L'estate Parte 1 Draco
-Sei proprio sicuro di non poter venire a stare qualche giorno a casa mia, Dray?- Gli chiese Pansy, che lo scrutava pensierosa da qualche minuto.
Draco, impegnato ad osservare la campagna inglese sfrecciare fuori dal finestrino del loro scompartimento, le rispose di mala voglia. -Lo sai benissimo che ne sarei più che felice, se potessi!-
Da quando aveva compiuto 11 anni ed aveva iniziato Hogwarts, l'estate di Draco era un inferno. Ogni secondo delle sue giornate era programmato, non aveva un attimo libero. A partire dagli estenuanti allenamenti di Quidditch, all'alba, le lezioni private, quelle di galateo, quelle di danza!
Lucius Malfoy non avrebbe mai permesso che il suo unico erede lo facesse sfigurare in qualche occasione.
Per non parlare delle infinite, interminabili ore, trascorse con suo padre, ore durante le quali gli elencava i molti modi e le innumerevoli occasioni nelle quali Draco era stato fonte di delusione.
Per fortuna, pensava Draco, qualche volta lo puniva con metodi "fisici": i lividi passavano, le cicatrici si rimarginano. Le parole seminate nel suo animo sensibile e giovane mettevano radici, contaminando il suo cuore, e facendolo sentire, come se valesse sempre meno, come se fosse sbagliato.
Neppure sua madre osava opporsi, non che non ci avesse provato, ma l'unico risultato ottenuto era quello di far aumentare il carico di pene del figlio.
Così ora, lasciava che Lucius la spedisse in Francia ogni estate, consentendole di vedere Draco solo per pochi giorni, prima della fine delle vacanze.
Per fortuna c'era Severus, Draco non sapeva quale ascendente il suo padrino avesse su suo padre, ma aveva capito già da bambino che il cupo alchimista, era l'unica persona al mondo, in grado di farsi ascoltare da Lucius Malfoy.
Niente di strano quindi se, mentre tutti gli altri insegnanti si presentavano obbedienti al Manor per fargli lezione, Severus era invece l'unico che lo accoglieva nel proprio laboratorio.
Per qualche ora alla settimana, Draco poteva sottrarsi alla costante vigilanza del padre e ai suoi continui rimproveri.
Studiare pozioni era la cosa più vicina ad una vacanza che gli fosse concessa, non c'era da stupirsi del fatto che fosse sempre il primo del corso, neppure la Granger riusciva ad eguagliare i suoi stupefacenti risultati.
Draco adorava il suo padrino, lo aveva protetto così tante volte dalla furia paterna, che sospettava di essere ancora vivo solo per merito suo.
Non aveva mai bisogno di confidarsi con lui, Severus sapeva sempre tutto, ma non lo giudicava e non l'avrebbe mai tradito, di questo Draco ne era certo.
Solo aggrappandosi a quel pensiero, Draco riusciva a sopravvivere alle sue terribili estati!
Già il 31 giugno cominciava il conto alla rovescia per il primo settembre.
-Dai, Dray, ti scriverò tutti i giorni e se ti ridurrà ancora come quest'inverno, giuro che Lucius Malfoy se la dovrà vedere con me! A costo di prendermi una ramanzina con i fiocchi!- Asserì Pansy convinta, lisciando immaginarie pieghe sulla sua camicia.
Il ragazzo la lasciò fare, divertito. Da quando Piton lo aveva riportato in camera sua, ancora sanguinante, dopo la "lezione" impartitagli dal padre, Pansy era diventata iper protettiva e non lo aveva più lasciato un solo momento... era come avere una seconda mamma che lo seguiva dappertutto!
Altra cosa era Blaise. Con il cuore spezzato dall'ex fidanzato di Dumstrang, il ragazzo si era rifugiato sempre più in se stesso, diventando taciturno e solitario.
-Allora ci conto! Se si mette male chiamo te invece di Piton! Ci pensi tu a "salvarmi"- La canzonò il biondo.
Pansy fece finta di offendersi, assunse un'aria sostenuta e, guardandolo di traverso biascicò:
-Non so se sarò disponibile!- Faceva la sostenuta, ma cercava solo di tenerlo su di morale e farlo sorridere.
-Non preoccuparti Pan.- Cercò di rassicurarla lui, commosso dall'ennesima dimostrazione d'affetto della ragazza -Me la so cavare, come sempre! Piuttosto, ora che non ci sono io ad occupare tutto il tuo tempo, perché non vedi se puoi far qualcosa per quel cocciuto di Blaise, sta diventando un po' troppo orso, non credi?- Come l'avesse evocato, il moro entrò nello scompartimento di cui si erano appropriati. -Parli del diavolo...- Ghignò Draco a mo' di saluto.
Blaise lo squadrò con aria seria.
