante attesa di fronte alla statua.

-Tempus- Aveva lanciato l'incantesimo per sapere quanto tempo fosse trascorso: meno di cinque minuti! "Forse ho esagerato ad essere qui così presto!". Cominciava a rendersi conto di aver fatto un errore, sarebbe morto per l'impazienza.

Quello che non si aspettava, era trovare una distrazione così inattesa e... sgradita!
Draco Malfoy stava camminando verso di lui, con aria distratta.
Quando alzò lo sguardo e lo vide, sembrò parecchio sorpreso. "Ma non poteva arrivare qualcun altro? Chiunque altro!"

-Bene, bene, bene- ghignò il biondo- Cosa ci fa San Potter da queste parti?- Lo sfottè il biondo, sfoggiando la sua faccia da schiaffi.
-Che vuoi Malfoy? Perché non continui a fare quello che stavi facendo e non ti levi di torno?- Gli rispose Harry, non aveva affatto voglia di farsi rovinare la serata da quel rompiscatole.

-E rinunciare al piacere della tua compagnia? Come sei riservato sfregiato, ed io che speravo di poter trascorrere qualche bel momento con te, ma certo, tu sei troppo impegnato a salvare unicorni e battere draghi! - Lo prese in giro il Serpeverde, aveva un'aria baldanzosa e gli occhi brillavano di felicità mentre si prendeva gioco di lui. "Che stronzo! Però cavolo che occhi... come ho fatto a non notarli prima?" Ma cosa gli passava per la testa? Doveva metterlo al suo posto subito, prima che si sentisse troppo a suo agio.
-Sempre meglio di farsi un giro nelle mutande del tuo amichetto, furetto!- Rispose Harry con un ghigno furbo.

-Ma come osi!- Sibilò Malfoy, esibendo il più bel broncio che avesse mai visto. Incredibilmente con la mascella tesa, gli occhi socchiusi ed il naso arricciato Harry lo trovò comunque carino "Per Merlino, sono un idiota! Cosa vado a pensare?"

- Fammi indovinare: tuo padre lo verrà a sapere!- Seguitò a prenderlo in giro Harry, oramai ci aveva preso gusto e voleva vederlo ancora con quell'espressione adorabile, anche se si sentiva sempre più strano. "Porca Pluffa! È Malfoy, per Merlino! Anche se fosse l'uomo più bello del pianeta è sempre un enorme stronzo!"
Ma doveva avere toccato un tasto sbagliato, perché Draco, anziché dare in escandescenze come Harry si sarebbe aspettato, assunse un'aria seria ed un po' pensierosa.

-Su questo puoi scommetterci, Potter! Lui viene sempre a sapere ogni cosa, prima o poi!- Dal tono e dall'espressione che aveva, Harry non avrebbe saputo dire se la considerasse una cosa positiva o meno! Harry lo guardò, lo guardò davvero, per una volta e tutto d'un tratto si rese conto che quello che stava vedendo doveva essere il vero Draco Malfoy. Senza tutta la sua strafottenza, senza il suo solito atteggiamento senza filtri, vero al cento per cento. E ne fu fulminato. Come una scarica elettrica nell'anima. Ma immediatamente si riappropriò della maschera che indossava sempre e la meravigliosa persona che si era trovato di fronte scomparve.
Durò una frazione di secondo lasciandolo incerto e tremante.

- Comunque si può sapere cosa diavolo combini Potty?- Lo istigò Draco. Harry non sapeva cosa rispondere, la sua mente ancora sconvolta da quello che aveva visto faticava a tenere il passo.
-Come non lo sai? La tua ragazza non ti ha avvisato?- Gli aveva risposto infine, quasi pescando parole a caso "Ottimo Harry, rispondigli con un'altra domanda! Ci impiega tre secondi a capire che hai qualcosa da nascondere!" Frequentare Hermione aveva i suoi vantaggi, dopotutto. Si mise subito sulla difensiva, preparandosi al contrattacco. Che invece non avvenne.

-Si può sapere di chi stai parlando? Quale ragazza- Rispose Draco, cadendo nel suo banale trucchetto psicologico.
-Ma come, tu e la Parkinson non state insieme? Siete sempre appiccicati!- Rispose il Grifondoro. Ora non doveva fare altro che continuare su quella strada e lo avrebbe portato dove voleva. Malfoy incrociò le braccia, appoggiandosi al muro, come diavolo faceva ad apparire così disinvolto? Ogni movimento era elegante e misurato, come in una perfetta coreografia. Harry non poteva fare a meno di ammirarlo

- Mi fa piacere che mi osservi con tanta attenzione, ma no, io e Pansy non stiamo insieme. Io non ho bisogno di perdere tempo cercandomi la ragazza come voi poveri sfigati! Quando sarà il momento, i miei genitori stipuleranno un contratto, che garantirà un'alleanza vantaggiosa per la nostra famiglia- Ed ecco che la vera essenza del ragazzo fece capolino. Il Grifondoro non capiva per quale ragione gli fosse concesso un tale dono, ma non poteva fare a meno di desiderare di più.

