In punizione


Ciao a tutti! Buon mercoledì. Per una volta mi capita di aggiornare puntuale... evviva!
Ho adorato scrivere questo capitolo, non succede niente di particolare, ma ci sono tanti momenti carini, alcuni un po' difficili, altri più tranquilli, e i nostri personaggi svelano alcuni tratti del loro carattere... insomma, mi sono divertita! Spero che piaccia anche a voi! E come sempre grazie alla preziosa GiadaSacchetti per la beta.
Buona lettura.
Noy

Harry si presentò davanti all'ufficio della Humbridge puntualissimo alle otto di sera, leccandosi ancora le dita sporche del dessert che aveva mangiato al volo prima di scappare dalla mensa. Un artistico sbaffo di cioccolato gli ornava il viso, ma lui pareva non essersene reso conto.

Davanti alla porta dell'ufficio della professoressa, Draco lo stava già aspettando. "Perfetto due ore in compagnia di Malfoy", proprio l'ultima persona che voleva vedere. Fortunatamente sembrava che il Serpeverde la pensasse esattamente come lui, perché non appena lo aveva intravisto, gli aveva voltato le spalle e si era girato verso la porta per bussare.

-Avanti!- Aveva risposto una voce dall'interno, mentre Harry arrivava proprio lì davanti. Draco, invece di aprire la porta aveva tirato fuori un bianchissimo fazzoletto dalla tasca e, senza neppure guardarlo, glielo aveva allungato.
-Hai il viso sporco di cioccolato- Gli aveva detto, in tono assolutamente neutro. La voce priva di espressione aveva colpito Harry più di uno schiaffo in pieno viso. Ignorando l'offerta del Serpeverde si passò una mano sulla faccia, spalmando la glassa, per poi sfregarsi le dita sui pantaloni per ripulirle. Draco, stringendosi nelle spalle, ripose il fazzoletto, mentre entrava.
- Buonasera professoressa-

....................

Due noiosissime ore dopo Harry usciva dall'ufficio della Humbridge fissandosi incredulo il dorso intonso della mano sinistra. Era incredibile, ma Draco aveva mantenuto la sua parola, aveva distratto la megera a tal punto che quella si era dimenticata persino della presenza di Harry, che aveva approfittato per portarsi avanti con i compiti di trasfigurazione, almeno Hermione non si sarebbe infuriata con lui.

Aveva trascorso quel che restava delle due ore di punizione ascoltando la voce melliflua di Draco che sembrava ipnotizzare la donna, tenendola legata a sé, blandendola ed incantandola. Come faceva la donna a non coglierne la falsità? Forse lui ci riusciva solo perché aveva conosciuto il vero Draco Malfoy, quello che si nascondeva dietro la maschera, quello che si era mostrato crudo e vulnerabile sulla torre di astronomia.

Aveva pensato e ripensato quei momenti per tutta la sera, mentre ascoltava Draco chiacchierare con la professoressa, ignorandolo. Stava perdendo la ragione, doveva parlare con Draco, sistemare le cose con lui. Non avrebbe resistito ad essere trattato quel modo, non poteva sopportare la sua indifferenza. Doveva pur esserci una via di mezzo fra il mangiarsi via la faccia a suon di baci e ignorarsi completamente, l'avevano già fatto, erano stati amici prima che succedesse tutto quel casino, un'amicizia fragile e tesa ma c'era stata!

Harry doveva riuscire a ritrovare quel rapporto ad ogni costo. Ma non appena la professoressa li aveva liberati, Draco era corso via senza neppure guardarlo.
-Draco aspetta!- Gli aveva urlato rincorrendolo nel corridoio -Devo parlarti. Aspetta!- Gridava, ma il ragazzo non pareva avere nessuna intenzione di fermarsi.
-Non ora Potter. Torna nel tuo dormitorio sta per scattare il coprifuoco, se finisci nei guai stavolta non te ne tirerò fuori- Gli aveva risposto Draco freddamente, senza neppure voltarsi a guardarlo. Ma lui lo aveva raggiunto ed afferrato per un braccio.
-Me ne frego del coprifuoco. Voglio parlare- Gli aveva urlato in faccia.