-Il treno è quasi arrivato a Londra, sono venuto a salutarti, visto che poi non ci potremo vedere fino a settembre- Rispose l'altro, senza scomporsi troppo.
A Draco quell'atteggiamento freddo e composto non piaceva affatto! Per la barba di Merlino! Aveva ancora poche decine di muniti di tranquillità, prima di sprofondare all'inferno, era intenzionato a godersi fino all'ultimo istante!
-A tal proposito, Zabini, finora ho fatto del mio meglio per tenere occupata questa signorina, affinché ti lasciasse tranquillo, ma, come tu ben sai, amico mio, i miei molti e variegati impegni mondani, mi impediranno di occuparmi di lei quest'estate - Recitò Draco atteggiandosi, si era alzato in piedi, una mano posata sul fianco, con l'altra pareva intento a dirigere un'immaginaria orchestra.- Quindi, mio caro, mi trovo costretto a chiederti di occupartene!- Terminò con un buffo inchino.
Era comico, Blaise non poté resistere. Divertito, gli rispose a tono.
-Credo che non potrò sottrarmi a tale incombenza!- Replicò, conformandosi al tono usato dal compagno e rispondendo al suo inchino, un sobbalzo del treno fece scontrare le loro teste che si trovavano a pochi centimetri l'una dall'altra.
Tutti e tre scoppiarono in una risata, sembrava che si fossero lasciati alle spalle i drammi dell'ultimo periodo. Draco era sollevato di lasciare l'amico un po' più sereno.
-Il treno comincia a rallentare, siamo arrivati.- Disse Pansy, guardando fuori da finestrino, una sentenza che pesò sul cuore di Draco come una condanna. Avrebbe dato non so cosa per non dover affrontare suo padre. Sentì il panico strisciare nel suo cuore ed impossessarsene.
-C'è tua madre Draco - Continuò la ragazza sorpresa. "Non può essere..." Non poteva permettersi di cedere alla speranza, non prima di esserne certo.
-Ma sei sicura? Oh! Per Merlino! È proprio mia madre.- Fu come se un macigno gli fosse stato tolto dal petto. Con le ali ai piedi, si lanciò giù dal treno, tallonato dai suoi amici.
Sua madre gli corse incontro, buttandogli le braccia al collo. Non gli importava un fico secco di mantenere un contegno dignitoso, come gli era stato insegnato. Era quasi un anno che non si vedevano. Draco rispose all'abbraccio e la strinse, felice.
-Ciao, tesoro, come sei cresciuto- Lo salutò Narcissa, commossa dallo slancio d'affetto del figlio.
-Mamma, che ci fai qui?- Chiese lui, stringendola, -Dov'è mio padre?- Aggiunse, guardandosi attorno.
-Tuo padre sarà occupato per tutta l'estate, lo vedremo molto raramente. Un sacco di cose sono cambiate quest'anno.- Gli rispose, staccandosi da lui per poterlo rimirare in volto con occhi carichi d'amore.
-È a causa di quello che ha dichiarato Silente nel discorso di commiato?-
Se le parole del preside si fossero rivelate veritiere le loro vite sarebbero cambiate e non certo in meglio.
-Non qui Draco!- Lo riprese sua madre, con uno sguardo allarmato, dedicandosi poi a salutare i suoi amici e, con enorme sorpresa di Draco, li invitò a trascorrere qualche giorno al Manor. Era al settimo cielo: non solo avrebbe potuto stare con sua madre, ma addirittura frequentare i suoi amici!
Mentre seguiva Lady Malfoy fuori dal binario 9 ¾, ebbe una fugace visione di Harry Potter che lo fissava con uno sguardo indefinibile. Aveva fatto del suo meglio per toglierselo dalla mente, come aveva promesso ai suoi amici, ma non era certo di esserci riuscito. Però, ora, aveva tutta l'estate per perfezionare il suo intento. Si mise una mano in tasca, dove conservava il pendente incantato, era determinato a riporlo al suo posto alla prima occasione.
.......
Lo studio di suo padre è immerso nella penombra, illuminato solo dal caminetto acceso che diffonde un piacevole tepore, fuori dalla finestra, candidi fiocchi di neve cadono lenti, posandosi sul panorama, già imbiancato. In contrasto con la tranquillità dello spettacolo offerto dal paesaggio invernale, il cuore del piccolo Draco batte all'impazzata.
- Come ho potuto crescere un figlio tanto inetto!- Urla Lucius seduto alla sua scrivania, non lo ha mai visto così infuriato, ha il viso deformato dalla rabbia. -Oltre a tutto quello che hai combinato questo quadrimestre, ti presenti a casa con questi voti!-
Draco trema, sa che il padre è deluso dal suo comportamento a scuola, ma sperava che i suoi voti fossero di suo gradimento, dopotutto è fra gli allievi più dotati della sua classe...
