La fine del sogno
«Draco, vieni con me» Gli aveva detto suo padre, aveva una faccia preoccupata che gli fece temere per il peggio. «E' per Lucius» Tutto il mondo gli si sgretolò attorno. Come un incubo dal suo passato, Lucius Malfoy si materializzò nella sua vita felice e la disintegrò.
Non seppe mai dove trovò la forza di alzarsi in piedi e seguire Severus fuori dalla Sala Grande, senza tradire la minima emozione. L'uomo camminava veloce davanti a lui e la sua veste nera, la tradizionale divisa da insegnante, si gonfiava dietro la schiena, dando l'impressione che due grosse ali scure lo seguissero. "Il pipistrello", lo chiamavano, soprannome azzeccato. Ma cosa andava a pensare in quel momento? «Papà... cosa è successo?» Mormorò, non appena furono nell'atrio, le pesanti porte chiuse dietro le loro spalle a tagliarli fuori dalla cerimonia dello smistamento.
Piton si voltò, aveva un'espressione indecifrabile. «Non qui, Draco, seguimi» E gli mise un braccio attorno alle spalle, come a sorreggerlo, come a volerlo proteggere. Draco si sentì ancora più spaventato. Passarono veloci lungo i corridoi pieni di quadri che li scrutavano curiosi. Quando arrivarono all'ufficio di Severus, lui si chiuse la porta alle spalle con un tonfo.
«Allora?» Si voltò e sua madre era seduta su un divanetto, Remus le teneva la mano. «Allora è uscito, alla fine?»
Non poteva credere che sarebbe ricominciato tutto come era prima, che Lucius gli avrebbe di nuovo messo le mani addosso. Strinse i pugni, non lo avrebbe permesso, stavolta si sarebbe ribellato e se Lucius lo avesse diseredato o peggio, allora che fosse, non poteva più accettare i suoi soprusi.
Sua madre affondò il viso nel fazzoletto. «Mi dispiace tanto, Draco» Singhiozzò. «Tuo padre...»
«Lucius non è mio padre! E' solo un tiranno» La interruppe. «Severus è l'unico padre che abbia mai avuto e non tornerò da lui, mai, che succeda quello che deve succedere» Severus gli mise una mano sulla spalla.
«Calmati, non è come pensi. Lui non ti può più toccare, mai più» Draco trattenne il fiato. «E' morto, mi dispiace» Morto. La parola gli girava nella mente.
Sua madre si alzò, lasciando la mano di Remus. «Non sanno cosa sia successo, ad Azcaban non dicono nulla» Morto. «Lo hanno trovato qualche giorno fa, non si svegliava e non sembrava reagire a nessuno stimolo»
Severus gli mise una mano su una spalla, era come se stesse succedendo a qualcun altro «Non è insolito, ad Azcaban, molti sono quelli che non resistono alla prigionia. Mi dispiace»
«Non devi dispiacerti» Non lo avrebbe più toccato, non lo avrebbe più insultato, non lo avrebbe mai più... visto. Qualunque cosa facesse da lì in poi, Lucius non ne avrebbe mai più saputo nulla, la sua vita era tutta sua. Si appoggiò alla scrivania di Severus, incapace di reggersi in piedi.
Remus si alzò a sua volta, ora li aveva tutti e tre attorno, tutti lì per lui. «Draco... era sempre tuo padre. Anche se il vostro rapporto era complicato...»
«NON ERA COMPLICATO» Sbottò. «Era uno schifo! Era un mostro che non ha fatto altro che rendermi la vita impossibile. Lo odiavo» Che gli prendeva? Avrebbe dovuto essere al settimo cielo e invece si sentiva solo vuoto.
«È la tua rabbia che parla, tesoro» Sua madre si avvicinò e lo prese fra le braccia. «Cerca di lasciare andare tutto questo risentimento, non ha più senso, lui non c'è più»
«Meglio così» Mormorò fra sé e uscì dalla stanza. Aveva bisogno di stare solo, di pensare... di nascondersi fra le braccia del suo ragazzo e lasciare che lui spazzasse via tutti i problemi. Harry, doveva trovare Harry. «Expecto patronus» Un filo di fumo argentato uscì dalla sua bacchetta e morì sul pavimento. Inutile, non sarebbe riuscito a evocare il suo patronus, come pretendeva di trovare un pensiero felice in tutto quel casino che aveva in testa?
Sapeva solo che voleva Harry. Magari era andato in sala grande ad aspettarlo. Ma i ragazzi stavano uscendo a quel punto, il banchetto doveva essere finito. Che fare? Harry lo avrebbe cercato in camera sua? Se non ricordava male erano d'accordo così. Sì, avevano deciso di passare la notte assieme. Sarebbe andato in camera sua e lo avrebbe aspettato, Harry trovava sempre il modo di entrare.
Si incamminò, un passo dopo l'altro, un passo per volta, non era in grado di vedere oltre, ma non occorreva, bastava concentrarsi su un passo alla volta. Perché doveva sentirsi a quel modo? Era una bella notizia in fondo. Era libero, per sempre. Non doveva più temere che Lucius tornasse a tormentarlo. Non era una cosa buona la libertà? Eppure continuava a pensare a quella volta che lo aveva fatto volare sulla sua scopa, era ancora un bambino e Lucius lo aveva tenuto stretto a sé, un braccio attorno all'addome, l'altro a governare la scopa. Si era sentito libero e protetto allo stesso tempo. Non ci pensava da anni.