-Vuoi "parlare"?- Aveva risposto Malfoy abbandonando la sua indifferenza -E perché, sentiamo? Per farmi credere che siamo amici o magari per baciarmi e poi scappare via mollandomi lì come un cretino? Non ho tempo per questo adesso, Potter- Gli aveva urlato contro con rabbia, poi la sua espressione aveva traballato, forse stava avendo un ripensamento -Se sarai ancora della stessa della stessa opinione, parleremo domani mattina, altrimenti addio- Aveva concluso, liberandosi dalla sua presa e sparendo giù per le scale.

Harry non aveva considerato neanche per un secondo come si doveva essere sentito Draco. Lui lo aveva baciato... poteva fingere che fosse stato a Draco ad iniziare, ma sapeva che non era così, che era stato lui. E Draco aveva risposto al bacio, subito dopo che lui l'aveva maltrattato, si era lasciato andare, si era esposto e lui invece di accettare il bellissimo dono che gli stava facendo, l'aveva spinto via. Era scappato. "Sono veramente un cretino. Si deve essere sentito umiliato e respinto" poteva ostentare indifferenza, ma Harry sapeva di averlo ferito. "Dannazione, devo rimettere a posto le cose, non lo farò soffrire ancora. Chiariremo le cose e mi farò perdonare!"

Aveva risalito le scale fino alla torre di Grifondoro e, ignorando i richiami dei suoi amici, si era rifugiato nella sua stanza afferrando la mappa del malandrino e chiudendo le cortine del suo letto. Voleva guardare il nome di Drago che si aggirava per i sotterranei, che finiva i compiti alla sua scrivania, che si preparava per andare a dormire. Voleva immaginarsi di essere lì con lui mentre si addormentava. Quello che vide invece gli gelò il sangue nelle vene.

Il nome di Draco non appariva affatto nel dormitorio di Serpeverde. Era nello studio del professore di pozioni. Davanti a lui Severus Piton si schierava quasi a difenderlo dall'altro nome scritto sulla mappa: Lucius Malfoy.
"Che diavolo ci fa il padre di Draco qui a scuola? A quest'ora poi!" Per quanto fosse arrivato ad apprezzare Draco, tale sentimento non si estendeva e mai si sarebbe esteso a quell'uomo.
I nomi sulla pergamena ingiallita restavano immobili, probabilmente stavano solo parlando, ma Harry si sentiva inspiegabilmente grato che Piton si fosse schierato fra Draco e suo padre. "Che mi prende? È suo padre, che cosa dovrebbe fargli?" Si chiedeva mentre con un crescente senso di impotenza osservava Lucius avanzare verso Draco, dopo aver eliminato Piton e trascinare suo figlio verso la parete. "Che fa? È impazzito?" Non c'erano porte lungo quella parete, eppure i due ci erano finiti contro ed erano scomparsi.

-MA CHE CAZZO!- Aveva urlato stropicciandosi gli occhi, ma nello studio di Piton ora c'era solo il professore che camminava nervosamente avanti e indietro.
-Tutto bene amico?- Aveva chiesto Ron, senza però osare aprire le cortine del letto che Harry aveva chiuso. "Per Merlino! Cosa penserà che stia facendo?" Pensava arrossendo e spalancando le tende.
-Sì, tutto ok, ma ho appena visto una cosa...- Rispose al rosso, indicando la mappa con un gesto della testa ed ammiccando. Ron aveva lanciato un colloportus alla porta e un Muffliato attorno al letto di Harry, per sicurezza poi si era seduto sul letto dell'amico a gambe incrociate fissandolo con un'espressione seria.