-Come hai osato farti superare da una lurida mezzosangue!!- "ecco il problema, la Granger!". Quella dannatissima ragazzina riesce quasi sempre a prendere voti migliori dei suoi, e non importa quanto Draco si impegni! -Possibile che tu non capisca! Tutti i tuoi fallimenti fanno apparire ME debole!- Urla ancora suo padre.
Prende un oggetto da un cassetto e si alza per avvicinarsi al ragazzo. Draco non ha mai visto una cosa simile, una tavola di legno larga una decina di centimetri e lunga più del doppio con una corta impugnatura. -Abbassa i pantaloni!- Ordina suo padre.
Draco non può credere che gli abbia chiesto una cosa simile, scruta il suo volto con il terrore negli occhi, ma Lucius è impassibile, freddo come il ghiaccio.
-Evanesco- Scandisce, e Draco si trova nudo dalla cintola in giù. Arrossisce. -Appoggiati alla mia scrivania e piegati in avanti.-
Stavolta è veloce ad obbedire, ha paura delle conseguenze. Lucius si avvicina al suo sedere esposto, Draco vorrebbe sotterrarsi dalla vergogna, e suo padre appoggia una mano aperta sulla sua natica, e la fa scorrere lascivamente dall'anca fino all'attaccatura della coscia.
Draco è paralizzato dall'orrore, dalla vergogna, dal disgusto. Si sente impotente e sporco mentre suo padre continua ad accarezzarlo sempre più intimamente.
-Allarga le gambe- Gli ordina, colpendo la sua caviglia nuda con la scarpa.
Obbedisce, troppo terrorizzato per rendersi conto di quello che sta succedendo, perché il suo papà lo sta toccando in quel modo? Poi sente le dita di suo padre sfiorargli il perineo e posarsi, per un istante sul suo scroto. Si sente andare a fuoco, è sicuro che il suo viso sia ormai avvolto dalle fiamme, vorrebbe solo che finisse. Si lascia scappare un singhiozzo.
È allora che la mano si allontana ed arriva il primo colpo. Il dolore è quasi un sollievo, ogni cosa è preferibile a quella lenta, disgustosa esplorazione. Poi arriva il secondo colpo ed il dolore è sempre più forte, il terzo... il quarto... il decimo colpo. Draco non si regge in piedi e si accascia sulla scrivania, le lacrime gli scendono lungo le guance senza che possa fermarle, è troppo, non ce la fa più. All'improvviso Lucius si ferma, "finalmente", esala Draco, ma solo nella sua mente, non ha il coraggio di dire nulla.
.............
-Draco, tuo padre è appena rientrato e vuole parlarti.- Sua madre, entrata in camera sua, lo scosse per svegliarlo, si era appisolato sulla scrivania, facendo i compiti.
Draco alzò lo sguardo su di lei, quasi non la vedesse, era coperto di sudore e poteva sentire il cuore battere talmente forte che rischiava di uscirgli dal petto.
- Ti stavi lamentando nel sonno, tesoro, stavi facendo un brutto sogno?- Chiese Narcissa, sorridendogli, mentre con una mano gli accarezzava la testa, ravviandogli i capelli. Non aveva mai avuto il coraggio di raccontare quell'episodio a sua madre, e Lucius non lo aveva mai più toccato a quel modo! Ma il ricordo di quella mano estranea che invadeva la sua intimità lo faceva sentire sempre sporco, contaminato, colpevole.
-Sì, madre, ho sognato che cadevo dalla scopa...- Si inventò, passandosi una mano sul viso per eliminare gli ultimi residui di sonno.
Sua madre tentò di tranquillizzarlo -Non crucciarti, deve darti una buona notizia- Aggiunse quindi, con un tono frizzante. Era felice, cosa rara, quando c'entrava Lucius.
Il ragazzo si affrettò a seguirla nello studio del marito. Lucius era seduto alla sua scrivania e controllava alcuni documenti dall'aria importante e noiosa, non appena Draco entrò li accantonò.
-Figliolo, accomodati!- Lo accolse, sua madre aveva ragione, Lucius era di buon umore per rivolgergli la parola non appena entrato, di solito lo lasciava fare tappezzeria a lungo, prima di decidersi a dedicargli attenzione, tanto per dimostrare quanto poca importanza avesse per lui.
-Grazie padre, come posso esservi utile?- Chiese Draco, accomodandosi sul una sedia di fronte alla sua scrivania, senza però abbassare la guardia, era fin troppo cosciente degli oggetti che Lucius conservava nei cassetti, li aveva usati spesso per "impartirgli" qualche lezione.
-Draco, io e tua madre pensiamo che sia ora, per te, di fidanzarti- Dichiarò Lucius soddisfatto, sfoggiando un sorriso compiaciuto.