- Che cosa triste!- Proferì alla fine, non poteva credere che il meraviglioso ragazzo che si nascondeva sotto la superficie fosse destinato ad un'unione così fredda. Si sentiva triste e, allo stesso tempo, l'ingiustizia di quella situazione lo faceva infuriare. "Che diamine mi prende?" Pensava, lottando per riprendere il controllo "Perché mi sento tanto coinvolto?" Faceva fatica a respirare. Il ragazzo di fronte a lui non faceva nulla per nascondere i sentimenti che lo invadevano, oppure era lui a essere diventato più sensibile?

- Può darsi!- Ammise il Serpeverde, senza neppure alzare lo sguardo su di lui -Ma ha funzionato per migliaia di anni, andrà bene anche per me. e poi... - Voleva aggiungere qualcosa. Harry sapeva che era importante, glielo leggeva negli occhi che si facevano sempre più tristi. Ma cosa? E poi... non amerò mai nessuno quanto amo te? Da dove era arrivato quel pensiero? Non poteva averlo formulato da solo.

-E poi cosa Malfoy?- Chiese, aveva quasi paura, a questo punto. Quante emozioni trasparivano sul volto dell'altro ragazzo. Poi, così com'erano arrivate, se ne andarono e Malfoy tornò sé stesso.
-E poi, non sono per niente affari tuoi! Vero sfregiato?- Aggiunse, con la solita aria strafottente -Comunque adesso me ne vado! Non ho mica tutto questo tempo da buttare stando con te, ci si vede Potty!-

Concluse girando i tacchi e tornando da dove era venuto.
Harry era impietrito, cosa era appena successo? Aveva avuto una conversazione quasi normale con Draco Malfoy, ma da dove arrivavano tutti i sentimenti, tutte le emozioni, con cui si era trovato ad avere a che fare? Si sentiva rivoltato come un calzino.

Era, senza ombra di dubbio, la cosa più strana che gli fosse mai capitata, e lui aveva affrontato draghi e basilischi, aveva volato su un ippogrifo, sconfitto il tranello del diavolo, chiacchierato con un'agromantula, viaggiato nel tempo, senza contare il fatto che era l'unico essere vivente al mondo ad essere sopravvissuto all'anatema che uccide!

Eppure quelle poche frasi scambiate in un corridoio deserto, ad un'ora improponibile, dopo essersi incontrati per caso, senza saltarsi alla gola, erano di gran lunga la cosa più sorprendente che gli fosse capitata.
Aveva visto aprirsi una breccia nella corazza del serpeverde, era sconvolto!

Grazie alla sua buona stella, la dama che era stata al centro dei suoi pensieri per giorni e settimane, decise di arrivare proprio in quel momento e il mondo ritornò a girare sul suo asse. Gwen era bellissima, indossava un paio di jeans ed una semplice maglietta e lo guardava sorridendo.

-Ciao- Era tanto bella da togliergli il fiato.
Harry non riusciva a crederci, era così incredibile vedersela davanti in carne ed ossa, poterla fissare nei suoi occhi di nuvola screziati d'argento.
-Ciao- Rispose lui incapace di aggiungere altro.
-Ho incrociato Malfoy. che si allontanava da qui, tutto bene? Se ti ha infastidito io ho un buon gancio sinistro!- Ironizzò lei, Harry si sentì subito a suo agio, succedeva sempre, quando si trovava con lei.

-Strano, ma si è comportato quasi amichevolmente, o perlomeno non era troppo sgradevole!- Rispose Harry perplesso. Non sapeva cosa fosse appena successo, era certo che non sarebbe mai più stato lo stesso.

-E ti sembra strano?- Rise lei, e il suo viso era tanto bello e perfetto mentre rideva che spazzò via tutte incertezze, tutti i dubbi ed Harry si trovò anche lui a ridere di cuore.
-Se lo conoscessi sapresti che è molto strano, a proposito sai che anche Hermione l'ha preso a pugni l'anno scorso?- Le raccontò, sperando di farla ridere ancora raccontandole quel buffo aneddoto. Invece lei lo guardò con una strana espressione.
-La ragazza del cercatore bulgaro?- Chiese -Mi parli sempre di lei, devo essere gelosa?- Ecco cos'era! Non poteva credere che fra lui e Hermione ci fosse qualcosa! Era assurdo!

-No, Hermione è solo un'amica- Si affrettò a precisare.
-Ok! Se me lo dici con uno sguardo così sincero, ci credo!- Ironizzò lei, con un sorriso da togliere il fiato. Poi, guardandosi in giro e prendendolo per mano aggiunse -Vieni con me, sbrigati-
Gli diede il tempo solo di afferrare un fagotto che aveva posato a terra e lo trascinò verso la quarta porta.

-Pansy ha scoperto la parola d'ordine di questo posto, ci sei mai stato?- Disse, aprendo la porta, dopo aver sussurrato la parola d'ordine.
-No! È fantastico! Ma che posto è?- Le chiese lui, guardandosi in giro esterrefatto.
-È il bagno dei prefetti- Lo informò la ragazza, chiudendo la porta e raggiungendolo al centro della stanza.

Il posto era magnifico, pieno di mosaici alle pareti e vetrate spettacolari ed al centro una enorme vasca con almeno un centinaio di rubinetti. Gwen li aprì e l'acqua profumata riempì la vasca.
-Spogliati! Voglio fare il bagno!- disse lei, maliziosa, facendogli l'occhiolino.

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