-Che succede Harry, dobbiamo chiamare Hermione?- Gli aveva chiesto, studiando la mappa preoccupato.
-Ecco qui, vedi?- Harry gli aveva indicato lo studio di Piton, dove il professore si era finalmente fermato proprio davanti al pezzo di muro in cui era scomparso Draco. Ron aveva annuito -Ecco, qualche minuto fa c'erano anche Draco e... Lucius Malfoy- Aveva rivelato, con l'aria di svelare un gran segreto.
-E allora? Lo sappiamo dal primo anno che il padre di Draco si aggira per il Castello quando meno ce lo aspettiamo. Mio padre dice che può farlo perché fa parte del consiglio di amministrazione della scuola. È una bella ingiustizia se vuoi sapere la mia opinione!- Ron, visibilmente rilassato, si era appoggiato sui gomiti, stravaccandosi sul suo letto, ma Harry non era tranquillo. Qualcosa non andava in quella storia, aveva una bruttissima sensazione come un ronzio nelle orecchie, un prurito fastidioso alla base del cranio.
-Non è solo quello, lui e Draco sono scomparsi dalla mappa all'improvviso- Aveva rivelato all'amico.
-Che significa scomparsi? Come se si fossero smaterializzati?- I due si guardarono.

-Non ci si può smaterializzare ad Hogwarts!- Recitarono all'unisono scoppiando a ridere.
-È scritto in "Storia di Hogwarts"- Aggiunse Harry.
-Io l'ho letto!- Concluse Ron, con una stridula vocetta affettata, asciugandosi una lacrima. -Miseriaccia amico, dovrò leggermelo prima o poi quel dannato libro- Ron si era sistemato ancora più comodamente con le gambe larghe, ai lati della mappa. "Ma come diavolo fa a non sentirsi a disagio in quella posizione?" Pensava Harry che, seduto di fronte al ragazzo, godeva di un poco entusiasmante primo piano per cavallo dei suoi pantaloni. Possibile che tutti quanti si sentissero a proprio agio con il proprio corpo tranne lui?

-Hai idea di quello che stai dicendo? È un mattone di ventordici milioni di pagine- Aveva replicato, scherzando per vincere l'imbarazzo.
-"Ventordici"? Cos'è?- Aveva chiesto Ron curioso.
-È un modo di dire babbano, vuol dire che ci sono tante pagine che non si riesce neanche a contarle. L'ho sentito dire da Dudley- Gli aveva spiegato, suscitando una smorfia da parte dell'amico al nome del suo antipatico cugino. Un silenzio teso crollò su di loro, Ron fissava le cortine del letto, Harry non riusciva a togliere gli occhi dalla mappa, la fastidiosa sensazione si andava amplificando sempre di più. -Draco l'ha letto- Aveva dichiarato, tanto per rompere il silenzio.

-Cosa?- Aveva replicato Ron, tornando a fissarlo.
-"Storia di Hogwarts"... Draco lo ha letto, anche se non va a sbandierarlo ai quattro venti come Hermione- Rispose lui cercando di mantenere un tono neutro. Non riusciva a togliersi Draco dalla testa. Dove diavolo era finito? Perché il fatto che fosse con suo padre lo rendeva tanto nervoso?
-Ultimamente passi parecchio tempo con Malfoy, sembra che andiate parecchio d'accordo- Gli stava dicendo Ron, raddrizzando la schiena e tornando a incrociare le gambe come per mettersi in ascolto.