-Ma ho solo 14 anni!- Rispose lui, troppo sconvolto per riflettere che una simile mancanza di rispetto avrebbe potuto irritare il Lord.
-Il ragazzo non ha tutti i torti, Lucius -Si intromise Severus, entrando in quel momento, doveva essere al corrente di tutta la situazione.
-Non nego che sia un po' presto, ma questo legame mi è sembrato più che opportuno, soprattutto per scoraggiare certe frequentazioni che potrebbero diventare un problema... - Insinuò il nobile, scrutando il figlio con aria di disapprovazione.
Draco cominciò a sudare freddo, con il suo padrino presente, Lucius non avrebbe potuto esagerare con la punizione, ma se davvero aveva scoperto di chi si era innamorato... non aveva scampo, stavolta non ne sarebbe uscito vivo...
-Non so di quali frequentazioni tu stia parlando Malfoy, Draco ha un comportamento più che impeccabile a scuola!- Lo difese Severus prendendo posto a fianco a lui, quasi volesse rassicurarlo, fargli sentire la sua presenza.
-Vuoi forse farmi credere che non c'è in ballo una storiella con quella Pansy Parkinson?- Rispose Lucius alzando un sopracciglio ed assumendo un'espressione interrogativa.
Draco tirò un gran respiro di sollievo! Per un attimo aveva temuto che suo padre avesse capito tutto. Sentì la preoccupazione che si era fatta strada nel suo animo, sgonfiarsi come un palloncino bucato e, per il sollievo, si lasciò sfuggire una risata. Suo padre lo fulminò con lo sguardo.
-Perdonami Lucius, ma sei davvero fuori strada, non c'è nessun legame di tipo "romantico" tra il mio figlioccio e la signorina Parkinson. Direi piuttosto di tipo... "materno"... diciamo!- Rispose Severus, anche lui divertito.
-Che vorrebbe dire Severus?- Chiese Lucius perplesso, sembrava che suo figlio e il suo padrino, fossero a conoscenza di qualche particolare a lui sconosciuto, non gli piaceva essere all'oscuro delle cose.
-Significa, padre, che Pansy si comporta da mammina con me e con Blaise, per me è come una sorella, non potrei mai considerarla diversamente- Si intromise Draco. Suo padre lo squadrava cercando di capire se poteva fidarsi.
-Ad ogni modo, il contratto è già sottoscritto, sei fidanzato. Naturalmente, sarà un lungo fidanzamento, visto la giovane età di entrambi.- Argomentò il Lord per concludere il discorso, non gradiva affatto la piega che stava prendendo quella conversazione, lo si intuiva da come i suoi occhi si assottigliavano, scrutando il figlio. Il movimento involontario fece scattare un campanello d'allarme nella testa di Draco, suo padre si stava alterando, era pericoloso! Ciò nonostante non poté impedirsi di chiedergli:
-Posso almeno conoscere il nome della mia fidanzata, padre?- Faticando a pronunciare quella parola.
Lucius però, che non sembrava affatto disposto ad avere una conversazione civile con il proprio figlio, si limitò a comunicargli: -La conoscerai stasera, verrà a cena con tutta la sua famiglia, sarai pronto per le 19:30. Puoi andare ora!-
Draco uscì dallo studio che non si reggeva sulle sue gambe. "Ecco fatto! La mia vita è decisa! Salazar Benedetto! Fa che non sia un'insopportabile oca!". Avrebbe tanto voluto poter parlare con i suoi amici, Pansy avrebbe detto qualcosa di brillante e rassicurante, infilandoci dentro un sacco di "caro" e "tesoro", come sapeva fare solo lei, Blaise le avrebbe fatto il verso, lei allora avrebbe fatto finta di arrabbiarsi e sarebbero scoppiati in una grossa risata. Si sarebbe sentito meglio! Invece si sentiva solo, disperato, in trappola.
Confinato nella sua stanza, si buttò sul letto, affondando la faccia nei cuscini, pronto a lasciarsi andare alla disperazione, grato del fatto che suo padre fosse troppo soddisfatto di se stesso per dare peso alle sue risposte un po' troppo impulsive, ci mancava solo che dovesse affrontare la cena senza neanche potersi sedere per il dolore al fondoschiena. Purtroppo aveva gioito troppo presto. Senza neppure bussare, il padre aveva spalancato la porta e si era fiondato nella sua stanza, sorprendendolo a letto.
-P...padre?- Balbettò Draco scattando in piedi, non lo vedeva così alterato da anni, il ricordo del sogno, ancora vivido, gli annodava lo stomaco.