Appoggiò male un piede e finì a terra, sulle ginocchia, la mano aggrappata al muro gelido per frenare la caduta, come quella volta che aveva corso in corridoio e aveva inciampato sul bordo di un tappeto. Suo padre lo aveva visto e gli aveva medicato il ginocchio, poi aveva fatto frustare l'elfo che aveva lasciato il tappeto fuori posto. Quanti anni erano passati? Perché gli tornava in mente solo ora?
Si rialzò, le ginocchia gli dolevano ma lui non ci fece caso. Un passo per volta, era quello il segreto e, un passo alla volta arrivò al suo letto. Ci si rannicchiò, senza pensare a infilarsi sotto le coperte, si avvolse nel mantello e pianse fino ad addormentarsi.
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La luce verdastra della luna piena, filtrava attraverso la finestra, si era dimenticato di tirare le tende e il lago nero era lì, fuori dalla finestra in tutta la sua fredda vastità. Era solo. Harry non era venuto da lui. Si alzò, stringendosi nel mantello, il sapore della bile gli bruciò in gola, aveva saltato la cena e anche il pranzo... non mangiava nulla da quel misero piatto di uova fredde che aveva consumato a colazione. Certo che stava male. Doveva cercare qualcosa da mandar giù e si sarebbe risolto tutto... e Lucius era morto. Si lasciò cadere sul letto, vuoto, incapace di fare anche solo un passo.
Harry! Aveva bisogno di Harry! «Expecto patronus» Niente. Doveva concentrarsi. Un ricordo felice, uno intenso. Harry che lo baciava, suo padre che lo abbracciava, Pansy vestita di bianco che camminava verso suo marito. «Expecto paronus!» Sua madre che rideva con Sirius, libera di essere sé stessa, Il boccino nella sua mano, Harry che lo spingeva nella cabina dell'Hogwarts Express. «EXPECTO PATRONUS!!» Harry che sorrideva, Harry che gli diceva "ti amo", Harry...«EXPECTO PATRONUS!»
L'usignolo argentato schizzò fuori dalla punta della bacchetta. Draco si accasciò sopra le coperte. «Harry, ti prego vieni da me» Sussurrò con un filo di voce. Il piccolo patronus volò via. Adesso doveva solo aspettare. E cercare di non impazzire nel frattempo.
Il cervo di Harry attraversò la parete dopo un tempo infinito. «Sono fuori dalla sala comune» Che voce tetra. Era così che suonavano i messaggi dei patronus? «Se mi vuoi vieni tu» Certo che lo voleva! Non aspettava altro.
Non si mise neppure le scarpe, ma corse in corridoio e poi fuori dalla sala comune. Era troppo presto perché i suoi compagni fossero già svegli e non incontrò nessuno. Oltre il ritratto il corridoio era gelido.
Dov'era Harry? «Allora? Che vuoi?» Non era il patronus, era proprio la voce di Harry. Draco si girò e se lo trovò di fronte, appoggiato al muro, le braccia conserte.
Si avvicinò a lui, aveva bisogno di un abbraccio. «Harry, è successa una cosa... non so come mi fa sentire» Tese le braccia. «L'unica cosa che riesco a pensare da ieri è che ho bisogno di te...» Tirò su con il naso, Harry non si decideva a prenderlo fra le braccia, era strano.
«Certo, perché cavartela da solo, per una volta, è pretendere troppo, vero?» Harry lo guardò e quello non era lui, non con quello sguardo! «Sei solo un ragazzino viziato»
«Ti sei arrabbiato per ieri sera? Non è come pensi, se mi lasciassi il tempo di spiegare» Cosa stava succedendo? Non poteva essere vero, non stava capitando a lui.
Harry si allontanò di un passo. «Per farne cosa? Inventare qualche altra patetica scusa?» Ci doveva essere una spiegazione, non era vero, era tutto un malinteso, un incubo a occhi aperti. «Io mi sono stufato» Si voltò. Che faceva? Non poteva andarsene così.
«Harry, smettila. Non è divertente»
«Non sto scherzando Malfoy» Malfoy? Da quando lo chiamava di nuovo così? «Mi sono stufato! Non sopporto più i tuoi capricci, il tuo voler essere sempre al centro dell'attenzione le tue continue pretese»
«Ma... io...»
«"Io"! È la tua parola preferita? È sempre così con te. Ci sei solo tu»
Draco sentì il pavimento crollare sotto i suoi piedi. Era il Castello a tremare o era lui? «Cosa vuoi che faccia?» Gridò dietro a Harry che si allontanava.
Lui si fermò. Senza voltarsi. «Devi lasciarmi in pace»
No! Non era possibile! Non lo avrebbe lasciato andare così. «Aspetta! Io... posso cambiare, essere più altruista! Ti prego» Voleva rincorrerlo, affermarlo e non lasciarlo più andare fino a quando non avesse cambiato idea, ma le gambe non vollero muoversi. «Harry» Mormorò, cadendo a terra.
Harry non si voltò, neanche una volta.
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