-Che c'è, hai cambiato idea? Stamattina sembrava che Draco fosse la fonte di tutti i mali del mondo a sentire te- Gli rispose Harry, innervosendosi, senza sollevare lo sguardo dalla mappa.
-Sì, hai ragione. Ma dopo quello che ha fatto per te. Caspita, ha sfondato il muro dell'aula di difesa con un banco! Ha rischiato di farsi espellere pur di farsi mettere in punizione assieme a te... chissà cosa ti avrebbe fatto quella se non ci fosse stato Draco con te- Gli spiegò Ron.
Harry era senza parole, Ron aveva capito tutto, magari anche gli altri si erano accorti che Draco aveva fatto tutta quella scena per proteggerlo. Guardò l'amico, Ron non sembrava minimamente turbato.
Gli tornarono alla mente le parole di Remus: nel mondo magico l'omosessualità era universalmente accettata, Ron non avrebbe considerato strano che fosse attratto da un ragazzo.
Non come suo cugino che gli aveva dato il tormento tutta l'estate perché lo aveva sentito urlare il nome di Cedric nel sonno.

Ma lui era davvero attratto da Draco? Quel pomeriggio aveva confessato il suo amore a Gwen ed era stato sincero, era veramente innamorato della ragazza. Ma anche Draco gli suscitava sentimenti altrettanto forti, anche se alle volte gli faceva veramente saltare i nervi. Il rapporto con Draco era tutto un su e giù come sulle montagne russe, con vette altissime e brusche discese. No, Draco, senza ombra di dubbio non gli era indifferente.
Draco o Gwen? Gwen o Draco? Destreggiarsi fra questi due sentimenti tanto simili eppure totalmente opposti gli stava facendo perdere quel poco di razionalità che ancora aveva.

-È inutile che fissi la mappa. Malfoy non si vede da nessuna parte. Nessun Malfoy, né Junior né Senior. Ma sei sicuro di averlo visto?- Gli chiese Ron, vedendolo intento a perforare la mappa con lo sguardo.
-Ti dico che erano qui, nell'ufficio di Piton, poi sono andati in questo punto e sono spariti. Ma non ha nessun senso, non c'è nessuna porta lì...- Aveva spiegato a Ron.

-No amico, ma lì c'è il camino- Aveva risposto Ron, Harry aveva sollevato lo sguardo, gli occhi spalancati ed un'espressione che urlava "Ma che cavolo stai dicendo?" -Certo Harry, non ti ricordi? Eppure sei stato in punizione con Piton molto più di me. Vedi qui c'è la porta, quindi la scrivania del pipistrello è qui. Da questa parte ci sono quelle cavolo di librerie. Ti ricordi quella volta che ci ha fatto spolverare tutti i suoi libri? Ci abbiamo messo una settimana- Ron spiegava, indicando con le dita ed Harry cominciava a mettere a fuoco.
-Ma certo! Proprio di fronte c'è il caminetto, hanno usato la metropolvere!- Urlò saltando sul letto. -Sei un genio Ronald Weasley-
- Sì, modestamente... ma non dirlo in giro sai, rovineresti la mia immagine- Rispose Ron lucidandosi le unghie sul petto come avevano visto fare a Pansy quando voleva darsi delle arie. Scoppiarono a ridere come non avessero un solo problema al mondo.

-Ti senti un po' meglio adesso che hai risolto il mistero?- Gli chiese Ron dal pavimento dove era caduto ridendo.
-Sì, grazie, molto meglio- Harry era ancora molto preoccupato, ma in qualche modo si sentiva più leggero.
-Meno male amico, perché credo che i nostri compagni di stanza stiano per buttare giù la porta- Gli rivelò Ron, indicando la porta della loro stanza che aveva bloccato e silenziato.

Il legno vibrava sotto i colpi inferti da qualcuno all'esterno e la maniglia scattava febbrilmente su e giù. Ridendo a crepapelle tolsero gli incantesimi e Seamus, Dean e Neville caddero attraverso la porta spalancata.
-Bastava un Alohomora, ragazzi, non lo sapete? È nel libro standard degli Incantesimi capitolo sette!- Li prese in giro Ron, aiutando Dean ad alzarsi, mentre Neville gli lanciava uno sguardo risentito, massaggiandosi un ginocchio, seduto a terra.
-Tieni Nev- Gli gridò Harry lanciandogli un tubetto di lozione antidolorifica che usava per curare i lividi che si procurava giocando a Quidditch.
-Grazie- Gli rispose Neville, seguitando a fissarlo con astio.
-Si può sapere che facevate rinchiusi qua dentro?- Chiese Seamus buttandosi sul letto- Pensavamo che Harry si fosse appartato con una ragazza, non ci aspettavamo certo di trovare te, Ron- Aveva terminato.
-Fammi capire, Seamus, pensavi che fossi con una ragazza e hai provato a sfondare la porta?- Chiese Harry, lanciando un cuscino all'amico, colpendolo in viso.