-Possibile che tu non riesca proprio ad imparare come devi comportarti!- Sibilò Lucius, avanzando verso di lui. Draco sentì il sangue gelarglisi nelle vene. -Ti sei reso conto di quanto mi hai messo in imbarazzo? Addirittura scoppiare a ridermi in faccia!- Suo padre urlava, Draco cominciò a tremare. -Visto che sembri refrattario ad ogni altro metodo d'insegnamento, mi lasci senza alternative, ragazzo!- Sibilò sempre più vicino e sempre più infuriato. Draco dovette dare fondo a tutta la sua forza di volontà per non fuggire da lui.
Poi improvvisamente -CRUCCIO!-
Tutto il suo essere era pervaso da infuocati tentacoli di dolore, acuto, assoluto, impossibile da sopportare. Come era venuto il dolore se ne era andato, lasciandolo inerte al suolo, i nervi scossi da tremori incontrollabili, la gola infiammata dalle urla che non si era neanche accorto di aver pronunciato.
-Non ho più tempo da perdere con la tua educazione ragazzino! Ho cose troppo importanti da fare, se fallirai ancora, la punizione sarà questa!- Gli urlò ancora Lucius, voltandogli la schiena e sbattendo la porta alle sue spalle. Sul pavimento della sua stanza, Draco si raggomitolò in posizione fetale, pregando che i tremori passassero presto e premendo con due mani il punto su cui la maledizione l'aveva colpito. Una strana ferita, di un'inconfondibile forma, gli stava macchiando la camicia di sangue.
.......
All'ora stabilita era nel salotto, era ancora un po' scosso, ma si era ripreso a sufficienza da rendersi presentabile e sperava che, eventuali tremori residui, potessero apparire come nervosismo dovuto alla situazione, dopotutto non succedeva tutti i giorni di fare la conoscenza della donna con cui avrebbe dovuto trascorrere il resto della sua vita!
Sua madre, al suo fianco era pronta per ricevere gli ospiti, si era impegnata molto perché quella serata fosse perfetta, il Manor era uno splendore e c'erano bellissimi fiori profumati su ogni ripiano disponibile.
-Forse ho esagerato con i fiori...- Stava riflettendo Narcissa ad alta voce. Draco pensava che non avesse tutti i torti, sembrava di stare in una serra! Ma di sicuro non gliel'avrebbe mai detto.
Fu con enorme sorpresa che vide entrare i signori Greengrass. La loro figlia maggiore, Daphne, era una sua compagna di scuola ed una delle migliori amiche di Pansy.
Draco tirò un metaforico sospiro di sollievo, conosceva la ragazza. "Ok, non è andata tanto male, con Daphne potrei riuscire ad andare d'accordo, per lo meno!" Sorrise alla compagna, lei invece abbassò lo sguardo, sembrava irritata per qualche ragione.
"C'è qualcosa che non va! Possibile che la prospettiva di fidanzarsi con me la irriti tanto? Mi sembrava che ci avesse provato più di una volta lo scorso anno, e anche Pansy mi aveva detto che le piacevo!" Draco era alquanto perplesso.
-Bene, figliolo,- disse suo padre, dopo aver esaurito i convenevoli -Sarai impaziente di conoscere la sua futura sposa!-
"Più che altro sono curioso di sapere cosa le abbia fatto per farla arrabbiare in questo modo!" Pensava lui, ma si limitò ad annuire.
-Ecco Draco, ti presento la tua fidanzata. Astoria Greengrass- Annunciò Lucius.
Draco era sconvolto "Astoria? Chi diavolo è Astoria?" Poi suo padre gliela piazzò davanti "mi prende in giro? Questa bimbetta avrà 10 anni!".
Ne aveva 12! Ed era anche un peperino! "Ecco perché Daphne è su tutte le furie! La sorellina che ha rubato il ragazzo!" Pensò divertito.
-Draco, accompagna a tavola Astoria! Forza, offrile il braccio!- Lo istruì sua madre. Senza riuscire a dire una parola, il giovane Lord, fece come gli era stato indicato.
-Senza parole Malfoy?- Gli chiese lei, aggrappandosi al suo braccio - Sì, modestamente io faccio questo effetto!- Lo canzonò la ragazza, facendogli l'occhiolino "che caratterino... questo fidanzamento promette di essere... interessante! E poi guarda che occhi! Che viso! Diventerà una vera bellezza."
Finalmente Draco, si permise il lusso di pensare che, in fondo, la sua vita non era poi del tutto finita.
- Ti darà filo da torcere, figliolo!- Commentò Lucius allegro, alzando il calice per brindare al fidanzamento.
........
Draco stava passando la migliore estate da quando aveva memoria. Niente compiti aggiuntivi, nessuna lezione extra, né allenamento estenuante, ma, con la scusa di conoscere la sua futura sposa, poteva frequentare i suoi amici. Ma soprattutto niente Lucius! Suo padre era quasi scomparso! Si faceva vivo raramente, spesso impegnato in chissà quali oscuri progetti.