-Non dargli retta Harry,  sapevamo benissimo che eri qui con Ron- Gli aveva rivelato Neville, che si era alzato dopo essersi spalmato una generosa dose di unguento sul ginocchio.
Seamus gli aveva lanciato addosso il cuscino di Harry e il ragazzo, che gli dava le spalle, finì nuovamente a terra, suscitando le risate di tutti.

-Sempre a fare la spia Nev!- Si lamentava Seamus fra le risate. Neville, il pantalone ancora arrotolato fin sopra il ginocchio, aveva restituito il cuscino al proprietario che lo aveva distrattamente buttato sul letto, a coprire la mappa che era ancora spalancata.
-Allora, Harry,  com'è andata la punizione con "faccia da rospo"?- Chiese Dean, cambiando argomento. Harry fece spallucce.
-Niente di che- Rispose.
Poi Neville tirò fuori un pacchetto di "Tutti i gusti più uno" e passarono le successive due ore facendo boccacce e prendendosi in giro a vicenda.

Dopo un delizioso dolcetto al gusto di "detersivo per piatti al limone" Harry decise che ne aveva avuto abbastanza e si infilò nel letto. Era grato agli amici che gli avevano fatto dimenticare la sua preoccupazione, adesso si sentiva molto più sereno.
Recuperò la mappa da sotto il cuscino e gli diede una rapida occhiata giusto per dare la buona notte a Draco, ma il suo nome non si trovava da nessuna parte.
Nel dormitorio di Serpeverde una sola camera era vuota. "Deve essere la sua stanza. Però! A Serpeverde hanno stanze singole..." Se lo avesse scoperto Ron gli avrebbe fatto sanguinare le orecchie a furia di lamentarsi.

I suoi compagni si erano addormentati,  la stanza era diventata silenziosa. A parte il leggero russare di Ron e Dean che si agitava nel sonno, facendo cigolare le molle del letto. Un leggero ansimare veniva dalle cortine chiuse attorno al letto di Seamus, probabilmente il ragazzo credeva che tutti dormissero e non aveva lanciato l'incantesimo silenziante prima di masturbarsi.

Harry fissava la mappa, il senso di disagio gli pesava sul cuore. Dov'era Draco? Perché non tornava nella sua stanza? Il grande orologio batté la mezzanotte e  di Draco nessuna traccia. "Forse passerà la notte a casa sua..." Ipotizzò Harry, provando a riporre la mappa per dormire. Il silenzio nella stanza era assoluto, gli pesava addosso come una soffocante cappa. Persino Ron aveva smesso di russare, non avrebbe mai pensato di sentirne la mancanza. In quel silenzio totale si sentiva a disagio persino a cambiare posizione nel letto.

"È inutile, non riuscirò mai ad addormentarmi" Pensò, sentendo battere le due del mattino. Era teso come una corda e anche se era riuscito a calmarsi un pochino praticando la respirazione che gli aveva insegnato Gwen, non era stato lontanamente sufficiente per farlo addormentare.
Più silenziosamente possibile estrasse la mappa e la illuminò con un fioco raggio di luce,  sufficiente per vederne nitidamente una decina di centimetri per volta.
Perlustrò meticolosamente tutti i sotterranei, poi ogni singolo piano del castello. Si fermò un lungo momento a perlustrare la torre di astronomia, ricordando il tempo che avevano passato lì assieme, le cose che si erano detti, come la luce danzava sul viso del Serpeverde.
"Le fatine staranno danzando anche stanotte? Magari si vedono sulla mappa..." ed iniziò a perlustrare anche il parco. Ma non riusciva a trovare nessun punto di riferimento "Certo che non trovo niente, sono dalla parte sbagliata! Qui non c'è la foresta, ci sono i cancelli" .
Per poco non scoppiò a ridere di se stesso, doveva essere più stanco di quanto pensasse. Ma, mentre stava per girare la mappa, qualcosa attrasse la sua attenzione, era balenato per un breve istante e subito scomparso, ma Harry era sicuro che un nome fosse apparso sulla mappa, proprio a ridosso del cancello principale "non è possibile... eppure..." un altro breve flash e stavolta Harry aveva visto bene.

In un lampo infilò la mappa in tasca, afferrò al volo il suo mantello e la sua scopa e si lanciò fuori dalla finestra, volando nella notte gelida. Teneva il mantello in mano invece di indossarlo, non si curava di essere visto, era troppo preoccupato.
Mille pensieri gli attraversarono la mente: "Cosa ci fa fuori tutto solo con questo freddo? Quando è tornato? Cosa gli sarà successo per spingerlo ad uscire da solo di notte? Da quanto tempo è lì?" . La sua scopa non aveva mai filato tanto velocemente, ma nel breve tempo che impiegò ad arrivare ai cancelli Harry ebbe il tempo di spaventarsi a morte. Ma lo stato di panico in cui versava non era niente a confronto di quello che provò vedendolo.

Draco era seduto nella neve, rannicchiato con le ginocchia al petto e la schiena appoggiata ai cancelli. Non indossava nient'altro se non i pantaloni e la camicia che Harry gli aveva visto addosso durante la lezione con la Humbridge. Tremava vistosamente e, quando Harry planò al suo fianco, le sue labbra erano blu.
-Harry...- Lo chiamò il ragazzo con un filo di voce, sembrava non riuscire a decidere se fosse vero oppure un'apparizione. Aveva fiocchi di neve fra i capelli e le lunghe ciglia coperte di cristalli di ghiaccio.
-Vieni, ti porto dentro al caldo- Gli sussurrò, sfiorando il livido scuro sul suo zigomo. Draco annui, muovendosi rigidamente per alzarsi. Il ragazzo lo aiutò a salire sulla sua scopa, prima di sedersi alle sue spalle e coprire entrambi con il mantello.
-Devi tenermi, non ce la faccio a reggermi- Mormorò Draco, la voce arrochita dal freddo, si udiva a malapena. Harry lo sentiva ondeggiare e tremare fra le sue braccia.
-Non preoccuparti, ti tengo- Lo rassicurò, passandogli un braccio attorno alla vita. Qualcosa di caldo e vischioso gli imbrattò la mano, ma Harry non ci fece caso. Si diresse più velocemente possibile verso il portone principale.
-No, fai il giro. Vai verso il lago. Vedi quel giardinetto recintato? Atterra lì- Lo istruì il Serpeverde, usava frasi brevi. Respirava a fatica.

Harry fece come gli diceva, non aveva mai notato il gruppetto di alberi ben curati, separati da vialetti ora coperti di neve e recintati da un basso muricciolo di pietra. Atterrò nel bel mezzo di quello che sembrava un piccolo spiazzo. Draco si appoggiò pesantemente a lui, le gambe non lo reggevano e le mani erano talmente fredde da sembrare morte.
-Devi andare in infermeria, Draco- Lo scongiurò Harry in tono serio. Si stavano dirigendo verso un piccolo tempio, un portico circondato da colonne, al centro la statua di una donna con una curiosa acconciatura.