-Che ne dite di andare al mare domani?- Propose Blaise, sdraiato sul suo letto. A Draco non sembrava vero poter ricevere lui e Pansy in camera sua, suo padre non gliel'aveva mai permesso! -Mia madre mi ha dato il permesso di usare la nostra villa in Spagna, possiamo viaggiare con una passaporta e tu, Draco, potresti invitare Astoria...- Concluse, sollevandosi sui gomiti per scrutare i suoi amici, il padrone di casa era seduto alla scrivania, mentre Pansy frugava nella sua cabina armadio, come se stesse esplorando la grotta delle meraviglie.
-Che idea favolosa, caro!- Urlò da dentro l'antro.
-Vuoi uscire dal mio armadio Pan!- Berciò Draco infastidito.
-Ci vuole coraggio a chiamarlo armadio, tesoro, è più grande di tutta la mia stanza!- Lo sfottè lei, facendo capolino, poi, voltandosi verso Blaise. -Possiamo fare il bagno in Spagna? Hai anche una spiaggia privata se non sbaglio-
-Non sbagli!- Si vantò Blaise -Possiamo passare tutta la giornata in spiaggia, se voi due trovate qualche unguento per proteggervi dal Sole, siete così pallidi che potreste prendere fuoco...- Commentò osservando la carnagione diafana di Draco e quella altrettanto lattea dell'amica.
-Io non vengo!- Commentò Draco scontroso, con un abbigliamento succinto come un costume da bagno aveva poche speranze di nascondere le nuove cicatrici che gli ornavano il busto, suo padre non gli aveva ancora accordato il permesso di farsele cancellare, lo faceva solo prima della sua partenza per la scuola.
-Si può sapere che ti prende? E' fantastico, quando ci capita un'altra occasione del genere?- Commentò Pansy, perplessa, avvicinandosi al letto e spedendovici sopra, a fianco a Blaise che stava scrutando l'amico come volesse fargli una radiografia.
-Non hai obbiettato fino a quando non abbiamo pensato di fare il bagno!- Osservò, analizzando la situazione, -Non avrà a che fare con il fatto che non vuoi spogliarti?- Ipotizzò, Draco non poté trattenere un tremore, che non sfuggì agli occhi dell'altro. -Centro!- Esultò Blaise, alzandosi dal letto per avvicinarsi all'amico.
Anche Pansy cominciava ad avere dei sospetti a questo punto, si era alzata anche lei ed aveva affiancato Blaise. -Perché non vuoi spogliarti Dray? C'è qualcosa che stai nascondendo? Una ferita o un livido nuovo per esempio?- Postulò.
"Dannazione! Mi conoscono troppo bene", pensava Draco, alzandosi come se volesse sfuggire loro.
-Davvero ragazzi... non è niente... una sciocchezza, davvero...- Provava a schernirsi, più ci provava più sembrava nervoso, alla fine, senza riflettere si portò una mano a coprire l'addome, proprio dove si trovava la ferita più recente. Blaise non si fece sfuggire il gesto, lo immobilizzò e gli sollevò la camicia quel tanto che bastava ad esporre la parte lesa.
Blaise, gelato dal disgusto, mollò subito la presa sull'amico che si affrettò a coprirsi, pur non trovando il coraggio di guardare i suoi amici negli occhi.
-B...Blaise? Co...cos'è? Cos'è quello?- Chiese Pansy, balbettando, incredula.
L'amico non riuscì a rispondere, si era coperto la bocca con una mano e sembrava sul punto di vomitare. -Devi denunciarlo Draco! Finirà ad Azkaban, per quello! È una Maledizione Senza Perdono!-
-NON POSSO!- Sbraitò lui, esasperato. -Non posso, non con quello che sta succedendo... Cosa succederebbe poi a mia madre?- Era preoccupato da morire.
-Pensi che "Lui" sia tornato? Che Silente abbia ragione?- Sussurrò Blaise, come avesse paura di pronunciare quelle parole.
-No!- Sbottò Pansy -Non è vero! La Gazzetta del Profeta....- ma Draco non la lasciò neanche finire.
-Pubblica solo un mare di sciocchezze! Svegliati! Non ti sei accorta come si comportano i nostri genitori?- La redarguì lui, facendola sussultare.
-Tu credi che...- Chiese con un filo di voce, mentre Blaise la avvolgeva con le braccia per sostenerla.
-Ho paura di sì!- Concluse lui.
.......
No era uno sciocco Draco, conosceva fin troppo bene le idee politiche di suo padre e, negli ultimi anni, aveva visto progressivamente riapparire il Marchio Nero sul suo braccio. Era cosciente di quale sarebbe stato lo schieramento che avrebbe seguito. Fin da bambino gli erano state inculcate idee di un certo tipo.
Poi, frequentare la scuola e venire a contatto con persone di ogni tipo, gli aveva allargato gli orizzonti e fatto maturare una visione del mondo molto diversa rispetto a quella paterna, non era più tanto sicuro di voler seguire le orme di suo padre.