-Non posso andare da Madama Chips... mio padre lo verrebbe a sapere immediatamente- Parlava a fatica ma si sforzava di mantenere un tono dignitoso, di mascherare il dolore.
-Draco, sei congelato, e poi quei lividi... hai bisogno di aiuto- Harry si sentiva impotente, aveva una paura folle, non aveva mai visto il volto di Draco tanto pallido, sembrava ultraterreno, a mala pena umano.
-Ci penserà Severus... portami da lui- Riuscì a sussurrare, prima di appoggiarsi a lui ansimando pesantemente, sembrava lottare per non svenire. -Serpens domus- Aveva sussurrato al suo orecchio, Harry non era neanche sicuro di aver capito bene, ma quando i capelli sulla testa della statua cominciarono ad agitarsi e a sibilargli addosso, glielo urlò contro e la cosa parve placarli. La statua lo guardò male, prima di alzarsi dal suo trono e rivelare un passaggio ai suoi piedi. Harry non sapeva cosa fare, ma Draco non poteva restare lì fuori al freddo ancora a lungo, quindi si infilò nel passaggio trascinando il ragazzo con sè. 

-Dove diavolo siamo?- Chiese, più a sé stesso che a Draco, il ragazzo infatti non pareva affatto in grado di rispondergli, tuttavia riuscì ad alzare di pochi centimetri il braccio ed indicargli la strada.
Rade candele illuminavano il loro cammino, e Harry, con il corpo ormai privo di sensi di Draco fra le braccia, avanzava più velocemente possibile fra i corridoi in penombra.

Era sicuro che fosse la scelta sbagliata, Draco gli stava praticamente morendo fra le braccia, sentiva quel poco di calore che ancora c'era in lui scivolare via velocemente, lo avrebbe perso, e sarebbe stata tutta colpa sua!
-Non lasciarmi! Non azzardarti a lasciarmi Malfoy! Hai capito bene?- Gli gridava, le lacrime gli rigavano il viso ma lui non se ne accorse neppure, invaso da una rabbia cieca che gli impediva di arrendersi. Non seppe mai come era arrivato davanti alla porta di Piton, ma non avrebbe mai dimenticato la sua faccia quando se lo trovò davanti con Draco mezzo morto fra le braccia.

-Mettilo sul letto, Potter. Nella mia stanza, ragazzo! Muoviti!- Una porta si aprì dietro la scrivania di Piton e Harry ci si infilò senza pensarci. Si trovò di fronte ad un sobrio letto matrimoniale, di legno scuro, privo del baldacchino a cui parevano essere molto affezionati ad Hogwarts, Harry ci appoggiò Draco, mentre il professore sollevava le coperte con un incantesimo. 
-Fargli bere questo!- Gli ordinò senza la minima gentilezza. Nel frattempo lui faceva danzare la bacchetta nell'aria, sopra il corpo inerte del ragazzo. Anche se non pronunciava una sola parola Harry riconobbe alcuni incantesimi: erano gli incantesimi diagnostici che usava Madama Chip... li aveva visti eseguire talmente tante volte su di se che ormai li avrebbe riconosciuti ovunque.

-Come sta?- Chiese Harry al professore, non appena lo vide abbassare la bacchetta. Ovviamente Piton non reputò necessario rispondergli, invece lo spedì nel suo armadio delle scorte a recuperare diversi ingredienti e composti.
Per una volta Harry obbedì senza obbiettare.

Quando tornò Draco aveva già riacquistato un colorito meno cadaverico e Piton gli stava togliendo le scarpe con infinita cura e delicatezza, sembrava avesse paura di romperlo e lo fissava con uno sguardo preoccupato e triste.
Harry non si sarebbe mai aspettato che il professore potesse mostrare così tante emozioni, era un momento tanto privato che Harry si trovò a disagio, ma, non appena l'uomo si accorse delle sua presenza, riprese immediatamente il suo atteggiamento pratico e distaccato.