Ma come fare? Anche se amava sua madre e si fidava di lei, sapeva che lei non aveva scelta, doveva per forza seguire la volontà di suo padre. Non pensava che fosse la persona giusta con cui parlare di quelle cose.
Draco non avrebbe saputo spiegarsi per quale motivo, ma sentiva che la persona giusta con cui condividere questi pensieri, era il suo padrino, anche se era cosciente che anche lui portava il Marchio Nero e, quindi, doveva condividere le stesse idee di suo padre... in teoria.
Purtroppo Severus era indisponibile. Gli aveva scritto una lettera all'inizio dell'estate, quando sua madre gli aveva comunicato che non avrebbe seguito neanche le lezioni di pozioni. Ma l'alchimista gli aveva inviato un tomo sull'Occlumanzia ed un messaggio criptico "Impara, poi parleremo. Non cercarmi!."
Cinque parole! Non di più. Così si era messo d impegno ad imparare l'Oclumanzia, facendosi aiutare anche la Pansy e Blaise, pregando di aver interpretato correttamente le misere istruzioni. Era facile! Sapeva di esserne portato, in passato molti insegnanti avevano detto che era un ottimo oclumante naturale. Infatti, molti degli esercizi consigliati nel libro gli venivano istintivi.
Prima del suo compleanno padroneggiava quella complicata arte in modo impeccabile. Per questo il cinque agosto ricevette una visita inattesa, o forse, attesa fin troppo a lungo.
- Buongiorno, figlioccio, ben svegliato!- Lo accolse il padrino a colazione.
-Zio!- una volta, da bambino, sarebbe corso ad abbracciarlo, ma era troppo cresciuto per gesto così infantile.
-Ragazzino, non abbiamo molto tempo. Preparati velocemente, oggi verrai con me- Lo istruì il professore.
-Dove andiamo? Devo avvisare mia madre- rispose il giovane Lord, prendendo il mantello.
-Quello non ti servirà e tua madre è già stata informata, se sei pronto possiamo andare- Obiettò, porgendogli il braccio. Quando Draco l'ebbe afferrato, Severus smaterializzò entrambi.
-Dove siamo?- Chiese il ragazzo confuso.
Era sicuro di non essere mai stato in quel posto. Era una stanza angusta, soffocante, polverosa, resa ancora più claustrofobica dai libri che stavano ovunque, negli scaffali alti fino al soffitto, incastrati in ogni angolo disponibile, ammonticchiati a terra, impilati in torri sbilenche in bilico sulla mensola del caminetto, ammassati sul tavolo. In un angolo una solitaria poltrona dall'aria polverosa costituiva l'unico altro pezzo di arredamento.
-In un posto sicuro! - fu la lapidaria risposta.
Draco si sentiva soffocare, abituato alle immense stanze del Manor e ai saloni di Hogwarts, si sentiva senz'aria in quello spazio ristretto "Come si può vivere così, non riesco neppure a respirare qua dentro, sembra che le pareti mi debbano cadere addosso da un momento all'altro" pensava, sempre più spaventato.
-Prima di qualunque altra cosa, devi dimostrarmi di avere svolto il compito che ti avevo assegnato - e, senza dargli il tempo di prepararsi, afferrò la bacchetta e gli lanciò un Legimens così forte che, per un attimo.
Draco temette che le sue difese avrebbero ceduto. "Come pensa che possa reggere ad un simile assalto, proprio in questo posto?" si sentiva troppo costretto lì dentro per trovare la concentrazione sufficiente a contrastare l'attacco, infatti, le sue difese brillavano una dopo l'altra... poi capì, ecco perché l'aveva condotto proprio in quel luogo, faceva parte della prova!
Doveva dimostrare di essere in grado di difendersi anche se non era tranquillo. Severus stava smantellando tutte le sue barriere una dopo l'altra, invece di contrastarlo però lui lo lasciò fare, permettendogli di entrare sempre più nella sua mente, che però ora, era un profondo pozzo di tranquillità, nessun pensiero era più raggiungibile, solo una infinita sensazione di serenità.
Severus vi si perdette, non riuscendo più a leggere alcunché nella mente del nipote, si arrese e, soddisfatto, si ritrasse.
-Sono colpito!- Li gratificò l'uomo, occupando l'unico posto a sedere -Molto bene ragazzino! Pochi maghi adulti avrebbero saputo resistere ad un simile attacco-
Agitò la bacchetta, una poltroncina apparve a fianco alla sua e Draco vi si sedette, la stretta stanza non gli appariva più così claustrofobica, ma piuttosto accogliente, non un luogo in cui restare soffocati, ma uno in cui nascondersi.
-Ora che sono certo che la tua mente è al sicuro, posso rivelarti alcune cose che prima ti dovevo tenere nascoste- Continuò, senza distogliere mai lo sguardo dai suoi occhi.
-Per prima cosa questa è casa mia, non il mio appartamento ad Hogwarts, proprio la casa della mia famiglia a Spinner's end, e ti ho portato qui oggi per darti il tuo regalo di compleanno. Voglio regalarti... la libertà!- Concluse, con una certa enfasi sull'ultima parola.
"Questa sì che e bella, stai a vedere che lo zio Severus è uscito di senno!"
-Non occorre essere un Legimens esperto per capire cosa stai pensando- Lo redarguì lo zio, con un ghigno ironico. -Ma perché non ti metti comodo e non mi ascolti con calma. Deciderai poi se sono sano di mente o meno.-
Draco non aveva trovato una risposta al quesito, Severus aveva parlato per ore, rispondendo a domande che lui ancora non gli aveva posto e spaziando su moltissimi argomenti, primo fra tutti l'incomprensibile comportamento della Gazzetta del Profeta che additava Harry e il Preside come pazzi, visionari e bugiardi.
-Pensi che Harry Potter menta a proposito del ritorno del Signore Oscuro?- Gli chiese, sporgendosi verso di lui per osservarlo meglio.
-Credo che Potter sia patologicamente incapace di mentire, tanto meno su una cosa simile.- Rispose Draco, sostenendo il suo sguardo, pochi altri maghi avrebbero fatto lo stesso, Severus sapeva di incutere timore, ma Draco non era affatto intimidito da lui, si vedeva dalla postura rilassata con cui sedeva sulla poltrona.
-Afferma che fra i seguaci dell'Oscuro Signore ci fosse anche tuo padre- Continuò, scrutando ogni cenno, ogni reazione del ragazzo.
-Francamente, zio, non mi sorprende affatto. Conosco mio padre, per quanto lui mi tenga sempre all'oscuro di tutti i suoi affari, ho capito da tempo da quale parte stia.- rispose Draco.
-E tu invece, ragazzo, da quale parte stai?- Chiese ancora il pozionista, Draco si agitò sulla poltrona.
-Ha importanza? Replicò lui rassegnato, distogliendo gli occhi, per la prima volta dall'inizio della conversazione -Non è che io avrò veramente la possibilità di scegliere...- Ammise Draco, con un tremito nella voce.
- E se invece io te lo stessi dando ora, quella possibilità?-
Draco non comprese fino in fondo le parole dello zio, ma aveva ben chiaro quale fosse la sua scelta! Valutò per un istante, ma solo per un istante, se potesse fidarsi di Severus. Certo che poteva! Il suo padrino lo proteggeva e lo guidava da tutta la vita e, nonostante conoscesse tutti i suoi segreti, non lo aveva mai tradito, quindi senza alcun dubbio dichiarò:
-Se potessi scegliere, allora sceglierei la luce! Non condivido le idee del Signore Oscuro, né quelle di mio padre e, sicuramente non condivido i suoi metodi!- Severus non era mai stato così orgoglioso di lui come in quel momento e i suoi sentimenti trasparivano sul suo viso. Draco ne fu colpito.
- Molto bene ragazzino, spero tu ci abbia riflettuto bene, perché è una decisione da cui non puoi tornare indietro!-
-Sì zio, ci ho riflettuto a lungo!-
Con un sorriso sincero e rilassato (il primo che Draco avesse visto apparire suo volto) Severus si sedette e disse al figlioccio di fare lo stesso.
-Per prima cosa, ce l'hai ancora il pendente stregato dalla famiglia Black?-
Draco ormai non si chiedeva neanche più come il professor Piton, facesse a sapere sempre tutto, quindi si limitò a rispondere. -Sì signore, ce l'ho ancora io, ma lo restituirò al più presto!-
-Credo che questa sia una pessima idea ragazzo, ti esorterei a conservarlo, penso che ci servirà in un paio di occasioni.-
-Come vuoi zio- Draco non era comunque molto felice di separarsi dal gioiello, per quanto rassicurasse Pansy e Blaise non era ancora riuscito a dimenticarsi di Harry.
-Sai, Draco, credo che questa opportunità che vi sto offrendo, potrebbe coinvolgere anche gli altri tuoi compagni che, come te, appartengono a famiglie con un certo tipo di coinvolgimento politico ma che, come dire, non condividono le stesse idee dei genitori. Non so se puoi capirmi-
- Credimi zio, ti comprendo benissimo- Rispose il ragazzo, mentre pensava a Blaise e a Pansy, così disperati per il loro futuro, persino la sua dolce mini-fidanzata non era d'accordo con le idee di suo padre. Se ne avesse avuto la possibilità, gli avrebbe salvati tutti e, a quanto pareva, lo zio Severus, gli stava offrendo proprio quello.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top