-Posa tutto su quel comodino e vattene Potter, il coprifuoco è scattato da un po'- Gli ordinò senza distogliere lo sguardo dal viso del Serpeverde, ma adesso aveva la fronte corrucciata e le labbra serrate.
Non lo aveva mai visto tanto livido, certo non era una buona idea sfidarlo proprio in quel momento, ma di una cosa era sicuro, non se ne sarebbe andato senza sapere che Draco sarebbe stato bene, a costo di farsi asportare gli organi interni per farli usare a Piton come ingrediente per i suoi intrugli.

-No- Replicò lapidario -Non me ne vado finché non sono sicuro che stia bene- Se gli sguardi avessero potuto uccidere sarebbe morto in quell'istante.
Forse lo avrebbe preferito, invece si trovò a fronteggiare il suo incubo peggiore. Non sarebbe finita bene, già si vedeva appeso per i pollici in una delle camere di tortura tanto rimpiante da Gazza mentre Piton banchettava con il suo fegato appena scottato e un bicchiere di Chianti, quando Draco intervenne per salvarlo ancora una volta.

-Har...Harry- Mormorò, un suono flebile, a malapena un sussurro, due paia di occhi increduli e terribilmente preoccupati si voltarono verso di lui, Draco era sveglio, decisamente provato, ma cosciente. -Sto bene... o meglio, starò bene, vai a dormire, non puoi fare più di quello che hai fatto- Harry si sentì improvvisamente vuoto, come se tutta la tensione e le preoccupazione di quella assurda nottata, andandosene, si fossero portate via anche tutta la sua energia.

Annuì al ragazzo, sforzandosi di sorridergli e si trascinò fuori dalla camera strisciando i piedi, non sapeva come avrebbe fatto a salire tutte le scale fino alla torre di Grifondoro, non si sentiva in grado neppure di uscire nel corridoio.
-Potter- Lo richiamò indietro Piton con il consueto tono arcigno. "Ecco, lo sapevo che era troppo bello, adesso mi scuoia e usa la mia pelle come scendiletto", pensò rabbrividendo, ma il professore non gli rivolse neppure la parola, invece si voltò verso il camino, lanciando alcuni incantesimi che Harry non aveva mai sentito, poi prese una manciata di polvere volante e, fissandolo alzò un sopracciglio.

-Aspetti un invito scritto, Potter?- Gli intimò, accennando al caminetto. Harry non capiva cosa stava succedendo, ma aveva la strana sensazione di trovarsi in un universo parallelo, dove accadevano le cose più surreali. Ormai privo di forze, non fece altro che obbedire, entrando nel caminetto dello studio del professore senza neppure sapere dove sarebbe arrivato.

"Come minimo mi troverò a prendere il tè con il cappellaio matto" Non gli sarebbe sembrato strano, in quel momento. Invece si era ritrovato nella sala comune di Grifondoro, pieno di cenere ed infreddolito, ma tutto intero. "Incredibile, Piton ha fatto qualcosa di... gentile?" Era un miracolo e Harry era più che sicuro che, ancora una volta, centrasse Draco.

Allora, che ne dite? Vi è piaciuto?
Harry continua a essere sempre più incerto, Draco è sempre più adorabile, Seamus è sempre più porco e Severus... vogliamo parlarne? Quando guarda Draco, per un istante la maschera cade e lui mostra tutti i suoi sentimenti... mi si è stretto il cuore! Certo Harry che fantasia, chissà da dove gli è uscita l'ispirazione di Piton che gli mangia il fegato? Ma, chissà...
Comunque,  parlando d'altro, ho pubblicato una one shot cortissima di appena settecento parole, che è anche una songfic... prima volta... quindi mi piacerebbe tantissimo se voleste darci un'occhiata e dirmi cosa ne pensate. Onestamente le poche persone che l'hanno letta l'hanno adorata. È uno stile molto diverso da quello che uso di solito ma mi piace molto e non è escluso che scriva altro di simile...
Per ora aspetto le vostre recensioni e i vostri commenti.
Baci
Noy

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